lunedì 30 aprile 2018

SII GRATO PER CIO' CHE HAI...


... non avrai bisogno d'altro. Se ti concentri su ciò che non hai, per te non sarà mai abbastanza.
In due frasi la filosofia essenziale della vita, perché è tutta qui la serenità, la "piccola felicità" che si cerca e a volte non si trova, e non si può se inquietudine e insoddisfazione rendono cieca la mente e cupo il cuore. Manca la memoria della vita come dono che genera altri doni, e tutto va accettato perché di un regalo non si scarta nulla, grati sempre non per convenzione bensì per convinzione, di ogni piccola cosa, già allo spuntare del giorno, per tutto il giorno e fino a sera.
Mi pare... ma è così, l'ho detto, sono temporaneamente senza acqua. Bene, oggi ho trascorso la domenica tra bottiglie e bidoncini, travasare e riempire bacinelle, cucinare e rassettare, persino lavare pavimenti, e tutto questo senza acqua corrente, e il bello o la stranezza (dipende dal punto di vista) è che l'ho trovato pure divertente. Possibile...? Certo, perché sono grata di aver trovato modo, capacità e forza per poterlo fare. E leggerezza soprattutto, nel vivere l' "accidente" non come una catastrofe senza rimedio. Un tempo per me lo sarebbe stato, ma l'evento... da buon maestro, e tutta la mia vita dopo... valido tirocinio, hanno "plasmato" un nuovo atteggiamento, e pure di questo sono grata, non si può immaginare quanto.
La gratitudine è un’alleata molto affidabile per la Nostra serenità. La vera gratitudine va ben al di là del ringraziamento quando riceviamo qualcosa in dono o quando qualcuno fa qualcosa per Noi. Quella che apre le porte alla serenità è molto potente. Uno dei modi per riuscire a farla entrare nella vita è tenere un diario della gratitudine. Il diario è una forma molto interessante di raccolta dei propri pensieri. Quello della gratitudine vive di luce propria se sappiamo farlo vivere. E, per la verità, basta davvero poco. Trovate un blocco o un quaderno e una penna o matita. Sceglietelo di un colore che vi piace e personalizzatelo. Deve essere riconoscibile immediatamente come un diario speciale. Come fare? E' superfluo dire che ne ho preparato uno anch'io, e procedo in questo modo. Prima di andare a dormire, dopo aver spento il pc, mi prendo gli ultimi dieci minuti. Un respiro profondo, concentrazione e apertura totale della mente. Ripercorro la mia giornata e identifico tre o cinque momenti per cui essere grata, e poi scrivo a mano i motivi della mia gratitudine spiegando anche un "perché" per ognuno. Rileggo e metto a posto il diario. Mi lascio andare quindi al sonno ristoratore perché accompagnato dalla positività degli ultimi pensieri del giorno. Non è poi così difficile, vero? Basta guardarsi intorno e poi godere della Nostra gratitudine.

domenica 29 aprile 2018

APPUNTI DI VITA... PROMEMORIA


Che strano, ti alzi una mattina con la convinzione che sarà come tutte le altre di un sabato qualunque, e invece diventa una "lezione di storia", che si concluderà con una nota a margine, un promemoria. Perché niente di ciò che accade, apparentemente casuale, non ha un senso, anzi ce ne viene offerta persino una doppia chiave di lettura. Per quel che riguarda me, sono talmente allenata che leggo e traduco simultaneamente.
Ero carica di entusiasmo stamattina, nonostante qualche difficoltà alla partenza, avevo mille cose da fare e intendevo farle in fretta per ritagliarmi un po' di spazio, ed ecco che mi arriva un messaggio con una notizia dolorosa. Qualcuno non c'è più, solo due mesi per non farcela, nemmeno il tempo per incominciare, neppure il minimo concesso alla speranza perché la scintilla diventi fiamma. Niente. Una brava persona, di quelle che lasciano il segno senza parlare, solo con piccole azioni ma costanti e significative.
Non ci volevo credere, e ho cominciato a rallentare e a pensare.
A volte mi do pena per niente, mi carico di inutili affanni altrui, non mi sento considerata e mi lascio prendere dalla stizza, e poi...? Certo che tutto quanto, ciò che si vede, si sente, il banale e il superfluo, non servono a niente. Non sono priorità cui dedicare pensiero e tanto meno azioni. Manca il tempo, e forse mentre scrivo, penso e parlo, è già trascorso quello che resta.
Mi do una smossa, e riprendo a sfaccendare. Spolvero, metto a lessare le patate, pulisco il bagno e poi comincio a passare lo straccio sul pavimento. Ad un certo punto questo diventa come quei biberon per bambole con il latte che scompare qualche secondo e in un attimo è di nuovo pieno. Per quanta acqua raccoglievo con lo straccio, altrettanta ricopriva il pavimento, ho seguito la via del copioso rivolo e sono giunta alla sorgente, presumibilmente un tubo rotto dietro una piastrella. Presumibilmente perché non sappiamo ancora bene. Due idraulici convocati, nessuna risposta. Chiameremo un terzo, ed intanto domani sarà domenica e lunedì come fosse sabato... chissà.
Alla fine però me la sono cavata lo stesso tra acqua minerale e distillata, tutta fino all'ultima goccia. Ad ogni problema non manca la soluzione, devi solo fare buon uso del cervello, e poi tenere in considerazione le giuste priorità.
Le cose importanti nella vita non sono cose, ma molto molto di più. L'ho imparato e non posso scordarlo.

sabato 28 aprile 2018

TENENDOCI PER MANO


Il sondaggio che ho creato ieri è ancora aperto e lo sarà per un altro giorno ancora. E' nato da una provocazione, inteso ad esserlo a sua volta, perché tante volte ci facciamo vanto di qualcosa senza sapere bene che cosa sia né comprendendone il senso.
A due opzioni iniziali, da me proposte, se ne è aggiunta una terza, contenuta nell'ampia risposta di Alba Giordano. Preciso che la cosa non mi ha spiazzato perché me l'aspettavo, anzi speravo che arrivasse, pure alla lontana ed invece ecco l'esclamazione di vittoria cui Tutti dovrebbero ambire.
REAGIRE positivamente, e da qui scaturisce il resto. ASCOLTARE per dare aiuto e riceverne inconsapevolmente, poiché il Bene ha il dono della reciprocità. RACCONTARSI per dare sfogo al proprio dolore e cercare nell'Altro direttamente o meno, la risorsa che manca.
Tre proposte, come si può notare, imprenscindibili tra loro poiché a se stanti non hanno completa valenza, e poi scattano in automatico, come le camere intercomunicanti o le scatole cinesi, passaggi obbligati per giungere al buon esito.
L'interdipendenza del compito e quella del destino comune si unificano in quella sola della "reciprocità". Persone che condividendo un percorso comune, un vissuto di dolore si prefiggono di arrivare comunque ad un traguardo nel migliore modo possibile.
Per questo dovrebbero essere partecipi TUTTI INSIEME a qualsiasi momento, difficile o gioioso del singolo. E quel singolo di rimando, sentirsi "uno del Tutto", tra l'altro rivelando una "grande intelligenza" che erroneamente quasi limitiamo con la definizione, "bontà".
Ieri casualmente ma non troppo, ho incontrato di nuovo quel mio Amico dei tempi del liceo, che non avevo riconosciuto. Questa volta c'è stata una lunga chiacchierata tra Noi, lunga e molto edificante. Il saggio ragazzo di 48 anni fa è ora l'uomo maturo e ancor più sereno di quanto potessi immaginare.
Tra le altre cose, in riferimento alla mia attività in ospedale, mi ha riferito riguardo ad una teoria sulla stupidità umana, tratta da un libretto di un economista, Carlo Cipolla.
Gli uomini si dividono in... intelligenti, sprovveduti, banditi, e stupidi.
Gli Intelligenti facendo il bene altrui, lo fanno anche a se stessi, gli Sprovveduti fanno medesima cosa ma ci rimettono, i Banditi pensano solo a sé, gli Stupidi non fanno il bene e si ritrovano con un pugno di mosche in mano.
In quale di queste categorie potrebbero collocarsi coloro che tengono ben chiari idea e progetto dell'auto mutuo aiuto, dove ci collochiamo NOI, nello specifico assertori di aiuto gratuito?

AL SOLE DAL FASCINO ANTICO (seconda parte)


E giunti al Castello, posto sulla sommità di un'altura, ci attendeva un'interessante e piacevole sorpresa. Gli ultimi preparativi per l'allestimento del Museo interattivo del Grano e della Donna. Perché la donna accomunata al grano? Perché portatrice di fertilità come la buona terra, ed anche "fata di creatività", capace di trasformare migliaia di chicchi di grano da farina in alimento essenziale per il sostentamento anche del più povero.
Nelle sale del maniero longobardo schermi a tutta parete e monitor riproducevano filmati con scene tratte dalla quotidianità contadina.
Un mosaico dal fascino genuino e antico.
Tessere di una civiltà di cui il Tempo perde memoria.
L'affezione per la buona terra,
la sacralità di un angolo privato ove si nasceva e moriva, ed era tutto là tra le anguste pareti di un piccolo spazio.
Il culto del duro lavoro, e tracce lasciate dietro di sé per la tradizione...
Uno sguardo d'insieme,
amore e semplicità in un'unica espressione.
Come l'Antico e il Moderno possono fondersi per mantenere viva la storia e rendere immortali alcuni valori.

venerdì 27 aprile 2018

AL SOLE DAL FASCINO ANTICO (prima parte)







Casualmente il Nostro coinciso con un mercoledì di festa, anniversario della Liberazione che in questo periodo storico la dice lunga, quando tutto ci sentiamo tranne che liberi. Importante sia comunque da parte Nostra mantenere indipendente almeno il pensiero, qualche raro ideale, giusto ché quel lontano 25 aprile non sia stato del tutto vano.
Le due festività civili assai vicine tra loro, 25 aprile e 1 maggio, solitamente danno inizio ufficiale alle gite fuori porta della bella stagione, quindi eravamo consapevoli... qualunque località nota della regione sarebbe stata super affollata, in contrasto perciò coi Nostri Mercoledì all'insegna della tranquillità e del ritrovarsi. Allora abbiamo pensato di spostarci oltre la zona abituale, in un posto che affaccia su tre regioni... Basilicata, Puglia e Campania. Monteverde, in provincia di Avellino, noto per il Castello Longobardo e i Giochi d'acqua.
In un paese che conta poco più che 700 abitanti, non c'è da meravigliarsi se per strada non s'incontra nessuno o qualche raro passante fornisce l'informazione prima ancora che gli venga chiesta, tanto alla fine è sempre la stessa...
Per il castello... perché siete diretti al castello, vero?... sempre dritto davanti a Voi.
Già, solo che Noi, abituati a non dare ascolto al navigatore che puntualmente sbaglia 9/10, abbiamo preso strade diverse, vicoli e traverse, tanto come si è soliti dire... tutte le strade portano a Roma, ed è vero, però nel Nostro caso prima su erte salite e poi in più chiese, luoghi di preghiera per lo spirito e di ristoro per il corpo, soprattutto in una giornata come l'odierna, di calura quasi estiva.
E di gatti...? Quanti sulla Nostra strada. Pigri, paciosi, sdraiati al sole o seduti dietro finestrelle ormai protette da sgangherate zanzariere...
(continua)

mercoledì 25 aprile 2018

QUANDO SARA' IL MOMENTO


Incomincio da me, ma di me non parlerò a lungo perché partirò in tono minore e non intendo rattristare. Non sono pensieri negativi né malinconici, sono necessari, partono da un Cuore che ama in modo incondizionato e da una mente che pensa, pensa di continuo, e immagina.
Penso a quando sarà il momento e nessuno piangerà, perché avrò voluto che questo non accadesse, e fatto in modo anzi che fosse il contrario. Un sorriso per ogni ricordo.
Non aggiungo altro, solo la motivazione di questo inizio a me insolito.
Stamane ho letto il post di un professionista della psiche, faceva riferimento a quanti di coloro che soffrono per la patologia che ci riguarda, nel virtuale costretti spesso ad indossare una maschera oppure nascondersi ogni tanto per non dire esplicitamente come stanno, si sentono o che cosa provano. Costretti da se stessi per non privare della speranza Chi legge, e forse pure quella parte che appartiene loro ostinatamente tenace a crederci. Bene, da ciò la mia forte decisione. Cominciare con un pensiero che mi accompagna ogni giorno, ogni istante e che pur facendo riferimento alla conclusione, non mette tristezza ma conforta. Come un'uscita di scena naturale, semplicemente perché quella scena non può essere occupata più del dovuto. Si lascia spazio ad altro e Altri perché la "rappresentazione" continui, solo qualche flashback come ricordo, poi si va avanti. Siamo "uno di un Tutto", non si può dimenticare.
Ripeto sempre che ho cominciato a vivere otto anni fa, e poiché sono soddisfatta di come sto vivendo, aggiungo che non sono stati e spero non saranno... se mi sarà consentito ancora... anni sprecati. Entusiasmo, passione, voglia di fare... e poi... cadere e rialzarmi, restare delusa eppure motivarmi ancora, fanno sì che non smetta mai di condividere speranza e amore per sé e gli Altri, e nello stesso tempo di cogliere da Altri insegnamento e forza.
Sempre stamattina ho fatto un bell'incontro, c'è stato uno scambio che mi ha riportato in piedi quando pensavo di essere alle corde. Un ascolto reciproco, anzi a tre, e la cosa è stata bella anche per questo, scoprire fiducia e riscontro pure da Chi, estraneo a tutto quanto, avrebbe potuto fare come le tre scimmiette e invece si è fatto addirittura portavoce e promoter di un sorriso e una luce negli occhi che non gli appartenevano.

martedì 24 aprile 2018

CHIAREZZA DI IDEE


Non tutti i cambiamenti avvengono in modo rapido, anzi diciamo pure accade raramente, altro incontro del Gama quindi sulla ridefinizione del gruppo.
In una location diversa dal solito, a Parcocittà, un parco cittadino in rinascita, il confronto e il dialogo prendono spunto dalle aiuole affidateci in cura perché trovino il rigoglio e la bellezza che meritano. Qualcosa già si nota grazie all'opera solerte di alcuni di Noi, ancora tanto c'è da fare soprattutto in vista della stagione calda. Dedicarsi al giardinaggio e all'orto è un'ottima terapia, consente di stare all'aria aperta e non solo, aumenta l'autostima e il convincimento di essere utili a qualcosa.
In un gruppo di auto mutuo aiuto la consapevolezza delle peculiarità di ognuno e la loro condivisione costituiscono una risorsa importante, perciò quando si manifesta qualche crepa, è subito in questo che va cercata una probabile causa. Da un gruppo si attinge, ma pure si dà qualcosa di sé, e deve essere ben chiaro come punto di partenza, atteggiamento costante ed anche obiettivo, sempre in perfetto equilibrio di forze.
Qualcuno di Noi ha denunciato il proprio malessere nel constatare l'allontanamento improvviso ed immotivato di appartenenti al gruppo. C'è quasi un latente senso di colpa nella denuncia, un senso di colpa che si estende anche agli altri, ingiusto perché i motivi reali di tale condotta non potranno mai essere totalmente chiari se non esplicitamente espressi dagli interessati. Saranno nuovi interessi, voglia di lasciarsi alle spalle uno scomodo e doloroso passato, motivi di famiglia o di lavoro, tutto e il suo contrario, e Noi andremmo avanti con centinaia di scrupoli, cercando la spiegazione da intuizioni più o meno giuste, senza mai venirne a capo. E allora... che fare? Massima libertà di scelta, Chi intende stare per proprio conto o procedere da solo, buon pro gli faccia ma lo asserisca apertamente, con chiarezza perché l'Altro non si faccia carico di responsabilità e sofferenza che non possono appartenergli perché ognuno è unico nel bene e nel male. Che poi il gruppo diventi ristretto per numero non è un problema, giacché nell'auto mutuo aiuto in tale condizione si opera meglio, e perché poi si possa continuare su una linea favorevole per Tutti, sono necessari il rispetto per Chi dona competenze e tempo, presentando proposte che andranno accolte se non con entusiasmo almeno con umiltà e voglia di cimentarsi. Ricordiamo che a mettersi in gioco sono Tutti, e nessuno può arrogarsi il diritto sia pure in buonafede di smorzarne la determinazione. Gli strumenti per progredire ci sono, sempre disponibili, se qualcosa manca basta chiedere, parlarne. Siamo fiaccole di luce l'uno per l'Altro.

SICURO... E' PRIMAVERA


Oggi la bella stagione si è sentita tutta, finalmente. Caldo piacevole, luce viva fino a tarda sera. Meravigliose sono le prime giornate di autentica primavera, non esiste alcun dubbio ma solo buone aspettative. Non ti curi che il tempo passi, ormai puoi concederti il lusso di non contarle le Tue primavere perché non servirebbe a farti stare bene, e intanto passeggi e nell'aria c'è qualcosa di familiare. Il profumo dei ricordi dell'infanzia.
Emozioni di un mattino domenicale, quando alleggerita di pensieri e soprabito, senti di essere tutt'uno con ciò che circonda, e ci provi pure con quella realtà che un tempo fu tua ed ora te ne fai carico con fiducia, credendoci con tutta te stessa, sempre sperando.
Io sono il Buon Pastore, affidati a me, lasciati guidare... riferisce il celebrante durante l'omelia, parafrasando le parole di Gesù. E' vero, penso... l'avrò fatta questa cosa allora, forse lo faccio ancora, e sarà Lui che mi aiuta a non tirarmi indietro anche quando mi mancano le parole e temo che lo sguardo mi tradisca.
Perché... sono fortunata, mi ricarico facilmente e con l'adrenalina a mille arrivo alle stelle, desiderosa di riprendere la partita per conto d'Altri che non se la sentono abbastanza.
Io so di avere le "carte" giuste, ma il bluff è sempre in agguato perché non è un "solitario", bensì una lunga "partita a due". Anche quando "presto la mano" e incito al "gioco", sperando in cuor mio che non si faccia troppo duro e poi deluda.
Ma c'è purtroppo, c'è il tempo in cui vedi perdere e senti di aver perso in parte anche tu, e il dispiacere si fa dolore vero, e le carte rimescolate per necessità torneranno nel tuo angolo, per continuare.
Pensieri in sintonia con la bella stagione, e pensieri che rabbuiano un cielo ostinatamente sereno.
Al termine di una bella giornata di autentica primavera.

domenica 22 aprile 2018

POTATURA MIRACOLOSA




Tra le tante cose da fare oggi c'ho messa anche quella, ora o mai più, mi sono detta e dopo pranzo... forbici e via, ad eliminare ciò che di inutile e dannoso era nei vasi sul balcone. Se non si pota né si estirpano erbacce, non potrà esserci alcuna fioritura, nemmeno un accettabile coprirsi di foglie, ché almeno qualcosa sarebbe.
Ho sfoltito i gerani, potato i miei due bonsai e la pianta della menta, quest'ultima soprattutto alla fine si è mostrata più folta e rigogliosa di quanto apparisse fra steli rinsecchiti ed erba gramigna. E' una pianta facile che non muore mai, ma se non la si valorizza è come non averla, un po' come accade con l'intelligenza, ce l'hanno Tutti ma non Tutti sono capaci di mostrarla in pieno. Rimandano progetti, archiviano buone idee, si fermano al pensiero quotidiano... vivacchiano. Raccolgono a fatica la fogliolina di menta o basilico, striminzita quando serve... si accontentano. Perché per pigrizia, sfiducia o altro non hanno potato, eliminato l'inutile che fagocita e porta danno.
Se si vuole andare avanti, cercare progressi, bisogna uscire dall'immobilità. Che cosa c'entra il giardinaggio con tutto questo? Beh, è un'efficace metafora, soprattutto contestualizzata in questo periodo dell'anno, la Primavera, stagione di rinascita. Il cielo più terso, le ore di luce, il profumo nell'aria diverso nel corso della giornata ma ugualmente inebriante, tutto questo invita a caricarsi di nuovo entusiasmo, a lasciarsi indietro il buio e il letargo forzato e a riprendere in mano la propria vita. In una selezione del tutto naturale restano i ricordi che vale la pena conservare, si accavallano i pensieri, positivi e negativi insieme. Con rapida azione di cesoie sarà eliminato ciò che si deve, ma non del tutto perché niente è davvero inutile, nulla muore per sempre.

sabato 21 aprile 2018

RISPETTO


L'accaduto di cui si è parlato in questi giorni sgomenta e fa perdere fiducia nel futuro. Parlo dell'episodio di bullismo ai danni di un insegnante, la città è Lucca ma potrebbe essere successo ovunque, perché da nord a sud sarebbe il "prodotto" esasperato di una mala società permissiva, che chiude un occhio se non entrambi per non fare i conti con la coscienza. L'insegnante costretto a mettersi in ginocchio, minacciato ed offeso rappresenta tutti Noi di quella generazione, Noi che non riusciamo più a trasmettere valori, come rispetto, autorevolezza, lealtà ricevuti da Chi ci ha cresciuto ed educato, magari pure con eccessiva severità o addirittura rigore. Ma vivaddio, tra i due estremi quale sarà meglio? Probabilmente la virtù è nel mezzo, perché il permissivismo sarebbe visto come reazione, ma di sicuro questi esiti di incredibile, assurda drammaticità costituiscono fatti estremi per cui necessita porre rimedio. Credo occorra soprattutto riprendere il rispetto della Persona, a partire dalla propria, perché questi bulletti da quattro soldi inconsapevolmente coprono di disprezzo prima se stessi. Hanno un metro di valutazione che non segue la coscienza, non hanno imparato o meglio non è stato loro insegnato ad "esaminarsi" al cospetto dei propri insuccessi. Perché se non ottengo ciò che speravo, forse è perché non l'ho meritato, e non serve che me lo si dica, dovrei arrivarci da solo. Così in futuro potrò evitare di sbagliare ancora, o almeno provarci.
Sono stata educata in modo molto severo, nessuna punizione corporale, ma privata di qualche gratificazione senza alcun preavviso o motivazione. Dovevo capirlo il "perché", anzi intuirlo... cosa assurda per una bambina di sette, otto anni, eppure mi abituai, con sofferenza ma divenne il "mio costume". Non ho mai odiato Chi mi puniva per amore, detestai solo le situazioni e gli ovvi sensi di colpa.
Oggi comincio a credere che per me fu bene così.

CAMBIARE VITA (terza parte)


Anche se ben informati e scrupolosi, spesso è all'inizio di un percorso terapeutico che si fanno gli errori più grossolani, e non per propria responsabilità.
Ad esempio nelle prime fasi della chemioterapia, a causa della preoccupazione per la perdita di peso si consiglia il consumo di carne, oppure si prescrivono integratori alimentari con aminoacidi ramificati, quando invece questi attivano l'oncogene mTOR e aumentano la crescita tumorale.
Al fatidico traguardo dei "5 anni di sopravvivenza" poi, erroneamente si pensa di poter andare a briglia sciolta tanto "ormai il cancro è arrivato e passato", e invece massima dovrà essere la prevenzione nutrizionale nei sopravviventi.
I "pilastri" in questa fase post tumorale sono:
- Tenere bassa la glicemia (al di sotto dei 90 mg/100 ml)
- Tenere bassa l'insulinemia
- Tenere bassi i fattori di crescita (IGF1)
- Spegnere l'infiammazione (azzerare la PCR)
- Limitare il consumo di cibi ad elevato contenuto di poliamine (peperoni, melanzane, pomodori, succo di arancia). I pomodori meglio cotti che crudi, infatti il concentrato di pomodoro contiene il massimo di licopene, antitumorale. Per quanto riguarda le arance, è meglio mangiare un'arancia che bere una spremuta in quanto per averne una quantità appagante servirà ben più di una, quindi una ragguardevole concentrazione di poliamine. In conclusione tanto buon senso, evitare in un solo giorno il consumo degli alimenti su citati. Putrescina, spermina, spermidina sono poliamine indispensabili per la proliferazione delle cellule, purtroppo non solo quelle buone.
Nei soggetti sani, anche se la glicemia è nella norma ma con valori di poco superiori ai 100 mg/100 ml, rispetto a coloro con glicemia al di sotto di 90 mg/100 ml, aumenta il rischio di neoplasia a:
- Fegato, vie biliari e pancreas
- Colorettale
- Mammella
- Vescica
- Tiroide
- Prostata
- Cervice uterina
Questo perché normalmente in ogni organismo umano vengono prodotte cellule neoplastiche che in condizioni a loro favorevoli, si aggregano dando origine ad un tumore.
Importante è tenere molto bassa la PCR, che pure all'interno della normalità dà cattiva prognosi ai tumori orofaringei, gastrointestinali, ai linfomi e alle neoplasie delle vie urinarie, oltre al carcinoma della mammella e della prostata.
Cambiare stile di vita è una scelta radicale che riguarda la giusta alimentazione, una valida e regolare attività fisica ( correre tre ore a settimana, cominciando con un allenamento graduale a passo sostenuto), e una costante serenità mentale, per quest'ultima pure converrà allenarsi con tecniche e strategie finché diventerà quasi connaturata da sempre.

venerdì 20 aprile 2018

CAMBIARE VITA (seconda parte)


Nello specifico del tumore al seno stesse raccomandazioni della prevenzione primaria, quindi peso sano con la giusta alimentazione, evitando bevande zuccherine, alcolici e usando poco sale. In più allattamento al seno, alcuna terapia ormonale sostitutiva, e adesione allo screening.
Poco sale e affatto zuccheri, perché diete ricche di zuccheri promuovono la cancerogenesi mediante l'aumento della produzione di insulina, dello stress ossidativo e del peso corporeo. Inoltre si favorisce anche una iperproduzione di somatomedina, un ormone simile all'insulina alla base dell'IGF1, fattore di crescita.
Si pensi che in cinque litri di sangue che circolano nel corpo umano sono presenti 2,5g di zucchero, e basta solo una normale bustina al bar per favorire un eccesso da smaltire, se poi a questo aggiungiamo quello che ingeriamo senza saperlo (sciroppo di fruttosio come additivo e conservante, fette biscottate, biscotti, ecc.), si arriva addirittura a 140g al giorno di zucchero, un rischio reale per la salute.
Altro da evitare sono gli acidi grassi trans, utilizzati nella preparazione industriale di cibi dolci e salati (tavolette di cioccolato, caramelle, cracker, pane industriale, snack confezionati). Questi causano alterazioni metaboliche e delle vie di segnalazione, aumento dei livelli circolanti di lipidi, l'infiammazione sistemica (PCR da controllare assiduamente), disfunzione endoteliale, adiposità viscerale (la famosa pancetta), aumento del peso corporeo e della resistenza all'insulina.
Passiamo poi alle sostanze alimentari mutagene e potenzialmente cancerogene, ovvero le carni rosse e le carni processate che con il ferro-eme mediante un'attività catalitica favorisce la formazione dei nitroso composti. Se poi la carne è cotta ad elevate temperature, direttamente alla fiamma e per lungo tempo si producono amine ed idrocarburi, una bomba ad orologeria per l'organismo.
(continua...)

mercoledì 18 aprile 2018

CAMBIARE VITA (prima parte)


Avreste mai pensato che basterebbero 30 g di legumi al giorno come base di una sana alimentazione? E che alimentarsi bene sia una delle raccomandazioni per la prevenzione primaria del cancro?
L'epidemiologo, Sir Richard Peto afferma che centinaia di migliaia di vite potrebbero essere salvate dal cancro investendo in campagne per i corretti stili di vita, ed in particolare per l'abolizione del fumo di sigaretta, l'attività fisica e la corretta alimentazione.
Fondamentale è la determinazione a voler cambiare vita e non solo, farsi anche promotori di un cambiamento sostanziale con una sorta di formazione continua. Un percorso di crescita verso il benessere e la buona salute che idealmente potrebbe essere configurato simile alla preparazione del terreno perché accolga il seme, veder spuntare le piantine e infine rilevarle forti e rigogliose.
La prevenzione primaria parte dal raggiungimento del "peso sano", mantenendo la circonferenza del giro vita inferiore alla metà della propria altezza espressa in centimetri, giusta misura che dovrebbe aiutare a non ammalarsi. Per mantenere costantemente il peso vengono fatte alcune raccomandazioni alimentari. Consumare alimenti di origine vegetale, limitare le carni rosse, evitare carni processate ( salsicce, salumi, insaccati), alimenti ammuffiti che sviluppano le aflatossine altamente cancerogene, evitare pure gli integratori antiossidanti che contrastando l'ossidazione delle cellule, impediscono l'invecchiamento e la morte pure delle cellule cancerose (apoptosi).
(continua...)

martedì 17 aprile 2018

CON... O SENZA?


Ormai non concedo il tempo per quella domanda... con o senza?
Perché va in automatico. Senza ferretto. E' chiaro che sto parlando di reggiseni, nello specifico del reggiseno appena acquistato, e mentre faccio mente locale e lo rigiro tra le mani, mi rendo conto che la voce... reggiseni occupa uno dei primi posti del bilancio familiare. "Il tumore non coinvolge solo la donna, ma l'intera sua famiglia", lo dico sottovoce per sdrammatizzare, e con ironia perché mi riferisco alle conseguenze economiche. Quanti e con quale rapidità ne ho consumati, e non potrebbe essere diversamente considerati i tanti "aggiustamenti" per essere... perfetta agli occhi miei, perché tutto è relativo e se la mente s'incaponisce o l'umore non è giusto, il "non problema" diventa "problema serio" di non facile soluzione. Ma poi guardando l'immagine allo specchio, noto che gli occhi lucidi di stizza e rimpianto continuano per la gioia di esserci, e allora con decisione e coraggio tiro su da una parte e mollo giù per quanto possibile l'altra destinata all'eterna giovinezza, e l'equilibrio anzi il livello è raggiunto, più o meno... ma che importa?
Sei anni fa, qualche giorno dopo l'intervento di ricostruzione avemmo un gran da fare per trovare il reggiseno giusto, parlo al plurale perché coinvolsi pure mio marito con le lacrime, perché pensavo sarebbe stato facile ma all'inizio non fu così, perché restai delusa, e il disagio post operatorio del tutto normale mi sembrò una strada senza uscita. Anche Lui restò spiazzato, e pur di vedermi contenta si ritrovò a sfogliare depliant e cataloghi di lingerie per cercare qualcosa da propormi.
Trovammo finalmente la soluzione e il sorriso tornò ad entrambi, ma da allora in poi ogni volta che pronuncio la fatidica frase... mi serve un reggiseno nuovo, mi chiede... sai quello che vuoi?
Si, certo... replico... andrà bene uno qualsiasi, l'importante è... senza ferretto.

lunedì 16 aprile 2018

SOFFERENZA... FRAGILITA'... GIOIA


Sono persona credente, e proclamo la mia fede vivendola secondo cristiani dettami che potrebbero essere senza alcuna differenza pure laici. Spero, rispetto l'Altro da me non solo con le parole ma non distogliendone mai lo sguardo. Fede... Speranza... Carità, quindi e nient'altro. Tutto da Cuore a Cuore per comandamento ma fino ad un certo punto. Peserebbe se fosse solo per osservanza di leggi, invece a motivare è spirito di buona emulazione, se vero è... ed io ne sono convinta... siamo fatti ad immagine e somiglianza divina. E vorrei fermarmi qui, e venir fuori dall'ambito prettamente religioso perché i miei pensieri prima di andare possano arrivare a Tutti, non solo a Chi crede.
Punto di partenza sono le parole che ho ascoltato durante l'omelia odierna. Una frase soprattutto... il perché della sofferenza, di tanta sofferenza che non si spiega.
Perché...? Perché ci sono i peccati da scontare.
Mi si sono rizzati i capelli. Potrò pure non avere ragione, resta il fatto che non condivido tale opinione, anzi la reputo di stampo terroristico. Antiquata, inutile e fuorviante. E del "Padre misericordioso" della scorsa domenica che ne è stato? Lo hanno fatto imboscare?
Credo che ad allontanare l'uomo dalla Chiesa, sia la Chiesa stessa con tante contraddizioni. Dice di accogliere e si mostra selettiva, di perdonare e poi si pone in atteggiamento di giudizio categorico e condanna.
Posso dire la mia? Magari sbaglio, ma so per certo perché provato a pelle sulla mia pelle, che pensarla e viverla così come dirò mi ha fatto accettare sofferenza e conseguenze, ne ha dato spiegazione persino logica, e alla fine ha ridimensionato a tal punto il dolore residuo, trasformandolo in gioia. E non è eresia.
La sofferenza nasce dalla natura stessa dell'essere umano, creatura complessa nel fisico e imprevedibile per mente ed animo, nell'insieme fragile e di continuo a rischio. Indifeso quindi da se stesso. Cade tante volte ma altrettante si rialza, ed ognuna è un'opportunità che se vorrà saprà cogliere. Ha potenzialità e strumenti per farlo, e sarà semplice conquista su se stesso se non va oltre, e invece tassello di un progetto se intuisce fortemente che c'è la mano di Dio. E non sarebbe questa forse gioia grande?

domenica 15 aprile 2018

BENEDETTA PAZIENZA


Ogni tanto torna a far parlare di sé la Pazienza, importante ed indispensabile compagna di ogni giorno, veste come seconda pelle, frena aggressività ed ira. Benedetta pazienza... se non ci fosse sarebbe il caos, intricate incomprensioni, una catena infinita di equivoci. E' una virtù, per dirla meglio forse una dote caratteriale, ce l'hai o non ce l'hai, ma è anche vero che col passare del tempo, a causa degli eventi e per esperienze infelici, c'è la possibile tendenza a perderla, non per sempre ma spesso pur se malvolentieri. E' ché qualcuno sempre ne approfitta, e a volte la pazienza sfugge anzi scappa, destando grande meraviglia. Ma come... proprio tu, sei così paziente!? Ah si, certo... lo ero, lo sono stata, qualche rara volta lo sono ancora ma a stento, perché se niente resta uguale ancor meno può esserlo la pazienza. Non resiste di fronte all'arroganza, alla prepotenza, al lamentarsi senza motivo, alla caparbia ignoranza che si veste di saccenza. Al sentirsi superiore a Tutti ed affermare che non è così, sei tu a non capire. Ecco a questo punto mi si perdonerà, ma davvero si rischia che io perda la pazienza. Perderla sul serio... perderla per sempre. Tanto da vergognarmene e voler tornare indietro per riprenderla in extremis. Quasi fosse portata via da una folata di vento, come un tulle leggero a coprire le altrui vergogne.
Così mi pento di aver perso le staffe, qualche passo indietro e sottovoce chiedo scusa, mentre mi perdono, pensando convinta si e no... sarà l'età.

NON SOLO "APERICENA"



E le Nostre aiuole a Parcocittà hanno preso a fiorire, e l'adesione all'"Apericena solidale" c'è stata, ne è venuta fuori così una bella serata. E non solo, quindi la prova provata che si può risorgere anche dalle ceneri, e non è frase fatta. Già, perché l'evento... "Metti una sera apericena", nasce come reazione pacifica e garbata ad un'azione di forza a danno di un coordinatore delle attività a Parcocittà. Un'auto incendiata alla vigilia della manifestazione dell'associazione "Libera" contro la mafia locale, e stasera una rilevante partecipazione per dire... Io ci sono, anzi Noi ci siamo contro ogni sopruso, a favore della libera espressione e di ogni attività ludico, artistica, culturale e solidale. Vita di una città che non vuole soccombere.
Un parco ridotto ad una condizione di degrado, luogo di spaccio, oggi nel divenire continuo della sua rinascita ha fatto da palco e scenario per una performance teatrale a sfondo sociale ad opera del "Teatro della Polvere", canti popolari e tarantella, mentre all'interno delle sale attigue su una lunga tavolata dai vivaci colori verde-arancio erano pronti stuzzicanti assaggi di prodotti locali, preparati con cura dalle volenterose rappresentanti delle associazioni.
La Nostra città non vive sempre periodi felici, e come molte del sud spesso non è valorizzata come merita perché sono i cittadini stessi che dovrebbero viverla in pieno con entusiasmo ed iniziative nuove, non delegando sempre e scaricando ad altri la responsabilità del "non fare" o degli insuccessi. Se ognuno costantemente facesse anche un po' del Suo meglio, questo nel tempo sarebbe molto per l'intera comunità. Non più solo piangersi addosso, ma darsi da fare perché si può, soprattutto insieme, cominciando anche solo da un vivace apericena.

venerdì 13 aprile 2018

FLESSIBILITA'


La cosa più importante che ho imparato dalla malattia e da tutto il resto, è stata la "flessibilità", che fisicamente si può ridurre ad essere come giunchi, capaci di piegarsi assecondando il vento, senza spezzarsi.
E' bella questa immagine, più di una metafora, dà l'idea di come essere invulnerabile ma nello stesso tempo accomodante. E in effetti sono due "stati" non in contrapposizione, perché... e qui l'argomento si espande... soprassedere su alcune questioni, cercare un accomodamento rende più forti, pure se pare un segno di debolezza. E poi regala serenità a largo raggio, nel senso che sereno è per primo Chi è flessibile, e contenta l'altra parte che si confronta, fosse uno solo o un intero gruppo.
Da soli non si va da nessuna parte... e ciò andrebbe ricordato sempre e non qualche volta, così che per accogliere e far sentire accolti converrebbe essere meno severi e non proprio rigidi, mai tesi.
La Flessibilità, era impossibile per me prenderla in considerazione. I programmi erano da rispettare, non si doveva cambiare mai idea, persino gli oggetti dovevano occupare sempre lo stesso posto. Inflessibile con me stessa e gli Altri, e per questo penso di aver perso tempo, affetto e simpatia. Poi lo stravolgimento della mia esistenza e il dolore, l'opportunità e l'insegnamento. Tanto Amore da donare e ricevere in dono, e alla malora le regole, gli schemi, gli orari e tutti quegli accidenti inutili che privano la vita dell'essenziale bello e vero.
Tutto ciò che ho imparato ad apprezzare ha un valore che non potrei quantificare, è una ricchezza enorme che sto accumulando e spendendo continuamente, un tesoro che nessun forziere potrà contenere nè banca possedere.
Poche sono le situazioni nella vita in cui "procedere" da soli porta risultati positivi... forse solo quando è da prendere una decisione importante, vitale ma anche in questo caso, prima è stato indispensabile un "confronto" per capire ed elaborare.
Da soli non si va da nessuna parte... non è un aforisma o perla di saggezza, è verità testata e conquista sul campo. Comporta, è vero, qualche rinuncia ma sono corpo, mente e spirito a beneficiarne subito e totalmente.

giovedì 12 aprile 2018

PROFUMO E MELODIA


Una meta non troppo lontana, un posto visitato più volte. I luoghi sono sempre gli stessi ma appaiono diversi al mutare delle stagioni, ed è novità se guardi il cielo più terso, noti gli alberi dal verde brillante, colpisce le nari un profumo portato dal vento. Più che una brezza, sostenuto ma piacevole trasmette pure del mare le note melodiose.
Oggi sul Lungolago di Lesina, in una delle rare giornate in cui l'acqua appare limpida e trasparente nonostante un sole velato. Merito del vento, che pure l'increspa e dà l'illusione di essere di fronte al mare.
Passeggiando... Noi al centro, da un lato la strada semi deserta e dall'altro la distesa d'acqua. Spicca qualche residuo di rudimentale trabucco, poi solo una coppia di cigni che si alternano a testa in giù nel recupero di qualche piccolo pesce.
A Lesina, piccola cittadina nota per la produzione delle anguille, ultimamente siamo stati più volte. Poco prima di Natale, a carnevale e ora a primavera, quando tutto pare prepararsi all'estate. Primi ombrelloni all'aperto nello spazio antistante di un bar, due biciclette "posteggiate" con cura e precauzione sul pontile, e quel profumo sempre più insistente che ricorda le passeggiate sull'arenile alle prime ore del mattino.
Il ricordo ci spinge ad una visita al porto di Marina di Lesina, molti pescherecci attraccati, un barcone giace triste per metà nell'acqua. E' quasi deserto, solo su un'imbarcazione quattro uomini sistemano cozze nelle retine. Sono prodotti di allevamento, ci tengono a precisare, buone e sicure. A passo lento torniamo verso l'auto, e profumo e melodia si riportano al mare.

mercoledì 11 aprile 2018

POWER BANK



Esiste un accessorio che puoi portarti dietro, e assicurarti così di avere la batteria del cellulare mai scarica. O quasi mai.
Si sa quanto io ami le metafore, e oggi ho raffigurato questa immagine per descrivere l'animo, la mente, tutta l'energia di Chi si dona senza mai aspettarsi nulla in cambio.
Il "power bank", appunto lo dice la parola stessa, è energia di riserva e va in soccorso del cellulare ai primi segni di cedimento. In qualsiasi momento, ovunque sia. Su un piano o penzoloni, alla luce del sole o al buio di un tunnel, ricarica e basta. E si dà per scontato che questo avvenga, sempre e ininterrottamente così che quando non serve, si ripone senza problemi, magari pure distrattamente chissà dove, fino alla volta seguente. Ma poi che succede? Tempo trascorre, non importa quanto, il telefono è di nuovo scarico, si va al recupero del "prezioso amico" e questo inaspettatamente tradisce. Non fa il suo "dovere", come è possibile? Semplice... è scarico. Aveva bisogno di nuova energia, corrente vitale da passare ad altro da sé.
Bisogna aver cura di tutto ciò che rappresenta aiuto, parziale o vitale, e se questo riguarda oggetti di uso quotidiano di cui non si può fare a meno, come non estenderne la necessità all'essere umano?
Certo si nota e si apprezza Chi dà anima e corpo al proprio simile, ma non ci si chiede mai quanta fatica ed energia siano impiegate perché l'Altro possa stare meglio, sentire meno la solitudine, persino riuscire a strappargli un raro sorriso. Occorre davvero tanto tanto impegno, e a volte ci scappa pure qualche delusione, e allora la carica arriva a zero.
Chi dà forza lo fa dando fondo alle proprie capacità, ma ci sarà poi Chi penserà ad inserire la spina nella presa giusta? Riflettiamo...

martedì 10 aprile 2018

RICOMINCIAMO...



Nel tempo nulla resta uguale. Le situazioni cambiano e bisogna adeguarsi per assecondarne l'evoluzione, mutano altresì o si avvicendano le persone e anche questo va considerato perché si conservi un certo equilibrio e non si perda fiducia quando pare che tutto langue, iniziative arenate sul nascere, progetti andati in fumo, insoddisfazione generale.
Alla ripresa dopo le festività pasquali, l'incontro odierno del gruppo GAMA si è focalizzato su alcune problematiche e carenze rilevate negli ultimi mesi. Non tutti partecipano con costanza, sono aumentate le critiche fine a se stesse, entusiasmo e naturalmente voglia di fare sono al lumicino. Si è quindi evidenziata la necessità di ridefinire il gruppo, ora associazione da quattro anni, che pare aver perso l' "identità" e in un certo senso ha bisogno di un ritorno alle origini. Ogni componente deve sentirsi parte di un tutto, con senso di responsabilità e rispetto dell'Altro, tanto da prendersene cura, sollevarlo per quanto può dal peso della sofferenza, confortarlo, seguirlo. Vero è che illuminante sarebbe una guida, qualcuno che regolasse le fila, prendesse in carico tutti, e verificasse con zelo ma altrettanta discrezione quanta normale quotidianità o quale dolore siano presenti in una condizione di malattia che coinvolge non solo il singolo ma un'intera famiglia.
Si parlava di quanto fosse importante fare proprio il "senso di appartenenza", che ognuno sentisse il peso della responsabilità, l'essere indispensabile l'uno per l'altro. Tramite la condivisione infatti, di stati d'animo ed emozioni, come pure di soluzioni e strategie di sopravvivenza, mentali e non, davvero si crea una "rete" insostituibile per non sprofondare. Il resto... informazioni, teorie, saggi discorsi, visibilità... fa da "cornice", ma il centro del tutto, il "dipinto" resta la singola persona che prende colore, anzi ne assume le varie sfumature, rapportandosi con gli Altri.
Perciò... come ricominciare? Magari da qualcosa di semplice, come prendere l'impegno di curare le aiuole affidateci da un parco cittadino in rinascita, alternarsi nei turni, partecipare più numerosi a tutte le iniziative proposte che sono davvero tante ma non può uno solo portare avanti. E a tal proposito torna utile una citazione dai "fiocchi di tenerezza". Nessuno può fare tutto, ma Tutti possono fare qualcosa.
E si potrà scoprire che risponde ad assoluta verità il proverbio che dice... l'appetito vien mangiando, partecipando ad una cena solidale, organizzata sempre dagli Amici del solito parco cittadino, con l'intento di raccogliere fondi per migliorare sempre più uno spazio verde che aveva perso la sua identità.
Un'associazione, qualunque sia la "mission", ha senso e valore quando non resta chiusa in un ambito ma risponde ad ogni richiesta di solidarietà, facendo leva sulle peculiarità individuali per soddisfare infinità di bisogni.
Allora... voglia di rinascita? Punto e a capo...
Ricominciamo.

lunedì 9 aprile 2018

QUANDO TORNA IL SOLE


E' la certezza di poter contare sulla Luce. Ecco, è proprio questa la sensazione immediata quando torna il sole. Il sole che sorge ogni giorno, anche quando non splende e si nasconde, ma solo in primavera e fino al termine dell'estate, con prepotenza s'impone e cambia l'aspetto ad ogni cosa. Tutto appare chiaro nei particolari, anche nel pensiero di Chi credeva non sarebbe arrivato alla bella stagione.
Ho raggiunto una tale flessibilità nel riflettere che persino vivere una bella giornata come lo è stata oggi, mi riporta a un ricordo preciso del passato. La "prima grande perdita", una persona che aspettava il ritorno del sole per stare meglio, rimettersi in piedi e con la fine del gelo era invece volata via. Verso la Luce che non conosce tramonto. Parole profetiche a Suo modo.
C'ho pensato stamattina, quando andando in chiesa mi sono sentita accolta da un Cristo, bianco avorio splendente. Posto sulla croce, infissa nel giardino, era sempre stato lì ma pareva diverso. Prima grigio, triste, rappresentazione della sofferenza. Ora invece, le braccia aperte accoglievano e il candore era della veste invisibile del Risorto. Meravigliosa sensazione di benessere.
Istintivamente lo sguardo si leva in alto ed anche il campanile non è più lo stesso, svetta dritto, custode di melodiosi rintocchi.
Chissà perché, passi in un lampo da una stagione all'altra, o meglio realizzi la cosa in un momento, ed anche l'inquietudine e il malumore di poco prima non ci sono più, o ridimensionati li "metti in tasca", perché siano riposti nell'armadio col soprabito di mezza stagione che tra un po' non servirà più. Il vento, zefiro di primavera, è meno sostenuto e molto più accorto e delicato. Dona tiepide carezze e fa ben sperare. Su preoccupazioni, timori non si rimugina tra quattro mura, l'ansia perché non sia nemica, va elaborata fuori e poi si aspetta. Non ci vorrà molto, perché il sole ormai è tornato

domenica 8 aprile 2018

RICOSTRUIRE


Tra qualche giorno ci sarà un'altra data da ricordare, l'anniversario della "ricostruzione"... 13 aprile, nascita della "novella", come chiamai il seno destro nuovo di zecca.
Dopo 22 mesi dalla mastectomia, arrivò questo traguardo a lungo sognato, a cui mi ero preparata con grande aspettativa ma pure consapevolezza. Sapevo che non sarei stata proprio la stessa di prima, ma l'avevo detto, no?! Contenta anche del "più o meno", come del resto per tutto il tempo che l'aveva preceduto.
Felice è Chi si fa bastare quel che ha, e s'industria pure per ricavarne qualcosa in più.
E in questo, devo dire, anche in tempi non sospetti me l'ero cavata sempre bene. Una fata delle "toppe", reali e metaforiche. Toppe e strategie.
Dalla mastectomia alla ricostruzione, per mascherare le "intemperanze" dell'espansore mi dotai di un "corredo colorato" di sciarpette e foulard da indossare con disinvoltura, giocando con gli accessori, tra "morbidezze" ed abbinamenti. E poiché la mente soprattutto ha ruolo attivo, imparai a vedermi perfetta nell'imperfezione totale, tra asimmetria e forma strana di una pseudo mammella simile ad un prototipo di cornamusa. Lo so, farà sorridere ma era proprio così, e anche questo imparai... a sorridere di me, pensando che ero stata davvero brava a superare il "trauma" della femminilità violata.
Una ricostruzione che parte da lontano, nel momento stesso che realizzi e decidi che si, devi lasciar fare al tempo ma dandogli una mano concreta con la volontà dell'agire.
Probabilmente le motivazioni non sono proprio le mie, nel senso che sono in me ma solo perchè me le ritrovo e di conseguenza non posso fare a meno di seguirle.
A volte nascono dal niente, anche dal semplice guardarmi allo specchio.
Sotto il pigiama continuo a indossare il reggiseno della ricostruzione, perchè ad ogni risveglio possa non rivivere il trauma che è stato. Una mammella forse un po' troppo su rispetto all'altra, segnata da una cicatrice sbiadita ma comunque messa in evidenza dalla mancanza del capezzolo. Difficile non stare a pensarci, soprattutto in quello stato di semi incoscienza che vorrebbe essere rassicurato dalla "perfetta normalità". E già qua l'espressione è alquanto impropria visto che la "normalità" non resta mai uguale a se stessa e si adegua alle situazioni in divenire... ma va' a spiegarlo ad una mente ancora assopita! E così le do del tempo offrendo di me un'immagine migliore all'impatto.
Vado avanti, niente più è una scoperta, ma i ricordi della rinascita resistono gioiosi.
Finita la chemio, cominciai a vedere sulla testa qualcosa in più di una peluria evanescente. Qualcosa di nuovo, capelli neonati che volli simbolicamente mantenere tali. Mai più tintura nè trattamenti di ogni tipo... sarebbero rimasti così, dolcemente argentati, preziosi più del "falsi toni dorati" che si erano alternati sul mio capo.
Ora continuo a voler essere così come sono, senza ipocrisie o buonismi, lucida, consapevole ma serena. Non provare semplicemente pietà anzi non provarla affatto se questa può dar fastidio, semplicemente mettermi accanto perchè il percorso sia meno duro. Anche per me.

sabato 7 aprile 2018

DITE VOI... MA NE VALE LA PENA?


Ne vale la pena, si perché forse non sarei qui a ripetere le stesse cose quasi tutti i giorni, come fosse una nenia o ancor di più un mantra benefico. Vale la pena per me che scrivo e per Chi legge, spinto prima dall'affezione e poi per convinzione.
Se ne parla e si smitizza il fatto in sé, l'evento e la paura. Non sono la sola a pensarlo, ed è una gioia incontrare e confrontarmi, e infine confluire insieme oltre.
Sei troppo avanti, non hai bisogno di nulla. Nessun aiuto né sostegno.
Così è stato detto da una psicologa ad una giovane donna che ho conosciuto stamattina, e in queste parole mi sono ritrovata perché fu lo stesso per me, incredula che fino a quel momento in ogni situazione si era vista sempre piccolissima ai piedi di una montagna. Poi...
Finalmente!... "autostima" a 4 stelle, anche se miravo più in alto ancora, alla quinta che costituisce l'eccellenza.
Oggi ho solo ricordato quel 6 aprile di otto anni fa, ma il primo anniversario lo festeggiai in piena regola, con pizza e pasticcini e non perché di solito si fa così, un po' salato e un po' dolce. Per me assumeva un valore simbolico, il salato era la fatica per riconquistarmi la vita che avevo temuto di perdere, e il dolce tutto il sostegno e l'affetto che avevo ricevuto.
Un affetto che poi avrei moltiplicato per 10... 100... 1000 e mille ancora fino a farlo diventare quel sentimento contagioso che in breve abbraccia sempre di più e fa sentire tutt'uno con chi avvicini, quando siedi al fianco, gli chiedi come sta e di rimando ti racconta la Sua storia perché non ne può più di tenersela dentro e sente che di te si può fidare. Senza trascurare i particolari, pure quelli più crudi e dolorosi, perché così elabora e prende le distanze, naturalmente.
E ogni giorno è considerato un dono, perché sicuramente lo è, non per merito, non da sprecare ma "talento" da impiegare, capitale da investire per il bene comune.
Questo vuol dire, riprendere in mano la propria vita e darle un valore aggiunto. Io voglio crederci e ci credo.
E ogni "grazie" vale un sorriso per tutte le giornate che non saranno giuste, fuori le righe, quando sembrerà di non aver fatto bene o abbastanza. Perché sono convinta... per essere grati si deve fare sempre meglio, con il sorriso ad ogni lacrima.

COME UN CRICETO NELLA RUOTA


Stasera i miei pensieri prima di andare concludono una giornata "pesante", definizione che lascerebbe pensare al negativo, e non è esattamente così, almeno non del tutto. Si pensi alla solita medaglia, alle due facce di tale medaglia... ecco, oggi è stato un giorno che da una parte ho ricevuto tanto, e dall'altra mi è stato tolto altrettanto.
Un'intuizione dolorosa confermata, un'altra perdita che mi ha lasciato un vuoto nell'animo, come un "buco" impossibile da rattoppare. Avrebbe potuto essere mia figlia, ma davvero, più o meno la stessa età della figlia che ho, e che vorrei proteggere, accarezzare all'infinito. Avrei voluto proteggere, accarezzare anche Lei, e invece...
Oggi... un altro dolore...
E poco prima di sapere, quasi per preparare il terreno e compensare in anticipo, un bell'incontro, di quelli che lasciano senza parole veramente. Si può solo ascoltare e nello stesso tempo rivedere la propria e le altrui storie scorrere rapidamente nella memoria, ritrovarne la spiegazione, la ragione... le soluzioni. Perché della vita comprendiamo poco il senso dall'inizio, c'affanniamo, rincorriamo non so che cosa senza mai raggiungere niente, come un criceto nella ruota che corre corre tutto intorno, non si ferma se non per riprendere al contrario, e non si rende conto nemmeno se a cambiare verso lo spinge la noia. Intanto corre... corre... corre...
E l'uomo fa lo stesso. Si affanna, non si concede pause, lavora e trascura affetti e persino se stesso, come se la vita non dovesse mai finire, finché questa impone uno "stop" forzato, mette sull'avviso. E la ruota si inceppa...

venerdì 6 aprile 2018

SOFFI DI VITALE SPERANZA



Un "mercoledì" grigio, comunque da contrastare con la solita uscita fuori porta, senza trascurare o sottovalutare spunti di riflessione.
Oggi, a San Giovanni Rotondo da San Pio per sentirsi meno soli e amorevolmente custoditi.
In questo luogo, già al parcheggio si respira aria di pace, che mio marito definisce tranquillità, ma alla fine intende la stessa cosa. E' come restare sospesi, camminare ad un palmo da terra mentre ci si avvia verso i posti sacri che hanno visto l'opera di Padre Pio.
Davanti alla Chiesa di sempre, Madonna delle Grazie, adiacente a Casa Sollievo della Sofferenza, alberi ancora spogli ospitano passerotti cinguettanti che saltano da un ramo all'altro, mentre nello spiazzo alcuni colombi si rincorrono gareggiando per qualche briciola di pane. Scene da una stagione sospesa, quando ancora si spera e si attende il cambiamento.
Poi in chiesa, in realtà due, unite da un breve passaggio, la prima... più piccola... dove Padre Pio cominciò il Suo servizio, e la seconda, molto più grande, ugualmente semplice che però in alcuni particolari preannuncia la ricchezza e lo sfarzo che si ritroveranno in quella più recente dall'architettura moderna. Progettata dall'architetto Renzo Piano e seconda al mondo, per dimensioni, solo alla Basilica di S. Pietro, è in grado di accogliere oltre 7.000 persone al suo interno e 40.000 nel grande e suggestivo sagrato. Un organo maestoso occupa un'intera ampia parete e un crocifisso al centro domina lo spazio privo di navate, come un grande abbraccio per cui qualunque sia la prospettiva non muta la sostanza.
Siamo scesi quindi nella cripta, percorrendo un lungo corridoio in pendenza dalle pareti decorate a mosaico, rappresentanti scene dal Vangelo e dalla vita del Poverello d'Assisi. Nello spazio vero e proprio della cripta si resta immediatamente abbagliati dal colore dell'oro profuso in ogni dove. Sul soffitto da cui pendono lampade dorate, sulle pareti e negli arredi sacri.
Alcune persone di colore sostavano inginocchiate all'ultima fila dei banchi, mani giunte e strette e sguardi adoranti verso la teca che custodisce il corpo di San Pio. Bontà della conversione che accomuna in fede religioni avverse per cultura, e magari tutto lo sfarzo e qualche particolare che riporta a quelle, è servito a questo. Perché ogni mezzo sarebbe buono qualora conducesse a Dio, che è Speranza e Vita.
Così come è scritto sulla parte superiore ad un'architrave, su fondo al solito dorato.
"Confidate e sperate nei meriti di Gesù, e così anche l'umile argilla diverrà oro finissimo da risplendere nella reggia del Re dei Cieli".

mercoledì 4 aprile 2018

SIAMO PERSONE FANTASTICHE


Passano gli anni, vivo il mio tempo ed empaticamente quello altrui. Prendo le distanze eppure mi ritrovo assai vicino ai pensieri di Chi coraggioso finge e resiste, all'animo che soffre e mostra il sorriso, tra lacrime e parole concitate che si susseguono quasi senza lasciare spazio. Ché poi è anche un diritto per concedersi respiro e dovere verso Chi sta accanto.
Fantastiche Persone, tra le quali con un pizzico di presunzione, includo anche me che fui dall'altra parte, ed ora insisto e persisto per vivere consapevolmente il ricordo .
Cominciai il mio percorso di cura otto anni fa proprio un martedì dopo Pasqua, e stamattina erano in tanti a fare la stessa cosa, e li ho incontrati, o meglio... quel Qualcuno che è artefice delle Nostre vite me li ha presentati, ha modulato pensiero e parole perché mi porgessi in un certo modo, raccontassi un po' di me quel tanto che bastava ad infondere fiducia per farcela.
Strategie... sorriso... speranza. Che dire... siamo o no, persone fantastiche? Persone che si avvalgono di piccoli trucchi salva mente per non crollare.
Per me, fra i tanti, fu la scelta di un numero simbolico che sembrò fatta per scaramanzia. Inconsapevole, perciò può anche darsi.
Perché senza quasi rendermene conto cominciai... e da quel momento fu l'epoca del numero 3.
Tre parrucche... tre cappellini... tre paia di orecchini pendenti... ed anche altro.
Contare le scale per tre. Pregare tre volte al giorno.
La meditazione che comportava la frequenza della preghiera mi fece scoprire una risorsa nuova, una sola che valeva per tre.
Per ritrovare l'equilibrio... numero 1: presi ad aiutare gli Altri perché non perdessero mai la speranza. Numero 2: aiutavo pure me, e numero 3: anche la Speranza a farsi largo.
Fece colpo questo mio atteggiamento, e stavo quasi per montarmi la testa, quando vidi Altri che facevano lo stesso.
Non sono stata perciò una "bestia rara", solo una tra tanti, consapevole che tutto può la Mente quando forte e lucida sa prendere le distanze da sé, e avvicinarsi alle tante realtà di un unico universo.

UOVA E STELLE


Con il lunedì dell'Angelo si concludono le festività pasquali. Al solito tante aspettative prima, qualcosa l'abbiamo combinata, altro avremmo ma non abbiamo potuto. Come si dice, molti semi a radicare ma non tutti a diventare pianta, almeno non nell'immediato. Ma i grandi progetti hanno bisogno di tempo, occorre pazienza, e questo, a tutto vantaggio, diventerà un darsi appuntamento con il tempo.
Deluso non ha il progetto di Dio per Chi è credente come me, per cui quando tutto ciò che si era pensato è andato al contrario, ci si dà una risposta, e ugualmente si avverte di non essere soli.
Che grande motivazione... così grande che fa amare la vita scoprendone le ricchezze, anche minime giorno per giorno, passo dopo passo.
Ma perché... uova e stelle? Perché ieri, domenica di Pasqua, sulla mia tavola poche sono state le uova, e le stelle? Beh, queste sono arrivate a rimediare un danno, ad essere una "toppa" insomma e non darlo a vedere.
Il giorno dopo Pasqua si va al recupero, c'è la prima gita della bella stagione, si consuma ciò che è avanzato. Io sono stata a casa, ho fatto scorpacciata delle uova che non c'erano state, ho pensato, raccolto le idee, ed attaccato stelle adesive su una dispensa accidentata. Alla fine ne è venuta fuori una bella giornata. Qualche dubbio e preoccupazione sono rimasti, ma se il bicchiere devi vederlo sempre mezzo pieno, dopo aver bevuto e guardato in trasparenza, conviene affrettarsi e riempirlo, sennò...
Non serve fare grandi cose o concedersi lussi, avere la mente sgombra e l'animo non gravido di affanni, è sufficiente fermarsi a quel tempo presente che è fatto di certezze, momentanee ma concrete. Godersele perché poi... domani come sarà?

lunedì 2 aprile 2018

PASQUA IN EQUILIBRIO


Storie nelle storie che s'intrecciano ad altre storie confuse e contorte, e ad illusioni disilluse nell'ostinazione di volere la Vita come la si desidera. Nella quotidianità, tra decine di impegni e tanti affanni si lascia correre e si accantona in un angolo pure quel desiderio, legittimo più o meno, che diventa comunque motivazione importante.
Sarà pure capriccio infantile e presuntuoso, ma non si può negare sia così.
E va be', l'ho ripetuto oggi di fronte al "desco pasquale"... la vita va al contrario di quello che avevi pensato, non sempre, però spesso e volentieri, e pure da questo devi risollevarti, anzi ricavarne il meglio che si può, nel bene e nel male.
Non sono pensieri "pasquali"? Forse no, seguendo i canoni tradizionali, ma se caso mai a Pasqua mancassero agnello e colomba sarebbe meno Pasqua? I simboli possono pure non esserci, ma la sostanza... quella si, sempre presente. La "mitezza" dell'Agnello, la "pace" della Colomba. Ma sempre per quella confusione e le conseguenti disillusioni di cui detto sopra, qualche carenza si rileva pure a Pasqua. Chi è mite deve soccombere per mantenere gli equilibri e perciò la pace, ché di pace si parla pure in un ambito ristretto, la famiglia, un gruppo, persino due amici. La pace nel mondo parte da qui, da piccole "cellule" di organismi composti, se non addirittura dall'animo di ognuno.
Constatato questo, allora che si fa al termine di un giorno di Pasqua un po' sulle righe, quando a fatica si è cercato di tenerne al centro il significato?
Personalmente farei riferimento alle festività pasquali passate, anzi proprio antiche, prima che passasse troppa acqua sotto i ponti, consumandone i pilastri per la ruggine. Quando cambiavano il profumo nell'aria e la luce durante il giorno, e lo "stabat mater" accompagnava le ultime ore tra agonia e travaglio prima della Resurrezione. Senzazioni ed emozioni che non Tutti provano più, se altre sono le strade intraprese e i traguardi prefissati.
Per me da otto anni a questa parte ogni Pasqua segna un momento di riflessione, cominciai con la chemio un martedì in Albis e in seguito ogni volta capitò qualcosa da ricordare. Voglio però ricavarne ancora solo positività, non esiste resurrezione o rinascita se non si passa per la "morte". Non necessariamente quella fisica, magari sarà solo il buio di un momento o morire a se stessi per rimettersi in piedi, più forti in autostima e in perfetto equilibrio con sé e gli Altri.