mercoledì 31 dicembre 2014

CON TUTTO IL CALORE POSSIBILE...


E' normale quando vicina è la fine dell'anno...
Si chiamano a raccolta nella memoria i fatti del recente passato... si seleziona ciò che si vuol conservare con cura, magari l'evento più bello che potrà tornare utile nei momenti grigi... e tutto il resto si accantona, ma non si getta via... no, perché della Vita non si può rinnegare nulla... non fosse altro che per il suo valore storico.
Mancano poche ore e il 2014 sarà alle spalle... per sempre.
L'ambulante all'angolo del viale, non aveva più abeti né decori natalizi... in compenso, attigua alla sua mega-bancarella ne aveva allestito un'altra, molto più piccola... un po' sbilenca, fatta con assi di truciolato grezzo. Fino a ieri non esponeva nulla... stamattina era piena zeppa di botti e petardi... Tutto per "cacciare" quest'anno che va via e che solo dodici mesi fa era stato salutato alla stessa maniera.
Non trovo che sia bello e neanche allegro festeggiare in questo modo... ma l'Essere Umano è fatto così... ama far rumore... il chiasso per non pensare e così neanche si accorge degli sbagli che ha fatto né di come può porvi rimedio.
Ripensando a certe serate in famiglia, piccole anticipazioni di un qualsiasi Capodanno... forse è proprio questa la maniera più bella per accogliere non solo un anno che arriva, ma la "vita autentica" che si rinnova.
I legami, l'affetto, l'essere gli uni per gli altri... ricreare l'atmosfera di un pezzo di Passato per proiettarsi nel Futuro con lo spirito giusto. Non sarà un "benvenuto" in "pompa magna"... però si coglie attimo per attimo e dentro ne resta tutto il calore.
Quando mi ritrovo con le mie sorelle penso alla gioia di Nostra madre se potesse vederci... anzi immagino che sia lì, in quella stessa casa... magari in un'altra stanza come era di solito negli ultimi tempi, quando stava tanto male ed era costretta a letto. A Lei bastava sentire le nostre voci... capire che continuavamo a... essere uniti sempre, con una parola... una battuta o una risata...
"Non mi dite niente... vado a letto, ma voi restate pure... tanto... io vi sento."

PENSIERI IN LIBERTA'


Pure con il freddo intenso non sono mancata, anche oggi in reparto ed ho trovato il calore di sempre pur tra i soliti problemi.
A fine mattinata sono scesa al CUP per far timbrare le impegnative in vista dei prossimi esami di controllo, e cordialità anche là, oltre lo sportello...
"Signora, come passate il Capodanno?", mi ha chiesto il ragazzo sorridendo... "Beh... forse sparerò i botti?! Noo, certo che no", ho risposto.
"E... fatevi almeno un piatto di lenticchie e cotechino"...
"Magari solo le lenticchie...la carne non la mangio più, da allora", e non è stato necessario aggiungere altro perché aveva appena sottoscritto ancora per una 048.
"Auguri di buon anno, signora...", "Anche a te...", e poi ho sperato di ritrovarlo così anche la prossima volta, quando saremo a metà dell'anno.
Comunque che siano affabilità e sorrisi, nervosismo e musi lunghi, o tutto quanto faccia parte di quel contesto... io, in quell'ambiente non sono mai a disagio perché è come trovarmi in un paese straniero e conoscere perfettamente la lingua... compreso lo "slang".
Mentre a volte, pur avendo ripreso ormai da tempo la normalità della vita, avverto la necessità di assentarmi da altro genere di contesto, e non è sempre facile, soprattutto quando si tratta della famiglia...
Le lamentele... gli sfoghi... le insoddisfazioni mi arrivano da ogni angolo, spesso anche contemporaneamente. Mi viene spontaneo pensare allora quanto tutto quello sia inutile perché le situazioni non cambiano con le semplici parole, urlate o sussurrate... bisogna cambiare testa e ciò si può fare benissimo in silenzio e sempre con il massimo ottimismo.
Ecco perché mi vien voglia d'estraniarmi dal Mondo che pure amo tanto... Troppe chiacchiere inutili, tanto lamentarsi per nulla. E se non riesco... è sempre per quella forza travolgente dell'Amore che mi condiziona e mi fa venire i sensi di colpa.
Che figlia, moglie e madre sarei? Anche se... dopo tutto quello che ho vissuto... è come guardare la realtà con delle lenti speciali... a fuoco solo l'immagine centrale e quello che è intorno sbiadito e senza forma.
Evito di dare sempre spiegazioni, so di non poter essere capita a pieno, ed allora... un po' e un po' e... vado avanti per la mia strada, continuando a...barcamenarmi.
Ci sono poi serate come questa appena trascorsa...
Noi ... tre sorelle e una nipote con i rispettivi coniugi in una sorta di "rimpatriata" natalizia in libertà... liberi da qualsiasi condizionamento o critica per cavillo. Solo tanto ridere, perché almeno di questo... se si vuole... crisi non ce n'è. Quando ci si ritrova con questo spirito i discorsi non paiono futili, perché fanno ritrovare la ricchezza dei ricordi, il piacere della progettualità anche nel programmare una semplice gita, la fiducia nel futuro che alla vigilia di un nuovo anno certo non guasta.
E così... quasi per incanto, per una magia, diciamo pure natalizia... stasera ho dimenticato le "disavventure lavorative" di una figlia... l'entusiasmo ansiogeno del marito... i "capricci" di un padre che pensa il tempo si sia fermato.
E sono rimasta IO al centro dei miei pensieri con la memoria di un tempo in una vita rinnovata in modo diverso, e i dubbi passeggeri sull'immediato mio futuro che, per fortuna, sempre meno mi spaventa.

martedì 30 dicembre 2014

AMARSI INCONDIZIONATAMENTE...


Due pensieri... espressi da persone diverse. Parevano messi giù dalla stessa mano, guarda caso, lo stesso giorno.. per il medesimo concetto.
E mi sono capitati sotto gli occhi, forse perché li leggessi per poi aggiungere un altra tessera a quel puzzle a volte incomprensibile che è la mia esistenza attuale.
Spiccare il volo!... e Chi può dire che non lo abbia già fatto?... magari a modo mio, perché sono IO, normale o no... come seriosamente e un po' sulle righe afferma Chi mi sta vicino e a fatica cerca di adeguarsi.
So di certo che... prima d'ora non mi sono mai amata così tanto. E naturalmente mi faccio amare tanto, non che lo imponga ma è logica conseguenza. Sarà pure perché adesso mi conosco bene, so quali sono i miei desideri... sono consapevole delle mie possibilità. E prima, allora?
Prima non era così... solo "normalità dorata" e tanta paura che qualcosa potesse costringermi a venirne fuori.
Non so se è azzardato o meno come paragone, però mi torna il personaggio di Ibsen... Nora, protagonista di "Casa di bambola".
Una donna da altri considerata "fragile", tanto da sembrare "finta"... proprio come una di quelle bambole antiche di porcellana.
Lei si muove all'interno delle pareti domestiche come su un palco, vestita di "finta allegria", "giocando" a fare la moglie e la mamma... ignara della realtà. All'improvviso succede qualcosa... impaurita mente... e posta di fronte a un ricatto è costretta a " crescere" di colpo per venirne fuori.
Dopo tanta sofferenza ci riesce, ma comprende di non aver mai vissuto davvero e che tutto le è estraneo, compreso l'uomo che diceva di amarla... come una bambola.
Esce così da quella "gabbia dorata" che l'aveva vista prigioniera fino ad allora, e comincia ad amarsi senza condizioni di sorta. Quello che sente e prova per se stessa non avrà mai fine.
Accade che la Vita ponga di fronte a prove che non avresti mai pensato, tanto le consideravi lontane e che avresti evitato anche a costo di grande fatica... Tu che credevi ogni facile cosa scontata, gratuita ed il resto che non fosse tale... impossibile.
Quando all'improvviso la realtà appare diversa, cominci a dubitare del ruolo, persino a provar nausea per ciò che un tempo dava piacere.
Ad un certo punto vorresti dire... basta!... cadere in un sonno profondo per risvegliarti dopo aver cancellato Tutto. "Resettare" la propria vita e... ricominciare con tanto "spazio" nuovo da riempire, guardarsi allo specchio e vedere quello che si era sempre pensato... un'immagine che muta naturalmente per il passar del tempo e non per uno "scherzo" del destino.
Ma anche se in parte artefici della propria esistenza c'è sempre la restante che va da sé...
Che cosa ci rimane allora? Forse amarci tanto, come ameremmo l'Altro con grande passione, senza condizioni o limiti e poi... proprio per questo guardare ogni cosa con gli "occhi sorridenti".
Un po' col Cuore... un po' con la Mente, niente è impossibile... persino librarsi in volo verso un nuovo giorno che duri il resto della vita.

lunedì 29 dicembre 2014

E FORSE SARA' LA NEVE...


L'anno andrà via con la neve, e sarà questa una delle poche volte che succede.
Oggi guardavo quel cielo tipico, greve e lattiginoso e mi è venuta la pelle d'oca. Come quando ero bambina.
Sono tornata a provare le "semplici emozioni".
Mi è presa poi un'improvvisa euforia e ho improvvisato un dolce per la domenica... e il profumo soave e leggermente speziato di cannella ha invaso la casa. Ed io non ho avuto più freddo, per il tepore regalato dalla dolce sensazione.
Che nevichi pure... non mi disturberà, anzi sarà un ritorno all'antico sogno di scoprire in ogni fiocco un cristallo diverso.
Il resto della mattinata è trascorso così... sbirciatine dietro i vetri e pensieri.
Nel pomeriggio... non so come... mi è tornata in mente una cosa che avevo visto un paio di anni fa, un foglio che pendeva da un albero in una "corte antica", come un originale decoro natalizio.
Portava scritti dei "versi" che imparai a memoria per non dimenticare... promemoria dei beni autentici, eredità unica per ogni essere umano.
"Ho avuto la fortuna di vedere
le nuvole
e la montagna lucente di neve..."
Certe volte pure avrò visto le nuvole e non le ho apprezzate perché minacciavano pioggia senza capire che non si può arrivare al "sereno" se prima non si passa per il "cielo nero" del "momento buio"...
Ed altre ancora, vedendo di lontano una cima innevata, non ho sostato più di tanto ritenendo la "neve" cosa scontata, così anche la sua "luce".
Gli opposti dati da Cielo e Terra per ritrovare pace nell'unità.
Era ormai sera quando mi sono posta davanti al presepe, soffermandomi su Benino (Benito), il pastorello dormiente che viene messo nel punto più lontano dalla grotta, dorme con la testa poggiata sulla pietra e la bocca socchiusa, e pare provare meraviglia mentre sogna.
Stanco dell'attesa cede al sonno e la Sua coscienza resta "sospesa"... mentre dorme pian piano realizza ciò che sarà, e alla fine si desta al giungere della luce.
La figura di Benino che in sé porta il significato dell'intero presepio, è una stupenda ed efficace allegoria.
La "coscienza" non ancora desta che sogna di unire gli opposti dati dal Cielo e dalla Terra nell'unità della Luce del mondo, ovvero il Cristo.
Ora la mezzanotte è passata da un bel po'...
Dio mio... quanti disparati pensieri in un giorno di festa più festa del solito, aspettando la neve.

domenica 28 dicembre 2014

FLASHBACK



E' una cosa che ogni volta non mi stupisce più di tanto. Capita quando è prossima la fine dell'anno. La corsa degli eventi pare più veloce, poi all'improvviso... stop, si ferma e tutto quel che è stato ritorna.
Fotogramma su fotogramma in fermo-immagine.
I miei "antichi " pensieri, le emozioni con cui volontariamente mi metto a nudo anche di fronte a Chi non mi conosce, appaiono tra loro collegati come anelli di una catena immaginaria, distanziati ma uniti saldamente perché quella stessa possa reggere a lungo.
Se torno indietro finisco  con l'imbattermi negli "sfoghi della mia anima".
Silenziosi, sofferti... gelosamente custoditi. In quel momento orgogliosa per averlo fatto... ora assai di meno. Chissà come sarebbe andata se ogni tanto avessi lasciato in pausa l'anima, e dato campo libero ad ogni singolo centimetro quadrato del mio corpo. Sarebbero stati sempre sfoghi, forse esternazioni un po' sopra le righe, ma l'animo si sarebbe alleggerito e i pensieri avrebbero trovato più spesso espressione nel sorriso.
Click... e l'intera vita mi scorre davanti...
Primogenita che per par condicio doveva dare esempio persino nelle punizioni, anche se completamente ignara ed innocente.
Diligente, studiosa ed ubbidiente ma non encomiabile... dopo tutto avevo fatto "metà del mio dovere". E il mio "io" alla fine si rifiutò di farlo del tutto.
Così sempre inadeguata e timida... riservata fino a sentire l'esigenza di nascondermi... mai all'altezza di qualsiasi situazione, anche la più banale.
Prima che nascesse la mia prima figlia, mi assicurai una fornitura di poppatoi, tettarelle e sterilizzatori degna di una nursery... ero convinta che non sarei stata in grado di allattare. Tant'è che poi allattai la mia piccola fino a quando cominciò a mangiare un panino col prosciutto...
Quanto latte era proprio in quella mammella famosa che "mi tradì"...
Eppure fu tradimento fino ad un certo punto, perché inconsapevolmente... ma sempre fino ad un certo punto... compensai quel sentirmi "mutilata" con la rivalsa sul passato.
Ora, sarà per il "mio Ego in rinascita", rospi non ingoio più, sono accomodante quando ne vale la pena e con chi non se ne approfitta.
Ai restanti non rinvango il passato, faccio solo un promemoria, poi dico, basta... mentre guardo avanti senza voltarmi.
E chi ha capito... ha capito, altrimenti se ne farà una ragione andando per suo conto ma dalla parte opposta.

sabato 27 dicembre 2014

IL GIORNO DOPO NATALE


Conosco una filastrocca che un giorno mi capitò sotto gli occhi, la copiai e ogni anno, quando è il giorno dopo Natale me la rileggo a mo' di rapido ripasso. Spero di averne tanti di "Natali"... chissà, potrei pure finire con l'impararla a memoria.
Quando la trovai mi prese una sorta di gioia, e dopo "il presepe" non più in formato ridotto, fu come tornare indietro nel tempo... avere di nuovo "figli bambini", essere io stessa quella bambina che, dimentica a 13 anni di non esserlo più, continuava a... dormire con un vecchio bambolotto senza gambe per non staccarsi dal "tempo felice".
Natale è la festa giusta per tornare indietro, rivivere quei ricordi che sanno curare l'animo quando è stanco e ferito... godere dell'intimità e calore familiare che paradossalmente annullano il passato e non danno pensiero al futuro.
E' vivere il "momento" perché il Tempo si ferma...
Il Natale dei "miei bambini" era pieno di doni... ricco di giocattoli di ultima generazione... anni ' 80 per intenderci. Il loro papà li copriva di regali, forse per compensare la Sua poca presenza e poi in quei giorni di festa li amava, li amava come non mai... forse per compensare il tempo perso che non bastava mai.
Il "mio Natale di bambina" era un po' più dimesso... anni '50, la guerra dopo tutto non era da molto finita e bastava una bambola fatta con un tovagliolo, tanto simile ad una suora in preghiera a far felice le bimbe allora poco esigenti.
A me poi piaceva tanto leggere e così per Natale non mancava mai sotto l'albero scheletrito un bel libro... come quella volta che mi fu regalato il libro "Cuore", raccolta di buoni sentimenti e grandi ideali.
Chissà se si legge ancora un libro così!?
Tanto è cambiato da allora... i gusti, le mode... i sentimenti stessi. Soprattutto per questi ultimi, è davvero un peccato che sia così. Lo è sempre, e dispiace assai... lo è pure a Natale, ed è mortificante.
Che gran parlare si fa di auguri e bontà, comprensione e amore, e poi passata la festa, anzi a volte è ancora in corso, si riceve l'augurio e non si scorge la bontà... si parla di amore in nome di Colui che tutti amò, e non si comprende né perdona.
Che ipocrisia è questa?
E' come una confezione bella e infiocchettata, fa immaginare chissà quale meraviglia di regalo, e invece... è assolutamente vuota.
Quando basterebbe persino una semplice "molletta da bucato" in una bustina "trasparente"... ché si possa vedere e poi su cui contare per quell'ultimo "straccio" che avanza sempre, e non sai mai come fare.

venerdì 26 dicembre 2014

NATALE NEL CUORE


E si è continuato così, come è sempre stato.
Quando c'era mia madre, e Natale era ancora più festa per merito suo, per Lei che sapeva donare serenità tutto l'anno.
I cenoni... la confusione... i regali come tradizione... tutto intorno a nostra madre come era stato in passato e nel corso degli anni... sin da quando noi eravamo bambini e poi a seguire fino a quando i bambini, i piccoli di casa furono i nostri figli. E poi ancora... e ancora sarebbe stato così anche dopo di Lei.
Ora che la famiglia si è estesa, ed è appena iniziata una nuova generazione, gli spazi si sono ristretti e i regali sono aumentati. Intorno all'albero non ci stanno più e prima della distribuzione vengono trasportati nel salone, poi con tanta allegria vengono scartati, mentre si susseguono le battute, le parole di ogni anno... "Ma è bellissimo... ", "Mi mancava proprio!", "Come hai fatto a sapere che lo desideravo?", "E' del mio colore preferito..." e così via.
Non importa l'entità del regalo... poi, di questi tempi, sì... vale davvero solo il pensiero, ciò che conta è il modo e lo spirito con cui si dona. Se viene dal cuore... basterebbe anche una frase, unica... originale... personalizzata, quasi un "profilo" della persona cui è destinata.
Anzi... in questo momento penso... e chissà che non ci si arrivi prima o poi... ad un abete ai cui rami siano legati tanti bigliettini colorati con altrettanti pensieri... per tutti i componenti della famiglia. Frasi moltiplicate che s'intrecciano con i sorrisi, si manifestano con gli abbracci... dimostrano che veramente ognuno c'ha speso qualcosa... ha messo del suo... del tempo per pensare a chi vuole bene.
E poi tra i rami pure qualche bigliettino per se stessi, "tenerezze" per l'animo, espressione del "volersi bene". Tonalità diverse di un unico colore, quello proprio della speranza, il verde. Così che si confondano con quello dell'abete... anche se non si notano, si sa che ci sono.

mercoledì 24 dicembre 2014

SEGUENDO LA STELLA...


Così un altro anno è passato ancora... e quello che era stato stravolto mi piace sempre di più... con la consapevolezza che molto è cambiato e deve ulteriormente cambiare perché la Vita è per sua natura un continuo divenire. E questo non mi spaventa. La forza... il coraggio... e anche un pizzico d'incoscienza... arrivati così inaspettatamente sono dei regali... regali proprio grossi.
"Sai... quello che successe il Natale di 5 anni fa... la vicenda di Betty, e poi subito dopo, Tu... beh, mi ha segnato la vita", ha esclamato stamattina l'amica "dottore" delle mie due cagnoline. Eh già, perché quel che ci capitò ebbe l'incredibile di una fiaba, quando c'è sempre uno scotto da pagare ma pure un lieto fine per cui gioire.
Non ci vedevamo dall'estate scorsa... sono andata da Lei per gli auguri, e mi ha trovato... a Suo dire, così... così benissimo. Probabilmente lo si vede, lo si capisce perché non è solo per l'immagine, ma anche una certa luce che trasmetto, visto che non è la sola ad averlo detto.
Allora sarà vero... mi sono detta... ed ho cominciato a pensare... a tornare indietro.
5 anni fa esatti... quando tutto cominciò, e poi un po' più avanti... un anno dopo... quando il Natale sopraggiunse a scuotermi dal torpore, perché dovevo farla finita con ciò che era stato e dovevo cominciare a guardare avanti... definitivamente, e ancora... in modo nuovo e totalmente diverso. Volendomi bene, e diventando Io stessa Natale per Chi incontrassi sulla via.
E fu la determinazione... una scoperta nuova, le mie scelte... imprevedibili e nuove anch'esse... il non voler abbattermi più per niente... l'entusiasmo di continuare a...
Un qualcosa di molto simile a ciò che prova un "giovane" quando s'imbarca in un'impresa. Ecco... che cosa sarà allora... a farmi apparire più giovane alla mia "veneranda " età! Sono tutte le caratteristiche di chi ha un breve passato, proprio come me...
Perché di esso io ho fatto un "sunto"... sfoltendo qua e là... cucendo un punto... rammendando uno strappo, ed ho mantenuto integre le parti migliori dove non c'era stata l'usura del dolore.
E così anche per questo Natale mi sento colma di doni... il Cuore ne è pieno, e ne prendo energia. Perciò sono sempre presente e penso pure di sapere Chi ringraziare per questo.
Stasera alzerò gli occhi al cielo e immaginando la Stella Cometa, continuerò a... seguirne la scia..

DUE IN UNO...


Ormai ci siamo... domani sarà la Vigilia di Natale, e questi sono stati giorni frenetici per me, non hanno dato il tempo di pensare. E forse è stato meglio così...
Esattamente 5 anni fa, il 23 dicembre 2009, faceva la sua prepotente, invasiva comparsa, il "mio tumore", mio e di nessun altro, e del resto non avrei mai voluto fosse di altri. Meglio a me, ho detto sempre... e adesso che ne so di storie, ne sono fortemente convinta... meglio a me.
Nell'ultimo periodo, dicevo... ed oggi in particolare sono stata così impegnata che ho potuto solo affacciarmi per salutare... qualche segno di presenza, come dire... io ci sono... e poi più niente. Così è saltato un pezzo della "storia mia", la ricetta del giorno, forse qualche "buonanotte", quando me ne sono resa conto, era già l'ora dei pensieri prima di andare.
Ma poiché, si sa io non mi arrendo e una soluzione la trovo sempre, ecco come me la caverò "eccezionalmente" per stasera... un'"offerta speciale", Due in Uno... e non se ne parla più.
IO continuo a... raccontare la "storia mia" che cominciò quel 23 dicembre.
Dunque, ieri dove eravamo rimasti?
..............
I giorni di attesa per ritirare l'esito della mammografia, nove per l'esattezza, passarono, e quella mattina ci contavo di poter alleggerirmi di un peso, fare un altro passo avanti, avere la certezza di una speranza sempre in divenire.
"Devo ritirare un referto", "Un attimo solo".
La ricerca di una busta tra le altre. Strano, non c'è. Ma è oggi il 14? Mi chiedo.
"Scusate ancora". Passa qualche minuto. "1953? (anno di nascita)... mi dispiace, non è pronto... manca la dottoressa, rientra mercoledì... ripassate".
Ma come, una 048 (codice dei malati oncologici) deve ritornare, deve vivere ancora momenti d'ansia, non ha dato già abbastanza "alla nobile causa"?
Era evidente che no, se alla mia domanda forse inopportuna ma comunque comprensibile, "C'è qualche problema?", arrivò la risposta un po' stizzita... "Signora... la dottoressa deve mettere la firma al referto!" "Scusate", replicai con un timido sorriso e all'improvviso avevo avuto tanto caldo, quasi soffocavo. Pensavo che non avrei mai rivissuto queste sensazioni e invece... ero uscita di lì e avrei voluto piangere.
Brava... pensai e quasi urlavo... faccio la forte e poi mi perdo per niente, affogo in un bicchier d'acqua. Così mi ricomposi e salii in reparto, tra i miei amici, dove mai mi ero ritrovata da sola con i pensieri perché condividendoli, ricevevo in cambio tanta forza e il senso di vuoto si colmava.
Ed è cosa che continua, anche se il luogo è diverso, perché le "persone" con gli stati d'animo speciali non mutano mai atteggiamento.
E si scambiano sguardi e negli occhi si leggono storie, percorsi, una lotta che non finisce mai. Lo sguardo arrabbiato ma anche smarrito di chi da troppo tempo s'aggrappa alla vita, quello spaventato di chi la sente sfuggire come sabbia tra le dita, lo stupore negli occhi di chi finalmente si rende conto e non crede sia vero, di poter chiudere un'ampia parentesi che aveva interrotto il suo lineare discorso con la vita.
S'impara tanto leggendo quegli sguardi, ne viene fuori la natura umana, fragile, vulnerabile ma anche forte quando combatte la battaglia per la vita, un po' incredula ma tanto felice quando ne esce vittoriosa.
(continua...)

L'OVVIETA' NON APPAGA, IL SEMPLICE NON GRATIFICA


La stanchezza a volte mi fa uno strano effetto. All'improvviso formulo in pensiero che di primo impatto appare quasi incomprensibile, parole messe insieme che trovano senso solo per metà. Ma poiché mi stimo abbastanza da considerare la Mente capace di andare per suo conto pur in sintonia inconsapevole col Cuore, allora prendo in considerazione la possibilità di elaborarlo.
Da qualcosa sarà scaturito...
Per quest'ultimo incontro prima delle feste è intervenuta una dottoressa radioterapista. Assai solare e disinvolta nella comunicazione è riuscita brillantemente a stabilire un "canale" in empatia, annullando quella sorta di timore quasi reverenziale che talvolta taglia tutti i ponti.
Semplicemente ha raccontato la sua storia, come è nato il suo approccio a questo ramo dell'oncologia, e tutto sia andato come doveva nonostante i presupposti contrari.
Decide di studiare medicina, ed è la prima in assoluto nella sua famiglia.
Frequenta un'università lombarda, vive lontana dai suoi, eppure a loro è attaccatissima tanto che pensa, anzi è sicura di tornare nella sua città dopo la laurea. Poi sarà quel che sarà. E' chiaro che la positività di fondo l'aiuta non poco... le fa vivere in modo proficuo il presente, mostrandole del futuro solo ciò che le fa piacere pensare.
Consegue il suo titolo, ma intanto è incerta sulla specializzazione, casualmente approccia con la radiologia oncologica, se ne innamora e decide che quella sarà la strada, anche se nella sua città una struttura del genere non c'è. Il papà quando lo viene a sapere, resta basito... vuoi stare con Noi e scegli una cosa che necessariamente ti porterà lontano?
Ma LEI si ama troppo, crede in se stessa... e poi ci sarà un motivo o no, per cui le sia venuto in mente un "pensiero" così, quasi senza senso?
Completa gli studi e poi torna a casa, potenzialmente disoccupata ma sempre fiduciosa in atto.
Un giorno... era proprio in questo periodo di feste... passeggiando nota una locandina che invita a partecipare ad una lotteria per l'acquisto di un apparecchio per la struttura di radioterapia oncologica, di cui è prossima l'apertura. A questo punto non crede ai suoi occhi, e quando viene bandito il concorso per i giovani medici radioterapisti, lei partecipa e lo supera.
Così dal 2006... è sempre là, da pioniera a sorridente angelo... per costruire la fiducia e mai demolire speranze, dimostrando col narrare di sé che è inutile contrastare gli eventi coi malumori e l'insoddisfazione, perché le cose vanno sempre come devono.
Assecondare conviene, favorendo col "volersi bene".
E questo è solo un aspetto dell'Amore di se stessi...

lunedì 22 dicembre 2014

E ANCHE OGGI E' ANDATA...


Meno male che non è cosa solita, perché basterebbe un solo giorno così... così pieno zeppo di cose da fare per sentirmi come appena scesa da una giostra, dopo sedici ore di fila senza pause.
Quando poi i giorni sono più di uno... allora paragone non regge perché non se ne trova di adeguato.
E' quasi una settimana che vivo in cucina, tra pentole e fornelli, forno acceso e verdura da pulire. Anzi, oggi c'è stata anche della frutta... le mele per la mia "famosa" torta, specialità della casa perché è l'unica che mi riesce sempre.
Lo senti il profumo?- ho chiesto a mia figlia quando mi ha chiamato oggi...
Se lo sento?... non sai da quando lo sento nei miei sogni.
E così mi ha stupito di nuovo, perché tanto facile a queste esternazioni
gratificanti non è, e se a volte sento il peso di un qualcosa che faccio per lei, è solo perché non so fino a che punto ne provi gioia.
Poi lo stesso faccio quello che devo, ma resta per me come atto incompiuto, una sorpresa a metà... una festa di compleanno senza candeline.
Comunque per quei pochi giorni che sarà qua ho fatto tutto e anche di più... ciò che mi ha chiesto e pure quello che mi è venuto in mente.
Diligentemente ho spuntato le voci della sua "lista dei desideri", poi ho immaginato un P.S. e ho evaso anche quello. Sarà la mia sorpresa per intero, perché le mamme "funzionano" con precisione e non si fermano mai.
Neanche quando sono stanche, hanno un braccio che funziona in percentuale... e una domenica sotto le feste girano con il termometro sotto l'ascella per qualche linea di febbre.
Ma forse è il caso che mi fermi qui, se continuassi sicuramente andrebbe via tutta la notte che è già avanzata... allora, meglio di no... dirò soltanto che mi sento alla fine di una maratona... affannata, però stavolta un minimo gratificata perché ho fatto tardi in tutto, sono arrivata... ultima, ma un premio l'ho ricevuto lo stesso. In un pensiero quella "nostalgia" che non credevo.
Ora devo andare... è assai tardi e Colui che ha assistito alla maratona, sta già dando voce. A dormire... sì, andiamo a letto ed anche per oggi è fatta.
Domani mi stancherò di meno?
Chissà...

domenica 21 dicembre 2014

I MIEI "DICEMBRE"... SOTTOSOPRA


L'ho detto altre volte mi pare... il mese di dicembre con me parla "strano". Alterna a ricordi belli e dolcezze inaspettate, momenti di turbamento e ansia del futuro, senza contare le vicende tristi che mi hanno riguardato, tutte concentrate in quest'ultimo periodo dell'anno. E non parlo solo del tumore, di cui tra qualche giorno ricorre il compleanno...
La Mente a questo punto si oppone, io so che a dicembre per più anni ne ho vissuti di travagli però... è come rifiutasse di ricordare, o ricorda in confusione. Non c'è ordine cronologico, né intensità variabile di emozioni... è visto tutto dal di fuori, cronaca citata, "toccata e fuga" dal ritmo discontinuo e quasi distratto. Per proteggersi si è fatta furba, e da tutto ha preso le distanze... o quasi.
Già... qualcosa è rimasto ancora vivo, perché ravvivato dalla forte voglia di non scordare nemmeno i dettagli.
Le notti accanto a mia madre nei Suoi ultimi giorni... le parole e le raccomandazioni, le carezze a quelle mani stanche e smagrite che guardavo di continuo per farne un "fermo-immagine" nella memoria. Sono trascorsi dieci anni, e devo esserci riuscita assai bene se le ricordo ancora, tanto da rivederne segni e particolari nelle mie, ora che per me pure il tempo passa.
Passa e non torna più quel che è stato, almeno spero... e nel caso sfortunato non potrebbe mai essere peggiore del peggio vissuto. Come ho detto ad un'Amica che mi invitava a non ricordare più i momenti tristi e guardare solo avanti e ai tanti sorrisi che di lì in poi la Vita mi ha regalato. In realtà è cosa che già metto in pratica, e proprio grazie ai ricordi che non dovrei rammentare. La bellezza del momento, fatta di difficoltà quotidiane e stanchezza... perché si sa che gli anni vanno avanti senza chiedere il permesso... prende il sopravvento, così che mi congratulo con me stessa di invecchiare in modo giovanile. Che sarebbe come dire in modo obsoleto ma sempre d'effetto, mi sento giovane dentro. Ma forse non è solo una sensazione...
Stasera ho comperato in uno di quei negozi cinesi dove si trova l' "introvabile", un comune berretto da Babbo Natale, e mi son fatta fare dall'Amore della mia Vita più che quattro scatti. E come non bastasse, in bella posa abbiamo messo anche una di quelle famose testine, che tempo fa sull'altrettanto famoso comò, sfilavano "parruccate" ogni sera davanti ai miei occhi prima che mi addormentassi.
Lo abbiamo fatto per riderci su... perché questo, ancora una volta, è un altro Natale.

sabato 20 dicembre 2014

CIO' CHE A VOLTE MANCA... a chi, come Noi, basta poco


Veramente in questa grande barca che fa acqua un po' da ogni parte, più di qualcosa manca, a partire dalle necessità basilari. Ma se per queste carenze possono essere addotte scusanti attribuibili all'interminabile "crisi economica", per altre davvero non si saprebbe dove andare a cercare.
Per essere più chiara... si lamenta la scarsa "umanità" da parte di qualche medico e infermiere. E' vero, si impegnano... si sforzano, tentano e a volte riescono pure, però in definitiva non risulta un atteggiamento costante e duraturo. Perché?
Eppure si sa che le terapie funzionano al 60%, ma il restante lo fa disposizione d'animo, determinazione ed ottimismo... cose che non si alimentano certo da sole, hanno bisogno di essere "ravvivate" dall'esterno e ancora di più da chi dovrebbe capirne. Si dirà allora... ma il medico è tra mille impicci e questioni, deve districarsi senza lasciarsi coinvolgere, proteggersi per non cambiare "mestiere"...
Ecco... penso che il punto sia proprio questo... fare il medico molto per mestiere, e poco o niente per "passione". L'ideale sarebbe per entrambi gli intenti al 50%... ma quante volte è così?
Oggi una paziente ha raccontato un episodio quasi da brividi.
Ero nella sua stanza, e con lei ce n'erano altre due... si parlava, ogni tanto ci scappava la solita risata, poi non ricordo bene, avrò fatto qualche osservazione, al che lei ha replicato... così dovrebbero parlare certi medici!
Lo ha fatto con un impeto che mal celava un certo risentimento. Per riportare l'equilibrio ho cercato di spezzare una lancia in favore della "categoria"... invano. Perché ha spalancato gli occhi, e con una mimica facciale che parlava da sola, e una gestualità che aggiungeva il resto, ha esclamato... lo vuoi capire o no, che un medico mi ha mandato a...?
Ma no, ho detto io... non è possibile, forse ci sarà stato un malinteso.
Quale malinteso... quel paese dove mi ha mandato, lo conosco io come lo conosce pure lui, allora io ce l'ho mandato altrettanto. Ho sbattuto la porta e non mi ha visto più. Ma ti dico, quel signore ha sbagliato "mestiere"... doveva fare il "pecoraro". E ti ho detto tutto.
Ovvio, non potevo aggiungere altro, e mentre andavo via pensavo a quelle volte che mi si dice... tu dovevi fare il medico.
Beh, con certezza credo proprio non sarebbe stato possibile...

venerdì 19 dicembre 2014

GLI UNI PER GLI ALTRI... GLI UNI NEGLI ALTRI


Così che mi sento raccordo per due anelli di un'immaginaria catena di solidarietà, anche se fatti o eventi sembrano non essere collegati tra loro e i protagonisti non si conoscono affatto.
E continuando...
Nel pomeriggio ho ricevuto la telefonata di quell'Amica "dai nuovi occhiali da sole"... ricordate? Ma sì... sabato scorso li aveva comperati quasi per farsi un regalo inaspettato, per festeggiare il "vento propizio" che la sta accompagnando al momento. Mi ha chiamato perché voleva condividere con me un pensiero, o meglio una gioia scaturita da un episodio di tenerezza...
"Sai, non l'ho raccontato a nessuno... non avrebbero capito. Qualche giorno fa è stato il mio onomastico, come tu sai e ho incontrato una mia carissima amica. Ci siamo fermate a parlare, mi ha chiesto come stavo e dato gli auguri. Io so perfettamente che ha pochi soldi, il marito lavora saltuariamente e poi ha due bambini piccoli, quindi non mi aspettavo proprio nulla da lei. Nonostante questo, mortificata si è scusata con me... che cosa posso donarti?... ora non ho niente da darti.
Poi, come avesse ricordato all'improvviso, ha infilato la mano in tasca e tirato fuori un cuoricino di cioccolato... così me l'ha donato, stringendomi in un abbraccio strettissimo. Ti voglio tanto bene, ha aggiunto e mi ha sorriso.
Bene... quello è stato il dono più prezioso ricevuto. Non l'ho mangiato... sono tornata a casa e l'ho messo sulla scrivania... ho visto che c'andava il sole e l'ho spostato sulla mensola, perché non si sciupasse. Ogni tanto lo guardo e mi sento amata e tanto ricca. E' bello provare tutto questo... non credi?"
Lo credevo, eccome! Mi è tornata in mente la "caramella rossa da non mangiare" di quella stessa mattina. Che coincidenza... ma la Vita usa il linguaggio delle coincidenze per inviare messaggi tutti da interpretare.
Chissà... una caramella come pegno di appuntamento, un cuore di cioccolato per tanto affetto da dimostrare.
Alla fine quell'Amica ha concluso...
"Siamo stati creati gli uni per gli altri, e viviamo gli uni per gli altri perché in Noi c'è qualcosa degli altri e negli altri qualcosa di Nostro".
E a me Tutto è sembrato un meraviglioso racconto di Natale.

giovedì 18 dicembre 2014

GLI UNI PER GLI ALTRI... GLI UNI NEGLI ALTRI


Cerca di passare buone feste... cerca.
L'avevo salutata così, mentre mi rendevo conto di essere in ritardo pauroso, per giunta non avevo con me il cellulare e mio marito non avrebbe potuto allertarmi quelle 3 o 4 volte, come sempre fa mentre paziente mi aspetta in auto.
In fretta giù per le scale... di corsa lungo il corridoio, fino all'uscita. Pioveva a dirotto, ed io riparata da uno striminzito ombrellino da borsetta e incurante di ogni pozzanghera, mi dirigevo verso l'uscita. Da lontano ho scorto una nuca brizzolata nota che voltandosi ha rivelato un volto senza ombra di dubbi... e con una smorfia.
Scusa... e ho abbozzato un mezzo sorriso.
No, non può essere, TU non sei normale... è stata la risposta pacata a forza.
Ma... non ho guardato l'orologio.
Appunto, non sei normale...
Ed è finita lì, ormai abituato alla personalissima normalità della Sua compagna che sarei io, sereno comunque perché tanto sa che indietro non si torna... IO non torno indietro.
Ovviamente in ritardo su tutto, anche nel pranzo... ho mangiato pochissimo, come fossi già sazia. Non era una novità, col passar del tempo mi sto convincendo di un reale collegamento tra cuore e stomaco. L'esperienza in reparto mi riempie talmente a livello emotivo da non far sentire il più elementare stimolo per la sopravvivenza. Eppure non mi sento angosciata affatto, solo appagata e con la necessità di metabolizzare ciò che ho preso, o per meglio dire... "appreso". E spesso non finisce lì... avviene subito appresso qualcosa che sembra essere la naturale prosecuzione, perché si affianca per un confronto ed un ulteriore insegnamento.
Per non finire mai...
(continua...)

mercoledì 17 dicembre 2014

GLI UNI PER GLI ALTRI... GLI UNI NEGLI ALTRI


Giuro che non voglio cadere nella retorica, né tanto meno essere melensa per suscitare pensieri da "buonismo natalizio", e razionalizzando al massimo pure me ne vengono fuori alcuni che sembrano confezionati ad arte... non posso farci niente, è quello che mi succede ogni giorno o quasi, a suggerirmeli. Come se la Vita volesse riscattarsi con me... in questo mese poi, e Chi sa non dimentica.
Ascoltate un po' che cosa ho da raccontare mentre già dorme e sogna la gente "normale"... non come me, un po' strana e confezionata "alla rovescia" secondo il pensar comune.
Stamattina... ero in una stanza e conversavo serenamente con una paziente e sua figlia, ad un certo punto ho sentito un pianto lamentoso, simile ad un miagolio... sembrava fatto apposta per attirare l'attenzione. Mi sono voltata e c'era un'altra che non appena mi sono avvicinata ha incalzato col "ritmo"... lamentoso, aggressivo e poi deprimente. In un angolo... suo marito mortificato e con aria rassegnata.
Ho cercato allora di stabilire un certo dialogo, ma a domanda posta... era sempre e solo, no come risposta. Anzi, ogni 2 o 3 no... c'era un urlo. Le ho accarezzato il viso, e insomma un po' è andata meglio ma non alla grande. Ad un certo punto, le ho detto... se continui così, oltre ai dolori che già hai, ti verrà pure il mal di testa.
E Lei... è vero, ce l'ho, hai ragione... e ha smesso di piangere.
Poi ho continuato... Ti do questa caramella rossa, non la mangiare... quando c'incontreremo di nuovo, portala con Te. Le metteremo insieme e si ritroveranno.
Ha accennato un sorriso, e ha preso la caramella.
Posso abbracciarti?... le ho chiesto...
Si, se lo vuoi... mi ha risposto...
L'ho abbracciata stretta stretta...
Non dimenticare la caramella... le ho ripetuto... è importante. E' il segno di un "appuntamento fissato". Il mio invito per TE a non mancare...
(continua...)

martedì 16 dicembre 2014

LA RISPOSTA... alla lettera aperta


Proprio stasera, diciamo pure... stanotte, che avrei tanto da scrivere e il mio cuore è un fiume in piena, il tempo mi è tiranno.
Oddio, come detesto parlare per frasi fatte, ma appunto, poco è il tempo e quelle mi vengono di getto, non posso "tradurle" come vorrei. Allora cercherò di dare una specie di titolo ai miei pensieri che vengono fuori dalle continue, belle esperienze che vivo quotidianamente da quando mi ammalai, e non voglio più ripeterlo calcando la mano, è troppo triste, invece io mi sento gioiosa per tutta la ricchezza che sto ricevendo e che sembra non finire mai. E' vero, a volte l'umore subisce qualche flessione in basso, ma forse me lo si potrà perdonare, anche perché è proprio per un momento, mi riprendo subito e continuo a... leggere tra le righe sempre "meno storte" della mia vita.
Allora... se volessi dare un titolo alle " bellezze" di questa giornata che è seguita ad un'altra non proprio per la quale e per questo cominciata sottotono, ecco... sarebbe un semplice, grande GRAZIE.
"Grazie" al compagno della mia vita, che mi segue nel mio pensare di continuo anche se fa fatica, grazie a coloro che mi dicono "brava" perché lo pensano sinceramente e sono loro troppo buoni a pensarlo, grazie al vento freddo di oggi che mi ha fatto apprezzare ancora di più i capelli e mi ha rinnovato una gioia che non ricordavo. E poi voglio essere precisa e diretta, grazie a tutte le amiche che mi vengono dietro e mi regalano la familiarità di cui sempre ho bisogno per sentirmi viva nel modo giusto, partecipe di una vita globale.
Grazie alle infermiere e ai medici, sempre vicini, ognuno alla sua maniera, ma "vicini" appunto, e tolleranti nel vedermi andare da una stanza all'altra, a volte mentre rido ancora e chiacchierona sempre.
E voglio includere stasera, al termine di questo giorno la mia AmicaRosanna, lei non lo sa, ma inconsapevolmente mi ha fatto un gran regalo, ha aperto il suo cuore, mi ha affidato i pensieri, donato la sua risata...
A lei, ultima non per importanza, dico "GRAZIE"... per me in quel momento è stato come essere madre di una "grande figlia". E non solo perché è così alta da mozzare il fiato.

lunedì 15 dicembre 2014

LETTERA APERTA...


Amica mia... ci risiamo, non è così?
So come Ti senti, non ho bisogno nemmeno di immaginarlo. Sconfitta di nuovo, nonostante i buoni propositi, le "certezze acquisite", il sorriso che ora vedi come dall'esterno... prestampato, e che in un attimo si è trasformato in ghigno e poi smorfia di dolore.
Di dolore si tratta... non fisico ma dell'anima, mentre la mente realizza che poco è cambiato e forse niente cambierà.
Quando Ti sei ammalata, non hai mai detto... perché proprio a me?... però tante volte è venuto spontaneo pensare come era potuto succedere. Vita sana, giusta alimentazione, niente fumo né alcool, alcuna familiarità... ormoni assunti, zero.
E allora? Bene, dipendeva da Te... per come sei, per tutto ciò che volevi essere e a cui hai rinunciato, a tutte le volte che hai pianto per non ferire e intanto torturavi a piccoli tagli Te stessa, sicura che saresti tornata come prima. Ma le tante invisibili cicatrici sono rimaste, anche se non vistose e meno importanti del ricordo lasciato dalla malattia.
Ora è davvero il tempo di mettere fuori la grinta più ruggente... basta restare in un angolo ad aspettare, facendo finta di niente. Servirà ad altri per mettere in mostra il peggio di sé, con l'aggravante di fargli credere che sia il contrario.
Non essere discreta... passerai per menefreghista, non procedere con cautela... sarai giudicata una "stupidotta" presuntuosa, capace solo di parlare di ciò che le è capitato. E sarai giudicata, triste... perché parli di cose tristi.
Nessuno può capire che davvero non hai paura, perché hai smesso di averne quando ne hai provata tanta da morire.
Allora parla e sii chiara... anche a costo di ferire. Non permettere che Ti si spenga il sorriso.
Spesso occorre adeguare la propria sensibilità alla non-sensibilità altrui per sopravvivere e non deludere se stessi. E' difficilissimo... lo so, occorre tanto esercizio e non sempre la cosa va a buon fine.
Ma tentiamo ancora, IO continuo a... farlo per dignità e amore.

domenica 14 dicembre 2014

SANTA LUCIA... E IL BUIO MAI PIU' SIA



E trascorsa è pure questa festa... la notte che l'ha annunciata è stata la più lunga dell'anno. Tradizione vuole che da domani la luce cominci a prevalere, pian piano perché i cambiamenti importanti hanno sempre bisogno di tempo per essere notati ed apprezzati.
La "luce" che si contrappone al "buio" e su questo prevale, solleva dall'angoscia e riporta il pensiero alla vita.
Stamane ho telefonato ad un'Amica per gli auguri di buon onomastico. Da un po' è di nuovo in campo per una recidiva, e tra l'altro ha cambiato per due volte tipo di terapia.
Ha un carattere dolce e remissivo ed è stata educata ai sani principi morali, per questo ascolta ciò che Le si dice, si fida... e poi confida e si affida al buon Dio. In Lui ha fede incondizionata. Nubile, figlia di genitori anziani che non vuol vedere preoccupati oltremisura, ha preso me come punto di riferimento. Si sfoga e piange, e ride subito dopo come niente fosse. Non dorme... e me lo dice, sogna... e me lo racconta, spera... e non sa dirmi quanto. Insomma ci sentiamo spesso e non fa altro che ringraziarmi, perché è Sua opinione che io Le doni... "perle di saggezza". A parte questo, opinabile o almeno da interpretare con appropriata chiave di lettura, sta di fatto che discorrendo del più e del meno... parlando di mici in campagna e troccoli al ragù, e poi di emozioni anche minime da condividere... sta di fatto, ripeto, che le cose a Lei stanno andando meglio. Ma molto meglio... marcatori in discesa libera e metastasi in regressione per numero e dimensioni.
Non so se ridere o piangere... mi ha detto stamattina, e poi... Sai dove sono?... a fare shopping. Ora sto comperando un nuovo paio di occhiali da sole, non erano in programma ma ho visto un bel modello in una vetrina e non ho resistito.
Hai fatto bene... Le ho detto... te lo meriti, e poi devi festeggiare, no?
Come al solito ha replicato ridendo...
Ma guarda un po', chissà perché questo sghiribizzo per un nuovo paio di occhiali da sole, ora che siamo in pieno inverno.
Ho pensato... sarà per ripararsi da quella luce insperata, ancor più luminosa e viva, che parte da lontano e quando arriva coglie sempre e "miracolosamente" di sorpresa.
Di certo è così, e sorridendo ho riposto il telefono.

TI VOGLIO BENE... MI VOGLIO BENE


Se penso che sto per raccontare un fatto accaduto quasi 4 mesi fa, e ricordato all'improvviso mentre cercavo altro... sembra quasi incredibile persino a me stessa. Eppure è una storia vera, un segno... un messaggio di speranza. Vorrei tanto che mi si desse credito dopo aver letto e anche meditato, come del resto ho fatto io che c'ho messo tanto tempo per condividere questa cosa, temendo di passare per visionaria o credulona. Ma ho avuto significativo riscontro proprio stasera, guarda caso sotto le feste di Natale, e mi è parso ricevere un dono in anticipo, un "dono" che non voglio tenere tutto per me.
Da ciò il mio racconto...
Come al solito girovagavo tra le immagini del web alla ricerca di qualcuna bella ed efficace da abbinare a un mio pensiero e poi condividere per la buonanotte. C'era solo l'imbarazzo della scelta, poi ne ho selezionata una che pareva quella giusta, stavo per "salvarla"... quando l'occhio distratto è finito su un'altra, più piccola quasi fosse posta in disparte perché potesse essere notata solo da qualcuno. Forse... da me.
Ho preso quell'immagine e ho cominciato a guardarla attentamente. Ma dove l'avevo già vista? Per quanto cercassi di ricordare... niente! Non c'era libro, stampa o rivista che me ne riportasse il ricordo.
Poi, all'improvviso... un lume.
Quella domenica sul finir dell'estate, quando appresi per caso e in modo quasi traumatico della scomparsa di Assunta, ormai nota a Tutti per quanto ne abbiamo parlato con Cosimo, Suo compagno nella vita... restai letteralmente senza parole. Riuscivo solo a ricordare le Nostre numerose conversazioni, gli sms ricchi di serenità e speranza, niente altro. Ogni tanto sentivo gli spilli negli occhi e qualche lacrima scendere, me l'asciugavo rapidamente, sapevo che Lei non avrebbe mai voluto che io piangessi.
Erano le prime ore di quel triste pomeriggio e qualcosa o qualcuno mi spinse ad uscire in veranda. Istintivamente alzai gli occhi al cielo, straordinariamente azzurro e terso. C'era un'unica nuvola, dalla forma strana, allungata che continuava a cambiare aspetto. Fino a quando ne assunse uno definitivo.
Il palmo aperto di una mano che reggeva qualcosa.
Nei giorni che seguirono ci pensai a lungo, ma non riuscendo a capire che cosa potesse essere ciò che quella mano reggesse, archiviai il pensiero come frutto di suggestione, dovuto al dispiacere della perdita di Assunta.
Fino a stasera, quando ho visto questa immagine, identica alla nuvola in cielo. Ecco che cosa portava quel palmo di mano... un fiore! Il fiore dell'Amicizia solidale.
Tante volte con Assunta ne avevamo parlato, anche Lei avrebbe voluto fare come me, se la salute l'avesse consentito.
La nuvola era l'ultimo Suo messaggio, per dirmi...
Continua... finché il Cielo vorrà.

venerdì 12 dicembre 2014

CRONACHE NATALIZIE




Ovvero... cercando di definire, più o meno, la "qualità di vita".
Personalmente ritengo sia un'espressione intesa a ribadire un concetto, la vita è Vita a prescindere e con un valore intrinseco. Può essere poi difficile, sofferta, complicata, travagliata, oppure tutto il contrario di questo e mantenere immutata la sua peculiarità di bene prezioso.
In conclusione diciamo che da parte Nostra deve essere impiegato il massimo impegno per "aggiustarla" e permettere che dia il meglio anche in condizioni sfavorevoli.
Nell'ambiente che frequento si parla molto di qualità di vita, soprattutto per "edulcorare" la pillola amara delle terapie, quando si cerca di farle accettare "offrendola" come vantaggiosa contropartita. Che poi lo stesso sufficiente non è, se il soggetto non ce la mette tutta con la mente e le piccole strategie quotidiane.
Questo in tempi normali, quando arriva il periodo delle feste la cosa si complica per l'ovvio contrasto con l'atmosfera serena, e la qualità di vita diventa così argomento difficile.
C'è da lottare contro una realtà fatta di appuntamenti non piacevoli ed effetti collaterali da superare, e nello stesso tempo cercare di adeguarsi al "clima" che circonda per non turbare ulteriormente. Almeno a Natale!
In queste settimane che precedono le feste ne parliamo molto con gli Amici che incontro, e in sintesi viene espresso il medesimo concetto o desiderio... vivere come se niente fosse, anzi meglio alla luce di quello che è stato... se passato, alla luce di quello che è... visto che il domani non è dato conoscere. E poi cercare ad ogni costo la gioia nelle piccole cose... nel calore della famiglia... nell'amore per il prossimo di cui si riscopre la presenza e la necessità anche per fuggire da un altro tipo di "cancro" ancora più doloroso... la solitudine.
Dopo tutto "qualità di Vita" è... esserci, quindi la Vita stessa, mai uguale e in continuo divenire.
Oppure riscoprirsi ogni giorno capace di amare "sinceramente" gli Altri, sentirsi in pace con se stesso e quindi stare bene in modo autentico.
"Qualità di Vita" è pure continuare a... far ricerche, studiare il "CANCRO" per smitizzarlo, perché ad Altri venga data la possibilità di comprendere come poterne fare una risorsa, un'opportunità in più.
Qualche giorno fa ho incontrato due pazienti, entrambi dall'atteggiamento positivo ma per condizioni fisiche diverse, con una qualità di vita differente.
Il primo, sentendo parlare del Nostro prossimo incontro conviviale, quello tradizionale del G.A.M.A. prima delle feste, ha chiesto se poteva parteciparvi anche senza "dama". E ancora non aveva ricevuto risposta che ha aggiunto... ma si, le gambe ce l'ho come pure le braccia, la parola non manca, invito qualcuno e faccio coppia. E che ci vuole!?
Il secondo invece, praticamente sempre supino e con le mani gonfie, per la terza volta mi ha chiesto di aiutarlo con un succo di frutta. Non riusciva a portarlo alla bocca. Alla fine mi ha sorriso e ringraziato, dicendo che non vedeva l'ora che arrivassi, perché sapeva di poter chiederlo a me, "... sai com'è, mi sei simpatica. Anzi, te lo voglio dire... io vengo ogni martedì..."
Informare... invitare o... simpaticamente impegnare?
Per quel che mi riguarda... IO non c'ho mai pensato alla "qualità di Vita"... esserci, avere la forza fisica e morale per fare tutto quello che facevo prima, è già vivere "con qualità", poi col mio essere "cancrocentrica", studiando, approfondendo, stando vicino a Chi vive la malattia, ho imparato a dominare l'angoscia dell'evento e l'ansia che ne consegue. Perché questa davvero non finisce mai, nemmeno quando dicono... stai tranquilla.

giovedì 11 dicembre 2014

IL PRESEPE A CASA MIA


"Sicuramente in garage ci sono tutte le statuine del presepio... ne sono sicuro. Ti ricordi!? Erano quelle di mia madre...Per questo Natale voglio fare un bel presepio!"
Con l'entusiasmo di un bambino che all'improvviso si accorge di essere diventato grande e si sente capace di fare qualcosa fino ad allora impossibile, l'Amore della mia Vita manifestò così l'intenzione di prepararlo Lui, due anni fa il presepe... un vero presepe... con le montagne, le "casucce", le pecorelle all'abbeveratoio.
Era il Suo primo Natale da pensionato, e libero da impegni e pensieri e conti da far quadrare, desiderava finalmente una "festa normale".
Gli anni precedenti lo arrangiavo io, uno mini, ridotto all'essenziale... San Giuseppe, Maria, il Bambinello... bue asinello quattro pecore...
"Macché... lo chiami presepio quello?!", aveva il coraggio pure di criticare e intanto non alzava un dito,"... ho altro da pensare...", aggiungeva e poi, per concludere, "... il primo Natale da pensionato, lo faccio io un bel presepe!"
E finalmente la "pensione" era arrivata ed anche il "primo Natale".
"Comperiamo tutto nuovo...", aveva esordito, e dopo un po', "... in garage ci sono tutte le statuine del presepio...", e così si era ridimensionato.
Una sera al centro commerciale voleva però comperare una "struttura preconfezionata", del tipo "plastico per ferrovia in miniatura", poi c'aveva ripensato... "No, meglio le montagne di carta... così le disponiamo come più ci piace. Che ne pensi?", io annuivo ... va be, l'importante è che si faccia 'sto presepio, pensavo tra me mentre tornavamo a casa senza "plastico" né "montagne".
Cominciavo a pensare seriamente di dover ricorrere di nuovo alla mia alternativa "formato ridotto" perché i giorni passavano e nulla si concludeva... poi una sera, mentre ero fuori per la processione della Madonnina nei reparti dell'ospedale, successe che, tornata a casa...
"Vieni... però chiudi gli occhi", e prendendomi per mano, l'Amore della mia Vita mi aveva guidato in soggiorno..."Ora puoi aprirli!", ed allora si era presentato alla mia vista un paesaggio illuminato da tante lucine multicolor... perché fanno più allegria di un solo colore, aveva detto... un po' naif ma proprio perciò semplice e tanto tenero.
"Eh... che ne dici, non è bellissimo?", "Certo... è stupendo", gli avevo risposto mentre guardavo un'improbabile palma sulla cima di una montagna e due paperelle in uno specchio d'acqua di stagnola.
Comunque ce l'avevamo fatta ad inaugurare la "serie" dei natali come Dio comanda, con il presepe che fa magia e fiaba e dall'intima dolcezza.
Così questo è il terzo anno che pure è andata. Ieri sera dopo averlo completato, sempre nella massima improbabilità di prospettiva, il mio compagno adorato c'ha aggiunto due angioletti della Thun... una volta "bomboniere", ora "in pensione"... che tutto l'anno sostano all'angolo del mobile basso in soggiorno. Per stile e dimensioni, in verità con il resto c'entravano solo perché di straforo... però non ho detto niente, mi sono solo soffermata a guardare un po' più a lungo. Lui se n'è accorto...
"Sai, mi dispiaceva vederli isolati nell'angolo. Sono angeli... no? e nel presepio ci stanno. E poi, ormai dovresti saperlo... a Natale i pensionati danno il meglio di sé".

DIVERSI MA... COMPRENSIBILI


Ovvero, il mondo è bello perché è vario. Poi aggiungo... fino ad un certo punto, dal momento che diventa una gran fatica barcamenarsi per capire e farsi intendere.
Sarà anche questo compreso nel "pacchetto dell'esistenza umana".
Intanto non so come né da dove provengano certi consigli che "mi picco" di dare... è certo comunque che non sono così tanto per dire e spesso nascono dall'esperienza personale, frutto a volte di combattuti confronti e difficili scelte.
L'aver vissuto una malattia ancora per molti versi considerata "estrema", mi ha regalato l'entusiasmo di una rinascita velata di ingenuità, e nello stesso tempo una sorta di disincanto nei riguardi dell'Altro da me, comprensibilmente diverso. Mi confronto pacatamente in qualsiasi caso, consapevole anche di poter andare incontro ad una delusione, e la cosa intesa così già delude meno a priori. Se poi riscontrerò sintonia di pensieri ed intenti non potrà essere che conferma di una felice intuizione.
Perché a pensarci bene...
Il sentirsi combattuti, in mezzo a due fuochi è proprio delle persone che si fanno degli scrupoli e sono generose altrimenti il "problema" o meglio il "dubbio" non si porrebbe affatto, però non è possibile vivere in questo modo le relazioni, non porta giovamento a se stesso e non solo. Ad un certo punto è necessaria la "scelta"... come ad un bivio di cui non si conoscono le strade, non si sa dove portino... comunque si deve scegliere, rischiando è vero, ma con la reale certezza di aver fatto la cosa giusta. Questa consapevolezza premierà... ci si sentirà forti e sereni e col tempo... non più di tanto... di nuovo disponibili come prima se non di più.
Tutto questo lo sto ancora imparando, a volte ne ho pagate le spese e ho imparato pure che queste bisogna metterle in conto quando si investe su se stessi e la spontaneità dei sentimenti.
La questione è che l'essere umano ha un'abilità speciale per complicarsi l'esistenza e va a cercare chiavi di lettura astruse per interpretare l'altrui agire... mai che si limita a quel che vede, l'apprezza o meno e finisce lì.
Vuole sempre di più... pretende troppo. E il "rispetto" dell'Altro... dov'è?
Quando poi viene a cadere l'equilibrio dell'"intesa" iniziale, ha origine il disagio e la spontaneità è penalizzata a discapito dell'intero rapporto.
Sarà così difficile da intuire?
Per quel che mi riguarda... dopo un'esperienza "così", ho trovato il mio equilibrio... evito qualche "sassolino" , non mi pongo troppe domande, scaccio dubbi appena si presentano. Le relazioni vanno vissute in modo rilassato... IO credo in TE, se per Te non è lo stesso, non è certo un mio problema... probabilmente quel sassolino famoso sei Tu a portartelo dentro, non posso fare altro che prenderne atto e al massimo cercare di capirti.
E alla fine quando nulla si può in positivo, bisognerà pure proteggersi, e
"prendere le distanze" da qualcuno sarà l'unica e possibile "medicina salva-cuore".

martedì 9 dicembre 2014

UN' IDEA... FORSE UN TENTATIVO


Quando sono particolarmente stanca mi vengono fuori le idee più coinvolgenti. Non che io, mento sulla mano, mi ponga a pensare... niente affatto, è nel pieno del lavoro, quando cerco di far quietare almeno i pensieri, che succede. Sarà "espressione" del sodalizio tra Mente e Cuore, per non soccombere.
Bene... oggi, dicevo, me ne è venuta un'altra di quelle idee, se geniale o meno staremo a vedere, dipenderà dall'esito finale.
Natale è ormai vicino, e nel pomeriggio pensavo che quest'anno sono in ritardo pauroso per tutto. Non ho fatto l'albero né il presepe, qua e là solo qualche ninnolo dorato e per Chi bussa alla mia porta la cornucopia con le stelle di Natale e i fili d'oro. Per il gran da fare che ho, potrei fermarmi a questi pochi segni della festa, ma come al solito sono i ricordi a imporsi e non posso rinnegarli, sono tanti a cominciare da quelli che mi vedono bambina. Profumi speziati e nenie, colori e... letterine, quest'ultime, quante ne ho scritte, non saprei. Ogni riga, il batticuore dell'attesa... nel brillare della porporina dorata, la speranza di un sogno realizzato.
Ed ecco che pensando a tutto questo, mi è balenata l'idea che ho condiviso nello spazio del Nostro gruppo.
"CARO BABBO NATALE...", scrivere TUTTI NOI (lo spero davvero), bambini un po' cresciuti, una letterina con i pensieri che la Mente può esprimere e le emozioni che il Cuore può contenere.
Saranno gli uni come le altre, certamente assai particolari, non facili ma speciali... uno sfogo ma pure insegnamento per Chi leggerà... richiesta di qualcosa ed anche un "grazie" per quello che si ha, poco o tanto comunque conquista giornaliera di una vita tutta in salita, costretta a fare di ogni difficoltà una risorsa.
Un "chiodo" che penetrando a forza in una sorta di "roccia", si fa piolo per portare in alto con meno fatica.
Tutto qua... il sasso in acqua l'ho lanciato, ho condiviso l'idea.
Spero ne venga fuori tanta luce in trasparenza.

8 DICEMBRE E POI...


...proprio il mese di dicembre e Natale e Capodanno di un altro anno ancora...
Dopo tutto credo che finirò col ringraziarlo questo mese, perché mi fu amaro, è vero però mi ha dato anche tanto.
Ogni volta che ci penso, realizzo... era così che doveva andare e non altrimenti.
Lo ringrazierò Dicembre per tutte le emozioni che mi ha regalato, forti sofferte ma anche di belle... mi ha fatto piangere e più volte sorridere, perché non puoi mai apprezzare fino in fondo quanto sia bello essere sereni se prima non ti sei perso nel dolore.
Non parlo unicamente dei "miei dicembre" di malattia, è chiaro... non si vive solo per se stessi e d'altra parte ciascuno è da considerare come ingranaggio di un meccanismo ove se un altro si ferma, diversamente non può fare. Poi si riprende ad andare, coi ricordi belli che fanno compagnia e pure con quelli che si vorrebbe archiviare, se non si riconoscesse loro la virtù di fare da sprone per migliorare.
Stasera l'Amore della mia Vita ed io abbiamo fatto l'albero di Natale... una delle poche volte che abbiamo "collaborato insieme", io porgevo gli addobbi, lui faceva il resto. Poi abbiamo indugiato a guardare le luci. E' stato come fosse un "unico Natale"... 35 alberi tutti diversi... alti e medi, naturali e non... tutti condensati in questo piccolo albero su uno sgabello. Sarà che il tempo passa e diventiamo teneri... che torniamo insieme in "due", così come siamo partiti. I suoi ricordi e i miei, alcuni comuni e altri solo "nostri"... di ognuno.
Due anni fa, nel giorno dell'Immacolata attraversai molti reparti dell'ospedale... seguivo la "madonnina" in processione, non amo molto in verità questo genere di riti pur essendo cattolica e praticante, ma questo era un "procedere" diverso, si creava un solco per seminare speranza.
Passai anche per quel reparto dove quasi otto anni prima mia madre volò via.
Intensa emozione mentre andavo lungo il corridoio... tutto era come allora, anche il piccolo vano dove da "novella Anima" Lei pernottò perché "... era troppo tardi per portarla giù..."... in obitorio. Povera mamma! Così sola in quella prima notte tanto fredda... fredda come stasera.
Tutto... come allora, solo l'albero di Natale stavolta era all'entrata, non più a metà corridoio ad illuminarlo per intero.
Mia madre visse gli ultimi giorni in ospedale... proprio in questo periodo e morì a metà gennaio quando non si erano ancora spente le luci del presepio.
Mentre solo la "madonnina" entrava nel reparto della dialisi, mi sedetti fuori e in quel momento mi accorsi che avevo gli occhi umidi e mi veniva da tirar su col naso... come Chi piange.
Potevo mai passar indenne?
E poi... ripensando sempre alla "Madonnina"... così trionfante e nello stesso tempo così dolcemente benevola, ricordo quando varcai per la prima volta la soglia del Day Hospital oncologico. Aprii la porta e di fronte a me si presentò il lungo corridoio dove sul fondo immediatamente pur da lontano si notava Lei... posta davanti all'ampia finestra prendeva su di sé tutta la luce, così che appariva luminosa più che mai.
Ebbi la sensazione di trovarmi già in Paradiso... forse perché convinta che sarebbe stata la mia destinazione prossima? Mah... non credo, quella "luce" quel "volto" erano davvero celestiali, davvero riportavano all'antica immagine dell'eternità... e del resto non ero stata la sola a provare una simile sensazione, anche mia figlia, pure lei che di "celeste" da sempre conosce solo il colore e nemmeno le piace.

domenica 7 dicembre 2014

AFFIANCANDO LA VITA

Mi sono trovata su una strada e vivo quello che mi capita come logico e normale, alla stregua del sonno e del respiro. Altre volte però mi lascio travolgere dagli eventi fortemente coinvolta tanto che se qualcosa non va per il giusto verso o, previsto alla lontana invece mi coglie alla sprovvista, ne soffro... soffro davvero tanto.
E all'improvviso mi sembra di aver peccato di presunzione e vorrei lasciar perdere...
In quel momento è la parte fragile che prevale, un tornare indietro che non piace.
Mi scuoto, ancora una volta mi ribello... deve pur esserci un motivo se ad un certo punto della mia vita tutto si è capovolto!?
Ed allora ci penso... per l'ennesima volta mi chiedo, che cosa si vuole da me, o se è in realtà una "prova da sforzo" cui sono sottoposta, per testare la mia resistenza.
Vengo presa dall'enfasi del momento e così mi ritrovo ad esprimere pensieri ad alta voce, senza rendermi conto a volte di non essere da sola.
E chi è con me mi guarda fisso e incredulo, interamente preso dallo sforzo di capire, se fortunato ci riesce solo a tratti.
Per non toccare corde sbagliate, annuisce... mi fissa e ogni tanto ripete qualcosa, "è certo", un "si capisce", o "hai ragione".
Poi continua ad... ascoltarmi.
Considero la malattia che ho vissuto, un percorso formativo a più livelli. Mi sono trovata dentro senza averne fatta esplicita richiesta, probabilmente implicita attraverso un'inquietudine manifesta.
Il primo livello... il più difficile in cui viene posta l'impronta di ciò che sarà in seguito. A quell'epoca pensavo molto... studiavo molto per avere meno paura... facevo "continui esercizi di sorriso", erano la parte pratica... aiutavano me e non solo.
Il secondo livello... presi a muovermi tra "coloro con una marcia in più" quasi in punta di piedi... imparai tanto, perché negli occhi di gente che s'aggrappa disperata ad ogni appiglio di speranza ci puoi leggere tutto lo scibile che serve.
Il terzo livello... c'arrivai bruscamente, quasi di nascosto... saltuariamente. Non potevo di più ma c'ho messo il Cuore come sempre.
Eh, si capisce!
Poi Qualcuno ha permesso che fossi promossa... lo meritavo? Non so... però visto che c'ero mi sono impegnata e tanto. Qualche errore l'ho fatto di certo... ne scapperanno altri, sono umana però mi riprendo.
Ora sembra che si apra un'altra strada, quella del G.A.M.A. come associazione... anche stavolta mi ci trovo quasi per caso e stranamente non mi spaventa.
A rifletterci, partendo proprio da lontano è talmente ordinata e lineare la cosa che non può essere casuale. E questo, nonostante le prove che nello spazio di poche ore prendono l'animo e lo sconvolgono per un giorno intero e forse più. Sento comunque che sono in pace con il mio "essere persona" e di seguire un "disegno per la vita".
Prendo respiro, poi coraggio e decisa, continuo...

sabato 6 dicembre 2014

UN QUADRATINO DI CIOCCOLATA FONDENTE


Sarà per quel triptofano santo e benedetto, ma è l'unico... l'unico rimedio davvero che riporta l'armonia tra Mente e Cuore, quando tutto è sballato, non ci capisci più niente e rimetteresti ogni cosa in discussione. Un pezzettino di cioccolata per "assaporare il gusto della vita". Impatto amaro e recondita dolcezza che c'è, anche se arriva alla fine dell'esperienza. Si tratta di aspettare, non avere fretta e intanto vivere quei sapori intermedi cercando di apprezzarli così come sono, a se stanti.
E' un po' quello che è successo l'altro giorno con l'avventura di quell'esame... tanti intoppi ma pure spunti di comicità per sorridere, molti disagi però alla fine la tensione che si scioglie in un abbraccio ideale tra persone che si sono trovate tutte lì nello stesso posto, accomunate dalla medesima esperienza.
All'ultimo incontro del G.A.M.A. era stato chiesto ad ognuno come stava vivendo la presenza di chi aveva al fianco in quel momento... stasera me la rifaccio questa domanda, e nel rispondere mi accorgo che non è come avrei voluto. Perché nella vita è tutto da conquistare e a volte mancano le forze per farlo e preferisci che ogni cosa vada da sé, tanto... niente può essere così terribile, poi tutto si aggiusta e se ho sempre agito per il bene perché non mi dovrebbe tornare indietro almeno una piccolissima parte?
Premesso che si può credere di fare bene in perfetta buona fede ed invece è il contrario... che non c'è limite al dolore come alla felicità, e che niente si rimedia se non ci si mette di vero impegno, si capisce così che l'eventualità di andare incontro a delle delusioni e a momenti di sconforto, esiste e può essere reale.
L'atteggiamento che mi porta al confronto... giudicato da alcuni sconsiderato... con una realtà da archiviare o almeno accantonare per tutte le volte che mi è stato dato l'"ok" a proseguire, crea spesso una sorta di conflitto. Così che, trovandomi di fronte a qualcuno che soffre per il dolore e la paura da non poterlo nascondere nemmeno se vuole, sento venir meno ogni risorsa... pure le parole. E vorrei inchinarmi davvero come dico, e poi mi porto dietro tutto nel Cuore "solo" sperando... e "solo" all'improvviso mi pare troppo poco.
Torno a casa e la realtà è mia e non mia, perché assai contrastante... distrattamente ascolto, non guardo, la televisione... e sono "pure chiacchiere" di affabulatori da 4 soldi, infine qualche telefonata che sento non appartenermi. Gente senza capacità di risollevarsi che ama piangersi addosso e continua a... rovinarsi l'esistenza.
In un attimo capisco che per me ogni momento è conquista di nuova consapevolezza, autodeterminazione che non conosce fine... costa tanta fatica e a volte sento l'avvilimento quasi sopraffarmi. Le lacrime vorrebbero farsi strada, ma fanno appena in tempo a bagnare il ciglio.

venerdì 5 dicembre 2014

CE N'E' SEMPRE UNA DA RACCONTARE...


E ora ce la metterò tutta per finir di raccontare. Tre ore di vissuto così complesso, capirete, non possono essere di certo rese in tre righe e manco dieci... tre pagine sono giuste per raccontare e trarne pure "divertente insegnamento".
Dunque, dove eravamo?... ah si, alla signora rivestita alla bell'e meglio, uscita da una porta ed entrata nella stanza di fronte. Finalmente dopo venti minuti abbondanti appare... borsa sottobraccio, in una mano la busta gialla col referto e nell'altra un pacchetto arrotolato con la carta assorbente dei maxi-rotoloni ospedalieri, da cui spunta un pizzo nero...
"Mi so' dovuta togliere la sottana, me l'ha inguaiata di gel...", e dopo un rapido saluto quasi scappa.
A questo punto quanti eravamo? La signora rivestita alla bell'e meglio era appena andata via, come pure il signore della maglia della salute, quest'ultimo in particolare l'aveva fatto bofonchiando e scuotendo il capo. Qua le sonde non c'entrano, sono loro che non capiscono niente... il suo saluto in due proposizioni che tagliavano le gambe alla speranza, e non solo.
Restava la signora che era entrata per prima ma non considerata pronta, il signore per l'altra eco-addome, il secondo per il collo e poi... io, dall'evidente "importanza del bisogno".
"Che c'è signora, vi sentite male? Non so come fate a resistere, signo'... se stavo al posto vostro, sarei scoppiato. Poi io so' pure iperteso e prendo 2 Lasix al giorno, uno al mattino e l'altro alla sera, dopo un'ora e mezzo devo correre al bagno. Sapete quante volte mi sono trovato in difficoltà per strada...? Anzi signo', scusate... approfitto dell'attesa e vado un momento in bagno. Permettete?"
A parlare di diuretici, liquidi accumulati e corse in bagno, si può ben immaginare come mi sono sentita. In quel momento... l'essere più penalizzato della terra, a cui per giunta viene negato... un gabinetto.
Intanto le due persone che mi precedevano avevano fatto il sospirato e sudato esame, poi finalmente è toccato a me...
"Signora, siete stata diligente al massimo, la vescica è troppo piena... comunque, solita piccolissima cisti al rene, il fegato un po' steatosico e...",
"... si, lo so... incisura fetale", " ma in compenso alcuna lesione. E' tutto a posto", ha concluso la "dottoressa parlante", finalmente serena e sorridente. E col sorriso da quello studio sono uscita pure io...
"Signo', che bel sorriso. Tutto a posto, è vero? Sentite... io vi potrei essere padre... dove abitate?... che vi accompagno dove volete. Pure in capo al mondo..."
Un pomeriggio così... un esame travagliato mai pensato... e tanta dolcezza conquistata con un semplice sorriso nelle tante difficoltà.