domenica 31 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.66) (Il mio Giovedì Santo)

Fino ad oggi, giovedì di questa Santa Settimana, è stato un crescendo di note alte e basse cui sono abituata e che pure mi stupiscono. In reparto mattinata tranquilla, volti noti, alcuni sorridenti ed altri spaventati forse rassegnati. Tutto come sempre. Ho visitato ogni stanza, ho distribuito tenerezza e ovetti di cioccolata per questi giorni che portano alla Santa Pasqua, ché sia speranza di rinascita per tutti, oltre che un segno di affetto e vicinanza. Qualche battuta ironica e molte confidenze, ogni volta una sorpresa perché non diresti mai che una persona conosciuta solo qualche minuto prima, possa raccontarti la Sua vita intera, malanni e accidenti vari, sogni premonitori compresi. Qualche minuto a disposizione l'ho dedicato a riordinare le parrucche nell'armadietto. Qualche giorno fa una ragazza ne ha donato una, appartenuta alla sorella. L'ha consegnata ben custodita in una scatola... - Da quel giorno non l'ho più tirata fuori... In quel momento non l'ho fatto neanche io, riposta poi la scatola nell'armadietto, non c'ho pensato più. Fino ad oggi, quando ad un certo punto dalla scatola chiusa è scivolato un biglietto rosa... "Questa parrucca apparteneva a mia sorella, venuta a mancare purtroppo a causa di un brutto male. Non la dono per sentirmi un'eroina, ma bensì nella speranza di riuscire a portare un sorriso e un pizzico di felicità!" Tonia ❤ Dimenticavo. Leggevo e intenso si è diffuso intorno un profumo di rose. Suggestione...? Chissà... Un altro giovedì santo di non so quale anno, un altro biglietto o meglio ritaglio di fotocopia di un prestampato per chissà quale servizio, mi arrivò. Lessi ciò che era scritto... la data e poi un atto di sfida... IL CANCRO Un giorno si presenta un "lui" senza averlo invitato. Gli dico... chi sei? Lui dice... io. Non ti conosco, io già ce l'ho il "mio io", tu non mi servi. Ma lui dice... io, adesso sono il "tuo io" e dipendi da me. E da quel momento fu di me ciò che lui vuole. Ma se io credo nel mio io, forse riuscirò a mandarlo via. Leonardo (alias DINO) Da una sfida la voglia di rivincita e il desiderio di rinascita del proprio "io". La forza interiore che punta il dito e non consente che sia la fine. Ma non è mai la fine, neppure su questa terra.

sabato 30 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.65) (Benedette coincidenze)

Penso alla Nostra Amica che domani affronterà l'intervento, e immediatamente replico a me stessa... Però è Pasqua! Non si poteva diversamente? In mio aiuto due citazioni... Si deve attraversare il buio per apprezzare la luce. Le coincidenze sono a volte i segnali misteriosi della Vita cui bisogna credere. C'è poco da aggiungere se non che in questo periodo per certe situazioni il memoriale della Croce è una garanzia in più. E anch'io ne avrei da raccontare. Di mercoledì santo arrivò finalmente l'esito dell'ago aspirato, e in quei giorni santi si tracciò il percorso che avrei affrontato. Il martedì dopo Pasqua avrei iniziato la chemioterapia neoadiuvante. Avevo altri quattro giorni di "libertà", pensai, libertà da quel pensiero, libertà di fingere che nulla fosse accaduto, libertà di cercar di vivere la Pasqua imminente nella maniera più normale possibile. Certo non sarebbe stato per niente facile, è vero, ma avrei cominciato con la ferma intenzione di non parlare affatto della mia malattia in quei giorni di festa. Speranza è... altro da fare, curare. Per non pensare. Comunque sia... Sono giorni questi da vivere senza clamori e con occhi attenti. Il Silenzio che merita ascolto c'è... esiste. È quello pieno, fatto di sguardi come risposte a domande mai espresse. Vicinanza ed affetto poi faranno da supporto perché tutto passi in fretta e nessuno resti solo. Nella condivisione del Dolore autentico e della Gioia ritrovata. Qui è la Nostra casa.

venerdì 29 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.64) (Un momento per Te)

Martedì Santo. Giornata piovosa e triste. Perché ogni anno è così... sia che la Pasqua venga alta o bassa la settimana santa si apre come se la natura tutta partecipasse al memoriale santo. E se non fosse per la luce che indugia a dispetto dell'oscurità del cielo si direbbe che è ancora inverno. D'altra parte è il periodo in cui massima dovrebbe essere la meditazione, alto il concentrarsi su ciò che è bene per evitare quello che è male. Una sorta di prevenzione, perché riconciliarsi non è lavare l'animo ma rendere bella l'Anima dopo aver conquistato la consapevolezza della propria miseria. È così che va vissuta la Settimana Santa... astraendosi da quella che è la normale quotidianità, e concentrandosi su punti ben precisi per renderla speciale. È da accogliere come un "momento per Te", per ciò che conta in Te. Una ricerca dell'essenziale, che pur noto a volte si perde. Siamo fragili, e inconsapevoli che l'essenziale è proprio lì, nella Nostra fragilità. E penso a quelle persone che vivono la loro settimana santa, a Chi aspetta una diagnosi o in questi giorni affronta un intervento. Ansia e paura per ciò che non si conosce, ma un'unica certezza che quel momento passerà. Perché tutto passa ed è ritorno all'essenziale. Settimana Santa. Conduce alla Pasqua, festa che pur nello stesso spirito porta ogni volta il Nuovo.

giovedì 28 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.63) (Si muore e si risorge)

Le situazioni a volte si ripetono, così come i ricordi. Già, è inevitabile pensarci perché i capitoli più significativi della mia vita decisero da sé che fossero ambientati nello stesso periodo. La diagnosi in Quaresima, l'intervento di ricostruzione nella settimana dopo Pasqua. In entrambi i casi fu "resurrezione" da ricordare. E pensare che un bel po' di anni prima, un lunedì santo, mi trovavo in ospedale per dare alla luce il mio secondo figlio. Situazioni diverse, stati d'animo totalmente opposti. Piena di gioia per una nuova vita, nel buio dell'angoscia per difendere e tener stretta nel pugno la mia. E il tempo pareva sempre incerto in qualunque situazione, la pioggia faceva la sua comparsa a tratti e le lacrime ne approfittavano per scendere e rigarmi il volto non viste. Una pioggia che non bagna, perché propizia e salvifica. C'è stato pure altro sempre di Pasqua, e non è mancata mai la vicinanza di Dio. Mi tornano in mente le parole di un canto religioso che mi piace molto, c'è speranza ed abbandono. Fiducia piena ed assoluta. "Dio aprirà una via / dove sembra non ci sia; / come opera non so, / ma una nuova via vedrò"... Mi commuovo. Me ne ha aperte di vie il buon Dio, giuste e inaspettate.

mercoledì 27 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.62) (Semplicemente pace

Sono qui, pure a tarda ora per scrivere qualcosa di speciale. Nulla di straordinario, anzi... solo qualche riga in semplicità, una specie di oasi dopo aver fatto il deserto. Domenica delle Palme, una giornata che... per credenti e non... parla di pace. E volano colombe con ramoscelli di ulivo nel becco, e fa bene pensarle ancora così, leggere e pacificatrici. Un peso che si porta dentro pare alleggerirsi. Perché la Pace è una conquista fortemente voluta, e si comincia da sé, dalla pace interiore frutto di gesti semplici e solidali. Non viene chiesto l'impossibile, ma ciò che si può e rende sereni. Proviamo a coltivare Noi stessi la pace, a riportarla in casa, anche a costo di apparenti compromessi. Una metafora. Col cambio di stagione quasi ci siamo, tiriamoli fuori dal chiuso dell'armadio quegli abiti smessi e forse dimenticati, e indossiamoli come fossero nuvole. Sarà tempo giusto speso bene. E vecchi pensieri tra gli altri confusi appariranno straordinariamente leggeri.

martedì 26 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.61) (E sarà un'altra Domenica delle Palme)

Arriverà domani... e sarà un'altra Santa Domenica delle Palme da vivere sempre più intensamente nella sostanza. Mi accorgo che col passare degli anni si diventa più vulnerabili, però di rimando per non crollare ci si fa scudo coi ricordi. Come nella storia condivisa ieri. E per proiettarsi in qualche modo nel futuro, l'unica via o certezza è fidarsi di Dio e in Lui confidare, sempre nel Suo Amore. E domani sarà un'altra Santa Domenica delle Palme... Le Opere dell'Amore. Le opere dell'amore sono sempre opere di pace. Ogni volta che dividerai il tuo amore con gli altri, ti accorgerai della pace che giunge a te e a loro. Dove c'è pace c'è Dio, è così che Dio riversa pace e gioia nei nostri cuori. - Madre Teresa di Calcutta - E occasione sarà per riconciliarsi, grazie al perdono, con la consapevolezza di quanto si è miseri e paurosi, sperando nella misericordia. Col trascorrere dei giorni che portano alla Santa Pasqua dobbiamo accantonare ogni atteggiamento potenzialmente dannoso e ricorrere all'Amore, per impedire al Cuore di chiudersi, per aver fiducia e nutrire speranza. Una sorta di ricarica naturale, che farà bene pure al sistema immunitario e a livello psicologico. Non serve affannarsi... farsi prendere dalla stizza, poco aiuta proiettarsi a lungo nel futuro. Stasera mi limiterò a pensare al domani immediato, ai frutti delle opere di Dio che coglierò e a quanto saprò seminare perché niente vada perso. Preso l'impegno a migliorarmi, sento ogni vuoto colmato, ovvero "intera" dentro e solo questo veramente conta. Penso a domani, un'altra Domenica delle Palme, e la Pace scende in me.

lunedì 25 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.60) (Spiraglio di luce)

Come iniziare il racconto? È una storia troppo bella, ha l'incanto di una favola, la concretezza della speranza. "L’ora più buia è quella che precede il sorgere del sole” - Paulo Coelho - Una citazione che è già di per sé poesia, potrebbe fare da sottotitolo... e allora qualche rigo su... e "Spiraglio di luce" sarà l'inizio della narrazione. Siamo nel 1944, manca poco al termine del secondo conflitto mondiale, ma ancora in molti vivono da sfollati in piccoli borghi o in campagna, ospitati per solidarietà o in cambio di piccoli lavori. Famiglie che ne ospitano altre, lo spazio è quello che è, il cibo non è tanto, ma ci si stringe e si condivide perché si sa, quando è guerra, già è una fortuna sopravvivere. In un piccolo paese di montagna succede che la mamma di sei piccoli è in procinto di dare alla luce la sua sesta creatura. È inverno, un inverno di quelli come una volta, con tanto freddo e molta neve. I paesini restavano isolati per giorni e giorni... La mamma è preoccupata, ma ha fede nel buon Dio, non l'abbandonerà. Cominciano le doglie, un posto idoneo ad accogliere in tranquillità la nuova piccola vita non c'è... come fare? E l'ostetrica... l'ostetrica con tutta quella neve arriverà in tempo? Intanto bisogna chiamarla, ed è già un bel problema. Keep a calm, direbbe oggi qualcuno, quella volta bastarono i sorrisi e le rassicurazioni delle belle persone del luogo a far sì che ogni ostacolo non fosse più tale. Così una stalla fu rassettata, una mangiatoia ripulita e fatta culla, e l'ostetrica? Avvisata e accompagnata pur con difficoltà a destinazione. - Per favore però prima di mettermi all'opera ho bisogno di mangiare. Con tutto questo freddo arrivare fin qui mi ha tolto le forze. Una frittata di cinque uova potrà bastare. Uova e fuoco non mancavano e la frittata fu subito pronta mentre il travaglio della nascita continuava. Arrivò il momento, fuori era freddo ma quanto calore intorno a quella mamma. Pur in una stalla, come Gesù Bambino, venne alla luce una bella bambina. Nei giorni a venire fu un gran procedere di gente. Non erano pastori, né furono Re Magi ma ognuno portò qualcosa alla bambina nata come il figlio di Dio. Carnagione rosea e bocca a cuoricino, per i sei fratellini fu gioia grande, una bambola viva che fece dimenticare i disagi di quel duro e lungo periodo lontano da casa. Sono trascorsi 80 anni da quel febbraio 1944, Antonia mi ha affidato la sua storia, da condividere e poi custodire. - Mi reputo fortunata, sono nata circondata dall'amore, un sentimento che sento forte anche oggi che vivo questo momento. Coccole e presenza non mi mancano, poi ho incontrato te e siamo in sintonia... che cosa posso desiderare di più? Spiraglio di luce. Perfetto. Un titolo migliore non avrei potuto trovare.

domenica 24 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.59) (Non ho nulla ma ho tutto l'oro del mondo)

È un attimo, se si è affini lo si comprende subito, da poche parole e anche no, pure solo dallo sguardo. Nasce così la sintonia, quando si hanno le stesse note dentro. E anche nella fragilità ci si scoprirà tanto preziosi per ricchezza interiore e risorse condivisibili. Gli animi in sintonia procedono così, fragili e preziosi. Si vengono incontro e poi si mettono l'uno a fianco dell'altro, e in silenzio condividono un tratto di strada, che si spera porti al sicuro Gli animi in sintonia si scambiano affettuosità senza nemmeno sfiorarsi, sguardi d'intesa e complicità come di Chi unisce forze e risorse E i momenti bui vissuti intensamente insieme, aspettando speranzosi il primo chiarore del nuovo giorno. Oggi una mattinata a tutta melodia, così può essere quando pur inconsapevolmente si hanno le stesse note dentro che permettono di accogliere ed essere accolti. Ed io ho accolto una storia bella, che pare una favola. E straordinario è che mentre ascoltavo mi figuravo i personaggi, gli ambienti e lo scenario... La mia storia... sembra incredibile, andrebbe scritta. La scrivo io, se vuoi, se lo permetti... Ho replicato così a quella che mi è parsa una tacita richiesta. Davvero lo faresti...? Per me sarebbe un regalo grande. Un regalo che a me non costa, parole scelte come cura e delicata carezza. Come "accordare" uguali strumenti durante brevi o lunghe pause cui seguono improvvise, vivaci riprese. Una promessa poi da mantenere, perché se ogni promessa è debito non si può mancare. Così è stato un motivo che non mi ha abbandonato per tutto il giorno. Compagnia, conforto e motivazione.

sabato 23 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.58) (Quando la Vita non le manda a dire...)

Merito o responsabilità dei gattini che hanno allargato la mia famiglia, poiché si divertono a saltare, travolgere, buttar giù tutto ciò che si para loro davanti, sto risistemando casa. Piani, ripiani e superfici... tutto libero da oggetti che andranno riposti all'interno di vetrine, che a loro volta necessitavano di spazi liberi per poter accoglierli. E così ho fatto... selezionato, spolverato, ricollocato con buona pace di Dio. Oggi in particolare, asciugando un bicchierino da liquore ho visto in controluce una lesione appena accennata. Senza pensarci, quasi istintivamente l'ho gettato nella pattumiera, poi ho ricordato quello che scrissi anni fa... Lei era talmente legata alle cose che difficilmente si sbarazzava persino dei cocci rotti. Poi fu il tempo del "primo step" di consapevolezza, e realizzò quanto fosse stata sbagliata in quel senso. Infatti prima di allora non tollerava la vista di alcuno spazio vuoto sulla mensola. Così ogni volta che una tazzina si rompeva, ne incollava i cocci solo per riportarla dove era. Che assurdità... Coi fatti della sua vita faceva lo stesso, e alla fine se guardava indietro, ciò che vedeva era tutta una lesione. Ma le capitò di vivere un'avventura, di quelle che non si sa mai come vada a finire. Le si stampò addosso. Sarebbe stata la chiave di volta della sua inquietudine e dei giorni a venire. E finalmente si ritrovò. Aveva compreso che occorre spazio per accogliere il "nuovo", ché dia calore all'anima e colori i pensieri.

venerdì 22 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.57) (Volontaria...io?)

Ad una paziente al secondo appuntamento con la chemio, è ancora impaurita, e fissa di continuo il farmaco rosso che scende piano, goccia dopo goccia... Ti racconto di me...? Le chiedo per distrarla. Sono passata per questo tunnel anch'io, ne sono venuta fuori ormai sono 14 anni Chi meglio di me, prova vivente, può dimostrare che ce la si può fare però bisogna soprattutto crederci? Ad essere sincera l'immagine del tunnel non mi piace più, forse è obsoleta pure se mi riporta ad una parentesi della mia vita. Ecco forse il termine, "parentesi" ci sta meglio... si apre ad un certo punto ma sei tu a chiuderla, quando pensi che il "periodo" sia finito... quando vuoi che si concluda e poi... un punto fermo... e via. Non c'è il buio di una galleria, che sembra non finire mai e nella quale puoi solo intravvedere una luce sul fondo, nell'immaginario la parentesi appare come su un foglio bianco, in sé porta tratti neri ma per contrasto è sempre la luce a prevalere. Io comunque non volli mettere un "punto fermo" perché con la Vita non si sa mai, e continuai a restare nell'"ambiente". Mi sono ritrovata così a fare qualcosa di buono, ma quando cominciai, l'intento era, in tutta sincerità, far stare bene soprattutto me stessa. Per questo quando mi si chiede... fate volontariato?... a me suona strano molto strano. Però sorridendo, annuisco. Notando poi l'incredulità e il tentativo vano di comprendere, il resto, quel che faccio e il perchè, il senso tutto resta nel mio Cuore.

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.56) (Le abilità comunicative)

In questo quarto appuntamento con "RICONOSCERSI" si è parlato di abilità comunicative. Viviamo in un mondo di relazione, saper porgersi all'altro come pure percepirlo in un mutuo scambio di emozioni è basilare. Nella relazione d'aiuto non sempre è facile comunicare, ci si può trovare di fronte alla "chiusura", alla "passività", all' "aggressività". Si potrà approcciare comunque, con modalità adeguata al contesto e al momento. Indispensabile è l' "ascolto attivo", guardando in viso chi sta parlando, ascoltando con attenzione, postura idonea e cenni che lo dimostrino. Ogni tanto fare un sunto di ciò che si è ascoltato e riformulare il racconto perché sia per entrambi tutto chiaro. Importante sarà esprimere sempre compiacimento o dispiacere, quest'ultimo con garbo e gentilezza, mettendo in rilievo che cosa si è provato nel bene e nel male. Ragionando troppo o pensando poco prima di esprimersi, condizionati da situazioni e contesto, pur consapevoli quante volte con le parole facciamo danno. Sono il modo e il tono che fanno la differenza, nonché la superficialità. Anche le parole messe insieme per essere pensieri a se stanti, informazione, opinioni e consigli più o meno espliciti, possono diventare benefiche, ma pure dannose se non curate dalla consapevolezza. Le parole sono un dono, metterle insieme un'abilità, arricchirle facendone pensieri senza enfasi una virtù.

giovedì 21 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.55) (Il tempo che ci appartiene)

Il tempo non mi basta mai. E solo l'ultimo dei miei pensieri sul tempo. Tempo che va, scorre veloce, vola via. E non solo, ho colto pure tante altre buone riflessioni riguardo questo tema. Si alternano le stagioni e nel passaggio del testimone quasi non ci si accorge dello scambio, perché nel tempo si collocano incastrandosi in modo perfetto. E in questo scenario Noi ci muoviamo fuori Tempo e al di sopra del Tempo, come tutto non dovesse mai avere fine. Eppure si attraversano momenti non facili, spesso drammatici, da cui pare non poter uscire vivi. Poi si nasce di nuovo. “Rinascita” è una parola terribilmente fraintesa, passa come una cosa bella che accade in automatico. Non è così. Diceva Marquez che la vita non comincia quando una madre ci mette al mondo, ma si nasce davvero quando ci si obbliga a partorire noi stessi. La rinascita è, in fin dei conti, un parto. E poi devi ricominciare tutto ma alla luce dell'esperienza vissuta. Parlare con la gente, uscire di casa, leggere un libro, persino ridere e piangere sarà in modo diverso. La paura di fallire e di deludersi, la voglia di trasgredire, le incertezze e le paure. I conflitti nella tua testa, che vivi come reali, la persona che sei stata, quella che vorresti essere e quella che hai paura di diventare combattono, instancabili, ogni volta che devi obbligarti a prendere una decisione, e non vorresti, perché per Te nel tempo che ti appartiene esiste solo il "rosa" di una vita nuova e il "celeste" di un cielo finalmente senza nuvole.

lunedì 18 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.54) (Buonanotte a Chi dà forma ad un sogno)

I gattini dormono, ognuno sulla propria amaca. La cagnolina riposa nella cuccia, riposa ed è sempre all'erta finché non sarà smorzata l'ultima luce. Il mio compagno di vita è davanti alla televisione e sonnecchia. E finalmente io sono qui per la buonanotte, in realtà a scrivere, perché ogni "scusa" è buona, resta sempre il mio piccolo sogno da realizzare ogni giorno. Chi non ha qualche sogno in un cassetto, almeno uno? E di quest'unico si può persino vivere, ché faccia da stimolo, sprone o miraggio di luce. Già... esserci idealmente in un sogno, crederci alla fine quasi gli dà forma. Accontentarsi è gran cosa, è cucirsi la realtà addosso. "Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso volere d'essere niente. A parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo". - Fernando Pessoa - Che cosa sarebbe l'esistenza, coi suoi alti e bassi, più bassi che alti, se smettessimo di sognare? Vivere sarebbe impossibile, come arenati nelle sabbie mobili, incapaci a venir fuori da qualsiasi condizione. Ho un mio personale pensiero riguardo ai sogni, l'ho elaborato per farne qualcosa di utile e concreto. Io scrivo ad esempio, e poi rileggo più volte. Le cose che scrivo diventano così "linee guida" della mia vita, una bozza, una traccia da seguire. Scelte pensate, azioni coraggiose, qualcosa pure controcorrente, realtà modellata seguendo i consigli del Cuore. Buonanotte allora, a me e a Chi come me dà forma a un proprio sogno.

domenica 17 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.53) (Gli affetti tutti... poche le cose)

Minimalista da quel giorno in poi, oggi sempre più. Sarà l'età, mi ripeto e forse è vero, però anche la facilità con cui vivo e supero ogni cambiamento non è che proprio si concilia con gli anni che passano. Si dice che gli anziani siano abitudinari, pignoli, amino la tranquillità. Mah... allora io sarò l'eccezione, quella precisa che evidenzia la regola. Di certo ho una discreta capacità d'adattamento, per cui mi adeguo per sentirmi meglio. Da quasi un anno, come sapete, ho anche dei gattini da accudire, ora sono diventati abbastanza grandi da far danni, per cui ho preso a liberare mobili e superfici di tante cose. Così soprammobili, sfere con la neve ed angioletti hanno trovato altra dimora. Mi è dispiaciuto si e no, perché di alcune cose mi sono accorta solo al momento in cui quasi meccanicamente le ho riposte. Conferma della loro inutilità. Possibile che passiamo la vita intera a mettere insieme cose, mentre per vivere ne bastano tre o quattro appena? Abbiamo mai provato a mettere ordine e a liberarci nello stesso tempo di tutto ciò che non serve anzi ingombra? Sarebbe una sensazione di leggerezza improvvisa, di poter continuare ma solo con quello che è rimasto. Pensiamo ora a come ci sentiremmo se facessimo lo stesso con le pene e gli affanni, i crucci e le delusioni che ci portiamo dentro da tanto, troppo tempo. Un consiglio saggio? Minimalisti in tutto, tranne per gli affetti. In questo modo ci semplifichiamo la vita, e la impieghiamo meglio. Esempio, tra gli affetti io includo la mia cagnolina buonissima e pure i gattini, sono vivaci, maldestri e dispettosi, ma si legano così e tutto sommato occuparsi di loro è tempo ben speso.

sabato 16 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.52) (Nel tempo presente)

Io torno indietro coi ricordi, ormai senza più rimpianti, comunque era ora a 70 anni, mi guardo intorno con curiosità, e vado avanti passo dopo passo e senza fretta. Una realtà che cambia secondo il punto di vista, la fiducia che non va mai persa, come non si perde mai Chi ci appartiene perché continua ad essere in Noi, in un sorriso, nel portamento, nello sguardo. Ma per tutto questo occorre essere dei buoni osservatori, soprattutto di se stessi. Mi metto in discussione, è stata una giornata un po' così, bilanci e delusioni archiviate e voglia di ricominciare. Con calma.... mi ripeto, perché non sono affatto impulsiva, anzi! Rifletto, considero, giustifico, ed è per questo poi che arrivo a prendermela tanto, con un quintale di amarezza e una briciola di risentimento, volata via con un sospiro. "Non sono perfetta, cado, piango e mi perdo in questo casino che è la vita. Ma sono una persona vera, che lotta, che asciuga le proprie lacrime e che si rialza dalle proprie cadute... Che spera, che ama e che gioisce delle cose più piccole che la vita le dona. Io che sono complicata, testarda, ma che dono tutto il mio Cuore alle persone che amo".

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.51) (La notte e il suo silenzio)

Il silenzio della notte è diverso, e comunque sia andata la giornata è il compagno ideale quando si chiamano a raccolta i pensieri. E non solo quelli collegati ad eventi ed emozioni recenti ma anche altri che naturalmente si affacciano e vanno ad unirsi, in armonia. Capisco allora perchè io amo scrivere a sera tarda, quando la notte è oltre l'uscio del giorno trascorso. È il mio, un "diario" molto speciale... quasi non ha cronologia e va dal passato direttamente ad un futuro con rapidità, per poi tornare al presente e sostare a lungo, perchè in fondo è solo questo che conta davvero. La notte, quando il silenzio è talmente denso che sembra rimbombare, si alza, accende una candela e ci si siede dinanzi per un paio d'ore. A che fare? "A cercare di essere me stesso", mi ha risposto. "A sentire la melodia." - Tiziano Terzani - "Un altro giro di giostra" Addormentarsi e svegliarsi... provar dolore e gioire... Vivere e Morire. Due facce della stessa medaglia... Che senso avrebbe per tirare a sorte gettare in aria una moneta se entrambe le parti recassero "testa" o "croce"? La vita di ognuno altro non è che un accumulare di giorni, mesi ed anni che trascorrono in un alternarsi di periodi felici o meno, sono i momenti meno buoni però che maggiormente lasciano il segno perchè vissuti coi tratti indelebili dell'affanno e del dolore. I "primi" vengono considerati pochi e fugaci per occupare un posto di rilievo... erroneamente perchè gli uni e gli altri si equivalgono per importanza ed intensità. L'uomo per Sua natura vorrebbe evitare ciò che lo fa star male perchè sente che non dovrebbe appartenergli, erroneamente perchè anche quello fa parte della vita e tanto più s'apprezza il momento di gioia quanto più si è conosciuto il dolore.

giovedì 14 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.50) (Energia)

Consapevoli di non bastare a Noi stessi, ci dirigiamo verso un "centro" ideale come attratti da forza magnetica, l' "energia" che abbraccia e protegge. Così non fosse, non avrebbe senso l'essere al mondo. Se fossimo "monadi" non potremmo comunicare, se fossimo "isole sconosciute" finiremmo sul fondo per uno tsunami e nessuno ne avrebbe notizia. Non è così, ed è tutt'altra "formula", vincente. È una possibilità, e per questo bisogna aprirsi agli Altri. Umili nel chiedere, fiduciosi nella risposta, e grati sempre, perché già dalla propria gratitudine giunge l'aiuto che serve. Un "ti voglio bene" in un momento di massima fragilità può scatenare un'energia incredibile, comunque la chiami, farà miracoli. Un incontro... Lei, persona positiva al massimo... - Ma Chi può dire che la Vita c'ha voluto male veramente? Alla malattia io non ci penso mai, faccio tutto e anche più di prima e sempre con amore. E poi sento di voler bene pure a Chi non mi è niente, è come se le persone che incontro, le conoscenze mi aiutassero solo perché capitano sulla mia stessa strada. Se è la Vita a volerlo, non è che a me andrebbe di tirarmi indietro, nemmeno se potessi. Vero... neanche a me andrebbe. Anzi. Fu così che all'epoca in ognuno vidi e riconobbi il bene per me stessa e idealmente mi attaccai come l'edera ad un tronco vicino. Una preghiera... Non restiamo isolati, ma stringiamoci stretti e uniti. Non siamo isole. Se ognuno è immerso in vasta, potente Energia, giusto sarà che Tutti Insieme faremo Arcipelago d'Amore. Amore che cura... Amore che guarisce... Amore che salva.

mercoledì 13 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.49) (In questo momento della mia vita...)

... non lo avrei mai pensato, seguo ciò che reputo sia meglio per me. In sintesi il "focus" di quest'ultimo incontro GAMA, svoltosi quindi a tutto confronto tra un test sui valori più comuni e la condivisione di esperienze di vita. Ma alla fine che cosa sono i valori? Certamente una sorta di bussola, modelli comunque soggettivi cui ci si attiene soprattutto nella relazione con l'altro. I valori sono i desideri più profondi del nostro cuore riguardo a come vorremmo comportarci. Descrivono come trattare se stessi, gli altri e il mondo intorno. È importante sapere che non esistono valori giusti o sbagliati. Ogni valore è valido per sé, finché seguirlo fa star bene e non danneggia altri. “ Senza leggi etiche ci sarebbe il branco e non la società. E andrebbero insegnati valori comuni a credenti e non, il perdono, non fare del male agli altri, la solidarietà" - Margherita Hack - È come dire, sia pur in modo prosaico, questione di gusti. Quindi l'elenco proposto non contemplava i valori giusti o migliori; solo suggerimenti su cui riflettere per autovalutarsi. Per alcuni valori mancanti c'era spazio in fondo per aggiungerli. In conclusione si trattava di analizzare l'area di vita da migliorare o esplorare (es. lavoro, istruzione, salute, tempo libero, genitorialità, amicizia, spiritualità, relazioni intime) considerando i valori al momento più importanti.

martedì 12 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.48) (Mettiamo che con un po' di poesia...)

Periodo impegnativo, oggi giornata, per di più domenica, decisamente "no". Allora come si procede? Mi pare qualcuno, forse io stessa, aver detto, importante è continuare in leggerezza, con fantasia e un tocco di poesia. Sempre facile non sarà, ma bisogna cominciare dalle basi, dal semplificare il quotidiano per sé. Programmi con poche "voci" in modo da spuntarle man mano velocemente e tutte fino alla fine, e soprattutto programmi suscettibili di cambiamento. Senza farsene un problema, anzi... scorgendo immediatamente il meglio nel cambiamento. Quindi spero, prometto, giuro...unico programma, non aver programmi. E poi, domani si vedrà. Mi lascerò cullare dai ricordi, giocherò coi sogni, mi nutrirò di speranza. Studierò poi altre strategie per questo periodo. Farò ciò che faccio sempre cercando l'entusiasmo dai piccoli successi, il desiderio di continuare nonostante le incertezze. E a sera pregherò per quel che sarà all'indomani perché vada tutto bene di per sé, e alla fine son sicura, sarò convinta come tutto bene fosse già.

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.47) (E non credi... e non pensi... e non immagini)

Quando si perde una persona cara a volte sembra aver perso un'ala. È dura volare con un'ala sola, temi di cadere da un momento all'altro, e intanto con semplici parole ti racconti e sostieni, accogli e sei grato, e di tutto questo fai energia per restare almeno a mezz'aria. Questo è un messaggio che ho inviato per oggi ad alcuni miei contatti. L'ho scritto sull'onda delle emozione perché oggi sono due anni che mio padre non è più. Non mi va di scrivere banalità, mi pare più giusto invece ricordare quello che ci accomunò. Molto in verità, il fattore Rh, il segno zodiacale, la buona memoria e soprattutto la malattia, vissuta nello stesso periodo. Mio padre era severo, affatto tenero ma ci amava, questo è certo. Era difficile confidarsi con Lui, ma ci pensò la malattia a rendere visibile il legame. Per la prima volta in tanti anni mostrai la mia vulnerabilità, cercando da Lui il semplice conforto, per trarne forza. Ci ritrovammo così a piangere insieme, confortandoci a vicenda, vivendo l'uno il dramma dell'altra e viceversa. La vita è proprio strana. Quando credi di aver capito tutto, di aver sistemato ogni cosa nella tua esistenza, di essere sempre nel giusto, quando insomma ti sei fatto le tue categorie mentali, eccoti arrivare tra capo e collo una bella tegola, di quelle pesanti, e tutto si rimette in gioco in modo prepotente. Dedico allora l'ultimo pensiero di questa giornata a mio padre, cui devo la vita, con cui mi scontravo spesso e volentieri, e che ora mi manca come non avrei mai immaginato.

domenica 10 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.46) (Tutto e il suo contrario)

Potrebbe essere il titolo di questi pensieri prima di andare. 8 Marzo, Festa internazionale della Donna. Donna figlia, compagna, e madre. Donna da amare che ama pure se non amata. Donna che ha fatto la storia, Donna... ognuna con la sua storia. Il testo di "Mariposa" sul nostro segnalibro, donato oggi alle Donne incontrate in reparto, uno scritto da custodire donato a me da una Donna dagli occhi profondi come il mare. Dedicato a Sua madre il giorno che volò in Cielo senza lasciar alcun conto in sospeso... "Mia madre ci ha insegnato a ballare e cantare, cantare a più voci, come si faceva sotto gli alberi d'ulivo. Ci ha insegnato la femminilità e il femminismo quando questo movimento era in fasce e senza partecipare ad alcuna manifestazione. Ci ha insegnato a cadere e sbagliare, a rialzarci e riparare perché "sbagliando si impara". Mia madre ha sbagliato e chiesto scusa con baci abbracci e attenzioni. Mia madre è stata grandiosa e a volte piccola, ma sempre VERA. Ha pianto e ha riso con spontaneità. Mia madre si è data ed ha dato tanto a noi figlie e a tanti altri , e per finire ha aspettato che scadesse il mese di affitto per non lasciare, sospesi. Ha lasciato quanto serviva per le spese funebri , per i regali ai nipoti e per un pranzo fra gli intimi. La GENEROSITA' è stata l'identità di mia madre. La generosità è la base dei buoni sentimenti, il resto viene da sé. Ci siamo amate tanto e ci ameremo per sempre". B.D. Era di Marzo... 8 Marzo o giù di lì. Più o meno come oggi con mimosa da sfondo. E sensazione che molte cose sarebbero cambiate. È incredibile che un periodo difficile, con un pensiero lineare che riporta all' "essenziale", possa far riconciliare con se stessi, con la realtà circostante, dopo aver abbandonato antiche convinzioni, apparse sciocche all'improvviso. Un semplice pensiero e il susseguirsi di fatti, veloci come vento di fine inverno. Ed era di questi tempi, fine inverno appunto, che un esame solitamente di routine, mi tolse il respiro per il senso di colpa. Iniziò tutto da quel giorno, e pareva una beffa della Vita, ricevere una diagnosi di tumore alla mammella nel giorno della Festa della Donna, ma poi passò, e da allora furono molte altre stagioni. Stagioni che si sono arricchite dell'umanità incontrata, di pensieri condivisi e speranza che non muore. Abbi cura di te, della tua persona... mi ripetevano, ed io ho fatto mie queste parole facendone il saluto di commiato. Abbi cura di te, della tua persona... perché tu non sei la malattia, sei ben altro. Sarai pure tutto e il suo contrario, comunque oltre. Assai oltre.

sabato 9 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.45) (Buongiorno signorina!)

E il saluto mi arriva dal giovane allievo che qualche giorno fa non credeva ai miei settant'anni. Ha ribadito il concetto allora, ho pensato e confesso mi ha fatto tanto piacere. Alla vigilia della Festa della Donna è una bella sensazione, oltre la fisicità, l'età e quant'altro c'è qualcosa che resiste oltre il tempo, e fa ben sperare. Non si muore mai del tutto, se si continua a vivere nel ricordo di Chi ci ha amato, e alla luce delle mie recenti esperienze, anche di Chi ha incrociato il Nostro cammino. Riflessione questa condivisa stamattina con una paziente... - Prima scattavo per niente, oggi mi dico... che me ne importa a me, posso non uscirne viva, almeno lascio un buon ricordo. Pensiero da persona saggia, o meglio dalla nuova consapevolezza. In più "Donna", perché le donne per natura vanno ultraspedite in tutto però sono pure capaci di fermarsi se necessario. Sono "tutto" e "il contrario di tutto", ma di questo riparleremo, magari domani, ché è proprio la giornata giusta. Per ora qualche rigo, un saluto, un abbraccio sia pure da lontano. Un giorno dura quanto vale, meglio non aver cura né premura, c'è solo da arrivare a sera... ... di giornate complicate, cominciate con qualche lacrima, continuate in affanno e in ritardo su tutto. Comunque Io sono qui, al solito è tardi, anzi molto tardi, sono stanca pure un po' dolorante, ma in fondo mi tengo su. Si può fare. Comprendo e mi convinco che non devo prendermela per niente. Crollasse il mondo addosso, mi facessero un grave torto, non conviene. Così abbozzo un sorriso, e mi dico...smile. Quasi un mantra da ripetere, e non solo quando l'occasione lo richiede.

venerdì 8 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.44) (6 Marzo)

Un anniversario da ricordare, la ricorrenza di un evento... oggi, di quelli non proprio piacevoli ma comunque foriero di qualcosa che poi sarebbe stato, quel che sono ora. E resiliente vissi la malattia, sono passata per una pandemia, e con ansia tenuta a bada dalla lucidità sono spettatrice impotente di guerre, conflitti ed accadimenti. Quattordici anni fa una mammografia rivelava la ribellione, il tradimento del mio corpo, e fu solo smarrimento dentro e intorno. Passa il tempo, riprendi il filo interrotto, ma è tutto diverso, perché quel che eri non sei più, ciò che hai imparato torna prepotente e a volte asfissiante. E non ci sono più filtri, e tutto ciò che comporta una verità opinabile, appare così com'è, nuda e cruda. Si manifesta impellente la necessità di ristabilire l'equilibrio. Si può, ritornando alla realtà, senza grandi pretese ma in modo credibile, perché si possa continuare ad avere fiducia. Non nascondo che spesso faccio un' infusione per l'anima, di speranza e di coraggio, perché il timore di quel che sarà, mi prende e sento il respiro sospeso, poi... Poi mi ergo dritta e guardo avanti a breve e medio termine, e torno in quella realtà che ho scelto, parallela alla mia di sempre e che insieme si integrano e si migliorano. Spero di poter continuare così. A domani... ché sarà un altro giorno comunque.

giovedì 7 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE ( n.43) (Perdonare oltre il limite)

Sono convinta che nella stragrande maggioranza dei casi la Malattia abbia origine da un grande dolore o da un'esperienza devastante. Stamattina ho ascoltato una storia così, e ancora una volta ho avuto conferma che è così. Chissà se quella Nostra Amica, una paziente amica di Noi volontari intendo, è riuscita a perdonare l'inganno, la violenza subita per mesi. Giustificare, concedere il beneficio del dubbio... perdonare? E si può dire, perdonare ma non dimenticare? Dipende dal valore che si attribuisce al termine, dimenticare. Si archivia nello spazio buio della mente, si lascia il posto al calore delle antiche emozioni più belle, ma resta il ricordo che per fortuna nel tempo si cicatrizza pur lasciando il segno. Ma si perdona, perché conviene anche se comporta uno sforzo notevole. Il Perdono è ciò che serve a rendersi la vita meno difficile. Alla fine ci si può sentire sereni quando si perdona, e questo perché, riconciliati col dolore ricevuto, si è pronti a lasciarlo andare, ricavandone un'esperienza. È onestà d'animo quella che si richiede perché l'esistenza evolva, bisogna guardare avanti... questo necessita, e solo così il Perdono riacquista il senso del termine, diventa cioè "come un dono" per Chi lo concede e lo riceve, perché differenza non c'è. Io lo dico subito, perdono ma non dimentico, però escludo a priori il rancore. La responsabilità è condivisa, gli effetti non proprio, Chi si sente vittima patisce di più. Sembra circolo vizioso. Non lo è. Il desiderio di ritrovarmi in pace fa sì che io perdoni me stessa per aver esagerato ed esasperato una situazione e di conseguenza perdoni anche l'altro. Mi alleggerisco così di un peso, ritrovo l'equilibrio, metto basi nuove per quella stessa relazione interrotta per mancanza di ascolto da parte di entrambi, ed anche per altre a venire. Perdonarsi è cambiare atteggiamento, modificarlo soprattutto a proprio vantaggio. In conflitto continuo con volontà e indecisione, tra amore e rancore rendiamo la Nostra vita un percorso ad ostacoli su una strada senza luce, perché privata della serenità.

mercoledì 6 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.42) (Orgogliosamente fragile)

So di essere fragile, semplicemente perché sento di esserlo. Ho sofferto... soffro per questo? Non saprei dire, perché l'iterata esperienza ha rafforzato la capacità di essere lucida e distaccata, però quando finalmente sono sola con me stessa, non faccio che pensare... pensarci, e spesso un'ombra scende a velare quel che sarà. Non lo nascondo, dopo ogni turno in reparto vado a casa con un forte carico emotivo. Sentendomi di una fragilità estrema, mi dico sempre... e io mi picco di aiutare gli Altri? Non sarò debole, tanto da far danno? E come al mio solito inizia il contraddittorio con me stessa. La persona fragile è anche debole? La Fragilità è propria della condizione umana. Non si deve temere di apparire deboli, perchè la forza nasce proprio dall'umiltà di non nascondere di essere a volte tali. Le Nostre fragilità sembrano "note stonate", poi riflettiamo e un "motivo" che possa riportare comunque armonia lo troviamo. Siamo talmente fragili che a volte ci vergogniamo, eppure la Fragilità non è un limite... anzi può diventare una virtù. Debole non è Chi mostra di tornare indietro, ma colui che si arrocca per presunzione e pregiudizio. Pur fragile è forte Chi ne è consapevole. E concludendo con una metafora, anche il cristallo è fragile, ma per la trasparenza ha la capacità di accattivarsi la luce. E le risposte che ho cercato mi fanno orgogliosamente fragile.

martedì 5 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.41) (La farfalla ha fretta di vivere)

Oggi domenica non facile nella mia quotidianità; mi muovevo per casa simile ad una farfalla all'interno di un barattolo di vetro. Ogni tanto mi succede. Ho parlato poco, perchè le parole sarebbero state semplici suoni messi insieme per banalità, in compenso ho pensato tanto, perché a volte mi sconcerta come va la vita in un senso e nell'altro. Ciò che ho vissuto mi ha reso forte ma non abbastanza da restare impassibile a certi racconti e alle lacrime. Non posso nascondere l'amarezza e a tratti provo anche un vago senso di colpa per quel "privilegio" che non ho chiesto ma che, non nascondo, mi dà gioia. Ma che merito ho avuto perchè fosse così? Frastornata cerco di volar via da quel barattolo di vetro, la realtà appare deformata e i suoni arrivano distorti mentre a questo punto della storia dovrebbe essere ben altra cosa. "Niente avviene per caso"... continuo a ripetermelo e se sono ancora qui un motivo deve esserci, forse, come qualcuno mi ha detto, per metter fuori il meglio di me stessa e mostrare di quali effetti è capace la determinazione di farcela ad ogni costo. A me che coraggiosa non sono mai stata, in verità non sembra di fare chissà che, porto solo me stessa e il mio fardello che man mano diventa più leggero senza poter però esser mai deposto. Ma se ora il ricordo di un momento doloroso come l'aver visto il primo ciuffo di capelli tra le dita e l'ansia per i controlli vogliono appesantire il mio animo, devo oppormi perchè so di poterlo fare, servirà a me e allo scopo per cui mi è stato dato ancora tempo per continuare il cammino. Apro quel barattolo di vetro e la gioia di aver trovato l'uscita fa dimenticare alla farfalla la prigione che l'ha trattenuta fino a poco tempo prima.

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.40) (Un pensiero, un invito... )

Un pensiero, un invito che ha caratterizzato questo giorno. Che aspetti a vivere veramente? Si accumulano giorni che non potranno essere spesi in seguito. Il Passato non torna e solo il Bene torna indietro, anche quando fisicamente non saremo più. Essere contenti e reinventarsi la vita, anche quando va storta. Non puoi raddrizzarla, perché non è Tua facoltà, asseconda l'evento che la guasta, scegliendo al meglio il modo di viverlo. Del resto tutto cambia, ed è inutile restare attaccati all'identità di sempre con certezze create nel corso degli anni. La paura nasce quando all'improvviso le vediamo minacciate, perché le consideriamo parte di Noi stessi, mentre in realtà sono del tutto arbitrarie e mutevoli. Converrà lasciar andare qualsiasi attaccamento ricordando che siamo un "gradino " più su di qualunque idea di certezza. La Vita ci pone di fronte a continue sfide, viviamole come cambiamento adeguandoci, e sarà "vita piena" e non solo ferma al "primo quarto". Vivi l'oggi. Non pensare al passato, non correre per arrivare al futuro. Vivi il presente, "arredalo" al meglio, e fai in modo che sia bello da ricordare o... far ricordare.

sabato 2 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.39) (... e poi)

Dal 1° Marzo di un po' di anni fa in poi mi andrebbe raccontare, e non è detto non lo faccia, magari in un altro libro, che ne dite? Quel primo giorno del mese di marzo incominciava un conto alla rovescia. Finalmente avevo preso coraggio sia pure a stento, e così mettevo in atto la decisione per il percorso alla consapevolezza. La luce e qualche nuvola di questa giornata mi hanno riportato indietro come per un veloce giro di moviola, e ferma all'improvviso è stato destarsi da un sogno, bello o brutto non saprei. Poi il resto del giorno è andato come ogni venerdì. La Speranza la fa sempre da padrona e un ricordo ne sottolinea l'importanza. Qualcuno ricorderà certamente l'Albero della Vita di Nicoletta. Continuava a metter foglie e pensieri, e suggeriva ascolto per accogliere ed imparare. E ricordare. In quel tempo mio che cosa provavo e facevo per non morire dentro? Si dice sempre che ogni caso è a sé, ed è vero, ma ciò che accomuna sono le emozioni, queste si, uguali per tutti. Elaborarle nella giusta modalità fa la differenza. Non mi sono mai sentita vittima né guerriera, perché ho sempre pensato che battaglie e guerre fossero altre. Anzi trovavo quei termini irritanti, e continuo a considerarli tali. Perché un tumore è una guerra che non si sceglie di combattere, e non c'è alcuna chiamata alle armi. Ti trovi, e vai avanti. E spesso ti nascondi come animale ferito, sperando che il nemico ti risparmi e l'amico pure ti lasci stare. Perché non potrà mai capire la voglia che prende di dormire, per non vedere né sentire, e svegliarti solo quando tutto sia finito, passato e arrivi finalmente l'alba di un nuovo giorno. Parole stonate le mie, perché tanto "ormai"? Ma è proprio quest'ultimo termine, ormai, che stona perché quando si entra in un vortice si può finire sbattuti alle pareti per forza centrifuga ma sempre lì si resta, a volte ad occhi aperti, altre volutamente chiusi facendo finta sia mai successo niente.

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.38) (E domani già Marzo sarà)

Come è stato per Dicembre, anche con Marzo il mio rapporto non si può dire idilliaco. Di questo mese persi due nonni, una sorellina, e solo due anni fa mio padre. Si nasce e si muore in qualsiasi periodo dell'anno, e questo è naturale, ma quando, così come per me è stato, si aggiunge pure la diagnosi del tumore, qualche riserva diventa pur lecita. Comunque è ora tarda e questi discorsi certamente non si accompagnano al riposo della notte, quando la mente cerca un'oasi di ristoro. Quindi cerchiamo altro guardando oltre. Vero è che non si può né si vuole dimenticare, però se ci si sofferma a pensare, nel dolore c'è, a saper vedere, un'opportunità, trasformare lo stesso in vita. E tra delicatezza e timore per me si pose il primo seme di speranza. Ne riparleremo, perché vuoi o non vuoi, di Marzo domani sarà solo il primo giorno e altri ne verranno, sicuramente da raccontare come furono quelli miei e i giorni per l'Arcobaleno, all'apparenza persi ma tutti da rivalutare per consapevolezza. Vi lascio intanto ripetendo l'inizio della mia antica favola, un "c'era una volta" cui farà seguito un "... e poi", sempre coi colori dell'arcobaleno,

venerdì 1 marzo 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.37) (Un arcobaleno per tutti)

Ora i miei fiocchi di tenerezza portano tutti i colori, solo a Natale sono in oro e in argento, all'inizio erano rossi e blu. Rosso come il sole a mezzogiorno in estate e blu come la notte mai nel buio più totale. Quando decisi di cambiare i colori dei nastri, dal rosso e blu pensai al verde, tipico della speranza, ma qualcuno suggerì... perché non arcobaleno? Ci sono i braccialetti rossi, facciamo i fiocchi di tenerezza arcobaleno. Bella idea...pensai, ma più che un nastro arcobaleno ne avrei usato diversi, a più colori, nel cestino avrebbero fatto lo stesso effetto variopinto e gioioso. Ero sicura di stupire ancora, non per mio vanto, ma perché tutti potessero sentirsi al meglio, provare pur tra cento pensieri e altrettante ansie, un breve momento di benessere da leggenda. Uniti insieme, forti e solidali. Un arcobaleno per tutti. Un’antica leggenda colombiana racconta la storia di sette bellissime farfalle, ognuna di un colore diverso, che danzavano sempre insieme, unite da grande affetto, e dell’avventura che un giorno le trasformò in un grande arcobaleno, legandole per sempre. È una storia sull’affetto come sentimento forte e duraturo, sul superamento dell’individualismo a favore di una solidarietà degli uni verso gli altri. Una bella immagine. Sii l'arcobaleno nella nuvola di qualcuno... questo il testo di uno dei bigliettini, scelto da una nuora "caregiver", costantemente presente ed affettuosa con la suocera. Ma vedi un po' che cosa le era capitato, proprio azzeccato! Più arcobaleno di lei... sempre accanto, sorridente e colorata, nei momenti bui come nei periodi incerti. Aveva preso per caso il biglietto giusto, dopo che il caso aveva scelto lei.