giovedì 31 ottobre 2013

Connessioni

Ieri... si sarà notato... non ci sono stata. Causa?... mancata connessione di rete.
E oggi... oggi ci sono stata?... si e no perchè la connessione si è comportata da "ballerina", ma la rete non c'entrava affatto ed era solo la mia mente poco "collegata". Sono cose che capitano, basta un'occasione stupida, un malinteso e la "centrale" va in tilt. E magari fino a poco prima tutto era tranquillo e sotto controllo.
Che altra pretesa assurda... sentirsi talmente al di sopra di tutto, ogni sospetto incluso, da poter essere in grado di gestire le situazioni e fare sempre... centro!... senza sbagliare mai.
Volutamente ci illudiamo che sia così... miseramente crolliamo sotto il peso delle illusioni e responsabilità.
Fortunatamente per molti alla base c'è la buona fede e la bontà di intenti, così che la situazione rientra e si ricomincia, prima timidamente poi sempre più con entusiasmo nuovo.
Certo non è per niente facile farsi capire... e quando ci si rende conto di tale e tanta difficoltà prende alquanto lo scoramento, la debolezza si fa largo in ogni arto, s'impossessa di muscoli e nervi... verrebbe d'accasciarsi, e credetemi... non è un'esagerazione!
Poi si raccolgono le forze, si fa una selezione di quelle migliori, le vere e proprie risorse e... si riparte.
"E se non ci vogliono dare ascolto?...", ha chiesto l'altra sera un'Amica al Nostro facilitatore, "... si tenta e riprova ancora...", è stata la risposta, "... perchè siamo Tutti chiamati ad essere veicoli di speranza, ancor più coloro che della speranza fanno la propria ragione di vita, e per questo riescono a vederla anche solo nella gioia di un buongiorno al mattino".

martedì 29 ottobre 2013

L'isola incantata

Un Amico ha definito così... come "isola incantata",  il modo mio, tutto personale di affrontare l'attuale realtà... un post tumore che "riconosce" quel che è stato, l' "accetta" e con cauto ottimismo "sceglie" di andare avanti... sperando.
Mi è piaciuta davvero tanto questa definizione perchè sa di favola, di rifugio e tranquillità... tutto ciò che serve ad una persona come me, per l'anagrafe della Sanità, una 048... un codice di cui non vergognarsi ma andare fieri... visto che sono ancora qua!
Stasera all'appuntamento quindicinale del gruppo di auto mutuo aiuto ha partecipato anche una dottoressa della radioterapia, credevamo in veste professionale, poi solo in ultimo abbiamo appreso da Lei stessa che era una di Noi, 048 come Noi... e l'ha detto quasi con orgoglio. E' caduta come una coltre spessa e il "camice" che indossava non ha contato più... c'è stato chiaro anche il "perchè" del Suo sorriso, tanto speciale... praticamente permanente senza essere stereotipato.
 Un "sorriso" appunto da... isola incantata.
Non so spiegare bene che cosa succede, anche a me... ma quando mi ritrovo con Tutti gli altri, con quella periodicità che fa tanto "attesa" ricca di aspettative... tutto cambia.
Ieri era stata una giornata così così, conclusasi... così, anche con il magone da contrarietà... stamani ho scelto il "silenzio" come compagno, ma nel pomeriggio magicamente mi sono ritrovata nella mia isola incantata, dove le lacrime brillano perchè preziose, le parole e i pensieri diventano "perle" come le definisce il Nostro facilitatore, e la speranza prende corpo nel darsi appuntamento di qua a due settimane...
Ci impegniamo a ritrovarci... per esserci ancora con quella forza, determinazione ed entusiasmo da... 048!

lunedì 28 ottobre 2013

Invia la Tua "storia" all'indirizzo e-mail:
continuarea@virgilio.it
"... per non finire mai di essere" - racconta la tua storia


PARLA DI TE...

"UNA GOCCIA STRAPPATA DALL'OCEANO PERISCE INUTILMENTE.
SE RIMANE PARTE DELL'OCEANO NE CONDIVIDE LA GLORIA DI SORREGGERE UNA FLOTTA DI PODEROSE NAVI"
    - GANDHI -

... e all'improvviso fu il limbo

"... per non finire mai di essere" - RACCONTA LA TUA STORIA
Quanto cambia la vita... il modo di essere e il relazionarsi con l'avvento della "malattia"?
"... all'improvviso nulla è stato più come prima",  afferma Mariangela nel raccontare la Sua "storia"...

"Fino a qualche mese fa non solo la vita era diversa ma anch'io che ora non mi riconosco più.
Comunque meglio raccontare tutto dall'inizio...
Ho 44 anni e un buon impiego nell'amministrazione comunale, a maggio una caduta accidentale induce a sottopormi ad una radiografia toracica, avevo sbattuto violentemente il petto su un marciapiedi e mi era rimasto un forte dolore che diventava lancinante e insopportabile ogni volta che il respiro si faceva più profondo.
Pensavo mi dicessero che fosse per il trauma subito, che magari antidolorifico e massaggi, al massimo qualche antinfiammatorio sarebbero stati sufficienti a far rientrare tutto nella normalità, invece...
Si può ben immaginare la mia sorpresa mista a sgomento quando mi fu detto che c'era qualcosa di più... tre  macchioline irregolari al polmone sinistro. Chiesi immediatamente, in modo meccanico che cosa fossero, e ricordo che mentre parlavo non mi sentivo più io... come se non fossi me, in altre parole ascoltavo il suono della mia voce, non la riconoscevo più. Avevo preso già un lucido distacco dalla fisicità. Probabilmente fu quello il preciso momento in cui la mia vita entrò in una sorta di limbo... non era più nella realtà di sempre, non ancora si proiettava in quella che sarebbe stata.
Mi fu consigliata allora una biopsia... dopo una settimana la diagnosi fu fatta... tumore polmonare.
Cosa scontata se dico che mi crollò il mondo addosso?... non posso farci niente perchè non trovo espressione migliore per spiegare la sensazione di quei primi istanti, solo gli immediati in realtà, in quanto già il giorno dopo altra fu la reazione e le conseguenti emozioni.
Cominciò il mio calvario... per me non c'è stato intervento ma solo chemioterapia che ancora continua.
Ho perso i miei capelli ma durante l'estate mi sono mostrata in giro a testa alta, calva ma fiera. In quel momento ero così, io mi accettavo e non temevo il giudizio altrui, anche a lavoro, anche se vedevo gli sguardi sostare un po' di più. Solo da qualche settimana mi sono decisa a mettere una parrucca... me l'hanno prestata perchè... avevo freddo. Un copricapo come un altro... per ripararsi e minimizzare un disagio solo fisico ma non psicologico per me.
Che altro dire se non che continuo a... sperare? Tutto è cambiato da maggio scorso, all'improvviso nulla è stato più come prima. Pensate che io abito con mio fratello e tra noi c'è stata sempre la massima riservatezza, eppure nei momenti in cui sono stata tanto male per gli effetti collaterali della terapia, gli permettevo di entrare in bagno mentre ero seduta sul water... Sentivo di essere niente... non più una donna, forse nemmeno un essere umano... un altro stadio della mia vita... nel limbo di sensazioni ed emozioni.
Adesso aspetto di tornare quella di un tempo, anche se sono ben consapevole che non potrò essere in tutto e per tutto come prima. Sicuramente però mi accontenterò di esserci.
Un grazie sincero per il tempo dedicatomi, con la speranza che la mia condivisione possa essere di
aiuto."
  Mariangela

Un'altra donna che si racconta... e gli uomini?... quando si mostreranno in pieno e non avranno più paura della propria vulnerabilità?
Continuiamo ad... aspettare le Loro storie... forse potremmo imparare tanto anche dai Nostri "compagni di Vita".

domenica 27 ottobre 2013

Motivazioni

Probabilmente nemmeno le motivazioni sono le mie, nel senso che sono in me ma solo perchè me le ritrovo e di conseguenza non posso fare a meno di seguirle.
A volte nascono dal niente, anche dal semplice guardarmi allo specchio o passare il pettine tra i capelli...
Come stamattina...
Ho già detto che sotto il pigiama continuo a... indossare il reggiseno della ricostruzione, perchè ad ogni risveglio io possa non rivivere il trauma che è stato. Una mammella forse un po' troppo su rispetto all'altra, segnata da una cicatrice sempre più sbiadita ma comunque messa in evidenza dalla mancanza del capezzolo. Difficile non stare a pensarci, soprattutto in quello stato di semi- incoscienza che vorrebbe essere rassicurato dalla "perfetta normalità". E già qua l'espressione è alquanto impropria visto che la "normalità"  non resta mai uguale a se stessa e si adegua alle situazioni in divenire... ma vallo a spiegare ad una mente ancora assopita!... e così le do del tempo offrendo di me un'immagine migliore all'impatto.
Dicevo... stamattina, superato come sempre il primo "ostacolo"... tutto bene.
Poi ho preso a pettinarmi.
Ora è risaputo che, in questa stagione comunemente detta "delle castagne", come cadono queste cadono pure i capelli a tutti o quasi. E' un fenomeno puramente fisiologico, da ricambio stagionale e perciò affatto preoccupante... eppure quella "ventina" di capelli nel lavandino mi hanno fatto venire il magone, naturalmente poi l'ho vinto quasi subito scacciando "quel ricordo", ma qualcosa è rimasto... come un'impronta lasciata da una forte pressione. E dalla mia immagine l'attento interesse è passato alle situazioni altrui che diventano "mie di riflesso", e mi sono tornati in mente quei volti che da un po' di tempo non vedo più... avranno cambiato giorno di terapia?... succede, staranno bene... oppure?!... vorrei non pensarci, speriamo che non sia ma... purtroppo anche questo succede.
E in questo "incerto" che tante volte sfuggo ed altrettante mi prende trovo le motivazioni per continuare a...

sabato 26 ottobre 2013

Un altro giorno...

E dopo l'entusiasmo di ieri per la nuova "idea", oggi è stato un altro giorno, diverso ma vissuto con la medesima curiosità.
Mi chiedo spesso com'è che riesco a destreggiarmi tra mille cose... anche se stanca, a volte pure confusa... fra una "melanzana" da grigliare e un "pensiero" da condividere.
E non è facile.
E nonostante questo ora non ci rinuncerei mai... neanche a pensare di tornare solo alle melanzane, voglio continuare a... immergermi tra cento e più  pensieri pur di ricavarne uno buono... che doni speranza, riporti il sorriso e dia un valore aggiunto a questa mia vita.
Non mi stanco perchè non do affatto per scontato che io sia ancora qui... voglio ripagarlo questo "privilegio", dimostrando che tutto sommato ne è valsa la pena e non è stato un "cattivo affare".
E intanto sorrido... a Chi mi accoglie col sorriso rendendo più facile il concretizzarsi dei buoni intenti, e anche se non di più, pur se in modo diverso, a Chi ha gli occhi lucidi di pianto.
E poi accarezzo quella mano stanca su cui poggia la parte dolente di un volto colpito ancora, che rivela sfiducia e delusione per essere stato tradito di nuovo da se stesso. Credici... ripeto, non smettere di farlo, vedrai Ti sentirai meglio, e dimenticherai quello che è stato.
E alla fine mi "guadagno" un abbraccio che mai avrei pensato... per una scatola di fili da ricamo donata ad un'infermiera, ed un "grazie" col Cuore ed un sorriso da parte di un'altra... per un incoraggiamento estemporaneo venuto non so come né perchè.
A questo punto mi chiedo anche... ma com'è che tutto ciò può esser solo opera mia?

venerdì 25 ottobre 2013

Introduzione ad un nuovo progetto

Il CANCRO... verità e mistero
Poche righe scarne compensate dall' eccesso di aggettivi per raccontare una storia di malattia, la mia... questo fu nel nascere "Continuare a...", e nel titolo era implicito il suo futuro.
Sono passati più di tre anni ormai e questa che col tempo ho preso a considerare come una mia creatura, è cresciuta.
Il mio blog è diventato qualcosa di più, altro da quello che era l'iniziale intento... si è ampliato ed arricchito anche grazie ai numerosi seguaci che molto spesso hanno interagito mediante commenti inducendo alla riflessione generale.
Infine è di questi mesi l'ultima grande iniziativa... raccogliere testimonianze, "storie" per dare conforto e validità alla "condivisione", grande strategia dall'inconfutabile potere terapeutico.
Che dire?... è stato un autentico successo, al Nostro indirizzo sono pervenute decine di e-mail con storie semplici, toccanti ma vere. Chiunque ha vissuto vicende simili, leggendo si sarà ritrovato e magari se non l'ha ancora fatto, seguirà l'esempio e deciderà di raccontarsi. Abbiamo anche visto che le donne sono più portate a venir fuori, a parlare coraggiosamente della propria vulnerabilità... gli uomini invece, più restii... e in ogni caso pure in questo si è fatto un passo avanti.
Ora... per accorciare ulteriormente le distanze che separano dalla caduta definitiva, almeno si spera, di un mito quale è quello del CANCRO, male non più temibile di tanti altri, statistiche alla mano... è venuta fuori l'idea di un altro "progetto": IL CANCRO VISTO IN OGNI SUO ASPETTO, scientifico, medico, psicologico... e perchè no?!... pure "letterario".
E' chiaro che a questo punto servirà l'aiuto di Chi legge... di VOI TUTTI. Chiunque vorrà aiutarci farà cosa gradita... dovremo costituire una forza, un'altra delle tante per continuare a... lottare, per mettere "il maledetto" con le spalle al muro.
E alla fine... vedremo Chi la spunterà... se riuscirà ancora a far tanta paura.

N.B. Il "materiale" riguardante l'argomento, IL CANCRO IN OGNI SUO ASPETTO, potrà essere inviato sempre all'indirizzo e-mail: continuarea@virgilio.it

giovedì 24 ottobre 2013

Le stille di sangue di Dioniso

Sarà stato sicuramente merito del melograno! Ne ho parlato ieri a lungo, ho dato persino la ricetta del risotto... non con i funghi, sempre col melograno, e... da quel momento in poi, prima gradatamente e pian piano con maggiore determinazione, è stata energia vitale. Proprio ciò che simboleggia questo frutto strepitoso...
Ho trascorso una giornata... con entusiasmo.
Stamattina sono uscita con l'Amore della mia Vita... una passeggiata al sole caldo di questi giorni che poco ricorda l'Autunno ormai in pianta stabile... un'occhiata alle vetrine e tanti progetti. Di solito non mi piace farne, mi pare azzardato e scaramanticamente cerco di astenermi, anche se riconosco nella progettualità lo"scatto in avanti" della speranza.
Ritorno a casa... pranzo a base di risotto... ma con la zucca, altro prodotto della terra che sa di sole, allegria e voglia di vivere, e il pomeriggio?... al cinema, come non succedeva da tempo... per non pensare, come succedeva un tempo. Il periodo "cinematografico" più intenso risale infatti all'epoca del "tumore... speriamo che non sia", quando cercavamo la distrazione ad ogni costo per non pensarci, appunto...
Ed anche adesso, in questo periodo di controlli intensi... meglio non mettere troppo pensiero a quello che sarà, serve solo a guastarsi l'umore e non potrebbe mai cambiare ciò che sarà.
Continuare nella piena normalità, senza dar corpo ai fantasmi inevitabili che non temendo la luce del giorno, arrivano persino a renderla fioca... questo alimenta davvero l'ottimismo e ravviva la speranza.
Andrà bene... me lo ripeto ogni giorno più volte al giorno... come terapia per il corpo e lo spirito, e perchè sia più efficace le darò visibilità... con un cesto di melograni, posto al centro del tavolo nella mia cucina.
Lo preparerò nei prossimi giorni, ora che ne è la stagione... che i frutti dalle "stille sanguigne" siano per Tutti augurio di prosperità, energia e buona salute... tantissima buona salute.

mercoledì 23 ottobre 2013

Per raggiungere le stelle

Subito non si può ma dopo tutto difficile non è... basta seguire l'arcobaleno, anzi "cavalcarlo" fin lassù... dove sono le stelle.
Perchè l'Iride c'è, è sempre presente anche se a volte si nasconde dietro le nubi o si copre con la coltre scura della notte.
Le nuvole non restano ferme, sostano ma basta il vento un po' più sostenuto per portarle via... e passano. Come pure il buio dura lo spazio di ore, poi è rischiarato lentamente dalle prime luci dell'alba ed è... giorno con l'entusiasmo e la speranza di quel che sarà.
Non chiedetemi perchè... non saprei rispondere, ho inteso definire con questa sequenza di immagini, il rapido susseguirsi dei miei stati d'animo in queste ultime 24 ore.
Ieri... c'erano un po' di nubi nel mio cielo, la "noiosa" ripresa dei controlli, il ritorno inevitabile di certi ricordi e le ansie e il battito incostante del cuore, avevano rabbuiato la mia consueta solarità, ma poi... è stato...
Oggi... e il vento dell'entusiasmo, di quella serenità da contagiare ha spazzato le nuvole che già sul finire del giorno andavano sfilacciandosi.
 E in quelle stanze ho preso ad andare con un'energia nuova... e mi sono seduta ad ascoltare... con la mia scatola sulle gambe, a rispondere a Chi mi faceva domande per... sperare.
"Senti... Ti voglio chiedere una cosa. A me piace assai un frutto ... il melograno. Faccio bene a mangiarlo?"
In quel momento mi sono sentita come a scuola, quando interrogata alla sprovvista riuscivo a rispondere bene anche senza aver fatto l'ultima ripassata. Che fortuna, mi son detta... posso rispondere perchè su questo argomento sono ferrata e potrò essere persino convincente, e visto che ci sono... darò anche una ricetta... il risotto al melograno!
"Certo che puoi mangiarlo... quanti ne vuoi. Il melograno è al primo posto tra gli otto alimenti antitumorali... fa benissimo!"
Come prevedevo... ho convinto... ho dato anche la ricetta... e poi sono stata contenta...
Ho raggiunto le stelle.

martedì 22 ottobre 2013

E si ricomincia

Non è possibile che siano passati già sei mesi... ma sono sei davvero?
 In verità poco più di cinque, perchè bisogna partire da lontano per arrivare in tempo.
Neanche si dovesse salire sul podio per essere premiati... e poi quanta fatica in quel ripercorrere un "dolore" forzatamente "smussato", "edulcorato" da pensieri positivi a volte raccattati qua e là... per non morire.
Mi si perdonerà se stavolta non sono così pimpante... è che da oggi si ricomincia.
Secondo controllo dell'anno appena partito... ne avrò per l'intero mese che viene... terminerà poco prima di Natale. E se tutto andrà per il meglio... quest'altra proroga sarà il regalo più bello. Un tratto di strada... uno "strapuntino" di vita ancora.
Comunque da oggi... meno uno, e guardiamo avanti.
Quando entri nel vivo di questi appuntamenti, la cosa che conforta è che mentre aspetti il Tuo turno il senso di solitudine si annulla, come pure quello di "unica vittima sacrificale", e se poi guardi intorno e ancor meglio prendi a "socializzare", scopri anche di essere stata "superfortunata" in questa sorta di "lotteria" al contrario.
Stamattina ad esempio in una sala d'attesa c'erano due donne molto più giovani di me... sicuramente alla Loro età non avevo assolutamente quel certo tipo di ansie e pensieri. Poi... anche l'esperienza affina forza e capacità nel dolore... la soglia dello stesso si fa più alta, e l'affidarsi a ciò che sarà senza lasciarsi andare diventa la strategia più grande.
Così può succedere che se in attesa di un esame un tantino "invasivo" senti un grido provenire dal luogo dove di lì a poco ti troverai, non perdi la calma e non Ti prende la paura... perchè ricordi bene quante ne hai viste e passate nel corso degli anni, soprattutto gli ultimi...
Credevi sempre di non farcela... eppure, passo dopo passo... proroga dopo proroga sei arrivata fin qui...

lunedì 21 ottobre 2013

la mia storia: un cancro "desiderato"

"...  per non finire mai di essere" - RACCONTA LA TUA STORIA
Una "storia" di forti emozioni, l'ho letta quasi senza prender fiato.
Il "desiderio" della malattia esaudito?... o piuttosto finalmente la "possibilità" concreta di crescere, capire il valore di un sentimento che, se autentico... mai ha da pretendere?

"Non pensavo potesse capitare davvero a me, a me che ero ipocondriaca, che
anche
per un raffreddore restavo a casa per paura di avere la febbre, a me che
ogni
giorno pensavo al tumore per qualsiasi dolore avvertissi, a me con un
fratello
disabile in casa...eppure, una sera, in un momento di profonda tristezza,
ho
chiesto a Dio di farmi venire una malattia per carpire le attenzioni del
mio
fidanzato che non avevo più ormai da tempo...ed eccomi accontentata. A
distanza
di qualche settimana, la scoperta di quel carcinoma al seno sinistro
avvenne in
piena regola senza sconti. Dopo due settimane di incredulità, al via con
gli
esami di ecografia, mammografia e biopsia per cercare di capire la vera
natura
ma dentro di me sapevo già tutto...E così è iniziato il conto alla rovescia
per
il giorno dell'intervento (13 marzo 2013 - giorno della elezione di
papa
francesco), una vera benedizione ma anche l'inizio di una lunga e
travagliata
sofferenza fisica e psicologica. Ho pregato tanto, mi sono riavvicinata al
Signore e sono arrivata a quel giorno con il pensiero di una grazia
(pensiero
da superbi...) e quella grazia ci fu perchè la mattina ero stranamente
tranquilla, non dormivo da giorni, avevo fatto tremila visite e soprattutto
non
avevo mai messo piede in un ospedale da ricoverata, neanche due anni prima
quando, a causa di un brutto incidente stradale, mi ruppi la testa. Tutto
andò
bene, intervento riuscito, cicatrice perfetta, ma di lì a poco mi
aspettavano
altri calvari. Mi fu detto "ora sei sana", ma non era così,
un'altra diagnosi
infausta era pronta su un bel piatto d'argento per me: numerose
metastasi alla
colonna vertebrale e al femore destro...Tutto questo stava proprio
accadendo a
me, un vero incubo come in un film, mi vedevo in terza persona, non ero io
ad
andare in giro tra i corridoi dell'ospedale tra visite ed esami, non
ero io a
soffrire dentro ad un letto di dolori atroci, non ero io a restare sveglia
per
notti intere su un giaciglio che per me era diventato il mio peggior
nemico,
non ero io a essere ogni giorno vestita dalla mia mamma, non ero io a
sentire
la mia schiena spezzarsi in due ogni qualvolta dovevo alzarmi da una
sedia... E
così presto il primario di oncologia mi fece ricoverare nuovamente, a due
mesi
dall'intervento, per approfondire l'origine di questi dolori: ed
ecco l'atroce
scoperta tramite tac e risonanza. Nessuno mi credeva, quasi tutti (eccetto
mio
cugino) pensavano che erano dolori nella mia testa e nulla più, che forse
per
la prima volta volevo attirare l'attenzione su di me...io che ero e
resto una
persona timida e riservata...Ma non è finita qui, l'ultima sera in
ospedale
avviene quello che una persona fidanzata da 14 anni non vorrebbe mai
scoprire:
il tradimento del partner. Una sofferenza dilaniante, straziante, forse
ancora
più forte di quelle scosse elettriche che ti lasciavano impietrita, più
forte
di girare a braccetto nel corridoio di un reparto (poi rivelatosi il più
bello
per le storie di amicizia che nascono tra pazienti e sanitari sempre pronti
ad
una parola di conforto) che mai nessuno vorrebbe metterci piedi nenache per
andare al bagno...ma quella scoperta è stata invece una vera benedizione
perchè
è servita a farmi distrarre dalla malattia, a non pensare a quello che mi
stava
capitando nel corpo....quanti pianti, quante lacrime ma anche tanti
sorrisi,
abbracci e testimonianze di affetto da parte di tanti amici e parenti come
non
avrei mai immaginato...e sono stati tutti loro a tirarmi su, a farmi uscire
dal
baratro in cui ero finita...per quanto mi riguarda, volevo solo morire,
cercavo
la morte perchè la mia vita non aveva più ragione di essere: avevo perso la
salute, l'amore e il lavoro...non restava che uscire di scena e
chiudere il
sipario una volta per sempre...e invece, piano piano, a piccole dosi, tanti
segni e miracoli divini si sono manifestati a me che non credevo più in
nulla,
le mie preghiere erano agitate, dettate dalla più cieca disperazione e dal
più
profondo sconforto...e così ho ripreso in mano la mia vita, sono tornata a
prendermi cura di me, a star bene con gli amici cari, a trascorrere le
giornate
nell'ozio più totale, a chiacchierare con gli amici fino a tarda notte
sotto
lampi, fulmini e saette, ad andare in spiaggia per gustare una notte
stellata
di settembre, a bere succhi e mangiare cornetti al bar con le mie dolci e
tenere amiche, a passeggiare sotto al bel sole cocente, a pregare in una
chiesa
silenziosa...ora sto curando le mie ossa ma la cosa più bella è
riassaporare la
vita come non mai, nei piccoli gesti quotidiani, da un saluto, ad un
abbraccio,
ad un sorriso, ad una carezza...prima avevo tutto ed ero triste, ora ho
perso
delle cose ma sono estremamente serena e finalmente posso dire di toccare
con
mano la gioia di vivere...Bisogna credere che Qualcuno da Lassù rimette a
posto
la nostra vita come i pezzi di un bellissimo puzzle... Cordiali saluti.
Iannina
C. '75

Beh, che altro aggiungere se non che di nuovo come a tanti... l'inquietudine  che precede la malattia, questa stessa che riporta pur nello scombussolamento, ordine e poi pace... e finalmente la "consapevolezza", la serenità raggiunta quotidianamente con le piccole gioie e l'amore per se stessi.

N.B. Invia la Tua storia all'indirizzo e-mail: continuarea@virgilio.it - "... per non finire mai di essere"
LA TUA, LA SUA, LA "NOSTRA" ESPERIENZA... TESSERE DI UN MERAVIGLIOSO MOSAICO

domenica 20 ottobre 2013

Sto pensando...

Quanto possa irritare una domanda a bruciapelo si può ben immaginare... e non perchè non Te l'aspetti visto che è sempre la stessa, bensì non hai mai la risposta pronta.
"A cosa stai pensando?"... e l'interrogativo mi si para avanti posto da persona che non conosco, diciamo pure inesistente. Ci penso su, sempre un po' prima di rispondere o meno, perchè...
I pensieri possono essere tanti, anche nello stesso tempo confusi e contraddittori, felici e dopo un po' tristi, carichi d'entusiasmo e all'improvviso da cancellare per la delusione.
E stamattina  a quella ripetuta domanda avrei risposto più volte e sempre in modo diverso.
Sto pensando... a Chi intenzionalmente o meno, forse perchè confuso o convinto di aver trovato un modo "divertente" e mai noioso di occupare il tempo, porta a tratti "me"a perdere la pazienza. Vero è che difficilmente questo a me succede... però succede, e se mi stanco... giuro... getto la spugna, e... amici come prima?... non saprei.
Sto pensando... a Chi con l'inganno s'intrufola dove non dovrebbe per speculare sulla sofferenza altrui. Diamine... ma il buon senso dove mai sarà finito?... e quale speranza di "venale successo" potrebbe avere un Tal dei Tali presso "Anime" che cercano di riconquistare un angolo di "cielo" per un po' negato?
Sto pensando... infine che non devo farmi vincere dalla delusione, e invece continuare a... credere in un sogno che pur tale mi darà ragione sempre... magari non subito, magari non abbastanza però quel tanto che la fiducia nel domani mai mi abbandoni.
E tutto il resto?... è noia!... come qualcuno cantò.

sabato 19 ottobre 2013

"... per non finire mai di essere" - RACCONTA LA TUA STORIA


Invia la Tua storia all'indirizzo e-mail: continuarea@virgilio.it
CONDIVIDI LA TUA STORIA... AGGIUNGI UNA STELLA TRA LE STELLE NEL CIELO DELLA SPERANZA 

Mary

Ora per l'ottanta per cento, le persone che mi conoscono mi chiamano così... Mary, sfatando un grosso mito... che un nome comune come il mio non possa essere originale.
Quando nacqui, tantissimi anni fa... mio padre fu il solo ad osare, rendere "straniero" il nome più italiano che c'è, e di rimando mamma e nonna lo riportarono al "giusto rango" arricchendolo di diminutivi e vezzeggiativi da "voltastomaco". Col trascorrere del tempo gli ridiedero dignità come da anagrafe e così mi restò... affibbiato, sopportato e alla fine accettato.
Poi... per dar conferma ai cambiamenti che sarebbero stati, con la malattia il nome si modificò ancora e fu... Mary, così come mi chiamano.
"Buongiorno, Mary... how do you do?", mi ha salutato stamattina la dottoressa al computer, pur essendo più italiana di me. Anche Lei!... ho subito pensato, e in Cuor mio però sono stata contenta perchè... ogni volta che mi chiamano così, ho come l'impressione di ricevere una coccola e una carezza con un serio intento di familiarità.
Ho indossato il camice, ho preso la mia scatola e sono uscita fuori in corridoio, e di nuovo... "Ciao, Mary...", il saluto dell'infermiera più buona che c'è. Ma "si saranno parlate"?... ho ripreso a pensare, però il sorriso che aveva accompagnato quel saluto era così bello ma così bello che... il "bis" ci poteva stare senza farmi sazia.
Ed evidentemente tacita la voce che non fossi sazia ancora si era diffusa, perchè... sono entrata in una stanza e "la signora dei gattini" ha esclamato... "Finalmente, Mary... Ti aspettavo!"
Beh... non c'è due senza tre...e tre, come sempre sono state le caramelle che Le ho dato... senza zucchero, come piacciono a Lei per gusto e necessità, ma ugualmente dolci come questo nome che ora mi porto addosso, donato e assai gradito.

venerdì 18 ottobre 2013

Contagio

E' la malattia che ci riguarda notoriamente non contagiosa, almeno dal punto di vista fisico... mentre la si può considerare tale per l'atteggiamento con cui la si affronta o... in uno stadio ancora precedente, ad essa si approccia.
Tante volte l'abbiamo ripetuto... la positività aiuta davvero anche dal lato terapeutico, rinforza il sistema immunitario e potenzia i farmaci.
Ma sarà vero? A parte che è per metà provato scientificamente... per il resto crederci comporta grave rischio per la salute? Non credo... e allora perchè non convincersi di questo ennesimo pensiero positivo?
Per quel che mi riguarda l'ho fatto all'epoca e continuo ancora... sempre e soprattutto quando, come in questo periodo, si avvicinano i controlli semestrali. Così mi "lascio contagiare" e "contagio" positivamente, in ogni ambiente, dentro e fuori casa... in casa non si accorgono dell'ansia, fuori... "ricarico" il sorriso.
Come? Tornando indietro nel tempo... a quando questa "storia" cominciò e forse ancora prima, quando "mi sbattevo" inutilmente, ignara di quel "domani" che non avrei mai scelto. E rivivo i momenti bui, la sensazione di triste solitudine a cui inizialmente volevo appartenere e, di rimando il vederla contrastata da tutte le "persone speciali" capitate sulla mia via. Ecco... proprio queste sono state le prime a contagiarmi di positività, non tanto la mia famiglia. Ai "Miei" pensavo con un velo di tristezza e pure con un vago senso di colpa... mi dispiaceva procurare Loro dolore e avrei preferito addirittura... caso mai fosse stato possibile... non essere mai entrata nella loro vita.
Tant'è e comunque il tempo è passato... e solo ieri ho capito che ad asciugare le mie lacrime di colpa e trasformarle in sorrisi sempre più ampi e convinti, un po' d'impegno ce l'hanno messo pure Loro... i miei figli e il "Compagno di una Vita".
"... mi ricordo, mamma... facevi la chemio sempre il martedì, e noi quel giorno mangiavamo sempre meglio del solito, perchè tu, già la domenica pomeriggio preparavi la pasta al forno. Ogni martedì... poi tornavi a casa  ed eravamo contenti perchè comunque c'eri..."
Già... "c'ero", con la nausea, il cerchio alla testa e la bocca al "gusto" di naftalina... ma c'ero, contenta di esserci, coccolata dalla rassicurante "normalità".

giovedì 17 ottobre 2013

Una brioche e un cappuccino

"Se ce la farò, sarà stato merito di una brioche e un cappuccino che ogni mattina aspettavo con ansia, proprio nel periodo più buio della mia vita...", così mi parlò un'Amica tra "quelli che contano", ed io da allora ci penso sempre. Sarà per questo che pure per me il "rito mattutino" è l'unico momento della giornata che vivo  con "speranzosa tranquillità".
Semplici appuntamenti, piccoli traguardi da prefissarsi e raggiungere... gioie minime per una serenità al massimo livello.
Ed ancora, un altro appuntamento...
Ieri in reparto ho rivisto l'Amica delle mille e uno ricette e trucchi in cucina, Le ho detto subito che ho seguito il suo consiglio... un cucchiaio di farina nel ragù alla bolognese, per renderlo denso e cremoso, ed è andato alla grande...
Un sorriso che ha illuminato il volto e...
"Ma io te l'avevo detto, no?! Vedrai che ti mangi... un sugo da leccarti i baffi. Adesso te ne suggerisco altri di trucchi, perchè la cucina è fantasia e pure intelligenza... anche con pochi ingredienti puoi preparare un pranzo da re. Ad esempio...", "no no, aspetta...", Le ho detto allora, "... non voglio perdermene uno, e poi devi darmi anche la ricetta delle frittelle, degli involtini di melanzane... Facciamo così, la prossima volta porto carta e penna e mi annoto tutto. Dai... che se ci mettiamo d'impegno facciamo un libro e magari lo diffondiamo pure tramite internet. Eh... che ne dici?", "Uhh, magari... mi piacerebbe assai", e dicendo così mi ha dato una "bottarella" sulla mano, come segno di approvazione.
Mi era venuta proprio una bella idea, così estemporanea dallo straordinario potere terapeutico per l'animo sempre in tensione e col senso continuo della precarietà. Piccoli "progetti" per continuare a... credere in se stessi e nelle possibilità di una vita apparentemente "matrigna".
In un'altra stanza... sempre lo stesso giorno...
Un paziente non giovanissimo alla Sua "prima volta" tremava rannicchiato, cercando di coprirsi con uno striminzito giubbino estivo. Ho preso una coperta dall'armadietto e ho rimediato a quel disagio "tipico" che ben conoscevo, gli ho dato anche una caramella e dopo un po' si è calmato e si è lasciato andare persino ad un largo sorriso...
Ad un certo punto mi ha detto... "Senti un po'... domani devo venire un'altra volta, me ne fanno una al giorno. Che dici... è per dargli subito in testa a 'sta brutta bestia?", "... beh, diciamo... più o meno è così", "Hai visto!?... io l'ho capito subito. Grazie... e grazie pure per la caramella... m'ha aggiustato lo stomaco, anzi no... lo stomaco me l'hanno tolto. Mi ha aggiustato... un poco l'allegria e mi è passato il freddo. Sto bene ora... sto bene anche così".

mercoledì 16 ottobre 2013

La Speranza in concreto

E si continua a... parlare di speranza.
Ieri soprattutto è stato l'argomento centrale della serata... la speranza non in termini accademici ma di "concretezza". Perchè, è inutile dirlo... il rischio di cadere nella vuota retorica c'è, e di conseguenza restare con un pugno di mosche in mano, disorientati e confusi... naturalmente disillusi.
All'inizio dell'incontro il "facilitatore" ha spiegato il Suo punto di vista in proposito, poi... parole sue... ha posto la "palla al centro" perchè venisse "rilanciata" tramite qualche intervento.
In particolare si è rivolto a due pazienti, cosiddetti "di frontiera", e ha chiesto che cosa fosse per Loro, la speranza... ma che si esprimessero semplicemente e con fatti provabili, perchè il loro messaggio forte e chiaro potesse raggiungere il segno e restare come promemoria per Tutti gli Altri.
Il "primo" ha detto che per Lui la speranza è pensare ogni sera di star bene il giorno dopo per poter andare a far la spesa e comperare ciò che gli occorre... e poi cucinare quel che gli piace.
Per il "secondo" invece, è mettercela tutta, fare il possibile per vedere il nipotino crescere, diventare grande... verosimilmente adulto.
Poi si è fatta avanti un'altra Amica, in terapia da qualche mese...
"La mia speranza è vedere ciò che mi è capitato con la massima positività. Il cancro si è già portato via il mio papà in tre sole settimane... ed anche una cugina dopo sette anni di sofferenza... con me non riuscirà nella sua impresa, non deve... ho tanto da fare, tinteggiare tutta casa, riprendere a lavorare all'uncinetto, leggere e cucinare. E poi... voglio assolutamente diventare nonna! E' un desiderio di tutte le mamme, no?!... ed allora perchè ad Altre... si?... e a me dovrebbe essere negato?"
Nonni e nipotini... è un argomento ricorrente nel "Nostro ambiente", quasi un "chiodo fisso" per ognuno. La vogliamo vedere lontana la fine,  per questo ci attacchiamo saldamente alla vita... e i "Nonni" di vita alle spalle ne hanno tanta, e altrettanta ne hanno davanti i "Nipoti" con il futuro ben stretto nel pugno.

martedì 15 ottobre 2013

Dolcezze e tenerezze senza fine

E per non smentire il carico emotivo menzionato nei giorni scorsi, oggi si continua col secondo incontro del gruppo di auto mutuo aiuto.
Grande soddisfazione per aver ottenuto una sede più consona, pur nell'incertezza se sarà o meno definitiva... Probabilmente dovremo accontentarci di "date alterne", comunque andrebbe lo stesso bene pur di ritrovarci Tutti insieme due volte al mese... come anche ha sostenuto un'altra componente del gruppo.
Ogni volta il "gruppo" cresce di unità e non solo... perchè mostra di maturare ed entrare pienamente nello spirito prefissato. Si respira aria di speranza, piano piano e non più con l'affanno di Chi si sente venir meno. Sta diventando "consapevolezza" vera... la speranza non più "ultima dea" ma "bene" a disposizione di Tutti anche i più... disperati. Può sembrare un controsenso e non lo è, in quanto se si riesce ad entrare nell'ottica giusta della vita, ogni evento non è mai tragico come diversamente potrebbe apparire.
Vivere non è sempre facile... questo per Tutti, le difficoltà si presentano sotto forma di vicende diverse ma la sostanza resta la stessa. Eppure alcuni le vivono meglio e le superano altrettanto.
Perchè?
Cambia il modo di vederle... predomina l' "ottimismo" che è poi sempre vincente.
Stasera è stato più volte ripetuto ed anche provato da molti di Noi, "esempi" presenti... che la persona ottimista rischia meno di ammalarsi o se colpita da malattia ha più possibilità di "cavarsela". Sia ben chiaro... cavarsela... magari, nel caso del cancro, forse non guarire ma riuscire a convivere e anche a lungo con la malattia stessa. Una vita tutto sommato normale... se la "si desidera" con tutte le proprie forze, progettando il "domani" giorno per giorno, così semplicemente... senza pretese.
Bellissimo incontro quello di oggi... con testimonianze da lasciare senza parole... conclusosi come sempre con le "dolcezze finali" e i "fiocchi di tenerezza"... biscotti e pasticcini e pensieri da cui attingere positività.
Terapia senza effetti collaterali, semplice ricarica per il corpo e lo spirito.

lunedì 14 ottobre 2013

Non è che un "disegno" preciso...

"...per  non finire mai di essere" - RACCONTA LA TUA STORIA
Come dicevo... si è appena conclusa una settimana a "pieno carico emotivo", e a quanto pare se ne appresta un'altra di tutto rispetto, se già diamo credito alla "storia" di oggi.
A me personalmente ha fatto venire brividi di emozione...

"Voglio raccontare una storia... è mia e non è mia, nel senso che la protagonista non sono io, il Cancro non mi ha scelto ma comunque mi ha segnato.
Per questa malattia ho perso un fratello e una nipote, padre e figlia, la seconda è andata via per prima a causa di un tumore al cervello.
E' un'unica trama quella che racconto perchè sono sicura che mio fratello si è ammalato allo stomaco per il grande dolore provato. Mia nipote aveva vent'anni quando Le fu diagnosticato il tumore, un indebolimento della mano ne era stato l'unico sintomo, gli esami infiniti e dettagliati avevano portato alla triste verità. Fu operata ma senza prova di appello... di là a due anni sarebbe volata in Cielo. Perchè al Cielo apparteneva già quando era qui, in terra... una ragazza virtuosa e di gran fede, era fidanzata ed aveva fatto voto di castità fino al giorno del matrimonio. Purtroppo quello che era stato detto, avvenne... e la mia nipotina dopo due anni non fu più. I genitori restarono nello sconforto e l'unico pensiero che li teneva su, era quello che certamente la loro "bambina" fosse tra gli Angeli. Il fidanzato intanto, continuando a... sentirsi profondamente legato a Lei, decise di abbracciare la vita religiosa... entrò in seminario, quando fu il tempo diede i voti e diventò sacerdote. Perchè esercitasse il Suo ministero gli fu assegnata una sede vicino al paese dove viveva la famiglia della Sua "cucciola".
Sono passati tre anni e ad un certo punto anche mio fratello si è ammalato... per Lui, il calvario è stato più breve, forse perchè pian piano si era lasciato andare e già prima aveva volutamente trascurato sintomi importanti. Era inoperabile e l'unico approccio terapeutico per Lui è stata la chemioterapia... dopo quasi otto mesi non ha retto più. E il funerale è stato celebrato dal "fidanzato" della Sua "bambina", diventato ministro di Dio.
Un "cerchio" che si è chiuso... l'Alfa e l'Omega che si ritrovano come l'inizio e la fine, e all'interno Tutti gli Altri che nella riconsiderazione dei fatti trovano il conforto di una "ragion d'essere", motivazione e fine.
Noi pensiamo spesso a quello che è successo e a come tutto si è svolto, e alla fine non manca mai l'accenno di un sorriso. Tanto è stato chiaro e preciso quel disegno di Dio...
Ho voluto raccontare questa storia perchè anche se all'apparenza è senza lieto fine... è carica di speranza... speranza in Qualcuno che comunque non ci abbandona anche se... come invece vorremmo, non può contrastare la sofferenza e il dolore... speranza in un "senso" che non manca mai a tutto ciò che ci succede.
Grazie... per questa opportunità, grazie per tutto..."
  Carmela

Trovo la storia di oggi emozionante e commovente insieme... e non posso non pensare alla mia, di storia e a come tutto è andato. Necessariamente c'è un "senso" e un "fine"... non credete?
E quanti di Voi... leggendo ora queste righe non hanno pensato la stessa cosa?... perchè allora non raccontarsi!?

N.B. Invia la Tua storia all'indirizzo e-mail: continuarea@virgilio.it - "... per non finire mai di essere"
CONFRONTA LA TUA ESPERIENZA CON LE ALTRE... RIUSCIRAI A DARE FINALMENTE UN SENSO AL TUO DOLORE.

domenica 13 ottobre 2013

Uscire da sè

Si conclude una settimana che mi ha visto in continuo "movimento emotivo"...
A volte se mi soffermo a pensare, o per essere più precisa... riesco a rallentare il vorticoso girare da trottola che mi prende... mi pare di frequentare un "corso" di quelli in cui si procede per gradi di difficoltà, in pratica... "a livelli". Però in questo caso non saprei dire quale sarà l'ultimo, visto che il tempo va e l'impegno aumenta e  "nessuno" mi dice... sei quasi per arrivare alla conclusione.
Comunque, meglio così perchè credo proprio che sarebbe la fine, sia in senso fisico che figurato.
Come pausa ad un "ritmo frenetico" prendo a pensare a cosa sarebbe stato se non avessi fatto ciò che faccio... intendo, dopo la malattia. Probabilmente, presa dall'ansia sarei stata a rimuginare tutto il tempo... avrei visto il futuro come possibile "nemico mascherato" e continuato a... fare una sorta di conto alla rovescia fino al compimento del quinto anno di sopravvivenza... e anche oltre, perchè non si può mai dire.
Che vita sterile sarebbe stata... invece, chiaramente non per mio merito... sono riuscita in una cosa che manco pensavo esistesse o fosse possibile... uscire da se stessi.
Ho imparato a "guardare me" come "altro da me", ad aiutarmi, coccolarmi ed amarmi. Ho fatto in fretta, ed esaurito il "compito" ho scoperto di avere ancora tante energie e risorse, ed allora... ho cominciato ad "osservare intorno" ed ho trovato dietro, accanto e avanti a me tanta "umanità" e sofferenza, sentimenti ed emozioni... e mi son fatta prendere e coinvolgere come se Altri fossero me, o della mia famiglia.
E non ho visto differenza... e sono stata meglio... e forse, se ora sono qui a scriverne è stato grazie a tutto questo. Uscire da me stessa e sentirmi forte pur nella vulnerabilità.

sabato 12 ottobre 2013

Con poca convinzione

"... che per Noi... è più facile, poichè abbiamo la preghiera cui affidarci. Se siamo credenti!?... perchè Tu lo sei, credente...vero?"
Mi ha guardato negli occhi, poi ha mosso la testa come per dire... si e no.
"A credere... ci credo, ma ora non riesco più a pregare, sono presa dai pensieri e sento le formule vuote e prive di significato. Continuo a... pregare, però... così...", "... con poca convinzione...", l'ho interrotta io, e Lei, sentendosi scoperta e arrossendo, si è aperta in un sorriso ampio, "... e giusto per scrupolo", a questo punto ho concluso, e ancora una volta e sempre più rossa ha confermato con il "linguaggio del corpo" ciò che io avevo sostenuto.
E' tutto sacrosanto e vero... c'è un momento in questo genere di "storia" in cui si realizza, pur da credenti convinti di non riuscire più a pregare come si è sempre fatto, eppure se ne sente il disperato bisogno non fosse altro che per aggrapparsi a qualcosa di concreto. E così persino Dio, al centro della Fede intesa come abbandono senza prova, diventa "concreta possibilità" di un aiuto quando Tutti gli Altri hanno deluso.
E ho ricordato di me dopo la diagnosi... lo sconforto, l'angoscia di perdere tutto e la disperata voglia di "risalire" quando i referti, gli occhi umidi e compassionevoli di Chi mi guardava, e il tono delle tante parole evasive, mi avevano buttato giù senza pietà. Allora "mi legai" ancora di più al Padreterno, e stavo lì a voler recitare a tutti costi, piangendo e col batticuore, il "Padre Nostro"... ma non riuscivo mai a portarlo a termine, mi perdevo per strada seguendo il corso dei pensieri. Poi ogni tanto mi fermavo... E se tutto fosse stato inutile, preghiera compresa? Ma io credevo in Dio con tutta la forza possibile... e un giorno, respirando a fondo presi a dire...
"Hai voluto questo per me... ed io non posso oppormi. TU conosci il mio limite eppure mi hai caricato di una croce pesante. D'accordo... adesso aiutami a portarla, mi affido a TE solo..."
Ho cominciato a pregare così tutti i giorni e anche più volte al giorno... e sono sempre arrivata fino in fondo.

venerdì 11 ottobre 2013

Così è (se vi pare)...

Ed ecco che mi ritorna Pirandello... un autore che mi è sempre piaciuto fin dai tempi della scuola, con quel "suo dire non dire", parlare per opzioni non manifeste ma facilmente intuibili.
In sintesi... le "due" possibili verità, in concreto, col dubbio che persiste... nessuna verità. Perchè poi potrebbe esserci anche una terza ad annullare tutto... dubbi compresi.
Chi è al di fuori e volesse avventurarsi in questo intreccio di opinioni e certezze, ben presto si troverebbe "impicciato" in un labirinto senza possibilità di uscita se non quella di "crearsene" una, impensabile e in extremis... giusto per venirne fuori e non pensarci più.
E fosse facile... ma facile non è affatto.
Così... una situazione oggettivamente "triste" e due le motivazioni e naturalmente i responsabili. Col tempo tutto si inasprisce e la situazione triste raddoppia e... diventano due che procedono parallele e sempre in peggio. A questo punto dov'è la verità? Solo nella "condizione" di ciascuno, ma non nelle cause di cui entrambi sono responsabili. Sia l'uno che l'altro porterà la "Sua" verità... che a sé stante sarà valida... o così apparirà, ma a tirar le somme ne verrà fuori un'altra chiara ed oggettiva.
Nessuno dei due ha mai fatto nulla per uscire dalla propria situazione... non volendo negare se stesso nemmeno per una volta... perchè in realtà neppure per un attimo ha avuto intenzione di liberarsi veramente di quella "triste condizione".

giovedì 10 ottobre 2013

Prima o poi

Me l'avevano chiesto più volte e anch'io incuriosita avevo pensato a Lei... chissà dov'era la "bella signora di una certa età, fine e distinta".
Eh già... dov'era? Si era congedata da "quel terzo piano"ancor prima che questo chiudesse, sapevo per certo che era passata all'Oncologia Medica... eppure per quasi un anno non l'avevo mai incontrata. Questo almeno fino a ieri, quando l'ho ritrovata in una stanza mentre si sottoponeva ad un'infusione.
Devo dire che non l'ho riconosciuta immediatamente, è molto cambiata anche se è passato solo un anno e mezzo. E' parecchio ingrassata e i capelli non sono più quelli di un tempo, diradati e sottili ma sempre ben curati e comunque sulla testa... al collo la collana di grosse perle e alla mano i numerosi anelli... tutti veri come un tempo, non come il Suo sorriso rimasto tale e quale, falso... come un tempo, a porre barriera tra due anime.
Nel momento in cui "ci siamo riconosciute", istintivamente ho portato la mia mano a prendere la Sua, e Lei l'ha ritirata in fretta, non credo per timore che le potessi sfilare uno degli anelli... e allora mi son chiesta e mi chiedo ancora perchè l'ha fatto... per difendere le Sue scarse difese immunitarie da "me, portatrice sana" di chissà che?... oppure per mantenere le distanze perchè siamo tanto lontane per "rango" e condizione?
Qualunque fosse il motivo, ho provato molta pena per Lei, e poi ne ho provata ancora di più quando ha detto di essersi allontanata dal vecchio reparto perchè aveva bisogno di un medico sempre a Sua disposizione e lì l'aveva trovato che la seguiva anche a casa privatamente e persino le cure le faceva a domicilio, perchè... beh, si... diciamo se lo poteva permettere. Ecco perchè non l'avevo vista mai prima di allora... intanto ieri iniziava una nuova terapia sperimentale ed era stato necessario recarsi in ospedale...
"... però... vedrò, farò qualcosa perchè si possa continuare anche stavolta a casa. In ospedale meno vengo, meglio sto..."
Per non contraddirla non ho replicato, ma avrei voluto tanto precisare che dopo tutto non era stato esattamente così... meglio purtroppo non stava.
 Non si può ricavar beneficio alcuno se si ritrae sempre la mano da Chi è accanto.

mercoledì 9 ottobre 2013

E capita che io non sappia replicare

Certo che succede... e mi mancano le parole, eppure non devo tradire lo sgomento.
Come è difficile!
E poi nello stesso tempo  viene da badare anche a me stessa, perchè proprio allora mi viene da pensare che potrei dire la stessa frase se mi trovassi nella medesima condizione. E perciò non è che ora non credo nella sua veridicità... solo non è espressione necessaria anzi opportuna, considerata l'attuale mia situazione.
"Non ce la faccio più", e anche... " Finirà un giorno tutto questo tormento che mi porto dentro e tornerà ad essere tutto come un tempo?"
Espressioni che manifestano due stati d'animo quasi uguali... la prima, drastica, rifiuta qualsiasi replica e forse tollera solo compassione a cenni... la seconda, posta quasi come domanda retorica, pare esigere una risposta per non darsi più, al contrario... "accenni di compassione".
Oggi le ho sentite ripetere entrambe... ripetutamente, e avrei voluto non esserci là dov'ero... perchè non sapevo cosa dire, e non bastava più neppure far riferimento all'esperienza mia... perchè quel che vedevo, la sofferenza che palpavo a piena mano, andava oltre.
Oltre il velo della realtà circostante... le lacrime ricacciate indietro e l'ingoiare a vuoto di tanti bocconi amari.
Perchè per me... almeno fino ad ora Tutto si è fermato lì. Ma quando, calato il velo... la realtà si mostra per intero nella sua crudeltà, e tanto è il pianto e il magone resta fisso in gola, difficile è credere di poter ancora e ancor di più pensare che finirà il tempo della sofferenza.
La speranza allora si adombra e, presa a bastonate... poi vacilla. Per un momento anche per me... però me lo impongo, altrimenti non avrebbe alcun senso la mia scelta... lo ripeto prima a me e dico...
"Passerà anche questa... magari non sarà più come prima, ma del resto anche in condizioni normali niente è sempre lo stesso, però... dai, quel che conta è che ci sei, che ci sono anch'io e possiamo sempre vederci, sorridere per una battuta, piangere per lo sconforto... ma insieme, perchè insieme siamo su questa via".

martedì 8 ottobre 2013

Dall'altra parte

"Che ci fai qui? Ah... oggi fai la paziente, sei dall'altra parte..."
Seduta nella sala d'attesa del reparto, aspettavo di essere ricevuta dal medico perchè mi rinnovasse il piano terapeutico... si, ero dall'altra parte. Poi mi son chiesta... ma di che cosa?... della barricata?...della frontiera? Forse solo oltre gli ostacoli di un percorso che credo a torto o ragione di aver portato a termine, sarà il tempo un giorno a stabilire l'esito definitivo di quella "gara" che ho sostenuto, tanto anomala per motivazione e modalità. Perchè, è chiaro... il "traguardo" è sempre lo stesso ma il modo di arrivarci può essere diverso. Ecco... io spero fortemente di arrivarci non in maniera "ovvia", come erroneamente potrebbe far intendere la mia "nota avventura".
Stamane pensavo... e intanto aspettavo... e mentre attendevo mi guardavo intorno, una sala piena zeppa, le sedie tutte occupate... tante "anime perse" tra scartoffie e lastre da esibire in attesa del giudizio che confermasse un'altra sospirata "proroga" di sei mesi o un anno. Di seguito quindi mi passavano davanti e dai Loro volti capivo come era andata... uno dopo l'altro con una busta, cartella o faldone che rivelavano l'"età" di quella "storia".
Quanta umanità, ferita, martoriata nel corpo e nell'animo, privata di legittime aspirazioni e naturali progetti di vita!... non si può immaginare, o forse si... immaginare lo si può, ma credere no... se non ci si è passati.
E anche da parte di Chi dovrebbe sapere, perchè ci sta dentro, ci lavora o come disse un giorno un paziente... "mangia sulla Nostra pelle"... nella stragrande maggioranza dei casi si fa solo abuso di belle parole, chiacchiere inutili che se fossero di noti politici, farebbero insinuare la propaganda elettorale. E invece è solo per "far la ruota" come pavoni e nulla più... marcano stretto il Loro territorio e intrusioni non vogliono, neanche se si tratta di far star meglio, dare speranza  a Chi ogni giorno deve conquistarla a caro prezzo, spesso arrampicandosi su un'erta parete viscida e dolorosa.
A questo punto non si può non pensare che venga data più importanza al tenere ben in ordine e archiviate pile di "cartelle cliniche"... non fanno rumore, non disturbano e vengono fuori solo quando servono.
E quando non serviranno più... saranno gettate via come carta straccia.

lunedì 7 ottobre 2013

Non saranno i gatti che...

"... per non finire mai di essere" - RACCONTA LA TUA STORIA
C'è ancora il sorriso "carismatico" della "signora dei gattini" a farci compagnia, ed ecco arrivare l'e-mail di Anna...

"Salve... il mio nome è Anna e sono quattro anni che combatto contro questa malattia. Dopo la batosta iniziale della diagnosi, mi ripresi ben intenzionata a vincere la mia battaglia. Partii spedita e in un primo tempo le cose lasciavano ben sperare... intervento al colon riuscito, al momento alcuna metastasi, buona risposta alle terapie d'obbligo in questi casi. C'era fiducia crescente anche da parte dei medici. Alla fine del percorso di cura sembrava che il male avesse tolto definitivamente le tende, e in effetti i controlli non lo smentivano... questo per tre anni.
E' stato forse il periodo più bello della mia vita ma anche il peggiore. Assaporavo il gusto del "ritorno pieno" alla vita e nello stesso tempo venivo colta da momenti di intensa angoscia col timore di perdere all'improvviso ciò che sembrava mi fosse stato donato solo allora.
Per tre anni, dicevo... i controlli diedero sempre esito favorevole, fino al giorno in cui un' eco-addome rivelò tre micro lesioni epatiche. Si può ben immaginare quale fu la mia reazione... per la seconda volta mi crollò tutto un mondo di certezze, e forse questa fu anche più devastante della precedente. In un primo momento fui anche tentata a non curarmi più perchè mi sentivo ormai destinata a fine certa... poi il pensiero della mia famiglia fece sì che tornassi a rivedere la mia posizione. E ripresi così con le terapie... anche se non ero affatto convinta e sentivo che stavo prendendo in giro me stessa. Trascorrevo i miei giorni in abulia... svogliatamente, presente solo con il pianto... ad un certo punto mi tornò in mente un vecchio desiderio. Avere un gatto bianco, ma non un gatto qualsiasi... avevo un'idea ben precisa di come doveva essere, così cominciai a cercare. Girai per i negozi di animali, andai anche fuori città... ma nessun gatto di quelli visti era come lo desideravo io. Allora presi anche a cercare su internet e un bel giorno trovai il "mio micio", proprio quello che volevo... spiccicato. Telefonai immediatamente all'allevamento, e mi fu risposto che quel cucciolo era stato già prenotato da una signora che però non aveva dato ancora la risposta definitiva. Nel giro di 48 ore l'avrebbero contattata e se non fosse stata più interessata, mi avrebbero chiamata. Furono due giorni per me lunghissimi... ma due giorni in cui incredibilmente non avvertii alcun disturbo. Poi arrivò l'attesa telefonata... ed io, dopo aver letteralmente svaligiato il reparto animali del centro commerciale, provvista di qualsiasi accessorio, ciotole, tiragraffi, sabbiolina e tutto quello che occorre per un micio, partii alla volta dell'allevamento per realizzare finalmente il mio sogno. Oggi... ho Tommy, il mio micio bianco... l'affetto tutto mio, il mio conforto... la motivazione per ogni azione della giornata. Grazie a lui, riesco a sopportare ogni disagio, qualsiasi effetto collaterale... devo andare avanti perchè mi è molto affezionato e senza di me non potrebbe vivere.
Ecco... questa è la mia storia. Un micio tutto bianco per contrastare i momenti bui della malattia.
Grazie per questa opportunità...
Anna"

Poco da aggiungere questa volta... solo i miei ricordi e il nome delle mie due cagnoline, Betty e Biù Biù... La fine della "antica" vita, l'inizio di un'altra del tutto "nuova".

N.B. Invia la Tua storia all'indirizzo e-mail: continuarea@virgilio.it- "... per non finire mai di essere" - racconta la tua storia
CONDIVIDI E SCOPRI LA SEMPLICITA' E LE PICCOLE GIOIE

domenica 6 ottobre 2013

Unici e irripetibili.

Qualcuno di cui ora non ricordo il nome, disse che ognuno di Noi è unico e irripetibile, facendo riferimento alla qualità intrinseca che caratterizza un soggetto e quello solo, in pratica il "carisma".
Ora non si pensi a chissà quale dote trascendentale... si tratta di semplice attitudine, una "specialità" che fa dire a voce unica... riesci perfettamente in questo, forse meglio di altri.
L'altro giorno la "signora dei gattini" continuava a... ripeterlo, "...dai, è inutile replicare... tu c'hai carisma!", "Io?!... per quattro chiacchiere e due caramelle ( nel Suo caso... senza zucchero)? Non scherzare, per favore...", "Non scherzo affatto, e poi non è che voglio farti la sviolinata, è puro caso che il Tuo carisma sia una qualità positiva... anche il peggior soggetto può essere considerato carismatico se agisce per il male come nessuno mai...", e poi è stata Lei a ricordarmi dell'originalità di ogni individuo.
E così sono due giorni che non faccio che pensarci... e in tutte le persone che incontro o di cui mi ricordo, cerco di ravvisare la "qualità caratterizzante", il carisma per cui sono uniche ed irripetibili.
Ad esempio... tornando alla "signora dei gattini"... la Sua unicità è in quel sorriso dell'anima che non l'abbandona mai, una serenità talmente radicata che alleggerisce qualsiasi tiro mancino la Vita le riservi.
"Capirai... sono sedici anni che vado avanti a terapie... poi mi fermo... e il male avanza, ricomincio e si stabilizza. Sembrano passi di danza. Ora mi sa che devo riprendere e anche alla grande. Oggi ho chiesto al dottore... ma 'sta terapia fa cadere di nuovo i capelli?... perchè se è così non la faccio! Mò mi so' stancata proprio...", ma mentre diceva così è scoppiata a ridere...
"Da' qua, fammi vedere nella scatola... c'è ancora una caramella alla fragola? Ma... mi raccomando, che sia senza zucchero, altrimenti la glicemia fa i capricci..."

sabato 5 ottobre 2013

Monella vagabonda

Che il "titolo" non tragga in inganno... non faccio pubblicità! "Monella vagabonda" è solo la scritta variopinta sulla candida maglietta di una paziente incontrata stamattina.
Archiviati i barattoli di ieri, sono tornata in ospedale per le mie due ore di turno ed è stato come sempre, anzi un po' meglio di sempre, poichè non è sempre uguale.
 Un solo avverbio per tre situazioni diverse...
Come sempre... perchè ormai questo "impegno" è diventato parte integrante della mia quotidianità, due giorni alla settimana sono in reparto e gli altri cinque li passo pensando agli incontri fatti, elaborando le emozioni, cercando di cavare da me il meglio e di potenziarlo per il futuro.
Oggi... un po' meglio di sempre... perchè capita a volte di sentirsi accettati di più, e questa sensazione, giusta o sbagliata che sia, porta gratificazione e nello stesso tempo un maggiore senso di responsabilità, come dire... devo dare il massimo perchè non posso deludere. E poi deluderei anche tanto me stessa.
Non è sempre uguale... e quando mai un giorno è uguale ad un altro? Ed è proprio in questa realtà, la certezza dell'esistenza di ognuno e la speranza per viverla al meglio. Si può stare male e anche tanto, ma sicuramente l'indomani sarà diverso. Si potrebbe stare peggio?... perchè non pensare invece che sarà meglio o addirittura "perfetto", al massimo sotto i punti di vista? E' tanto difficile poterlo credere?... penso di no, anche perchè l'effetto benefico sarebbe immediato, subito pronto perchè il "meglio" si realizzi.
Così... oggi è stato "un po' meglio di sempre"... per tanti motivi e non ultimo il sorriso e la forte stretta di mano di "Monella vagabonda", disinvolta signora della mia età in jeans e maglietta, dalla bandana sbarazzina.

venerdì 4 ottobre 2013

Una giornata... "di mezzo"

Questi ultimi giorni sono stati davvero impegnativi... quasi sempre fuori casa, e per questo, se pur di un certo "peso" ancora più graditi... O gratificanti? Gratificanti e graditi, perchè dopo tanti anni a far bucati e cucinare ragù, capisci che c'è ben altro che può far star bene. E pensare che sono stata talmente di coccio che c'è voluta la malattia per farmi aprire gli occhi!
Comunque dicevo... sono stata sempre fuori ed intanto in casa si erano accumulate un bel po' di cose da fare, ieri sera ero andata a dormire con i più bei propositi e mi ero data un doppio giro di carica, come si fa con una sveglia - vecchia maniera per essere sicuri di svegliarsi. Così stamattina sono riuscita ad "aprire gli occhi"... e mi fermo qui perchè alzarsi è stata una bella impresa. Succede sempre quando devo trascorrere la mattinata lavorando in casa... si vede proprio che sono arrivata all'età del pensionamento per questa attività oltre i limiti. Forzatamente, dopo un po' sono riuscita ad alzarmi... fare una doccia, vestirmi...poi, ho innaffiato il mio "adorato bonsai" di nuovo a metter foglie da quando l'ho trasferito sul balcone, e dopo... dopo basta, mi sono trasferita io sul divano a sfogliare una rivista.
Che fiacca! Che voglia di far niente... e per cominciare bene una giornata dai buoni propositi, ho preso a non fare nessuna delle cose che mi ero ripromessa, a parte la cura per il mio bonsai, ma qui entra in gioco la questione affettiva e perciò non fa testo.
Poi, piano piano... con molta calma mi sono avviata, ho fatto diciamo la metà di quel che dovevo, molto pc, un sugo rapido coi peperoni... tante melanzane grigliate perchè c'era poco da star loro dietro... e basta!
Anzi no... nel pomeriggio ho preparato anche dei barattoli di sugo coi peperoni a bagnomaria. Sono stati lì nella pentola a bollire in piena autonomia... è vero, stavo per dimenticarli ed hanno rischiato di restare pure senza " bagno", però alla fine è andato tutto bene... e nonostante l'iniziale abulia... pure lo "straordinario" è stato fatto.

giovedì 3 ottobre 2013

Gli Angeli?... molto molto vicini

Ci pensavo stamattina, guardando i bimbi di mia nipote... un "angioletto" biondo di due anni e una bambolina di una "perfezione commovente", nata da qualche settimana.
Miniature di esseri adulti già con una sensibilità spiccata.
Giocavo alle macchinine con il primo... mi sorrideva, mi prendeva per mano... è riuscito a coinvolgermi completamente. La piccola piangeva... con una sommessa cantilena accompagnavo il massaggio dei suoi piedini, alla fine si è calmata e sembrava sorridesse, e non per caso.
In quelle poche ore con Loro... li ho custoditi, protetti... ho curato che fossero "sereni"... in un certo senso sono stata per loro un angelo... però uno con la "minuscola"... un angelo di base senza troppe pretese. Ed anche quei "due cuccioli" lo sono stati per me, perchè stamattina mi sono sentita davvero bene. Quei sorrisi candidi e spontanei, ricchi solo di semplicità, le reazioni naturali a stimoli quasi insignificanti, casuali che non prevedevano neppure risposta, hanno custodito, protetto ed "esaltato" la condizione di benessere psico-fisico già in essere al solo pensiero di stare in loro compagnia per un po'.
I due bimbi sono stati i miei angeli...
Penso, anzi ne sono convinta... che ognuno può essere l'Angelo di Chi è accanto in qualsiasi momento... probabilmente non serve poi neanche tanto per esserlo... un po' di ascolto ed attenzione al bisogno dell'Altro, la consapevolezza di non essere solo per se stessi e poi... la gioia proprio di "esserci", ovvero l'accettazione della vita come dono grande, da spartire perchè possa moltiplicarsi e generare altra gioia e serenità che dura.
Ci vuole davvero poco per "trasformarsi" impensabilmente in Angeli sulla terra... gli uni per gli altri.

mercoledì 2 ottobre 2013

Un'esperienza forte

Un'esperienza forte... così lo scorso anno mi fu presentata quella del gruppo di auto mutuo aiuto, io accettai subito  perchè niente mi spaventava. E come avrebbe potuto?... la sofferenza pregressa mi aveva temprato abbastanza, mi aveva dotato di una corazza indistruttibile, un misto di coraggio ed incoscienza... di speranza ed ironia. Accettai immediatamente quindi, e da allora non c'è stato giorno in cui mi sono pentita... neanche quando le situazioni potevano costituire un presupposto sufficiente per darmela a gambe levate. E a giudicare dal numero a cui siamo arrivati, credo proprio di non essere un "caso speciale", anche se magari a volte veniamo considerati non sempre nel modo giusto, guardati con compassione oppure per i Nostri "inspiegabili sorrisi", visti come "capitani coraggiosi" di un' imbarcazione destinata inesorabilmente alla deriva.
 Perchè dico questo?
Stamattina entrando nella stanza dove sono solita indossare il camice prima del servizio, ho colto un rapido scambio di battute tra una dottoressa e un informatore scientifico. Parlavano di NOI (... e mi dispiace, ma il NOI  qui è proprio d'obbligo)... del gruppo, intendo... la dottoressa spiegava come secondo Lei si svolgessero gli incontri, mentre l'interlocutore stava ad ascoltarla con gli occhi spalancati ed ogni tanto annuendo diceva una mezza frase. Beh... posso dire per cognizione di causa e con assoluta certezza che... non avevano capito un bel niente nessuno dei due. A questo punto potevo mai tacere? Non importa se qualche volta mi dicono che parlo troppo o son prolissa... ma quel che è giusto è giusto, ed allora sono intervenuta spiegando... giusto, e mentre lo facevo mi son trovata pure in lacrime... come una stupida, un'esaltata o ancor peggio... una che non ci sta con la testa.
La dottoressa e l'informatore si sono guardati... il cenno che si sono scambiati lasciava ben poco all'immaginazione...
Poverina, con quel che ha passato... qualcosa le avrà pure lasciato il segno!

martedì 1 ottobre 2013

Finalmente si ricomincia

E' stata un'unica voce... quasi un "coro". Si ricomincia!
E stavolta non si parla di ripresa di malattia, di altra chemio o nuove terapie, ed ancora esami e tante "diavolerie" che possono riguardare un gruppo "sparuto e disperato" di malati oncologici. Oggi c'è stato il primo incontro del gruppo di auto-aiuto dopo la pausa estiva... un gruppo che pur stando " a riposo" è cresciuto di numero e non solo... ci siamo ritrovati Tutti o quasi, qualcuno che non c'aspettavamo di vedere è arrivato... ed è stata gioia grande.
Una vera festa.
Perchè non si pensi che pazienti oncologici siano in grado solo di lamentarsi, piangersi addosso e parlar di guai... NOI parliamo ben volentieri d'altro, di vita e affanni quotidiani, di sano e buon cibo, di divertimenti e quando ci sta, pure di qualche trasgressione. Ed ogni "argomento" ce lo gustiamo al meglio, come solo NOI possiamo.
Fatte le doverose presentazioni dei nuovi componenti, ognuno ha spiegato il motivo per cui aveva fatto quella scelta, accettare l'invito di partecipare, o "rinnovare"la partecipazione  per la seconda o terza volta.
Per me questo è il secondo anno... partecipo in doppia veste, come volontaria ospedaliera e paziente oncologica, ma è solo in quest'ultima che mi sento veramente a mio agio. Durante gli incontri perciò non indosso il camice... che già mi "sta stretto" quando sono in servizio.
Riprendo con lo stesso entusiasmo, non di più perchè sarebbe impossibile... ho cominciato che era alle stelle e oltre le stelle... credo... non si possa andare, come non si può oltre la speranza che era e resta il fulcro, il collante, la motivazione che lega persone come... NOI.
Qualcuno potrà osservare che forse è esagerato usare, sottolineare il pronome NOI... non è certo per "fare setta" o "emarginarci da soli"... no, non è proprio così. Ma rifacendomi a ciò che ha detto stasera un'Amica del gruppo... "... siamo tornati qui volentieri perchè nei mesi estivi ci siamo sentiti orfani... perchè sappiamo che a Noi basta uno sguardo per capirci e la sofferenza come la gioia è la stessa e unica per Tutti..."
Per questo... abbiate pazienza e concedeteci questo piccolo "privilegio"... sentirci speciali!