martedì 30 gennaio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.6) (La stanza)

Quelli che vivo, e gli ultimi in particolare, sono giorni intensi, impegnativi per il fisico e l'emotività. Più volte ho avvertito la necessità di astrarmi dal contesto, idealmente isolarmi per ritrovare equilibrio e lucidità. L'ho fatto col silenzio. Perché? Niente... sto pensando... E per fare questo serve almeno un "angolino" nascosto della Mente che, compiacente, accoglie e poi chiude la porta, perché si possa elaborare quel che accade, archiviare ciò che non serve, stabilire un "da farsi" che riguarda il futuro come non mai. Io mi sento accolta quando scrivo, mi apparto nella scrittura, ed è come trovarmi in una stanza dove finalmente posso essere me stessa e coltivare le mie passioni. Le passioni, qualunque esse siano, richiedono spazio, e ognuno ha il diritto di riservarsi un angolo, in casa propria, dove poter fare ciò che maggiormente piace, e nella mente per pensare e poi sciogliere ogni riserva. In queste sere sono riuscita a ritagliarmi un pezzettino di creatività, ho messo giù pensieri dopo aver scandagliato nel profondo il mio animo. Ho temuto, ricordato... ma pure sperato. L'ho fatto al di fuori di "occhi indiscreti", avrebbero visto ciò che non era, inteso per indifferenza quella protezione necessaria per non perdere di vista l'orizzonte, l'Arcobaleno. Sono sempre stata un po' particolare, per soffrire meno mi sottopongo a volte a terapie d'urto ad alto rischio. Cado più volte, ed è normale perché i pensieri non mancano come pure le piccole ansie che tentano di avvelenare i giorni con fatica conquistati, ma non viene meno la forza di farmi da parte a pensare in quella famosa stanza, a raccontarmi parole che non sono vuote chiacchiere. Ti curi e guarisci, oppure accusi il colpo e... va bene cosi. E posso dire fiera, finora ce l'ho sempre fatta.

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