sabato 28 febbraio 2015

MAI ORFANA DI LEI

Emoticon heart 

E oggi della mia Mamma sarebbe stato il compleanno...
Stanotte ho chiuso gli occhi pensando a Lei, li ho riaperti... pensando sempre a Lei.
E come era mia abitudine per prima cosa... gli auguri. Ma ho potuto solo immaginare... qualcosa ho detto o meglio scritto... poi se l'è portato via il vento.
C'ho pensato ancora mentre andavo in ospedale, eppure è già da un po' che parlavo di Lei, guardandone le foto.
Un dono insolito... dilungato nel tempo.
Doveva essere così.
Ha voluto che la pensassi in anticipo... come è sempre stato, quando già molti giorni prima ci mettevamo "in armonia" per la Sua festa. Quest'anno non poteva essere diverso, venir meno all'appuntamento sarebbe stato davvero troppo triste. Come fosse... morta, ma morta davvero perché la figura senza contorni, il suono della voce lontana sarebbero scivolati sempre più nella confusione e nel silenzio, fino a sparire nei ricordi sbiaditi dal tempo.
E questo non è... di Lei manca la fisicità ma tutto il resto è vivo e presente. Come fosse viva.
E se la Mamma fosse stata ancora in vita... lei sì, avrebbe continuato a... capirmi.
Perché lo aveva sempre fatto, e d'altra parte, straordinariamente riusciva ad entrare nell'animo di ognuno e sapeva porgersi solo nella maniera appropriata. Con Noi figli... pur trattando tutti in modo uguale, si rapportava diversamente secondo il carattere e le situazioni... e non sbagliava mai.
Lei avrebbe continuato a... capirmi perché come me aveva vissuto una situazione estrema e tante volte si era sentita come mi sento io... in certi momenti... quando il vissuto pesa e la forza viene meno.
Allora spazientita replicava, proprio come me... "Ma insomma... pensate che mi è venuto il raffreddore?"
E allora chi era intorno si guardava accanto, e così in un susseguirsi silenzioso e incomprensibile, visto che Tutti erano nel torto e Lei, come sempre aveva fatto centro.
Quando dieci anni fa venne a mancare e ancor di più con l'arrivo del tumore, all'improvviso mi ero sentita orfana.
IO...donna adulta, avevo una casa e una famiglia tutta mia, ma non più un punto di riferimento. Da sempre i nostri rapporti erano stati in perfetta sintonia, solo un po' "nebulosi" durante l'adolescenza per un silente conflitto generazionale e una naturale rivalità madre-figlia, tipica di quell'età.
Tutto si era risolto in breve tempo e Lei per gli anni a venire fu per me stimolo... aiuto... conforto.
Non è "privilegio" unico di "figli piccoli" sentirsi orfani...
Ed io, avendo perso la Mamma, potevo esser priva di tale privilegio?
No, non si può... nemmeno da "figli adulti"...
Da "Non vi lascerò orfani" di Daria Bignardi
... Non posso pensarla a lungo. Mi manca. Devo costruire una distanza di parole che tengano a bada le emozioni.
Se mi distraggo, se non sto attenta, la sua mancanza m'investe come un'ondata di caldo o una musica improvvisa. Sovrappensiero spruzzo un profumo che mi ha regalato, il suo regalo di Natale, e improvvisamente lei è lì...
Così è anche per me...
Ora sempre più spesso amo dare a me stessa l'illusione di sentire forte la Sua presenza, così guardo le mie mani con l'età sempre più simili alle sue, e poi ripeto a mezza voce la frase con cui si annunciava al telefono... "Pronto, che stajie facenn?( che cosa stai facendo)"
E sono brividi di gioia e calore di carezze.
Non sarò mai orfana di Lei.

AUTOSTIMA E NON EGOCENTRISMO

TU... sei l'"esito variopinto" di un sassolino caduto in uno stagno.
L'"istantanea perfetta" di una messa a fuoco.
Quando si ha da scattare una foto, importante è sempre la "messa a fuoco" del soggetto... non è che ci si può distrarre con lo sfondo, il paesaggio o gli eventuali passanti, rischiando di "stornare" del tutto l'obiettivo e ottenere quello che non si voleva.
Ciò che è dietro supporta e arricchisce l'opera... ma non dovrà mai sovrastarla.
TU... sempre al centro di TE STESSO.

venerdì 27 febbraio 2015

IN UNA GOCCIA L'INTERO OCEANO


Emoticon heart 
Si, non vi sbagliate... questa espressione, scelta come nome unico a dei pensieri, l'avete già letta da qualche parte, forse tra quelle stesse pagine che sono capitate a me stasera, e se bisogna dar credito a ciò che più di un pensiero è realtà quasi verificabile, nulla è per caso... ecco che gli estremi si incontrano per unirsi nella figura perfetta del cerchio. E a dare risposte ai dubbi, e spiegazioni dove non c'è certezza.
Sapeste quanti ne ho... di dubbi! Così tanti che a volte verrebbe di ritirarmi in un eremo per far chiarezza e risolverli tutti, ma se pure lo facessi, sono certa che se ne presenterebbero subito altri in successione più o meno rapida... sicuro, ci sarebbero. Perché l'essere umano è così, materia ed interiorità in continua evoluzione, un divenire senza sosta che considerato in un'ottica ottimista dà un senso a tutto l'insieme.
Sono nata per un caso e per Amore... perché al posto mio poteva esserci un'altra, e invece ci sono IO, unica e non replicabile. Fui frutto di un'unione d'Amore, la "specialità" di un dono.
Perché la vita è un dono.
Cominciò il mio percorso, tranquillo nelle mie inquietudini, pause e riprese dell'animo battuto dai venti dell'insoddisfazione.
Ad un certo punto la strada fu sbarrata da un ostacolo più grande di inquietudine e insoddisfazione messe insieme, e fu la paura e dopo il coraggio e forse la mia salvezza. Non che mi sia meritata l'immortalità, arriverò ovviamente al "traguardo" come Tutti, ma ho buone possibilità di arrivarci in modo diverso, dopo aver percepito l'"energia" che pervade ogni cosa, averla fatta mia portandomela addosso e perdendone frammenti... con soddisfazione.
Quell'ottimismo latente in me, è venuto fuori e ne ho scoperto la magia. Così succede che a un dubbio arrivi da sola la risposta unica e chiarificatrice, ad un problema... la risoluzione.
Quante volte ho dovuto ripeterlo alla mia "piccina"... lei diceva, il tempo passa e non trovo niente... ed io... lascia che passi, tutto va come deve e ciò che deve arriverà.
Mamma... la vita non è sempre una storia bella... ed io... ma è una "storia" e bella può esserlo.
Ora, dopo tanti affanni, piccoli diverbi, telefoni riattaccati bruscamente... una piccolissima luce si intravvede ed è... speranza. Ché di fiducia e speranza ce n'è sempre bisogno, e non solo quando si ha da lottare per non morire.
E quando ho pensato... sto sbagliando tutto? Non è passato un giorno che mi è stato "sussurrato"... ascolta.
Un'Amica mi ha telefonato... sai, ero in sala d'attesa dal fisioterapista, ho aperto il telefono e mi è arrivato una specie di messaggio, da parte tua... era il video di una canzone dalle parole bellissime, sembrava scritta apposta per Noi... mi è venuto il magone.
Già... quella canzone era "La Cura", di Battiato... ma io non avevo mandato a Lei alcun messaggio. Quel video concludeva i miei pensieri sul finire del giorno... era lì, e basta. Ma casualmente Lei l'aveva ricevuto... e per giunta da parte mia.
E dubbio non è stato più...

E ANCHE QUANDO PENSO CHE...

Emoticon heart
... sono tutte mie fantasie, ecco... subito me ne arriva un altro di messaggio, bello chiaro.
Pensavo al percorso di Vita, diverso per ognuno neanche tanto.
Si comincia Tutti in egual modo, diretti Tutti alla stessa meta... e la strada lastricata non è per nessuno. Salite e discese, mulattiere e sentieri, fossi e dossi... e qualche volta pure a rischio precipizi.
Ma siamo qui comunque a raccontarci le difficoltà e le strategie e le vittorie, piccole... è vero, ma utili a prendere coraggio e non arrendersi mai.
Pensavo a questo... e cercavo un'immagine che "illustrasse" tal pensiero.
E a un certo punto si è palesato a me un...
GRANDE SOGNO... ovvero LE 10 REGOLE PER ESSERE FELICI
Generoso sii con gli altri
Relazionati con la gente
Abbi cura del tuo corpo
Non isolarti dal mondo
Dona a te più di un'opportunità, E impara sempre nuove cose.
Sempre poniti degli obiettivi
Osa e cerca i modi per rialzarti
Gioiosamente vivi con positività
Non essere ostile a te stesso, e accetta chi sei.
Ora più che mai sii consapevole di essere parte di "qualcosa" più grande
Beh, che ne pensate... non è un bel messaggio, capitato per caso in un giorno non a caso?

giovedì 26 febbraio 2015

DEDICATO A... UNA MAMMA SPECIALE

Emoticon heart 
Non so perché stasera mi è venuta questa idea, dedicare i pensieri della buonanotte a "una mamma speciale", non una nello specifico ma alla simbolica che vive la particolare condizione del dolore "contro natura". Perdere un figlio.
Non lo so perché, anzi per il mio stato d'animo ricorrente in questi ultimi tempi, avrei dovuto evitarlo. Ma tant'è così... che sempre mi arrivi un segno o l'occasione ed io non possa esimermi, a riprova ulteriore che se per il momento l'ho scampata, un motivo c'è... gettare un sasso nello stagno perché onde concentriche creino un certo movimento, e poi coraggiosamente non nascondermi e restare a guardare.
Se ancora fosse qui, oggi sarebbe stato il compleanno di una delle mie sorelle, di tre anni più piccola di me. Ormai dal giorno che non è più sono davvero tanti anni... Lei ne aveva solo otto quando si ammalò e nel giro di dieci giorni volò via a causa di un male per cui attualmente non si muore più.
Il dolore di quella perdita fu devastante per l'intera famiglia, ma per mia madre che allora aveva 31 anni decretò il seguito di un'esistenza con salute cagionevole e innumerevoli malanni.
Non volle vederla morta... non partecipò neppure ai funerali... per dieci giorni restò muta e impassibile, raccolta in se stessa. Poi scattò la ribellione, il pianto, le imprecazioni... i "se".
Se... non avesse fatto quel maledetto vaccino...
Se... il medico avesse capito subito la "cosa"...
Se... non l'avessero sedata per sottoporla all'elettroencefalogramma... forse non si sarebbe addormentata per sempre.
Continuamente si arrovellava e piangeva... fissava un punto nel vuoto e subito dopo ricominciava... quasi non ci guardava più, aveva paura di farlo perché temeva di perderli tutti i Suoi figli.
A noi pensava la nonna... e fu proprio la nonna che un giorno la prese per le spalle e con violenza cercò di farla tornare in sé...
Hai un marito, altri figli... devi smetterla! Falla andare in pace...
Mia madre tornò piano piano ad essere la mamma di sempre, e prese a ricordare la Sua "piccola" con nostalgia, qualche lacrima e cento sorrisi pensando ai numerosi episodi di marachelle e ai saggi discorsi, così particolari per una bambina di otto anni... un breve percorso ma pure il "concentrato" di una vita intera. Il vuoto comunque non fu mai colmato.
La Madre che perde un figlio muore Lei stessa di una parte. Non ha più senso nulla, si sente derubata, uccisa... sfoga dolore, rabbia... cade sotto il dolore e su di esso si rialza per colpire, non sa dove non sa chi. Arriva persino a Dio, se la prende con LUI che "permette" tanta sofferenza. Ma LUI capirà... perché è Padre.
Ieri ho sentito la sorella di un'Amica, scomparsa di recente. Questa aveva 45 anni. Ho chiesto della loro madre di 94 anni...
Mamma non accetta questa situazione, se la prende con Dio perché le ha fatto questo "sgarro"... l'ultima dei Suoi figli, la "cucciola" da sempre... ma perché?
Si facesse vivo una buona volta per dare una risposta...
Ma forse a quella mamma così avanti negli anni, non basterebbe neppure. Non doveva essere Lei a piangere...
Eppure la Vita continua a... fluire, e questa pare un'ulteriore ingiustizia.Tutto aveva da fermarsi, ma nella logica normale delle cose non può essere.
Così passa il tempo, e tra alti e bassi poco o niente cambia in un Cuore devastato.
Anche se quella "vita", innaturalmente continua il suo percorso.

mercoledì 25 febbraio 2015

FORZATURE E PENTIMENTI

Emoticon heart 
Col tempo si recupera un po' ma qualcosa resta ed è inevitabile. Perché la prima grande forzatura la fa la malattia stessa che apre il varco alla suscettibilità e al frequente cambiamento di umore, senza contare l'ansia e la paura.
Si diventa vulnerabili al massimo, con l'animo che si fa sensibile al suono di una parola, sottile come carta velina che si lacera al semplice tocco.
Col tempo ti abitui all'idea e ti fai più forte quel tanto che basta per ritrovare equilibrio e reinserirti nel mondo dei cosiddetti "sani". Ma quante remore ancora, e quanti ricordi di cui, a tratti provi addirittura vergogna.
Ricordo all'inizio, il giorno prima di cominciare la neo-adiuvante... ero terrorizzata. Litigai furiosamente con mio padre, che tra l'altro era malato anche Lui, perché voleva impormi di consultare più medici. E quello stesso giorno, sempre in preda ad un impeto che non mi riconoscevo, diedi una gomitata a mia sorella. Poi dissi, urlando... la vita è mia e non mi voglio curare più. Seguirono pentimento e lacrime e tanta debolezza. Scusa... scusate tutti, avrei voluto dire, perché in Cuor mio questo provavo, ma le parole morivano in gola. E ancora solo lacrime e tanta debolezza.
Tanti anni prima fui vicina alla mamma di mio marito...
L'aveva colpita un carcinoma ovarico, era ad uno stadio molto avanzato e non fu possibile l'intervento... poteva contare solo su di me.
Per tutto il percorso soffrì di nausea costante ed inappetenza, aveva voglie continue e rapidamente mutevoli. Era diventata capricciosa.
Una volta mi chiese di cucinare per lei riso e lenticchie, naturalmente mi precipitai ad esaudire questo suo desiderio, ma cucinai a modo mio, ovvero aggiunsi una foglia di alloro e poi condii con olio crudo. Apriti Cielo... me ne disse di tutti i colori, la cosa più gentile fu che non sapevo cucinare. Non reagii ovviamente, ma lei si fece cupa e con gli occhi umidi...
Scusa... diceva con lo sguardo, e poi si prese la testa tra le mani.
Quando la malattia colpì me, ho ricordato spesso questo episodio, e ancora non lo dimentico.
Ci sono situazioni e momenti così particolari che coltivare risentimenti non ha senso... ed è la consapevolezza che porta a scusare se stessi e gli Altri. Non esistono azioni scorrette in assoluto, molte sono percepite come tali, e perdonare si può se inquadrate nelle mutevoli vicende dell'esistenza.

martedì 24 febbraio 2015

LA "STORIA MIA"... E UN'AVVENTURA CHE CONTINUA

Emoticon heart
Naturalmente quella col G.A.M.A.
Stasera un altro grande incontro, uno da Titani, che ha visto ospite e relatore il primario di Oncologia Medica. Ha trattato per la seconda volta il tema dell'Alimentazione e in particolare quella durante la chemioterapia.
Lui parlava, rispondeva ai quesiti dei presenti e a tratti scherzava pure. E a me tornavano i ricordi. Al solito... penserete. Si... al solito, con qualche lacrima tenuta indietro a stento ma anche con una punta di compiacimento per me stessa.
All'epoca con "il pastino" di mia invenzione, senza medici né diete e con strategie intuite non so come e che stasera ho saputo essere le migliori, avevo aggirato il male, le terapie e gli effetti collaterali. Avevo in pratica già vinto una battaglia se non la guerra.
E a quell'amica che timida azzardò...
Non la prendere a male, devo dirti una cosa, a te la chemio fa bene davvero...
risposi con un sorriso.
E da quel giorno in poi fui quella che diventai.
10 dicembre 2012
"La speranza non va confusa con l'ottimismo, né con lo sforzo continuo di mantenere accesi sogni e progetti. Avere speranza significa che una forza più grande alimenta la tua piccola storia e che questa potenza di vita è sempre a tua disposizione"
Stasera ultimo incontro del gruppo di auto-mutuo-aiuto prima delle feste... un'atmosfera serena per un argomento difficile, la qualità della vita del paziente oncologico.
Ognuno ha espresso opinione su come intende vivere qualitativamente la Sua esistenza nella particolare condizione di malattia e soprattutto in questo periodo festivo che tradizionalmente vuole gaiezza e bontà. Nessuno si è astenuto dal dire la propria, compresi "il facilitatore" e le "due volontarie" che comunque vivono da vicino e di riflesso la condizione oncologica.
Gli interventi sono stati vari ma in sintesi hanno espresso il medesimo concetto o desiderio... vivere come se niente fosse, anzi meglio alla luce di quello che è stato... se passato, alla luce di quello che è... visto che il domani non è dato conoscere. E poi la gioia nelle piccole cose... nel calore della famiglia... nell'amore per il prossimo di cui si riscopre la presenza e la necessità anche per fuggire da un altro tipo di "cancro" ancora più doloroso... la solitudine.
Una delle volontarie ha detto che per Lei , "qualità di Vita" è... esserci, quindi la Vita stessa, mai uguale e in continuo divenire.
La seconda delle Nostre Amiche ha affermato che riscoprirsi ogni giorno capace di amare "sinceramente" gli Altri, solo questo la fa stare bene in modo autentico.
E infine... "il facilitatore". Per Lui, "qualità di Vita" è continuare a... far ricerche, studiare il "CANCRO" per smitizzarlo, perché ad Altri venga data la possibilità di comprendere come poterne fare una risorsa, un'opportunità in più.
Per quel che mi riguarda non c'ho mai pensato alla "qualità di Vita"... esserci, avere la forza fisica e morale per fare tutto quello che facevo prima è già vivere "con qualità", poi col mio essere "cancrocentrica", studiando, approfondendo, stando vicino a Chi "subisce" la malattia senza "viverla", ho imparato a dominare l'angoscia dell'evento e l'ansia che ne consegue... perché questa davvero non finisce mai, nemmeno quando Ti dicono... puoi stare tranquilla.
(continua...)

lunedì 23 febbraio 2015

OGNI TANTO FERMARSI... CON LEVITA' E DOLCEZZA

Emoticon heart 
Giusto per tornare presenti a Noi stessi e riconoscerci abitanti dell'Universo, fatto di tante cose... sogni e concretezza, tocchi sensibili ma pure carezze dell'anima.
E si potrebbe continuare all'infinito, ché con la vastità dell'universo ci sta, come è immenso il dolore ma pure grandissima la gioia. Quest'ultima in particolare davvero senza fine, se conquistata con l'ottica giusta della vita... raggiungimento di una costante condizione di benessere mentale.
Puoi vivere un momento difficile e non perdere la "gioia di vivere", provare il dolore fisico ma pensare alla gioia nel momento che sarà passato. Persino quando è l'animo a soffrire, basterà un raggio di sole, il cinguettio di un passero al mattino... il sorriso di un bimbo e la gioia di esserci a provare il contrasto che lenisce, avrà la meglio.
Così è per fortuna, e forse non capirne il meccanismo è anche un bene perché si vive il tutto come un miracolo o segno del Cielo.
Ieri sera con l'Amore della mia Vita siamo andati al centro commerciale. Era un bel po' che mancavamo perché ci piace poco per la confusione soprattutto di sabato... eppure era sabato e per giunta di sera e ci siamo stati lo stesso. Venivo fuori da due giorni di "involontario ma forzato" ritiro mentale, in cui pensieri e conflitti hanno fatto il braccio di ferro e nessuno ha vinto. Alla fine mi sono ritrovata come il tavolo su cui hanno gareggiato... gocce di sudore su linee storte, segnata. Ed è stato per farmi distrarre un po' che il mio compagno per la Vita ha deciso... deciso? no, suggerito di fare una puntatina lì.
E' stato un bene... sono entrata nel negozio di libri e fiondata allo scaffale dei "libri riflessivi", la mano si è diretta e poi posata su uno bellissimo, un manuale per la gioia. Ne parlerò una di queste sere, forse anche più volte... con la gioia si può esagerare, non è mai stucchevole e sempre molto ambita.
Poi al supermercato... al banco delle dolcezze.
Eh, no... qua non ti fermi. Ancora caramelle?... ma se abbiamo i cassetti pieni!?
Non gli ho dato ascolto... ho fatto finta di non sentire e ho preso delle caramelle nuove in una busta verde con dei cuori colorati. L'ho visto come un segno... il Cuore non può smettere di sperare e la dolcezza non è mai abbastanza per ritenerla e poi donarla all'infinito.
Per un po' mi sono fermata, ho ritrovato me stessa e il mio "perché".

domenica 22 febbraio 2015

LA "STORIA MIA"... E L'AVVENTURA COL G.A.M.A.

Emoticon heart
E continuando a... parlare di Speranza e Condivisione, calore ed umanità, eccoci al...
26 novembre 2012
"La Vita se ne andrà in silenzio
facendo scendere
il sipario sui miei occhi"
(R. Tagore)
Queste le parole di un "fiocco di tenerezza" di quel giorno.
Un "fiocco di tenerezza" non destinato a me, né all' "Amico dai profondi occhi azzurri" che sempre mi cede il Suo, ma un fiocco di un'altra Amica ancora che oggi serena lo era poco e niente, letto a voce alta e da Lei definito... "poesia pura".
Mentre tornavo a casa, continuavo a... ripetermelo per tenerlo a mente, memorizzarlo e non scordarlo mai.
E' un' "immagine" talmente poetica... di una serenità "illimitata"!
Stasera serviva a chiudere il tema che ha preso l'intero incontro... il "contagio emotivo" all'interno di un gruppo di auto-aiuto.
Lo spunto è partito dalla condivisione di un'esperienza del genere all'insegna della scarsa fiducia nel gruppo stesso, nonché dello scetticismo e diffidenza sugli incontri. Ci si lamenta di trovarsi a parlare sempre dei medesimi argomenti... cancro e sue conseguenze, terapie e controlli... quando invece bisogna rimuovere, parlare di altro, non vedere persone malate... divertirsi perché del futuro non si è certi e poi si hanno già i propri problemi, perchèé farsi carico anche solo mentalmente di quelli altrui!?
E' chiaro come in tutto questo "giro di parole" sia ben visibile la "non accettazione della malattia".
Oh bella... verrebbe da dire... Chi mai può accettarla? Già solo l'idea è fuori logica umana, destabilizza... fa paura. Vorresti scappare in un posto lontano, dove malattia e morte sono escluse a priori... raggiungere il "paradiso" senza tappe intermedie.
Ma così non può essere e non serve nemmeno mettere la testa sotto la sabbia o tenerla "bella alta" tra le nuvole, dico sempre... TUTTO VA COME DEVE ANDARE, e fino a questo momento i fatti mai mi hanno smentito.
Voglio ripeterlo, anche a costo di sembrare noiosa... io l'ho adottato come metodo e magari potrà servire a qualcuno come spunto per rivisitarlo, correggerlo e farlo proprio.
Preferisco "avvelenarmi a piccole dosi"... immergermi nelle realtà dolorose, portare un sorriso a Chi le ripetute prove l'hanno spento... trovare nel "segno" di un periodo il senso di una Vita intera.
E potrà sembrare strano, così anche la paura a poco a poco viene meno e anche se non va via del tutto appare sopportabile perché comunque... SI VIVE... e SI RIDE fino alle lacrime... e SI PIANGE ma non da soli.
Ed è qui la grandezza della cosa... uscire fuori dalla SOLITUDINE, il male più grande che logora la voglia di vivere e la forza della mente.
(continua...)

ANCORA SUL SILENZIO

Emoticon heart 
Da quando iniziò questa mia storia tante giornate sono state avvolte dal silenzio perché ne avevo compreso la grande potenzialità.
Mi piaceva... respirarlo.
Ancora evito persino di accendere la televisione per non romperne l'incanto, e mi sento protetta in uno spazio tutto mio. 
Non mi accorgo di essere sola perché mi fanno compagnia i pensieri e il silenzio parla con le voci delle persone che incontro e mi prendono il Cuore, e poi mi conforta il calore dei ricordi che nonostante tutto non voglio cancellare, nessuno escluso.
Quanto ho imparato in questi anni... e il silenzio me lo rammenta.
Ma da un po' ho trascurato di cercare questa oasi del mio sentire, troppo occupata a far sempre di più... e non ho considerato che per questo occorre prendere le distanze da ogni tipo di rumore e "appartarsi" nello spazio che ne è privo. In me stessa.
E' successo oggi... forse perché ho avuto da riflettere, forse perché c'è stata una "prima volta", una importante in cui ho messo a nudo la mia fragilità con Chi avrebbe dovuto conoscerla da tempo, ancora prima che io potessi accorgermene.
Non ha mai letto una sola riga di ciò che scrivo...
L'ha evitato scherzandoci su, conosceva l'argomento e sdrammatizzava.
Una volta un Suo cugino che di me non perde una sola "puntata", gli disse... guarda che lei è forte davvero, è un talento nascosto. Prende, caspita se prende, è coinvolgente!
Ma Lui replicò con un sorriso... lo so che è brava, non per niente l'ho sposata.
E aveva detto tutto e niente.
Da parte mia non ho fatto neppure nulla perché "mi leggesse", probabilmente per pudore o proteggerlo ancora... o timore di non essere capita, e così c'è stato solo il silenzio su emozioni non manifeste.
Come amarsi follemente e non consumare tale amore.
Ma stamani, dopo che la giornata di ieri mi aveva segnata in un certo modo e l'avevo conclusa con un'esternazione scritta piuttosto sentita, non ce l'ho fatta più e... siediti... gli ho detto... e ascolta. Ho preso così a leggere i miei pensieri dell'ultima buonanotte.
A tratti ho pianto... e la voce era sommessa, ma poi mi riprendevo e quasi urlavo, presa da un desiderio di rivalsa su tutto ciò che è stato prima, credenze, supposizioni, giudizi taciti e palesati. E' stato come dire un'altra volta... basta!
Poi... ho finito. Lui... mi ha guardato... mi ha sorriso, ha allungato la mano per una carezza.
Sei brava, non c'è che dire... non prendertela se non leggo. Lo sai che io delle storie leggo l'inizio e la fine. L'inizio lo conosco ma la fine non è stata mica scritta.
Così...ora che il giorno è al termine continuo a... farmi coccolare dal "silenzio". Lo so... è mio amico ed io non lo rinnego.

sabato 21 febbraio 2015

PERCORSI CONDIVISI E CONFLITTI INTERIORI


Qualcuno ha voluto non andassi via. Lui solo sa il perché.
Non sono "raccomandata" né privilegiata di immortalità. Arriverà anche per me, anzi ci penso infinite volte, perché quando l'hai sfiorata... la morte... non puoi non pensarci. E non vale dire... è logico, parli sempre della stessa cosa, stai sempre lì... senza sapere che parlandone, ridimensiono il problema... condividendo il percorso altrui, esorcizzo la paura.
La paura, forte che provo anche io ad ogni banale sintomo, un dolore alle ossa, un colpo di tosse... un piccolissimo rigonfiamento magari un brufolo, che appare subito come un nodulo camuffato. Senza contare i controlli di routine. Che ne parlo a fare? Non lo faccio neppure con Chi mi sta accanto, perché come do un accenno, "sbotta"... ma dai, "noi" siamo stati fortunati!
NOI?... magari lui è stato fortunato, perché ha vissuto la vicenda di riflesso, è stato protetto dal mio buonsenso e poi, poi tutto è passato ed ha ancora la moglie al suo fianco.
Come posso dirmi fortunata io? Solo perché... non sono morta?
E' vero, sono vicina al traguardo dei 5 anni, ma Chi può dire che cosa sarà a 5 anni e un giorno... un mese... un anno e più dopo?
Non c'è alcuna sicurezza di niente e per niente.
Sono arrivata a 61 anni... anche dopo aver vissuto un tumore, ma mi ritrovo mutilata nella mia femminilità e compenso questo pensiero considerando che la vita non è felice solo se mantieni tutte le "tue cose" al loro posto, ma pure se riesci ad adeguarti ai cambiamenti e guadagnarci.
Io ho perso una mammella e c'ho guadagnato sorrisi in cambio di sorriso e... caramelle, ove per caramelle c'è dolcezza ed empatia.
Tornare a casa ogni volta e sentirsi sazia... come al tempo mio.
Cucinare e dover aprire la finestra... come quei giorni miei, tre o quattro che fossero.
Andare a letto, e... pensare alle parole dette ed ascoltate. Chiedersi... avrò fatto bene, non avrò esagerato in "allegria" o al contrario, creato dei dubbi?
Sale il magone e pulsano le tempie... forse sto sbagliando tutto, pecco di arroganza "sventolando" il lasciapassare per un altro strapuntino di vita.
Poi il sonno piano piano mi prende e divento gentile con me stessa. Non posso negare le mie emozioni e rimandarle al mittente, devo sperimentarle ed onorarle. Un po' alla volta si placheranno e riuscirò a vedere ancora altre possibilità, risvolti imprevisti di un "privilegio" non sempre facile.

LA "STORIA MIA" ... E L'AVVENTURA COL G.A.M.A.

Emoticon heart 
E passo dopo passo... arriviamo al
29 ottobre 2012
"Abbiamo una speranza senza fine, non un fine senza speranza".
(E. Stein)...
Un titolo per ricominciare...
Due settimane fa l'incontro del g.a.m.a. (gruppo di auto mutuo aiuto) si era concluso con le parole del facilitatore che assegnava a ciascuno di noi "un compito a casa": pensare e vivere il gruppo fino al prossimo incontro che sarebbe stato oggi, come produttore di un "farmaco" che fa bene, endorfine e adrenalina di speranza, e portare suggerimenti per una sua sempre maggiore efficacia.
L'inizio dell'incontro odierno ha rivelato subito che il "compito" era stato svolto con entusiasmo e scrupolo almeno dai presenti... qualcuno, in particolare Chi era venuto una sola volta, oggi non si è presentato e il "Nostro camice bianco" ha spiegato anche il perché. Non Tutti vogliono ricordare, parlare sempre dello stesso argomento... il cancro.
Personalmente ritengo questo atteggiamento "molto pericoloso" per Chi lo assume perché paradossalmente lo espone ancora di più ai "danni" che la malattia arreca, soprattutto a livello psicologico.
Non si può vincere il nemico certo dandogli le spalle... si rischia di essere colti di sorpresa e non pronti a resistere... soprattutto psicologicamente.
L'ha sottolineato il facilitatore"... "... due sono i grandi mali dell'epoca in cui viviamo... il cancro e la depressione. Per cancro raramente qualcuno si toglie la vita, per depressione purtroppo spesso avviene il contrario".
Ma cancro e depressione possono essere in stretto collegamento se non si pone attenzione a curare la mente, ancor più l'animo. C'è quindi un male peggiore del cancro e da ciò si evince la grande importanza dell'adrenalina della speranza.
Può fare miracoli... potenzia le cure efficaci e quelle alternative... stimola quella che è in ognuno... la capacità di autoguarigione dell'organismo. E' chiaro che una malattia così non si annulla ma può essere "accolta" e "accettata" come facente parte della Vita stessa... non comune a Tutti, è vero ma da Tutti "compresa" con poca difficoltà...se si vuole...
Stasera ... più o meno... eravamo ben carichi di entusiasmo nel dare suggerimenti, avviare e concludere iniziative già in fase di progetto avanzato, come la messa in stampa del libro sull'esperienza del g.a.m.a. dello scorso anno, la raccolta delle testimonianze dei rappresentanti del gruppo, compresi quelli che purtroppo "fisicamente" non sono più ma certo affiancano i presenti nello spirito. Si è stabilito di autotassarci (tra tante tasse finalmente una che serve davvero e di cui conosci la destinazione) con una modica cifra per stampare copie sufficienti per lo staff curante del reparto e per diffondere fiducia, speranza, voglia di lottare e vivere tra tutti i pazienti che frequentano il reparto e magari... perché no... anche tra "quelli che sono fuori" e da "persone sane" non ne vogliono parlare. Per essere precisi...
tra quelli che digitando distrattamente su un cellulare tenuto stretto in mano Ti dicono... "... senti, ma perché non parliamo d'altro?"

venerdì 20 febbraio 2015

LA "STORIA MIA" ... E L'AVVENTURA COL G.A.M.A.

Emoticon heart
E procedendo in avanti e a piccoli passi nella mia storia col G.A.M.A. arriviamo a quel...
16 ottobre 2012
"Fiocchi di tenerezza e medicine per lo spirito nella condivisione di vissuti, emozioni e progetti".
Magari questo potrebbe essere proprio il titolo del secondo capitolo di una "bella avventura" col gruppo di auto-mutuo-aiuto.
C'erano altre new entry che s'apprestavano ad integrarsi nel gruppo e perciò il clima avrebbe dovuto essere festoso ma purtroppo l'inizio è stato un po' dimesso e sotto tono a causa di un'Amica venuta a mancare in giovane età il giorno prima. Inizialmente si era anche pensato di rinviare ad altra data ma il "facilitatore" ha pensato che non c'era modo migliore per rendere omaggio ad una persona che tanto aveva creduto nel gruppo.
La Vita continua anche quando "pare" che qualcuno si fermi... è solo un momento di pausa per prender fiato e poi proseguire.
All'inizio quindi ci sono stati momenti d'intensa commozione anche da parte di Chi come me non conosceva il "nuovo Angelo"...ognuno ha detto la Sua ed è stato come salutarla prima di un lungo viaggio.
Poi l'incontro ha avuto inizio con le presentazioni, i racconti del proprio vissuto e le proposte da realizzare in un cerchio di solidarietà ed affetto.
E' inspiegabile... succede sempre ma è inspiegabile. Persone che fino ad un minuto prima non si conoscevano neppure di vista, legano immediatamente e si sentono non solo accettate ma "amate" di quel sentimento sincero che solo la sofferenza può donare.
Non è cosa del tutto "negativa" la sofferenza, non lo è neanche la malattia...
(continua...)

UN PIZZICO DI INCOSCIENZA E UN QUINTALE DI SPERANZA

Emoticon heart 
Vado in giro per il web e un po' tra le "mie righe" quando ho da preparare i "fiocchi di tenerezza" quindicinali. Trovo tanti pensieri davvero molto belli, e alcuni restano tra i miei come valore aggiunto al continuo riflettere e scavarmi dentro.
Leggete questo, ad esempio...
"La speranza è una cosa buona, forse la migliore delle cose, e le cose buone non muoiono mai"
(Le ali della libertà)
Non è come leggere... speranza al quadrato?
Perché non può essere che il persistere di essa a spingere oltre il pensabile. E si trasforma in coraggio, audacia quasi amore del rischio.
Ed è innegabile... il rischio c'è ed è grosso, quello di andare oltre e sfondare la barriera dell'incoscienza.
Un po' quello che succede quando t'immergi in mare, sai nuotare ma fino a quel momento non sei mai andato oltre la boa, "prudentemente" non ti sei inoltrato. Poi prendi coraggio perché senti tutta la forza ad animarti e lo fai... vai avanti e ad un certo punto ti accorgi che manca il respiro.
Due sono allora le possibilità... ritornare indietro, velocemente ma rischiando di non farcela lo stesso, oppure rilassarsi e prender fiato e consapevolezza dei propri limiti.
Come per un pesciolino rosso dopo aver provato a sentirsi squalo in mare aperto, certo invece di nuotare in una boccia di vetro, così sarà possibile ridimensionarsi e dopo un po' fare ritorno a grandi bracciate, sapendo con sicurezza fino a che punto osare.
Non sarebbe... arrendersi, ma riprendere quel po' di forza dopo aver lasciato andare la paura.
Le "storie" che ascolto, il "ricordo" degli Amici tra "quelli che contano" che non ce l'hanno fatta in questa dura battaglia per la Vita, a volte... lo confesso... mi tolgono il respiro e paradossalmente mi verrebbe voglia di tapparmi le orecchie con un cuscino quasi fossi in mezzo ad un vociare caotico ed assordante. Di fronte alla debolezza e precarietà dell'essere umano, sentendomi ancora viva e forte comincerei a correre quasi a perdifiato perché l'aria possa ferirmi il viso e provare dolore... un dolore semplice, normale... un test di percezione e sensibilità.
Questo vorrei per me... a volte.
Poi mi fermo a pensare... a che cosa servirebbe non udire e vedere, non conoscere una realtà in cui mi sono ritrovata, ho voluto restare per non avere da angosciarmi un "eventuale domani"?
Ho creduto di esserne capace e mi sono inoltrata... non me ne pento, ma devo accettare anche quando il mio Cuore soffre e non si capacita di altra e più grande sofferenza che appare persino ingiusta al più convinto dei credenti.
Se mi sento quasi in colpa per l'essere stata messa in un angolo dalla malattia... devo sforzarmi di pensare che per me, almeno al momento è riservato un altro tipo di procedere... fare un percorso con Altri come sostegno, un esempio di speranza "concreta" che si vede... è di carne ed ossa, e alterna lacrime e sorrisi.
Perché... ahimè, quando mi commuovo non posso trattenere il pianto e a Chi mi dice... come, piangi anche Tu?... rispondo col sorriso... certo, ma è già passato, vedi? Ora non piango più.

giovedì 19 febbraio 2015

SAGGI E SALDI AL PRESENTE


Emoticon heart 
Un giorno dopo l'altro vivo il mio presente, e me lo godo tutto. Alla luce di un passato dapprima in ombra e poi all'improvviso fattosi luminoso come a mezzogiorno per un fulmine, che sentivo prima o poi sarebbe arrivato.
Non può essere sempre sereno.
E me lo godo il mio presente pur tra alti e bassi, con qualche pensiero fuori posto subito però soppiantato dalla gioia di un altro progetto, nuove conoscenze... una sicurezza in crescendo.
E domani?... passerà una notte o forse due o tre, e arriverà e sarà quel che è, perché allora diventerà il "nuovo presente".
Mi è capitata sotto gli occhi una lirica di Pablo Neruda... Ode al Presente. L'ho letta tutta e ne ho tratto alcuni versi da condividere. Sono particolarmente significativi...
Piano, un passo alla volta... consapevoli e realisti. Sempre avanti nella concretezza del presente, lasciando andare le "nuvole" del passato. Salire in alto con la giusta fatica, quel tanto che permette di allungare una mano e cogliere la "propria mela", il presente.
Perché... la mela? Essa simboleggia la saggezza, occorre non perderla, al contrario serve darle valore, lustrarla e mantenerla viva. Poi, forte di essa, incamminarsi lungo il presente che tale resterà finché si è in vita.
"...sali
nel presente.
gradino
dopo gradino,
fermi
i piedi sopra il legno
del presente,
verso l'alto,
verso l'alto,
non molto in alto,
soltanto
fin dove tu possa
riparare
le grondaie
del tetto,
non molto in alto,
non andartene in cielo,
raggiungi
le mele,
non le nuvole,
quelle
lasciale
andare per il cielo, andare
verso il passato.
Tu
sei
il tuo presente,
la tua mela:
prendila
dal tuo albero,
innalzala
nella tua
mano,
brilla
come una stella,
toccala,
addentala e incamminati
fischiettando per strada".
Accolgo l'alternanza dei momenti della vita con amore incondizionato per me stessa e le persone che mi sono vicine, sapendo che sono realmente viva solo nel momento presente.
Volli proteggere i miei cari affinché il dolore fosse superabile e non devastante... e così "curai" anche me stessa, vivendo quel presente reso a mia misura, abbassando i livelli degli ostacoli, ricavando il meglio dalle pause tra una prova e l'altra.
Era l'Adesso del momento da vivere. Il futuro?
Solo una proiezione che non esisteva ancora.

LA "STORIA MIA"... E L'INCONTRO COL G.A.M.A.

Emoticon heart 
Facciamo un balzo in avanti nella cronologia degli eventi... diciamo circa un anno dopo. Nelle narrazioni si può fare una sorta di flashback per dare immediatezza o contemporaneità alle azioni.
Dicevo un salto ad arrivare al...
2 ottobre 2012
"... una risorsa per affrontare, in uno "spazio" di libertà, la malattia oncologica."
Un'esperienza fortissima, di quelle che lasciano il segno ma in senso positivo.
E il pensiero torna al giorno in cui terminata la chemioterapia fui invitata a tornare anche al di fuori dei normali controlli, tutte le volte che mi fossi sentita sola e non capita. Perché è facile che questo succeda... nessuno può comprendere pienamente quello che si prova durante e anche dopo il tumore se per quell' "avventura" non è passato. Ed io, ancor prima di sentirmi sola e non compresa ero tornata una, due volte a settimana e poi... tutti i giorni, per un anno e mezzo. "Vado per le infusioni all'anima", rispondevo a Chi chiedeva e non capiva... e intanto mi sentivo bene "dentro", segno che quel tipo di "trattamento" funzionava e anche alla grande perché coinvolgeva le persone che incontravo... "quelli che contano".
E ora praticamente mi veniva riproposto di continuare a... vivere quel vissuto tanto sentito, coltivato con l'entusiasmo di una rinascita e la speranza di un futuro tutto da scoprire. Logico allora che accettassi con gioia manifesta, dopo che la chiusura di "quel terzo piano" aveva rappresentato un vero e proprio "lutto", inteso come perdita affettiva ed emozionale.
Così ieri si è tenuto il primo incontro del g.a.m.a. (gruppo di auto mutuo aiuto) in cui mi sono presentata come new entry ai "veterani" del gruppo.
Che sono riuscita con la malattia a mettere fuori il meglio di me... lo sapevo, che è come se fossi una persona "nuova"... lo sento, ma che potessi arrivare a parlare in un certo modo con sicurezza, entusiasmo e voce stentorea a quella che pur minima era sempre un'assemblea, non ci pensavo proprio.
"In questo momento è il Tuo corpo che sta parlando per Te, Amica cara... hai un orecchio di fuoco e gli occhi accesi..." ha detto ad un certo punto "il facilitatore" ed ha compreso la mia emozione e hanno capito anche gli Altri, forse di più.
Ascoltavano attentamente la "mia storia" e annuivano col capo, si rivolgevano al vicino mormorando qualcosa, poi quasi senza rendercene conto ci siamo ritrovati Tutti con gli occhi lucidi a trattenere le lacrime.
Ma a tale esercizio Noi siamo temprati perciò ripresa l'energia conquistata con la forza della volontà e della mente, siamo tornati in corsa ognuno col proprio intervento.
Vorrei poter riportare parola dopo parola i discorsi che ho ascoltato nell'ordine preciso, ma è una ricchezza infinita impossibile da contenere in uno spazio ristretto, come un tesoro immenso che in un piccolo forziere non sta tutto e perde perle e gemme comunque di valore che lo renderebbero ancor più prezioso.
Non voglio correre questo rischio pure per non far torto a nessuno, vorrà dire che in qualsiasi punto di qualunque post che scriverò non esiterò a farne riferimento.
Concluderò riferendo... e sarà unico e rappresentativo per tutti... dell'abbraccio di una ragazza "bellissima" e delle parole che mi ha rivolto... "Grazie, Mary della tua testimonianza... stasera ci voleva proprio".
Più in là una delle due volontarie presenti all'incontro diceva all'altra... "però... che grinta!"
(continua...)
n.b. Rosanna... la "ragazza bellissima" in questione eri Tu... ricordi?

mercoledì 18 febbraio 2015

IL BISOGNO SAZIATO


Come è tardi stasera... ma quanta emozione sento intorno e pure in me, che di questa imprevedibile realtà faccio parte.
Saremo famosi da stasera in poi?... chissà, di certo altri, che non siano mariti, mogli, figli e parenti vari, sapranno che esistono dei "pionieri" coraggiosi e un po' folli che sorridenti sfidano ciò che li colpì, sicuri di vincere o almeno non arrendersi fino alla fine.
La trasmissione che doveva presentare il G.A.M.A. ONLUS ONCOLOGICO stasera è andata in onda, e per come la pensiamo Noi che siamo grandi nel Nostro piccolo... è stato un successo.
E piano, piano veniamo fuori allo scoperto...
...chissà che cosa ne uscirà, ci chiedevamo , passando dal "timore di..." all' "euforia per...", entrambi a stento contenuti nell'incessante tentativo di fare quel salto di qualità che mancava.
Non è trascorso ancora un anno dal convegno che ci permise di affacciarci timidamente, osservati... scrutati tra mille perplessità. In quell'occasione fu presentato il libro narrante l'esperienza del gruppo ai suoi esordi... "Un pezzo di strada insieme", il titolo, e suonava subito come incoraggiamento, un invito a non isolarsi, non rifiutare l'aiuto offerto, anzi a cercarlo perché INSIEME SI PUO'... INSIEME E' MEGLIO.
Non erano mancati i saluti delle Autorità, tutte quelle in cui confidavamo per un riconoscimento, poi l'intervento centrale, il più importante del Nostro facilitatore che ha ideato, creato e fortemente voluto il gruppo e in esso continua a... credere senza mai risparmiarsi, e infine le "esperienze" di alcuni di Noi, in varie fasi della malattia.
Chiesero anche a me di intervenire nella veste di... "guaritrice ferita".
Non sono più la "timidona" di un tempo, ma parlare ad un pubblico mi spaventava un po'.
E se mi fossi impappinata? Avrei presentato male ciò che sentivo appartenermi quanto la vita stessa... se non di più.
Quella sera comunque andò bene a me come per tutto il resto, e cominciò ad essere colmato quel bisogno comune di farsi vedere così come si appare... col sorriso e la vita di sempre... in tutto e per tutto uguali agli altri.
Per Noi che all'improvviso si era stravolta l'esistenza non cambiava nulla, se non la forza e la capacità di rialzarci ogni volta con grinta maggiore.
Farlo poi con Chi è sulla stessa via in salita sarebbe stato ancora meglio, perché condivisi peso e fatica.

18 MARZO 2014 (intervento da "guaritrice ferita" al I Convegno G.A.M.A. - Presentazione del libro "Un pezzo di strada insieme")


Per un po' di giorni mi ero data un gran da fare per prepararmi in modo adeguato, perché l'emozione non mi giocasse un brutto scherzo, facendomi dimenticare le parole "giuste"...
" Buonasera, innanzitutto grazie per essere qui e l'attenzione prestata ad un argomento che resta, sia pur trattato con le giuste competenze, piuttosto difficile.
Il mio è un intervento in veste doppia... da "paziente oncologica" al quarto anno di sopravvivenza, e da "guaritrice ferita" in quanto opero da volontaria nello stesso reparto di Oncologia Medica che periodicamente mi segue per i controlli di routine.
Non a caso ho anteposto la condizione di paziente, perché mi sento in primo luogo questo... una paziente che vive con consapevolezza, cauto ottimismo ma pure grande speranza, e poi perché è alla malattia che devo quello che sono diventata... in tutti i sensi.
La mia "storia" comincia esattamente quattro anni fa... con una diagnosi di carcinoma mammario infiltrante.
Chiunque ci sia passato, sa bene che cosa comporta nell'immediato, l'impatto con questa malattia... sgomento, panico, angoscia. Per più giorni si vive una non - vita, convinti quasi di essere già fuori posto.
Io mi sentivo così. Passato quindi il primo momento e avendo realizzato che comunque ero ancora in vita, venne spontaneo chiedermi quanta voglia di vivere avessi e perché. La voglia di vivere era tanta e il perché fu suggerito da un desiderio che da un po' di tempo mi prendeva Cuore e pensieri... diventare nonna.
Cominciò così a venir fuori quella "grinta" inaspettata e necessaria per affrontare ciò che sarebbe venuto in seguito... il doloroso "iter" delle terapie, interventi... la mortificazione della femminilità nel corpo e anima.
Per vivere al meglio quello che comunque può essere definito un "evento" della vita, e soprattutto combattere mi scelsi delle strategie... sorriso, parrucca e tanto "condividere". Cominciai a parlarne da subito, sempre e con Tutti... alla fine per coloro che mi ascoltavano, diventò "normalità"... sia per i cosiddetti sani sia per i "miei compagni di percorso" che in questo modo si ritrovarono a vivere meglio, per quanto possibile, la loro condizione.
Terminato il periodo terapeutico, fui congedata con la raccomandazione di essere serena ma non illudermi troppo, cosa appunto che non ho fatto ma pure mai vissuto con angoscia. L'aver scelto di vedere la malattia come "opportunità" mi aveva fatto scoprire nuove risorse che erano più che sopravvivenza... era Vita con la "v" maiuscola.
La serenità che ne è derivata è stato la spinta giusta, l'input per essere quella che sono ora... guaritrice ferita.
E il resto è ancora tutto da raccontare"
Erano queste le parole, nate dal Cuore... messe giù a mo' di promemoria, perché il Cuore stesso non mi tradisse.
Poi... quella sera, con l'espressività della forza erano cambiate, diventando un... canovaccio dove da sole, come un ricamo... si tracciarono le emozioni mie, vecchie e nuove.
N.B. Il video fu girato quasi a mia insaputa da Chi mi è stato accanto per tanti anni e continua...
Nota positiva... rivedendolo e ricordando tutto quanto, ripete di aver scoperto di amarmi di più.

martedì 17 febbraio 2015

ARRENDERSI...?

Emoticon heart 
E' un termine... lo ammetto... che ogni tanto mi ritorna.
Balena all'improvviso come un lampo prima del tuono, poi si perde nei ricordi... quando stanca ne venivo presa e languidamente mi sentivo quasi appassire. Per fortuna il tutto si esauriva nello spazio di qualche ora... poi pensavo al giorno dopo, alla settimana che seguiva, al mese... all'anno... pensavo sempre al futuro.
No, non avrei mai potuto arrendermi, ed era la "progettualità", strategia last minute che veniva in mio soccorso.
Il Cuore per un po' si lasciava andare ma la Mente pronta interveniva.
E' importante e vitale la lucidità... non la si può perdere nel modo più assoluto. Anche se a volte vorresti chiudere gli occhi e riaprirli solo a cose fatte, o addirittura non aprirli proprio senza renderti conto di ciò che sta succedendo. E' il percorso che spaventa... sapere di una "grande fatica", ignota e non valutabile a priori.
Ecco, l'Arrendersi ancor prima di cominciare e dalla connotazione negativa. E' sentito come un cedere, una debolezza, il gesto estremo di un "perdente".
Chi se la sentirebbe di definirsi tale? Credo nessuno, anche Chi ce l'ha scritto nel DNA... e allora?
Arrendiamoci ma in senso diverso.
Lasciamo andare, abbandoniamo tutte le ipotesi, i "se" e i "ma", il "dovrebbe" e il "non dovrebbe" essere, e sarà la fine della lotta contro il probabile ma non certo, di fronte al vento che senti ma non vedi.
Si tratterà allora di affrontare la vita, e nello specifico, un particolare momento di cui l'esito spaventa, senza troppe pretese... un passo alla volta con fiducia, cambiando ciò che possiamo cambiare e non preoccupandoci di quello che non possiamo cambiare.
Altro non è dato.
Ogni "sfida" va affrontata non in vista dell'esito finale, perché è il modo con cui la si vive a stabilirlo. E' anche vero che non sempre è così, però a che cosa serve "attaccarsi con disperazione" a ciò che si vorrebbe ma non dipende dalla volontà né dall'agire individuale?
Accogliamo gli eventi, qualunque essi siano, così come sono... fanno parte della vita, e la Vita sa come vanno le cose meglio di Noi.

lunedì 16 febbraio 2015

LA FEDE CHE PIU' AMO, DICE DIO, E' LA SPERANZA (Charles Péguy)

Emoticon heart
Vado sicura e spedita, poi mi fermo rigida e col fiato sospeso come un funambolo nel vuoto.
Mi fermo... perché l'amarezza di alcuni eventi mi farebbe cadere in polemica con me stessa... e sarebbero i dubbi che tanto detesto e che non portano a niente, fatti di pensieri che vanno e vengono quando invece occorrono le prove che non sono tutte illusioni o frutto di fantasie per non pensarci.
Se il Tempo mi sarà amico e non mi stancherò, sarò all'altezza... altrimenti avrò comunque imparato ancora e questo mi basterà.
Rileggo allora il pensiero di Péguy... e mi sento risollevata e più serena.
Si può credere che tutto ciò che accade è pura casualità?
Sarà per questo che il male coglie sempre i buoni, e il dolore troppo spesso è anche più ingiusto del dovuto. Allora Dio non è, perché se è Padre come può permettere che tutto questo sia?
Era l'argomentare preferito di Salvatore, l'Amico dagli occhi azzurri come il mare... Lui, parlando di Dio, diceva... ma chi è, chi lo conosce? e intanto se era il caso, citava i versetti della Bibbia. Mi chiedeva... ma 'sta giustizia divina che cos'è, se condanna chi è innocente?
Gli rispondevo come potevo e sapevo, parlavo di libero arbitrio ed eterna lotta fra il Bene e il Male, ma poi mi fermavo ancora una volta come quel noto funambolo... ritrovare l'"equilibrio" tanto facile non era e non mi aiutavano gli "addottrinamenti" perché a certe conclusioni, se ci fossero, si potrebbe arrivare solo con la sapienza del Cuore.
Così riprendevo quasi da zero, lasciando in sospeso... e qui torna il funambolo... una mezza frase, un pensiero che non chiedeva replica.
I limiti esistono per Tutti ma sono anche un bene, ove diventino stimolo essi stessi perché siano superati.
Io credo molto nella forza del "sorriso", nel calore dell' "abbraccio"... ho "fede" in questo, ma se pongo dei limiti ben presto ciò in cui credo perderà vigore... come la fiamma senza ossigeno.
Devo alimentare questa "fiammella" che è nata dalle ceneri del mio dolore... una parte di me è morta ma è risorta quella più importante e ci tengo a tenerla in vita più a lungo possibile, almeno fino a quando Dio vorrà.
Ecco... LUI è, perché mi ha dato i mezzi per resistere a ciò che è al di fuori del Suo volermi bene e continuare...
Così "spero" e la Speranza, si sa... guarda lontano, la Fede col Cuore vede quello che è, ma "qualcosa" già deve essere presente.
La Speranza è di ampio respiro... arriva persino a mettere in dubbio la realtà perché lo può fare, TUTTO le è concesso.
Un luogo comune vuole che chi viva di speranza muoia disperato, ma solo quando quella stessa è soffocata dalla convinzione di dare per scontata ogni cosa.
Un dolore ingiusto e immotivato, o una vita che ha origine e conclusione ma non un senso.

domenica 15 febbraio 2015

BASTA COSI' POCO...

Emoticon heart
Festa di San Valentino...
Tranquilli, non farò l'analisi di un fenomeno socio-culturale, né oserò voli poetici intrisi di retorica stucchevole, niente di tutto questo. Saranno fonte di ispirazione, ironia non amara e ricordi dal fondo di cassetto, perché parlare d'Amore si può, pure in modo disincantato... anzi si deve, fa bene al Cuore e tiene vivo il cervello.
Per l'occasione l'Amore della mia Vita mi ha fatto un regalo. Stamattina si è presentato con una busta infiocchettata... apri, è per Te con tanti auguri.
Detto e fatto, ho aperto e guardato... 4 oggetti avvolti in quella plastica a bolle che confonde le idee e fa aumentare la curiosità... ma che cos'è?
Guarda, no!?... e poi subito... è un tete a tete!
Carino, rispondo e intanto scarto e scruto... c'è il vassoio, un piccolo coperchio, il manico però ce l'ha una sola tazza.
Allora è... un mono tete, esclama tutto divertito, e poi mi guarda e io guardo Lui, e scoppiamo a ridere insieme.
Somma e santa ironia che c'accompagna da quando tutto cominciò e "mono tete" diventai anch'io che per mia fortuna mai fui presa dalla sindrome di Cirano.
In conclusione... era un vassoio con lattiera e zuccheriera, le tazze non erano incluse ma in compenso nella prima c'erano i cioccolatini ad addolcire la delusione di un presunto tete a tete rivelatosi... mono tete.
Sbadati e incauti ma pur sempre dolci compagni...
Mi torna in mente un anziano e tenero marito che di fronte alle perplessità della moglie riguardo l'acquisto di una parrucca, disse quasi sussurrando... ma non preoccuparti, l'importante è che Tu sia felice.
Davvero basta un niente per donare un po' di serenità.
Ci penso su... ad esempio serve poco alla mia cagnolina per essere felice, quattro tiri ad un pupazzo malandato e una ciotola d'acqua... nulla di più, a parte l'affetto del suo padrone, s'intende.
Stasera... la pianta nella ciotola sul mobile basso del soggiorno... Strano, le foglie... anche le novelle... flosce ricadono in basso.
Le piante sono vive... forse vuole manifestare un disagio, una necessità... richiede attenzione. In questi ultimi tempi, è vero... l'ho un po' trascurata, non lei soltanto però. Sarà ora la più debole?
Le do un bicchiere d'acqua e le sistemo i rami dopo aver spolverato le foglie. Quando torno a guardarla sta già meglio, sembra risollevata.
Ci penso su... al mio pothos è bastato un elemento semplice come l'acqua per riprendersi e, chissà... essendo anch'esso un essere vivente, forse sarà stato anche contento.
Ieri... in reparto una signora, una nuova Amica "dagli incredibili 83 anni", si è rivolta a Suo marito "dagli altrettanto incredibili 87 anni"...
Dovrai deciderti a mettere una sciarpa, non ti puoi ammalare... sennò io come faccio?
E Lui, serafico ma nello stesso tempo determinato...sta' tranquilla, io non mi ammalo!
E Lei ha replicato con un sorriso.
Insieme poi... ben coperti o quasi, si sono avviati lungo il corridoio verso l'uscita.
Una piccola premura... una decisa rassicurazione... un briciolo di felicità per un San Valentino tutto speciale

sabato 14 febbraio 2015

CONSAPEVOLEZZA E PERCEZIONE... INNATE O RAGIONATE?



Emoticon heart 
Si fa quasi sempre un gran filosofare su come situazioni e difficoltà vanno affrontate, si fanno ipotesi e sostengono tesi, poi basta incontrare la persona giusta nel posto più ovvio quando si parla di peripezie di vita, che tutto appare di una semplicità disarmante. E impari altro ancora.
Nicoletta... la trovo periodicamente da sempre, almeno da quando sono in quel reparto, ma lei dice che la sua è una storia vecchia... stamattina l'ho rivista e solo oggi è venuta fuori a raccontar di sé come un fiume straripante. E pensare che credevo avesse problemi di udito, tanto era stata silenziosa fino ad oggi.
Si parlava del più e del meno con altre due pazienti e la nuora di una di queste... in particolare si sottolineava l'importanza di non sentirsi malate e quindi non comportarsi come tali. Una assentiva, l'altra pareva stesse sul punto di piangere... Nicoletta, che era al centro, ha guardato a destra e a sinistra, poi ha esordito...
Voglio dirvi solo questo...
in realtà ha poi detto tantissimo, non avrei mai immaginato forza, coraggio e qualità di vita in una donna come lei, 65 anni mal portati perché sfruttata dal lavoro nei campi e dai tanti dolori della vita...
Voglio dirvi solo questo, vivo sola in campagna con due mucche e un cane. Mio marito è morto quattro anni fa, mi aveva lasciato molti animali da accudire ma io non potevo farcela così come sto combinata, e li ho venduti. Ho due figli maschi che da subito si erano offerti di alternarsi per non lasciarmi sola almeno di notte, io non ho voluto. Dovevano restare con le proprie famiglie. Quindi trascorro le mie giornate da sola... ma in realtà non sono sola perché quando mi prende la tristezza non faccio altro che mettermi sulla porta e chiamare... Antonietta!... e mi risponde la prima mucca, e poi... Rosina!... e muggisce la seconda. Alla fine chiamo pure Pasqualino... lui arriva, si mette seduto davanti a me e scodinzola, ed io non mi sento né sola né triste. Insomma mi sono adattata la vita per come mi piace...
O è stata lei ad adattarsi alla vita come è ora realmente?
Se viviamo in base alla consapevolezza rispondiamo in modo adeguato a qualunque situazione. Essere consapevoli vuol dire entrare in comunione con la realtà che circonda, percependola come è effettivamente, senza proiettare pregiudizi ed illusioni.
Nicoletta, guerrigliera di lungo corso, è calma e radicata nelle sue convinzioni... ha risposto alla sfida presentata dalla Vita.

venerdì 13 febbraio 2015

CORAGGIOSI O FOLLI?


Emoticon heart 
Ci penso spesso ad un'espressione... meglio un'esternazione quasi di impeto cui si lasciò andare una volta il facilitatore del gruppo.
Solo a un pazzo può venire in mente di mettere insieme un gruppo come questo... un gruppo "di" frontiera e "da" frontiera. Persone che sentono di procedere sul filo del rasoio ma sperano di poter cambiare la percezione del loro esserci nonostante la malattia.
Tutti insieme tramite la forza di pensieri positivi e il consolidamento di convinzioni solo all'apparenza assurde, arrivare a sentirsi "cordata" e non più schiera sparuta allo sbando.
Bel progetto che richiede impegno e coraggio di notevole portata, giacché quel che è meta comune ma nell'immaginario sempre piuttosto lontana, per ognuno di Noi su questo percorso diventa assai temuta e pure probabile, anche se ovviamente non certa.
Di cancro non si muore più, almeno non sempre, e se non si vuole tagliare le gambe alla speranza, conviene crederci... e l'antico mito perderà i veli.
Alcune volte ci penso... a stare qui per tenere queste fila, sarò coraggiosa o un po' folle?
Veramente già nella realtà qualcuno me lo fa intendere di considerarmi non troppo per la quale, e forse un minimo di ragionevole dubbio lo dovrò concedere... ma poi mi guardo dentro e dico, ma che c'è di strano a voler ridimensionare ciò che fa paura?... si può mai vivere nell'angoscia, in un'aspettativa continua e dolorosa di morte?
Dopo tutto si tratta di ragionarci su...
Arriverà... quel momento sarà, però per una "strada lastricata" non potrà essere?
Molti hanno un'idea della morte che include quasi terrore, perdita e senso di vuoto, ma consideriamo che, a livello più profondo, nessuno va via davvero. In maniera poetica potremmo immaginare la partenza come spiccare il volo... mentre la scienza moderna dimostra che in quel momento continua l'"energia" che non va persa. Essa cambia semplicemente forma, per questo la morte non è la fine di tutto.
Chi ci lascia, va fuori dalla Nostra percezione fisica ma non scompare realmente. La Sua energia e il Suo spirito continuano a... vivere... e così sarà anche per Noi. Da "quel giorno" in poi.

giovedì 12 febbraio 2015

E SE LO CHIAMASSI... GESU'?

Emoticon heart 
Ricordate quante volte l'ho ripetuto e non mi stanco mai di ripeterlo?
In un percorso così difficile, con tante variabili ed incognite, quando non tutte le domande ricevono risposte... Fida, Confida e Affidati.
Va bene anche l'Uomo, pure te stesso, se nella forza e capacità coi limiti possibili confidi. Ma dovresti essere in grado di resistere all'eventuale delusione, concreta perché dolorosamente vissuta sulla propria pelle.
Chissà...
Un'Amica alla seconda recidiva, fortemente provata se pure con qualche sprazzo di serenità, mi chiamava spesso non per lamentarsi ma alleggerirsi di ogni emozione anche positiva, in tal caso la condivideva con gioia, e insieme la ponevamo come "pietra d'angolo" per una positività che fosse nel tempo sempre più stabile.
Di me si fidava, con me si confidava... ma con me non era giorno e notte. E questo le mancava.
Una volta le suggerii di scrivere ciò che avrebbe voluto dirmi... una sorta di lettera, uno sfogo dell'animo o un gioire del Cuore. Accolse la proposta con entusiasmo, perché poi Lei è così... umile e docile, sotto certi aspetti quasi infantile, e così cominciò. Però le pareva strano rivolgersi a me scrivendo, e allora mi chiese... e se invece che a te, scrivessi a Gesù?
Senza quasi rendersene conto si stava affidando... abbandonandosi completamente alla Fede.
Ieri l'ho incontrata e mi ha dato un foglio... un suo scritto.
"Caro Gesù,
Ti ringrazio per questo giorno e per tutte le cose che sono riuscita a fare nonostante la mia debolezza.
Se mi fermo e faccio silenzio intorno a me, sento la vita che va avanti, che fa chiasso.
Sento il mormorio delle persone, le loro risate, sento il clacson delle macchine, il fruttivendolo, i bambini che giocano a pallone.
Io assorbo tutto questo che mi circonda e mi dà energia per andare avanti, è come una trasfusione di sangue per restare in vita e poterla amare.
Oh Dio, solo Tu puoi trasformare tutto... puoi trasformare la sofferenza in salute, puoi trasformare le lacrime in gioia. Solo Tu, se vuoi, puoi ogni cosa!
Ti ringrazio perché mi hai dato e mi dai la forza e la serenità nel percorso anche se spesso inciampo...
Che dire, Gesù?
Stammi sempre vicino, fammi luce nei momenti bui, trasforma le mie paure in speranza...
Gesù, toccami e sarò guarita!!"
L.S.