giovedì 25 gennaio 2024

QUANDO A DECIDERE È LA VITA (n.1) (Perché volontari?)

Ovviamente dirò di me. Mi trovo su questa strada, mi ci sono ritrovata per caso dopo la necessità, e poi appassionata. Non mi piace essere spettatrice della sofferenza altrui, e per questo cerco di affiancare per sfiancarla e ridurla a metà o almeno in parte. E così soffriamo di meno, Noi... Lui o Lei ed io, compagni di stanchezza, quando diventa troppo pesante il fardello, gravosi i pensieri, e fa paura immaginare il domani. Entro in punta di piedi, senza fare troppe domande, mi è sufficiente ciò che vedo e il poco che mi dicono. Il Dolore non ha gradi né stadiazioni, come non esiste un tumore da "primo posto" per gravità od altro, sempre merita rispetto, vicinanza e aiuto. Non ho in tasca la "panacea di tutti i mali", porto me stessa e la volontà di accompagnare, entro quello spazio ed oltre, fuori per continuare. Questo è il mio essere una volontaria, termine che non mi piace molto, perché pare piccarsi di una professionalità, che se pur necessaria per serietà, poco riguarda il Cuore. Comunque... io mi comporto così, ma forse perché tale sono anche nella vita di tutti i giorni, pregi e difetti compresi. Lo sono ora, o magari da sempre, e alla fine siamo tutti ciò che la Vita ha deciso che fossimo. A domani... Dimentico una cosa importante, una mia strategia. All'epoca l'adottai per far venir fuori, "partorire" la nuova me stessa. Stimolare le emozioni. Imparai alla grande, e oggi sono quel che sono, e qualcuno mi affianca e poi mi ringrazia, indegnamente giacché tutti sono capaci di emozioni... "Beh, a volte ripenso alla mia vita. Ho studiato, facevo doposcuola, avevo tutto, non mi mancava niente apparentemente. Un giorno d'estate venne a bussarmi una notizia che nessuno vorrebbe sentire mai. Da quel giorno la mia vita cambiò. Tutto mi apparve diverso, più nitido quasi per assurdo. Ho visto la mia piccolezza, il bisogno di affetto, l'accettare con serenità alcuni limiti. La sofferenza mi ha fatto muovere il cuore verso Dio. Molti amici non ci sono più, io ho avuto la fortuna di esserci ancora. Quando faccio la terapia a volte mi capita di stare un po' male, ma quando il giorno dopo mi riprendo, mi sento rinata, emozionata come un bambino per aver conquistato un pezzetto di salute. Tutto sembra splendere d'infinita luce intorno a me e mi sento avvolta da un amore smisurato per merito di questa esperienza di vita straordinaria. Così ho capito che non avevo tutto, mi mancava questo evento che ha dato un vero senso alla mia vita. Anche se è molto faticoso. Però chiudo gli occhi e mi piace gustare, attimo per attimo il profumo della vita che diventa infinito. Afferro tra le mani e il mio cuore qualunque cosa venga a contatto con me, perché tutto è meraviglioso. Il sole che tramonta, il cielo che diventa grigio, la sera che cala, il vento che sfiora il viso, il profumo di un bambino, la carezza di un amico... ma se ho tutto questo, di cosa posso lamentarmi? La sera appoggio la testa sul cuscino quasi ricevessi una carezza dallo stesso, e col cuore ricolmo di pace attendo l'alba per riempirmi gli occhi, la mente e l'animo ancora di tante bellezze". L. S. Ecco... compagni di stanchezza ... compagni di sensazioni ed emozioni. Nulla è da scartare mai. Neppure la "malattia".

2 commenti:

  1. Invece: “Volontaria” è un ottimo termine. È proprio il contrario dell’etichetta della professionalità. Parla di gratuità, dono, tempo libero che potrebbe essere usato per se stessi e invece è usato per far star bene altri. Fai sicuramente molto di più di chi viene pagato. È proprio dalla gratuità di base che ricevi dall’alto la grazia per aiutare. I risultati che ottieni sono parte frutto di ciò che tu hai da donare (e sicuramente hai molti doni), ma perlopiù sono opera di Dio.

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  2. Ho smesso di fare volontariato in Caritas quando altre problematiche sono divenute più bisognose di mia presenza, ma stavo facendo anche un'analisi critica sul fatto che mi adagiassi molto sul mio fare volontariato, una sindrome del "ma che bravo che sono" che spesso faceva capolino forse inconsapevolmente, fino a che, individuatene anche sparute tracce, non mi sono più sentito davvero in grado..

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