sabato 29 febbraio 2020

CRONACA DI UNA GIORNATA "VIRALE"




Qual era il titolo di quel film?
"L'amore al tempo del colera", qualcuno lo ricorderà di certo, in questo periodo siamo più o meno così, col senso di precarietà che strattona e quello fisico del fiato sul collo. Risultato? Irritazione e quando va bene immobilità.
Un esempio che mi riguarda da vicino. Da un po' di giorni la protesi fa le bizze, pare un' "anima a sé", pare perché non sono proprio certa, tante volte l'ho riferito a Chi di dovere, altrettante mi è stato risposto...
Non è possibile, è tutto nella tua mente...
così mi sono convinta da otto anni or sono che non pensandoci il disagio passerà. E a volte passa, a volte no, ed intanto nell'attesa, come al tempo della ricostruzione, non trovo pace col reggiseno. Con grande speranza ne ho comprato una serie nuova. Con coppe e senza coppe, bretelle strette regolabili e bretelle larghe fisse, e bianco e nero e beige. Mi stressa solo elencarli, non vi dico che cosa è stato indossarli la prima volta. Una contorsionista da "Tu si che vales", e alla fine pure con scarso esito. Che dire...? Ho dovuto adattarmi, con un tipo almeno il disagio si è ridotto, e quindi va bene uguale, sono stati soldi spesi quasi bene.
Provavo i nuovi acquisti e la TV scandiva gli ultimi numeri e dava fiato alle trombe dell'enfasi. Coronavirus a tutto spiano. Ma quando finirà? Qui siamo ancora tranquilli, ma... meglio essere previdenti e cauti, e intanto ci muoviamo come sulle uova, temendo di schiacciarne qualcuno prima o poi.
Oggi una paziente ha detto...
Meno male che sei venuta, pensavo che con questa confusione... Avevo bisogno di parlare con qualcuno.
E ha raccontato dell'esito della TAC, non proprio buono.
Già, con una mia collega siamo state in reparto, con la mascherina perché la portavano tutti per disposizione del responsabile di Oncologia. Noi non eravamo obbligate, ma ad un certo punto ci siamo sentite "diverse" o meglio inadeguate al contesto, e l'abbiamo indossata. Finalmente "normali" per il momento che stiamo vivendo.
Tornata a casa ho pensato a quanto tutto sia relativo, e in particolare i concetti di "normalità" e "diversità". Alla fine si tratta di "accettare" un cambiamento, e "adattarsi". Ed è sempre la Vita a decidere, l'uomo può solo imparare volta per volta a gestire in modo nuovo se stesso.

venerdì 28 febbraio 2020

È TEMPO FORTE...


Credo poco alle coincidenze, le interpreto piuttosto come messaggi tra le righe, consigli, suggerimenti per "raddrizzare" i fili storti della propria vita, trama fitta ma pur soggetta a strappi, voluti per incoscienza o casuali per spigoli inevitabili.
È strana la "coincidenza" di quest'anno, la nota situazione virale con la Quaresima, quasi a far riflettere che la misura è colma, ed è ancor più strano che tale intendimento non suoni come minaccia, bensì come pausa, neppure a Chi credente non è. Un accenno sfiora la mente infatti, non fosse altro per una sbirciata al calendario, poi magari si scaccia il pensiero ma intanto un rapido brivido impone una riflessione. E se fosse così?
È comunque tempo forte per Tutti. Se non ci diamo le occasioni per cambiare il senso di marcia, lo faranno le restrizioni imposte o per scelta, giusto per precauzione... non si sa mai. E tante cose verranno a galla, il tempo perso, le cattiverie espresse con le parole e i fatti, e il bene omesso.
È tempo forte per Chi ha la Fede e per Chi ha comunque un credo, anche in se stesso, nell'essere uomo fino in fondo e per questo sente che è ora di cambiare.
Mercoledì delle Ceneri, per sentirsi più vicini al Cielo, pregare in silenzio, e apprezzare maggiormente quelli che sono i veri doni, gli affetti e la vita per poter goderne. Perché è vero, col trascorrere del tempo e l'arricchirsi di esperienze si va oltre ciò che pare essere scontato.

giovedì 27 febbraio 2020

AMORE E CUCINA




È che in questo periodo mi sento così fragile, con tanto da fare e gestire, la paura di sbagliare, le parole misurate... e gli atteggiamenti pensati, ché per carità non si cada in errore, in certi ambienti sarebbe caduta rovinosa... sarà per tutto questo, dicevo... sono facile alla commozione. Beh veramente, sarebbe pure per l'età che avanza, prova ne è che gli occhi mi si son fatti lucidi di fronte ad una giovane coppia che si scambiava dolci tenerezze.
Lei, sorridente e con lo sguardo verso di Lui pieno d'amore... Lui, con la mano di Lei alle labbra e gli occhi socchiusi. Storia di altri tempi, complicata da una "distrazione" della Vita. Si... perché non può essere altro, non si spiegherebbe che a due giovani tanto belli, uniti da un sentimento che fa strano in un'epoca di relazioni liquide, sia negato dimostrarsi amore seduti ad una panchina piuttosto che in una stanza d'ospedale.
Non dirò Chi dei due era il paziente, Lui o Lei sarebbe uguale, entrambi a vivere con pazienza il momento, l'accidente, con dedizione reciproca e la serenità che fa dimenticare la situazione.
Così che in breve tempo ci siamo trovati a parlare di tutt'altro, un bel connubio...
amore e cucina.
Il cibo è una forma d'amore... ha esordito Lei, personal chef dal curriculum di tutto rispetto.
Il cibo è l'espressione di attaccamento alla vita dal primo all'ultimo giorno... ho replicato io.
Ah, sapessi... io faccio da cavia. Mi fa sperimentare tutti i piatti nuovi che studia, prepara e impiatta con amore... ha aggiunto Lui... e pensare che si è messa con me, "umanista" dell'economia.
Belli, diversi e complementari come le due metà di una mela, disposti a cadere e rialzarsi insieme, con tutto l'Amore che c'è.
Per ultimo un saluto da chef, artista appassionata...
"Il cibo è l'unica forma d'arte che per essere apprezzata va distrutta"...
Ma con amore, sempre per amore.

mercoledì 26 febbraio 2020

CON LO SGUARDO E LE PAROLE


Bisogna ammetterlo, per quanto si comprenda che tanto clamore sia esagerato, un po' ci si lascia coinvolgere e la normalità dei giorni fatti di attività, incontri e pensieri vari si scontra coi dubbi propri e le decisioni altrui.
Notizie e commenti sul coronavirus ormai sono più virali del virus stesso, riferiscono di tutto e il suo contrario, così che pur non essendoci casi in Puglia, lo scrupolo prende.
Sospendere temporaneamente il servizio di volontariato in ospedale o continuare?
Alcuni ospedali e qualche associazione locale ha deciso in autonomia per la sospensione, Noi abbiamo atteso direttive che poi sono arrivate dalla Regione, ma realmente in cuor Nostro avevamo già deciso. Qualche attenzione in più e avremmo continuato, perché sappiamo per certo che siamo attesi, perché la Nostra presenza accorcia il tempo, perché trasmettiamo calore ed affetto. È un "volontariato di relazione", e i "legami" non si lasciano di certo mettere in crisi da un virus, che per quanto ingestibile sia, viene ridimensionato dalla positività di pensiero.
Proprio quello che Noi condividiamo a largo spettro, meglio di qualsiasi antibiotico.
Per un po' mancheranno gli abbracci e le carezze, è vero ma ci rifaremo quando tutto sarà passato, e intanto potenzieremo lo sguardo e daremo più dolcezza alle parole, sempre studiate, ben scelte ed accurate.
A volte, si sa... gli occhi parlano anche da soli, perciò pensare sempre positivo, ché tutto sia in perfetta sintonia.
Abbiamo l'esperienza degli anni in trincea e sul campo, quando abbiamo preso a cogliere
quei particolari all'improvviso diversi,
perché guardati con gli occhi del "poi" e intesi con l'Intelligenza del Cuore.
E accade quando è trascorso il tempo giusto, e dell' "esperienza iniziale" è rimasta la parte migliore, ciò che si è imparato.
Domani allora sarò lì come sempre,
non penso più alla fobia e all'angoscia del giorno passato, perché con lo sguardo colgo comunque la bellezza nel suo insieme.
Domani un angolo di luce basterà per poter contare su ciò che sarà.

martedì 25 febbraio 2020

DIRÒ LA MIA...




Parlano Tutti, pure gli incompetenti, quindi posso farlo anch'io, e coronavirus sia l'argomentazione di questa sera. Argomentazione, sia ben chiaro e non argomento, perché non siamo medici o scienziati e nemmeno infermieri, i dati non ci sono consentiti, perciò solo "parole serene", quelle a Noi solite, anche quando la mente va per inerzia e il cuore trema.
La mente è presa da ciò che le arriva, immagini e notizie senza freni, bombardamenti da ogni canale d'informazione, e finché elabora da sola riesce pure a tenersi lucida e distante, i problemi cominciano quando da una poi le menti sono due e ancora diventano tre e così via. Allora è psicosi, e la psicosi a volte può fare danno più di un virus. Tutti all'improvviso siamo considerati potenziali "untori" o unti. Diciamola tutta, la paura c'è ma proviamo a ridimensionarla a livello di timore, forse è più giusto.
In quattro regioni i numeri mettono in allarme, appunto... allarme, e quando allarme c'è si prendono giusti provvedimenti, ma nel resto del paese che bisogno c'è al momento di fermare quasi il respiro, nascondere le mani, e cercare il primo angolo per svoltare, evitare per non essere contagiati... ah, sapete... potreste anche Voi contagiare, essere quindi infetti o portatori sani, o...o...o...
Ma per carità, non ci roviniamo le giornate ché già ci pensano Altri a farlo. Cautela si, igiene massima, meno vita mondana, magari è l'occasione buona per dedicare più tempo alla famiglia, ma poi fermiamoci a pensare... faccio quel che devo, ciò che dicono sia giusto, altro non posso che guardare al giorno dopo in positivo.
Mah... sarà che porto addosso un promemoria, non riesco ad essere spaventata. A suo tempo elaborai a lungo, oggi sono pienamente consapevole di non essere eterna, per questo sia quel che sia, importante è che io mi senta viva per il tempo che mi è dato.

lunedì 24 febbraio 2020

MA CHI ME LO FA FARE?


Nessuno...! Proprio nessuno...
Ehhh, ma che esagerazione andare sistematicamente in ospedale... ma perché ci vai... Chi te lo fa fare...
Affermazione che non avrei mai pensato da parte di Chi dovrebbe comprendere e per giunta lo predica, l'amore per la gente, e sostiene la solidarietà per Chi soffre. Ma d'altra parte lo stesso qualche tempo prima, alla notizia che per me ci sarebbe stato l'intervento dopo la chemio neoadiuvante, esordì con la più infelice delle frasi in quel momento...
Ah, perché sei operabile?
Il tutto, della serie...ma che parli a fare, un cervello ce l'hai o te l'hanno prestato perché fuori uso?
Beh, da quella volta ho capito come avrei vissuto il tempo in più concesso.
Innanzitutto per gratitudine e con serietà in ogni impegno, e coerenza, estrema a costo di sofferenza.
Ehhh, che esagerazione... ma Chi te lo fa fare. È sufficiente che ti fai vedere ogni tanto, poi delega. Pensa alla salute, non ti è bastato ciò che hai vissuto? Stai a casa, o riposa, o... prega! Ecco si, prega. Serve sempre.
Già a sedare la coscienza. Io prego ma faccio anche altro, non mi lavo la coscienza per mantenere le mani pulite, me le sporco e stranamente poi mi guardo allo specchio e trovo riflessa la trasparenza della mia coscienza.
Una caramella, un fiocchetto colorato, una noce ed un sorriso... e mi pare aver donato il mondo intero...
Grazie... sei molto gentile, ci coccoli, fai sentire bene.
Per così poco!?... penso, poi rifletto e trovo l'affermazione in fondo giusta. Quei minuti trascorsi lentamente costituiscono una "cura" in più... un accudimento tenero, tanto simile a quello dedicato ad un bambino piccolo che ne ha bisogno per crescere e poi trovare "armoniosa autonomia".
Bella spiegazione ho trovato... mi ripeto soddisfatta mentre col mio cestino vado da una stanza all'altra, devo spesso darmene una per motivare ciò che faccio, e in un certo senso approvarmi. Non sono perfetta ma cerco di fare il mio meglio... non ho titoli né lauree...
Per fare quello che fai tu, i titoli non servono... basta il Cuore.
Mi disse un giorno una persona...
Sai come si dice... è il bidello ad aprire la scuola, e poi tutto si mette in moto.
Andai via con queste parole che "scorrevano" in mente. Poi le fissai su un foglio, perché fossero per sempre la mia motivazione.
Aprire le braccia per accogliere, stringere ed aiutare.

domenica 23 febbraio 2020

DALLA CONSAPEVOLEZZA DELLE EMOZIONI ALL'ACCETTAZIONE (quarta parte)



L'Intelligenza Emotiva è la più significativa nella vita...
- per la nostra salute e il nostro benessere
- per la nostra felicità
- per relazioni sane e appaganti
- per il successo nel lavoro
- per essere leader di se stessi e promotori di cambiamento
Probabilmente non è la risposta a tutti i problemi di lavoro ma di certo può tornare utile.
Secondo Goleman ci sono 6 stili di leadership:
VISIONE - riesce a spingere le persone verso il "sogno condiviso" - dà il senso della direzione ma lascia la libertà di attivarsi alla meta
COACHING - è interessato allo sviluppo delle persone - mostra come migliorare le performance e connettere obiettivi individuali e organizzativi
AFFILIAZIONE - dà importanza al lavoro di gruppo - stimola rapporti tra le persone
DEMOCRAZIA -  si basa sulle conoscenze e le competenze delle persone - stimola il consenso
RITMO DI LAVORO - mantiene alti gli standard della performance - spinge tutti a fare presto e bene
COMANDO E CONTROLLO - usa uno stile militare - critica molto, loda poco o niente
Tali stili di leadership non sono comunque privi di rischi:
VISIONE - velleità o politica
COACHING - manipolazione
AFFILIAZIONE - percezione che la mediocrità è tollerata
DEMOCRAZIA - disastro quando è necessario agire rapidamente
RITMO DI LAVORO - crollo del morale e del clima di lavoro
COMANDO E CONTROLLO - crollo del morale, del clima e del rendimento

Chi ha una buona intelligenza emotiva osserva e non solo ascolta.
Piccolo gioco-esercizio
Giratevi verso il compagno che avete vicino e parlate con lui per tre minuti, poi datevi il cambio.
Al termine sarete invitati a riferire ciò che avete vicendevolmente osservato.
Di seguito alcune abitudini comuni nelle persone con alta Intelligenza emotiva:
- Danno un nome ai propri sentimenti, invece di etichettare la gente o le situazioni
- Distinguono tra sentimenti e pensieri
- Si assumono la responsabilità dei propri pensieri
- Usano le proprie emozioni per prendere decisioni
- Mostrano rispetto per i sentimenti altrui
- Si motivano invece di arrabbiarsi
- Si esercitano a ricavare un valore positivo anche alle emozioni negative
- Evitano le persone che le rifiutano o non rispettano i loro sentimenti

Impariamo a convivere con le nostre paure - Non esasperiamo le tensioni ma allentiamole per non affossarci - Cerchiamo strategie per venir fuori dalle difficoltà.
Non sempre la soluzione di un problema è quella più ovvia.

venerdì 21 febbraio 2020

DALLA CONSAPEVOLEZZA DELLE EMOZIONI ALL'ACCETTAZIONE (terza parte)



AZIONI - Essendo consapevoli delle nostre azioni dobbiamo imparare a prestare attenzione a "come" le svolgiamo. Il come è una di quelle  cose che gli altri notano immediatamente.
Cosa si può fare per diventare consapevoli di questo come?
Scegli un'azione che puoi sviluppare (ascoltare, parlare) e focalizzati su questa azione nei diversi contesti in cui la compi. Il modo di fare queste azioni evoca dei modelli di comportamento?
Osserva l'impatto delle tue azioni. Scegli un'azione semplice come sorridere, salutare, e vedi come reagiscono le persone. Ci sono dei "come" che ti aiutano nelle relazioni? Renditi conto che le persone reagiscono alle tue azioni in modi diversi.

Si presentano a questo punto...
DUE DIMENSIONI : COMPETENZA SOCIALE (Empatia - Abilità Sociali); COMPETENZA PERSONALE ( Consapevolezza di sé - Padronanza di sé - Motivazione)

- CONSAPEVOLEZZA EMOTIVA : la capacità di distinguere le proprie emozioni - riconoscimento dei segnali fisiologici che indicano il sopraggiungere di un'emozione - la capacità di comprendere le cause che scatenano determinata emozione
- CONTROLLO EMOTIVO: il controllo degli impulsi e delle emozioni - il controllo dell'aggressività diretta verso gli altri - il controllo dell'aggressività verso se stessi
-  CAPACITA' DI SAPERSI MOTIVARE: la capacità di incanalare le proprie emozioni verso il raggiungimento di un obiettivo - la tendenza a reagire con ottimismo e iniziativa agli insuccessi e alle frustrazioni
- EMPATIA: la capacità di riconoscere gli indizi emozionali altrui - la sensibilità alle emozioni e alla prospettiva altrui
- GESTIONE EFFICACE DELLE RELAZIONI INTERPERSONALI: la capacità di negoziare i conflitti tendendo alla risoluzione delle situazioni - la capacità di comunicare efficacemente con gli altri.
 (continua)

DALLA CONSAPEVOLEZZA DELLE EMOZIONI ALL'ACCETTAZIONE (seconda parte)



SENSI E VALUTAZIONI - I sensi sono le porte da cui entrano le informazioni che successivamente si elaborano con il nome di "valutazioni".
Ciò significa che spesso osserviamo qualcosa ma la classifichiamo con la prima valutazione che viene in mente. Quindi è assai importante riconoscere se ciò che cogliamo è un dato sensoriale o una valutazione. Per sviluppare tale abilità bisogna concentrarsi ovunque siamo sui suoni, sui colori, sugli odori. Quello che si percepisce guiderà alle valutazioni rendendole accessibili alla coscienza (uscire dall'automatismo).
SENTIMENTI - Entrare in contatto coi propri sentimenti è altresì un passaggio importante. Per Goleman i sentimenti sono le risposte emotive spontanee alle interpretazioni e alle aspettative. I sentimenti danno importanti informazioni che aiutano a capire le azioni e ad allentare le tensioni.
Spesso ignoriamo volontariamente o involontariamente sentimenti negativi come la tristezza o il risentimento sperando di non sentirci infelici in quel momento al prezzo però di non riuscire ad utilizzare quell'informazione.
I sentimenti spesso vengono accantonati come informazione non funzionale allo scopo, mentre andrebbero esplorati con attenzione.
Un modo immediato per conoscere i nostri sentimenti è quello di percorrere a ritroso i comportamenti. Si tratta di prestare attenzione alle nostre esternazioni comportamentali (rossore, freddo alle mani, schiena rilassata) e poi abbinarle al sentimento corrispondente.
Utile sarà annotare le emozioni particolarmente forti, e nel caso fossero ricorrenti, lavorarci perché siano di maggiore impatto.
INTENZIONI - Le intenzioni possono riferirsi a desideri immediati, a breve o lungo termine.
La difficoltà che porta ad ignorare le intenzioni è dovuta al fatto che vediamo la nostra intenzione palese ma non ciò che è scritto nel taccuino segreto dei nostri desideri.
Quindi... qual è l'intenzione reale, quella che fa da guida? Ha un senso portarla a termine così come si sta facendo, o si stanno confondendo piani differenti?
 (continua)

giovedì 20 febbraio 2020

TRACCE NELLA VITA


Giornate pesanti, almeno per me. Pensieri da gestire, emozioni da controllare. Netta sensazione di non essere compresa, ma è storia vecchia, diciamo dall'inizio, ma proprio roba antica che ha circa la mia età.
Quando venivo punita senza spiegarmi quale fosse stata la mancanza, o meritavo un castigo, giusto perché dovevo essere d'esempio come modello d'ubbidienza, o ancora aspettavo Natale per un sorriso in cambio di una letterina con la porporina, subito riposta perché i brillantini non finissero nei piatti.
Comunque questo resta al Passato, a tratti discutibile, quindi giro pagina per un Presente pieno di tante cose che vorrei poter vivere lentamente, per recuperare frammenti di tempo e pure guadagnare qualche anno in più.
E oggi dovremmo aver concluso la serie delle giornate pesanti. Ha cominciato l'autista del bus stamattina che sparato come un treno ad alta velocità, pareva non fosse intenzionato a fermarsi...
Ehhhh, signora... dovete "invocare" la fermata.
Addirittura?!? E come, con una preghiera?
No, gesticolando!
Cosa logica, a Suo parere, ma di certo... per quanto mi sforzassi, io non riuscivo ad immaginarmi con una mano impegnata e l'altro arto difettato a fare una cosa del genere ad una fermata obbligatoria.
E va be', questa è la prima... poi su in reparto e subito dopo davanti ad una tazza di caffè a raccontarsi, perché non si aggiungesse sofferenza esagerata a dolore procurato.
Parlare in certi casi serve come l'acqua sulla lavagna, lava, pulisce, rende la "verginità" perduta, perché si possa scrivere ancora, ex novo.
Da reparto in reparto per evitare un dannoso ed inutile senso di colpa e poi ricominciare.
Si ricostruisce sulle macerie, magari recuperando qualche mattone salvo.
Un pomeriggio di chiarimenti, molte risorse in più, alla fine del giorno un'ultima invettiva, un messaggio strano, quasi un rimprovero.
Mi convinco davvero di non essere compresa, ma è storia vecchia, tracce che mi porto appresso, vivendo.

mercoledì 19 febbraio 2020

DALLA CONSAPEVOLEZZA DELLE EMOZIONI ALL'ACCETTAZIONE (prima parte)



Incontro conclusivo sull' "Intelligenza emotiva", punto cardine di ogni tipo di relazione. Essere consapevoli delle proprie emozioni, saperle gestire, aiutano ad adattarsi alla situazione, ad adeguarsi all'Altro.
L'autoconsapevolezza rappresenta il punto fondamentale dell'Intelligenza emotiva poiché solo attraverso di essa è possibile massimizzare i risultati che si ottengono con la comunicazione efficace, con l'esperienza interpersonale e la capacità di automotivarsi.
Se varie e molteplici sono le situazioni da ognuno affrontate e vissute, altrettante saranno le reazioni emotive. Interessante ed utile sarà un test con cui verificare quanto consapevoli siamo delle nostre emozioni.
- Mi accorgo di quando cambio umore (sempre - talvolta - raramente - mai)
- Mi accorgo di quando mi metto sulla difensiva (sempre - talvolta - raramente - mai)
- Mi accorgo di quando le mie emozioni interferiscono con il mio rendimento (sempre - talvolta - raramente - mai)
- Mi accorgo presto che sto per perdere le staffe (molto presto - non molto presto - tardi - molto tardi)
- Mi accorgo subito che i miei pensieri stanno prendendo una piega negativa ( subito - quasi subito - dopo un po' - troppo tardi)
Le nostre valutazioni filtrano le informazioni distorcendole,  bisognerà sapersi sintonizzare sulle fonti delle informazioni per adattarci nel modo più efficace possibile alle singole situazioni.
1) Sintonizzati sui sensi e scindi le informazioni dalle valutazioni
2) Entra in contatto con i tuoi sentimenti
3) Impara quali sono le tue intenzioni
4) Presta attenzione alle tue azioni
(continua)

martedì 18 febbraio 2020

IN UN ANGOLO NASCOSTO




Domenica silenziosa questa appena trascorsa, perché ho parlato poco o niente, pensato tanto con l'umore appeso.
Luna storta? No, piuttosto nuvolone ad oscurare il mio "spazio azzurro", che sempre curo e mantengo terso coi miei pensieri.
Giuro che a fine settimana non dirò più... voglio passare proprio una domenica bella tranquilla. Veramente così avrei voluto pure per lo scorso lunedì, e invece... beh, almeno la settimana si è conclusa, è vero allo stesso modo ma essendo unico il motivo, abbiamo già dato, e... amen, domani è un altro giorno.
Di nuovo lunedì, ma questo super impegnato, come anche martedì e mercoledì e giovedì... e tutti gli altri giorni di questa parte di vita che ho scelto di vivere con il Cuore a metà, e l'umore qualche volta appeso, perché è così quando ci si mette in gioco senza riserve, e si scelgono i "mezzi toni" per evitare "sofferenza aggiunta" che non toglie niente, anzi peggiora.
Un Cuore leale non si sente mai offeso, bensì mortificato nella sua vera natura, e allora per un momento appena, vorrebbe rifugiarsi in un angolo nascosto, verificarsi e dopo aver recuperato le ragioni, venire fuori con l'orgoglio delle proprie decisioni.
Un Cuore leale non torna indietro, se fosse nel torto pure lo farebbe...
La responsabilità è grande. Violare un animo provato, entrare dove non è consentito neppure affacciarsi... io lo so, non si può fare, ma come posso giudicare?
Dopo tutto io non sono nessuno.
Unica qualifica e competenza, un Cuore che si affeziona sincero e una Mente che non vuole fare saccente saggezza spicciola per acquistare credito o saziare bisogno.
Dolce e delicata è ogni relazione.
Intuito affinato e sensibilità atta a comprendere non possono non opporre resistenza. Siamo... sono tutte Persone
che si tirano dietro strascichi di amarezza.
Una parte del Cuore leale questo lo sa, e ci soffre e diventa meno della metà.
E il lucido distacco per un attimo si appanna.
Come lo sguardo che ride per la gioia,
e all'improvviso piange appena per il ricordo.

domenica 16 febbraio 2020

TRA LE STELLE


Ché ci si soffermi a riflettere su ciò che è di più prezioso, Vivere la Vita.
Stasera mi gira così, perché cerco sostegno, e quando sento tale bisogno lo sguardo va al cielo, a scrutare tra le stelle qualcosa o qualcuno.
E stasera è poi andata così, c'ho visto un solo nome, uno solo per tre storie, Anna M. e un segno tangibile ogni volta, diventato "ricordo chiave" per la memoria.
Un micio bianco e una gondola lontana.
Un'orchidea in un bicchiere.
Forza e motivazione, una scelta coraggiosa e la generosità che va oltre il concreto, quella che pensa al "dopo" per non farsi dimenticare.
Un'orchidea può valere il tempo che dura ed è già tanto, ma può anche continuare se si conserva secca ed intatta tra le pagine di un libro. Così "quella volta" non fu veramente l'ultima, e ancora risuonano voce e parole quando solo accenno ad aprire quel libro.
Ogni giorno che termina, nell'aspettativa del seguente ricorda che niente e nessuno finisce mai veramente.
E continua il sole a sorgere e sostare pure tra le nuvole, intanto viviamo... anche se non ci viene chiesto e a Noi pare scontato, viviamo... come se non dovessimo mai andar via, ed è meglio così, altrimenti che senso avrebbe un conto alla rovescia che non sai? Ma soprattutto viviamo con la speranza in un futuro bello, giorno per giorno con un "domani" da scoprire.
Ipotesi, tesi... alcuna filosofia, pensieri per aria, sotto un cielo di stelle...


PURCHÉ SIA SAN VALENTINO




Mi piace celebrare questo giorno ogni anno in modo diverso, ché non sia al solito mono-tono, comunque con il "sentimento principe" al centro. Per Chi si ama e poi si vuol bene del resto è uguale ogni giorno dell'anno, sorriso, broncio, pace fatta e poi al contrario, ma sempre con la capacità di ricominciare. Punto e a capo per quel che fu, per ciò che si è costruito insieme, in minima parte per abitudine e tanta per quel senso di appartenenza che se non ci fosse sarebbe come percepirsi a metà.
Comunque per porre fine, sdrammatizzando, alle sviolinate del tema odierno dirò che Amore non fa solo rima con Cuore ma pure con dolore, e scende a terra più o meno dolcemente dopo aver solo per un po' toccato il cielo e sostato tra le nuvole.
E non volendo ho fatto poesia lo stesso, a metà tra dolce e amaro, così come vuole la Vita...
Ho ottant'anni, ma se tornassi indietro non mi sposerei più.
Ma sono cose da dirsi il giorno di San Valentino?
Si, perché le "femmine" vogliono avere sempre ragione.
Sono testarde allora...
So' "capatosta" e furbe. Non è stata una femmina a fare fesso il diavolo?
A questo punto ho preferito io, femmina estranea, dare a Lui la ragione, giusto per smentire ciò che aveva detto poco prima...
Non lo state a sentire, è uno "pesante". San Valentino? Mai festeggiato, però siamo andati sempre d'accordo. Non c'era mai. Lavorava fuori da lunedì a sabato, e la domenica dormiva.
L'uomo tace sempre a tale verità, fa l'offeso, dice che non ha bisogno di nessuna, ma poi...
Mia moglie dove sta?
E lo sguardo si perde nel vuoto. È semplice, logica realtà.
L'Amore col tempo si ridimensiona un po', a tratti perde la "maiuscola", le "farfalle" di un tempo ritornano là, al punto di partenza e "tutto" si trasforma in cristallo trasparente dai mille bagliori ma tanto tanto fragile.
Non c'è bisogno però di comprensione, perché ogni pensiero è chiaro in quello scambio di occhi.
Dovrà essere maneggiato con cura, protetto con delicatezza perché non si frantumi, e a lungo se non per sempre continui a farsi attraversare dall'antica luce.

sabato 15 febbraio 2020

DETERMINAZIONE E LEGGEREZZA NEL SENTIRE


"Non aver paura di affrontare il futuro con speranza e consapevolezza"...
Ricordo di averlo letto da qualche parte diverso tempo fa, è diventato poi il post it delle mie giornate.
La Speranza senza Consapevolezza diventa Illusione. Consapevolezza e Speranza insieme, invece alimentano la Determinazione in potenza, che si afferma e supera ogni aspettativa.
L'ho conosciuta oggi "una determinazione" così, tale da prendere una decisione coraggiosa e archiviare un passato di trent'anni. Salvandone il bene, e tagliuzzando il male ricevuto, una violenza psicologica quotidiana.
Grande leggerezza nel raccontare tutto di sé, a tratti ironici e con ampi spiragli alla speranza.
Noi lottiamo per la vita... e con queste parole ha detto tutto.
La Vita non è altro che questo... un susseguirsi di tappe e traguardi, a volte bastano semplici esercizi di riscaldamento per essere sufficientemente preparati e bravi al raggiungimento della meta, altre volte devi fare i "salti mortali" o improvvisare, e non è neanche certo che riesci.
Come è quando incappi in una "storia difficile"... come è quando capita un'"avventura non facile". Possono sembrare la stessa cosa ma non è così... e la differenza la fa quel "non" davanti ad un attributo di chiara positività.
Spesso in una storia difficile ci si va ad infilare quasi volutamente o per lo meno non si fa niente per evitarla e si manda a benedire la "santa ragione" perchè santa non lo è più. L'avventura non facile capita tra capo e collo, la si vive che piaccia o no, con tutte le forze e finchè non si è "fuori dal tunnel".
Fuori dal tunnel... a proposito, l'altro giorno l'hanno ripetuta questa frase che sarà pure efficace, ma per me è superata.
L'ho sentita talmente tante volte che ho cominciato ad odiare le gallerie, quando in auto ne infiliamo una, preferisco chiudere gli occhi, mi fa meno paura perchè sembra di essermi assopita e vivo meno l'ansia di uscirne.
Fuori dal tunnel... e poi? Magari prima c'era un cielo azzurro e poi, se la galleria è tanto lunga ti trovi sotto una pioggia scrosciante che non fa vedere nulla e ti senti perso. Oppure subito dopo l'uscita, c'è una strada piena di curve e dossi, senza indicazioni chiare per raggiungere la meta.
E se perdi l'orientamento, sbagli strada? Allora... davvero non arrivi più.
Quindi alcuna certezza dà uscire dal tunnel.
Eppure qui sta la leggerezza, ne devi venir fuori, perché il desiderio della "luce" è più forte di ogni altra cosa, e quando l'avrai trovata sta in Te mantenerla sempre viva perchè sia guida per il resto della "strada".
È "opportunità" da non sprecare, chè tutto diventi più motivato e facile e il cammino sia così leggero da diventare molto simile a un "volo".

giovedì 13 febbraio 2020

AFFIANCATI E A BRACCIA TESE...




... per essere certi di non perdersi per la via. La relazione d'aiuto funziona così, vicini ma col giusto distacco, il margine per non inciampare.
Il Volontariato in oncologia è quanto di più difficile possa esserci, qualcuno arriva a definirlo "di frontiera", che per me significa dare ambivalenza all' "andare oltre". Cautela nel procedere, parsimonia nel concedersi senza pretese di riscontro.
E mi torna in mente un' esperienza degli inizi...
Come ti chiami?
Se te lo dico, te ne vai?
Ma sicuro... è solo per salutarti se t'incontro.
E saputo il nome, subito via... senza neppure ripetere quel nome. Già, certe volte va anche così se non peggio. A "cazzotti sui denti", come ha detto di recente un vecchio amico, senza manifestare dolore, aggiungo io... altrimenti si prende il resto. E sia ben inteso, tutto questo ci sta, ed è giusto perché fa parte della "stadiazione" e della modalità di viverla. Non siamo Tutti uguali.
Ci resti male, è vero... ma non devi darlo a vedere e fare in fretta ad archiviare.
Chi intende portare aiuto dovrà controllare in modo serio e continuativo i propri stati d'animo ed eventuali timori e reazioni, come la paura di generare dolore, la solidarietà nella sofferenza, la paura di sentirsi accusati, di non sapere, di esprimere emozioni e mostrare palesemente le proprie paure.
Sintonia con il paziente e Chi lo accompagna, curare non solo le modalità ma anche la condizione generale, non dimenticando di esaminare insieme l'importanza dell'ovvio cambiamento e non proporlo.
Alla base del Nostro "servizio" di volontari, lo sappiamo Tutti, c'è l'Ascolto. Personalmente non voglio dimenticarlo, perché ci scappa a volte qualche parola di troppo. Così ho preso un appunto, e ogni tanto, anzi spesso me lo rileggo, come promemoria ma pure monito...
"Quando ti chiedo di ascoltarmi e tu cominci a darmi consigli, non hai fatto ciò che ti ho chiesto.
Quando ti chiedo di ascoltarmi e tu inizi a dirmi perché non dovrei sentirmi in quel modo, stai calpestando i miei sentimenti.
Allora ti prego di ascoltarmi e di non fare altro che starmi a sentire.
E se vuoi parlare, aspetta un minuto che giunga il tuo turno e io ti ascolto".
Pensavo non aver da imparare altro, e invece non era così.
Quel che si dona "involontariamente", col solo entusiasmo del Cuore ha bisogno di consapevolezza e anche di qualcosa in più di un briciolo di competenza.
Per spiegarmi meglio, con un esempio semplice, se fino ad un certo punto sono stata "una volontaria prodigio", sapendo "leggere" perchè seguivo il Cuore, poi ho dovuto imparare a "scrivere" con l'aiuto delle regole, a "correggere" gli errori riconoscendo i miei limiti.

CERTE NOTE STONATE


Per coinvolgere, far meditare la scrittura è mezzo efficace, in più fa da filtro potente alle emozioni più intense, sempre che non manchi buon senso ed equilibrio a Chi scrive.
Non si può comunque essere espliciti sempre, lo impongono il riserbo e il rispetto dell'Altro, e nello specifico anche il rischio di dire oltre il consentito e portare sgomento.
Ma palpita dentro come per forte pressione un urlo represso, urge a venir fuori, e alla fine lo fa simile a sussurro. E diventa metafora.
Stasera ricorro alla musica, ad un pezzo bellissimo...
HALLELUJAH.
È diventato un inno, o meglio si potrebbe adottare come tale. La musica è bella e ci sta, il testo argomenta su tutt'altra cosa, eppure a pelle lo si sente proprio.
Quel che appare, quel che è... ciò che invece dovrebbe essere.
E da un'altra parte poi...
Lamentarsi di quel che si ha, perché non si ha ciò che si vorrebbe.
Non esiste graduatoria o podio nel dolore, ma ci può essere differenza tra situazioni per difficoltà o altro.
Un esempio. Guardarsi allo specchio e da quel che appare, sognare di dare la vita, mentre al contrario si lotta per la propria.
Note stonate di un'unica melodia che cerca armonia all'infinito. E Dio solo sa quante di queste facciano male al Cuore di Chi ne sente tante.
Adattarsi, l'unico modo è questo, e forse si riuscirà ad apprezzare la musica dagli strumenti più sgangherati.
Qualcuno capirà il senso di queste parole, Altri non so. Per Tutti sarà da meditare.

martedì 11 febbraio 2020

LA CON-FUSIONE. TEST PER RITROVARSI.




Pensare che per oggi avevo un programmino tutto casa e famiglia. Dopo un fine settimana di attività intensa, per questo primo lunedì libero credevo poter mettere un po' ordine tra cose e pensieri, e invece...
Il tempo è trascorso in fretta, e a me è sembrato essere al centro di un vortice con- fusione tra mondo esterno e la quotidianità che mi strattona.
Inutile convincersi di aver trovato la via maestra, di riconoscere le priorità, in fondo sbagli. Ritieni che puoi stare tranquilla, avere tutto sotto controllo? Bene, proprio allora devi ricominciare. Non siamo tutti uguali e neppure come "tessere" di un puzzle ad incastro perfetto, non possiamo procedere affiancati, né formare l'immagine ideale.
Continuo è il confrontarsi, e a volte prende lo sconforto, perché pareva così semplice eppure mai lo è.
Non siamo anche Noi, esseri umani "frammenti" di un grande disegno? Però... purtroppo è un continuo rimescolare e gli sfondi, i colori ed anche il resto mutano di continuo... ed allora ci si perde, inevitabilmente. Perso ogni riferimento, occorre poi gran forza, soprattutto volontà per orientarsi e ritrovar se stessi.
Certe volte, nonostante attenzione e grande cura, e poi passi cauti e lenti, mi perdo senza pietà, perché con l'animo umano di per sé complesso, il rischio è alto, e nel tentativo di con-fusione, mettere accordo e in armonia realtà diverse, includo anche la mia confusione per ingenuità o troppo zelo... o altro ancora, insomma, si... mi perdo e quanta fatica costa ritornare indietro e riprendere il cammino sperando di non smarrirmi più, almeno nell'immediato.
Perché lo so, capiterà ancora, è logico e umano, e forse unica consolazione ogni volta sarà aver imparato ancora.
Rimuginare su una delusione...?
Soffrire per un rimprovero "ingiusto" o una sgarberia?
In fretta farò scivolare tutto di dosso perché solo in questo modo potrò ritrovarmi.
Ma dico... solo a me vengono questi pensieri mentre lavo i piatti a metà giornata, non aspetto neppure che faccia sera, almeno sarebbe con-fusione completa, a termine, e... domani è un altro giorno.
Io pensavo, rimuginavo, concludevo e la cagnolina intanto cercava di coinvolgermi a giocare, alla fine c'ha rinunciato, mettendo il suo porcellino di gomma di fronte all'infinito.

METTI UNA DOMENICA MATTINA CAMMINANDO...


Molte persone, un tiepido sole e il gelo che pian piano si scioglie. Stamane un velo bianco sui prati e un cielo terso e pulito, uno
sprone ad uscire e camminare.
Ché camminare può riportare vita dopo un difficile percorso di malattia. Perché l'attività fisica, e in particolare camminare regolarmente e a passo sostenuto, è uno degli strumenti di prevenzione più efficace.
E' un dato di fatto, il cancro si previene e si sconfigge non solo a tavola ma pure camminando.
Se squadra vincente non cambia, resta uguale come mantra felice pure questa sorta di slogan che si ripete ogni anno in occasione della camminata non competitiva per la Giornata Mondiale contro il cancro.
L' Associazione Runners Parco San Felice, con il Patrocinio del Comune di Foggia, organizza ormai da quattro anni la manifestazione, intitolandola... “Contro il Cancro, la prevenzione è per sempre”.
Numerose associazioni partecipano all’evento, per promuovere l'importante messaggio e manifestare concreta solidarietà ai malati di cancro e alle loro famiglie.
Non si è mai soli in questi casi e l’adesione delle numerose associazioni ne è un chiaro segnale. La camminata contro il cancro, aperta a tutti, malati e non, grandi e piccini, e persino ai cagnolini, è iniziata con il raduno in Piazza Pavoncelli alle ore 9.30, popolata di voci, striscioni, bici, e "colorata" dalle varie associazioni. Ovviamente non potevamo mancare Noi del GAMA, operativi sempre accanto ai pazienti nelle varie fasi del percorso oncologico.
E' stata una mattinata di festa che ha visto strade animate e un aspetto nuovo, più umano della città. Un lungo serpentone gioioso e colorato che, dopo aver percorso il centro cittadino, è giunto fino a Parcocittà, poi Tutti Insieme sugli spalti dell'anfiteatro per una foto di gruppo. La mattinata di festa si è conclusa al punto di ristoro con uno spuntino a base di clementine. "Clementine e non più merendine".
Tra profumo di agrumi e larghi sorrisi contagiosi, lo speciale e personalissimo ricordo da portare a casa.
Camminare insieme si rivela sempre un'esperienza positiva, da ripetere sicuramente per continuare a dire "no" al cancro, e convincersi sempre più che Tutti Insieme si può vincere.

lunedì 10 febbraio 2020

SISTEMA COGNITIVO E SISTEMA EMOTIVO. SEPARATI E UNITI (seconda parte)


Quando si parla di intelligenza emotiva ci si riferisce dunque alle capacità di tenere a freno un impulso, avere consapevolezza delle proprie emozioni, leggere i sentimenti intimi altrui, gestire senza scosse la relazione con gli altri.
Un'inchiesta fatta a livello mondiale riporta dati un po' allarmanti. Nell'attuale generazione di bambini è presente un maggior numero di problemi emozionali rispetto a quella precedente.
Oggi i giovanissimi sono più soli e depressi, ma anche ribelli. Aumenta il fenomeno del bullismo e della violenza nelle scuole. La mancanza di identificazione con la vittima e l'incapacità di provare empatia sembrano essere alcune delle cause.
L’intelligenza è la capacità di comprendere il mondo in cui viviamo e di risolvere i problemi ambientali, sociali e culturali che ci vengono posti in ogni momento della nostra esistenza. Fino alla prima metà del ‘900, si pensava che l’intelligenza fosse unica e misurabile in tutti gli individui, anche attraverso standard e test di valore scientifico (QI)
Howard Gardner scardinò queste certezze e introdusse al mondo scientifico la cosiddetta Teoria delle Intelligenze Multiple, secondo la quale non esiste una facoltà comune di intelligenza, bensì diverse forme di essa, ognuna indipendente dalle altre.La Teoria delle Intelligenze Multiple si basa sul concetto che tutti gli esseri umani possiedono almeno sette forme di “rappresentazione mentale”, cioè sette diversi tipi di intelligenze:
1) INTELLIGENZA LINGUISTICA - pensare con le parole e riflettere su di esse
Caratterizzata da una sensibilità per il significato delle parole, per l’ordine fra esse e per le funzioni proprie del linguaggio. Tale intelligenza si manifesta con una notevole produzione linguistica, una buona capacità di ragionamento astratto e di pensiero simbolico.
2) INTELLIGENZA LOGICO-MATEMATICA - pensare con i numeri e riflettere sulle loro relazioni

CON UNA INTELLIGENZA “MATEMATICA” SI È CAPACI DI CONDURRE RAGIONAMENTI MOLTO LUNGHI RIUSCENDO A RICORDARE I DIVERSI PASSAGGI DI CUI SI COMPONGONO.

3) INTELLIGENZA MUSICALE - pensare con e sulla musica
Caratterizzata dalla spiccata capacità a riconoscere, ricostruire e comporre brani musicali sulla base del tono, del ritmo e del timbro, tale abilità è collocata nell’emisfero destro del cervello ed è separata dal talento linguistico.
4) INTELLIGENZA VISUO-SPAZIALE - pensare con immagini visive e fare elaborazioni su di esse
È propria di chi predilige le arti visive. Pensare con l’intelligenza spaziale significa pensare per immagini e disegni, avere quella che spesso viene definita una memoria visiva.
5) INTELLIGENZA CORPOREA-CINESTETICA - pensare con e sui movimenti e i gesti
Si sviluppa attraverso esperienze concrete che interessano tutto il corpo. Chi privilegia tale intelligenza deve fare esperienza, deve agire, e ricorda prevalentemente quello che viene fatto. Sviluppa, inoltre, un’elevata sensibilità tattile e anche una spiccata sensibilità istintiva, ha coordinazione e armonia motoria.
6) INTELLIGENZA INTERPERSONALE - avere successo nelle relazioni con gli altri
Guarda verso l’esterno, al comportamento, ai sentimenti, alle emozioni e alle motivazioni di altri individui (una sorta di capacità di “empatia” verso il prossimo).
7) INTELLIGENZA INTRAPERSONALE - riflettere sui propri sentimenti, umori e stati mentali
Fa riferimento alla conoscenza intima delle proprie pulsioni interne, delle proprie emozioni e moti affettivI. Implica la capacità di classificare e discriminare i propri sentimenti, definendoli altresì attraverso un sistema simbolico elaborato (Intelligenza Emotiva).
L'Intelligenza emotiva è la capacità di servirsi di "meta-abilità" nella gestione dell'esperienza emotiva, ovvero, la capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi, di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di gestire positivamente le nostre emozioni, tanto interiormente, quanto nelle relazioni sociali. (Daniel Goleman, 1995)
Come si sviluppa? - Sviluppare un alto grado di autoconsapevolezza - Gestire le proprie emozioni - Motivare se stessi - Sviluppare capacità di comunicazione efficaci - Sviluppare competenza nei rapporti interpersonali
Che cosa implica la visione di Goleman? - L'INTELLIGENZA EMOTIVA E' SOTTO IL CONTROLLO DELL'INDIVIDUO.

sabato 8 febbraio 2020

"SO CHE UN GIORNO TORNERAI"


Giorni difficili questi, inutile dire il perché, semplicemente non si fa mai l'abitudine e quando la casualità ostinata non fa che ricordarlo, si piange all'improvviso senza accorgersene o si inveisce contro il mondo intero che neppure c'entra.
Io appartengo alla prima categoria. Così a Cuore stretto, stasera sono scese le lacrime, del tutto indipendenti dal pensiero. Poi d'un tratto una frase, che è pure il titolo di un libro, quello che mi consigliasti Tu con l'entusiasmo di una dedica da condividere.
So che un giorno tornerai... e quella volta mi arricchisti l'animo.
Sai che non ricordo il colore dei Tuoi occhi, ma voglio che Tu sappia che con lo sguardo mi scavasti dentro per farne una nicchia e riposarci per sempre. E così ti porterò per sempre, perché persone come Te non possono essere lasciate a casa.
Dopo cena stasera in cucina da sola, televisore spento, pensieri in successione. Silenzio assoluto, ancora di Te non sapevo.
Mi piace il silenzio. Mi pare averlo detto una volta, scusami. Però davvero è per me la medicina giusta, la replica ad un rimprovero, la pausa per risolvere un problema... o non sarà per evitarlo?
Già, perché i "silenzi" a volte si comportano come i cristalli di ghiaccio, lasciano vedere attraverso ma le immagini risultano deformate, senza contare il gran gelo...
Mah... esternazione un po' folle la mia, perdonami, non c'entra niente con la Tua perdita, ma in pochi mesi ormai avevi imparato a conoscermi, a volte un po' sopra le righe ma sempre a fin di bene.
Comunque ora che il giorno è al termine e dopo aver saputo di Te, meglio che sia il silenzio a supportarmi... o a sopportarmi? Questione di punti di vista, e del resto in un modo o nell'altro dovrò superare anche questa.

È UNO DI QUEI GIORNI CHE...


...mi prende il magone per motivi che ben si possono immaginare, col passato che ritorna velato appena e un presente sempre minaccioso sotto le mentite spoglie di eventi altrui, ed è allora che mi chiedo se e quanto potrò resistere. O sono un'aliena, magari già fuori dal mondo?
Poi mi riprendo, perché devo farlo, perché quel che appare è tutto a posto, allora... che faccio?
Non vorrai passare davvero per folle...
ripeto a me stessa queste parole più volte, e alla fine cerco rifugio tra le pieghe nascoste di quel velato passato.
Un ricordo, una data... 6 febbraio 2011, nove anni fa, ancora il numero 6 che ricorre.
Quel giorno era una domenica, e mai avrei pensato che la situazione potesse cambiare così rapidamente. In meno di venti giorni i miei capelli avevano ripreso a crescere nel verso giusto disponendosi a riccioli morbidi, il colore non era più simile all'acciaio spento, ma argento, tanto luminosi come la luce della luna in una notte d'estate. Mi guardavo allo specchio e avrei continuato all'infinito.
Quella sera uscii per la prima volta dopo dieci mesi senza parrucca, pareva mi guardassero tutti, ovviamente così non era, in realtà ero io ad ammirare i nuovi "colpi di luna".
Può un ricordo accarezzare il Cuore e rasserenare la Mente.
Sono stanca, è vero, ma ho preso respiro, ricaricata dal senso di quel che fu, per cui sono ancora.