giovedì 30 agosto 2018

POLVERE ACHERUNTINA




L'Immenso nel ritorno alla Nostra pausa settimanale, cielo sereno e temperatura gradevole. E fin qui tutto bene.
Poca connessione e strada dissestata, molte curve e in salita. Parte "tosta", perché si sa che non si può avere tutto. Raggiungere alcuni comuni della Basilicata è una vera impresa, anche con un suv, non c'è buca o fosso evitabile. Ma alla fine, pur con lo stomaco in gola, si arriva alla meta e si dimentica ogni disagio perché ne vale davvero la pena.
Non abbiamo molto tempo, vedremo solo la Cattedrale... ha concluso mio marito, irritato dalla lunga coda di camion che trasportavano pomodori. Già, non era sufficiente il disagio delle curve, buche e tutto il resto, anche il procedere lento. Comunque si era deciso per Acerenza e così doveva essere, e dopo tutto era il Duomo da vedere, famoso in tutto il mondo per la maestosità e il carico di misteri.
La Cattedrale di Acerenza (PZ), è il simbolo del paese, attorno al quale si sviluppano tutte le case e le stradine.
E' dedicata all’Assunta e a S. Canio, in stile romanico-normanno, così imponente che il paese viene spesso definito “Città Cattedrale”. Infatti ciò che impressiona maggiormente è la proporzionalità inversa tra Duomo e borgo. Il piccolo borgo medievale è arroccato su una collina, conserva ancora il fascino di un tempo, tanto da essere considerato uno dei “borghi più belli d’Italia”. La Cattedrale è datata intorno al 1000 d.C. e sostituisce un’antica chiesa paleocristiana. La facciata in pietra è lineare e maestosa e presenta un portale con due colonnine complete di capitello. Sulla parte superiore la luce filtra all’interno attraverso i vetri dipinti del rosone. La chiesa presenta una pianta a croce latina con tre navate, l’interno è semplice e uniforme, quasi a testimoniare l’umiltà d’animo e il raccoglimento spirituale. E in effetti quando se ne viene fuori, è come abbandonare con violenza quella dimensione e ritrovarsi delusi nel vacuo e inutile.
Tuttavia, oltre alla sua bellezza e alle sue opere preziose, la Cattedrale di Acerenza custodisce molti misteri che rimandano al principe slavo Vlad III, conosciuto come conte Dracula.
Un altro mistero è legato alla figlia del conte Dracula che pare sia stata sepolta nella suggestiva cripta della Cattedrale di Acerenza.
Pare infatti che Maria Balsa, moglie del Conte Ferrillo di Acerenza, fosse, secondo le cronache del tempo, figlia di un despota di una zona tra la Serbia e la Romania.
Sulla facciata, ristrutturata proprio a fine ‘500, è presente uno stemma con un drago, che apparteneva in quel periodo proprio alla casata del principe Vlad III.
Giù nella cripta che porta sul fondo il sarcofago della defunta, domina una luce soffusa cinerina, e il soffitto decorato con affreschi ben conservati pare essere velato di polvere leggera, impalpabile e alla vista riposante. Polvere acheruntina a custodire fascino e mistero.

UN PUGNO DI TERRA


Tutto ciò che distrae dal "problema" costituisce una forma di terapia, se poi riporta alla vita come fosse richiamo o promemoria, dà ulteriore motivazione e rinnova l'entusiasmo.
Nel confrontarmi con realtà diverse, ho notato che cambia qualcosa già nello sguardo e dal tono di voce, quando la conversazione è incentrata sulla campagna, la fecondità della terra e i suoi frutti.
Chi coltiva e raccoglie per mestiere, ma pure Chi possiede un pugno di terra e ne ha fatto un orto, entrambi si svegliano al mattino con la curiosità della scoperta e l'entusiasmo di fare. E questo sempre, anche in presenza di malattia. E' come se la terra cui si presta cura mostrasse gratitudine, ricambiando i benefici. Grande soddisfazione dà coltivare un orto, perché i frutti sono veloci e quasi certi.
Ehhh, con l'orto si finisce col "buttare via" un sacco di roba...
Diceva stamattina un esperto in materia, arrivato in stanza pallido come un lenzuolo e in breve tempo tornato in forze e colore, parlando di peperoni e melanzane...
Hai un fazzoletto di terra, ti sembra poco e il lavoro inutile, e poi ti ritrovi sommerso da zucchine, tanto che le regali a destra e sinistra...
Beh, regalarle è già cosa buona, di certo è meglio che gettarle via. Non si ricambierebbe il favore di toccare sempre con mano la vita.
L'ortoterapia, pratica positiva ben documentata, agisce sulla psiche di Chi affronta la malattia. E' una vera e propria scienza che si sta diffondendo rapidamente perché facilita il movimento e se si fa in gruppo, pure la socializzazione.
L'orto dunque può essere a giusta ragione considerato una terapia. In un fazzoletto di terra i pazienti vedono nascere fiori e frutti e si convincono che la vita continua, e se ci mettono impegno, è anche loro merito. Diventa sostegno reciproco.
Possiamo dire allora cosa aspettarci se torniamo alla terra quando siamo malati o se lo è un nostro familiare. Tante piccole e grandi cose. Uscire di casa, dimenticare almeno per un attimo la malattia, acquisire l’abitudine al movimento, imparare a rilassarci e a passeggiare nel verde, ridurre l’impiego di antidolorifici e sonniferi, imparare tecniche di orticoltura e tecniche di giardinaggio. Imparare a convivere con il problema.

mercoledì 29 agosto 2018

PERCHE' NON POSSIAMO FERMARCI


Non possiamo, non dobbiamo fermarci. Basta un attimo di distrazione, un periodo di profonda costernazione verso se stessi, piangendosi addosso come vittime sacrificali di un crudele destino, ed è fatta. La vince chi ci voleva annientare sin dall'inizio.
E' una lotta continua, un braccio di ferro a chi la dura di più, e la stanchezza di un secondo può compromettere l'esito perseguito sin dall'inizio.
E sin dall'inizio invece bisogna muoversi con la convinzione di farcela, ché è già un mezzo successo.
La positività è terapia di supporto per il sistema immunitario che per deficit offrì la breccia alla malattia e le permise di infiltrarsi silente e subdola.
E' proprio di stamattina la notizia dell'arrivo in Europa della cura per i tumori chiamata "Car T", che prevede il prelievo dei linfociti T, cellule killer, dal paziente e il loro "addestramento" potenziato al riconoscimento di quelle tumorali. Una terapia biologica che non debilita ma rende più forti e resistenti ad ulteriori recidive.
Quando si parla di ricerca scientifica, di qualche traguardo raggiunto, da una parte pare la conquista del secolo, dall'altra si resta scettici perché i risultati concreti non sono immediati né si prevedono a breve scadenza. E' tutto nella norma, scoperta e reazioni, ma è necessario guardare avanti e nel presente farsi forti del "punto di partenza". E la positività di pensiero, atteggiamento, ne è uno validissimo.
Contrarietà, difficoltà, perdite dolorose lungo un percorso e anche dopo, sono inevitabili, bisognerà allora aggirare l'ostacolo facendo leva sulle proprie "risorse emotive", i linfociti T dell'animo, e continuare.
Essere fragile e vulnerabile è peculiarità dell'uomo, ma rialzarsi dopo ogni caduta è pure Sua grande capacità.

martedì 28 agosto 2018

GLI ALTI E BASSI DI UN BUON INTENTO


Mi sto chiedendo, anzi continuo a chiederlo a Lui in cui credo, sommessamente e senza alcuna pretesa, se riuscirò ad arrivare alla fine dei miei giorni, senza tentennamenti o quella voglia di scappare all'improvviso per nascondermi. Quando una notizia inaspettata è come un colpo al Cuore, con un ritorno al passato alla moviola. So che non è per Tutti uguale, a volte destini diversi procedono idealmente paralleli ma distanti, addirittura ho pudore di ciò che reputo privilegio... fino ad ora otto anni di sopravvivenza... eppure la parte che si spezza, sanguina ma quel filo continua a restare teso per unione.
Non so se sono veramente forte come voglio apparire o la mia è solo una maschera che mi aiuta a crederlo... work in progress comunque... dall'inizio così duro ad oggi. Un po' di forza mi è stata donata e io so bene da Chi, non ce l'avrei fatta altrimenti, non ce l'avrei fatta proprio. Ogni tanto però, soprattutto quando sono sola in casa, i pensieri cominciano a scorrere veloci come fotogrammi di una pellicola in accelerazione, e i ricordi, le perdite subite, e le speranze si susseguono senza pause lasciando alla fine un senso di stanchezza.
Ed è a questo punto che dubito della mia forza.
Poi penso alla vita senza di me che continua, a ciò che potrei perdermi, e concludo che vale ancora la pena alzare il capo, mettermi dritta e continuare per andare avanti.
E mi convinco di essere forte.
Lo penso io, e fa niente che lo pensi pure Chi è con me, per cui tutto diventa normale, troppo, quasi banale e si pretende che la vita torni quella di una volta, "tanto è passato" e "tutto si dimentica", ma non è così perchè ciò che è passato ha lasciato un'orma profonda nel corso delle giornate scandite da un tempo senza ore, minuti , secondi... ugualmente un tempo da assaporare, apprezzare senza limiti come la vita intera.
E se gli altri pretendono troppo da me? Forse dovrò essere più indulgente con me stessa e darmi tregua. Qualche volta soltanto.

domenica 26 agosto 2018

COME NEVE IN UNA PALLA DI VETRO


Sono così certi ricordi. Come neve in una palla di vetro, capovolgi la storia, agiti i pensieri e vengono giù candidi per buona virtù del tempo che li ha ripuliti del grigiore antico. E servono, servono davvero a vivere un altro momento, magari simile ma che non sarà mai lo stesso, semplicemente perché la vita spazia ampia e non è limitata in una palla di vetro dove i fiocchi sono sempre quelli.
L'immagine però mi è sembrata bella, giusta pure per ridimensionare una storia che si ripete per un'Amica che stavolta comunque l'affronta con maggiore consapevolezza.
Sono trascorsi quattro anni da allora, e come può capitare, per la serie "a volte ritorna", è superfluo dire chi, si è ripresentato quasi all'improvviso.
Ovvio lo sgomento... immediata la voglia di scappare via e nascondersi... abbattimento e delusione. Sensazione di essere abbandonata da Tutti, persino da Dio in cui comunque continua a credere. Poi... piano piano, si comincia a "smontare" un referto, la trama si allarga e tra le maglie non più fitte si intravedono le soluzioni. Torna un po' di calma, si riacquista la lucidità. Si razionalizza e semplifica come una "frazione ridotta ai minimi termini".
C'era bisogno a questo punto di far riemergere i ricordi del "tempo incosciente", quando rideva per inerzia pur di non piangere, e anche così facendo aveva vinto una delle battaglie più dure. Perché a volte può essere proficuo capire poco o niente, serve a caricarsi per l'imprevedibile, a maturare la consapevolezza per la vittoria vera, quella su se stessi, le proprie paure e su una vita che non pare più tale.
E' noto quanto io ami stringere delle relazioni con le persone che incontro, non è possibile con tutte per vari motivi, ma di "quella che è" mi prendo pieno carico per poi continuare insieme.
Così ho riportato alla luce di quell'Amica la cronaca emotiva degli "antichi giorni", Lei ha letto e ricordato ciò che aveva rimosso per la foga degli eventi. Si è rivista, e oggi ha concluso con un messaggio...
"Grazie per questi scritti, sei stata un'amica attenta e importante nel mio percorso di allora come di oggi. Grazie di vero cuore".
E i fiocchi di neve sono tornati a posarsi sul fondo.

SI PARTE DI VOLONTA' MA...


Beh, quella serve... la volontà, anche se, come è capitato a me, si comincia quasi per caso. Figurarsi, io non mi sarei sentita affatto all'altezza, però una volta tirata in ballo, ho ballato e non mi stanco. Perché mi sono appassionata non al dolore ma al viverlo con le persone, cercando di ridimensionarne la prospettiva. Insomma, razionalizzando dolore, dimensione e prospettiva, posso dire che mi sono appassionata alla gente che mostra il volto più vero, quello del momento che vive, imprevedibile, cui adeguarsi e che impone a Chi è di fronte adeguato atteggiamento, che è qualcosa in più di comportamento. E' empatia, è dimenticare per il tempo che dura se stessi, la propria situazione, la posizione in altro luogo. Sei là, in quel posto come fosse da sempre e per sempre, ma con la giusta distanza per tornare al Tuo essere di sempre.
Complicato da comprendere? Forse Chi non sa di che cosa si tratta potrà sentirsi un attimo confuso, probabilmente se si cimentasse lui stesso per sola buona volontà rischierebbe di cadere nella banalizzazione più assoluta, niente di più irritante e nello stesso tempo doloroso per Chi si trova immobilizzato o quasi, sia pure temporaneamente, in un letto a "farsi di tossicità" a fin di bene.
Domande fuori luogo, parole incoraggianti che lo sono altrettanto, consigli gratuiti scontati e inutili perché non si conoscono le situazioni, bene... tutto questo compiuto anche se col Cuore e tanta buona volontà devono andare al macero. Basta l'Ascolto... e non è un caso la maiuscola, è sufficiente la Presenza... e qui ci vuole proprio la maiuscola, e quando non si sa che dire, è certo che si sbaglierebbe a parlare, quindi meglio tacere. Per non essere giudicati e compatiti come incompetenti e banali.
Non siamo pagati, non ce lo ordina il medico, a ripetuti cenni di insofferenza meglio tornare e restare "volontariamente" a casa.

sabato 25 agosto 2018

TUTTA LA VITA ED OLTRE


Da una citazione di Madre Teresa di Calcutta...
"Una donna è il cemento che tiene unita la famiglia e il suo amore durerà tutta la vita".
Quando mi capitano frasi così, mi emoziono fortemente. Sarà ché sento l'argomento, ma pure perché è cosa facile da verificare, sotto gli occhi ogni giorno.
Io stessa ci penso assai spesso, e mi chiedo... se non ci fossi più? Sarebbe la mia famiglia sempre uguale... o no?
Premesso che è consolidata ma non il classico quadretto idilliaco, al centro come elemento moderatore, di equilibrio, che media e tira di qua e di là, resto unica e sola. A volte, stanca desidererei una pausa, alcuna sostituzione in campo ma che ognuno procedesse senza intoppi, interagendo con fiducia reciproca e amore senza "se". Forse dovrei provare, e come non ci fossi più, stare a guardare, ascoltare dalla "stanza accanto", pronta però a rientrare al primo sfasamento. O magari questo non ci sarebbe proprio. Perché quando si è operato con convinzione e tanto Amore, alla fine tutto va avanti per forza di inerzia. Se dai la spinta giusta all'inizio, in seguito poco ci sarà da agire. Davvero lo spero con tutto il Cuore.
Ma esulando dall'esperienza familiare... manca poco e sarà un anno che un'Amica cara non c'è più. Da quel giorno i contatti con la Sua famiglia sono continuati, c'ho tenuto personalmente perché era Persona speciale, dall'affetto delicato e sincero. Non avrei mai voluto porre fine ad una relazione che aveva arricchito entrambe. Due Donne... Due Mogli... Due Madri e tanta affinità. E così è stato e ancora continua. Per me costituì un grande esempio di coesione familiare ed oltre, addirittura qualche giorno prima di volare via, non potendo rispondere più ai miei messaggi, delegò la figlia, invitandola a continuare al Suo posto. La cosa mi colpì molto, l'interpretai come un passaggio di testimone, un'eredità d'amore. Una ricchezza da investire senza scadenza.

venerdì 24 agosto 2018

EMOZIONE CRONICA


Il tempo davvero trascorre in fretta, lo dicono le giornate sempre più corte, la partenza dei figli che non sono più in casa ed hanno terminato le vacanze. Tutto questo mette un po' di malinconia, si entra in quello stato d'animo di latente disagio per cui non si sta del tutto bene con se stessi e non si sa perché. Oppure alla fine si comprende ma non potendo farci niente, lo si accetta sperando che passi insieme con il trascorrere del tempo. Si dovrebbe fare l'abitudine, insomma... però il problema è che l'abitudine non si fa mai. C'è l'assuefazione alla mancanza, ma non appena la situazione pare come fu una volta, ci si ritrova a quell'epoca, e dopo sarà dura tornare alla condizione attuale.
Oggi mia figlia è partita, la rivedrò a Natale, e stavolta il distacco mi è pesato di più. Il Nostro rapporto è... diciamo così... piuttosto vivace, so che mi vuol bene e anche tanto ma il Suo carattere le pone dei paletti e di conseguenza li pone anche a me. Siamo molto simili, più di quanto entrambe vogliamo ammettere, e quindi sembriamo distanti perdendo reciprocamente il meglio di Noi stesse.
Tant'è... la situazione è questa, per cui quando arriva mi destabilizza, altrettanto quando va via.
Paradossalmente vorrei quasi non tornasse per non affrontare il momento della partenza, che è come fosse la prima volta, quando il solo pensiero di vederla tre volte all'anno mi faceva versare fiumi di lacrime. Poi col tempo imparai a controllarmi, anche perché non era proprio il caso, ma il senso di essere "orfana" di mia figlia, quello è rimasto ogni volta che viene e poi se ne va. Ora poi che c'è una cagnolina che le fa compagnia, vederle insieme partire mi fa pure tenerezza e nostalgia insieme.
Va be', insomma... se così deve andare, sia così.
Chi parte e Chi torna. Chi resta con la propria realtà e se l'accomoda. Necessariamente dovrà farlo, e lo farò anch'io. Domani volto pagina, per scriverne... spero... molte altre nuove.

mercoledì 22 agosto 2018

LA SPERANZA LAVORA DI MANO




Dall'animo passa per la mente, si fa forte ed opera come meglio sa fare, in ogni modo o maniera.
Perché non si può gettare la spugna senza aver almeno tentato, c'è bisogno di concedersi speranze, ed anche se dall'esterno si fa tutto e di più, è solo in Te stesso che devi cercare, scavare e far emergere qualcosa, un pensiero costante che ogni sera, prima di chiudere gli occhi, accompagni per la notte fino al giorno che sarà.
Il mio, credo ormai sia chiaro. Per ognuno sarà diverso e diventerà motivazione per mettere insieme altri giorni nel "filo" dell'esistenza, proprio come perle in una collana.
- Ma io non so... non c'ho più testa... una volta mi piaceva, ora non mi va di fare niente.
- Già, passa dal letto alla sedia, con le mani in grembo a guardarsi le ginocchia.
Non giudico, perché non lo faccio mai in alcuna occasione e meno che mai in questa, la sofferenza è di Chi la vive e non c'è scala di misurazione, però provo a pensarci immedesimandomi, e quasi subito esco da quei panni, la tristezza è davvero tanta. Ma non è meno doloroso aspettare qualsiasi esito, dando a se stessi da fare? Fare concreto. Qualcosa da toccare con mano, tangibile coi pensieri, da ammirare, regalarsi o donare.
Una volta suggerii ad un'Amica particolarmente sfiduciata ma a Suo dire un tempo brava nei lavori ad uncinetto, di confezionare una coperta...
- Una coperta?! E se non faccio in tempo a finirla?
- Tu questo non lo sai, e comunque comincia. Al limite ne verrà fuori uno scaldaginocchia per Chi vuoi bene. Anzi usa la tecnica del patchwork, tanti quadrati colorati da unire insieme, uno dopo l'altro saranno lo stimolo giusto per continuare. E così, sono certa sarà la coperta della Tua vittoria.
Mi diede ascolto e l'opera vide la conclusione. Per Lei doveva andare così, è ovvio ma allora non lo sapeva ed imbarcarsi in quell'impresa le aveva alleggerito il percorso.
Stamani una paziente mi ha raccontato di un golfino bianco e rosa confezionato da una bisnonna molto malata ma tanto speranzosa. Lo aveva cominciato per una pronipotina neanche concepita, si era data il tempo perché lo fosse, crescesse nel ventre materno e poi vedesse la luce. Andò come previsto e quella nonnina prima di volare in cielo riuscì a vedere il golfino indossato da una nuova vita.

martedì 21 agosto 2018

PENSIERI ESAGERATI


Il dubbio, è inutile negarlo, arriva quando si vuole ignorare che io non sono "guarita" da un raffreddore. Il perché delle virgolette a quel termine lo spiego, in quanto se lo avessi pronunciato il senso sarebbe stato chiaro. E' sottile ironia, minima incredulità, cautela, ché a sbilanciarsi in questo ambito si rischia grosso, smentita e delusione relativa e tanto ma tanto dolore addosso. Questa si chiama Consapevolezza e da tale "virtù" mai arriverannoansia e timori perché ci stai già dentro, ne esci, ne entri... ti muovi.
Sono otto anni...?! Ha esclamato stasera una persona incontrata per caso dopo tanto tempo e nella sera sbagliata, quando tutto avrei voluto tranne una conversazione buttata lì su banalità tanto per dire.
Sono otto anni... si. Ho replicato io...
Ah beh, allora sei fuori!
Ma fuori da cosa? E avrei voluto anche a Lei dire...
Non ricordi? Io non ho avuto un raffreddore. Anzi rimanesti muta quando te lo comunicai mentre al solito ti lamentavi, quel giorno persino delle feste natalizie.
IO NON HO AVUTO IL RAFFREDDORE... lo griderei forte, non per attirare l'attenzione né tanto meno a suscitare compassione. Semplicemente per ottenere comprensione, e non dover periodicamente "sbroccare" e in conseguenza di ciò finalmente notare qualche debole segno di rinsavimento.
So di non poter pretendere, dovrò ancora accomodare e a tratti farmene pure una ragione... cosa già sperimentata... però almeno un minimo rispetto per quei pensieri forse esagerati, incomprensibili a molti che non sanno di che cosa può essere capace una Mente forzatamente in equilibrio tra Passato e Futuro sul filo di un Presente... esagerato.

L'AFFETTO... DICO... LO SAI COM'E'?


Stasera parlerò di affetti, cercando tra le parole e nei gesti l'armonia di un sentimento. Amore o affetto, che differenza c'è? Intesi in senso universale, nessuna perché imprescindibili l'uno dall'altro.
E Madre Teresa scrive...
"Spargi amore dappertutto:
Prima di tutto nella tua casa.
Dona amore ai tuoi figli,
a tua moglie o a tuo marito,
al vicino di casa..."
Quindi il sentimento d'affetto è atteggiamento costante dell'animo, non è necessariamente accompagnato da passione che conosce alti e bassi, si trasforma ed evolve, rende migliori.
In quanto atteggiamento dovrà produrre risposte emotive, sentimentali, comportamentali, dovrà mostrarsi sincero e dimostrare intensità. Indispensabili perciò parole e gesti.
Credo poco all'espressione... sono fatto così e ti voglio bene a modo mio. Oppure... contano i fatti.
E quali sarebbero, eliminati i gesti anche piccoli, le parole affettuose, le opportune carezze?
E poi gli abbracci che allentano ogni tensione e addolciscono l'amarezza più intensa.
Sono talmente forti e stretti che non possono non essere sentiti, compiono una sorta di "piccolo miracolo", fanno star bene, come sostengono psicologi e coach.
Dal canto mio ricambio gli abbracci con sincerità, in un mutuo scambio che è supporto e dimostrazione d'affetto. E come sempre non ho reticenza di alcun tipo, perché "graziosamente spudorata". Senza forzate limitazioni perché grata.
Non conservo più quel pudore dei sentimenti puri, che impediva al mio Cuore di esprimersi liberamente, e faceva abortire le manifestazioni più belle. Il sorriso per gentilezza, l'abbraccio d'affetto, la carezza di comprensione.
Mi rendo conto di aver perso i 3/4 della mia vita, e per quest'ultimo che resta? Ce la metto ancora tutta per recuperare. E per ogni passo avanti, per amor di confronto, ne faccio un paio a ritroso nel tempo, alle "origini" della gratificante nuova scoperta di me stessa, e nello stesso tempo mi avvolgo nel tepore delle dimostrazioni d'affetto.
Spudorata ma con grazia, sono facile agli abbracci e ai baci "rumorosi" che si sentono, agli slanci di gioia che mostrano i "sentimenti". E tutto alla fine sortisce l'effetto pari a quello di una terapia per il benessere.
Perché il contatto tra due corpi nell'abbraccio rafforza l'organismo di entrambi, generando la produzione di emoglobina che porta l'ossigeno ai tessuti.
L'abbraccio favorisce la produzione di ossitocina , l'ormone della felicità che allontana stress e favorisce la memoria. Insomma bisognerebbe non farsi mai mancare questa sorta di "elisir".
Se fosse per prescrizione medica, quanti abbracci servirebbero al giorno?
Secondo la psicoterapeuta Virginia Satir, queste sarebbero le dosi consigliate. Per sopravvivere ci servono 4 abbracci al giorno. Ci servono 8 abbracci al giorno per mantenerci in salute. Per crescere ci servono 12 abbracci al giorno.
Gli scienziati hanno provato che favorisce l'autostima di chi lo riceve e allontana il rischio di deprimersi.
A Londra hanno persino aperto una scuola di abbracci . Lì vengono tenute lezioni di una giornata in cui si impara ad abbracciare nel migliore modo possibile, a scegliere l'abbraccio adatto a ogni persona.
In conclusione l'abbraccio potrebbe definirsi un "fondamentale" nell'apprendimento del relazionarsi, perché annulla le distanze, completa e migliora il metabolismo.
Si è del tutto se stessi e l'Altro lo avverte.
Io però non escluderei neanche i "complementari". La carezza grata e gratificante, lo sguardo sorridente di ammirazione o lucido di gioia. Il bacio sulla fronte per saluto, un arrivederci senza tempo o una buona notte prima di un altro giorno insieme.

domenica 19 agosto 2018

METTI UN SABATO ALL'IMPROVVISO...


Certo, perché le cose non si fanno presentare, accadono e in apparenza pure all'improvviso se non fosse che un senso di inquietudine e disagio già prende prima. Allora ti prepari all'evenienza e aspetti, mentre cerchi di non pensarci. Aspetti e speri non sia, soprattutto non sia di sabato, ché negli altri giorni della settimana si è più portati a guardare in faccia la realtà, ad accettarla ed elaborarla.
E invece succede di sabato, e tutto pare crollare senza rimedio, tanto stride ciò che è in animo con quello che è all'esterno.
Oggi ad esempio, per me è stato così, due o tre messaggi siffatti ed ho avuto la sensazione di tornare indietro a quel sabato in cui la mia vita fu stravolta, e nell'immediato cercai di tenerla in equilibrio.
E' chiaro che da sola non ci sarei mai riuscita, troppo dolore dentro, rabbia?... no, piuttosto stizza e senso di stanchezza anticipata al solo pensare, immaginare quanta nuova strada e quali incognite da affrontare.
Mai di sabato si dovrebbe tutto questo, perché precede la domenica che è santa, e come una Pasqua che si rinnova ogni sette giorni, gioiosa. E invece di gioia resta ben poco, giusto quel tanto per non rovinare la giornata a Chi si vuole bene, e intanto rode dentro ciò che si vive increduli come profonda ingiustizia. Poi lucidità e attaccamento alla vita riportano in riga, e si comincia a "frazionare" l'ansia e ridurla ai minimi termini, ragionare e tornare resilienti.
Domani sarà domenica, qualcosa vorrà pure significare, e del resto un altro giorno come quelli che seguiranno in cui converrà seguire la corrente cavalcando l'onda, e continuare a credere in se stessi... sempre.

sabato 18 agosto 2018

UN PENSIERO ESTEMPORANEO


Perché poi a me vengono così all'improvviso, mentre sfaccendo, faccio la spesa, o sono per le scale. Pensieri estemporanei che annoto a mente se è impossibile nell'immediato, e che non scordo pur seguiti da incombenze di ordinaria amministrazione. E' ché sono espressioni di Cuore più che di mente, e segnano prima di essere segnati.
Così appunto, stamattina ero per le scale che conducono a quel secondo piano, quando pensando ad alcuni cui sono particolarmente affezionata, un pensiero si è formulato in pratica da solo.
L'Amore che guarisce motiva e gratifica. L'Amore che guarisce pensa e fa sentire pensati.
Semplice, verificabile, persino logico.
Sono arrivata al piano, ed ero così entusiasta di questa mia "creatura", che l'ho riferita alla persona più giusta, ad una signora che del colore ha fatto la Sua strategia. Era lì, seduta in attesa...
Ma come fai...? Pensieri tutti diversi, e azzeccati pure. Il tuo è un dono.
I miei pensieri nascono dal mio vissuto e dall'osservazione di ciò che mi circonda, ma anche dalla passione che ho per la gente. Nessuno passa inosservato però non secondo giudizio, ma perché sia colto il miglior insegnamento che tutti, nessuno escluso, sono in grado di dare per propria e speciale unicità. Per quel che mi riguarda non sono mai stanca di imparare, e mi pongo in ascolto per capire prima Chi ho di fronte e quindi un po' di più me stessa.
Eh, non è da Tutti però.
Non lo so, per me non è fatica, è spontaneo modo di relazionarmi.
Bello. Come bello è quest'ultimo pensiero.
Già. Riflettiamo, davvero l'Amore ha un potere incredibile. Guarisce Chi dona e Chi riceve, a volte solo avendo la persona tra i pensieri più cari, infatti il sentirsi pensati è affetto e protezione ed anche cura. E la consapevolezza della bontà di tale cura dà motivazione e gratifica. Come carezza che va da un punto all'altro, e poi ritorna.

LASCIARSI CONTAGIARE POSITIVAMENTE


Il dorso della mano sugli occhi e un "ciao" stentato come risposta. E poi un pianto sommesso...
Che cosa succede... oggi non va?
Il marito seduto in un angolo alza le spalle, mentre Lei cerca di spiegare tra le lacrime che cosa non va...
E' come vivere il Tuo incubo. Venire in questo posto, dover tollerare suoni ed odori che ti riportano alla dura realtà, incontrare persone quasi sempre le stesse e non tutte premurose nel raccontarsi per farti coraggio.
Interrompo bruscamente il corso di pensieri e parole a senso unico...
Niente di veramente serio, devi solo scegliere le persone con cui conversare nell'attesa.
E come posso fare, e poi mi dispiace. C'è una persona che ogni volta mi rcconta con dovizia di emozioni ciò che ha vissuto in passato, le conseguenze nel presente e i timori per il futuro. Riconosco che forse a Lei questo può fare bene, ma ascoltarla mi prende lo stomaco.
E Tu evitala per non farti contagiare negativamente. In un momento di massima fragilità bisogna potenziare le proprie risorse e cercare invece il contagio positivo.
Poi sono rimasta in silenzio, mentre alternava parole e pianto. Era il momento dell'ascolto che spesso veicola le energie migliori per una ricarica efficace.
Non so se nell'intento sono riuscita o meno, comunque la tensione si è smorzata e lo scoramento non ha sortito altre impennate.
Continuo a ripeterlo, ciò che ricevo ogni giorno per quella scelta che non fu totalmente mia, è dono sempre, ricchezza anche dal pianto, particolare gioia. Soprattutto gioia quando vedo qualcuno riprendere anche un minimo di fiducia tramite il mio contagio positivo. Beh, devo ammettere che se mi ci metto so essere davvero "virale", ma va bene così, il fine giustifica i mezzi, qualcuno diceva non certo per nobili scopi, posso invece ben dirlo io vista la "causa".
Quando qualcuno riprende fiducia, io mi sento felice e così "oso" un po' di più e cerco di coinvolgere attivamente. Tenere la mente occupata è altamente terapeutico, e poi pensare e fare qualcosa di utile per se stessi e gli Altri gratifica molto, porta l'autostima alle stelle, convince che tutto si può, si comincia e poi si continua per andare più spediti.

giovedì 16 agosto 2018

NOI SIAMO STORIE


Da un commento in particolare ad una considerazione generale, pensando quanto sia vera tale affermazione. Noi siamo storie, tenere e avvincenti, lineari e ancor più spesso complicate, ma tutte uniche, originali.
Riflettevo sull'accaduto di Genova, non riuscivo a staccare gli occhi dall'immagine di quel camion fermo a pochi metri dal baratro. Il conducente aveva visto volare e precipitare le auto che l'avevano sorpassato qualche attimo prima, la Sua storia intrecciata con quelle di Altri solo per qualche minuto, poi destinata per altre pagine scritte, partendo proprio da quei pochi metri. Tutta un'altra storia.
Oggi, un giorno di festa sui generis, un ferragosto fuori stagione e qualsiasi comprensione, alcuna voglia di mostrarsi allegri vacanzieri. Pensavo anche a questo, e in fondo per ritrovare il senso di tutto quanto si trattava di ritornare all'essenza della giornata, la festa dell'Assunta che per i credenti ha grande significato, come tutte quelle mariane. Affidarsi alla protezione della Madre Celeste. E a quel punto ho ricordato mia madre, che dell'Assunta portava il nome, e le ho dedicato un pensiero e tre foto. La Sua storia in poche immagini. Giovane mamma, brillante attrice in vernacolo, dolce nonna e "paziente" modello che fece della sofferenza un'opportunità per sé e Chi amava. La Sua vita fu maestra delle Nostre. Devo a quell'esempio tutto il mio coraggio nella malattia, ed anche ciò che sono oggi è sulla falsa riga della generosità e dell'altruismo di mia madre.
Una gran bella storia d'amore la Sua, amore in senso lato. La ricordano ancora le persone che ebbero la fortuna di conoscerla.
Per il resto del giorno Lei ha continuato ad essere nei miei pensieri, poi nel tardo pomeriggio una farfalla che aveva sostato dal mattino sotto il soffitto della cucina, è scesa lungo il vetro sotto la tendina. Sbatteva le ali con forza, pareva volesse farsi notare. Ha volato in circolo tre volte sempre sul vetro, poi si è fatta accogliere dalle mie mani giunte. Fuori dal balcone ha quindi spiccato il volo.
Fine di un capitolo della stessa storia.

mercoledì 15 agosto 2018

VIGILIA DI FERRAGOSTO CON QUALCHE NOTA DI RIFLESSIONE IN PIU'


Manco un'ora fa una scossa di terremoto di media intensità, stamattina una grandinata improvvisa.
Solo un minuto prima della scossa la sensazione di stabilità eterea, e la seconda quasi a ciel sereno.
Tutto può cambiare, e nella tranquillità data per scontata ne siamo consapevoli. 
Precarietà, una delle note caratterizzanti dell'esistenza.
Così sono rimasta davanti ad una vetrata, ferma praticamente bloccata, a guardare i grossi chicchi di ghiaccio venir giù, rumorosi... e basterebbe questo a far pensare che in un attimo e per cause indipendenti dalla volontà, si diventa impotenti, vittime di un cambiamento che può insegnare, fortificare ma intanto va vissuto e superato.
Dopo venti minuti, sfido la pioggia normale, mio marito mi raggiunge e posso tornare a casa. E' incredibile come si apprezzi dopo, il certo riparo, un punto fermo e preciso.
Che strana vigilia di Ferragosto, se fosse una pagina d'agenda, sarebbe fitta di promemoria.
Ricorda che... un ponte può crollare, venire giù come fosse parte di un plastico, un gioco per bambini, un castello di carte. Senza curarsi di tante vite sacrificate.
Non ti scordare che... ogni tanto la terra può tremare, con il senso del vuoto dentro e non solo sotto i piedi. Poi tutto torna stabile, però il pensiero, il timore restano soprattutto quando c'è la notte, la non coscienza da affrontare.
Tornerà ancora l'alba e tante ne seguiranno, ci saranno interi giorni per continuare perché il sole torna sempre, non può mancare. Converrà però ogni volta farne il pieno di luce, per i momenti in cui il tempo potrà cambiare.

martedì 14 agosto 2018

LA FORZA DELLA DONNA SAI QUAL E'?


Stasera mi sono persa un evento a tema. La Donna, la Sua forza, quella che la rende praticamente invincibile pur nell'apparente fragilità fisica ed emotiva, che le permette di rialzarsi da ogni caduta, tempo... battito d'ali di una farfalla. E come una farfalla, prima bruco nascosto in un bozzolo, riesce a stupire e non le serve necessariamente la bellezza.
Un amico, presente all'evento, mi ha mandato la foto di una slide con il testo che accompagnava l'immagine...
"... la forza della donna che si rialza, aggiusta, placa, nutre, cura, ama, rinasce..."
Tante cose insieme, tutte insieme che solo una Donna può perché le sa fare, è "programmata" poiché dotata per questo. Un uomo ha mille qualità ma le dimostra una per volta, giusto per non confondersi mentre cerca di confondere la donna che ha scelto. Si sente forte fisicamente, e teme di sembrare debole se mostra commozione o tenerezza. Frutto di ataviche convinzioni ma pure di intrinseca natura. Una donna invece ha superato i secoli e se stessa, e senza vergogna o pudore è forte anche se piange, è severa pure se accarezza. Ama con tutta se stessa e non ha bisogno di carnalità per farlo, perché si unisce prima con il Cuore e l'intelletto, e questi non subiranno mai gli effetti deleteri del tempo trascorso.
Siamo così, Noi Donne, "multitasking" nel quotidiano e negli affetti, capaci di sentimenti in contemporanea senza fare confusione, perché impariamo in fretta quanto sia importante amare prima se stesse. E dopo il dolore sappiamo rinascere, ancora più forti, volitive e convinte che la vita è un atto unico a più scene.
"Più dei tramonti, più del volo di un uccello,
la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.
Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.
Che uno dice: è finita.
No, non è mai finita per una donna.
Una donna si rialza sempre,
anche quando non ci crede, anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi,
di quelle ferite da mina anti-uomo che ti fa la morte o la malattia.
Parlo di te, che questo periodo non finisce più,
che ti stai giocando l’esistenza in un lavoro difficile,
che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.
...
E’ un’avventura, ricostruire se stesse.
La più grande.
Non importa da dove cominci,
se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.
Vi ho sempre adorato, donne in rinascita,
per questo meraviglioso modo di gridare al mondo
“sono nuova” con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo.
Più delle albe, più del sole,
una donna in rinascita è la più grande meraviglia.
Per chi la incontra e per se stessa.
È la primavera a novembre.
Quando meno te l’aspetti…"
(Testo originale Diego Cugia, alias Jack Folla)

PENSIERI SPARSI DI UNO SCORCIO D'ESTATE


E meno male che ormai ci siamo, tre giorni a ferragosto e poi declinerà l'estate. E' da sempre così, lo diceva mia nonna... basta che passa ferragosto, poi "si rompe" il tempo... ovvero cominciano le prime piogge e addio vacanze accompagnate dalla malinconia del rientro. Poi magari proprio così non sarà, ma il concetto resta quello e le giornate più corte lo evidenziano.
E intanto si suda. Pare che la stagione, accorgendosi del ritardo, sia arrivata di corsa concentrando l'opera in due settimane, e non è ancora finita.
Per quanto io soffra a pelle il disagio dell'umidità, non ho nulla contro l'estate, ne amo i colori e i profumi, il silenzio di un condominio in vacanza, la comodità di un semplice abito colorato. Però restando da sola in casa spesso, mi aggroviglio nei pensieri, che poi si intrecciano coi ricordi e se freno non ci metto, osano andar fuori, oltre la soglia del presente. Ma... possibile, proprio io consento tanta licenza? Sarà perché mi lascio coinvolgere? Già, perché ho imparato a restare lucida e distaccata fuori casa, ma tra le pareti domestiche lo sono molto meno, ed è una grande fatica sempre. Continue prove da sforzo.
E mentre ci sto pensando, gli occhi vanno alla ciotola di Beauty, quella dell'acqua. Moscerini e zanzare stanotte hanno fatto follie, chiudendo con il bagno in piscina. Svuoto il tutto, riempio il recipiente di acqua fresca del frigo, così come piace alla mia cagnolina, perché tra le tante cose ho da tenere a mente anche i suoi gusti e le preferenze ogni tanto mutevoli, ma questo è l'ultimo dei problemi, perché lei almeno è sempre tenera e affettuosa, capace di inconsapevole amore incondizionato, come può solo un animale affezionato.
Riprendo il mio lavoro di fine settimana, sono stanca ma penso che dopo tutto devo considerarmi fortunata se posso ancora stancarmi con pensieri, faccende ed omissioni, perché anche queste stremano quando te le rimproverano.
E se ripenso ad una frase carpita non so su quale canale durante lo zapping di mio marito, unico detentore del telecomando, aumenta la fiducia nel futuro...
La vita offre sempre un'altra opportunità, soprattutto a chi ha dato molto.
Stando così le cose, sai quanto mi aspetta.

domenica 12 agosto 2018

TANTI MODI PER UN SOLO SCOPO


Relazionarsi. Si potrebbe vivere senza relazioni? Assolutamente no. Infatti non facciamo altro da mattina a sera, in famiglia e fuori, per amore e necessità. Ma tempi e modalità sono sempre giusti? Verrebbe da rispondere con un "ni", perché i tempi vanno da sé, le modalità dipendono dai soggetti, che da unici e speciali, nel bene e nel male di errori ne fanno tanti. Conseguenza... le relazioni funzionano a fasi alterne se non finiscono su un binario morto, fino ad esaurimento scorte.
E' che si diventa esigenti e pretenziosi, arroganti per presunti diritti e si confonde il naturale scambio con la traduzione letterale di un "do ut des"... do perché tu dia... obbligo, dovere, alla fine cosa scontata che scontata non sarà mai, perché nessuno è superiore all'altro, né merita più attenzione, conforto, aiuto e... che dire, le pretese non finiscono mai.
Ma quando si capirà che se vuoi una mano tesa dovrai tenderla, se desideri che qualcuno ti ascolti, dovrai chiedere, parlare Tu per primo? E in modo straordinario, spesso inconsapevolmente sarai toccato, lambendolo, dall'Amore incondizionato.
Mi si chiede molte volte... ma come le pensi tutte queste cose, sono vere perché mi ci ritrovo, ma difficili.
Probabilmente non mi fermo ma do ascolto ad una sorta di intuizione, e certe intuizioni, prima o poi le hanno tutti, bisognerebbe semplicemente considerarle.
Succede come tra veglia e sonno un pensiero. Ad occhi chiusi ripeti, non devo scordarlo. Poi presa da altro, sfugge ma resta latente la percezione di aver compreso qualcosa in più. Merito del continuo esercizio a non fermarsi in superficie, riflettere, cogliere anche un solo raggio di luce e non trattenerlo per la gioia di condividere.
A Chi mi apprezza e a Chi non mi considera neppure, a Chi mi vuole bene davvero e a Chi lo crede...
A Chi mi incontra qualche volta, anche una volta sola e poi mi dice grazie per sempre.
Per me va bene lo stesso, perché ci sarà confronto e scambio.
Di pura energia che altro non è se non Amore Incondizionato.

sabato 11 agosto 2018

DAL CIELO CHE E' IN TE... (dedicato a... Gino, Tonia, Giusy. E a tutte le persone "amiche" incontrate oggi)


Avrei scritto stasera di stelle cadenti e desideri celati nell'animo, ma lo feci già e non amo ripetermi. Allora sarei andata a pensieri leggeri, un post per Tutti... tanto per capirci... a contrastare la calura e l'afa, perchè molti sono in vacanza e poi è quasi ferragosto. Alla fine però mi è capitata sotto gli occhi, come un dono gratuito e inconsapevole da parte di una persona molto ma molto vicina... beh, tanto vale che lo dica, si tratta di mio fratello che sapevo sensibile però non fino a tal punto, mi è capitata questa... che non saprei definire se poesia o altro. Un po' preghiera, ode o invocazione. Richiesta d'aiuto perché implora, ricerca di sé nell'Altro perché in questo si completa. Leggendo mi sono commossa, qualche lacrima è scesa, rigando di nero la guancia...
Ti si è sciolto il trucco... è per il caldo? Uhmm... non credo. Ha notato Chi vive con me e mi conosce bene, ma come spiegargli che era per dei versi, espressioni o frasi semplici quasi infantili che riportavano a quella tenerezza provata tempo fa, quando cominciai a voler bene a Tutti proprio tutti, anche a quelli che conoscevo appena. Quando avendo pensato fino ad allora non essere mai all'altezza, mi ritrovai a scalare una montagna prima con gran fatica e poi sempre più spedita. Chiesi aiuto e mi abbandonai affidandomi a Chi allargava le braccia. Caddi più volte e spesso ebbi timore di non farcela ma sostai negli occhi di Chi pareva più forte di me, e lì trovai il coraggio, la determinazione. E l'umiltà, soprattutto questa, mi fu sempre compagna e lo è ancora.
Da leggere e tenere a mente. Ne vale la pena. E' una boccata d'ossigeno nel deserto...
"Vorrei dirti
che io non so correre
come te
io non sono così bravo
a superare le cose,
le supero sempre
ma a volte
ci metto davvero un sacco,
non ho mai tagliato un traguardo
senza il fiatone
spesso ci sbatto contro
e cado
spesso cado più e più volte
sullo stesso punto,
mi faccio male
un male bestia
e non sempre mi è facile rialzarmi,
mi rialzo sempre
ma volte ho bisogno di una mano
di un sorriso,
a me servono ancora
gli incoraggiamenti
perché da solo
non sono sempre così forte
vorrei dirti
che io non sono forte
come te
a me le bufere
i venti
le burrasche e le tempeste
fanno ancora male
e mi lasciano il segno negli occhi
a volte per settimane
a volte più
vorrei dirti
che io non so volare
come te
ma se ti va di passarmi a prendere,
io
un giro nel tuo cielo
ci verrei a farlo volentieri,
oggi ad esempio sono libero".
Gio Evan

PRESENZA


Io in ferie non vado. E' una libera scelta, non vado in ferie perché voglio essere altrove, e non intendo solo luoghi. Quest'anno poi è tale l'impegno che ogni giorno arrivo a sera e non so come. Siamo a metà estate, sta passando pure e me ne rendo conto solo per la gran calura e il sole che si ritira sempre più presto.
Cerco comunque di non trascurare nulla, anzi dove posso là sono, fisicamente o con il Cuore.
Faccio quel che posso, e il momentaneo "non possibile" non è portato da me come scusante, poiché lo reputo un mio limite. Di sicuro c'è la volontà di esserci in qualche modo, ed è Presenza.
Oggi ho conosciuto di persona un'amicizia virtuale, una delle mie solite, in precarietà di salute, ma sana e forte dentro. Dovevo ritirare l'esito della recente mammografia, e poi ho fatto un salto al piano superiore, al day hospital di ematologia.
Che fossimo molto simili l'avevamo entrambe intuito, che la malattia, fastidioso incidente di percorso, potesse trasformarsi in opportunità senza pari, opinione comune, che determinazione caratterizzasse il Nostro agire, è stato palese subito sin dalle prime battute.
Quindi c'è stata la volontà di incontrarci, e da parte mia di esserci, con affetto anche senza averla mai vista prima.
Era sola in quella stanza, mi ha riconosciuta, ne è stata felice. Una parentesi di serenità, un dono gratuito per Lei ma anche per me. Nelle relazioni come per la fisica vale il principio dei vasi comunicanti, c'è scambio e alcuna superiorità, e a livello raggiunto tanta ricchezza.
Le ho portato un libretto che mi apparteneva... "Ad un amico speciale"... c'ho aggiunto una breve dedica, forse all'apparenza scontata... "Da Mary a Mary"... ma Noi sappiamo bene che così non è.

giovedì 9 agosto 2018

PERCORSO NEL BOSCO...





... tra cielo, acqua e terra. Lo specchio delle nuvole e il ritmo del respiro. Sintesi stringata e perfetta di una mattinata trascorsa presso il Lago Pescara, a 4 Km da Biccari (FG).
Giornata calda e molto afosa, non proprio il massimo per andare al mare, e tempi stretti per raggiungere località montana oltre 1000 m. La posizione discreta e ideale della mia città al centro del Tavoliere delle Puglie, consente comunque di poter scegliere senza pretese di essere al mare o in collina in breve tempo, Noi oggi abbiamo optato per la seconda, diretti verso il lago, in un posto dove non ero mai stata e che non conoscevo nemmeno. Ed è assurdo dover constatare come a volte cerchiamo "mare e monti", ci diamo un gran da fare a consultare guide, e trascuriamo il "bello" che abbiamo davanti o a pochi passi. Proprio così, ed è stato il primo pensiero accompagnato da stupore, non appena arrivati.
Il sole era alto eppure il caldo non creava disagio, l'ampia distesa d'acqua non era causa di umidità e quindi afa, tutto probabilmente merito della relativa altezza, 900 m sul livello del mare, e poi... il silenzio, una vera oasi di pace.
Curiosità desta la vegetazione galleggiante sulla superficie del lago, detta lenticchia d'acqua che la copre parzialmente per maggior meraviglia. Tutto intorno un fitto bosco, a doppio percorso, agevolato per i timidi e gli inesperti e "percorso avventura" per Chi si vuole cimentare per le erte e scoscese vie. Naturalmente la Nostra scelta è andata al primo, è risultata una piacevole camminata nel sottobosco, sulle prime foglie accartocciate, premonitrici d'autunno, tra i rami dei sempreverdi che filtravano i raggi del sole. Per un po', seduti ad una panca nell'aria picnic, abbiamo sostato ad ascoltare le voci del bosco e il ritmo del Nostro respiro, perfettamente immersi nella natura e tutt'uno con essa. Ripreso il cammino, siamo tornati al punto di partenza, davanti al lago. Le nuvole intanto continuavano a specchiarsi, leggere, bizzarre e vanitose, cambiando continuamente aspetto.

mercoledì 8 agosto 2018

TEMPO ED ETA'


A parte qualche acciacco e le forze non più quelle di una volta, posso dire con certezza di sentirmi ancora giovane, e non solo dentro, affermazione obsoleta di cui non ho compreso mai completamente il significato.
Stamani sfaccendavo con una certa fretta perché in ospedale sarei andata in autobus, quando d'impulso ed estemporaneo mi è balenato un pensiero. Al solito l'ho trascritto in due righe, e a rileggerlo è diventato un'immagine...
"E mentre gli anni, uno dopo l'altro, si fanno piramide sempre più stretta, sono contenta dall'alto di aver da raccontare. Privilegio in un pugno stretto".
Mi sono vista così, in prossimità della cima a guardare giù, a ricordare e in virtù di certi ricordi, raccontare la mia vita, soprattutto quella degli ultimi giorni, messi insieme in un mese... in un anno... in otto anni. E mi sono resa conto di quale privilegio mi è stato fatto dono. Opportunità di vita per cui essere sempre grata.
La consapevolezza che si rinnova, arricchita dà una vitalità incredibile, la stessa che solo persona giovane può provare. Con questo stato d'animo oggi ho preso l'autobus, sono arrivata in anticipo in ospedale e ne ho approfittato per una pausa in chiesa. Silenzio assoluto, solo il leggero ronzio dell'aria condizionata, ero completamente sola. Ho pensato di pregare, pensavo a me e pregavo per Tutti, alla fine ho pensato e pregato insieme, e solo in quel momento ho sentito il peso dell'età, perché a quest'epoca è forte il senso di responsabilità e la convinzione che il tempo non va sprecato, non si aspetta a discapito della vita, che ognuno vivrà come crede ma con l'obbligo di farlo.
Per quanto mi riguarda la mia scelta è fatta... io sto bene qui, ho risposto ad una delle mie tante Amiche, quando per l'ennesima volta mi è stato chiesto... e tu, in ferie? Io sto bene qui, e non per l'aria condizionata, ma per ogni "sorso" di affetto che mi riempie il Cuore, per le "boccate" ad ampio respiro dei discorsi estremi, dove si passa da... non ce la faccio a... rapidamente... c'ho tanto da fare fino a novembre, quando tutto sottintende che un po' di "ossigeno" forse ce l'hai portato anche Tu.

martedì 7 agosto 2018

UN'ABITUDINE SEMPRE PIU' STRETTA


Eh già, ed ora anche nel vero senso della parola. Sarà per quel paio di chili messi su di recente, arrivo al terzo bottone e gli altri restano liberi ed indipendenti.
Compera uno nuovo... consiglia mio marito. Figurarsi, non mi andava l'idea all'inizio, adesso ancor più mi va stretta, e poi tutto sommato a quel camice resto legata, diciamo come a reliquia, e così vorrei conservarlo, in un cassetto, guardarlo ogni tanto e riviverne i ricordi. Si, perché il tempo passa e sempre più sono convinta che il vero camice lo indosso dentro, nell'animo a velare il Cuore, simile a tulle leggero. Trasparenza assoluta, alcun peso e indistruttibile.
E intanto pure se l'abito non fa il monaco e ciò che fa la vera differenza è la disponibilità a dispensare sorrisi, molti e giuste parole, poche, quella "divisa" di stoffa che si restringe e usura serve, e perciò è necessario averne cura, come del resto ho sempre fatto...
"Lo infilo in busta quasi tutto spiegazzato prima di andare via, arrivo a casa e la busta è sul divano, in attesa fino al pomeriggio. Poi finalmente arriva il momento di sistemarlo e riporlo, ed è qui che io do il meglio di me stessa. Lo adagio sul letto, lo accarezzo e lo spiano con le mani, lo ripiego con movimenti precisi... a pensarci bene, non sono mai stata così brava nemmeno con le camicie di mio marito, alla fine è tutto fatto... fino alla volta seguente. Quando, indossato il camice potrò di nuovo circolare per il corridoio, entrare nelle stanze senza sentirmi in assoluto fuori luogo o fuori tempo.
Non avrei mai pensato di dovergli dare un giorno tanta "importanza", perché detta così la cosa sembrerebbe il "dettaglio" che fa la differenza. Francamente non lo era e non lo è, piuttosto lo considero come un lasciapassare... le "circostanze" me lo imposero, all'inizio mi sentivo "mascherata", oggi mi fa sentire un tantino in disagio ma credo sia più che altro per il caldo, per il resto mi è completamente indifferente.
Decisamente per me il camice non è importante. Ho rifiutato anche di indossarlo durante gli incontri del gruppo di mutuo- aiuto, in quei momenti sono una paziente come gli altri ed allora si, che farebbe differenza portarlo, sarebbe come stabilire delle distanze, sottolineare una condizione di privilegio.
Distanze... privilegio, superiorità assurda.
Detto questo... non è un camice ciò che fa la differenza, ma la capacità di caricarsi ogni volta di un peso che un tempo fu già Tuo, alleggerirne qualcun'altro mentre con Lui procedi, cercando di far apparire normalità ciò che normale non è.
E la cosa straordinaria è che alla fine di quelle due ore riesci a crederci e non solo Tu".
Così scrivevo tempo fa. Considerazioni simili alle odierne, per la mente e il Cuore un "particolare" del tutto indifferente.

RICETTA PER OGNI STAGIONE DELLA VITA


Alimentarsi è vitale, alimentarsi in modo giusto è salutare. Stando a questo, il contrario è la fine di tutto. Catastrofica previsione, tormentone da una vita, la mia.
Mangia... sennò non cresci.
Non lo sai che senza mangiare si muore?
A volte alterne lo sentivo ripetere, puro terrorismo psicologico cui soccombevo pur inappetente con magri risultati, nel vero senso della parola.
Da bambina tendente alla malinconia, primogenita di cinque figli, facevo la "grande" pur essendo piccola, e probabilmente lo scarso attaccamento al cibo dipendeva da questo, forse nascondeva una richiesta di maggiore attenzione, chissà... ora si cerca sempre una spiegazione per ogni atteggiamento un po' fuori del comune, all'epoca risultava più comodo "forzare" verso una condotta giusta... normale? Ma le forzature sono normali?
Ovviamente crescendo le cose sono cambiate, continuo comunque a mangiare per vivere e non è il mio unico pensiero. Mi è rimasta però quella convinzione radicata, finché si mangia sicuramente si resta in vita. Una sorta di generica ricetta infallibile di longevità, smentita da recenti evidenze scientifiche che indirizzano al poco e buono, e persino al saltuario digiuno.
Che stupidaggine... avrebbe detto mia nonna... da quando è il mondo, campa chi mangia e muore chi fa la fame.
Io sono a metà strada, e conforto Chi pensa di non farcela perché indebolito con la fatidica domanda... hai appetito? In realtà conosco già la risposta, altrimenti mi asterrei da tale impertinenza, e quando sento replicare... come no, mangio tanto e di più, allora parto in quarta... sei a cavallo, non ti preoccupare, finché si mangia hai voglia a campare. Passerà, e ti riprenderai.
Un sorriso illumina quel volto e subito si passa ad altro, magari a parlare proprio di ricette, perché si sa... l'appetito vien mangiando.

domenica 5 agosto 2018

COSTANTE PAZIENZA


Caratteristiche del Segno Zodiacale Cancro.
Mia figlia stamattina mi invia un link che potrebbe riguardarmi, dico... potrebbe, e non so se è cosa positiva o qualche spunto critico nei miei confronti, e non sarebbe assolutamente una novità.
Secondo me questa descrizione ti calza molto... aggiunge, e a questo punto le "antenne" sono belle dritte, pronte in difesa per una replica giusta che non parta all'attacco.
Mi guardo il video, ne leggo il testo, sottraggo alla dura mattinata del mio sabato un tot di tempo relativamente breve. Caratteristiche generali dei cancerini, poi le particolari appartenenti alle donne di questo segno, e alla fine scopro che stavolta l' "esame" mi è andato bene. Molte virtù e pochi difetti, che visti in una certa prospettiva quasi non sembrano tali, anzi paiono buone qualità in incognita. Poi mi confronto con ciò che ho letto ed ascoltato, e mi ritrovo al 99,99%.
Sentimentale, dolce, affidabile. A tratti, insicura... ma solo a tratti. Paziente e costante, seria nell'impegno preso, dedita totalmente alla famiglia. Accudente verso il prossimo e incapace di far soffrire intenzionalmente.
Caspita... penso... oggi mia figlia è in vena di complimenti, per dare rilievo ed importanza ad un carattere, il mio... che critica puntualmente. Comunque se ne critica gli aspetti, almeno li riconosce, e ciò che oggettivamente è positivo resta tale. Come la Pazienza.
Bene, la Pazienza e la buona memoria sono le qualità di cui posso vantarmi. La buona memoria non conosce flessioni, la Pazienza a volte sfugge, ma solo per un momento, un passaggio rapido di nuvola nel cielo sereno, perché poi torna sollecitata dalla comprensione e dall'affetto, grande che provo per Tutti, ma tutti davvero. Ed è una "costante" questa delle mie relazioni.
Mi elogiano per la grande pazienza, forse qualcuno la intenderà per altro. Solo io so quale esercizio comporta e quanto sentimento sincero l'alimenta.

sabato 4 agosto 2018

UN BISCOTTO ALL'AMARENA


Uno dei tanti, della serie... a volte ritornano, quasi ricorso storico di vicende umane che hanno di base un punto in comune e altri volutamente cercati.
Sembra una favola, forse lo è, di certo fu un tentativo felice di portare dolcezza in momenti di spiccata vulnerabilità, per non far pensare e al contrario convincere di averci pensato. Senza alcun interesse, solo per affetto.
Non ricordo nemmeno quanti biscotti all'amarena portai in passato nel reparto dove fui in cura. Davvero tanti. Confezionati in vassoi, offerti da un cestino, tutti i giorni purché non fosse festa, perché dovevano essere motivo di festa. Un invito a tornare almeno per un momento alla normalità nel suo aspetto più dolce, una carezza, una coccola speciale che non si aspetta. Ché se tutto questo lo fa un familiare, molto spesso non viene apprezzato per quanto vale, è cosa scontata, ma da un'estraneo... beh, è decisamente diverso.
Così diventarono famosi "i miei biscotti all'amarena", arrivavano al momento giusto come le caramelle trasparenti di zucchero o il giocattolo da bancarella, inaspettati quando da bambini avevamo la febbre.
Ultimamente li ho portati in reparto per festeggiare stavolta il mio compleanno, e al solito sono stati assai graditi, soprattutto da una persona...
Allora, quando ci rivedremo?
Tra due settimane. Mi raccomando... mi rispose... torna coi biscotti.
Contaci, perciò non mancare all'appuntamento. Gli appuntamenti si rispettano proprio come le promesse.
Ma dai, stavo scherzando!
Io no, non scherzavo. Così ieri, alla scadenza delle due settimane, siamo tornati entrambi per tener fede al patto. Io con i biscotti... e Lui col Suo sorriso incredulo dagli occhi azzurri.

PERCHE' NO?! ANCHE DUE


Per me che vado dove ho scelto di andare non tutti i giorni sono uguali, me ne rendo conto strada facendo, lo realizzo al ritorno a casa. Mi pongo allora in discussione, perché ritengo che molto dipende da me. Infatti non sempre si può arrivare con la mente e il Cuore leggeri, qualche preoccupazione c'è, strascichi di dolore stentano a sbiadirsi, e quel che è dentro naturalmente fuori appare, e le corde tese di una sensibilità allo scoperto lo percepiscono. Mi impegno comunque, soddisfatta più o meno ma critica ugualmente con me stessa.
Mantenere costante il sorriso, discreto ed appropriato, avere la flessibilità che serve per passare dalla gioia di un traguardo raggiunto alla compassione, mettersi in sintonia con Chi è di fronte senza oltrepassare un certo limite. E la risposta arriva immediata, anche se a volte bisogna saper leggere tra le righe. Non è facile, però se tutto va bene, è bellissimo sentir dire rivolto a te in un posto così...
Grazie per la bella mattinata che abbiamo trascorso insieme.
Come fosse stata una gita, un'occasione piacevole, quasi una "festa". E giuro, non è un'esagerazione né eresia.
Può capitare poi, nella stessa giornata quando tutto va bene, che accettino in molti la caramella dal cestino a quadretti bianchi e rossi. E' segno di "apertura", di grande accoglienza, per me vuol dire non essere lì per caso, dà un senso ad un altro giorno concesso...
Posso offrire una caramella...?
Perché no?! Anzi due...
E il mio animo si apre, e so di poter osare, mettermi in ascolto.
Oggi il mio cestino si è quasi svuotato, persino le caramelle allo zenzero sono andate via in gruppo, espressamente richieste...
Non le mangiare però una dopo l'altra.
No, tranquilla. Le tengo da parte, perché non si può mai sapere. Ogni tanto ti voglio ricordare.
Bello tutto questo, sapere di essere accolti ed accettati, e non ultimo che lo zenzero solleva dalla nausea e aiuta pure la memoria del Cuore.

venerdì 3 agosto 2018

DALLE ROCCE... OLTRE L'ORIZZONTE


Abbazia di Santa Maria di Pulsano, instaurata sull'omonimo colle, a strapiombo sul golfo di Manfredonia (FG) nel VI secolo per opera del monaco-papa San Gregorio Magno, in qualunque stagione decidi di visitarla, è garanzia di tranquillità e rasserenamento. Se vuoi ritrovarti, se cerchi risposte, è il posto giusto.
C'eravamo già stati lo scorso anno all'inizio della primavera, quel giorno non c'era anima viva, 
solo Noi due e il vento, e gli insetti che paiono sempre rispondere all'adunata, e poiché fanno parte del pacchetto, disturbano ma non creano disagio più di tanto.
Ci siamo tornati oggi, in piena estate e in giornata torrida, mentre i più vanno al mare, Noi controcorrente, si va alla ricerca di silenzio, solitudine creativa, passo in avanti sul percorso della pace interiore.
Seduta su un blocco di pietra, all'ombra di un albero sono rimasta lungamente a guardare la croce che svetta verso il cielo, azzurro oggi come non mai. Tanti pensieri affollavano la mente, anche dubbi, ma nello specifico di luogo e momento ogni cosa aveva perso il carattere di assillo, come se Qualcuno suggerisse di pensarci domani. Pensaci domani, sveglia dal sonno tranquillo che ti avrà donato l'essere stata qui. So che sarà così e mi rassereno.
Mi spingo oltre la croce, e dalla roccia la vista della valle tutta pietre con percorsi difficili che portano agli eremi, quasi mozza il respiro, lo sguardo per non precipitare si leva d'istinto, rivolgendosi all'orizzonte ampio ed infinito. Poi verso la chiesa, all'interno il fresco ristoro e il tepore che ogni anima cerca. Icone di stile bizantino arredano le spoglie e rudi pareti rocciose. Più in là, in un antro basso è sistemato il Presepe perpetuo, che con canti gregoriani e la voce cristallina dell'acqua dei rivoli riprodotti, rammenta che Natale non è solo ricordo, la festa più bella, ma uno stato d'animo per ogni stagione dell'anno.