martedì 30 giugno 2015

MI SONO PERSA QUALCOSA?



Emoticon heart 
Ogni tanto me lo ripeto quando non mi ci ritrovo più, o vengono a crearsi situazioni che mi danno da pensare.
Scusa... ma dove eravamo rimasti?
Non è la prima volta, ed io ricordo tutt'altro. Visi diversi, solite modalità, persino frase di congedo, sempre quella. E poi... le parole, pochissime, il "minimo sindacale".
Deve essere successo davvero qualcosa, un capovolgimento totale... forse per "stimoli" nuovi?
Ed io, persa tra le fumosità del mio pensiero, credendo che fosse tutto uguale, non sono stata pronta a rendermene conto, e ho fatto la figura della stupida.
Dopo 5 anni resto ancora a bocca aperta, a farmi guidare le mani.
Signora, non deve aggrapparsi... semplicemente incrociare i polsi e appoggiarli qui...
Signora, il mento deve sistemarlo in questo modo. Poi un passettino in avanti e mezzo indietro...
E che vuol dire? Perché sprecare fiato e parole, non era sufficiente esprimere il concetto di farsi in avanti solo un po'?
Ma scusate... è un nuovo apparecchio, perché queste "novità"?
Nessuna novità, signora... ricordate male o avete fatto l'esame in un'altra stanza. E' sempre stato così.
Mah... come darmi della rimbambita, senza dire che pure loro due non avevo mai visto, giovani specializzande fresche di messa in piega e scrupolose per dettagli e calligrafia. Eppure aveva ritirato l'impegnativa la solita dottoressa dalle ciocche scomposte e oggi inusualmente senza sorriso. Dov'era finita?
E' straordinario, passa qualche mese e più niente è lo stesso.
Chi non c'era... c'è, e magari è pure giusto perché una sorta di ricambio costituisce un bene e ricchezza per la comunità.
Chi non parlava per conclamata riservatezza, all'improvviso parla e pure ad oltranza, dando prova che i miracoli esistono, a volte non hanno nulla di sacro e si veicolano addirittura tramite il profano.
E poi succede... Chi sempre sorrideva non lo fa più, è messo da parte forse facendogli credere che si... può continuare la Sua opera ma adeguandosi.
Adattarsi...? Ma perché? A ognuno il suo.
A Chi il proprio ingegno di sempre... ad altri la nuova vacuità.

lunedì 29 giugno 2015

IN CONTINUA RICERCA DI EQUILIBRIO



Emoticon heart 
Perché fragile a tratti, ritorno a momenti in cui l'autostima va in crisi.
O magari è alle stelle, visto che vedo ciò che Altri non vedono.
In realtà è tutto elementare e palese, eppure...
Mi convinco che se voglio esserci in questa realtà dalle mille sfaccettature, devo "abbozzare", far finta di nulla. Non è ipocrisia, bensì accomodamento... equilibrio.
Oggi ricorre il secondo anniversario della scomparsa di Margherita Hack.
A sostegno dei miei pensieri non so fino a che punto logici, mi viene da parafrasarne uno dei Suoi.
Lei non amava camminare a piedi, preferiva andare in bicicletta... finché aveva potuto, pedalare l'aveva portata lontano in tutti i sensi. Si riscopriva poi sempre più viva e con una gran voglia di fare dopo aver ritrovato l'equilibrio.

GUARDARSI DENTRO... NEL PROFONDO



Emoticon heart 
Cercare nell'animo e vedere oltre. E ciò che sembra non è, e non sarà chi si percuote il petto a ora e luogo stabiliti, il perfetto cristiano... ché altro vuol dire.
Sentire il bene e il male, distinguerli e non confonderli in segreto a proprio piacimento... rispettare l'Altro e seguire l'unica voce che vale, la coscienza che volge sempre al giusto.
Quanti sono dei buoni cristiani senza saperlo, e quanti al contrario pensano di esserlo solo perché si sono dotati di un ideale "tesserino da timbrare". Questi ultimi possono prendere in giro chi li guarda ma non certo il Padreterno e nemmeno se stessi.
Ipocriti di una fede che dovrebbe essere "sostanza" e non solo "vana appariscenza". Egoisti che vanno da soli e non si guardano intorno, pensano di bastare per loro e guadagnarsi l'eternità con le feste comandate.
Interrogarsi bisogna, guardare nell'animo proprio e rispettare l'altrui...
"Osserva il tuo giardino – disse il Sole alla Bambina – potrai scorgere insegnamenti antichi, la sua saggezza è frutto di millenni di crescita umana.
La Bambina si chiese come potesse il suo giardino essere il frutto della crescita umana, per lei era un campo di fiori coloratissimi e vari, la luce tiepida del
sole lo inondava, e ogni fiore cresceva alto e forte. La piccola trascorreva le sue giornate osservando e intuendo la vera natura delle cose, senza riuscire però a cogliere il senso delle parole del Sole. Mentre ammirava la bellezza di quel giardino s’incantò a osservare un fiore che aveva petali di velluto, tese la mano per carezzarlo e il fiore la punse. La Bambina ritirò la mano dolorante, e con un po’ d’irritazione si rivolse a quel fiore ingrato, dicendo... volevo solo carezzarti e tu mi hai punta, dimmi il tuo nome. Il fiore sembrò risvegliarsi da un lungo letargo... Io sono una rosa, mi spiace che ti sia punta, ma la mia natura è questa e non sono in grado di modificarla, solo il tempo sa modellare e migliorare ogni cosa.
La Bambina si sentì un po’ in colpa per aver reagito con tanta indelicatezza, e stavolta con voce più delicata rivolse alla rosa una domanda... sai tu parlarmi dell’origine del tutto?
La rosa sorprendendo la piccola disse... Noi siamo il risultato dell’origine, il nostro essere racconta il suo passato e il suo domani è già in parte scritto dai nostri pregressi passi.
La Bambina sorrise nell’ascoltare parole tanto complesse da una semplice rosa, e le chiese...quale potrebbe essere il tuo passato, e che futuro può avere una rosa se non rinascere tale, non sei semplicemente un fiore?
In ogni elemento della vita è racchiusa la memoria dei ricordi, non esistono elementi più o meno importanti di altri, noi tutti siamo una barca in mezzo al mare che tenta di giungere alla riva. Insieme affronteremo le tempeste, e insieme godremo del sole che illumina i nostri giorni. Non conta che tu sia una bambina ed io una rosa, camminiamo insieme, piccola mia, insieme. E affinché tutto questo non ti appaia un’inutile perdita di tempo, sappi che ciò che oggi siamo lo dobbiamo al tempo che è stato.
Ogni cosa nell’evolversi si perfeziona, smussa i suoi lati più impervi, lasciando sbocciare il fiore che è in ognuno di noi, e questo vale sia per gli uomini che per le piante.
Ma gli uomini non sbocciano come i fiori, si nasce piccoli per divenire grandi ed è cosa ben diversa, non credi?
La Bambina, intenerita da tanta ingenuità avrebbe voluto carezzare di nuovo la rosa ma ne ebbe timore a causa delle sue lunghe spine, e le disse... ritieniti carezzata.
Piccola mia, non c’è rosa senza spine. La vera saggezza nasce dal confronto degli opposti, il bello e il brutto, il dolce e l’amaro, l’amore e l’odio. Solo conoscendo i due antitetici aspetti di una stessa medaglia sarai in grado di coniare il più prezioso dei monili, che avrà su entrambe le facciate il segno della tua comprensione. E oggi che hai carpito a una semplice e modesta rosa uno dei segreti fondamentali della vita, immagina un prato intero cosa avrà da dirti, continua a girare e troverai il senso della vita, che va ben oltre ciò che si può cogliere con un semplice sguardo. Ascolta il vento, egli sussurra le parole che non hai mai sentito, ascolta l'eco del mare, ascolta le stelle, sapranno condurti alla luce, ascolta il tuo animo, parla con la stessa voce.
La Bambina mentre correva per il suo giardino disse...lo so!
E nel dirlo prese a volare nel cielo.
La rosa osservandola con sorpresa capì che quella che sembrava una bambina era invece un angelo del Signore, e l’immenso giardino a cui essa stessa apparteneva, altro non era che il suo animo".
La vera natura dell'uomo va ben oltre ciò che è visibile, ed è tutta racchiusa nell'intimo dell'animo suo... ed è il tempo che la porta alla luce.

domenica 28 giugno 2015

RETORICA E IPOCRISIA


Emoticon heart 
Vanno sempre a braccetto, come si può ben immaginare... perché la seconda ha bisogno dell'altra per essere credibile, e la prima a sua volta di questa si nutre per "gonfiarsi" di efficacia.
E' l'epoca del loro maggior successo in ogni campo e settore, e tralasciando i più importanti in tal senso perché non è certo qui la sede giusta per parlarne, tranquillamente ci fermiamo all'ordinario, alla vita che ogni giorno vede al confronto l'uno con l'altro, e l'evolversi di relazioni sempre meno numerose in quanto a sincerità e durata. Ed è un vero peccato... opportunità perse di "vita oltre la vita", perché si preferisce scordare presto il falso, che pur se abbellito e addolcito, sicuramente il suo strascico di danni avrà lasciato.
L' ipocrita, lo dice il nome stesso, è colui che giudica nelle secrete stanze del pensiero e parla e agisce in modo contrario. E' come indossasse una doppia maschera l'una sull'altra, e rapidamente non visto le scambiasse secondo propria necessità.
Deve per questo conoscere ad arte l'uso della parola, e perfezionarlo perché non appaia affatto per quello che è ma il suo contrario.
E' quindi difficile riconoscerlo e spesso se ne è attratti, si smaschera da solo quando si spinge oltre tanto da non ricordare e poi "incartarsi" inesorabilmente, nello stesso modo con cui ha preso a dire ciò che non pensava veramente.
La reazione immediata dell'altra parte è di delusione, sconcerto, poi va di ripetere a se stessi... ma si, che importa, meglio alla larga o al massimo con le "antenne" tese per non cascarci più. In questo modo però si finisce con l'abituarsi a indossare quelle stesse deprecate maschere. Non ci si indigna più.
Eppure qualcosa si potrebbe.
Senza alzare la voce, o insultare, rinfacciare... provare con le parole giuste della coscienza che non le vede proprio le maschere ma conosce solo la verità.
Un atteggiamento che alleggerisce l'animo e fa sentire in pace con se stessi.
Sarebbe una "mezza conquista" per questo mondo fatto di labili apparenze e "giudizi sommersi".

sabato 27 giugno 2015

NELLA SALUTE E NELLA MALATTIA...


Emoticon heart 
Anche a ripeterla così, semplicemente fuori dal contesto che l'esige, questa parte della formula di consenso assume una certa drammaticità.
E' la gravità dell'impegno, oppure il pensiero che l'accompagna e immediatamente si scaccia perché comporta sofferenza... sarà questo che all'improvviso fa diventare seri e pensierosi.
Si pronuncia e si spera quel momento arrivi il più tardi possibile o non arrivi affatto, non si è mai del tutto convinti di poter reggere a quella prova. Intanto l'amore c'è e si parte "insieme", poi strada facendo e con gli acciacchi del tempo che passa ci si abitua all'idea, e alla fine se e quando arriva si affronta il momento e si vive. E' un'incognita.
Quando mi ammalai mio marito fu vicino come ne era capace, premuroso quel tanto che gli consentivano lavoro, carattere... paure più o meno consapevoli.
Né bene né male, stette accanto aspettando che passasse la bufera. Ma il coraggio me lo diedi da sola, la forza la scovai nell'angolo più nascosto del mio essere.
Stamattina ho fatto un incontro...
Ho incontrato un marito sereno che era con sua moglie alla terza recidiva mentre faceva terapia. E quando dico sereno, intendo proprio questo... sorridente che con pacatezza fiduciosa ripeteva a mo' di mantra progetti futuri e momenti felici passati insieme, naturalmente da rivivere. Le ha scartato la caramella, le accarezzava ogni tanto il volto... parlava al plurale, e quel che era di lei apparteneva a lui. Meravigliosi entrambi anche in quella situazione.
Mariti così sono difficili da trovare... ho esclamato quasi da sfrontata, poi mi sono mancate le parole.
Certe situazioni mi commuovono sempre, e perché non sia visibile è meglio tacere... potrei essere equivocata, palesare ciò che non voglio o far capire quello che non è.
Mi raccomando, non scoraggiarti... ce la puoi fare nonostante la delusione di questa terza volta. E' un'altra dura prova ma hai dove aggrapparti per non finire a fondo... un sorriso e una carezza che non mancano mai.
Poi sono andata via, e pensavo... arriva quel che arriva ma non si è mai privi dei mezzi per contrastare e lottare. Non si può avere tutto, ma alla fine conta il traguardo desiderato... arrivarci in un modo o in un altro.

A BATTERIA RICARICABILE


Emoticon heart 
Vado avanti, vivo ad energia pulita... funziono a "batteria ricaricabile".
Forse un po' come tutti, solo che non spreco niente e impiego fino all'ultimo ciò che ho in dotazione. Poi quasi crollo, in tutti i sensi... quasi, perché faccio in tempo a fermarmi, riflettere, riposare per ricaricarmi.
L'ho fatto oggi, dopo aver sbrigato quello che dovevo ho spento tutto, mi sono seduta al divano e con la mia cagnolina accucciata a lato, ho chiuso gli occhi e mi sono assopita. Mi serviva. Solo una mezz'ora per smaltire almeno in parte stanchezza e tensioni varie accumulate in questi ultimi tempi.
Non si può pensare e lavorare per l'intera giornata, c'è pure il momento di mangiare e le lunghe ore avvolte nel buio per dormire. Soprattutto il sonno... per ricaricarsi è più potente di una batteria a litio che dura ben 5 anni.
Chi vive giornate impegnative per lavoro e proficue anche dal punto di vista emotivo, deve essere sempre nel pieno dell'efficienza, lucido la mattina presto e ancora "sui nervi" fino a tarda sera. Proprio come me che leggo e scrivo fino a tarda notte, protetta dall'oscurità e libera di esprimermi come voglio e soprattutto senza interruzioni. Però una volta che ho dato, ho bisogno pure di tempi di ricarica. Modalità a scelta. Anche un pisolino può bastare, ma non disdegno neppure otto ore di sonno continuo. Sono imprevedibile e un tantino "folle" anche in questo... tutto dipende da me e nessuno può né deve dire quale dispositivo di ricarica occorre perché mi rimetta in moto per i dieci e più impegni di questo quarto di vita, "prezioso strapuntino" che mi accomodo a piacimento.
E' comunque assodato che quando mente e corpo vanno in riserva, quello è il momento di una pausa, meglio concedersi il tempo del sonno.
Dormire quanto serve, e al risveglio saranno deste pure grinta e lucidità. Riacquistate per continuare.
Possiamo anche essere esigenti con Noi stessi, spremerci come limoni e scoprire inimmaginabili doti di multitasking, però pretendere il massimo senza un minimo di riposo sarebbe controproducente.
Duracell... ma fino ad un certo punto.

giovedì 25 giugno 2015

QUEL DELICATO SENTIRSI DI TROPPO



Emoticon heart 
Una sensazione unica non comune a tutti, seconda pelle di Chi è discreto fino all'inverosimile e trova invadente chiunque faccia un passo in più oltre il consentito. Sicuramente un'esagerazione ma comprensibile, qualcuno pensa che non sarebbe di alcuna utilità entrare "con tutte le scarpe" nell'animo altrui, soffermarsi per sapere punto per punto, nei particolari e così si allontana silenziosamente quasi senza salutare, anche se fino a poco prima era stato partecipe alla conversazione.
Sentirsi impotenti, inadeguati... voler aiutare ma non sapere come.
Ma che cosa potevo dire per dare conforto, se i pensieri erano tanti ma non avevo le parole?... l'ho sentito ripetere molte volte, e ammetto di non averci creduto altrettante. Pensavo fosse una scusa.
Poi... ho dovuto in parte ricredermi, perché se le parole possono mentire gli occhi, no... rivelano sempre il vero pensiero e l'autenticità dell'animo.
E su quell'Amica che ho visto riprendersi da una condizione più che critica, dubbi non posso avere.
Fino a qualche minuto prima conversava serenamente come Chi si sente forte dopo una brutta avventura, sicura di una certa infallibilità nel dare consigli e sollevare dalla tristezza di un momento, ma quando è venuta fuori la storia della compagna di stanza e di come aveva tragicamente perso il figlio, si è zittita all'improvviso e, cosa strana, le è rimasto fisso sul volto un sorriso. Ridimensionato, abbozzato ma fermo, come l'avessero percossa proprio nel momento che rideva. Pure gli occhi... le ciglia non si muovevano e pareva si fosse spenta qualche luce.
Mentre l'altra Amica continuava a... raccontare, Lei aveva terminato la sua terapia, e lievemente ha posto i piedi sul pavimento, con gli stessi ha cercato le scarpe, e piano piano si è avviata all'uscita, salutando in un soffio.
Non mi saluti, che cos'è questa novità?... le ho detto trattenendola nell'abbraccio, dopo aver notato la strana, ma non tanto, reazione al turbamento.
Certo che ti saluto, anzi l'ho fatto... non hai sentito? Non potevo mica alzare la voce, non è il momento e c'è un momento per tutto. Come per Te, adesso. Va' da Lei che c'ha bisogno più di me.
Già... c'è un tempo per ogni cosa, e spesso qualcuno che si apparta con semplicità lo rammenta mentre ci si perde nelle parole

mercoledì 24 giugno 2015

COME UN CHICCO DI GRANO


Emoticon heart
E poi si dice che non c'è logica in ciò che capita, tutto è casuale e senza una spiegazione. Non è così, solo i pigri e sciocchi arrivano a negare un'evidenza velata e la necessità di un evento.
Ripensavo a questi ultimi 5 anni e a quello che è stato, poi mi sono guardata allo specchio e mi sono trovata tutto sommato gradevole, ho cercato infine di dare connotati al futuro ma non sono andata oltre i primi giorni.
Mi sono fermata così all' "epoca di mezzo", allo stato attuale che cerco di gestire nel migliore dei modi, cercando di non scordare mai che quel che sono è perché ci fu qualcosa. Destabilizzata e confusa dopo tante vicissitudini, fui presa per mano e lasciata andare perché combinassi del buono, dessi frutto insomma e poi riconoscessi il bene.
E sfogliando un libro di storie e parabole, ho trovato questa del chicco di grano, l'ho trovata perfetta per Noi che tante volte andiamo alla ricerca di risposte, ma stentiamo a trovarle perché ci fermiamo in superficie, incapaci di andare oltre.
Eppure basterebbe... guardarsi allo specchio.
"C'era una volta un chicco di grano. Mentre lo trasportavano in un grosso sacco di tela con i suoi fratelli, era scivolato fuori da un minuscolo buchetto ed era atterrato su una strada polverosa, tra i sassi. Una strana creatura nera con lunghe penne lucenti sulle ali, lo aveva prelevato per portarlo nella sua tana, sull'albero più alto del campo lì vicino. Mentre volava tra le zampe del corvo, era riuscito a fuggire tra un'unghia ed un polpastrello, atterrando nel mezzo del campo.
La soffice terra bruna lo aveva accolto, dandogli il rifugio ed il calore di cui aveva bisogno per calmare i timori e lenire la tristezza dell'improvviso atterraggio tra le pietre.
Si chiese dove fossero i suoi fratelli... loro, tutti insieme, avrebbero continuato a ridere e cantare come prima dell'inizio del suo viaggio solitario mentre lui, che fine avrebbe fatto?
Tutto preso dai suoi pensieri, quasi non si accorse di un sommesso schianto quando, tutto ad un tratto, gli spuntarono delle piccole cose, come dei fili sottili.
Mentre era ancora intento a meravigliarsi della novità, quelle strane protuberanze cominciarono a muoversi nella terra, come animate da vita propria. Spaventato, cercò di fermarle, ma quelle non gli diedero retta, e continuarono a penetrare la terra.
D'improvviso il piccolo chicco si chetò, e sentì fluire in sé la linfa, veicolata dalle radici fino alla parte più profonda del suo essere, quella che non sapeva di possedere. Un rapido respiro gli gonfiò il corpo, frantumandogli l'armatura, e si trovò libero, avvolto nel nero che lo sfiorava, inducendolo a crescere sempre più.
Così, dal desiderio che provava, spuntarono le ali, che lo condussero fuori dal terreno, oltre la superficie del campo, su nel cielo. E sotto di sé, il chicco mai più triste, vide la sua trasformazione definitiva in fusto, foglie e poi spiga colma di chicchi come lui.
Ecco, senza l'iniziale ruzzolone sulla strada polverosa, senza la perdita dei suoi fratelli, senza il corvo dalle lunghe ali lucenti e dalle unghie ricurve, il chicco non avrebbe sentito il respiro della terra che lo aveva spinto fin lassù e non avrebbe saputo che crescere significa provare paura e tristezza, ma anche amore, desiderio e piacere".
Mi ha colpito questa storia così bella e vera... le varie fasi di un piccolo seme sono state descritte molto bene, in modo efficace e poi così simili ai momenti passati fino ad oggi.
La dedico a me, adulta al termine di una rinascita, e a tutti coloro che attualmente pensano di essere nella fase del "senza" e si sentono persi e non comprendono.
Che possano confidare nella certezza della spiga.

martedì 23 giugno 2015

5 ANNI DOPO... COSI'



Emoticon heart 
Così in festa, ma festeggiando davvero con una mangiata fuori dal quotidiano e lacrime miste a sorrisi di gioia.
Un bell'augurio per me che da domani riprendo a contare, la mia rinascita è compiuta e racconterò quel che è stato e sarà, dopo aver vissuto un presente pieno. Chiaramente come lo intendo io, mettendo a nudo le emozioni, soffocando le negatività e dando spazio solo al positivo che fa bene a me e agli Altri.
Perché tanto affetto, stima e riconoscenza ricevo in cambio di tentativi sereni, sorrisi convincenti e stimoli a non arrendersi mai, costi quel che costi.
Proprio così, sentimenti incredibili.
Oggi sono stata ad un matrimonio, in verità quasi ospite d'onore, persona "significativa" come ha sottolineato l'hostess della sala ricevimenti mentre ci accompagnava al tavolo accanto a quello degli sposi, e invece l'onore è stato tutto mio perché è "convolata a giuste nozze" la "cucciola" della più cara Amica di percorso, la "mia coetanea" con cui tanto abbiamo in comune oltre la malattia e il seno in meno.
Mi sono commossa per una serie di cose, per le fatidiche parole della formula... nella salute e nella malattia... e poi perché lo scambio degli anelli è avvenuto alla stessa ora, quasi a mezzogiorno, quando 5 anni fa uscivo dalla sala operatoria, dopo che tutto era stato fatto e cominciavo a sperare.
Coincidenze? Davvero tante per essere solo tali, piuttosto "modo speciale" per far capire che non finisce l'avventura, ora sia pur diversa, come non finì quel giorno la vita, diventata avventurosa qualche mese prima.
L'esistenza cambia, muta aspetto dopo trepida attesa da vivere con speranza e desiderio di realizzare progetti sempre più grandi e soprattutto d'Amore.
Così come è ben spiegato nel Cantico dei Cantici, quando si parla della gioia crescente di due sposi che si vengono incontro per amarsi.
"... Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l'amore, tenace come il regno dei morti è la passione...
Le grandi acque non possono spegnere l'amore né i fiumi travolgerlo".
E andrà, da domani in poi e sempre più la mia vita, con la speranza chiara e sincera che non muore.

lunedì 22 giugno 2015

UN MAGICO MOMENTO


Emoticon heart 
E torno a parlare di "cambiamento", di svolte più o meno brusche che portano a nuovo assestamento. Migliore o peggiore?
Lo stabilisce Chi lo vive, in base al carattere, al temperamento... io penso che è sempre cosa buona perché tante volte smuove acque ferme da troppo tempo e provoca reazione. Una nuova vita.
E finalmente impari a conoscerti, e scopri Chi davvero sei.
All'inizio non è semplice, soprattutto quando a lungo c'è stata la forte dipendenza da uno stato di cose, non ci si sente mai abbastanza pronti per un salto di qualità che pur da tempo si desiderava, poi si comprende il valore di ciò che non è semplice capriccio ma vera e propria esigenza, e avanza la "timida ribellione", cauta ma costante che porta all'affermazione di sé.
E' un magico momento, a volte coincide con una pausa per... noia. Si, noia. Qualcuno azzardò... "Poter stare in ozio vale quanto essere potenti"... e quindi diventare padrone assoluto del proprio pensare, dire e agire.
Concediamoci il lusso di un tempo dilatato, lasciamo che intorno si crei il vuoto del fare, senza progetti e incombenze che ci tengono sempre troppo concentrati e tesi. Si può vivere bene lo stesso, sapete? Anzi, meglio...perfezionati nell'arte di annoiarsi, là dove nascono le idee e si rigenera la voglia del darsi da fare, in modo nuovo... adeguandosi al cambiamento.
Oggi ho scoperto che tutto può mutare, destabilizzarti per un po' ma proprio poco, e poi riprendere come fosse uguale per Te che lo vivi. Si tratta in fin dei conti di accettare situazioni e persone, pur se le prime "vanno strette" e le Altre ti "pestano i piedi" o continuano a... sottovalutare capacità, emozioni e sentimenti.
Così va la Vita, e per Noi che al mondo siamo e vogliamo esserci resta quel momento di "piccola sopravvivenza" che poi diventa a lungo termine.
E' cambiamento interiore, è voglia di continuare.

VOGLIO UNA VITA SPERICOLATA



Emoticon heart
Non temete, non sono impazzita all'improvviso né mi approprio di un verso non mio. Vasco c'entra e non c'entra, e sta di fatto che vivo la vita così come si dovrebbe, con quel pizzico di incoscienza che ne fa prendere il meglio e del domani non fa avere timore, visto che non c'è alcuna certezza. Come già affermava in un tempo lontano un tal Lorenzo dei Medici che invitava a cogliere l'attimo, perché poi... chissà?!
Noi... quelle "persone eccezionali" di un gruppo altrettanto eccezionale, ieri sera ci siamo concessi una "botta di vita", a pizza e rock... in barba a malattia e terapie, ad acciacchi e recidive. Perché ogni giorno va affrontato col coraggio e la curiosità per ciò che non si conosce, e la forza di non scoraggiarsi e ricominciare.
L'altra sera ad un'Amica che mi riferiva di non voler partecipare perché da tempo soffriva le pene dell'inferno dalla mattina alla sera, ho detto che proprio per questo doveva invece, tre ore sarebbero servite per ricaricarsi... e poi?
E poi, niente perché niente è dato sapere e d'altra parte il ricordo di quel poco avrebbe compensato il "tanto difficile" da affrontare ogni giorno.
E' forse l'esistenza di un cosiddetto "sano", o fortunato o benestante così diversa? Vive giorno per giorno, pensa che il suo stato resterà sempre uguale, magari solo spera, ma sicuro non potrà mai essere. Proprio come Noi che dell'avventura abbiamo acquisito il pieno spirito e ne viviamo i pro e i contro, imparando ad apprezzare la bellezza di ogni singolo momento.
Così una "serata conviviale" come quella di ieri ha stravolto tutti gli schemi, ha quasi annullato sofferenze e paure e ha spinto tutti nella mischia.
Signore attempate che si fingevano "rockettare", seri anziani in fila per il trenino... e "dottori musicisti", pazienti nell'accontentare le richieste musicali delle pazienti Dok, "appassionatamente" affezionate a loro.

sabato 20 giugno 2015

COME QUANDO FUORI PIOVE



Emoticon heart 
In questo pomeriggio tranquillo e piovoso, trascorso in compagnia di me stessa provo la medesima sensazione di Chi alla fermata aspetta un autobus in ritardo...
Non può far altro che attendere... teme di perder tempo... ma cerca di stare calmo perché l'attesa non pesi ulteriormente.
E intanto pensa...
E io pure penso... ai sorrisi e agli abbracci di saluto di ieri sera, al mal di testa di stamattina, alla risposta sgarbata e un po' troppo sulle righe di oggi che mi è scappata e non volevo.
All'improvviso non mi sono riconosciuta... o forse, si. Il cambiamento è recente, devo metabolizzarlo ancora del tutto, ed è che non tollero, non sopporto proprio il cercare il "guaio" dove non è, pensare a sé e crogiolarsi in "ragionamenti turbati".
Il turbamento è altrove. E Come Quando Fuori Piove non è significare solo "poker d'assi" vincente.

FANTASTICHE E SPECIALI RELAZIONI

Durante l'anno tre sono stati i "momenti conviviali" di rilievo, ma l'ultimo... quello di stasera era il più atteso in quanto visto nell'ottica di "ricarica"per i mesi estivi quando forzatamente i contatti non potranno essere tanto frequenti. Però... credo basti volerlo e non è che sia proprio tanto difficile prendere il telefono e digitare qualche numero.
Ogni componente del gruppo, infatti è in possesso dei recapiti di Tutti gli altri e volendo potrà mettersi in contatto... ognuno di NOI sa bene quanto possa far piacere una telefonata, una visita... il "cenno di un pensiero".
E poi comunque c'è il sito e la Pagina su FB...
Quanto cammino, anche tecnologico è stato fatto, ma qualcuno avanza non tanto timidamente la proposta... perché non pure un gruppo su Whatsapp?
Vedremo... una cosa alla volta, perché sia fatta bene e duratura nel tempo... che sia gradita a Tutti e nuovo stimolo non per pochi.
Certo che a pensarci bene, ad occhi estranei possiamo apparire davvero strani.
NOI non vogliamo la "pietà spicciola", a buon mercato e non richiesta ma desideriamo ugualmente non essere dimenticati... neppure per tre mesi, soprattutto a Ferragosto quando il "mostro" della solitudine morde e fa più male.
Amiamo condividere il "meglio" della Vita, dopo averne preso il peggio, gioiamo dei "piccoli piaceri" che con essa fanno riconciliare, dimenticandone l'aspetto ingiusto e crudele.
Perciò mangiamo, cantiamo e balliamo, e i più "timidi" e "riservati" sono come al solito "i sani".
Eh già... solo Chi si è messo "a nudo" anche contro il Suo volere può diventare "sfacciato" fino in fondo e non avere reticenze... e poi... vuoi mettere il gusto di un'allegria ritrovata, anzi... riconquistata?
Non importa se per una sola sera o anche di più, conta la qualità di una risata e qui, la "qualità" è sicuramente di un certo livello.
Come è sentito e profondo il pensiero per Chi non c'è più, fermo all'ultima tappa del Suo percorso.
Nessuno è dimenticato, anzi... e ritorna vivo nei discorsi di ciascuno, ricordato non a causa della sofferenza patita ma per i sorrisi da condividere in qualsiasi momento, senza distinzione.

venerdì 19 giugno 2015

E FINALMENTE MI RITROVO



Emoticon heart
Come un glicine che riprende il verso e colore ravvivato, a primavera quando non si sperava più.
E' passata anche per me la "piccola tempesta" che ogni tanto mi prende, e mi fa perdere e non mi riconosco più. Qualche goccia sembra un acquazzone e una folata di vento un turbine infinito.
Le radici sono ben salde, è vero ma qualche ramo cede e la stabilità ne risente, fino a quando si fa l'abitudine al nuovo stato. Così deve essere, il sole qualche volta si nasconde ma la nuvola servirà a farlo apprezzare di più al suo ritorno.
Perché ritorna... torna sempre, anche se la distrazione prende e non te ne accorgi. Sono i raggi che accarezzano prima leggeri e poi più insistenti a far comprendere che una o anche più nubi non cambiano quello che è, ciò che sei. Dipende da Te.
Dipende da me, che non devo soffermarmi su una parola, e sentirmi umiliata e poi frustrata. Una parola per me può essere un'offesa, una critica, quasi un'aggressione, ma per Chi la "pronuncia" solo espressione di un pensiero poco chiaro, errore di valutazione, superficialità nel considerare quanto vulnerabile e sensibile possa essere la persona che ha di fronte.
Comprendere e perdonare, e alla fine pensare pure che forse è stato meglio a me che ad un altro quello sguardo bieco, il dito puntato, un tono di voce più alto. Tanto alla fine... giustifico sempre, perché ho quel "benedetto vizio" di concedere il beneficio del dubbio e "regalare" una seconda possibilità.
E spero pure di non restare delusa da stavolta in poi.
Così mi sono riconciliata con me... ed è bastato davvero poco, aver rivisto una giovanissima Amica stamattina, sarò tra qualche giorno al Suo matrimonio e sono felice. Ma felice davvero, come fosse una delle mie nipoti... l'ho conosciuta in un momento di grande paura per lei, la Sua mamma si era appena ammalata e si temeva che potesse non farcela. Invece sono passati quattro anni ed è ancora con Tutti Noi... e mi ci metto anche io perché mi hanno voluto con Loro per questa occasione di festa e gioia.
Allora... che importanza avrà sentir dire da qualcuno che per lui il bianco è nero?
IO so che il glicine per me ha ripreso il suo colore, e sarà sempre quello anche sotto un cielo che minaccia bufera.

giovedì 18 giugno 2015

UN GRUPPO ECCEZIONALE... (parte seconda)


Emoticon heart 
E in quest'ultimo incontro del GAMA si è evidenziato senza alcuna forzatura, il grande progresso fatto dal gruppo in quanto a maturità ed anche qualità di vita.
Reazioni immediate e spontanee, voglia di mettersi a nudo per essere poi protetti da coltri amorevoli, emozioni non represse... e poi bilanci individuali e tanta progettualità.
Come migliorarsi per migliorare, così come deve essere tra persone che condividono un vissuto comune e hanno un unico obiettivo.
Sentirsi "famiglia", stabilire una rete fitta di contatti per non cadere o cui poggiarsi dopo essersi rialzati.
Quasi tutti hanno dato la loro testimonianza... espresso semplicemente il "grado di benessere" raggiunto... nel gruppo si sta bene, perché non ci si sente giudicati, irrisi ma, al contrario, pienamente compresi.
Hanno lasciato il segno in particolare, le parole di un Amico arrivato da poco. Vedovo da sei anni non riusciva ad elaborare completamente il lutto, si sentiva legato e triste in un ruolo che non conosceva progressi. I ricordi, il senso di inadeguatezza mista a colpa gli impedivano di uscire dalla scorza dura del dolore. Compostezza nel dolore, ma che sempre dolore restava.
E così, dopo aver partecipato a qualche incontro, ha preso coraggio e forza e ha fatto... "outing", ed è venuto fuori e inconsapevolmente ha elaborato la sua sofferenza, latente e sorda. Tornerà e il prossimo anno sarà dei Nostri sin dall'inizio.
Eh già, perché durante questi mesi non c'è stato appuntamento che non abbia visto nuovi volti, e sentito altre storie, ed anche per quest'ultimo è stato lo stesso. Segno di continuità, desiderio di andare avanti in una crescita costante e non solo di numero, perché si punta alla qualità.
Formazione ed informazione... la "cultura" della malattia annulla o per lo meno attenua l'alone di paura e di mistero che la circonda da secoli.
Condivisione di vissuti ed emozioni, nella consapevolezza che ognuno mantiene la propria individualità, la propria personalità, la propria originalità, ma che arriva il momento in cui si vola tutti insieme, perché "insieme... è meglio".
Le Nostre menti infatti, unite divengono molto più che la somma individuale delle medesime, una sorta di "sovramente" che può arrivare a vette altissime.
Che sensazione bellissima regala la sola idea di volare sempre più alto... quanto è rassicurante pensare di non essere mai soli, nel poter condividere momenti di ansia, dolore ma anche quelli di sano divertimento.
Come nelle Nostre "serate conviviali", quando qualche trasgressione alimentare è concessa ed è obbligo bandire i pensieri negativi.
Positività a largo spettro quindi, come il più efficace degli antibiotici... per persone eccezionali che respirano più del normale.

mercoledì 17 giugno 2015

MA COME POSSO CHIUDERE GLI OCCHI?

Emoticon heart 
Ecco, succede sempre così e poi per un momento il Cuore si ferma, poi riprende e sembra scoppiare.
Ma come posso chiudere gli occhi e tappare le orecchie, e far finta di nulla?
Non ce la faccio... proprio, no.
E' vero... i momenti di felicità stimolano la capacità di combattere la malattia
e ristabiliscono l' "equilibrio" riportando l'"armonia". Quest'ultima è fondamentale per star bene con se stessi, col proprio corpo e con quello che è intorno.
Ma facile non è, soprattutto quando sai che la sofferenza è stata tanta e il dolore nell'immediato non si può elaborare, ed allora si diventa rigidi forse un po' troppo e ci si arrocca, chiudendosi ad altre possibilità.
Come Chi per proteggersi dal volume alto della radio, preferisce chiudere gli occhi e tapparsi le orecchie con un cuscino, piuttosto che schiacciare un tasto e zittirla una volta per tutte e sentirsi poi libero mentre resta a guardarla.
E girare pagina, sia pure con lentezza... per continuare.

UN GRUPPO ECCEZIONALE... (parte prima)



Emoticon heart 
... di persone eccezionali, e in verità vorremmo proprio esserlo sempre, al top per forma e contributo. Ma da esseri umani con fragilità estrema e dagli alti e bassi innumerevoli, qualche volta andiamo giù di tono, e per fortuna è poi nel gruppo stesso che ritroviamo forza e motivazioni.
Nonostante tutto, e poiché sempre ci troviamo a dover fare i conti con lo stress, distress che nel paziente oncologico assume entità e significato diversi, a seconda delle tappe di percorso. E questo vale anche per me che sono giunta all'agognato e pur temuto quinto anno.
Il cancro, infatti viene considerato come una serie sequenziale di eventi stressanti che coinvolge tutti gli aspetti dell’esistenza.
A partire dal momento della diagnosi e poi a quelli immediatamente successivi alla stessa, si innesca una catena di angoscia che investe la persona nella sua interezza generando sentimenti come la paura della morte e la preoccupazione per i familiari durante e dopo la malattia.
A tutto ciò, si va ad aggiungere il peso di trattamenti particolarmente aggressivi associati alla cura del cancro, che colpiscono direttamente il corpo della persona malata provocandole dolore e sofferenza fisica oltre a una distorta immagine di sé.
In questo scenario devastante, la vita a qualsiasi livello, cambia in un istante. Niente è più come prima.
Le semplici azioni quotidiane potrebbero trasformarsi in una sfida portando la persona malata a provare forti emozioni collegate allo stress, e quindi alla chiusura parziale o totale dovuta al forte senso di inadeguatezza.
La situazione di stress costante e prolungata nel tempo che sperimentano i pazienti oncologici è all'origine di disturbi dell’umore o di ansia. Tali patologie rientrano nella sfera mentale, ma vanno a colpire l’intero organismo provocando alterazioni biochimiche e strutturali in tutti i sistemi del corpo (nervoso, immunitario ed endocrino).
Cosa succede dentro di noi?
In situazioni di forte stress, l’organismo, sentendosi pressato dalle forti richieste ambientali, reagisce mettendo in gioco tutte le risorse che possiede.
E in più la sovrapproduzione di cortisolo che ha, come conseguenza, la soppressione delle difese immunitarie.
Se l’organismo non ritorna ad uno stato di omeostasi, si entra in una fase, detta di esaurimento, e ad una conseguente alterazione strutturale dell’organismo.
Tali considerazioni rimangono valide per qualunque tipo di malattia importante a livello psicologico.
In questa situazione, risulta evidente la necessità di fronteggiare gli stati stressanti imparando a depotenziarli e a controllarli attraverso un supporto psicologico.
In particolare, il lavoro in gruppo risulta particolarmente efficace per chi si trova ad affrontare una malattia invasiva come il cancro.
Il gruppo aiuta a superare l’isolamento sociale e ad aprirsi alle emozioni in un ambiente protetto e in cui tutti i membri condividono gli stessi vissuti.
Le stesse considerazioni possono essere fatte pure per chi si trova emotivamente vicino ad una persona malata; infatti, le emozioni provate sono molto simili così come i livelli di stress percepiti.
Nel gruppo di auto mutuo aiuto ci si mette Tutti in gioco, ognuno col proprio vissuto e l' "umana competenza", per questo è come stare a casa, in famiglia con la piacevole sensazione di avere la massima protezione.
Il poter contare su un supporto sociale e il poter condividere le proprie emozioni, diminuisce lo stato di stress e, di conseguenza, migliora la salute e aumenta la qualità della vita.
(continua...)

martedì 16 giugno 2015

ELABORO E PROSEGUO


Emoticon heart 
Stasera ultimo incontro dell'anno del GAMA, coinvolgimento emotivo alle stelle e tante speranze e progetti per l'anno che sarà.
Non stavo molto bene con me stessa, stasera... dovrò far pace con il mio animo per poter andare avanti.
E' così difficile essere come acqua di fonte. Vorresti sgorgare di getto, e non puoi... essere fresca e ristoratrice, e magari finisci col diventare fredda e restare sullo stomaco. 
Va be... passerà anche questa, perché ci tengo troppo a questa mia nuova vita e a come si svolge, nel senso che pare un filo, si srotola e avvolge e non si ferma mai... simile a quello di Arianna mi porta fuori da ogni "labirinto".
Ecco, la scrittura al solito viene in mio aiuto... scrivo e già sto molto meglio.
Penso a mia figlia, che mi spronò ad incominciare, mi fu vicino quando stavo male, riuscì... lei sempre tanto seriosa... persino qualche volta a farmi ridere, tra un conato e l'altro. Fu la mamma di sua madre. Una di quelle tante inversioni di ruolo, inspiegabili e innaturali, ma comunque evidenziabili in molti casi. All'incontro, ad esempio erano presenti due mamme, entrambe spettatrici della malattia delle figlie. La prima, purtroppo da sola, l'altra "accompagnatrice" con la propria... due situazioni comunque di dolore, sia pure di entità diversa. Per l'ennesima volta ho avuto da pensare e poi ringraziare... perché fu a me che capitò e tutto sommato non è andata troppo male, e che per questo, per tutto ciò che vedo e so, non devo prendermela troppo.
Si gira pagina, ci si guarda dentro... qualche piccola modifica per adattarsi, e infine si va seguendo il Cuore. Chi vuol capire, capisca... alla fin fine l'importante è che sia chiaro a me quel che penso e voglio, per poter spiegarlo 10, 20... 100 volte, senza mai stancarmi.
Anche ora sto cercando di essere sensata, elaboro una sorta di lutto, per aver perso una parte di peculiarità. Non importa perché si rinasce infinite volte, e beato è Chi se ne rende conto e mette a frutto.
Tutto questo, domani lo copierò nel mio blog... 5 anni di vita, sofferta e meditata senza sosta. Una "pagina di diario" al giorno, di sera per archiviare dolore, stizza, ferite ingiuste e gratuite, e trarne pure piccole gioie e grandi insegnamenti.
Una "valvola di sfogo" per non scoppiare, la conquista di gratificazione in autonomia... per ricominciare.

lunedì 15 giugno 2015

CON QUEL SORRISO...


Emoticon heart 
E' stata una giornata all'insegna del "pensiero che sorride". Ho cominciato a condividerne di buon mattino, a parlarne e a scriverne pure. Domani, ultimo incontro dell'anno per il GAMA, quindi una scatola piena di fiocchetti rossi e blu... ci si congeda per questi mesi estivi, non si può che con il "sorriso".
E pensando pensando, sono tornata indietro nel tempo, ma proprio tanto... a quando ero bambina, praticamente negli anni '60. Era l'epoca di Carosello, il siparietto felice di pochi sketch pubblicitari, che precedeva l'inizio dei programmi veri e propri.
In una di quelle scenette leggere si reclamizzava la marca di un dentifricio, protagonista era una bellissima attrice dal sorriso stupendo, che terminava con la domanda... ho detto qualcosa che non va? E allora le si rispondeva in coro... con quel sorriso puoi dire ciò che vuoi.
Perché questo ricordo...?
Ho pensato a quante occasioni per spiegarsi nonché farsi capire, perde qualcuno solo perché sembra indossare forzatamente una maschera che appare essere sempre quella... con gli angoli della bocca impietosamente in giù. Ne consegue che anche il bello, il buono, il piacevole di cui dice non lo è del tutto. Diventa precario, anzi assolutamente breve e passeggero che non fai in tempo a crederci e non c'è più. Pensi allora... l'avrà detto per dire ma forse non è mai stato, e quindi delusione, stizza prendono il sopravvento a discapito della forza di qualsiasi legame o relazione.
Ho avuto, cioè ho ancora un padre che non sorride molto, ora... un tempo, ancora meno. C'ho sofferto per questo, e aspettavo con ansia la vigilia di Natale e la lettura della letterina "sotto il piatto" per ricevere in regalo un Suo sorriso.
Tant'è comunque, inutile un ricordo che bene non fa, e meglio è pensare a come per me sia cambiata la vita da quando ho preso a sorridere, prima per necessità e poi per virtù che è diventata mia.
Bellissima non mi sono mai considerata, forse graziosa, ma molto incideva la ritrosia a mostrarmi contenta. Un viso sempre pensieroso pur in assenza di seri problemi, parevo scontrosa e poco incline a socializzare. Era timidezza è vero, ma pure scarso esercizio dei muscoli facciali.
La malattia venne, e mi portò il sorriso. Non lo fece intenzionalmente, così una distrazione per lei segnò la fine, per me invece un "nuovo inizio".
Un sorriso motivato dal trascorrere del tempo e dalle belle esperienze di vita che faccio ogni giorno. Non me ne separo mai, lo adotto con Tutti e mi sta bene in qualsiasi situazione. Giusto qualche ritocco.

domenica 14 giugno 2015

IL TESORO DI UN'ESPERIENZA


Emoticon heart 
Inizialmente il titolo sarebbe stato... "un tesoro di esperienza", poi c'ho ripensato, l'articolo diverso ed un altro in meno facevano una grossa differenza.
Col tempo ho imparato il saggio uso delle parole, facendo attenzione al senso non esasperato, ché si presentasse la possibilità di una doppia interpretazione a seconda delle persone e diverse situazioni.
Insomma dire sempre giusto e non parlare di corda in casa dell'impiccato.
Per questo definire un'esperienza estrema come un tesoro potrebbe si, apparire esagerato se di quel "tesoro" non si tenesse conto del valore intrinseco, della "preziosità". Quella che permette di essere migliori passando attraverso un processo di cambiamento.
Noi siamo quello che facciamo costantemente, scrisse Aristotele, quindi ci identifichiamo col Nostro agire nella quotidianità. Quando questa viene sconvolta da un "fatto" nuovo, evento o cambio di rotta che sia, siamo chiamati ad "adattarci", abbandonare momentaneamente o anche del tutto abitudini, atteggiamenti, modo di pensare.
A dirlo così, pare quasi un "dramma" da vivere con sgomento... viene da pensare, è impossibile. E invece succede nel modo più naturale, per necessità e pure per istinto di sopravvivenza.
Così un lungo cammino si percorre passo passo, il problema più difficile sembra ridimensionarsi se spezzettato e affrontato per tappe intermedie.
La vita in genere andrebbe considerata in questo modo, un percorso senza mappa né bussola, osservando il Cielo... mettendo un piede davanti all'altro.
Tutta l'esistenza alla ricerca della felicità, quando questa è nel cammino che si fa nell'arco degli anni... si cade e ci si rialza ed è una tappa... si perde un'occasione e poi si recupera non commettendo gli stessi errori, ed è un traguardo.
C'era una volta un marito che sottovalutò la sofferenza, l'angoscia e il senso di solitudine e perdita, vissuti dalla propria compagna. Lei da parte sua mascherò ogni emozione negativa per tutto il tempo che fu. Lo fece per Amore... per proteggerlo.
Sembrava tutto normale e alla fine passò pure la bufera.
La mareggiata però aveva lasciato i resti sbriciolati di conchiglie un dì madreperlacee.
Lui cercò di rimetterli insieme per dare loro l'antica bellezza, Lei continuò a vederli come resti.
C'era stata un'inversione di ruoli, alla fine pure un cambiamento.

sabato 13 giugno 2015

PERFETTI INSIEME

Emoticon heart 
Quasi avessero saputo e si fossero scelti per questo.
Sintesi di una vita relativamente breve... fino a quel momento, in un periodo particolarmente burrascoso di uno dei due, mentre l'altro è partecipe in tutto.
Difficile per entrambi...? Straordinariamente sereno.
Al momento della diagnosi, il dottore guardandoli negli occhi dopo che ebbe osservato ogni loro piccolo movimento, aveva voluto avvertirli... badate, in certe circostanze e con questa malattia, la coppia si rinsalda o si sfascia. Dipende dai caratteri, dalla forza dei sentimenti, da quanta voglia c'è di continuare a... procedere insieme.
Ed evidentemente all'interno di quello che pareva più un sodalizio che un matrimonio c'era tutto, e così avevano preso ad andare, decidere... perfetti insieme.
Di me non ha saputo niente nessuno o quasi. I miei e i suoi genitori sono all'oscuro di tutto, mia madre tende alla depressione, è anziana... se l'avessimo detto a mio padre o ai suoceri, prima o poi sarebbe venuta a conoscenza di ogni cosa e ne avrebbe sofferto da morire. Ho voluto proteggerla.
D'altra parte lui in questa occasione è stato padre, madre, fratello, insomma il "concentrato" delle persone migliori che potessi avere accanto. Abbiamo combattuto... perfetti insieme.
Il marito era seduto sulla poltrona da chemio vicina, nella stessa identica posizione della moglie, tanto che in un primo momento avevo pensato ad un altro paziente. La guardava con un mezzo sorriso, annuendo come se quella situazione fosse la più naturale e ovvia di questo mondo.
Nemmeno i nostri figli si sono accorti della gravità del momento, abbiamo nascosto bene la cosa perché sempre sorridenti, e poi mantenendo la vita di normale, con gli stessi ritmi perché non fossero sconvolte le abitudini.
Quando a causa della chemio arrivava il vomito, me ne andavo in bagno senza teatralità. Un giorno mia figlia, una bambina di 8 anni, mi chiese perché avevo sempre da vomitare, le risposi che non era importante... mi era successo così tante volte quando aspettavo lei! Se ne fece una ragione e non me lo domandò più.
Io ascoltavo e passavo lo sguardo dall'una all'altro, piacevolmente sorpresa e compiaciuta. Una delle poche volte in cui c'è ben poco da replicare.
Però alla fine non ho potuto fare a meno di concludere con la mia opinione personale.
Ci sono tre categorie di uomini, la prima con persone da definire assolutamente "normali" e per questo prevedibili. Stanno vicino a settimane o giorni alterni, sdrammatizzano quando non devono, arrivano sempre in ritardo e non perdono mai il sonno.
Alla seconda appartengono i codardi, gli egoisti che non possono gettare alle ortiche il "fiore" della vita, pure se hanno oltre 50 anni, quindi se la danno a gambe levate, e chi s'è visto... si è visto.
Nell'ultima, ristretta e preziosa, sono quegli uomini che non credi ai Tuoi occhi quando li vedi, sereni e dalle premure giuste non sono mai inopportuni o di troppo. Presenti ed empatici, in sintesi, con la loro compagna... perfetti insieme.

venerdì 12 giugno 2015

IL CORAGGIO DELLA PAURA


Emoticon heart 
Mi sembra già di vederla, qualche faccia stranita che dubita e magari dice... avrà sbagliato, forse è... il coraggio e la paura. E invece no, è proprio così come è scritto.
Perché quasi sempre la paura deve avere un bel coraggio per mascherarsi e apparire tranquillità... pacatezza... serena normalità.
Questo pensiero mi è venuto ieri, subito dopo aver portato la mia testimonianza al convegno, quando ho affermato che alla comparsa del tumore lo sgomento, l'angoscia di una verità intuita furono tali da far sì che nascondessi la cosa a tutti per due mesi.
Speravo passasse da solo, per paura del percorso che avrei dovuto vivere. Ahimè sapere troppo non aiuta affatto, come ha detto ieri la dottoressa, ed io pur non essendo un'esperta potevo illudermi sulla diagnosi, ma se fosse stata così come pensavo, il seguito poteva essere uno solo.
La Paura mi attanagliava, impediva di svolgere le più normali occupazioni... persino fare la doccia pesava, perché avrei dovuto passare la mano sul seno destro che reso liscio dal bagno schiuma metteva in evidenza quello che mai avrei voluto si vedesse. Non solo io... proprio nessuno.
E intanto la sera mi addormentavo con la mano sul bozzo, e nel cuore della notte mi svegliavo che era ancora lì... la mano sul bozzo. Era calda e sudata... la paura non si assopiva nemmeno, restava quatta, accucciata, prima di ricominciare col suo coraggio.
Coraggio di non rivelarsi, perché non si capisse che cosa stesse succedendo, non si sconvolgesse non solo la mia esistenza ma quella di un'intera famiglia.
Evitavo di incrociare sguardi di conoscenti, staccavo i telefoni... mi chiudevo in camera a consultare internet e libri di medicina, volevo sconfessare il mio intuito che purtroppo non sbaglia mai. Poi venivo fuori ad orari precisi, sempre silenziosa e irritabile se marito o figli cercavano di scuotermi da quella specie di torpore.
Il coraggio della paura si alimenta e diventa forte di silenzi... lunghi, prolungati e rifiuta di rispondere persino agli impulsi interiori che vorrebbero scalzarlo, separarlo da quel fantasma e renderlo unico nella sua valenza. Semplicemente... coraggio.
Ci riuscii un giorno, finalmente e per fortuna, altrimenti non sarei ancora qui a raccontare.
All'improvviso mi fermai per qualche momento a respirare e fui consapevole dell'energia di vita che entrava ed usciva dal mio corpo, come un "vento favorevole". Ero viva, avevo tutte le possibilità... potevo ancora continuare ma dipendeva da me.
Presi allora a considerare tutte le coincidenze di quel periodo... i segni, gli "inviti", mi era stato detto tutto. Si trattava di coglierli e poi... andare.
Lo feci, presi il coraggio a piene mani e fu così... Coraggio senza Paura.
Verso una soluzione, un porto sicuro.

giovedì 11 giugno 2015

TUTTA LA VITA CHE E' OLTRE


Emoticon heart 
L'ho scelta quale frase emblematica del convegno cui ho partecipato oggi, l'ha pronunciata una dottoressa, anche lei non molto tempo fa colpita dalla malattia. Quindi non solo... tutta la vita che c'è in presenza di uno sconvolgimento totale ad ogni livello, ma pure quella che sarà dalla diagnosi a ben oltre i 5 anni di sopravvivenza.
La vita a ritmo di appuntamenti terapeutici ed esami periodici per la stadiazione del tumore... che va parallela a quella quotidianità una volta ritenuta noiosa e non troppo amata, e all'improvviso bellissima. Bisogna rendere accettabile il "cambiamento", inserirlo come un "programma normale" nel nuovo palinsesto dell'esistenza. Prenderla con una certa filosofia, che non esclude i momenti di sconforto ma trova sempre il modo di ricominciare
La vita oltre, nel relazionarsi in un modo unico e speciale... basta uno sguardo per capire e comprendersi, scoprire la preziosità dell'Amore incondizionato che fa sentire liberi e felici. Ché Felicità è procedere senza pesi sul Cuore, ed è pure sgravare l'Altro dagli stessi.
Ed è anche dopo quel noto periodo dei 5 anni di sopravvivenza, tutta la vita che è oltre. Quando Ti si dice e un po' ci credi che sei fuori, e intanto temi che la malattia torni a scombussolarti dopo che c'hai messo tanto per rimettere insieme i pezzi. E allora fai tutto quel che devi o è detto con scrupolo maggiore, perché senti venire meno, "scadere" la garanzia che fino ad allora era assicurata. Ovviamente è solo un'impressione, ma quante volte ti senti come su una nuvola sospesa a mezz'aria, troppo lontana dal Cielo e non abbastanza vicina al suolo per poter fare un salto, arrivarci e mettere ben saldi i piedi.
Sono tutte emozioni che si vivono... forti, dolorose ed estreme, ma pure alcune di una bellezza incredibile perché espressione di una forza che non pensavi.
Molto spesso abbiamo avuto paura di provare quello che stavamo provando. Avremmo voluto addormentarci per tutto il tempo e svegliarci quando fosse passata la bufera. Ma rifiutare quel che è a cosa serve? Come non serve nemmeno subire passivamente.
Accogliere, occorre... accettare che possa capitare, perché da ogni situazione si può imparare e farne tesoro grande.
Continuare a... procedere e agire, ad esempio, anche con la paura senza dover aspettare che passi, perché alla fine passerà nell'agire.