mercoledì 31 gennaio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.7) (Per un nuovo progetto di auto mutuo aiuto)

Quanta vita c'è in un gruppo come il Nostro, di auto mutuo aiuto. C'è Accoglienza, Ascolto, Supporto, che non restano solo a Chi riceve ma tornano indietro pure a Chi dona. Ci si può aprire totalmente perché non esistono giudizi, qualche consiglio forse, e poi è "percorso insieme". Un percorso insieme che quest'anno è in progetto di rinnovarsi e continuare, usufruibile da pazienti e caregiver. Ma quali sono le problematiche più sentite? - Riscoperta e attivazione delle proprie risorse interiori - Delusioni e rimuginio - Comunicazione - Pensieri ed emozioni - Stati d'animo e reazioni del caregiver Molti spunti su cui lavorare quindi, per aiutarsi ed aiutare. Si prevedono incontri di gruppo e individuali di supporto psicologico. Il gruppo di auto mutuo aiuto in ambito oncologico si attesta in modo egregio. Ciò che un tempo ci si negava, oggi si condivide senza timori, ed è la condivisione di vissuti, emozioni e progetti tra persone che vivono la medesima esperienza, e non si lasciano andare e non si sentono sole. Il gruppo protegge, contiene, facilita e se fatto in cerchio per poter guardarsi bene, ha anche un valore simbolico. Nel centro del cerchio si versano i "fantasmi", tutte le negatività di pensiero e le emozioni tutt'altro che positive (paura, ansia, rabbia...). Nel mutuo aiuto circola forte "energia", e se ben condotto e vissuto le energie negative si trasformeranno in positive.

martedì 30 gennaio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.6) (La stanza)

Quelli che vivo, e gli ultimi in particolare, sono giorni intensi, impegnativi per il fisico e l'emotività. Più volte ho avvertito la necessità di astrarmi dal contesto, idealmente isolarmi per ritrovare equilibrio e lucidità. L'ho fatto col silenzio. Perché? Niente... sto pensando... E per fare questo serve almeno un "angolino" nascosto della Mente che, compiacente, accoglie e poi chiude la porta, perché si possa elaborare quel che accade, archiviare ciò che non serve, stabilire un "da farsi" che riguarda il futuro come non mai. Io mi sento accolta quando scrivo, mi apparto nella scrittura, ed è come trovarmi in una stanza dove finalmente posso essere me stessa e coltivare le mie passioni. Le passioni, qualunque esse siano, richiedono spazio, e ognuno ha il diritto di riservarsi un angolo, in casa propria, dove poter fare ciò che maggiormente piace, e nella mente per pensare e poi sciogliere ogni riserva. In queste sere sono riuscita a ritagliarmi un pezzettino di creatività, ho messo giù pensieri dopo aver scandagliato nel profondo il mio animo. Ho temuto, ricordato... ma pure sperato. L'ho fatto al di fuori di "occhi indiscreti", avrebbero visto ciò che non era, inteso per indifferenza quella protezione necessaria per non perdere di vista l'orizzonte, l'Arcobaleno. Sono sempre stata un po' particolare, per soffrire meno mi sottopongo a volte a terapie d'urto ad alto rischio. Cado più volte, ed è normale perché i pensieri non mancano come pure le piccole ansie che tentano di avvelenare i giorni con fatica conquistati, ma non viene meno la forza di farmi da parte a pensare in quella famosa stanza, a raccontarmi parole che non sono vuote chiacchiere. Ti curi e guarisci, oppure accusi il colpo e... va bene cosi. E posso dire fiera, finora ce l'ho sempre fatta.

lunedì 29 gennaio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.5) (27 gennaio...)

Nel celebrare il "giorno della memoria" mi è sembrato inutile e banale far uso di frasi ripetute e sentite tante volte da non suonar più autentiche, ho pensato invece di riportare qualcosa da un diario... "Il diario di Anna Frank", divenuto in seguito non solo famoso memoriale di una ragazzina ebrea bensì simbolo di un intero, triste periodo. "Ora che ho imparato ad apprezzare la Vita e a comprenderne in pieno il valore... ora più che mai non posso passare oltre..." Perché quando si vivono condizioni estreme, sia durante che dopo, è come venisse via un velo, e la realtà apparisse in tutta la sua crudezza
E poiché la "Speranza" è unica e sola, ed è vero che bisogna guardare avanti, lo è altrettanto procedere con un occhio al passato, soltanto una rapida e fugace occhiata per carpirne gli errori e trasformarli in bontà, unica e sola. Poi una delle primissime pagine... Tra le righe di questa spiega il motivo per cui decide di dar un nome a quelle "pagine di carta"... perchè "la carta è paziente"... come "amica" discreta ascolta, non replica... soprattutto non giudica. ... a me piace scrivere e soprattutto aprire il mio cuore su ogni sorta di cose, a fondo e completamente. - La carta è paziente - rimuginavo entro di me... e siccome non ho affatto intenzione di far poi leggere ad altri questo quaderno rilegato di cartone che porta il pomposo nome di diario, così la faccenda non riguarda che me. Eccomi al punto da cui ha preso origine quest'idea del diario: io non ho un'amica. ... Perciò questo diario. Allo scopo di dar maggior rilievo nella mia fantasia all'idea di un'amica lungamente attesa, non mi limiterò a scrivere i fatti nel diario, come farebbe qualunque altro, ma farò del diario l'amica, e l'amica si chiamerà Kitty. Un'Amica che colmasse la solitudine nell'isolamento, portasse il conforto del silenzio, e alla fine concedesse pure l'illusione di un domani.

QUANDO A DECIDERE È LA VITA (n.4) (Per altri capitoli della medesima storia)

"La Vita se ne andrà in silenzio facendo scendere il sipario sui miei occhi". - R. Tagore - ... perché ci siamo per essere tutti protagonisti e nello stesso tempo spettatori di un atto unico da rendere indimenticabile. Lucia, umile qual era, non volendo ce la mise tutta per non farsi dimenticare. "E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell'aria. Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami. Ci si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio." - Tiziano Terzani - Così non moriremo mai del tutto, e pur nel silenzio torneremo a tener compagnia, confortare e persino a riportare il sorriso a Chi abbiamo tanto amato. E tornano le parole di mia madre in quelle lunghe notti in ospedale... Continuate a pensarmi, e a volervi bene l'un l'altro. Vita e Morte in un'unica immagine, solo sotto una luce diversa. Per altri capitoli della medesima storia. E ancora di "Nostra Sora Morte Corporale", così come la chiamava San Francesco, che dire, se è meglio andar via in punta di piedi e all'improvviso o con clamore per "morte annunciata"? Mia nonna era solita ripetere di Chi era morto all'improvviso... ha fatto una bella morte. Ma la morte può mai essere brutta o addirittura bella? La Morte è morte, e basta. Magari è solo dolce e pure bella la speranza che comunque l'accompagna. Nasce quando si accetta l'eventualità, risiede nella consapevolezza che è un momento reale ed inevitabile, si alimenta del vivere al meglio ogni attimo presente. Di Chi ha vissuto in tale maniera, allora si... possiamo dire, ha fatto una bella vita. C'ha messo comunque un tocco di colore e carpito un raggio di sole, anche quando si è trovato al buio.

venerdì 26 gennaio 2024

QUANDO A DECIDERE È LA VITA (n.3) (To cure - to care)

Quarto incontro del corso per volontari assai efficace, perché quando si parla della morte, di elaborazione del lutto e addirittura di cordoglio anticipatorio, non si può non toccare la profonda umanità di ognuno. Il timore della perdita della persona cara si ridimensiona preparando gradualmente la mente, e intanto è bene vivere momenti di intensa affettività che andranno ad arricchire il bagaglio dei ricordi belli che confortano. Dal "to cure" al "to care", dal curare al prendersi cura, ove è la "persona" nella Sua totalità da curare e non solo l'organo specifico. Termini come "tolleranza", "padronanza", "perdono", che diventano di uso quotidiano per medici e volontari, sono una speranza in più perché fanno intendere quanto importante sia la relazione d'aiuto dall'inizio alla fine. È cura palliativa anche questa, considerando che quando la morte è inevitabile, è giusto morire bene. Invitata ad intervenire circa il ruolo e le competenze di un volontario e su alcune esperienze di malattia, ho parlato con la semplicità e la passione che mi riconoscono. Ho vissuto la malattia, me la sento addosso ma non mi pesa, a volte ne ho "quasi" nostalgia, e per questa affermazione spero di non essere fraintesa. Ho nostalgia di quel periodo di "limbo", tra Cielo e terra, vivendo il momento, senza più un passato e non pensando al futuro. Si attraversa così la notte più buia, prima dell'alba più chiara.

QUANDO A DECIDERE È LA VITA (n.2) (Esperienze di malattia)

Domani al corso ne parlerò, così stasera ci pensavo. E mentre ad occhi chiusi cerco di concentrarmi, penso alle persone incontrate, conosciute in questi anni. Le guardo sfilare tutte, quelle che ogni tanto vedo tuttora, e le altre che comunque ricordo sempre. Dai volti percepisco l'età di ogni storia. Quanta umanità, ferita, martoriata nel corpo e nell'animo, privata di legittime aspirazioni e naturali progetti di vita... non si può immaginare, o forse si... immaginare si può, ma credere no... se non ci si è passati. E penso che è vita sempre, degna di rispetto dei tempi e pause di silenzio. Cambiano i bisogni e mute sono le esigenze, lievi carezze e voci modulate su note di infinita tenerezza. Per empatia sento tutto questo, così mi tocca e non posso tirarmi indietro, anche se non so di esserne capace o meno. Ma il Cuore io ce lo metto tutto, e bugia non è. È che mi prende sentimento ed immedesimazione, è come polline di un fiore quando lo sfiori, resta attaccato alle dita. Empatia, si chiama così, e se empatico sei non puoi non esserlo, anche se lo volessi per soffrire meno. Quando mi dicono, ormai sei dall'altra parte, mi chiedo, ma di che?... della barricata?...della frontiera? Forse solo oltre gli ostacoli di un percorso che credo aver portato a termine, perché, è chiaro... il "traguardo" è sempre lo stesso ma le modalità d'arrivo, quelle no, potranno essere diverse.

giovedì 25 gennaio 2024

QUANDO A DECIDERE È LA VITA (n.1) (Perché volontari?)

Ovviamente dirò di me. Mi trovo su questa strada, mi ci sono ritrovata per caso dopo la necessità, e poi appassionata. Non mi piace essere spettatrice della sofferenza altrui, e per questo cerco di affiancare per sfiancarla e ridurla a metà o almeno in parte. E così soffriamo di meno, Noi... Lui o Lei ed io, compagni di stanchezza, quando diventa troppo pesante il fardello, gravosi i pensieri, e fa paura immaginare il domani. Entro in punta di piedi, senza fare troppe domande, mi è sufficiente ciò che vedo e il poco che mi dicono. Il Dolore non ha gradi né stadiazioni, come non esiste un tumore da "primo posto" per gravità od altro, sempre merita rispetto, vicinanza e aiuto. Non ho in tasca la "panacea di tutti i mali", porto me stessa e la volontà di accompagnare, entro quello spazio ed oltre, fuori per continuare. Questo è il mio essere una volontaria, termine che non mi piace molto, perché pare piccarsi di una professionalità, che se pur necessaria per serietà, poco riguarda il Cuore. Comunque... io mi comporto così, ma forse perché tale sono anche nella vita di tutti i giorni, pregi e difetti compresi. Lo sono ora, o magari da sempre, e alla fine siamo tutti ciò che la Vita ha deciso che fossimo. A domani... Dimentico una cosa importante, una mia strategia. All'epoca l'adottai per far venir fuori, "partorire" la nuova me stessa. Stimolare le emozioni. Imparai alla grande, e oggi sono quel che sono, e qualcuno mi affianca e poi mi ringrazia, indegnamente giacché tutti sono capaci di emozioni... "Beh, a volte ripenso alla mia vita. Ho studiato, facevo doposcuola, avevo tutto, non mi mancava niente apparentemente. Un giorno d'estate venne a bussarmi una notizia che nessuno vorrebbe sentire mai. Da quel giorno la mia vita cambiò. Tutto mi apparve diverso, più nitido quasi per assurdo. Ho visto la mia piccolezza, il bisogno di affetto, l'accettare con serenità alcuni limiti. La sofferenza mi ha fatto muovere il cuore verso Dio. Molti amici non ci sono più, io ho avuto la fortuna di esserci ancora. Quando faccio la terapia a volte mi capita di stare un po' male, ma quando il giorno dopo mi riprendo, mi sento rinata, emozionata come un bambino per aver conquistato un pezzetto di salute. Tutto sembra splendere d'infinita luce intorno a me e mi sento avvolta da un amore smisurato per merito di questa esperienza di vita straordinaria. Così ho capito che non avevo tutto, mi mancava questo evento che ha dato un vero senso alla mia vita. Anche se è molto faticoso. Però chiudo gli occhi e mi piace gustare, attimo per attimo il profumo della vita che diventa infinito. Afferro tra le mani e il mio cuore qualunque cosa venga a contatto con me, perché tutto è meraviglioso. Il sole che tramonta, il cielo che diventa grigio, la sera che cala, il vento che sfiora il viso, il profumo di un bambino, la carezza di un amico... ma se ho tutto questo, di cosa posso lamentarmi? La sera appoggio la testa sul cuscino quasi ricevessi una carezza dallo stesso, e col cuore ricolmo di pace attendo l'alba per riempirmi gli occhi, la mente e l'animo ancora di tante bellezze". L. S. Ecco... compagni di stanchezza ... compagni di sensazioni ed emozioni. Nulla è da scartare mai. Neppure la "malattia".

mercoledì 24 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.100) (Scatti di speranza)

Foto di vent'anni fa e un po' di malinconia. Il tempo è scivolato addosso, c'è adesso sempre luce negli occhi ma questa è schermata come da un velo, forse per proteggerla a lungo. Non sono contraria a fare foto o a esserne il soggetto, è che rivedo volentieri solo le recenti, che dire... dodici mesi e non oltre. Rivedere vecchie foto riporta indietro nel tempo e suscita nuove emozioni sulla scia delle antiche. Sono però contrastanti perché è inevitabile il confronto tra quel che fu e ciò che è, meglio o peggio comunque diverso. Per questo personalmente non amo molto rivedere fotografie datate, soprattutto dove sono raffigurati non solo scorci ed ambienti ma anche persone. Preferisco pensare invece ad una foto immensa, l'insieme di "scatti" futuri... una sorta di puzzle della Vita che sarà, giorno dopo giorno. Sarebbe molto meglio, niente rimpianto o nostalgie, alcuna ansia o senso di precarietà, solo speranze. Non amo le "mie" vecchie fotografie, perché mi rivedo come ero e non sarò più, e mi riportano a ciò che poi sarebbe stato. Così passo in rassegna veloce "fotogrammi dal mio immaginario", i ricordi migliori. Preferisco scegliere là in mezzo quello che mi somiglia, fermo nel tempo, e che regalerò per non essere mai dimenticata.

martedì 23 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.99) (Giornata degli abbracci? Ma no, abbracci sempre)

Perché dedicare solo una giornata? Ora che siamo tornati ad abbracciarci, e dopo tanto, almeno per me, pare cosa strana, dobbiamo promuoverli quotidiani. Perché non più come tirocinanti timidi stentiamo ad ingranare. Eh già, perché un sorriso è il più bell'approccio, una carezza mostra affetto e comprensione, e l'abbraccio... Beh, dentro un abbraccio, a volte quale tenerezza inaspettata, puoi piangere e ridere, trovare il calore che ti manca. Negli anni, col tempo di abbracci ne ho donati tanti, hanno sempre funzionato. Quando terminavo le parole, per coprire il pianto, per affetto, e questo lo si sentiva tutto perché mi tornava ancor più stretto. Tra Noi si continua a ripetere che quando non si ha niente da dire, piuttosto che cercare parole in aria, meglio sarà tacere. Un sorriso, una carezza, un abbraccio, saranno parole, quelle bene dette. E poi calore e conforto. Ho conosciuto molte persone, di cui conservo il ricordo più vivo perchè tutte mi hanno donato qualcosa. Spero aver fatto altrettanto con Loro. Adesso anche da lontano, pure virtuale, dono ancora un abbraccio a Chi c'è e persino a Chi non è più. Perchè è la prima cosa in cui credo, la forza dell'abbraccio.

lunedì 22 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.98) (E domani pur domenica sarà)

Mi sono alzata di buonora, oggi. Non ho fatto "sgolare" troppo la sveglia ché già ero in piedi... presto all'opera ma non prima di essermi vestita di silenzio. E questo si può solo quando in casa gli Altri dormono e qualche rumore lontano arriva dall'esterno come suono ovattato. Poi tra una faccenda e l'altra molti pensieri. Pensieri di ordinaria quotidianità, pensieri di normalità "straordinaria", quella che affianca l'altra e per un certo tempo, breve o lungo che sia, pare prevaricare. Ormai è così, per me lo è, e comunque sono serena perché come "dono" sento di far parte di un Tutto "straordinario". Un'altra giornata scivola via, e chiuderò gli occhi mentre la notte scende sui pensieri miei. Ne fermerò qualcuno che mi accompagni verso il domani, ma proprio quello immediato, prossimo venturo. Meglio non accampar pretese. Ogni settimana ha il suo sabato che poi altro non è che un giorno qualunque, più o meno programmato secondo buoni propositi, e manco tanto. Molto lavoro domestico, fornelli a tutto gas, da colmare lacune inevitabili e giustificate dal buon intento. A sera se mi guardo allo specchio non mi riconosco, sembro stravolta ma poi penso alla notte prossima ventura e al giorno dopo, e agli altri ancora, uno alla volta... e mi incoraggio da sola. Domani allora domenica sarà, e ce la metterò tutta perché non sia un altro sabato rivisitato. Promesso!

TAGLI E RITAGLI (n.97) (Silenzio e cura)

L'ultimo incontro del corso per volontari si terrà all'Hospice don Uva. Una sorta di tirocinio per una nuova consapevolezza. Quando non si può guarire, curare diventa "prendersi cura". Questo prevede diverse "figure professionali", dal Medico di famiglia, specialisti, psicologi ed infermieri fino ai volontari cui spetterà il compito di accompagnare e supportare con competenze acquisite tramite formazione ed informazione. Non soffrire è un vero e proprio diritto, e le cure palliative sono rimedio e non ultima spiaggia. Questo è all'hospice. Il Dolore Neoplastico merita menzione a parte, perché è un'esperienza soggettiva di natura multidimensionale complessa derivante dall'integrazione di più componenti. Sensoriale, Cognitiva, Affettiva. Con il coinvolgimento della psiche, ovvero una sorta di "disintegrazione" che si ha pensando alla propria morte, che porta la mente al limite della follia. Il 70% dei malati di cancro presenta dolore. Con il progredire della malattia, la presenza di metastasi aumenta l'eventuale necessità delle cure palliative, anche se andranno previste sin dal momento della diagnosi. L'Hospice don Uva è a Foggia dal 2007, sul modello dell'Hospice di Bentivoglio (BO) intende essere un'oasi di cura e tranquillità. È una struttura a piano terra, circondata dal verde. Ogni camera non è contrassegnata da un numero ma dal nome di un fiore, ed è predisposta per ospitare anche un accompagnatore. Frigo e TV, vista sul giardino. Purtroppo l'idea che all'hospice si vada a morire non fa apprezzare le qualità e i vantaggi. Dovrà cambiare la cultura, così come è stato fortunatamente per la malattia. La prima volta che andai all'hospice per far visita a qualcuno, fui accompagnata. Ero appena uscita dalla fase acuta della malattia e temevano per me, che potessi impressionarmi. Non successe. Confesso però che l'impatto fu forte, e solo il pensiero di poter essere aiuto e conforto mi distolse dal presente per proiettarmi nell'immediato futuro, lucida e distaccata nel giusto modo.

sabato 20 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.96) (Il diritto di non soffrire)

Secondo appuntamento con il corso per i volontari, tra gli altri il tema che maggiormente prende nel profondo, le cure palliative, il diritto a non soffrire. E in quest'ottica, proprio perché è un diritto, il paziente deve sentirsi "coinvolto", e nessuno potrà decidere cosa sia meglio per lui. Negli ultimi anni, e in particolare dal 2010 si parla e si tratta il difficile argomento del Dolore, quello con la maiuscola, il dolore cronico, oncologico e non solo. La Legge n.38 del 15 marzo 2010. In base a questa vengono stabiliti dei veri protocolli da applicare in continuità di cura nei vari luoghi che ospitano la "persona" che soffre. Dall'ospedale al proprio domicilio, senza escludere case di riabilitazione, strutture per anziani ed hospice. Va sfatata la convinzione che questi luoghi, hospice in particolare, siano senza possibilità di ritorno, tristi dove si aspetta la morte. Non è così. Al centro il Dolore ed intorno Medici di Medicina Generale, Territorio, Specialisti con un unico obiettivo, ridimensionarlo. Si parla di sofferenza cronica riguardante più patologie, ogni dolore che supera la durata di sei mesi che diventa a sua volta patologia, e quindi va curata, perché influenza negativamente il benessere e la funzionalità del paziente. Trattare il dolore diventa quindi un dovere etico di ogni medico ed operatore sanitario. Menzione a parte merita il Dolore Neoplastico, perché è un'esperienza soggettiva di natura multidimensionale complessa derivante dall'integrazione di più componenti. Sensoriale, Cognitiva, Affettiva. Con il coinvolgimento della psiche, ovvero una sorta di "disintegrazione" che si ha pensando alla propria morte, che porta la mente al limite della follia. Il 70% dei malati di cancro presenta dolore. Con il progredire della malattia, la presenza di metastasi aumenta l'eventuale necessità delle cure palliative, anche se andranno previste sin dal momento della diagnosi. Quando non si può guarire, curare diventa "prendersi cura". Questo prevede diverse "figure professionali", dal Medico di famiglia, specialisti, psicologi ed infermieri fino ai volontari cui spetterà il compito di accompagnare e supportare con competenze acquisite tramite formazione ed informazione.

venerdì 19 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.95) (Strategica melodia)

Recentemente ho conosciuto Leone, un bellissimo ragazzo dagli occhi azzurri. È un pianista, ha studiato all'estero, diplomato al conservatorio. Ha promesso che appena starà meglio desidera partecipare ad un evento del GAMA prestando la Sua arte. È un piacere parlare con Lui, la conversazione, pacata e rasserenante, lascia la stessa sensazione di una carezza. Leone ha sorriso per tutto il tempo, "rassicurandomi" che ce la farà. La Musica è davvero risorsa e terapia. Melodia e creatività fanno da supporto durante la malattia. Ad occhi chiusi, accompagna il ritmo del respiro ed emozioni come anelli di una catena. Serenità, tenerezza, condivisione... nostalgia, rimpianto, fragilità. Continuità di parole ed emozioni... Vita che continua. Ah, dimenticavo... Leone si è innamorato di Sara, clarinettista suonando insieme Brahms. Ricordando poi... ieri è stato l'anniversario della scomparsa di mia madre. Istintivamente ho cercato su YOU TUBE una ninna nanna dialettale che Lei amava cantilenare anche quando ormai eravamo grandi. La mia mamma era cultrice delle nostre tradizioni locali e del dialetto. Registrò questa, che può a giusto titolo essere definita, "nenia"... l'ho ascoltata così, senza pensare, quando fino ad ora avevo sempre evitato per scansare l'emozione di una malinconica nostalgia. Sono trascorsi 19 lunghi anni... e finalmente ci sono riuscita. Ho fatto pace con quella parte di passato che mi aveva rubato un angolo sereno di Cuore.

giovedì 18 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.94) ("Accanto" per il tempo che è dato - riflessioni)

Primo dei sei incontri previsti per il corso destinato ai volontari in oncologia. Presentazione dell'associazione, "L'Albero della Vita" e di tutti gli obiettivi raggiunti dal 2013 ad oggi. Quest'anno 2024 sarà dedicato interamente alla
oncologica. Dal valore della solidarietà all'etica del malato terminale, attraverso criticità che non tengono conto di una visione della vita, scandita da tempi diversi. Tempo... un paziente oncologico già al momento della diagnosi, che arriva come un tuono o un fulmine a squarciare la normalità dei suoi giorni, dà un valore diverso al Tempo. E sarà allora "prima di" e "dopo di", senza più certezze e con priorità mutate. Io ad esempio, ora sono consapevole che il Tempo passi veloce ed inesorabile, lasciandosi dietro solo tracce di momenti. Un tempo credevo poter essere serena dopo aver lavato i vetri di casa una volta alla settimana. Ero certa fosse così, perché il dubbio solo che dovessi allungare i tempi mi dava ansia. La Vita allora alla malattia "allegò" un "avviso di garanzia"... e a questo punto il dubbio fu un altro, aver sbagliato tutto. Così capovolsi la mia "credenza", e il dubbio diventò certezza. E cambiai priorità. Ho 70 anni e molti acciacchi già da tempo, ma non ho tempo per pensarci, preferisco sorvolare a favore della luce e trasparenza nell'esserci per l'altro con spontaneità. Senza strafare, con discrezione, rispettando il ruolo di volontaria. Essere accanto per Chi vuole, quando vuole.

mercoledì 17 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.93) (Ritrovarsi. Progetti e speranze.)

Primo incontro GAMA dopo le festività, il primo dell'anno. Incontrarsi è sempre un momento di gioia, oggi è stato qualcosa di più. Entusiasmo, desiderio di confrontarsi, a tratti euforia. Graditi ritorni apprezzati come carezze al cuore, indizio che un legame come il nostro può andare ben oltre. Progetti e speranze, si diceva. Progetto poesia, presentato dal giornalista Nino Abate ad ottobre, su cui si sta lavorando individualmente, e Corso di formazione per supporto psicologico al paziente e al caregiver. Ci si avvia quindi a strutturare quest'ultimo, perché non sia trascurato alcun aspetto, dalla comunicazione con la cura delle parole all'ascolto empatico, dalla scoperta delle proprie risorse alla gestione del dolore. C'è bisogno di ascolto ed accoglienza infatti, di atteggiamenti di valorizzazione. La malattia si affronta, si attraversa... va via. Affrontarla, attraversarla non da soli aiuta. Aiuta a mandarla via. "Quando una persona capisce di essere sentita profondamente, i suoi occhi si riempiono di lacrime. Io credo che, in un senso molto reale, pianga di gioia. È come se stesse dicendo: Grazie a Dio, qualcuno mi ascolta. Qualcuno capisce cosa mi sta accadendo" - Carlo Rogers -

martedì 16 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.92) (Mi faccio un caffè? Ovvero genesi ed evoluzione di un caffè in solitaria) Oggi, domenica. Stamattina ero in casa completamente sola, veramente non proprio, da sola con i due gattini e la cagnolina, occupati nel loro particolare mondo. Padrona di quel breve tempo, ancora in pigiama, un'occhiata al telefono e i consueti messaggi. Ho amato quella "solitudine piena", densa di sensazioni. Chissà... mi faccio un caffè? Ma si, una volta tanto in piena autonomia, solo perché mi va e non perché mi viene chiesto giusto nel momento che ho altro da fare. Cogliere l'occasione, non farsela scappare, e caffè è stato. Sorseggiato lentamente, gustato e apprezzato da me, la persona più importante. L'uomo a volte eccede in razionalità, per cui diventa matematico arrivare alla conclusione che senza alcuno è solo, e quindi deve sentirsi solo. Eppure la solitudine sotto certi aspetti è amica, addirittura necessaria, per raccogliere i pensieri e le idee, per riprendere il contatto con se stessi. Tra due giorni riprenderò ad andare col mio ritmo normale, e intanto mi rendo conto che quando sono da sola, sola non mi sento affatto. È momento di revisione interiore per me, mentre sfaccendo e mi rendo conto di poter farlo ancora, con gli acciacchi e le varie difficoltà, ma pure con rinnovata energia non di muscoli bensì di mente. E i miei tempi lenti diventano opportunità per ripercorrere le giornate, accorgermi degli involontari errori, pensare ad eventuali rattoppi, progettare a breve scadenza. Un passo alla volta, giorno per giorno... Frase fatta? Ma no, in sintesi filosofia di vita.
TAGLI E RITAGLI (n.91) (Si ricomincia... serenamente) Il Nostro motto... "Insieme è meglio". Come procediamo? Sereni e rasserenanti. Per cui raggiungiamo sempre l'obiettivo, trasmettere la fiducia per continuare. Ogni modalità risulta giusta, col confronto, con una pagina di diario, con una poesia. Va tutto bene, e sia quel che sia. Stasera ho ripreso il mio quadernone dove scrivo i pensieri che poi diventano fiocchi di tenerezza. Sulla pagina erano rimasti tre pensieri in sospeso, ho letto, ho pensato... che belli, quasi fossero scritti su un almanacco o un libro di aforismi. Non li ricordavo più. Poi ho continuato ad aggiungerne altri, tutti per lunedì. Ricominciamo, dopo le vacanze natalizie, nonostante la brutta influenza di quest'anno, e il Covid che ogni tanto fa capolino... ehi, io ci sono ancora. Comunque ricominciamo, con entusiasmo, curiosità e speranza, ché è la Nostra peculiarità. Chi mi ha conosciuto, mi riferisco soprattutto ai pazienti, sa che cosa ripeto sempre da quel famoso dì che sentii crollarmi il mondo addosso... Confida, Affidati, Fidati. Bene, Noi confidiamo in Dio, a Lui ci affidiamo perché di Lui ci fidiamo. Conosce i Cuori di Noi tutti, ci guiderà al meglio. Per inciso e quasi come incoraggiamento, uno di quei tre pensieri... desidero condividerlo, e sarà la mia buonanotte per Tutti Voi, l'augurio di sogni sereni. Se tieni duro, a volte accadono delle cose che ricostruiscono il tuo coraggio e la fiducia. A domani.

domenica 14 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.90) (L'impegno di restare vivi)

C'è un unico modo per sentirsi giovani sempre e a lungo. Restare vivi. Restare vivi significa aver fatto tesoro delle esperienze, ricavarne ricordi che facciano compagnia e siano di conforto nei giorni meno belli, quando c'è impegno per altre esperienze. Dopo tanto oggi ho rivisto la signora dell'edicola dove acquistai alcune riviste quel giorno prima del ricovero più temuto. 9 marzo... quella mattina fredda e grigia che faceva sentire ancora lontana la primavera, passai da Lei, anche per dirle di non mettere da parte i giornali almeno per un po'... andavo in ospedale... la situazione non era ben chiara, di me non sapevo cosa sarebbe stato. Tirai fuori una banconota da 10 euro... - No, non ve la cambio... me li darete al ritorno. È impegno a tornare e presto. - Va bene... lo prometto... Sono tornata e ritornata tante volte... ero sempre in debito, perché quella promessa si rinnovasse ogni volta. Oggi l'ho salutata con un cenno della mano, e Lei con un dito si è toccata la tempia. Ricordava. L'ho ripetuto in più occasioni. Chi entra nella mia vita non ne esce più. Lascia ciò che può, per me comunque un dono che traduco in ricchezza di insegnamenti e ricordi. E faccio tutto mio, ed è con me sempre, bagaglio indispensabile per la mia quotidianità fatta di riflessioni e riprese in gratitudine.

sabato 13 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI ( n.89) (Cose di ordinaria amministrazione e...)

La perfezione non esiste a prescindere, quindi è inutile cercare di mantenere le "proprie cose" al loro posto nell'illusione di una vita perfetta. Conviene adeguarsi ai cambiamenti, e farlo bene a tal punto da guadagnarci pure. Se ci soffermiamo a riflettere, qualunque sia il momento notiamo che c'è dietro un disegno. Anche una semplice azione o faccenda quotidiana non è lì per caso, ma come "tessera" di un puzzle segue il suo percorso logico per andare ad incastrarsi in modo perfetto alle altre, per poi perdere l'originalità ed acquistare significato. Stamattina rifacevo il letto. Operazione che di solito mi pesa non poco a causa della schiena, ma che stamani ho svolto e quasi non me ne sono accorta. La Mente era impegnata a gestire i pensieri, si è mantenuta lucida e non è stata lei ad essere gestita dal dolore. Le lenzuola, la coperta di lana leggera, il piumone, ho sistemato tutto come si doveva, e alla fine ho pensato che non poteva essere diversamente, perché certe "sequenze" non possono essere sovvertite. Ma comunque resta possibile dormire tra lenzuola scomposte e coperte "squilibrate" che pendono in modo non equo. Succede lo stesso anche coi fatti importanti della vita. Vivi e non capisci come, tanto è lo sconvolgimento che prende. Eppure la vita va, e se la prendi per il verso giusto e ci sai fare, scoprirai che è anche più bella, nonostante tutto. Me lo ricordo bene, e ugualmente, anche se a fatica, ne ricavai profitto, e ora non ho bisogno di tante parole perché Altri possano capire di quale opportunità si tratti. E poi ci sono quei famosi fiocchi, sempre giusti... chissà perché, appropriati, tagliati su misura che lasciano da pensare ma tengono pure viva la "fiammella". Si parlerà di "perdono" come ponte verso la "pace interiore", di Futuro che non è noto eppure ci si affanna a costruire, inconsapevolmente concentrati sul Presente, che poi è l'unica dimensione temporale che davvero conta. Si sorriderà perfino ad una semplice battuta, per un tenero ricordo. Cose di ordinaria amministrazione, e mica tanto.

venerdì 12 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.88) (Una citazione su cui rflettere)

“Se cresci senza nessuno che ti dica che sei bello o che sei bravo, senza una parola di conforto che ti rassicuri dandoti il tuo posto al sole nel mondo, niente sarà mai abbastanza per ripagarti di quel silenzio. Dentro resterai sempre un bambino affamato di gentilezza, che si sente brutto, incapace e manchevole, qualsiasi cosa accada. E non importa se, nel frattempo, sei diventato la più bella delle creature.” - Ferzan Ozpetek - L'Autostima non è un bene in dotazione, la si costruisce passo dopo passo, sin dai primi giorni di vita e ha a che fare, soprattutto con il rapporto instaurato dai genitori, con la loro capacità di infondere sicurezza e fiducia. Un bambino si basa solo su criteri esterni per confermare il proprio valore. Si aspetta che siano le persone più vicine, genitori, nonni, insegnanti a dimostrare gentilmente amore e approvazione. Benedetta autostima, va coltivata è vero, ma occorre pure che qualcuno il seme l'abbia posto, protetto... accarezzato. Racconto un po' di me, visto che ho attribuito alla scarsa autostima di un tempo l'interruzione degli studi universitari. Diligente e studiosa con ottimi risultati fino all'ultimo anno di liceo, quando portavo a casa un bel voto forse mi avrebbe fatto bene qualche elogio in più, invece andavo avanti da sola, vivendo di rendita. Secondo il pensiero di mio padre, ogni volta facevo appena la metà del mio dovere. Così cercai di fare in fretta l'altra metà, concludere, ma senza luce, calore mi persi nell'errata convinzione che mai sarei diventata ad "alto fusto". Il resto è noto, come lo è altrettanto che sono qui, e dopo tante occasioni perse e inutile sofferenza, ho compreso che avrei dovuto ad un certo punto rendermi autonoma dal modello paterno. Lui ed io, legati da un immenso affetto, intelligenza simile ma diversi in quanto a personalità e "talenti". Oggi posso dire di essermi riscattata da quella parte di passato che tanto mi costò. Soprattutto ne ho guadagnato in gentilezza, perché se vero è che ne dono tanto, lo è altresì che ne ricevo altrettanto.

giovedì 11 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.87) (Come amiche di vecchia data a conversare...)

A conversare delle proprie disavventure, nello specifico, ospedaliere. Solo uno dei tanti aspetti della vita. Ché poi la vita che cos'è se non un'avventura? E vista così, non mancheranno certo curiosità, determinazione, coraggio. Quindi... stamane in una stanza eravamo in quattro a conversare, e prima di quel momento illustri sconosciute tra di Noi... - Siedi pure qui, purtroppo ho solo questo divano da offrirti. Un invito spontaneo ad accomodarmi sulla sponda del letto, invito fatto con semplicità di movenze quasi commoventi. E ci siamo raccontate, e ho ascoltato di esperienze ed emozioni tanto simili alle mie. Poiché parlare in condivisione accorcia le distanze e stabilisce sintonia. Chi non vive l'esperienza di volontario in oncologia, non può immaginare di quanto intensamente siano vissuti quei momenti insieme, si parla, si discute, si condivide e a volte persino si ride. E tutto si alleggerisce. Devono esserci i presupposti, questo si, condizioni e stati d'animo, però generalmente il tempo passa in fretta, e non è raro sentirsi chiedere alla fine... ma domani ci siete? Ove il domani, ovvero il giorno dopo ha gran valore, pare quasi l'infinito. Le ore passano in un lampo, con il sorriso, pensando meno al percorso e molto più a qualche piccolo programma per la sera, o al massimo domani, ché poi dovrebbe essere così per Tutti, contare solo sul domani prossimo ed effettivo. Darsi appuntamento per il "Qui e Ora", da vivere insieme, qui o altrove. E alla fine, scambievole e piena gratitudine. Per la compagnia. Per l'accoglienza. Per l'ascolto e gli insegnamenti. Grazie insomma, perché ci siamo, perché ci siete. Sempre e nonostante tutto.

mercoledì 10 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.86) (Più o meno sinteticamente... io)

Oggi ho sentito al telefono la mia Amica storica, Donata. Ha trascorso le feste a Londra, con la figlia e la Sua famiglia. Ci siamo scambiate gli auguri per il nuovo anno, e inevitabilmente come ogni volta abbiamo ricordato quanto siamo state privilegiate. Il dono della rinascita e non solo, pure la scoperta di risorse mai pensate. Nel caso di Donata, equilibrio e lucidità senza alcun deficit nonostante il progredire degli anni. Per me, cosa ormai nota, la scrittura che fu risorsa e strumento per accettare, elaborare, condividere... E lo è ancora, perché cambieranno pure gli eventi ma il desiderio di viverli da protagonista ci sarà sempre. Scrivo e penso, felice di poterlo fare, felice che qualcuno leggerà. All'epoca decisi che avrei scritto per dare un'anima a quel foglio bianco che era la mia vita. All'improvviso si erano cancellati sogni e progetti, e la malattia aveva lasciato una nuova pagina, mai vista. Da allora avrei scritto ogni giorno, a sera con la complicità del silenzio. Spesso ho scritto a lungo, pagine venute fuori quasi da sole, non sono mancate pure le tre o quattro righe, sintetica espressione di fugace emozione colta a volo. Cominciò come un diario, una cronaca di eventi inaspettati e dolorosi, poi tutto cambiò aspetto e si trasformò in un "chiaroscuro di emotività". Un insieme di emozioni da lasciare per iscritto affinché Tutti potessero leggere, ricordare e imparare. Decisi di scrivere per poter esprimere più o meno sinteticamente, senza timore né ritrosia quello che in una vita intera e senza scossoni, non avrei potuto o forse neanche voluto dire.

martedì 9 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.85) (Senza fretta)

Credo che quando si sono messi insieme un po' di anni, necessiti fare tutto con calma, senza fretta per assaporare il momento, prendere nota di ogni particolarità. Cosi il presepe a casa mia ha ragion d'essere tutto l'anno, e l'albero ormai spoglio, tornerà a dimora nella sua scatola, quando ne avrò tempo e voglia. Rimuovere gli addobbi di Natale, dopo le festività, con gli anni, non lo percepisci più solo come noiosa incombenza, ma lo vivi come archiviassi un faldone di cose fatte. Con nostalgia. Togliendo l'albero, gli addobbi vari, è come salutassimo gli affetti, deponendoli in pacchi, accanto al nostro cuore. Socchiusi e mai chiusi. Si archivia un periodo che comunque resterà tra i ricordi. Per associazione di idee il pensiero va al tempo che riposi le parrucche. Le avevo lasciate lì, sul comò per qualche giorno, un po' come si fa appunto con gli addobbi natalizi una volta che le feste son finite. Non va di passare subito ad altro, dà malinconia e si aspetta un giorno, forse due, ma al terzo pare tutto anacronistico e in una volata via ogni cosa e non ci si pensa più. Con le parrucche fu più o meno così. Le conservai senza rimpianto, con grande speranza e un po' di nostalgia per quel tempo che mi aveva visto in campo, convinta e determinata a ricostruire me stessa.

lunedì 8 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.84) (Trascorsa è l'Epifania)

Che cosa conserverò? Di fatto tutti gli addobbi, fiocchi rossi e alberelli innevati sparsi per casa, reale davvero là dove l'abbiamo posto, il presepe. Non molto grande, delicato e non caotico non sembrerà strano pure ad agosto, quando ad illuminarlo basterà la stella cadente nella notte di San Lorenzo. Da domani, spente le luci, sarà una presenza discreta e costante perché c'è bisogno di un "promemoria" efficace, di significati profondi e tanta serenità. L'abbiamo questa tanto auspicata per l'ultimo scorcio dell'anno, non è del tutto mancata, ma di certo ne serviva di più. In compenso siamo cresciuti.. Cosa strana, le opportunità si nascondono tra le difficoltà e nell'inquietudine, forse perché ci si rende davvero conto che nulla è scontato in assoluto. Non sono scontate le relazioni, neppure i legami di sangue perché le situazioni celano trappole in cui facile è cadere. Non è giusto a priori il modo di comunicare, si parla poco o niente o addirittura troppo e l'abuso di parole a spiovere priva le stesse di senso. Manca l'umiltà di fare un passo indietro quando ci si dovrebbe voler bene. Ognuno tende a restare arroccato nel proprio "piccolo feudo", bastante la propria corte e uno spicchio di cielo, e si priva dell'immensità dell'Altro. Gli anni passano e molto cambia. Di queste feste allora che cos'altro conserverò? Una riflessione sull'ironia che si fa nel giorno dell'Epifania, quando la Befana impazza ovunque. Ringrazierò Chi ha deciso di abbandonare un'usanza obsoleta che non fa manco ridere più. Si è troppo avanti, e una Donna è bella ed amabile pure con qualche chilo in più e magari anche con una mammella in meno, perché fa di se stessa un dono ogni giorno per Chi ama, e dell'intelligenza un mezzo per spiccare il volo. A domani... perché la rinascita comincia da qui.

domenica 7 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.83) (In questa notte dell'Epifania...)

Tanti pensieri e ricordi che si rincorrono, s'accavallano, aggiungono caos al tempo mancato in queste settimane. Ma tant'è che pure ad ora tarda non può venir meno qualche riflessione. Serve, a me serve sempre per traghettarmi al nuovo giorno, che poi domani sarà, anzi lo è già, la Santa Epifania L'Epifania tutti i malumori, i rancori porta via, per le parole non dette a suo tempo, per quelle dette al posto di altre e che per questo hanno fatto male, molto male. Poi si riflette, pure a lungo, e si arriva alla conclusione che non vale la pena ma per niente proprio, stiamo già abbastanza inguaiati da non voler aggiungere altro, almeno nel piccolo che ci riguarda. E si fa un passo indietro per incontrarsi a metà strada, perché dai... è l'Epifania, tutti i malumori e i rancori porta via. Intanto continua per qualcuno il "gioco delle tre carte", gioco disonesto, che sposta, cambia, e poi si ferma... Dove troveremo il soggetto in questione? Là dove di certo non l'avremmo posto, al massimo riposto nelle vicinanze una volta per tutte. E pur consapevoli ci ritroviamo ancora nel bel mezzo di una commedia pirandelliana, ognuno con la propria verità a sostenere "così è se vi pare" e altro non domandare. Converrà allora da parte nostra girare pagina e lustrare i pochi i valori rari, quali l'onestà, la lealtà, il bene comune, e questo giusto per non perdere del tutto fiducia nell'essere umano. Gli antichi sostenevano "omnia munda mundis", ma ci saranno ancora cose pure, e soprattutto uomini che lo sono altrettanto?

sabato 6 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.82) (Sentirsi a casa)

Giornata travolgente quella odierna. Partenza di mia figlia, sterilizzazione dell'ultimo dei gattini maschi, e poi i soliti fatti di quotidiana amministrazione. "Cose di casa" che mi hanno riportato indietro nel tempo, quando mia madre era ancora in vita, a dei momenti di grande intesa familiare, ove comprensione e solidarietà erano le sole parole che caratterizzavano la Nostra casa. Perché "Lei" desiderava questo, e questo condivideva senza risparmiarsi, in casa e fuori. Casa. Non quattro pareti, bensì focolare domestico, rifugio sicuro dove niente di dannoso può raggiungere e scalfire. Casa è dov'è il Cuore. E se il Cuore è verso Dio, Tu sarai al sicuro, a casa... ovunque. In quest'epoca di continuo cambiamento molti si ritrovano in ansia perché si sentono fuori posto, senza "casa". Ma ci si può sentire a casa ovunque... e ovunque sarà dato sempre il benvenuto. E sarà calore e sarà accoglienza. Che bell'effetto fa questa parola, mette il buonumore, annulla i dissapori e poi allarga gli orizzonti. Accoglienza senza differenze... Abbraccio stretto e dolce... Amore in assoluto.

TAGLI E RITAGLI (n.81) (Non serve una grande cultura)

Semplicità ed umiltà aiutano nella malattia. La semplicità per poter relazionarsi con chi s'incontra e non sentirsi soli, l'umiltà per non farsi vittima né "carnefice" a causa dell'arroganza. "Parti da dove sei... serviti di ciò che hai... fai ciò che puoi. Vivi in semplicità. Sarai contento di ogni piccolo traguardo raggiunto". Consigli validi in ogni occasione, ancor più nei momenti di gravi difficoltà. Non serve grande cultura, è sufficiente la consapevolezza di sé e conoscere le quattro stagioni, saper contare le ore del giorno e poi ascoltare ed essere grandi nella propria umiltà. Specialisti nel superare i propri limiti senza sconfinare. Ieri ho dato il calendario ad un paziente... - Ahhh, bello questo. Glielo do a mia moglie che sa leggere e scrivere. Pensavo fosse una battuta... - Magari potrà servire anche a Te. - No, dico veramente io non so leggere, guardo le figure perché ho fatto fino alla quarta elementare. Ed io incuriosita... - Mancava solo un anno. Perché non fino alla quinta? - Fino alla quarta per anzianità, poi bullizzavo tutti e mi hanno espulso. Un bel curriculum... ho pensato tra me, e se non avessi visto in quel momento quanto bravo fosse con la compagna di stanza, avrei finito col pensare potesse bullizzare anche Lei. Ma è tutta questione di sensibilità, di sentirsi un tutt'uno con l'Altro, sotto lo stesso cielo e "prescelti" per una esperienza in comune. È vero, non serve grande cultura...

giovedì 4 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.80) (Un calendario e le storie)

Potrebbe essere il titolo dei pensieri di stasera. Il calendario del GAMA, e le storie che abitualmente da volontari ascoltiamo, e che diventano parentesi a ciascuna delle Nostre. Oggi ho distribuito calendari in ogni stanza, accolti come fossero graditi bonus di dodici mesi, appuntamento certo almeno fino al 31 dicembre. Guardavo ogni volto e nello sguardo ne cercavo la storia. Perché tutti Noi siamo storie, tenere e avvincenti, lineari e ancor più spesso complicate, ma uniche, originali. Storie che vivono di Presente, partendo da molto lontano, alcune addirittura da un Passato vissuto ma solo attraverso i racconti di altri. Tutte sbirciano un Futuro, sperando di realizzare un altro Vissuto, narrato dal protagonista e non solo, persino dalle "comparse". "Ho avuto una giornata piena di storie, dissi, non credo che me ne servano altre. L’uomo incrociò le gambe, appoggiò il mento sulle mani con aria meditabonda e disse: abbiamo sempre bisogno di una storia, anche quando sembra di no". - Antonio Tabucchi - Ogni storia mi appassiona, perché di ogni persona che la racconta percepisco il bisogno e la fiducia. Il bisogno di alleggerirsi di un peso e la fiducia riposta perché sia ben custodita la propria storia. Storie nelle storie, partendo dalla mia che col trascorrere del tempo prende il "colore" definito della trama di fondo. Come la tela su cui si susseguono, seguendo un disegno preciso, i punti a croce. Non posso definire romanzo la mia storia, e neanche racconto, ma rileggendone il ricordo è sicuramente un' emozione in crescita. La narrazione di esperienze di vita, osservate con lo sguardo del Cuore.

mercoledì 3 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.79) (Mentre il primo giorno scivola via)

Quando all'indomani di San Silvestro si inaugura un nuovo calendario è come avere a disposizione una piccola clessidra con i granelli di sabbia contati. Cosa alquanto impossibile. Lo si può immaginare però, mettendone in conto di più perché molti scivolano via insieme e veloci e indistinguibili. Proprio come ogni giorno dell'anno, non semplice unità di tempo ma "grano" di vita, fatto di emozioni uniche e irripetibili. A Capodanno la Chiesa dedica la giornata alla Madre di Gesù, Regina della Pace. A seguire tutti gli altri giorni, che sul calendario porteranno numeri ma pure i nomi dei santi. Quale giorno migliore quindi per pensare ad ogni madre, e in particolare alle madri che solo fisicamente non sono più? Tutto il resto c'è. Il valore santo della Maternità, la capacità di andare oltre senza ribellarsi, la consapevolezza di essere artefice di un "grande progetto", e l'amore per la pace. Ora il primo giorno del 2024 volge alla fine, anzi per essere precisi, siamo già a quello che segue e avanza. Dopo l'ansia della mezzanotte, oggi sento il Cuore in pace. Posso pensare con fiducia che mi attarderò ogni sera a guardare il giorno scivolare via. Ah, dimenticavo... progetti? Solo uno che poi comprende tutti. Continuare con determinazione ma leggerezza nel sentire.

martedì 2 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.78) (Perché passi... solo pochi passi)

Da uno spazio del Cuore al vano della Mente, come un passaggio lento ed inevitabile. È quel sentimento languido che prende l'ultimo giorno dell'anno. Appartiene a Tutti, e in parte guasta la gioia del nuovo che arriva e cambia. Ma anno nuovo, vita nuova... si dice, e Noi impegnamoci e vita nuova sarà. Ce l'ho fatta. Anche quest'inizio è stato attraversato. Ora è tutto in salita... o è in discesa? Questione di punti di vista. Rita Levi Montalcini affermava che non serve aggiungere giorni alla vita, bensì Vita ai propri giorni. Quella famosa qualità di vita che può essere frizzante e variopinta anche nei momenti di buio, pure in età avanzata. Come il cielo allo scoccare della mezzanotte a Capodanno. Buondì a questo nuovo anno... 2024. Un dono raro, diciamo pure unico! Buon Anno ad ognuno di Voi. a Chi mostra e dimostra affetto, a Chi è ritroso. Fa lo stesso. Alla porta c'è sempre il benvenuto, e poi un abbraccio e un sorriso. Tutta la ricchezza di cui il Cuore può far dono, non solo all'inizio, ma per ogni giorno dell'anno. L'Amore non conosce ferie né accusa stanchezza, perché si rigenera donando. Che sia un anno migliore, si è soliti dire, ma qualcuno giorni fa mi ha fatto pensare, e poiché non si finisce mai d'imparare... Che sia un Anno... e basta! E mai più rimuginare.

lunedì 1 gennaio 2024

TAGLI E RITAGLI (n.77) (Aspettando che passi)

È storia vecchia, la fine dell'anno non mi è mai piaciuta, mette ansia come camminare in una stanza al buio, con la sicurezza di andare a sbattere... dove? Non si sa. Eppure prima di muoversi basta un click... ed è la luce. Ma chissà perché ce ne dimentichiamo o non vogliamo farlo, a volte il rischio è molto allettante. Domani ultimo giorno di questo 2023. Che dire, se non le solite cose? Certo è che ogni anno sono sempre troppe le aspettative nell'anno che sarà, quindi si punta alto e il rischio è grosso. Si scaccia a pedate il precedente, senza tener conto che dopo tutto siamo ancora qua. Questo, lo confesso... devo ripeterlo sempre a mo' di mantra, perché ormai manca pochissimo alla fine e ne sento il peso, come ogni anno. Vivere nel momento presente dopo il buio è camminare in equilibrio su una corda tesa. Più a lungo si resta in equilibrio, migliore sarà la qualità della vita. E dico a me stessa... Dopo tutto non può che andar bene, credici... andrà come deve e sarà uguale, perché non c'avrai pensato che poteva andar diversamente bene. È aggirare l'ostacolo, vedere tutto da altro punto di vista. Mancano pochi passi, e poi salta! Salto di qualità e mai salto nel buio.