giovedì 30 novembre 2017

DAL TESTO DI ARTE AI GABBIANI IN VOLO





A Trani c'eravamo già stati ma in altra stagione e in una giornata particolarmente umida, afosa. E all'interno della bellissima cattedrale io avevo trovato ristoro e frescura, e così confortata, anche l'opportunità di raccogliermi in preghiera col pensiero a due Amiche in un momento di dura difficoltà.
Di quel giorno porto il ricordo di un colore, il rosa, predominante dietro l'altare nella semplicità dell'intero arredo.
Oggi siamo tornati, nulla è cambiato, eppure tutto mostrava qualcosa di nuovo, sarà perché l'inverno è alle porte, e il vento rincorreva le nuvole, increspando l'ampio braccio di mare nell'ambito di un porto così particolare. E la Cattedrale? Naturalmente era sempre là, ma pareva ci seguisse, imponente nel sobrio stile romanico. Bellissima da ogni lato, ovunque ci fermassimo ad osservarla.
Prima di tornare a visitare la Cattedrale, eravamo passati da un'altra chiesa, la Beata Maria del Carmine con annesso convento, situata quasi in un angolo sul lato opposto. Stesso stile semplice ma con affreschi che in un certo senso le riducevano gli spazi, impoverendola rispetto alla Cattedrale.
La bellezza di Trani è indiscussa, e si ricorda e si torna a visitare questa città più volte anche per il porto, luogo di attracco per imbarcazioni di ogni tipo, ma soprattutto pescherecci. Stamani ce n'erano davvero molti, forse perché la giornata era assai ventosa, e alcuni pescatori ne approfittavano per fare pulizia alle reti e ai secchi, per la gioia della moltitudine di gabbiani, che coraggiosi o sfrontati sfidavano l'uomo per qualche pesce in avanzo. Stridio nell'aria e cielo punteggiato da gabbiani in volo.
E poi un profumo di mare, reso intenso dal vento che si faceva più forte, non raffiche ma quasi carezze per lasciare il ricordo. Sarebbe meraviglioso poter condividere tale sensazione, coinvolgere in toto Chi legge, andare oltre le righe scritte, come le conchiglie raccolte sull'arenile conservano l'odore di alghe e sabbia bagnata. La mente fa il resto, e magari ascolta pure i suoni e le voci del mare.

mercoledì 29 novembre 2017

TU ED IO PER UN GRANDE OBIETTIVO (parte seconda)


Tra il 2013 e i primi mesi del 2016 però solo quattro sezioni su sei hanno conseguito l'accreditamento del Registro Tumori. Lecce e Taranto nel marzo 2013, BT nell'aprile 2014, Brindisi nell'aprile 2016, non sono state citate Bari e Foggia, con registri ancora in attività e dati aggiornati al 2006, ben undici anni fa. Le cause di tali ritardi non sono ben chiare, forse carenza di persone che raccolgano i dati e li classifichino, ma è anche vero che i dati non sempre pervengono. Siamo figli di un Dio minore o considerati al di sopra di ogni tipo di valutazione?
I numeri del tumore, come è stato gìa detto, sono in aumento, e su 3.036.741 casi la parte da leone la fa il carcinoma mammario, seguito dalle patologie del Colon-retto e della prostata, in quest'epoca comunque curati sempre più con esito felice.
Chi si occupa dei pazienti e cosa si fa. L'Oncologia costituisce una delle priorità del Ministero, per cui gli obiettivi più rilevanti sono:
- offrire standard diagnostici e terapeutici sempre più elevati
- ridurre il "gap"fra le diverse aree del Paese, da Nord a Sud garanzia di poter curarsi in egual modo e costo
- contenimento della spesa sanitaria grazie ad una maggiore razionalizzazione delle risorse.
Le persone che sopravvivono al cancro costituiscono un importante gruppo di popolazione con caratteristiche particolari e bisogno di valutazione del rischio personalizzata.
Il paziente oncologico necessita di un approccio innovativo che gli consenta di non muoversi da solo e poter avvalersi invece di una "Rete Oncologica" che gli faciliti il percorso accidentato della malattia. Quindi regia e coordinamento di tutte le attività oncologiche, mediche e chirurgiche, sia ospedaliere che territoriali, dallo screening alla diagnosi, dalla riabilitazione alle cure domiciliari, al follow up.
Segue poi la gestione di tutte le problematiche del paziente oncologico, da quelle amministrativvo-gestionali a quelle cliniche, in costante dialogo con il Medico di Medicina Generale. Inoltre per la continuità assistenziale ospedale-territorio è previsto anche un medico responsabile delle cure domiciliari distrettuali.
Il Medico di Medicina Generale assume un ruolo rilevante nella gestione condivisa di tutto il progetto diagnostico terapeutico. Garantisce una rassicurante continuità assistenziale e una relazione personale insostituibile, anche allo scadere dei cinque anni di sopravvivenza quando teoricamente si è ormai fuori dalla malattia. Sopravvissuti... lungo sopravviventi... o guariti?
(continua...)

TU ED IO PER UN GRANDE OBIETTIVO (parte prima)


Quinto incontro del GAMA. Un tema centrale tante volte trattato da apparire scontato, eppure all'occasione c'è sempre qualcuno che ha da dire qualcosa, o meglio ridire sul medico di famiglia (MMG).
La prima "figura professionale" cui di solito ci si rivolge quando assale il dubbio di una patologia seria.
Per Noi, come alberi spogli di energie e risorse, rappresenta una mano dal Cielo.
E il povero medico di famiglia, considerato per lo più lo "specialista delle impegnative", che sempre più spesso è colui che avanza l'ipotesi di una diagnosi drammatica, deve fare i conti con la comunicazione personalizzata, e le giuste modalità che considerino la diversità individuale. Seguire la "persona" e non solo curare il "malato". Trasmettere notizie che alterano drammaticamente e negativamente le prospettive future, fare di tutto perché Chi è di fronte si senta accolto e protetto, e non improvvisamente "stigmatizzato", e per questo avulso dalla realtà di sempre e catapultato in un'altra che appare "non propria".
L'incontro odierno, impostato sullo scambio interattivo, è stato tenuto da un Medico di Medicina Generale, più volte gradito ospite del GAMA, il dott. Marcello Menga, che dopo una breve introduzione ha fornito dei dati, aggiornati al 2016, riguardanti la "prevalenza" e l'"incidenza" dei tumori in Italia da 0 a 84 anni, dati da cui si evince purtroppo che i 2/3 della popolazione sono toccati dal problema.
Al Nord ci si ammala di più rispetto al Sud, ma ci sono maggiori possibilità di sopravvivenza grazie ai programmi di screening possibili per migliori risorse economiche.
Nell'interagire, ad un certo punto è sorto un equivoco, per cui incidenza e prevalenza parevano fossero sinonimi, necessario per questo fare una netta distinzione. L'incidenza misura la comparsa di nuovi eventi in un dato momento. La prevalenza invece riporta il numero o la proporzione di persone viventi che hanno avuto una pregressa diagnosi di tumore. Entrambe sono parte dei "Registri tumori", raccolta ed analisi dei dati riguardanti tumori maligni in una data popolazione.
Le funzioni dei Registri sono:
- Epidemiologia descrittiva
- Valutazione d'impatto degli screening oncologici
- Programmazione sanitaria
- Supporto alla ricerca
- Valutazione del rischio in Epidemiologia ambientale
La raccolta dati viene da "fonti primarie" (cartelle cliniche, referti di Anatomia patologica, certificati di decesso, schede anagrafiche di Medici di Medicina Generale), e da "fonti secondarie" (esenzioni ticket, archivi di commissioni per l'invalidità civile, prestazioni diagnostiche sul territorio, cartelle per assistenza domiciliare, servizi di screening o di cure palliative).
Il sistema viene istituito nel 2008, con 6 sezioni periferiche previste, come centro di coordinamento IRCCS Oncologico di Bari, e nel 2013 diventa attività istituzionale pugliese.
Ma allo stato attuale non si nota omogeneità di accreditamento per i registri di tutte le province, e non solo... emergono pure delle discrepanze incredibili e preoccupanti.
(continua...)

martedì 28 novembre 2017

MUTANO I COLORI DEL MARE




Le Nostre mattinate domenicali trascorse fuori, lontano quel tanto che basta, per il tempo sufficiente ad evadere da pensieri e quotidianità. Ricaricarsi, insomma... e poi ricominciare.
Ed è domenica se... vai al mare a novembre, e il tempo è mutevole come lo è stato oggi, caratterizzato da un forte vento e continua alternanza di nubi. Si muovevano veloci le nuvole, e lasciavano ampi squarci di azzurro e poi si univano ancora, si sovrapponevano in una pesante e grigia coltre, resistente al più audace raggio di sole. E il mare? Non poteva che riflettere i mutevoli cambiamenti d'umore del cielo. Colori dal cinerino al verde smeraldo, dal blu intenso al grigio metallo, senza contare i vari bruschi passaggi dall'increspatura a qualche piccola onda in delirio di onnipotenza. Tutto questo colto al solito con un solo sguardo.
Manfredonia è bella per ciò che possiede e per quella che è, ogni volta ci torni e pare offrire novità.
Una passeggiata sul lungomare coi gabbiani a filo di spiaggia, le reti aggrovigliate in un angolo, la tavola da surf appoggiata ad un albero spoglio. E' Novembre, cambiano la scena e i profumi, il fascino del mare resta uguale.
Una sosta al bar per un espressino "vestito a festa" e un piccolo vassoio di cioccolatini al 72% fondente di fattura artigianale, e poi il ritorno a casa.
Piccole gioie della vita, sufficienti a scacciare qualche pensiero al passato che guasta un presente sereno a lungo desiderato.
Se il cielo muta, il mare si veste di nuovo colore, come lo stato d'animo si fa diversamente stabile quando la Vita, per noia o destino, si diverte a sorprendere.

lunedì 27 novembre 2017

COINCIDENZE. DONO DI...?


Parlo da credente, ma penso possa essere valido pure per Chi non lo è. La Vita nasce per essere perfetta, come l'essere umano è per una sorta di eternità, chiamata "altra vita" da colui che ha fede, altrimenti detto perpetuarsi di essere in essere. Quindi necessariamente tutto ciò che accade ha un senso, magari non comprensibile nell'immediato, però importante. Un senso che è chiave di lettura per tanti accadimenti, a volte persino mezzo o maniera di accomodamento.
Mia madre ripeteva che la vita di ognuno altro non è che la parziale realizzazione di un progetto da parte di un "grande Architetto", e calcava la voce su quella "A" per far intendere a Chi si riferisse. Per Lei era il "supremo Fattore", per Altri pure "Destino" poteva andare, non faceva distinzione.
Col tempo poi e l'esperienza io ho ricavato un'altra immagine, quella di un'ampia scacchiera dove gli uomini si muovono come pedine, seguendo il libero arbitrio ma entro quello spazio e infinite combinazioni preimpostate. Non proprio limitati ma accompagnati e aiutati all'occorrenza da stimoli e suggerimenti, veri e propri segni di sollecitazione e incoraggiamento, anche conforto.
Sono quelle che comunemente chiamiamo coincidenze, le parole inespresse della Vita. Una sorta di "messaggi in codice" inviati a Tutti ma che non tutti sanno interpretare, così che poi restano lì in un angolo della memoria, richiamati per analogia di accadimenti e in seguito archiviati come "fatti casuali".
Non è così, dato che a saper leggere se ne trova spiegazione e si ricava pure consiglio utile.
Ed è buona cosa... che infonde speranza e dona gioia, e già solo la consapevolezza tanto aiuta.
Nulla è mai per caso e ciò che accade, anche semplice e banale, sta a indirizzare per la via giusta e non sentirsi soli in un particolare momento di vita o anche breve periodo.
Velatamente a volte, ma davvero qualcosa c'è oltre ciò che pare.
E gli esempi non mancano.
Oggi, tre mesi dalla scomparsa di un'Amica, ero in cucina a pelare patate, affettare zucchine e non so perché ho preso a pensarla, e solo dopo a realizzare la ricorrenza. Poi come non bastasse, squilla il telefono ed è Sua sorella che chiama... di sabato come era solita Lei, proprio il 25 come è stato per Lei.
E mentre conversavo al telefono si faceva strada il pensiero, e pian piano è stato tutto chiaro.
Sarà realtà o speranza o illusione, le coincidenze ci stanno, a calmare la Mente e dar quiete al Cuore

sabato 25 novembre 2017

LA SOLITUDINE... stato d'animo o condizione?

Stato d'animo o condizione, entrambi possono essere temporanei, persistere nel tempo o essere per sempre. Dipende.
Sento molti lamentarsi della solitudine, Chi è solo senza nessuno accanto e intorno, Chi si sente solo pur avendo famiglia ma col vuoto dentro. E' così, l'essere umano è la creatura più complicata del Creato, non è come il cane cui basta passeggiare col suo padrone per non sentirsi solo, e il ricordo poi volta per volta gli terrà compagnia. Non è neppure come il fiore o la pianta che vivono di sole e aria, sono impegnati a raccogliere le energie e mai avranno la consapevolezza di essere soli.
L'uomo a volte eccede in razionalità, per cui diventa matematico arrivare alla conclusione che lui senza alcuno è solo, e quindi deve sentirsi solo. Eppure la solitudine sotto certi aspetti è amica, addirittura necessaria.
Domani sarà sabato, ed è l'unico giorno della settimana in cui sono sola in casa e sola non mi sento affatto. E' momento di revisione interiore per me, mentre sfaccendo e mi rendo conto di poter farlo ancora, con gli acciacchi e le varie difficoltà, ma farlo con rinnovata energia non di "muscoli" bensì di "mente". E i miei tempi lenti diventano opportunità per ripercorrere le giornate della settimana che si conclude, accorgermi degli involontari errori, pensare ad eventuali "rattoppi", progettare a breve scadenza... un passo alla volta, giorno per giorno, frasi che paiono fatte ma che in realtà sintetizzano una filosofia di vita.
Perché questi pensieri stasera? Mi sono stati suggeriti da un incontro che ho fatto stamani. Una persona in terapia che conosco da tempo, sempre e solo serena, anche nei momenti in cui è stata malissimo. Non ha marito e vive sola con la madre affetta da demenza senile di cui si occupa da sola...
- Vedi, mi sono modernizzata anch'io...
E mi ha mostrato il Suo nuovo telefono, uno smartphone con profilo WhatsApp e FB...
- Bene, adesso potremo essere sempre connesse, così non ti sentirai troppo sola.
- Io sono sola ma non mi sento sola, mi faccio compagnia in tanti modi, cucio, leggo e guardo la televisione. E mamma poi...? A volte mi fa sgomentare, è vero... ma sorride pure e lo fa spesso, e i Suoi sorrisi mi tengono compagnia.
La serenità così espressa, con un ragionamento che non fa una grinza, mi ha fatto riflettere. Anch'io non mi sento sola quando sono da sola, forse perché da un bel po' ho fatto pace con me stessa, trovando le risposte che cercavo.

venerdì 24 novembre 2017

OLTRE IL MAKE UP (Competenze e professionalità)


Penultimo incontro del Corso di 2° livello per volontari focalizzato sulla cura della persona, il recupero dell'identità e il raggiungimento di una stabile condizione di benessere, nonostante la patologia tumorale, le terapie e gli effetti collaterali di queste. Limitare i danni, quindi... sentirsi coccolati fisicamente e rassicurati per un ritorno alla normalità.
Alcune volontarie del GAMA già operano in reparto in tal senso, seguendo un progetto nato poco più di tre anni fa, "Più belle di prima". Invogliano, informano, istruiscono le pazienti sull'importanza di non lasciarsi andare fisicamente, perché lo specchio diventi amico ed alleato, a tutto beneficio anche per la mente. E' un servizio prestato con determinazione ed entusiasmo certamente, ma una maggiore formazione con conoscenze specifiche lo renderebbe ancor più completo e qualificato.
Nell'incontro odierno abbiamo imparato che si può fare ancora e tanto oltre il make up, non solo mascherare pallore ed occhiaie, disegnare sopracciglia e ingrandire l'occhio, ma pure ridurre la sofferenza del rash cutaneo, la sindrome mani-piedi, la stanchezza e i dolori muscolari, il tutto a vantaggio di una migliore qualità di vita.
Lezione molto interessante quindi, con la partecipazione di un'estetista specializzata in campo oncologico presso lo IEO, Loreta Ricotta per il momento unica del settore nella Nostra città.
Si è presentata e ha parlato delle competenze acquisite e del percorso formativo che è diventato valore aggiunto alla Sua professionalità di base.
Il primo nucleo di attività dell’Associazione Professionale di Estetica Oncologica (APEO) è stato lo Spazio Benessere aperto in seno all’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) sin dal settembre 2013, con il consenso del prof. Umberto Veronesi. Da allora, sono quasi cinquecento i pazienti dello IEO, provenienti da tutta Italia, che hanno tratto beneficio da trattamenti di bellezza e benessere.
L’Estetista APEO ha tutte le conoscenze teoriche e pratiche per effettuare trattamenti di bellezza e di benessere su persone che stanno affrontando le terapie oncologiche. Le competenze acquisite durante il corso permettono di alleviare gli effetti dolorosi e invalidanti e contrastare gli inestetismi che toccano anche la sfera sociale e psicologica del paziente per migliorarne la qualità di vita. Attualmente sono circa 200 le professioniste che collaborano con le strutture sanitarie oncologiche. Centri di eccellenza sono a Lecce, Fermo, Imola e di prossima apertura anche a San Giovanni Rotondo presso Casa Sollievo della Sofferenza.
Il GAMA si predispone ad attivarsi per favorire anche da Noi, nella Struttura Complessa di Oncologia Medica, un centro di alta professionalità di cui le volontarie già operanti potrebbero essere testimonial, per un servizio veramente mirato al benessere a 360°.


UN MERCOLEDI' DI SOLE PASSEGGIANDO CON BILLY




Abbiamo saputo il suo nome solo a fine passeggiata, dopo che c'aveva fatto da guida dal piazzale antistante la Chiesa Madre fin sull'altura dov'è l'imponente croce metallica che dall'alto domina la valle. Proprio una valida guida il simpatico Billy, cane meticcio color latte macchiato. Ha fatto gruppo con Noi, e con andatura decisa si è nominato capo branco vivace per le salite e discese di Savignano Irpino, paese piccolo e lindo, in provincia di Avellino.
Poche anime cordiali per abitanti, parecchi cani non randagi e assai miti, liberi di andare per stradine e sentieri.
Un Mercoledì di sole oggi, che prometteva serenità per scacciapensieri. Già questo un bel regalo, ché se tutti i giorni fossero così avremmo in parte risolto molti problemi, compresi inquinamento e stress. Dobbiamo invece accontentarci di queste giornate a dimensione umana, volutamente ritagliate dal tempo sempre esiguo, per poter apprezzare gli aspetti migliori della vita.
Noi amiamo visitare i piccoli paesi, alcuni davvero simili alle quattro case nelle sfere di vetro con la neve, ci piacciono perché fanno ritrovare i piccoli gesti, ascoltare i passi sulle foglie e gli sterpi, inebriare di profumi ben distinti che non si accavallano né soccombono ai maleodoranti gas di scarico. A Savignano in tutta la mattinata avrò contato si e no dieci auto in circolazione, e nemmeno contemporaneamente. E' una piccola realtà con la dimensione di respiro lento e ritmato, l'uomo può permettersi il lusso di tornare alle origini, relazionarsi con gli Altri ma anche preferire la semplice compagnia di se stesso, il cane vive il suo momento perché non conosce costrizioni, e il verde secondo la stagionalità si confonde con l'azzurro... come la giornata odierna... o con il grigio dei giorni più bigi. Tutto come Natura impone.
E poi sentirsi presi da tanta spiritualità. Le edicole sacre sui muri delle vie, le croci viarie ad indicare la strada... fino alla cima e a quella croce che fa venire i brividi anche a Chi non crede. Accanto ad un albero ormai spoglio, pare svettare con forza. La vita non finisce con il morire delle foglie, aspetta una nuova primavera.

mercoledì 22 novembre 2017

DENTRO UN ABBRACCIO...


Amo il contatto fisico, non invadente, affatto a sproposito, spontaneo e naturale. Il tocco delicato di una carezza, stringere la mano, cingere le spalle per sorreggere ed accompagnare. La forza di un abbraccio per non sentirsi soli.
Potrei finirla qui, con poche parole che esprimono la carica vitale in una relazione difficile, complicata dal dolore e dall'incertezza, necessaria perché si possa continuare a sperare. Illudersi, direbbe qualcuno, penso che a tratti possa andare pure l'illusione perché non si perda la forza di lottare.
Altre volte ho scritto dell'abbraccio, la massima espressione del contatto fisico oltre la fisicità. David Grossman nel Suo libretto dall'omonimo titolo, gli attribuisce la virtù di annullare la solitudine unendo due esseri unici e speciali. Trasmette forza, aggiungo, riporta l'equilibrio quando pare tutto perso, è come riuscire a non far cadere un corpo che imprevedibilmente si abbandona.
Rileggo ciò che ho scritto e mi stupisco. Devo crederci davvero in questa sorta di "magia dell'abbraccio" se estemporanee arrivano tali immagini come tocchi di colore. E non è retorica, perché davvero dispenso abbracci pure a semplici conoscenze, di fronte a sguardi stupefatti che comunque non si tirano indietro. Vuol dire che non è proprio sbagliato.
Dentro un abbraccio... cioè quel che puoi trovarci, era il contenuto di uno dei miei soliti fiocchetti, rosso per la precisione...
- E' il mio colore, in tutte le mie scelte c'è almeno una nota di rosso. Voglio il rosso...
Così ho fatto scivolare il nodo stretto del nastrino e aperto la piccola pergamena...
"Dentro un abbraccio puoi piangere e ridere, trovare il calore che manca".
E' superfluo dire quanto sia stato appropriato in quel momento e per la situazione, e per giunta non ho dovuto neppure pensarci mezzo secondo prima di poter dare l'abbraccio che serviva a dirsi grazie per questa volta, e a darsi appuntamento per altre ancora.

LA FINESTRA


Giornata in casa e tanta introspezione. Ho bisogno di capire per prima me stessa e poi gli Altri.
E' un lavoro che desidero fare ogni tanto, non serve alcun ambiente speciale, non ho bisogno di fermarmi per meditare. Rifletto con seria leggerezza mentre sono in attività, come stamattina... sfaccendavo e pensavo, poi visto le motivazioni, concludevo ogni giro di pensieri con la stessa domanda.
Perché ci si deve complicare l'esistenza a priori, e ad ogni soluzione di problema far presente un altro problema, e poi contraddirsi, e dare addosso sia pure verbalmente a chiunque capiti a tiro?
Riconosco che qualche volta fu così anche per me, per breve tempo, perché da accomodante quale sono sempre stata finivo col prendermela con me stessa, in un giro vizioso che di certo non mi faceva bene ma almeno non feriva nessuno. Perché in certe "diatribe" c'è sempre il rischio di soffrire in due o anche più, a seconda dei casi.
Col tempo poi ho imparato a farmi scivolare tutto di dosso, è andata bene, oggi mi riprendo più in fretta ma purtroppo sul momento in cui accade mi sento svuotata, svilita nella mia persona, ridotta a sacco da prendere a pugni a mo' di sfogo, poi un'aggiustatina alla meglio per rimettermi in sesto, pronta per altri "cazzotti metaforici".
Diciamo pure che sono un tantino stufa di assorbire sempre e comunque, anche quando non sono in piena forma e con qualche "problemino", perché sono la prima a dire che i problemi sono tali solo perchè c'è sempre una soluzione, altrimenti si chiamerebbero enigmi o misteri... sono stanca e a disagio. Tante problematiche reali o presunte, effetti sfortunati o ancor più frutto di scelte personali, che ovviamente mi riguardano ma non sono mie, a lungo andare mi lasciano dentro qualcosa simile a brecciolina sottile, che punge, la sposto ma punge ugualmente, solo più in là. E il disagio continua, e quando non sono presa da altro o non ho modo di distrarmi, ho la sensazione di un'attesa che non voglio. Come camminare sulle uova, temendo di romperne qualcuno da un momento all'altro. Mi manca l'aria.
In un periodo non molto lontano ho già vissuto tutto questo, mi pare aver già dato.
Dovrò far prendere respiro più spesso a Mente e Cuore aprendo la finestra che a fatica mi sono creata. Posso farlo per me io sola.

lunedì 20 novembre 2017

UNA DOMENICA... FELICE


Ovvero... Buon Compleanno, Parcocittà!
Un giorno di festa trascorso in modo diverso al Parco San Felice, tornato all'antica dignità, che in questi giorni ha festeggiato il primo compleanno dalla rinascita. Uscito dal degrado grazie all'intervento e all'opera concreta di alcuni concittadini, attaccati alla Nostra città e intenzionati a valorizzare e sfruttare i "punti di forza", è diventato un centro polivalente dove associazioni culturali ma anche ludico-sportive e solidali trovano disponibilità e spazio per le loro attività ed anche per promuoversi.
In questo progetto di rinascita del Parco ben si inserisce il GAMA Oncologico che promuove la vita ed ogni suo aspetto, con i suoi incontri, dibattiti e convegni istruisce alla prevenzione, avvia alla consapevolezza di sé e alla scoperta delle risorse interiori.
Stamattina è stata una gioia immediata scorgere molti fare jogging, passeggiare ad andatura veloce o anche lentamente, chiacchierando in compagnia come un tempo, quando il Parco era considerato il "polmone verde" della città. Poi trascuratezza, indifferenza e degrado l'avevano ridotto a terreno incolto, quasi discarica a cielo aperto, riportarlo alla vita sembrava fosse impossibile, e invece...
Già, quando si tocca il fondo si può morire del tutto se la vita è tenuta in scarsa considerazione, oppure non si può che risalire per vedere la luce. E così è stato per il Parco, come è anche in generale convinzione del GAMA Oncologico.
Ma per tornare alla giornata finale di "Buon Compleanno", varie associazioni hanno sfilato nell'ampio spazio antistante l'anfiteatro, alcune con le testimonianze, altre con brevi momenti di spettacolo. Particolare attenzione hanno richiamato l'Associazione Culturale "Musica è..." con un'esibizione di danza russa in costume, e quella teatrale di Felice Di Maro che ha dato prova di valenza interpretativa recitando due noti monologhi assai diversi, la scena del caffè... tratto da "Questi fantasmi" di Eduardo De Filippo... e il monologo di Amleto di Shakespeare. Tutti bravi comunque.
Per finire, una nota tenera che riguarda la disabilità. L'Associazione "Cicloamici" ha presentato il "Tandem dell'abbraccio" (Hugbike), la bici a due per autistici. C'è una bella storia all'origine... penso proprio che un giorno o l'altro ve la racconterò.


domenica 19 novembre 2017

COME UNA FALENA FUORI TEMPO


Continuo a guardare le foto scattate ieri mattina e non posso fare a meno di qualche riflessione che poi sinteticamente riassumo in una sola. Sono trascorsi gli anni e non sento il loro peso, mi accetto e non solo, pure mi piaccio.
Così come sono messa mentalmente, è molto probabile che la tiri per le lunghe e, non so agli Altri, a me fa molto ma molto piacere.
Riprendo la foto col mio più bel sorriso, la osservo attentamente e mi chiedo... che cosa sarà cambiato? Assolutamente nulla, forse solo ed è comunque grande cosa, gli occhi con cui guardo ora il mondo e lo spirito con cui lo vivo. Mi sento a mio agio pur nella stessa pelle, come succede quando in casa cambi la disposizione dei mobili e pare aver cambiato abitazione. Ecco, davvero un esempio calzante... mi sento tutta nuova, con la stessa faccia e un paio di occhiali con la montatura rossa che mai avrei indossato prima. Prima che scendesse la notte su quel giorno troppo lungo per me, simile ad una falena nel disagio, e mi portasse all'alba di quello che vivo ora, sicuramente più breve ma intenso che mi sento "cucito addosso", finalmente farfalla.
Leggete la storia che segue, fa molto riflettere, e sono certa che domani si noteranno molte farfalle in più che avranno il coraggio di sfidare il tempo.
Una falena piangeva disperata e i suoi singhiozzi giunsero sino al cielo.
Disse la Luna
- Falena, cos’è che ti fa soffrire tanto?
- Luna piango perché sono malata. Aiutami ti prego!
Rispose la Falena.
- Malata? A me non sembri malata.
- Guardami meglio, un buon dottore non si ferma mai all’apparenza.
La Luna per guardarla meglio scese dal cielo e si avvicinò alla falena, illuminandola e lo spettacolo che vide la lasciò senza parole. Un esserino esile e tremante avvolto nelle sue stesse lacere ali, ed una profonda pietà la colse.
- Capisco – poi disse – ed ora so anche il perché, tu non sei malata, sei solo fuori posto.
- Fuori posto?
- Non è qui che dovresti stare, tu non sei una falena ma una farfalla.
- Una farfalla?
Disse sorpresa la falena...
- Luna ma sono figlia di generazioni di falene, come posso essere una farfalla?
La Luna ci pensò un attimo su e poi disse:
- Non importa quale sia il motivo o come sia potuto accadere ma tu sei una farfalla. La notte non è adatta alle tue ali delicate, al tuo nutrirti di luce e colore, tu soffri tanto perché questo non è il tuo luogo. Vivi la notte, ma dovresti vivere il giorno.
La farfalla che aveva sempre creduto d’essere una falena divenne ancora più triste, dicendo...
- Io non riesco a vivere così, presto morirò, la sofferenza è troppa.
La Luna, sentì che aveva ragione e riunì immediatamente il consiglio delle stelle.
- C’è una farfalla intrappolata nella fauci della notte.
- Com’è possibile?
Dissero le stelle in preda ad agitazione, e la luna continuò...
- Non è il suo posto, si ferisce ovunque vada, non ha occhi per fendere il buio, non ha ali adatte ad affrontare il freddo, dobbiamo trovare il modo di condurla al giorno prima che muoia, soffre tanto.
Le stelle abbassarono i loro musetti in giù e videro la piccola farfalla attendere speranzosa, con gli occhi persi nel cielo. E poi dissero in coro...
- Addormentiamola! Così quando si risveglierà domattina, si troverà a vivere il giorno della vita e non più la notte.
- Come si fa ad addormentarla?
Chiese la Luna preoccupata.
- Invertire il ciclo di una vita è pericoloso potrebbe impazzire, su ragazze pensate, pensate troviamo una soluzione meno traumatica.
Le stelle non riuscivano a trovare un rimedio e poi improvvisamente la Stella Cometa fece la sua entrata e sorridente disse...
- Io so come fare!
La luna la guardò incredula ma tanto speranzosa.
- Dimmi, non mi far stare sulle spine, come puoi portarla nella luce del giorno.
- La guiderò sino al nuovo giorno e lei non dovrà fare altro che seguirmi dalla terra.
La Luna ridiscese giù dalla triste farfalla e le raccontò il piano, la farfalla accettò e del resto non aveva altra scelta.
La stella cometa salutò le sue consorelle e iniziò il viaggio e con lei la farfalla. Il cammino fu lungo e stancante ma improvvisamente il cielo prese a cambiare e alla farfalla questo mutare fu subito chiaro.
- Stella vedo una luce…
- Si cara ci siamo quasi, su... un ultimo sforzo.
La farfalla quell’ultimo sforzo lo fece con gioia, quella gioia che solo chi ha tanto atteso e patito la notte più nera può conoscere, ed improvvisamente il cielo si illuminò a giorno.
- Stella? Dove sei non ti vedo più?
- Cara è giorno, e le stelle si vedono di notte... buona vita, piccola mia.
- Stella aspetta, posso strapparti una promessa?
- Si cara, dimmi.
- Ci sono molte farfalle che credono ancora di essere falene, aiutale.
La Stella cometa tornò nel cielo della notte, portando nel cuore la promessa fatta alla farfalla e da quel giorno di viaggi così, ne fece tanti.
Beh, a Natale non è che manchi molto. Provate a guardare su, nel cielo. La Stella può aver deciso per il giro più lungo, io credo valga la pena tentare.

sabato 18 novembre 2017

PIU' BELLE DI PRIMA


Dovevo arrivare a questa età per scoprire la serenità per caso. Mi spiego meglio. Io sono sempre serena, ho una serenità di fondo e del resto non c'è motivo che sia diversamente, è come tempo stabile nella bella stagione. Ma ciò che intendo con l'espressione, serenità per caso, è vivere una breve e rassicurante condizione di benessere per un momento di piacevole tranquillità in compagnia.
Cinque Amiche con un legame comune che decidono di incontrarsi unvenerdì mattina per un aperitivo. E fino a questo punto, nulla di strano. Bene, la "stranezza" sta nel fatto che per me è una novità. Retaggio educativo mi ha posto da tempo immemore un freno, mi sono trovata sempre solo per un caso e invitata sul momento a prendere qualcosa al bar, in piedi e velocemente, quasi per non darlo a vedere. Senza poter gustare il piacere del momento.
E quanti di questi momenti mi sono negata, tutte le volte che si organizzava, si fissava un "piccolo evento", per interrompere la monotonia di una quotidianità sempre uguale. Questo persino da giovanissima ai tempi della scuola, per non parlare dei successivi, con la famiglia e i figli e tutto quanto. Dovevo arrivare a questa età, ripeto... e poi aggiungo pure, ad ammalarmi di cancro, uscirne spero per sempre, e poi a voler restare nell'ambiente che ormai reputo l'altra mia vita, quella che procede parallela e dà la spinta alla mia di sempre, o per meglio dire, alla nuova da sette anni in qua.
Ma per farla breve, perché poi finisco con essere prolissa e correre il rischio di perdere il filo, stamattina in quella mezz'ora che sono stata lì, con le Amiche, a raccontarci, fare qualche progetto, tra un analcolico e uno scatto fotografico, sono stata davvero bene, più serena della mia serenità abituale, e non mi aspettavo potesse essere così superlativo. Eppure... niente di speciale.
Sarà che ad unirci è per più versi sempre la stessa cosa, siamo motivate, abbiamo buoni intenti... ci vogliamo bene. E uno stato d'animo tale che prende più persone, nello specifico... Noi, è una bella condizione, che si vede anche all'esterno. Belle quindi dentro e fuori, anzi... più belle di prima!

venerdì 17 novembre 2017

ALLENIAMO LA CONSAPEVOLEZZA


Dopo aver trattato delle emozioni, il 4° incontro del corso di 2° livello ci ha visti impegnati nelle risposte ai quesiti di un questionario sulla "consapevolezza emotiva".
Conoscere bene se stessi, le proprie emozioni e relative reazioni è indispensabile alla formazione di Chi intende operare nel volontariato, ancor più nel campo specifico della patologia oncologica.
Quindi... sapere quali emozioni si stanno provando in un preciso momento di una particolare situazione e il perché. Rendersi conto del legame tra sentimenti provati e pensieri che si auspica siano totalmente privi di giudizio.
La consapevolezza emotiva è perciò il riconoscimento delle proprie emozioni e dei loro effetti, la conoscenza dei propri punti di forza e dei propri limiti.
Per essere volontari bisogna avere grande fiducia in se stessi, chiudere perciò con un eventuale passato di frustrazione e scarsa autostima, rivalutando il proprio valore, le capacità ed anche competenze inaspettate, come sensibilità, predisposizione all'ascolto e solidarietà.
E' infatti un rapporto profondo, di fiducia e intima sintonia, quello che si stabilisce tra volontario e paziente, soprattutto quando la malattia a volte fa sentire sospesi, tra ansie e dubbi, ad un filo, a parole mormorate sottovoce.
Il tumore non è una malattia come le altre, altrettanto gravi, e coloro che ne vengono colpiti sono di conseguenza malati diversi. Lo sconcerto che prende all'inizio, quando se ne viene a conoscenza, l'evoluzione diversa per ogni caso, la durezza delle terapie, il forte senso di precarietà fanno sì che si cerchi un rapporto che è qualcosa in più, la condivisione di ogni pensiero, timore, e quando c'è anche di gioia.
Un malato oncologico non vuole essere dimenticato, e d'altra parte si resta nei Suoi pensieri come un amico, una spalla su cui piangere, una mano da stringere per prendere forza e dimostrare gratitudine.
Perché si tratta di emozioni intense, molto forti, difficili da spiegare, impossibili da condividere in un secondo tempo, perché altre ce ne saranno ma sempre diverse, uniche, legate ad ogni singolo momento.
Vanno trasmesse allora che le si sente vivere, vibrare addosso, perché non si disperda la loro forza anche contagiosa.

giovedì 16 novembre 2017

LA VITA E' COM'E'...


Mi convinco che la "malattia" sia stata solo un punto di partenza perché finalmente potessi elaborare ciò che sentivo "in essere".
Deve essere così se vero è che nulla avviene per caso, e si spiegherebbe il "perché" di un'evoluzione in positivo, cosa comunque comune a molti, più ancora di un percorso post tumorale alquanto atipico. Quasi fosse questo un "corso di specializzazione" per la vita, dopo che il tumore ne è stato il "test di accesso".
Però continua per certi versi ad essere dura, e nonostante questo mi appassiona. Non mi piace, attenzione... ché non può piacere essere spettatori impotenti sia pur artefici della serenità di qualche momento... però mi appassiona. E le prove sfiancanti non mi fanno indietreggiare, e vado avanti perché ci credo che con la mente e la sua forza si può fare. Non sono medico né psicologo, sono una paziente anch'io con la fragilità che a tratti viene fuori, ma se ne avvede e fa passi indietro come a prendere la rincorsa e poi mettere fuori la grinta che ci vuole.
Ma... sicuro che non sei una psicologa... magari avevi cominciato e poi smesso. A me puoi dirlo, è stato a causa della malattia, vero?
Più di qualcuno mi ha detto questo, e mi ha fatto riflettere.
Mi hanno sempre affascinato le Persone, osservarle e cercare di capire non la singola di quel momento ma l'animo umano in generale, poi cercavo i "punti" in comune con il mio "essere interiore", ed era sempre un tassello in più per la conoscenza e in consapevolezza.
Tutto molto bello, ma abortito a causa del mio ostinato senso di inadeguatezza. Avrei potuto farne una "professione" che mi piacesse, ma mancò quel salto di qualità per farmi osare, lasciare un'impostazione che mi dava certezze, per cercare altro e sentirmi adulta nella scelta di un'esistenza che fosse d'aiuto vero per l'Altro, perché quando passione c'è...
Vivere non è semplice, si sa e per questo la vita intera è un corso che abilita e ti promuove solo alla fine, o almeno ai suoi tre quarti, quando all'improvviso impone di fermarti e recuperare allora, in quel momento o mai più.

mercoledì 15 novembre 2017

UNA SERATA PER... UN MONDO INCREDIBILE (parte seconda)


Al termine dell'interessante incontro col dott. Di Tullio, direttamente al teatro "Umberto Giordano" per uno spettacolo di beneficenza organizzato da alcune Associazioni Benefiche ONLUS, tra cui anche il GAMA Oncologico, sempre interessato ad eventi culturali ed artistici.
Non è facile ottenere l'accesso al Nostro teatro locale per rappresentazioni simili o eventi riguardanti ugualmente le associazioni, se questa volta la richiesta ha avuto felice riscontro significa che qualcosa finalmente si muove in tal senso e che di principio l'opera di sensibilizzazione prima o poi dà i suoi frutti. Senza fretta ma con costanza, importante è mai demordere, come la goccia che scava la pietra.
Una platea quasi al completo e qualche palco con spettatori tutti paganti per dare il proprio contributo alle associazioni impegnate nell'organizzazione di uno spettacolo semplice ma nel complesso gradevole.
Due ballerini della Scuola di Ballo, "Quik Dance 2" si sono esibiti in alcuni numeri di danza, a seguire una divertente riduzione da un più ampio lavoro teatrale in vernacolo, dal titolo "Peppino e Mariuccia", storia di un amore nato tra i banchi di scuola tra due ragazzi di diversa estrazione sociale, all'inizio contrastato ma comunque a lieto fine con fiori e confetti.
Non è mancata la lettura recitata dell'attore Vito De Girolamo di due poesie di Pablo Neruda, e infine il medley di un giovane cantante, Francesco Curci, dalle notevoli doti canore, nato nella Nostra città ma noto in tutta Italia e in parte all'estero per aver vinto concorsi e festival.
L'esibizione di questo giovanissimo talento ha concluso lo spettacolo in bellezza ed emozione, emozione che ha raggiunto l'apice al momento finale dei ringraziamenti generali.
Replichiamo Noi anche stasera con un grazie davvero sentito alla Nostra Presidente, impagabile per entusiasmo ed energia, ad uno dei due presentatori, Michele Gramegna socio del GAMA, e in particolare a Melina De Troia, della "Fundaçao Emaus", che da sempre smuove le montagne per portare avanti progetti che trovano ovunque pieno consenso e realizzazione.

martedì 14 novembre 2017

UNA SERATA PER... UN MONDO INCREDIBILE (parte prima)


Pomeriggio al Centro Polivalente di Parco San Felice per il consueto incontro del GAMA e serata al Teatro "Umberto Giordano" per beneficenza.
Staccarsi per poche ore dalla "normalità" ed immergersi in una realtà che coinvolge sempre più persone, dall'una e dall'altra parte. Un mondo incredibile.
L'incontro odierno è stato fortemente voluto dall'oncologo che ha poi relazionato, impostato in modo aperto, dopo aver riscontrato la scarsa informazione tra i pazienti presi in cura. Essere consapevoli di ciò che si ha, conoscere il percorso da affrontare, parlare senza reticenze diventa parte attiva della terapia stessa, scelta quindi e non subita.
Il dott. Piergiorgio Di Tullio è un oncologo molto giovane, è arrivato nel reparto di Oncologia Medica degli OO.RR. di Foggia solo un anno e mezzo fa, ma ha fatto in fretta ad acquistare stima ed affetto da parte di tutti. E' un ex paziente oncologico pure Lui, e opera da medico con gli occhi da uomo, conosce l'ansia e le paure, sa quanto possa essere gravoso anche il minimo dubbio, è cosciente che una patologia oncologica coinvolge non solo Chi ne viene colpito ma la famiglia intera, grande punto di forza se adeguatamente supportato. Quindi un medico oncologo, una volta considerato solo "chemioterapista", ora deve essere in grado di prendere in carico "persone" e non limitarsi a "curare" malati, c'è infatti grande differenza appunto tra curare e "prendersi cura" che equivale ad accarezzare l'anima di Chi mette la propria vita nelle mani di un Altro.
Ha posto in rilievo l'importanza dell'informazione, e a tale scopo ha spiegato nel dettaglio come ha origine il cancro, partendo dalla piccola cellula, decima parte del punto lasciato da una matita sul foglio, quindi invisibile, e pur capace per infinite cause (ambientali, alimentari, genetiche, ecc.) di crescere e aggregare. Ha illustrato la sinergia tra Chemioterapia, Targeted terapia, Immunoterapia, gli esiti felici e i perché degli insuccessi, essendo ogni caso a se stante e perciò oggetto di osservazione e cauti tentativi. Si è dilungato sulla spiegazione di sigle e termini, come TNM (grandezza, diffusione e metastasi), specificando che anche con metastasi oggi è possibile addirittura guarire o almeno essere curati, quindi cronicizzare la malattia.
Ha infine aperto all'assemblea, rendendosi disponibile a chiarire dubbi e rispondere a quesiti. La risposta è arrivata sollecita anche per il clima amichevole instauratosi, infatti persino gli uomini, solitamente restii per fattore culturale a parlare di problemi riguardanti la patologia prostatica, non hanno esitato a fare domande cui è stato risposto in modo adeguato ed ampio.
Il dottor Di Tullio, ha concluso con una metafora da "esperto" a 360°, ovvero da medico ma ancor più da persona che ha vissuto la malattia, e nel modo giusto vedendone le "opportunità".
La vita è come un piano inclinato su cui scivoliamo lentamente nella normalità, per cui tutto è scontato e a volte neppure notato. Poi ad un certo punto si presenta un muro, fatto di ansia, paure e sofferenza e tutto si ferma, non si può vedere oltre, e allora non resta che guardare dietro e cercare di recuperare nelle piccole cose la gioia persa, e poi intorno per scoprire così un "Mondo incredibile", fatto di Persone, e note per Altri forse indifferenti, ma per Chi è fermo, come ibernato, dal calore e colore inaspettati.
(continua...)

IL VENTO PORTA VIA E IL VENTO RACCOGLIE

Come il vento che si appresta a farsi gelido porta via le ultime foglie dagli alberi e poi le raccoglie in mucchi o ben distinte ne fa un tappeto, così l'entusiasmo per questa vita nuova, fatta di curiosità e piccole scoperte, ci ha fatto un po' scordare i Nostri acciacchi e chiamare a raccolta le energie. Perché è domenica se... sfidi il vento che porterà un cambiamento brusco e repentino, sali e ti inoltri lungo un vicolo, mentre a venirti incontro c'è un gruppo di ragazzi suonatori, una piccola band di veri musicisti, i "Rizzaband"... ed è tutto dire.
E così, è fatta, la svolta alle Nostre domeniche ormai è definitiva, un altro tassello si è aggiunto. Priorità, consapevolezza e gratitudine sono le "parole chiave" per una ricerca veloce.
Mai di Domenica fare ciò che non ci va, al massimo pensare al pranzo che sia di stagione, per assaporarne il gusto e bearsi dei profumi.
Acquisire la consapevolezza della vita che si fa dono per ogni stagione che passa, mettendone insieme tante come perle per un filo gioiello.
Essere grati di tutto questo, e dimostrarlo per primi a sé stessi lasciandosi coinvolgere da una frizzante e gioiosa nota musicale... When the saints go marching in... e ritrovarsi a muovere la gamba a tempo.
E poi la saporita degustazione con l'olio nuovo, ed entrare nelle chiese e sentir parlare di fede, religione espresse nell'arte, con un'antica e radicata tradizione storica e culturale.
Solo qualche ora di una mattina domenicale, niente di che forse per molti, per Noi tanto e di più. Perché è così, cerchiamo di rinnovare e mantenere sano e vivo l'entusiasmo, "strategia" per la serenità, poi in particolare per quello che mi riguarda, è sentirmi totalmente presa e confortata dal semplice pensiero che non è un sogno, tutto ancora dura ed è assolutamente vero.



lunedì 13 novembre 2017

LA "NON INQUIETUDINE"


Sono contenta e serena perché sono consapevole di ciò che mi fa stare bene. Anche nei giorni di tristezza, pure quando qualcosa non va, tanto niente dura per sempre e poi passa, e resta il ricordo e non è detto sia del tutto spiacevole e doloroso.
Domani, come ogni domenica farò una telefonata o la riceverò sempre dalla stessa persona, e sarà per me e quella persona stessa, segno di "continuità". Non so se può essere uguale per Tutti o almeno per i più, ma qualcosa che continua nel tempo, pure se il tempo le ha posto un freno, è un forte segno di "speranza" che non muore.
Cominciai cinque anni fa, la sentivo ogni domenica, la chiamavo sempre alla stessa ora, sapevo che aspettava "quella" telefonata, e quando a volte per un qualsiasi motivo tardava ad arrivare, Lei si preoccupava, pensava potessi non stare bene. Così "stare bene" diventava un mio impegno a prescindere, perchè coincideva con quello di Chi teneva a me, che non aveva obbligo alcuno eppure si preoccupava. Ora non c'è più ma io continuo a sentire Suo marito, sempre la domenica, verso mezzogiorno.
A me da allora per essere serena, basta sapere di occupare un piccolissimo spazio tra i pensieri di qualcuno ed essere ricordata con un sorriso, sempre.
Sono esigente? Potete essere sinceri perchè non me la prendo... ogni appunto, nota o critica sono bene accetti nonostante siano al di fuori di me, cosa solo in parte vera perchè...
Non sei tu solo ad essere te stesso.
Sei presente nelle azioni degli altri uomini,
e questi, senza saperlo, sono con te in ognuno dei tuoi giorni.
Il "prossimo" è null'altro che Noi stessi... liberiamo la Mente e Il Cuore della zavorra, del "troppo" di Noi, e... magicamente sarà l'"incontro".
"Non fare ad Altri ciò che non vorresti fosse fatto a Te"... ed ancora... "Ama il prossimo Tuo come Te stesso"... non sono frasi da pulpito ma dettami per vivere bene in pace con se stessi e il prossimo.
E' così semplice, eppure amiamo complicarci l'esistenza. Chissà perchè... Perché a volte non ti senti pienamente compreso, e invece vorresti spiegare quanto sia molto più semplice relazionarsi con l'Altro se in questo ci si riesce a "specchiarsi". Si eviterebbero tanti malintesi, giudizi gratuiti, frasi ed azioni che fanno male. Il "prossimo" è lo sconosciuto che è in Noi, reso visibile... così come afferma Gibran... ed è pure quello che conosciamo bene da una vita, con cui abbiamo condiviso latte e giochi e poi ad un certo punto ha cominciato a darci fastidio, essere antipatico, così per partito preso. Ci ostiniamo nel tempo su questa posizione e magari quel prossimo tanto a Noi vicino aspetta un cenno per ricominciare. Mentre per una continua situazione di disagio ci neghiamo la "non inquietudine".

sabato 11 novembre 2017

LE EMOZIONI... UN BENE COMUNE


Le emozioni ci appartengono, sono parte essenziale della Nostra vita, qualcosa che ci accomuna Tutti.
Sono reazioni ad uno stimolo interno o esterno, piacevole o spiacevole, la cui comparsa provoca modificazioni fisiche e psichiche. Sono altresì risposte momentanee che determinano uno stato di attivazione complesso e che porta ad agire in maniera immediata. Prolungate nel tempo diventano "stati d'animo". Si distinguono in emozioni primarie (paura, rabbia, gioia e tristezza), e secondarie (vergogna, orgoglio, senso di colpa).
Hanno diverse funzioni, sono tutte utili e positive, piacevoli o spiacevoli, più o meno intense. Adeguatamente gestite, diventano uno strumento indispensabile per migliorare la Nostra vita, in quanto ci permettono di acquisire consapevolezza.
Vivere davvero, infatti significa averne consapevolezza. Assaporare ogni momento, gestire situazioni ed azioni in perfetto equilibrio tra Me e l'Altro in un "contesto" preciso che non è mai lo stesso.
Cambiano le situazioni, di conseguenza pure gli stimoli e a questo punto nascono ancora le Nostre emozioni, perfetta espressione di Noi stessi.
Se sono piacevoli, è il fisico stesso che non esita a manifestarle... rossori e batticuore, sorrisi e grandi aspettative proiettano nel futuro la Nostra immagine felice.
Quelle sgradevoli invece ci comunicano che abbiamo un problema da affrontare, un duro percorso o già un ferita a cui lavorare. Vorremmo non viverle queste emozioni, anzi definirle tali sembra quasi un'esagerazione immotivata e non meritata, ma tant'è che incidono nell'animo e segnano. Anche se tentiamo di nasconderle, a volte perfino a Noi stessi.
Vanno superate, elaborate per ricavarne risorsa sempre nuova... ma come?
Francamente non è facile, non c'è regola comportamentale fissa, e a volte ci si sente addirittura spiazzati.
E' difficile parlarne con Chi si trova a combattere nel quotidiano tra ansia del futuro, precarietà del presente e memoria del passato... soprattutto quest'ultima riporta ad un confronto che dà ancora più dolore. Forse perché in sé ha la convinzione che c'è una specie di accordo che non potrà mai essere smentito. Invece tutto può cambiare, anzi già muta normalmente, quindi una presunta sicurezza di sé, una convinzione di infallibilità entra in crisi.
Noi vorremmo che cambiamento, difficoltà, relazioni evolvessero tranquillamente, in tal caso non ci sarebbe emozione... meglio così?
Chissà, è difficile esprimersi in tal senso... che vita sarebbe?
Le emozioni sgradevoli vanno superate traendone insegnamento, esaminando cause e convincimenti, chiedendosi fino a che punto sono veri.
Ho paura... perché?
Credevo non sarebbe mai capitato a me...
Temo per la mia vita... adesso.
Passa qualche tempo e provo meno paura... perché?
Vedo e ascolto... piango e rido... parlo, urlo, amo!
Ci sono adesso, e vivo per emozionarmi ancora.

AL SOLITO BIVIO


Se non ci fossero motivi tali da tenermi in piedi, ferma e dritta di fronte al solito bivio, direi proprio che sarei decisa a mollare, con dolore ma lo farei.
C'è tanta sofferenza qui... parole del mio oncologo alla vista dello sgomento trattenuto a stento, sgomento non per me stessa, ché quello riesco a gestirlo per istinto di sopravvivenza, ma per il forte senso di impotenza. Mi sono vergognata poi di quell'attimo di cedimento, ma tant'è sono fatta di carne e sentimenti anch'io, e se riuscissi a restare impassibile davanti a due occhi lucidi diventati troppo grandi in un volto smagrito e pallido, non sarei normale oppure dura spettatrice di continuo dolore. Mi sono pentita quindi, e pure convinta di aver perso punti... che razza di volontaria sono?
Stamane però, quando il mio dottore ha salutato con la consueta cordialità, mi sono ripresa... è andata, mi son detta, ha dimenticato la mia grama figura da "scolaretta impreparata".
Ma d'altra parte non è che si sta a recitare un copione, essere se stessi con le dovute cautele per una situazione costante, è prioritario, Chi è dall'altra parte è estremamente sensibile quanto vulnerabile, e si accorge di quel che sei, se lo sei o meno, e il primo vero danno sarebbe questo, consequenziali gli altri.
Dopo una serie di eventi che sembrano essere messi insieme a bella posta, cui forzatamente assisti senza poter lasciarti andare alla libera espressione di ciò che provi, davvero pare che si ponga quasi un out out... prendere o lasciare? Prendi questa "costante" con qualche variabile, l'accetti, o lasci perdere, molli tutto e torni a quel che eri parzialmente riveduta e corretta?
Non nego di averci pensato tante volte, lucidamente e distaccandomi con forza dal mio vissuto per non esserne totalmente condizionata, mi sono ritrovata sempre in lacrime con la sensazione di aver voluto anche per un solo attimo scappare. Poi, con gli occhi asciutti ho guardato avanti, mentre come fotogrammi in successione rivedevo volti e contemporaneamente ricordavo parole come messaggi, doni lasciati a me, eredità d'Amore. Che si continuasse, perché alla fine tutto passa, con dolore ma passa.

UN PIANETA SCONOSCIUTO


Si sa, sempre si ripete, l'ho detto... non si finisce mai d'imparare. E se questo vale per ognuno in senso lato, ché possa vivere con crescente consapevolezza, ancor più serve a Chi approccia per necessità o virtù all'animo umano. A tale scopo Noi volontari non manchiamo ad alcun percorso formativo, che non ha pretesa di abilitare ma arricchire e forgiare una dote innata.
Aiutare Chi sta vivendo un'esperienza dolorosa fa star bene colui che dona ascolto e presenza e Chi ne accoglie il beneficio. Il primo torna alla Sua quotidianità ricaricato da riscontri positivi e maggiore coscienza, il secondo confortato nella solitudine della malattia.
Vorrei comprendere, o meglio poter spiegare perchè in quei giorni "di riposo", quando sono a casa trovo più difficile proseguire per la mia strada. Mi muovo a rilento, sono stanca quasi sentissi tutta sulle spalle, la fatica di questo tratto di via.
Chissà...
Eppure so bene che ogni tanto devo starmene per conto mio, nella realtà che mi appartiene per poter meglio porgere, con la serenità giusta e il sorriso sincero, ciò che ho da dare. Non è gran cosa, niente di preparato, studiato... è solamente il desiderio di riuscire almeno per un po' a non far pensare. Essere l'occasione, lo stimolo e, in quanto persona, una sorta di "promoter" del "vivi qui e ora" senza pensare a "ieri" o preoccuparsi del "domani". Ecco... se c'è una cosa che studio è proprio questa e cerco di farne un "programma", anche se facile non è perchè non so Chi avrò di fronte o pur sapendolo non posso immaginare in quali condizioni fisiche e psichiche.
Non c'è niente di più difficile e complesso dell'animo umano, lo sanno bene gli psicologi che vi approcciano sempre con le dovute cautele, mettendo in conto più di un tentativo.
E allora? Allora, io vado e basta... seguo il Cuore e un pizzico di buonsenso, animata dalla consapevolezza che in quei duri momenti la paura più grande è essere "archiviati" prima del tempo, considerati cause perse, "pratiche" da sbrigare ma senza fretta, tanto non potrebbero servire più per sé nè per Altri.
Questo lo so bene, Dio solo sa allora quante volte c'ho pensato e pianto.
Così... io vado, parlo d'altro e quando non si può cerco aiuto all'ironia, grande alleata dalla capacità di sdrammatizzare e alleviare qualsiasi sofferenza. Cerco di stabilire un "contatto", simile alla mano che si porge al "compagno di cordata" per poter risalire. Ove l'uno è debole, l'altro "tira su" e insieme si va per non cadere e mai sia, precipitare.

mercoledì 8 novembre 2017

SETTE E NON OLTRE SETTE


Il susseguirsi di eventi e il culmine raggiunto col sostenere uno sguardo impaurito senza tradire emozione, hanno fatto sì che tutto per me diventasse piccola cosa, poco importante, banalità. Sono cosciente di aver perso un po' di stabilità, comunque in via di rapido recupero, ma intanto oggi era il giorno 7 ed avevo dimenticato che proprio in questa giornata avrei perso il "privilegio" dello 048, per cui avevo sudato e lottato, riconquistandolo altermine dei cinque per altri due anni. Già... 5 anni di sopravvivenza più 2 di proroga, fanno giusto 7, e il Sette ritorna, e rivisto il tutto, questo suona non più come un caso.
Non so perché ero convinta che la scadenza fosse a fine mese, però ugualmente mi ero da tempo affrettata. Per il Follow Up a gennaio, tutti gli esami prenotati, impegnative timbrate, mancavano solo le analisi del sangue, ed erano giorni che tentavo inutilmente di completare per poter stare tranquilla. Ora il solo pensiero di dover pagare magari in extremis, dopo non aver usufruito di alcun beneficio economico, nemmeno la base, mi irritava fortemente.
Per caso nel pomeriggio mi è venuta l'idea di dare una controllata, l'ho fatto e all'improvviso un attacco di stizza moderata ma non troppo mi ha colto, perché con la mente mi ritrovavo già a domani, 8 novembre. Non c'era più tempo.
Non so quante volte ho rigirato quel foglio dell'esenzione nel vano tentativo di trovarci una postilla a scusante della mia insolita negligenza. Niente. Mio marito cercava di rabbonirmi, ma il Suo... strano, proprio Tu, sempre così precisa... mi faceva raggiungere picchi che meglio avrebbe fatto a tacere, poi ero quasi rassegnata, sono tornata in cucina e lo sguardo è andato al calendario. Era ancora il giorno 7 e quindi... forse avremmo fatto in tempo.
Ho "spedito" mio marito... ma in verità si era messo già sul piede di partenza... al CUP, è andato e nel giro di mezz'ora tutto era compiuto. Ce l'avevamo fatta ancora... l'ultimo sprazzo di vita di un diritto acquisito, la prima ed unica volta che mio marito faceva una cosa così, perché da quando tutto cominciò me la sono sempre cavata da sola. Dopo 7 anni, un giorno 7...
Un caso...?
C'è di fatto che il numero 7 è da sempre considerato il numero perfetto, l'espressione privilegiata della mediazione tra umano e divino, e vai a vedere che quando l'uomo non aiuta, almeno Lui viene incontro. Sarà pure in realtà poca cosa, resta sempre una grande e confortante certezza.

martedì 7 novembre 2017

DAL MUTUO AIUTO AD ASSOCIAZIONE ONLUS



Secondo incontro del corso di 2° livello per volontari in reparto, dedicato a presentare ed illustrare per sommi capi lo "Statuto" del GAMA Oncologico, l'atto che individua le caratteristiche essenziali dell'ordinamento dell'associazione.
Lo Statuto vide la sua stesura definitiva dopo una gestazione non facile, si trattava in effetti di stilarne uno che facesse principale riferimento ad un gruppo di auto mutuo aiuto prima ancora che ad un'associazione. Dopo una prima bocciatura e una ricerca accurata si approdò a qualcosa di molto simile già operante presso un ospedale di Genova, e su quella falsariga nacque lo Statuto del GAMA. Molto chiaro e semplice, attualmente da modificare in qualche punto essendo l'associazione maturata per impegno e credibilità.
Il GAMA è un'associazione di volontariato ai sensi della legge n. 266, e come tale non ha fini di lucro neanche indiretto ed opera esclusivamente per fini di solidarietà. Gode di garanzia istituzionale, e dal 7 aprile 2016 è iscritta al n.1978 del Registro Generale delle Associazioni, protocollo 312.
L'Associazione pone l'obiettivo alla salute, favorendo la comunicazione fra i vari elementi, aiutando a gestire problemi psicologici e materiali legati alla malattia.
Opera nell'attività del mutuo aiuto dal 2011, diventa ufficiosamente associazione nell'ottobre del 2014, ufficialmente "onlus" nel 2016, è quindi piuttosto giovane e non può ancora usufruire di proventi esterni ed agevolazioni, eccezion fatta dell'esonero tasse, dovuto alle Onlus. Solo da quest'anno ha avuto accesso al
5x1000 e si spera in seguito di poter avvalersi economicamente non solo di auto finanziamento.
Le risorse economiche per un'associazione di volontariato sono indispensabili per polizza assicurativa, spese di rappresentanza importanti per l'attività in generale e pure per darle maggiore visibilità per la bontà e l'efficacia degli intenti.
il GAMA Oncologico diventato Associazione Onlus, dopo un lungo e faticoso tirocinio, si promuove infatti come qualificata e largamente riconosciuta medicina complementare, in risposta a bisogni e vissuti. Essa si fonda sull'evidenza scientifica che l' "ESSERE INSIEME" e la "FORZA DELLA MENTE" sono ottimi alleati della medicina ufficiale nel percorso di cura.

E' DOMENICA SE...


Solo da poco ho preso a smussare certe "malinconie domenicali", uscendo fuori dalle mura domestiche, concedendomi una mattinata di spensieratezza... oggi è stato così.
E avrei al solito scritto di vaghe e leggere emozioni, voli di un'anima che ogni tanto cerca ristoro, e invece stasera non posso, parlerò di fiocchi col nastrino celeste che resteranno sul fondo di un cestino e scarpette da ballerina nell'angolo di una stanza. Lo devo ad un'anima che anelava alla rinascita e non ce l'ha fatta.
Non era nemmeno un anno che l'avevo conosciuta, all'inizio provai molta pena per Lei tanto era spaventata e sfiduciata, poi piano piano si era ripresa, ogni tanto gli occhi ancora le si riempivano di lacrime però non affondava più la testa nel cuscino, sedeva a letto sempre più dritta e sorrideva qualche volta in più. Prese a farmi tenerezza per tanti motivi, uno era la scelta dei bigliettini esclusivamente legati dal nastrino celeste. Celeste perché era il colore che la riportava al Suo unico figlio. Per lui tanto amore e una lunga storia.
Dici che ce la farò?... mi chiedeva ogni tanto... perché non dovresti farcela, certo che ce la farai... le rispondevo. Ed intanto per agevolare alla Speranza il suo percorso, le proposi, perché creatura sensibile e momentaneamente fragile, di fare qualcosa insieme. Sapeva esternare così bene con le parole ciò che provava, perché non tentare di scrivere, o anche solo condividere un testo di altri, particolarmente sentito come affine a sé? Ci provò come tenta un uccellino implume, poi più nulla...
Ora voglio ricordarla con un messaggio che mi inviò a commento di un pensiero da me postato che aveva come illustrazione un paio di "scarpette rosa". Lei aveva danzato e poi smesso con l'arrivo della malattia, quindi aveva fatto voto di non riprendere più, chiedendo la grazia della guarigione.
Condivido letteralmente il messaggio e la mia replica con l'augurio della buonanotte... era notte e Lei spesso restava sveglia per pensare e sperare. Sognava ad occhi aperti di poter continuare a vivere...
- Come sono belle queste scarpette, mi emozionano tantissimo e mi fanno tornare indietro con il pensiero, quanto mi piace l'arte della danza e ballare. Ma non importa se non ballerò più, importante è che io stia meglio.
- Tornerai a ballare, perché Dio te lo permetterà... buonanotte, Tesoro.
Così oggi è andata via in punta di piedi, ma sono certa sarà stata accolta dagli Angeli come Etoile del Paradiso.

lunedì 6 novembre 2017

IN BUONAFEDE O PER INGENUITA'?


Virtù o difetto? Entrambe l'una o l'altro... o da rivalutare sono i concetti? Chissà...
E' certo comunque che sono spesso addotte come giustificazione per un errore involontario, pure se ha comportato poco danno, ma alla fine lo stesso ci si ritrova il "mondo" contro. Tutti infallibili e giudici inflessibili, e allora... in buonafede? Ci credo poco, piuttosto è stato un ingenuo, che sta per sciocco. E da infallibili diventano pure i "dritti" della situazione, che "annusano" nell'aria l'imbroglio e non se la fanno fare sotto il naso, e magari sono semplicemente degli egoisti coi paraocchi, incapaci di guardare oltre il proprio "orto". Vedono il difetto, il sotterfugio, il male ovunque, quindi saranno pure scaltri ma sicuramente quasi sempre in malafede perché giudicano a prescindere dall'analisi dei fatti.
A parte che giudicare può solo Lui e non subito perché valuterà con le attenuanti generiche, ma dico... siamo matti a mettere alla gogna una persona?
Non si può essere sempre al top, lucidi e oculati.
Momenti... si, momenti... no, a volte su... a volte giù l'umore... la salute, i pensieri... eppure agli Altri si continua a pensare, si vuol portare aiuto, un sostegno... fare del bene.
L'impegno c'è, forse si può fare perché nulla è davvero impossibile se si vuole, ma la fatica è tanta e la delusione pure quando ci si trova di fronte all'errore smascherato e per giunta rinfacciato.
La consapevolezza di essere quasi sempre capace e resistente viene messa in crisi dal confronto e dagli scontri, inevitabili senza la volontà dell' "accomodamento".
Converrebbe fare silenzio per fare strada alla riflessione e poi riprendere, perché dopo tutto essere messi alla prova è normale, e la differenza la fa la giusta valutazione degli eventi... scorrendo le storie, le emozioni e i sentimenti.
Nessuno è davvero forte sempre, e le situazioni sono tali e tante che vulnerabili "incredibilmente" si diventa, e sdoppiati ci si riflette allo specchio immaginario del proprio esistere.
Ma a cosa mai serve metterci sempre il massimo dell'impegno, se poi l'Altro dando nei tuoi riguardi tutto per scontato, intende e pretende essere capito, confortato... perché, che vuoi che sia...? Tu sei bravo, giusto e forte...
E invece no, è disponibilità, ascolto e comprensione, cose che si vorrebbe qualche volta avere pure in dono.
Ma già mi sembra di sentire replicare... non è facile.
Si, è vero... facile non è.