domenica 31 agosto 2014

TUTTO PUO' SERVIRE


Perché si suole dire... e Chi non l'ha mai sentito?... i mali non si comperano, ed è così, nessuno mai si sognerebbe la "scelta" di vivere un'avventura come questa.
Eppure succede, e dopo un primo comprensibile sgomento, conviene anche accettarla... guardarla da ogni parte... aggiustarsela alla meno peggio per quello che si può perché facile non è... e poi "indossarla" finché non si consuma.
No, non ho sbagliato... ho detto proprio, indossarla... come un vestito.
Un vestito difettato... difettoso... mal riuscito.
Un "tratto di vita" che sempre vita è.
Possiamo dire che sono sorprese offerte senza sconto proprio perché  gratis... TU non le vai a comperare.
Però che si fa, quando si può, la voglia c'è e la lucidità non manca?
Cominci ad andare con questo vestito addosso, ma dopo un po' vedi che così non va... non Ti sta bene per niente.
Purtroppo non hai alternative.
Allora... ricominci daccapo, provi a toglierlo e lo guardi distaccato.
Sai che è tuo e dovrai in un modo o in un altro adattarlo... o adattarti?
Così decidi di trasformarlo, farne un altro "su misura" e perciò prendi il meglio che c'è...
 qualcosa che lo renda meno triste e tutta la "stoffa" disponibile.
Che Ti stia comodo e pur "rattoppato" duri a lungo...molto, molto a lungo.

sabato 30 agosto 2014

COME IN UN BARATTOLO DI VETRO...


Oggi non mi è stato facile rientrare nella mia quotidianità.
Mi muovevo per casa simile ad una farfalla all'interno di un barattolo di vetro, come se sulla mia anima ci fosse una patina. Ho parlato poco, perché le parole sarebbero state semplici suoni messi insieme per banalità, ho pensato molto, per dare una risposta a tanta "ingiusta" sofferenza. E' stata una settimana assai difficile, da domenica in poi emozioni e nuove consapevolezze. Riuscirò ad essere sempre quella che credo?
Che dico??! Proprio io parlo così, mi reputo donna di fede e mi sconcerta come va la vita, a volte incurante e irrispettosa, quasi fosse priva di significato!!?
Per me è un momento, quello che mi è successo mi ha reso forte ma non abbastanza da restare impassibile al dolore e alla delusione di Chi, innamorato e forte del sentimento pensava di poter vincere o almeno resistere insieme con colei che amava. E ora, anche se non vuole deve mettere tutto alle spalle perché... Lui lo sa... c'è sempre qualcuno che perde ancora la partita.
Non posso nascondere l'amarezza e pure il rammarico per aver perso un'Amica, di quelle che lasciano traccia... e a tratti provo anche un vago senso di colpa per un "privilegio" che non ho chiesto ma che, non nascondo, mi dà una gioia immensa. Per me al momento tutto procede per il meglio e ne sono felice, ma che merito ho avuto perché fosse così? Continuo ad...essere frastornata mentre cerco di volar via da quel barattolo di vetro. La realtà mi appare deformata e i suoni mi arrivano distorti mentre a questo punto della mia storia dovrebbe essere ben altra cosa. So bene che se sono ancora qui un motivo deve esserci, forse, come qualcuno mi ha detto, per metter fuori il meglio di me stessa e mostrare di quali effetti è capace la determinazione di farcela ad ogni costo. A me che coraggiosa non sono mai stata, in verità non sembra di fare chissà che, porto solo me stessa e il mio fardello che man mano diventa più leggero senza poter però essere mai deposto. Ma se ora il ricordo di un momento doloroso come l'aver visto il primo ciuffo di capelli tra le dita e l'ansia dei controlli saranno ad appesantire di nuovo il mio animo, devo oppormi perché so di poterlo fare, servirà a me e allo scopo per cui mi è stato dato ancora tempo per continuare il cammino.
Apro quel barattolo di vetro e la gioia di aver trovato l'uscita fa dimenticare alla farfalla la prigione che l'ha trattenuta fino a poco tempo prima.

giovedì 28 agosto 2014

ANALISI "SEMISERIA" DI UN FENOMENO


Ogni tanto capita che qualche episodio mi riporti indietro, a quando ero io in chemioterapia.
Una delle grandi doti del "mio dottore" era quella di mantenere l'equilibrio delle situazioni tra affabilità di rapporto e ironia senza però far perdere il senso della realtà.
Quello che sono io ora... lo devo anche a Lui.
Un giorno raccontò tra il serio e il faceto ciò che spesso riscontrava tra i  suoi pazienti e i loro parenti-accompagnatori...
"... li vedi il primo giorno accompagnati da uno stuolo di Angeli custodi... facce preoccupate e tristi che fanno domande a non finire, ci tengono a far sapere che non sopravviverebbero solo se...
Poi il tempo passa, un mese... due... tre. E chi lo potrà mai dire quando finirà, si spera in meglio? E allora ogni volta vedi arrivare un'unità in meno... finché un giorno noti che resta uno solo, mai lo stesso... forse stabiliscono dei turni, chissà... ma con una faccia annoiata, volutamente stanca... insomma scocciata..."
Anche se avrebbero voluto farla passare quasi per "sofferente", penso io.
Ci teneva a precisarla questa cosa, il dottore... ad un certo punto della malattia, il "paziente" migliorava almeno psicologicamente, e i parenti prendevano a somatizzare non i sintomi ma gli eventi, finendo con lo stare male. Così sembrava..
E ancora sembra...
Giorni fa, ero al termine del mio turno e stavo per andare via. Prima di andare a togliere il camice sono passata davanti ad una coppia che era seduta lì ad attendere, molto carina Lei e sorridente, Lui con i lineamenti tirati e in evidente imbarazzo. Poiché avevo ancora in mano la scatola con le caramelle, ne ho offerto loro qualcuna...
"Ce ne sono senza zucchero, per cortesia?... sa, noi... zuccheri non ne possiamo assumere..."
Senza replicare ho scovato una caramellina al limone, di quelle dietetiche... e gliel'ho data. Questa a... Lui. Lei invece, aveva preferito una con la "carta rossa", ripiena alla crema.
Sono andata a cambiarmi e all'uscita sempre Lui mi ha fermato...
"Signora, date caramelle ai pazienti per addolcire le loro sofferenze?"
"Beh, bastassero solo quelle... ma poi ci mettiamo sorrisi e parole per chi gradisce...", e Lui... perché a parlare era sempre Lui... "ehhh, purtroppo ci vorrebbe ben altra terapia, per me in particolare... una su misura..."
Ed io, sempre rivolta a Lui, ancora... bla bla bla, bla bla bla... e bla bla, "... perché è in Te che devi cercare forza e determinazione per uscirne. Ce la farai... così di sicuro ne verrai fuori".
"IO?!... e che c'entro io?", e indicando la moglie dall'instancabile sorriso... "... è  lei che sta male, non IO!"


lunedì 25 agosto 2014

CIAO... solo questo, perché non è la fine.

Ormai dovrei aver fatto l'abitudine, e in parte è vero...
Chi sa di me, dice che sono forte...
IO stessa, con tanta presunzione... mi dico, sono protetta da una bella "scorza dura sovrapposta".
E invece non è vero... cade tutto quando questo benedetto Cuore è tanto, troppo coinvolto. E si tira appresso quella pur minima parte di Mente che perde in lucidità.
Come il "tallone di Achille". Mi immergo di continuo in quello che è stato pure per me... ma resta fuori qualcosa... e quando l' "attacco" arriva, inaspettato o meno, mi prende ed è per me dolore... dolore grande.
Oggi è stato così... ho salutato Assunta, dopo quasi otto anni di lotta, non ce l'ha fatta.
Queste parole inviò giusto un anno fa per "raccontarsi" e raccontare il Nostro primo incontro.
Da quel giorno ne sono seguiti altri, ma soprattutto tantissime sono state le conversazioni telefoniche e poi gli sms quando parlare le è diventato sempre più difficile...

"Dal 2007 faccio terapie chemio e radio e sospendo solo per alcuni mesi. Il massimo della sospensione è stato un anno. La mia malattia è curabile, ma inguaribile per cui come finisco una terapia me ne preparano subito un'altra per tamponare. Fino a quando finiranno o le terapie o le mie forze fisiche e poi naturalmente anche quelle mentali. Un giorno pensavo proprio a questa fine e come sarebbe stata e non stavo molto su di morale, anzi... e stavo sul mio letto di ospedale a fare la chemio e tutta 'sta roba mi frullava tristemente nella testa. Questa testa troppo lucida per i miei gusti. Comunque, mentre ero immersa arriva una donna con una caramella in mano e io penso... ma come la caramella? Io sto pensando a cosa dovrò mettere il giorno della fine e questa donna parla di caramelle? Chissà perché si chiamava e si chiama come colei che tutte le volte che faccio la domanda: MAMMI'... ma come sarà la mia fine?... lei risponde in un altro modo. Quella caramella e quel parlare mi hanno ridato il sorriso e la gioia di andare ancora avanti pur sapendo che dovrò andare via, ma chi lo dice poi che l' ALDILA' è un posto triste?"

Ecco... questo è il racconto di Assunta in uno dei suoi sms. Sinteticamente parlava della malattia, forse troppo lunga e dolorosa da raccontare, e infatti a che cosa sarebbe servito rinverdire i ricordi della sofferenza? Meglio era certamente aprire un "varco" alla speranza, riscoprendo anche in un gesto semplice magari banale la "gioia della quotidianità", fatta di cose normali, parlare pacato e soprattutto di "sorrisi".
Nei Nostri incontri non sono mai mancati.
Potevamo non vederci o non sentirci a lungo, ma poi arrivava sempre il momento e in una volta sola recuperavamo tutto il tempo.
"... è fisiologico per me il bisogno di sentirti almeno...", mi diceva, ed io constatavo che era proprio così anche per me.
Mi ha dato tanto... non potevo non piangere oggi e a lungo.
Domani, lo so... continuerò ad... andare. E' naturale e anche doveroso nei Suoi confronti.
Per questo non è la fine... le "persone belle" non muoiono mai e ad Assunta ho detto solo... ciao.
Come ogni volta... sempre.

sabato 23 agosto 2014

L'EMOZIONE... MISURA DELLA PERSONA


Penso che l'animo umano sia complesso ma capace di emozioni semplici che palesano poi profondità di pensiero e ampia spiritualità.
Tutto questo a ben guardare... riflettere e andar oltre.
Capita a volte di provare pudore per tanto e tale emozionarsi, e istintivamente chiudersi "a riccio", facendo intendere quello che non è.
Condividere le emozioni è riconoscerne il valore, aiutare l'Altro a fare lo stesso, e insieme trovarsi assai simili.
Non credo a Chi afferma di non provare nulla e sentirsi sterile dopo un'esperienza negativa o dolorosa di qualsiasi tipo.
Anzi... è esattamente il contrario. Non si spiegherebbe altrimenti il "perché", più si va avanti negli anni maggiormente si è facili alla commozione, al batticuore... a guardare la Natura e le sue creature e a sentirle proprie. Tutt'uno con l'universo emotivo.
Responsabile è l'età che avanza col suo bagaglio di esperienze, belle e brutte... gioiose e sofferte.
Si getta la zavorra e resta l'"essenziale"... l'Uomo che sente e della Vita coglie il meglio.

NON SOLO UNA FORMULA... per Chi ci crede davvero


Stamattina sono capitata in più stanze dove "compagni di una vita" erano accanto alle loro mogli durante l'infusione di chemio.
Mentre li guardavo e pure ci parlavo mi sono tornate in mente, quasi in rassegna le figure dei mariti che ho incontrato finora da quando tutto cominciò...
Caspita, e non è sempre facile mandare indietro le lacrime perché... 
"... nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia... finché morte non ci separi"... sono parole queste che "balzano" all'improvviso, quasi a voler prendere a schiaffi questa "schifosa e ingiusta" malattia.
E se un giorno parevano tanto per dire e qualcuno magari nel pronunciarle non c'avrà nemmeno posto il pensiero, oggi si riempiono di denso significato.
Perché non è solo "formula", per Chi ci crede davvero... ma "premurosa attesa insieme" che tutto passi, o passi almeno "il peggio".
Con emozioni a dir poco "estreme"... con i ricordi personali che tornano ad affollare la memoria... con tutto questo e nonostante ciò... sono tornata a casa, alla mia "normalità", e a continuare a... sorridere per essere serena.
Me lo merito?... io dico, SI.

mercoledì 20 agosto 2014

IL LIBRO


Piuttosto giovanile, seduta al margine del letto... con gli occhiali e un libro aperto tra le mani.
Supina a letto, sotto infusione una donna più anziana, presumibilmente sua madre.
Sono entrata nella stanza con la mia "brava" scatola di caramelle...
"Buongiorno... una caramella?", la più giovane delle due si è tolta gli occhiali ed ha appoggiato il libro sulla candida copertina di cotone.
Potrò sbagliare... ma è come avessi avuto l'impressione che fossero arrossite entrambe, anche accettando la caramella.
Ho continuato il mio giro, ed ogni tanto il pensiero tornava alle due donne... al loro imbarazzo, perché di imbarazzo si trattava.
Mi era rimasto dentro perché lo avevo riconosciuto, era lo stesso per cui ad un certo punto della mia "storia" ho rifiutato qualsiasi supporto, sostegno, diciamo pure... "conforto materiale" da parte di qualsiasi membro della famiglia.
A che cosa serve, infatti una "presenza" con un libro davanti?... quando c'è bisogno di ascolto, discorrere "normale", sorriso, e non di uno sguardo che cerca rifugio altrove, tra le pagine di un libro o sul quadrante di un orologio.
In un posto così... si sa... il Tempo perde i suoi "connotati", non c'è fretta che tenga... non va più veloce se "ingannato" o "sollecitato".
Lì si ferma... e solo la speranza autentica è capace di donargli ancora, pazientemente il ritmo normale.

domenica 17 agosto 2014

BUON COMPLEANNO!


Trovo giusto dedicare anche a lei un angolino... proprio qui, visto che fa parte della mia vita e pure non poco della recente "storia".
Perchè molte lacrime ha ricacciato indietro con la sua inconsapevole allegria,
tante volte ha scosso e mandato via la volontà di lasciarsi andare che mi prendeva all'improvviso, quando credevo di non farcela più. 
Ha "regalato normalità" a giornate altimenti vissute tra l'angoscia e l'agitazione.
Guardarla mentre dorme è ancora il momento più bello... calma ogni ansia, cancella tutti i brutti pensieri.
AUGURI!... e sempre grata a te, piccola, dolce Biù-Biù

sabato 16 agosto 2014

INTIMA RIBELLIONE


Succede e non me ne rendo conto. Ci rifletto solo dopo e per associazione di idee. Ma di ribellione si tratta, intima eppure visibile, "serpeggiante" e inquieta... Chi la vive si sente più forte anche se per poco... Chi la nota non capisce ma si sofferma... perché... che cosa sarà capitato ancora?
Niente di diverso o nuovo, sarà solo per quel senso di appartenenza al "tutt'uno", desiderio forse assurdo di non voler mai staccarsi da una realtà che sconvolge e a poco a poco è diventata "mondo"...
... Il mio, coi suoi "volti", le "storie"... i grandi dolori e le piccole gioie assaporate nell'estrema dolcezza, come le ormai note "gelatine di frutta".
Succede allora ed è l' "immediata reazione" quando si fa strada la consapevolezza che qualcuno sta per abbandonare il campo e la trincea. E' chiaro non per Sua volontà, nessuno lo farebbe mai se ama la vita anche "tutto compreso"... è costretto, viene tirato a forza indietro, strattonato e privato di qualsiasi minima risorsa.
E stanco così dovrà fermarsi... prima o poi.
Ebbene... da questa attesa nasce l' "intima ribellione", viene fuori con un sospiro e monta piano piano come vento ed energia.
Stamattina in casa non mi sono mai fermata... non volevo pensare ma poi l'ho fatto con maggiore intensità... temevo ogni sosta fosse una pausa di arresto e invece una sola è stata ricarica di forza.
Ricordi e tanti pensieri... lavoro e voglia inesauribile di non darsi mai per vinta, dimostrare che non è facile "liquidarci" solo perché si è imbattuto in Noi, così per caso.
Perché è questo che succede semplicemente quando senti di far parte di una "globalità"... il "dolore" di uno solo appartiene a Tutti, come pure la "sconfitta", ma di rimando viene fuori una "forza di riscatto" per cui si continua a... lottare per la "vittoria".
E fosse anche una "voce solitaria", sarà vissuta nella gioia piena... serbata nell'intimo di ognuno come grande conforto e preziosa risorsa.

venerdì 15 agosto 2014

SEMPLICE SERENITA'... CON UN TOCCO "VINTAGE"


Non me la sono presa perché ne ho capito il senso, e poi ormai lo conosco bene quel "mio caro Amico" che tra il serio e il faceto mi ha detto... sei una "giovane" che ama passare per "antica". Lui non lo sa, ma mi ha fatto un complimento, e poi non è il primo... anche se i termini non sono proprio quelli, è come un "ritornello" familiare.
"Tu sei così... non vai dietro le mode, sei tradizionale... diciamo pure classica."
Così mi definiscono quando si discorre di gusti e tendenze ed io confermo sintetizzando però in un... "discretamente moderna con un tanto di vintage".
L'ho pensata sempre alla stessa maniera e m'adeguavo ai tempi pur non tradendo mai me stessa. Appunto... seguivo l'epoca ma non il "branco", per questo... "discretamente moderna".
E continuo a... esserlo, nonostante tutto.
Non ho mai usato trucco (anche perché allergica perfino al rossetto), eccezion fatta per un tratto di matita sotto gli occhi da quando per la chemio persi i capelli. Era un valido stratagemma per valorizzare lo sguardo e distogliere quello altrui dal resto. Ho continuato a... farlo perché ho visto che non mi dà fastidio, mi sta bene e poi mi piace. E ultimamente sono andata anche oltre allungandomi le ciglia con un tocco di mascara... non mi fa danno neanche questo, segno evidente che per me anni e disagi non vanno di pari passo.
Meglio così... e tutto mi piace.
Ecco... il punto è questo, fare ciò che più mi aggrada...
Non ho problemi ad indossare abiti e monili un po' passati, magari un golf o una collana appartenuti alla mia mamma, anzi a proposito di collane... adoro il filo di perle con la susta indossata di lato, stile anni '60.
Sono antica? Non credo... le perle sono sempre attuali. Classica? Certamente sì. Ma per il modo d'indossarle... ah, quanto mi piace ripetere, "sono vintage!"
E ad esempio anche per le vacanze, tanto per restare in argomento visto che oggi è ferragosto... forse le farei se fosse possibile come una volta... al mare da pendolari, tintarella e bagno fatti in fretta per non perdere un minuto... la partita a tamburelli e il pranzo sulla sabbia con la frittata di spaghetti. E a sera poi il dispiacere di tornare a casa in città e non poter vedere la luna riflettersi nel mare.
Un tempo era così e come ogni cosa s'apprezzava e anche tanto pure una vacanza in... continuo movimento. Le condizioni economiche erano più o meno uguali per Tutti e quei pochi che potevano non venivano nemmeno guardati o al massimo considerati come irraggiungibili.
Ci si sentiva ricchi di niente, fortunati per una giornata al mare... pochi soldi e tanta serenità.
Chissà se... per come vanno i tempi... torneremo a vacanze di questo tipo e non solo... a non eliminare dall'armadio abiti un po' passati... a riciclare gli avanzi ricavandone pietanze inaspettatamente saporite.
Io dico che... sì, sarebbe proprio un bene, e poi... pensate che bello... scoprirsi TUTTI più sereni, semplicemente con un'anima vintage.

SICURA, PER CONTINUARE A... ESSERE AL MONDO


Mi chiedo a volte che cosa sia che mi spinga a voler condividere ogni cosa, esperienza, emozione, gioia o anche semplicemente "una caramella" con tutti quelli che ora costituiscono " il mio mondo".
Non è mia quest'espressione, l'ho rubata perché mi piace molto e rende bene il pensiero di chi vive il "post-tumore"... desiderio di crearsi un nido, un riparo dove sentirsi al sicuro, capito e protetto.
Ho detto più volte, "Ma sarò normale?"
Qualcuno ha risposto con un cenno di assenso, molti hanno sorriso.
E' certo comunque che io mi sento bene, molto bene quando seguo questo tipo di impulso che viene dal Cuore.
Ed è così che posso ritrovarmi con un'Amica che fa una TAC di controllo, la raggiungo, faccio il "tifo" per lei e voglio che senta la mia presenza.
Oppure seguo le alterne vicende di un'altra... la sostengo, conforto, ne vivo insieme la gioia delle piccole vittorie
Ricordo un dono che mi fu fatto... una tartaruga, un simbolo ma anche un messaggio, un animale in grado di proteggersi da ogni attacco esterno, che rappresenta una forza nascosta, la forza che ad un certo punto scopriamo di possedere. Perché è in tutti Noi, questo è certo... solo che non ne siamo pienamente consapevoli e spesso non confidiamo nelle risorse nascoste che ci appartengono.
Come quell'Amica di un tempo, Pasqualina che ho incontrato di nuovo qualche settimana fa, una donna semplice e genuina come la buona terra.
Lei sorrideva e non si lamentava, anzi ringraziava Dio perché non aveva grossi disturbi a causa della chemio, poi un giorno aveva fatto un'affermazione un po' forte, "Se Dio ci vuole bene ci fa campa', se ci vuole male ci fa mori'".
No, mia cara, i mali non sono una punizione, nascono per l'eterno conflitto tra il bene e il male e noi ne siamo solo vittime inconsapevoli.
Dio che è sommo bene non può volerci male e nel dolore ci sostiene sempre, comunque vada è, e resterà Padre.
E anche la morte non è da temere... semplicemente... naturale conclusione della vita.
Nascita e morte, alfa e omega dell'esistenza.

lunedì 11 agosto 2014

COME SI PUO'?... è tutta questione di Mente



Con la calura e rivoli di sudore che mi percorrono dalla testa ai piedi, guardate un po' che cosa sono andata a cercare. Un "mio scatto" di 4 anni fa... quando con 38° all'ombra non avevo un capello fuori posto... merito della parrucca, allora "inseparabile amica".
Guardo, rimiro questa foto e immediato è un senso di refrigerio... proprio come quel giorno.
Ero a Pozzuoli, qui sono con mia figlia... 
Sorridente e perfettamente a mio agio, l' "odiato amico" era ancora con me e mi preparavo a dirgli "addio per sempre".

domenica 10 agosto 2014

QUALCHE ESTATE FA...

"Qualche anno dopo, sempre d'estate...", potrebbe essere il sottotitolo alla scena di un film o l'inizio del capitolo a metà di un romanzo. Entrambi legati ad una trama che si svolge secondo un ordine logico e preciso,  non ci sarebbe spazio per cambiamenti e finali a sorpresa. Ma nel caso specifico questa frase vuole essere introduttiva, esplicazione della mia vita che continua... e che evolve in mille sfaccettature.
Come qualche anno fa nel mese di agosto, una domenica pomeriggio di gran caldo.
Nelle prime ore del dopo pranzo, intenta a sfaccendare in cucina i ricordi mi raggiungono senza invito, non ne hanno bisogno, ospiti sempre presenti solo apparentemente nascosti dalla vita che va. Anche la colonna sonora non cambia, la melodia di una fisarmonica suonata da un rumeno, sempre lo stesso, per attirare l'attenzione di qualche raro passante.
 Oggi comunque non sono da sola nella mia casa, mio marito riposa, mio figlio è di là...  e Biù Biù  fa la pennichella pomeridiana col muso ancora appoggiato al suo osso "della nanna".
Eppure a tratti vivo momenti di "intensa solitudine"... sarà colpa di questa atmosfera da bistrot parigino, velata di sottile tristezza, o dell'aria rarefatta dalla grande calura. E poi ci sono i pensieri di un "giorno di festa", quando forzatamente sono lontana dalla "nuova consuetudine", ed i ricordi inevitabili di "quell'estate" che si accavallano a tali pensieri e si intrecciano pure con essi quasi a formare una spirale.
Difficile è districarsi.
Così ripenso ad allora... quando i miei figli erano sempre in casa, le mie sorelle mi telefonavano anche più volte al giorno, non ero mai sola e sentivo ugualmente un vuoto interiore, come fossi stata in un recinto e tutto intorno niente altro che buio e silenzio.
Una strana sensazione che oggi riconosco come causa all'origine di quella odierna... di intensa solitudine, pur comprendendone tutta l'assurdità.
Sotto questo aspetto è come se il "mio tempo" si fosse fermato a quell' "estate senza stagione"... quando non percepivo neanche il caldo, non sudavo, e avevo sempre le mani fredde... praticamente ibernata in attesa di tornare a nuova vita.
Dopo un momento buio, mentre imparavo ad amarmi di più e a dare importanza all' "autenticità" della mia esistenza.

sabato 9 agosto 2014

PROFUMO DI ORIGANO

E' incredibile... basta una melodia, o anche un "profumo" e vengono giù valanghe di ricordi. E rivivi persino i momenti, ritornano i volti a cui non pensavi più, e straordinariamente riesci ad ascoltare il "suono" di quelle voci.
Sarà una settimana che è capitato proprio a me... da allora almeno una volta nella mia giornata penso a Costantina, e a me stessa ripeto, chissà... chissà...
Sono passati tre anni e non l'ho più rivista, chissà dov'è...? E voglio immaginarla ancora lì, nella Sua casa, certo coi suoi problemi... non si può pretendere troppo, visto che già allora non si era fatta mancare nulla la poverina...
Ed è stato un profumo a riportarne il ricordo... un profumo di origano.
Avevo diviso a metà i pomodorini, tutti ben allineati nella teglia e li condivo prima di metterli in forno. Olio, un pizzico di sale e uno di pepe bianco... basilico, prezzemolo e aglio a pezzettini... un cucchiaio di capperi e tre di pangrattato... che cosa manca? Ah già... l'origano!... però nella credenza il barattolino è vuoto. Passo allora in rassegna tutti i contenitori... magari, qualche rimasuglio qua e là... mai dire mai. Ricerca vana o... quasi. Perché come un automa mi porto sulla veranda, dove in un vecchio mobile di metallo, ancora nella busta di un supermercato trovo una ventina di rametti di origano stretti insieme con un sottile spago. Ancora lì, secchi ed intatti... l'origano che mi aveva regalato Costantina.
"Ieri non ho mangiato niente niente", aveva detto precedendo la mia domanda.
"E pane e pomodoro?"
 "Quello si, però stamattina..."
Costantina, per l'avanzare della malattia, un carcinoma mammario con metastasi ossee e polmonari, non aveva più tanto appetito, insieme ogni giorno cercavamo di stuzzicarlo pensando a qualcosa di particolarmente saporito e la "nostra ricerca" un giorno aveva scovato il piatto più semplice e più buono del mondo, pane e pomodoro appunto... il  buon pane pugliese, i pomodorini ciliegino, l'olio della nostra terra e un pizzico d'origano profumato... "ma non quello delle bustine in vendita al supermercato", sosteneva decisa Lei...
"E' buono pure quello ma non è come l'arig'n (voce dialettale per origano) mio che è il meglio di tutti. Domani te ne porto un mazzetto... lo gradisci?"
 E avrei mai potuto dire di no, dopo tutta quella promozione fatta a beneficio e gloria dell'origano?
"Come ti senti, Costantina?"
 "Male, mi sento male e poi ho lo stomaco chiuso... non entra niente"
"Neanche pane e pomodoro?"
 "Niente"
 "E i biscotti all'amarena?"... forse un po' commossa, con gli occhi lucidi aveva risposto scuotendo il capo... non voleva darmi un dispiacere, i biscotti all'amarena erano il mio "pensierino" fisso per lei... li apprezzava, quello si, ma ora non le entravano proprio.
"Io ce lo dico...se non mangi tu finisce all' Alleluia", che stava per "l'altro mondo". A parlare era stato il suo compagno Giuseppe, e lei di rimando, "e chi se ne importa, te ne pigli un'altra", che per Giuseppe, già un tempo vedovo, sarebbe stata la terza. Alla fine erano andati via, teneramente sottobraccio, piano piano.
Mentre ricordo mi pare di vederli... e il cuore mi si stringe ancora.

lunedì 4 agosto 2014

STRATTONATI DALLA REALTA' (5)

Ma davvero incompetente... e per questo continuavo a... esserle vicino come sapevo e potevo. Intanto mi ero documentata su quel nuovo trattamento... termoablazione a radiofrequenza... e di quelle informazioni le riferivo ciò che serviva per rassicurarla e infonderle fiducia.
"Si, hai ragione... non devo mollare, è chiaro che Dio vuole che confidi in Lui. Aspettiamo...", e di aspettare aveva pazienza a sufficienza, anzi... avevamo, però come "ostacolo" da superare era per Noi il "tempo", e mai avremmo pensato ad altri "inconvenienti collaterali".
Eh già, l'attesa era iniziata e pure continuava, Lei  "si affacciava" ogni tanto e la risposta era sempre la stessa... le faremo sapere, forse tra una settimana, dieci giorni, giorno più giorno meno...
 E chissà come e perché i giorni erano sempre più e... più.
 A me personalmente sembrava un copione già letto, comunque per non perdere il filo di questa storia già di per sé lunga e tediosa... nel frattempo continuano le terapie, la sperimentale e lo ZOMETA e all'improvviso compare una febbricola, sempre della stessa intensità per un paio di ore nel tardo pomeriggio.
"Sarà stato un colpo d'aria... ieri è stato ventoso e pure piuttosto fresco... passerà...", diceva Lei, poi antipiretico e grande cautela... "... che vuoi, sono immunodepressa...".
Passa la prima settimana e non succede nulla, cioè la febbricola è sempre lì, fastidiosa e subdola, a metà della seconda, restando la situazione sempre uguale, decide di informare l'oncologa.
Giornata negativa su tutti i fronti, probabilmente... perché si sente aggredita, colpevolizzata tanto da dimenticare le domande che si era promessa di fare, domande nate dalla paura incalzante e da dubbi in successione. Le viene detto, anzi ingiunto di sbrigarsi... fare pressione allo specialista... e poi in breve tempo una TAC, urgentissima. Altro non le viene spiegato. In un momento di sfogo esasperato, parlando con me si lascia andare e dice ciò che non aveva mai detto... "... se deve essere così, meglio che io non sia..."
A questo punto mi sono ritrovata ad essere dura pure io... MAI, va detto questo, equivale a gettare la spugna... e non va bene MAI. Avessimo un solo giorno da vivere... MAI.
Lei si riprende e comincia un altro iter... da sola, con il parziale supporto dei familiari che cominciano ad essere più che disorientati. TAC prenotata, va dallo specialista e qua cominciano i "problemi" che se non fossero tali e tanti, sarebbero argomento per "barzelletta"...
PRIMO... mancano gli aghi.
SECONDO... gli aghi me li faccio prestare, ma cercati un posto letto.
TERZO... trovato il posto letto, manca l'anestesista.
QUARTO... se trovi l'anestesista, va bene... ma nessuno mi può prestare gli aghi.
QUINTO... siamo nel mese di agosto. Sai che facciamo?... rimandiamo tutto a dopo ferragosto. Ci facciamo sentire Noi.
Ma NOI... chi?... verrebbe da chiedere. Sembra il gioco dell'oca, si paga pegno e si torna indietro. E chi tira in aria i "dadi" poi si nasconde pure.
"Ormai mi resti Tu... a farmi coraggio e compagnia. Ho preso dalla scatolina che mi hai regalato una caramella e a caso un fiocchetto di tenerezza. C'era scritto... Alcuni pensano che tener duro voglia dire solo non mollare. Ma a volte è anche lasciarsi andare. Ho capito così che dopo aver fatto tutto ciò che dovevo, è tempo che mi fidi ed affidi. Aspetterò e sarò più forte... poi tornerò a lottare e sarò determinata come non mai".
Ed io continuerò ad... ascoltarla perché non si senta sola, aspettando... ferragosto.

venerdì 1 agosto 2014

STRATTONATI DALLA REALTA' (4)

L'ascoltavo e cercavo di capire. Ritornavo alle antiche emozioni... i ricordi si riaffacciano con facilità quando c'è il "pretesto" di una situazione vissuta.
Ma ripeto... l'ascoltavo e cercavo di capire, rassicurandola ed evitando la "parola di troppo". Ne sentiva già abbastanza, e poi... ogni caso è a sé, come è noto, e in più ognuno vive in modo assolutamente unico la drammaticità del momento. Essendo entrambe credenti le ho sempre ripetuto... sii serena e fidati, è andata bene la prima volta, sarà così ancora. Sgombrata qualche nuvola dal Suo Cielo, tornava il sereno.
Tu mi ridai la fiducia... mi diceva, e per un po' era solo assecondare la "routine terapeutica".
Eravamo già a primavera inoltrata, quando l'ennesimo controllo rivelava la malattia ancora in netta ripresa... non era più il caso di attendere. Contattò allora lo specialista e si fissò la data del trattamento di alcolizzazione. Quel giorno si mosse come un "condannato al patibolo", fino al  giorno prima era stata tesa e in preda ai dubbi, in quel momento sperava solo che finisse tutto al più presto... e in effetti finì prestissimo perché, non sopportando a lungo la sensazione di bruciore provocata dall'alcool, il trattamento fu interrotto. Sarebbero stati necessari altri appuntamenti, ma se già al primo era andata così, meglio sospendere definitivamente.
"... la metteremo in lista per la termoablazione con radiofrequenza. Solo un paio di giorni di ricovero... per lei dovrebbe essere più indicata..."
Un altro "accidente"?!... Lei pensò subito... e che cosa sarà?... mi ero appena abituata a quell'idea, ed ora quest'altra cosa... come farò?
Credo sia inutile precisare che nel frattempo tra questi "tira e molla", appuntamenti e ripensamenti, sospiri d'insofferenza e paroloni, nessuno si è preso mai la briga di spiegare, non dico per rassicurare o confortare...perché in tal caso andremmo in "alto campo di competenze"... ma almeno convincere del fine e della bontà di quelle decisioni prese.
Perciò, confusa e in ansia, Lei chiedeva a me... la più incompetente degli incompetenti.
  (continua...)