sabato 30 giugno 2018

TALENTI


E' una sensazione inebriante, quasi di moderata onnipotenza. Sono convinta di dover andare al recupero, di farlo in fretta, perché non è più il caso di sprecare questo tempo in più e pure ciò che sono diventata. O forse già ero.
Se mi adagiassi nella falsa convinzione di un traguardo raggiunto, non metterei a frutto l'opportunità intuita, rendendola sterile, sotterrata e oppressa da passeggere soddisfazioni. Sarei allora da condannare come il servo fannullone della parabola, che non fece fruttare l'unico talento ricevuto dal padrone, e nulla restò a lui e niente cambiò per Chi gliel'aveva donato.
La malattia mi rivalutò in dignità, mi offrì un'opportunità che colsi al volo, rivelandosi "talento". Non sono eccezionale, perché Tutti ne hanno uno per cui sono unici e speciali, si tratta di guardarsi dentro, ascoltarsi pure, e poi... venire fuori, scoprendosi ogni giorno con meraviglia.
Sfatiamo un mito, il talento non è solo dei campioni e degli artisti, semplicemente, è un particolare tipo di intelligenza che vive in noi. Si tratta di una comprensione naturale e innata per qualcosa, persino scoprire come far felici gli altri. Ci sono persone con una naturale capacità di parlare e scrivere in modo chiaro… e così via.
Una lista di possibili tipi di talenti è cosa ardua. C'è il talento linguistico, scrivere o parlare bene la propria lingua o le lingue straniere, un talento musicale, e quindi cantare o saper suonare uno strumento, un talento che ci permette di comunicare bene con gli altri, un talento più emotivo e caritatevole che potremmo esprimere nel volontariato o nelle missioni umanitarie. Anche un coraggio innato, la capacità di ragionare sull’esistenza a livelli filosofici, le capacità creative o un’innata propensione per i nuovi media sono talenti. Insomma, esistono migliaia di talenti diversi, e la missione di ciascuno di noi è scoprirli e coltivarli. Perchè se è vero che il talento è innato, è anche vero che ognuno può coltivare e far crescere un talento, oppure abbandonarlo e vivere per sempre nella mediocrità senza rendere onore al perché venne al mondo. La scelta è obbligata. Passare su questa terra come meteora o essere stella cometa?

giovedì 28 giugno 2018

LA SPERANZA CONCRETA DEI SOPRAVVIVENTI (Prevenzione Nutrizionale) - terza parte


Come riepilogo consideriamo uno per uno i "pilastri" della prevenzione nel paziente oncologico.
- TENERE BASSA LA GLICEMIA
Con la PET è usato quale liquido di contrasto il glucosio tritiato. Le cellule neoplastiche infatti, hanno aumentato bisogno di glucosio rispetto alle cellule normali. Per questo è bene mantenere il valore della glicemia al di sotto di 90 mg/100 ml, chi supera 100 mg/100 ml, pur restando nei limiti vede aumentato il rischio di cancro al fegato, vie biliari, pancreas, colorettale, mammella, vescica, tiroide, prostata, cervice uterina.
Come pure per i soggetti col cancro, che hanno valori elevati pur nei limiti, c'è una prognosi peggiore riguardo al tumore della mammella, del fegato, dell'intestino, del polmone, del collo dell'utero, della prostata, e ancora riguardo ai linfomi e alle leucemie infantili ed anche ai glioblastomi cerebrali.
- TENERE BASSA L'INSULINEMIA
L'insulina è la sintesi di ormoni maschili, per questo un elevato contenuto nel sangue riserva una prognosi peggiore nel cancro della mammella e del colon.
- TENERE BASSI I FATTORI DI CRESCITA
Nel carcinoma alla mammella la prognosi è peggiore se IGF-1 e PDGF (fattore di crescita di derivazione piastrinica) sono entrambi elevati.
Nel carcinoma ovarico è prognosi peggiore con IGF-1 libero.
Quando è elevato l'IGFBP-1 si riduce la biodisponibilità del IGF-1 e migliora la prognosi nel cancro del colon.
(continua...)

NON POTRAI MAI SAPERE QUANTO VALI SE...


... se chiamato alla prova, non osi e poi impari a valutarti il giusto. Né poco, né molto... il giusto. Autoanalisi critica per conoscersi meglio. Astrarsi da un passato scomodo, il cui ricordo dà dolore o semplice disagio, e cominciare da zero. Nessun rimpianto, alcun giudizio punitivo verso se stessi o di rassegnazione. Nulla. Osservarsi nel contesto presente, apprezzare e pure "lodarsi" se è il caso per ogni piccolo traguardo raggiunto con successo.
Stasera riflessioni in flashback. Già, a me succede spesso, ascolto molto, trattengo come "tesoro" personalissimo ogni racconto, l'esperienza diventa mia e poi in automatico scatta il meccanismo che riporta ai ricordi, a momenti di vita che hanno segnato una svolta, ad un brusco giro di boa.
E' strano però come la sofferenza passi in secondo piano quando si guarda la situazione nella globalità.
Ogni tanto riporto stralci dal "diario" di questi otto anni. Ecco uno scritto che fa riferimento all'inizio della "cura", quando pensavo, sbagliando, non sarei mai riuscita a superarne gli effetti collaterali. Dopo aver accettato con fatica la malattia, lo "scoglio" della chemio pareva insormontabile...
"Arrivati, intesi andare su a casa da sola, mentre i miei figli si portarono in farmacia e a fare la spesa. Non avevo preparato niente per pranzo quel giorno perchè non sapevo come sarebbe andata con lo stomaco, però mi sorpesi nel constatare che avevo fame, anzi una gran fame, altro che nausea. Allora cominciai a cucinare, apparecchiai la tavola, tagliai le fragole e il loro profumo mi fece venire l'acquolina. Vuoi vedere che sono la prima che fa la "rossa" e non ha la nausea? E fui contenta, felice, guardai Beauty che mi saltellava intorno e mi venne voglia di prenderla in braccio e coccolarla. Avevo "incontrato" la chemio e la mia vita continuava.
A pranzo mangiai, mangiai abbastanza... penne rigate con l'olio (pasta grossa e corta più digeribile), mozzarella con due fettine di prosciutto, una ciotolina di fragole. Poi un po' deboluccia, però nel complesso bene, lavai i piatti. Dopo tutto, che avevo fatto di tanto straordinario? Solo la CHEMIO! Lo gridavo a mezza voce per dimostrare di non aver paura, come si dice, affrontavo così il toro per le corna. A metà pomeriggio la stanchezza aumentò.
"Mamma, vieni ad appoggiarti sul mio letto, io sto al computer, tu guardi un po' la televisione e poi può darsi che ti addormenti, hai bisogno di riposare, sai, per riprendere le forze".
Mi lasciai convincere facilmente, proprio non ce la facevo. Quasi in trance mi misi a letto e mi appisolai. Ogni tanto mi svegliavo, sentivo sulla fronte una mano che mi accarezzava i capelli, la bocca impastata con un retrogusto... forse di naftalina. Disgustoso. Non riuscivo a distinguere se il palato fosse attaccato alla lingua o viceversa. Arrivò in mio soccorso una bottiglietta d'acqua, dovevo bere molto, a piccoli sorsi per non appesantire lo stomaco, ma dovevo bere, soprattutto per ripulire il mio organismo. Avevo cercato di ridimensionare la forza prevaricatrice della "rossa", provata dal diffuso bruciore durante l'infusione, ma il vedere la mia pipì dello stesso colore mi diede l'idea precisa di che cosa fosse capace. Non ne restai tuttavia impressionata, doveva andare così, non era niente di grave. Tutto il pomeriggio a letto, poi prima di cena la compressa antinausea... la tabella di marcia veniva seguita meticolosamente. Avevo forti crampi allo stomaco, è la fame, pensai.
Mi feci preparare due patate lesse e lentamente le mangiai.
I crampi sparirono, però mi ritrovai con la sensazione di aver mangiato una spugna, non solo, anche insaponata.
Dovevo stupirmi? Ma no, me lo avevano detto che avrei potuto avere alterazioni del gusto.
Pazienza ancora... sarebbe passata anche quella piccola rogna.
La situazione era sotto controllo, tutto facilmente gestibile.
EVVIVA!!!
ERO STATA FORTE.
NON AVEVO VOMITATO".
Quel "primo giorno" fu anche il primo in cui cominciai ad apprezzarmi il giusto. Non più troppo poco, perché finalmente non avevo altri termini di confronto che me stessa.

LA SPERANZA CONCRETA DEI SOPRAVVIVENTI (Prevenzione Nutrizionale) - seconda parte


Dopo un tumore il peso potrebbe non essere più quello di prima, tenderebbe a salire con grande difficoltà a smaltirlo. Ed è provato che il sovrappeso può portare a recidiva soprattutto per alcuni tumori (mammella, intestino, pancreas).
Per le operate di carcinoma mammario, per obesità di tipo maschile (aumento di circonferenza vita e fianchi) c'è possibilità di metastatizzare a distanza con difficoltà di remissione, mentre sarebbe sufficiente perdere 2 kg per veder diminuire il rischio di recidive.
Per i soggetti in normopeso con la pancia, invece il rischio resta alto. Infatti nei maschi la circonferenza-vita sarà accettabile se compresa tra 94-102, nelle femmine tra 80-88.
Per pazienti chirurgici o in chemioterapia, a volte è necessaria la nutrizione parenterale, ovvero endovena, che però non migliora la possibilità di sopravvivenza. Come pure la nutrizione enterale mediante sondino naso-gastrico, che però a differenza della precedente porta meno complicanze infettive.
E' bene che le persone venute fuori dal cancro svolgano regolare attività fisica. Secondo alcuni studi, infatti, gli adulti con pregressa esperienza di tumore al seno o al colon che si mantengono fisicamente attivi hanno una prognosi migliore.
Eccessivo consumo di latte e una dieta proteica favorisce il fattore di crescita tumorale IGF-1, a discapito dell' IGFBP-2 che normalmente regola la biodisponibilità del IGF-1.
Anche l'insulina è un fattore di crescita che promuove la disponibilità di altri, in particolare nelle donne incrementa quando non dovrebbe il livello degli ormoni sessuali.
Per tenere bassa l'insulina evitare cibi che fanno aumentare la glicemia, ovvero alimenti ad alto indice glicemico (zuccheri semplici e farine raffinate) ed alimenti ad alto contenuto di grassi animali.
(continua...)

lunedì 25 giugno 2018

GLI ANNI "MATURI"


Lo so, qualcuno già dal titolo penserà che sto facendo paranoie perché il compleanno si avvicina. Oppure che voglia ostentare indifferenza a questa "terza età" che avanza. Non è così. Valuto a sufficienza l'importanza dell'evento, ne vedo i vantaggi dopo aver passato in rassegna le "tappe" delle due precedenti.
Riflessioni sul trascorrere del Tempo, maestro di vita e medico per ogni male. Nascono questi pensieri al termine della festa di compleanno di mio padre, 87enne che come me, contemporaneamente visse l'esperienza del tumore. Io ho imparato molto e continuo, Lui assai meno ma è comprensibile data l'età. Ha da cogliere il meglio per stare bene, e non si cura se questo è bene pure per altri. Io invece ho da essere "doppia", non falsa e ipocrita, ma obbligata ad un duplice atteggiamento per "Amore". Incoraggiare, infondere speranza, dare il buon esempio. Quest'ultima cosa soprattutto me la porto dietro dall'infanzia, con l'obbligo da primogenitura, ovvero subire le punizioni destinate ai più piccoli.
Mite e accomodante, mi sono sempre protetta con le lacrime, per non offendere e non far soffrire. Tutto questo fino a quando comparsa non è la malattia, poi è scattato un meccanismo di difesa che non saprei descrivere, definire, come fosse... ora o mai più. E sono diventata "custode a spada tratta" del mio amor proprio, cultrice senza limiti della mia autostima. Così mi dicono che sono forte e grande ma con una punta di aggressività, e non è vero, perché le mie sono "risposte" e mai "proposte", e poi non sono immensa, infinita, inossidabile. Ancora se la misura è colma trovo sfogo nel pianto, ma solo quando resto sola a pareggiare quella del Cuore che ha traboccato lacrime. Tutto sommato oggi piango molto meno, perché ho prestato attenzione alla Vita, a ciò che voleva dirmi, e poiché per tutto il tempo da quando sono al mondo me ne ha dette tante, gli anni sono abbastanza da giustificare la cosa.

domenica 24 giugno 2018

IL SOLE TRA LE NUVOLE


Un violento temporale, tanta pioggia durante la notte ma con la certezza che oggi sarebbe stato un altro giorno. Così come del resto succede nella vita, quando consapevoli che nulla resta per sempre, aspettiamo che cambi qualcosa. Ed accade, e più di una cosa muta.
Stamattina poi, un sole incerto ed un'aria frescolina non hanno impedito che ci muovessimo in gruppo, desiderosi di serenità e di portarci appresso un piacevole ricordo, un'istantanea che duri l'estate intera.
Ed eccoci al solito, insieme, di sabato e non lunedì, seduti sotto un porticato, in un clima piacevole e divertente di condivisione e solidarietà. Qualcuno è pure sul terrazzo a scattare foto per una giornata da ricordare, una data per ricominciare. Trascorrono così rapidi i minuti, poi Tutti all'area picnic ad allestire un buffet a 5 stelle.
Intorno spunti di macchia mediterranea, tanti alberi di ulivo, uno in particolare, l'unico sotto il quale si evidenzia il segnale di qualsiasi operatore telefonico. Un albero ben messo, con tutti i suoi rami al posto giusto, un albero insomma... connesso.
Su in alto qualche nuvola, tra gli aghi di pino un raggio si infiltra. Sono queste le presenze "infiltranti" che ci piacciono, fanno bene, e nessuno ha in mente di cacciare via.
Da un improvvisato aperitivo ad un lauto pranzo senza fine, non proprio secondo le linee guida delle evidenze scientifiche per una sana alimentazione, ma che fa?! Semel in anno, licet insanire... dicevano i padri, e Noi confermiamo la saggezza antica, esageriamo giusto quell'unica volta che si chiude un anno di operosa attività. Simpatia, Amicizia, Solidarietà. Allegria, Spensieratezza, Serenità. Non solo cibo, e in compenso pure "speranza in pillole", tenerezza. Venti piccoli fiocchi per altrettanti biglietti, da leggere insieme, uno dopo l'altro, prima di darsi appuntamento con un arrivederci e il consueto, immenso affetto.

sabato 23 giugno 2018

PERCHE' LO FAI...?


Ma perché lo fai, non sarebbe meglio per te dimenticare?
Oppure...
Capisco perché lo fai, così ti scordi il tuo.
Domanda ed affermazione standard di persone non "acculturate" in materia, o solo in parte, che perdono puntualmente l'occasione di fare bella figura tacendo. Quando poi in questo modo, forse capirebbero il "come" e il "perché".
Perché non perdo mai la fiducia... e scrivo, perché sono ottimista... e condivido fiducia e speranza.
Non lo faccio certo per "protagonismo", ché non sono proprio il tipo, né per farmi vittima, ché le vittime vere sono altre. Lo faccio semplicemente perché ci sono, o meglio continuo ad esserci, con l'entusiasmo e la volontà di dimostrare che si può quando si vuole, e che spesso il destino va guidato perché limiti i danni, e non solo, porti con sé pure insegnamenti e qualche bel ricordo.
Il 22 di ogni mese di giugno TUTTA ME STESSA festeggia il suo compleanno.
Che cosa vuol dire?... non è difficile da intuire, quest'anno per esempio è l'ottavo. Oggi vivo perché sono tornata a vivere,
Continuare a vivere!... che sogno e quale favola splendida da quel giorno.
Come potrei dimenticare?... ammesso che volessi farlo.
Non si possono scordare le date dei traguardi raggiunti con fatica e dolore, la gioia per aver vinto almeno quella battaglia e la determinazione nello sperare in successive vittorie.
Sempre avanti... e gli anni si susseguono e diventano "certezza", e questa diventa "scudo" o ancor più "corazza". Niente potrà colpire ancora, e se lo farà... solo qualche graffio perché io possa dimostrare di essere sempre più forte.
Il 22 di ogni mese di giugno TUTTA ME STESSA festeggia e ricorda, ma da sola rivive tutto quello che fu. Per Chi le è vicino è un triste tristissimo "incidente di percorso", tanta paura di perdere un "riferimento"... una voce, le parole, le carezze e i baci.
Meglio dimenticare!... mi si ripete ogni volta, ma io non voglio... se lo facessi, i giorni che ora vivo non splenderebbero quando è grigio e uggioso.
Perciò, è mia facoltà... ci penso da me per un sole che sempre in cielo sarà.

GLI ANNI CHE HO


Oggi doveva andare così, una giornata dedicata all'età, perché è cominciata con un aforisma di Victor Hugo ("Quando rido ho venticinque anni, quando sono triste, ne ho sessanta"), ed è continuata in ospedale, quando cogliendo al volo la citazione di un caregiver, l'ho fatta mia, verificando quanto fosse vera. Il tempo che passa è un luogo comune, una convenzione, e così pure i Nostri anni, avanti per l'anagrafe, fermi nell'animo all'epoca migliore che ricordiamo. Un'illusione...? No, piuttosto una realtà adattata, o meglio... su misura.
Ad esempio, io tra un po' compio gli anni, e mi sembra incredibile perché è come andassi indietro, e poi ferma alla giovinezza, raggiungessi uno "stato beato", felice io perché essa avanza e consapevole di viverla in pieno, con la forza e l'entusiasmo tipici degli anni giovani.
Qualche decennio fa se cercavo di immaginarmi di questa età, mi prendeva la pelle d'oca, rifiutavo l'idea. Chissà cosa pensavo sarei diventata, oggi invece i miei anni sono la cosa più bella che ho. Li sfoggio come perle preziose, mi passano tra le dita quasi grani di rosario. Santi e benedetti sempre. Insomma, un giorno intero per i miei ormai prossimi 65 anni. E ancora mi sembra incredibile. A tal punto che con enfasi li ho dichiarati come fosse già il mio compleanno, e sono arrivati auguri, tanti da non porre freno. Ma alla fine, perché farlo? E' bello constatare che sei nei pensieri affettuosi di più di qualcuno, e poi... diciamolo... gli auguri non sono mai troppi per tutti, meno che mai per una come me, nata sotto il segno del "cancro", rasserenata dall'età che avanza.

giovedì 21 giugno 2018

DAL PRIMO PENSIERO IN POI




Ecco, il mio primo pensiero al mattino è sempre lo stesso. E' arrivato un altro giorno. Anche stamani è stato così, con una sola variante. E' arrivato un altro mercoledì.
Velocemente il tempo precipita addosso, e per stargli dietro non resta che colmarne i vuoti, ore e  giornate vissute adesso in modo totalmente diverso.
Oggi a Panni, un altro piccolo paesino con qualche anima anziana e chiese simili a cappellette. Siamo venuti qui a ricreare i pensieri, e già entrare nella chiesa quasi all'ingresso del paese e restare qualche minuto in silenzio, ne crea le condizioni. Poi verso l'altura, dove è situato il rudere del castello, passando per il lungo viale, e dopo aver attraversato i vicoli a scale del borgo antico. Tutto molto suggestivo, come i numerosi balconi fioriti che ingannano, che danno l'illusione di trovarci in qualche località del Trentino.
Strategie di pensiero e illusioni ottiche per superare un momento, uno dei tanti, di particolare fragilità.
Un falso trompe l'oleil impone la sosta. E' in realtà un vecchio portone scolorito nel tempo, dal sole e dalle intemperie. Incastonato in una resistente parete di pietra, mistifica ed illude. Non vuole trascinare né coinvolgere più di tanto, è sufficiente che qualcuno si fermi a guardare e riflettere, per ritrovare scorci di serenità voluta a tutti i costi.
Il profumo delle ginestre e i raggi del sole a tratti, un silenzio che dà voce ai pensieri. Quello che ci vuole per compensare un inconsueto senso di disagio provato il giorno prima, quando ti sei sentito fuori luogo e tempo, con la Tua ovvia normalità e Mente e Cuore in lotta fra di loro. E la voglia di andare via in fretta anche col fiato corto.
Un piccolo cenno di speranza, qualcosa di consistente per alimentarla, una vita che si oppone e resiste alla durezza della situazione.

mercoledì 20 giugno 2018

IL PRIMO PENSIERO AL MATTINO


Non è per mancanza di idee o contenuti, oppure per divertimento o ancora per riempire uno spazio vuoto, il motivo per cui io ogni tanto la butto lì come domanda semi seria fino ad un certo punto. E che sia una domanda ha il suo "perché", esige infatti una "risposta" che ahimè, puntualmente arriva stentata, da parte di qualche volenteroso o non arriva proprio.
E' una domanda semplice, che pongo per prima a me stessa per testare quanto di "vita entusiasta" è restata, se mi lascio vivere o vivo veramente, se nella progettualità a breve scadenza io continuo a crederci o meno.
Qual è il Tuo primo pensiero al mattino?
E mi preoccuperò se non mi verrà in mente niente, perché significherà aver perso la parola dopo che l'animo è passato sotto il "rullo compressore" della sofferenza esagerata e gratuita, alla cui vista non si è mai abbastanza preparati.
Bene. Questo riguarda me, ma a Te che leggi, che cosa frena perché non ci sia almeno un cenno, la condivisione di un "pensiero"?
Non mi dirai... niente, non penso niente, ché non ci credo, e poiché in tutto ciò che dico e faccio, invece credo fermamente, io non mi arrendo. Pensa, non resto neanche delusa, perché so di quella "marcia in più" solo per pochi, al massimo sono dispiaciuta perché non si capisce come possa essere a disposizione di Tutti, e potenziarla scrivendo solo un rigo, una proposizione lineare... soggetto, predicato e complemento... per un sintetico "racconto condiviso".
Io non mi do per vinta, quindi aspetto ancora una risposta...
Qual è il Tuo primo pensiero al mattino?

martedì 19 giugno 2018

LA SPERANZA CONCRETA DEI SOPRAVVIVENTI (Prevenzione Nutrizionale) - prima parte


Si chiamano sopravviventi le persone che si sono lasciate alle spalle un tumore. La definizione fa riferimento a chi ha avuto una diagnosi di cancro ed è ancora in vita dopo la cura primaria e non ha più in sé la malattia. La bella notizia è il loro aumento rispetto agli ultimi decenni, ma anche le belle notizie possono sottolineare un problema, occorre creare attenzione e cura intorno ai sopravviventi, affinché la vita che hanno recuperata sia una buona vita.
Ancora una volta parliamo di Prevenzione Nutrizionale, grazie alla quale ci si può salvaguardare dalla malattia per l'80%, trascorsi i primi 5 anni.
Chi sono i "Sopravvissuti"?
- I pazienti che si sono ammalati di recente, o molti anni prima
- I pazienti guariti
- I pazienti che sono in trattamento o che sono in terapia per ricaduta
- I malati terminali
Chi sono i "Lungo sopravviventi"?
Sono persone che hanno avuto una diagnosi di tumore da oltre 5 anni. Tuttavia questa definizione non è univoca, variando in relazione al tipo e alla gravità del tumore, oltre che alla disponibilità di trattamenti efficaci, alle condizioni generali di salute, ecc.
Ad esempio oggi in Europa circa il 75% delle pazienti con tumore della mammella è in vita dopo dieci anni dalla diagnosi.
Nelle prime fasi della chemioterapia, a causa della preoccupazione per la perdita di peso, si consiglia sbagliando, il consumo di carne, oppure si prescrivono integratori alimentari con aminoacidi ramificati. Gli aminoacidi ramificati attivano l'oncogene mTOR e aumentano la crescita tumorale.
(continua...)

lunedì 18 giugno 2018

UNICA E DOPPIA


In questo periodo mi sento proprio così, "unica" ed esagerata per alcuni versi, "doppia" ed incompleta a causa dei vari tentativi per mantenere l'equilibrio.
Vorrei andare per una sola strada, avanti e spedita, e non portarmi appresso un "sacco" di pensieri miei e "dolori" altrui. Vorrei elaborare tutto insieme un po' alla volta, perché diventi energia forte, ed andare avanti.
Mi rendo conto che davvero sono di una "profondità abissale". 
"Profondità abissale", ho già usato questa espresssione, mi piace... ha fascino e sa d'infinito. Mi spuntò estemporanea un giorno, ora succede che la ripeta nei periodi, appunto... di riflessione al massimo grado ed oltre.
E in momenti come quelli, come questo... io mi sento doppia, ed anche se cerco fortemente di reagire, le "mie due persone" resistono nella loro unicità.
La Mary che procede ed è sempre un passo avanti e l'Altra che resta ferma o addirittura torna per un tratto indietro, perché sente di doverlo fare, altrimenti non avrebbe senso ciò che è stato. La prima è consapevole di non essere unica, si volta ma non riconosce la seconda perchè troppo lontana e a questo punto resta smarrita e si ferma anch'essa. L'Altra ad un certo punto la raggiunge, ma entrambe sono troppo stanche e il ricongiungersi lascia senza forze.
Stamane ho aperto l'armadio riordinato da poco, poiché ho tanto eliminato, è rimasto l'essenziale. Ho cominciato a provare gli abiti "superstiti", avevo il dubbio non mi entrassero più, e invece li ho trovati "comodi" e persino più belli. Dare valore a ciò che resta potrebbe essere un punto d'incontro, una sorta di compromesso che annulla lo sdoppiamento.
E finalmente così sarei sempre "unica e sola", per quella strada, la mia... tortuosa in parte per l'inevitabile coinvolgimento, però senza se senza ma, senza altro tipo di condizionamento.

domenica 17 giugno 2018

NUTRIRMI MENTRE SONO IN CHEMIO. SARA' POSSIBILE? (quinta parte)




Per risanare il tubo digerente dai danni della chemio e della radio c'è la nutriente zuppa di miso.
Il miso è ottenuto dalla lunga fermentazione dei fagioli di soia gialla in acqua e sale marino, a volte con l'aggiunta di cereali diversi come riso o orzo, che avviene sotto pressione in botti di legno di cedro e al riparo dell'aria. Durante 12-24 mesi è sottoposto a due o tre travasi che hanno la funzione di ossigenare la massa in fermentazione e alla fine della quale si ottiene una pasta scura, dall'aroma e dal sapore caratteristici, contenente il 12-14% di proteine già in parte "digerite", sali minerali, oligoelementi, vitamine ed enzimi.
Quindi il miso contiene un'alta percentuale di proteine vegetali, gli otto amminoacidi essenziali, senza però il colesterolo o grassi come il cibo di origine animale. E' ricco di sali minerali, quali il calcio, il sodio e il magnesio. In unione con i cereali, le proteine del miso completano quelle del cereale stesso, rendendole molto più utilizzabili.
La Wakame (Undaria pinnatifida) è un'alga marina edibile. In Giappone ha rappresentato una fonte nutrizionale importantissima sin dal 700 a.C. e ormai da diversi anni è divenuta oggetto di specifiche coltivazioni. Tra le varie specie di alghe brune, la Wakame è fonte ricca di proteine, il suo profilo amminoacidico e gli indici di qualità proteica sono buoni.
Dopo il miso e l'alga Wakame, un cenno merita l'Artemisia, molto ricca di ferro. In commercio sono reperibili panetti di mochi all'artemisia, da tagliare a fettine sottili e poi gonfiare in padella o al forno.
La chemioterapia e la radioterapia sono più efficaci se precedute o seguite da digiuno. Se non si riesce a digiunare, mangiare poco e cibi a basso indice glicemico (pasta di grano duro condita con verdure o piccola porzione di legumi o semi oleaginosi, crema di nocciole o di mandorle). Ottimi e sani anche dei biscotti fatti in casa, impastando la farina di mandorle con un pizzico di sale e purea di patata dolce (batata), e cotti a 160° per 40 minuti.
Quindi nutrirsi bene pure durante i trattamenti è possibile, buon senso e fantasia in cucina con gli ingredienti giusti, continueranno a fare di ogni pasto un momento piacevole oltre che sano.

sabato 16 giugno 2018

... dove vuoi portarmi? SIAMO "PERSONE"

Doppio titolo stasera? Una domanda e una forte espressione, quasi un grido di dolore venuto su dal profondo, soffocato a stento. Siamo Persone, col diritto di non soffrire, meritevoli della dignità che non deve soccombere al degrado. E... dove vuoi portarmi? Lo chiedo io a Colui che tutto può, quando mi pone di fronte a qualcosa che mortifica ma riconosco, va presa nel giusto senso. Ecco, allora... dove e come vuoi portarmi? Aiutami a comprenderne il giusto senso. Pare una preghiera, forse lo è. Una di quelle preghiere spontanee che si fanno pensando agli Altri ma ma non esclude se stessi. Perché un giorno potresti rischiare anche Tu di ritrovarti senza la dignità, oppresso da tanto dolore, e non capire perché tutto ti stia precipitando addosso. Eppure basterebbe che intorno si creasse per umanità e rispetto una "rete" simile a quella del ragno. Precisa e fitta, cattura tra i nodi, e protegge. Ogni nodo è l'uomo o l'istituzione che guarda alla Persona, e la considera, perché non sia un'isola desertificata dalla sofferenza che resta per questo da sola, ma si lascia aggregare per il suo bene. Di tanto in tanto si ferma per una "messa a punto", ricaricarsi per un tratto di "corsa" ancora, non fermarsi perché la vita è fino all'ultimo una "gara" da vincere. L'arrivo è faro e traguardo, una luce e un sorriso, poi una mano che stringe la tua, mentre l'altra ti accarezza per lenire il dolore. Fino alla fine.

venerdì 15 giugno 2018

COME UN BICCHIERE DIMENTICATO NELLA CRISTALLIERA (Teorema della sopravvivenza)


Ipotesi. Metti un trasloco in atto, aggiungi una cristalliera vuota... o quasi, perché nella fretta o per dimenticanza è rimasto in un angolo e in ombra, un bicchiere.
Tesi. Dimostra che il bicchiere resisterà ad ogni brusco movimento, ai sobbalzi, all'indifferenza...
Non si potrà che procedere per assurdo, e alla fine constatare che per assurdità o chissà quale ragione, nonostante tutto, quel bicchiere ha resistito, senza un'incrinatura, sempre lì nell'angolo e pure dritto.
Dritto? Magari avrà vacillato più volte e nessuno se ne sarà accorto, fino al momento che qualcuno meravigliandosi, l'avrà notato, superstite.
Come succede a molti di Noi. Come capita persino a me, considerata "infrangibile".
Sentirsi come quel bicchiere dimenticato, con buona sorte ma continuamente a rischio. Ma qualcuno ci pensa mai a tale condizione?
E' vero, se ce la fai una volta, puoi farcela ancora e sempre, però solo io posso e devo dirlo, credendoci e impegnandomi fortemente, nessuno ha il diritto o dovere di rendermi forte senza richiesta e solo perché l'idea di un ritorno terrorizza per riflesso. E hai voglia ad inondarmi di luoghi comuni e aggiornamenti di banale quotidianità fino al soffocamento, continuerò ad andare per il viale dei miei pensieri altalenanti. Perché è così, quel giorno fui dimenticata nell'angolo solito che adesso però non occupo più. Ora essere in luce, con uno scopo, esposta agli urti e scossoni inevitabili, da un luogo all'altro della mente mia... tutto questo mi fa pensare al momento in cui sarò "frammento". Di un bicchiere sopravvissuto solo per essere utile ancora.

I MIEI PENSIERI NEL VENTO


Tanto vento stamani per un giorno quasi di festa, un mercoledì dei Nostri dalla duplice valenza. Tacitamente abbiamo dedicato a Noi stessi questa giornata del Santo di Padova.
In chiese e santuari si celebrava e benediva il pane da offrire simbolicamente, così da canti siamo stati accolti nei pressi del Convento Cappuccini "Madonna di Giosafat" a San Marco la Catola, paese di 700 anime, mentre il rito era al suo culmine.
Di fronte alla chiesa un'alta catasta di legna da ardere era stata approntata per il tradizionale falò della sera, e il vento modulava melodia tra le foglie. In realtà era silenzio intorno, eppure così non pareva. Serenità paradisiaca tra Cielo e terra, bellissima sensazione.
Poi un giro per il paese, un lungo viale costeggiato da case basse con le ringhiere fiorite. Tante varietà di gerani dai colori vivaci, e qualche pianta grassa succulenta così ben curata e perfetta da sembrare finta. La Natura che cura se stessa, visto che quel genere di piante non ha bisogno della mano dell'uomo.
Attraverso vicoli erti alternati a scalinate comode, quindi all'antico Palazzo Ducale risalente al XIV secolo, in perenne ristauro, con le finestre che affacciano sul cielo. Tutto intorno la lussureggiante campagna.
Seduti ad una panchina ci siamo posti ancora in ascolto del vento. In quel momento per Noi non c'era più il passato, non pensavamo al domani, solo un nastro di un rosso sbiadito, legato ad un lampione e portato in alto dal vento, ha richiamato ricordi legati al Natale. Di quest'anno sono già trascorsi i primi sei mesi, il tempo sicuramente va via veloce, però scandito dal fluire dei pensieri e idealmente così trattenuto, non pare mai sprecato.

giovedì 14 giugno 2018

NUTRIRMI MENTRE SONO IN CHEMIO. SARA' POSSIBILE? (quarta parte)



Per prevenire o contrastare l'infiammazione intestinale occorre evitare carne e formaggi, perché dalla putrefazione delle proteine animali si libera idrogeno solforato che ha azione tossica sulle mucose. Evitare pure il latte, soprattutto nelle enteriti da raggi, ma anche durante la chemio. Consumare creme di legumi, in particolare lenticchie rosse decorticate perché con poca fibra fermentabile.
Quando è in corso un'infiammazione intestinale si può continuare con verdura e frutta, facendo uso dell'estrattore che elimina le fibre. In seguito e per gradi, si ritornerà al loro consumo integrale.
Per contrastare le afte alla bocca, ottimo rimedio è l'acidulato di umeboshi.
L’acidulato di umeboshi è un condimento diffusissimo in Giappone e deriva dalla pressatura e fermentazione delle cosiddette prugne umeboshi, che in realtà sono albicocche. Le prugne vengono tenute in pressatura per 7 anni e il liquido di pressatura che viene raccolto, diventa il meraviglioso e irrinunciabile acidulato, con il suo particolare sapore salato e acidulo, da usare per condire qualsiasi cosa: cereali, verdure cotte e crude, salse, ecc. L’aspetto più interessante di questo condimento non è il sapore delizioso, ma la ricchezza di elementi benefici che ne fanno quasi una medicina. L’effetto più spiccato è quello alcalinizzante, quindi si rivela prezioso per chi mangia o ha mangiato troppo cibo animale o troppi zuccheri e si ritrova con il sangue acido. Stimola il fegato, aiutandolo ad eliminare le tossine, favorisce la digestione, rinforza l’intestino ed è antiossidante. Ne basterà assumere 1 cucchiaio in un bicchiere d'acqua.
Per la stitichezza con feci dure, consumare con regolarità una tazza di bevanda a base di agar-agar (sciogliere 1 o 2 cucchiaini di agar-agar in una tazza di succo di mele senza zucchero, portare ad ebollizione per un paio di minuti, spegnere il fuoco e bere tiepido, prima che diventi gelatina.
Se c'è mancanza di tono intestinale, zuppa di daikon e carote in parti uguali, ispessita con kuzu.
Per la stitichezza ostinata o cronica è indicata la tisana "Midro", a base di senna, carvi, mentuccia, calcatrippa, finocchio e malva. La sua azione non è aggressiva e il metodo di preparazione consente un dosaggio personalizzato (una punta di cucchiaino da caffè, alla sera prima di coricarsi, così com'è direttamente in bocca oppure sciolto in acqua tiepida o altro liquido). Si può mescolare anche allo yogurt.
(continua...)

FEEDBACK CON TORTA A LATO



Ultimo incontro dell'anno per il gruppo GAMA, aria di fine anno scolastico, bilanci e progetti per il futuro. O meglio buoni propositi dopo mesi non facili, durante i quali abbiamo cercato il traguardo di nuova e consapevole compattezza.
Abituati ad un certo metodo, si è stentato ad accettare un procedere diverso, con proposte innovative, quasi "di nicchia" per la particolarità dei contenuti. A volte per picchi goliardici è parso addirittura voler mortificare Chi con tanto impegno aveva speso il Suo tempo nel tentativo di offrire guida ed aiuto. Noi sappiamo non essere stato così, l'equivoco è palese, ma comunque restano i fatti per cui necessita una modifica di atteggiamento di fondo per poter continuare. Avremo l'estate per pensarci, ed ognuno si impegnerà a lavorare su di sé, almeno si spera. Che nessuno alla ripresa si presenti a "mani vuote" o con i soliti discorsi. Si ricomincerà col piede giusto, consolidando la "crescita" raggiunta.
A tale scopo il Nostro psiconcologo ha proposto la lettura di un libro di auto-aiuto, "Reinventa la tua vita" che propone una filosofia del cambiamento basato sul concetto dei condizionamenti e limiti che ci poniamo ed entro i quali restiamo a lungo intrappolati. Le undici "trappole" descritte (abbandono, sfiducia e abuso, deprivazione emotiva, esclusione sociale, dipendenza, vulnerabilità, inadeguatezza, fallimento, sottomissione, standard severi, pretese) sono ostacoli al raggiungimento di scopi, ogni persona ne è consapevole, eppure è un'eterna lotta da cui non se ne esce sempre vincenti.
Sicuramente leggeremo questo testo, ci ragioneremo su, trovando magari uno o più punti di contatto con l'argomento che ci riguarda da vicino, la condizione della malattia.
Opinioni a confronto quindi, ponendo in rilievo le criticità con proposte di risoluzione. Poi un "compito per le vacanze" cui lavorare da subito per non perdere entusiasmo, una fetta di torta e un brindisi con l'augurio di buone vacanze per Tutti.
Ad maiora e arrivederci ad ottobre.

martedì 12 giugno 2018

FINE SETTIMANA IN CONVEGNO (seconda parte)


Ah, dimenticavo. Anche visionare le slide non è stato possibile. Collegamento computer e proiettore... in tilt. Delusa? Solo un po', perché le immagini erano molto belle e rappresentative, e mi sarebbe piaciuto che Altri potessero vederle in quel contesto. Ma tant'è, pazienza! E come pure ho detto mentre, distratta dai vani tentativi di ripristino, cercavo di non perdere il filo del discorso, una delle cose più valide che ho imparato in questi otto anni è stato proprio riuscire a cavarmela con quello che mi è rimasto. Ché poi è pure tanto, intendo la "vita riscoperta", piena, a tutto tondo, nella sua geometria perfetta, che ridimensiona la tetta in meno e ne compensa la perdita con molto cervello in più. E nello specifico contesto, per poter continuare... la motivazione e la memoria, e non ultima la voce.
Va be', perdonatemi... una delle mie solite parentesi, a volte queste fungono da toppe, quelle toppe, reali e metaforiche cui sono avvezza fin da piccola, nata che non erano ancora trascorsi dieci anni dalla fine della guerra e perciò abituata a tutto, al bello e al brutto, alla bambola di pezza e al libro "Cuore".
Le "giuste premesse" di un programma stabilito dalla Vita...
"Quella sera al mio diario avevo affidato la paure e le preghiere, lo avevo poi richiuso sostando sulla copertina quasi a voler fissare quegl'intimi pensieri e infine riposto nel cassetto del comodino, lì mi avrebbe aspettato con la pazienza di un amico. Nei giorni che seguirono l'intervento non ebbi nè tempo nè forza di riprendere in mano il diario, ma mentalmente prendevo nota di ogni evento ed emozione per poter riportare tutto su quel quaderno. Al quarto giorno due stati d'animo contrastanti mi spinsero a riprendere la "narrazione" , ad aggiungere un tassello per ricostruire la mia esistenza e darle un senso in più. Il timore di non riuscire ad escogitare altre strategie, di lasciarmi andare alla stanchezza e nello stesso tempo la certezza che sarei uscita dall'ospedale così come ero entrata con la fierezza di chi è deciso a non arrendersi mai. Come al solito scrivere ciò che provavo mi aiutò moltissimo e ristabilì l'equilibrio necessario tra cuore e ragione, ritrovando la serenità, l'ironia ed anche la voglia di scherzare".
.....
"Stasera sono stanca, molto stanca. Mi sento come se stessi partecipando all' Olimpiade della mia vita, un'enorme competizione, di grande portata, con tante gare da affrontare e vincere a tutti i costi. Oggi ho vinto la prima veramente importante. Dopo quattro cicli di rossa e dodici infusioni di Taxolo, è finita! La risposta è stata più che positiva, la TAC non ha rilevato presenza di metastasi, ed è finita! Eppure è strano, voglio piangere e piango davvero. Finisci una gara, la vinci pure e piangi. Piangi di gioia, per la stanchezza, piangi perché ricordi l'impegno e la fatica che c'hai messo per raggiungere quel traguardo, piangi perché sai che non puoi fermarti, devi andare avanti senza illuderti, senza adagiarti perché la forza va allenata, altrimenti perde di energia ed un'altra volta potrebbe non avere la stessa efficacia.
La penso così, e forse è una specie di delirio, ma di delirio in delirio vado per questa strada, mi pongo delle sfide e le vinco. Per ora è 1 a 0 per me, però so che devo stare all'erta, cauta, guardinga, ma serena. Già, per fortuna la " serenità " torna sempre, come sempre fu fin dal primo giorno, o quasi. Allora avevo tanta paura, però di una cosa ero certa, VOLEVO VIVERE, e l'avrei gridato con tutte le mie forze, poi bastò ripetermelo ogni giorno, più volte al giorno perché gratitudine e serenità non mi abbandonassero più".
......
"Superare il forte stress di un'esperienza estrema e imparare ad affrontare la vita che sarà, stress compreso.
venerdì 1 febbraio 2013
"Convivere con la propria irrequietezza, dubbi, domande senza risposte e... stare sereni"
"Sono momenti duri, perchè si devono accettare i cambiamenti, dovuti all'intervento e non solo... ma anche allo stress della chemio che a volte porta gonfiore... fa cadere i capelli, cornice del volto e sicurezza di non apparire sofferenti o peggio ancora... condannati. Ma la vita è ben più importante dei capelli..."
Sono così impegnata con le decine di attività che mi sono regalata che trovare il tempo per uno shampoo diventa un'autentica impresa.
Pensare che prima della "grande caduta", dal parrucchiere andavo due volte alla settimana per la piega e non era esclusa una terza per un'eventuale pettinata nel tentativo vano di essere sempre in ordine. Tutto inutile perchè non ero mai soddisfatta. Ora una "lavata di testa" serve solo per igiene perchè i miei capelli sono sempre a posto... così, da soli... poco trattati dal pettine, accarezzati con le mani, giovanissimi nel nuovo aspetto "metal" che li rende alla moda come non mai.
Comunque ad un certo punto del pomeriggio ho lasciato di forza telefoni e pc... libri e riviste e mi sono "fiondata" sotto il getto dell'acqua. Da quando ho potuto riprendere a lavare la "mia testa" finalmente non più "nuda" il piacere che provo è grande ed ogni volta lo è sempre di più, tenendo conto che tra qualche giorno saranno ormai due anni, la soddisfazione è immensa.
Quando mi fu detto che avrei perso i capelli, cosa che già sapevo... restai di ghiaccio, in realtà della chemio era la cosa che temevo di più... alla nausea, al probabile vomito neanche pensavo, poi cercai subito di riprendermi, non era tempo di fare la "statua di sale", non sarebbe servito a nulla e così comperai la prima parrucca e non contenta dopo qualche tempo altre due, e furono il "volto giocoso" della mia malattia.
Abituata in fretta al nuovo aspetto, mutevole con la mia voglia di apparire sempre diversa, di quello "antico" neanche mi ricordavo più e fu "altra vita" con un entusiasmo che si rinnovava ogni giorno.
Non mi chiedevo nè chiedevo ad Altri quando sarebbero ricresciuti i capelli, non m'interessava perchè mi piacevo tanto anche così... forse di più, e quando fu il momento di levar via la parrucca non avevo affatto voglia, furono i capelli stessi, tanti, consistenti... ricci ed "arrabbiati" a spingerla via. E fu comunque un bel giorno.
Oggi, con la testa bagnata mi guardavo allo specchio e ricordavo. Un misto di tenerezza e nostalgia, non più dolore per qualcosa che pur triste, appartiene alla "mia vita" e che per questo non mi va di cancellare, almeno non del tutto".
......
"Oggi ne parlo come di uno dei miei "punti di forza", la Scrittura. Otto anni di contraccambiato Amore in assoluto.
Cominciai per restare a galla, continuo per diletto che non ha eguali, anche se a volte funziona come "valvola di sicurezza". Altrimenti per la pressione d'animo rischierei di scantonare, scoppiare o perdermi nel rimuginio, quest'ultimo di certo il peggiore dei rischi.
Scrivere è leggere in se stessi.
Riferivo a me stessa l'ansia, la paura e l'angoscia che già sapevo, ed era come dirlo ad un'altra persona... mi svuotavo e riprendevo alleggerita. Auto-terapia di supporto psicologico.
Oggi continuo a scrivere per "fissare" in uno spazio immaginario ciò che vedo, noto e imparo. Prendo nota con brevi passaggi di questa mia nuova vita, l'ultimo quarto di serena consapevolezza.
Mi sentirei di consigliarlo a Tutti... scrivere per leggersi dentro. Perché capita di avere tante cose da dire, sentimenti che per pudore non possono essere riferiti a voce o richiedono uno spazio maggiore, stati d'animo particolari, frammenti di storie, pensieri nascosti che premono dentro la mente.
Scrivere diventa uno splendido lusso a portata di mano. Si comincia con brevi periodi o versi, poi ci si cimenta nel metterne insieme più di qualcuno, man mano sempre più numerosi. Si creano, si trasmettono emozioni.
In quest'era tecnologica le dita si muovono veloci su una tastiera, si fa prima ma non c'è il fascino della sinuosità delle parole sulla carta, anche quella rivelatrice di parti e peculiarità nascoste del proprio intimo.
Chi scrive dona se stesso mentre si conosce, una forma di "verginità interiore" inconsapevole e di gran valore.
Proviamo a farlo un po' Tutti... scrivere, diventando romanzieri, biografi, poeti di Noi stessi. Rileggiamoci come testi, con lucido distacco e clemente autocritica, scopriremo davvero come siamo.
Ognuno, sorpreso si chiederà... sono stato io davvero a pensare questo che è scritto?"
ps... poichè nel Nostro piccolo spazio riusciamo a far funzionare tutto, pubblicherò le slide con le belle immagini di cui sopra. E per renderle più emozionanti e preziose avranno anche una colonna sonora.
Raccontare la malattia... Chi potrà dimenticare?

lunedì 11 giugno 2018

FINE SETTIMANA IN CONVEGNO (prima parte)


Interessante convegno organizzato dall'Associazione "L'Albero della Vita", partecipante anche il GAMA Oncologico.
Titolo, "Giornata del Malato Oncologico", sulla scia dello stesso, dato alla "quattro giorni" a Roma dalla FAVO, Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia.
Molto interessante dicevo, per la varietà dei temi trattati, dal futuro dell'oncologia e la qualità di vita ai nuovi farmaci, dall'assistenza domiciliare all'importanza della spiritualità, dal ruolo di supporto delle associazioni alla narrazione della malattia, ovvero raccontarsi e prendere così le distanze da un evento che stravolge l'esistenza. Comincerò da quest'ultimo punto, perché è quello che mi riguarda, in cui credo fortemente, e per cui sono stata invitata anche a relazionare.
Raccontare la malattia. E poi...?
E poi è successo che mi ero preparata assai bene, con slide efficaci e pensieri in successione che non conoscevano intoppi, parti selezionate dal mio blog perché si legge e si narra, si ricorda e si racconta, e il tempo invece come al solito è stato tiranno, e alla fine ho tagliato qua e là, ho riassunto ma con dovizia dei particolari più importanti, ed è andata bene lo stesso, perché quando ci credi, tutto va da sé, dalla mente al Cuore, dagli occhi alle parole.
In questo spazio che ci appartiene, però non c'è tempo che ci strattona, per questo condivido per Chi ha pazienza, tutti i post scelti, anche quelli che non ho avuto tempo di leggere al convegno. Magari ne viene fuori una bella cosa, qualcuno osa e prende a raccontarsi. Proprio come capitò a me, dapprima in sordina, con qualche breve frase, otto anni fa...

"Dopo tanto pensare e piangere, piano piano mi abituavo all'idea e mi convincevo di voler vivere al meglio la "nuova condizione". Si, ci sarei riuscita.
Ciò che mi tormentava, è inutile dirlo, era dover perdere i capelli. Immaginavo di svegliarmi una mattina completamente calva, quasi potessero cadere tutti in una volta sola, poi toccavo la testa e la sentivo liscia sotto la mano, poi l'accarezzavo e la trovavo fredda. Come avrei potuto sopportare tutto questo?
Dovevo cercare una strategia veloce non solo per sopravvivere ma trovare addirittura il lato piacevole, un aspetto giocoso che mi aiutasse a non pensare. Fu così che pensai alla parrucca. Ci pensai subito e l'avrei voluta immediatamente.
Certo, era questa la strategia da seguire," accettare" una conseguenza inevitabile, comunque "apprezzarla" in quanto reazione concreta e visibile ad un'azione contro la malattia , "renderla meno dolorosa" con un gioco di ruolo insolito per me, scoprire, nonostante tutto, di piacermi lo stesso o forse anche di più".
......
"Velocemente e come un automa notai una sedia libera e mi sedetti. Avevo il cuore che batteva a mille. Ma che ci facevo là, tra tutte quelle persone che parlavano tra di loro, con un cerotto sul braccio o sulla mano quale segno di riconoscimento di una sorte comune? Mi sentivo un'estranea e provavo un certo imbarazzo, da estranea. La sensazione di disagio per fortuna durò poco, cominciai a guardarmi intorno e a fissare nella memoria quei volti, ad ascoltare quelle voci che continuavano a conservare la serenità di un tempo. Doveva essere vero allora, poter adeguare la malattia alla propria vita e vivere così, con grande forza e in assoluta normalità".
.....
"Avevo deciso che non avrei aspettato di vedere i miei capelli cadere a ciuffi e i restanti come atolli sperduti nell'oceano, così programmai per quel pomeriggio del giorno dopo la prima chemio, di tagliare i capelli. Non li avrei rasati completamente, me ne mancava il coraggio, vedermi subito calva, non l'avrei retto, però li avrei fatti corti corti, stile soldato Jane e subito, immediatamente avrei indossato la parrucca. L'avevo già da un paio di settimane, ma era ancora chiusa nella scatola, protetta da una rete impalpabile, mentre la testina, supporto nei momenti di non utilizzo, era al buio nel ripostiglio. Non nascondo che all'inizio mi aveva fatto un po' impressione, indossata la prima volta mi sentivo in maschera, con impaccio e con un impiccio in testa. Mah, mi dissi, chissà se la sopporterò?! Comunque era necessario che guardandomi allo specchio mi piacessi per porgere agli altri un'immagine piacevole e serena di me. Era sdrammatizzare la malattia stessa e trasmettere un messaggio di speranza. Niente è impossibile se si trova la forza delle mille strategie per combattere e superare momenti di particolare difficoltà".
(continua...)

sabato 9 giugno 2018

NUTRIRMI MENTRE SONO IN CHEMIO. SARA' POSSIBILE? (terza parte)


Alcune strategie per stare meglio dopo la chemio. Mangiare meno, preferire cibi che innalzano lentamente la glicemia, i grassi insaturi ma con moderazione ( mandorle, noci, pinoli, pistacchi, anacardi e arachidi, e i semi come i semi di girasole e il sesamo). Ridurre se non eliminare del tutto le proteine animali.
Ideali sono gli alimenti integrali, compresi legumi e cereali, frutta e verdura.
E da evitare ancora, farine raffinate 00, pane bianco, biscotti e pasticcini. Patate, purea, patatine fritte, riso brillato, fiocchi di mais, zucchero da cucina, bevande gassate e zuccherate.
Unico condimento consentito, olio extravergine di oliva.
Un'alimentazione sana e completa non può essere carente di proteine, anzi queste devono essere presenti ad ogni pasto, possibilmente non di origine animale. Le proteine del latte, ad esempio aumentano l'insulina, quindi per evitare carenze di calcio è bene consumare quotidianamente semi di sesamo, e settimanalmente mandorle e pesce. Un buon piatto di cereali integrali con legumi sarà un valido sostituto di un secondo a base di carne.
Un fastidioso e purtroppo frequente effetto collaterale della chemio è l'infiammazione delle mucose. Per alleviare il disturbo sarà bene consumare crema di riso.
Per contrastare la permeabilità intestinale causa di diarrea, è utile ispessire la crema di riso con l'amido tratto dalla radice del kuzu. Il kuzu è un amido con la proprietà di tonificare le pareti dell'intestino, e di renderle impermeabili a cibi non ben digeriti.
[Sciogliere un cucchiaino di kuzu in poca acqua fredda, aggiungerlo ad una tazza di crema di riso e bollire per 5-6 minuti]
(continua...)

venerdì 8 giugno 2018

NUTRIRMI MENTRE SONO IN CHEMIO. SARA' POSSIBILE? (seconda parte)



La chemioterapia presenta effetti collaterali, individuali e facilmente contrastabili con rimedi specifici.
- NAUSEA: galletta di riso integrale con una punta di cucchiaino di miso o una piccola acciuga
- DIARREA: kuzu ( leguminosa rampicante di montagna originaria del Giappone, usata in cucina o come medicamento, in particolare gastroprotettore)
- ANEMIA: pasta con le vongole
- GLOBULI BIANCHI BASSI: soia rossa o legumi
- Durante i pasti bere poca acqua o tisane a base di finocchio a piccoli sorsi.
- DIMAGRIMENTO: crema di riso o di altri cereali, con l'aggiunta di semi di zucca o di girasole macinati, o del sesamo tostato e frantumato, e dell'olio extravergine di oliva.
Dopo ogni appuntamento alimentarsi con creme di cereali, eliminando carni bovine, formaggi e latte, e ancora salumi, zucchero e carboidrati raffinati.
Tutti questi accorgimenti alimentari andranno accompagnati da assoluto PENSIERO POSITIVO. Ovvero la convinzione costante di fare il meglio per sé, e che per questo tutto adrà bene.
Il PROGETTO DIANA è una dieta basata sul principio di abbassare nel sangue la concentrazione degli ormoni sessuali maschili ( gli androgeni), che più di altri favoriscono lo sviluppo dei tumori della mammella e delle metastasi. Il nome DIANA deriva appunto da "DI" (dieta) e "AN" (androgeni), ma Diana è anche il nome della dea che protegge le donne, la maternità e l'allattamento, tant'è che alcune statue classiche la raffigurano con più mammelle.
(continua...)

giovedì 7 giugno 2018

BREVE PAUSA PER UN APERITIVO A TRE


L'ho affermato molte volte in passato e ne sono sempre più convinta... la Vita mette sulla stessa strada e poi lo fa notare, lo sottolinea tramite le coincidenze.
Oggi è andata proprio così.
Non c'ero mai stata a Volturara Appula, programmato più volte certo, ma poi per un motivo qualsiasi, pur con le buone intenzioni, era sempre saltato. Stamattina invece... decisione estemporanea, nonostante l'incertezza del tempo.
Un paese su un'altura, piccolo, dalle strade pulite e ordinate come il corridoio di una casa qualunque, e vasi di gerani ad abbellire le ringhiere delle verande, e in piazza solo due bar, quasi l'uno di fronte all'altro...
Prendiamo un caffè, ti va?
Per ogni Nostro mercoledì, un caffè appena arrivati è quasi di rigore...
Certo che mi va...
E al banco, mentre mio marito chiede i due caffè, noto la signora, la titolare guardarmi in un certo modo...
Maria!?... sei tu?!
Un lampo... un flash! Ho buona memoria, quindi mi torna in mente una promessa fatta almeno tre anni fa.
Prometti che uno di questi mercoledì verrai a trovarmi? Sono di Volturara, un paese vicino...
Sicuramente. Promesso!
Il tempo è trascorso, altro c'è stato. Un po' si è dimenticato, ma poi se non si cerca l'occasione alla fine è questa che cerca te, appunto...
Pina, la signora, la titolare del bar l'ho conosciuta di persona solo oggi. Accomunate dalla stessa esperienza del tumore al seno, c'eravamo incontrate come iscritte in un altro gruppo, qui su FB... molti like e qualche commento, quindi la "famosa promessa" in sospeso. Oggi, infine l'incontro e abbraccio con foto di rito. E ancora due promesse, una immediata... al ritorno dal santuario della Madonna della Sanità, l'aperitivo... e l'altra per il futuro prossimo venturo. Ad agosto per la festa dell'emigrante...
Venite, vi aspetto. Siamo talmente in pochi qui, vedere gente ci fa davvero piacere.
Beh... per l'aperitivo, promessa mantenuta. E la seconda promessa...? Da rispettare assolutamente, tra un paio di mesi, perché è così, no...? Non c'è due senza tre.

NUTRIRMI MENTRE SONO IN CHEMIO. SARA' POSSIBILE? (prima parte)



Stasera ho scoperto di aver fatto il giusto riguardo l'alimentazione nel periodo della chemioterapia. Empiricamente, con buonsenso ma pure ascoltando il mio corpo. In tal modo non risentii molto degli effetti collaterali, non ebbi rinvii. Mi consideravo assolutamente fortunata, e in realtà facevo la mia parte pur essendo all'oscuro di accorgimenti e orfana di sani consigli.
Ad esempio non ho mai sofferto di mucositi, frequenti durante il trattamento perché la chemio interferisce con la replicazione cellulare. Il rischio di incorrere in questo fastidioso disturbo sembra maggiore nei pazienti che soffrono di stitichezza o di disturbi gastrici o di colon irritabile. Occorrerà quindi preparare l'organismo e poi seguire una dieta adeguata.
Stichezza e diarrea sono effetti collaterali che possono presentarsi anche alternati. Per contrastare o prevenire il primo bisogna introdurre in modo graduale i cibi integrali e ridurre l'infiammazione intestinale.
Alimenti ideali saranno:
- Crema di riso integrale
- Creme di legumi (le lenticchie rosse sono poco irritanti perché con meno fibra fermentabile)
- Non consumare pane integrale e prodotti da forno integrali
- Eliminare carne, formaggi e uova.
- Idonea la ricotta
Ma qual è la dieta da seguire durante la chemioterapia?
Innanzitutto non preoccuparsi se dopo la chemio si ha la nausea. Evitare il latte, ottime invece le proteine vegetali e le creme di cereali. Se compare intolleranza al glutine da enteriti iatrogene, evitare grano, orzo, segale e avena. Eliminare zuccheri e carboidrati raffinati, preferire cereali integrali in crema.
(continua...)

LEALTA' E GARBO


... e impegno, costanza ed inflessibilità. Anche se ultimamente per amor di pace lo sono un po' meno, inflessibile con gli Altri, e di rimando per non confondermi anche con me stessa, e mi perdono di più.
E' perché a questa scuola di vita mi sono formata davvero e ancora continuo, e guardo l'uomo e la Sua fragilità e poi mi do una scrutata dentro e noto la grande vulnerabilità, per cui ci soffro. Soffro per l'indifferenza e la scarsa considerazione, la battuta stizzita e un tantino rancorosa che ha imparato a mascherarsi d'ironia.
Qualcuno disse un giorno...
Non conosco persona più seria di Te, quando cominci, sei testarda e arrivi fino in fondo.
Beh, un tempo non fu proprio così, ma la Vita non perde occasione per sottolineare ciò che si vale, e allora sarebbe da sciocchi non leggere tra le righe. E poi ci sono i giorni, i mesi, gli anni che scivolano via come sabbia tra le dita, e bisogna almeno saper trattenerne il calore, quello delle cose compiute a dovere, dei bei ricordi messi insieme.
Che fossi leale mi sembrava cosa più che naturale, oggi mi dicono che è una grande qualità, l'enfatizza pure la mia grafia, tondeggiante e chiara di Chi vuole farsi comprendere senza equivoci e opzioni. E lealtà ne vuole altrettanta, non la pretende con la forza ma l'esige con fermezza e garbo, lasciando spazio alla riflessione nel tempo. Correzione fraterna? Non saprei, forse non mi sento neppure all'altezza, nonostante la memoria di un'esperienza che mi ha insegnato tanto.
E' certo che sto bene e a mio agio con le Persone che intendono ciò che esprimo a parole ed anche col silenzio. E' difficile stare accanto a Noi a lungo, sostenerne lo sguardo. E' un posto per pochi, veramente solo per Chi si somiglia.

lunedì 4 giugno 2018

GIUSTA CONSAPEVOLEZZA...
Quando si parla di malattia, questa malattia, non esiste via di mezzo. Ce la fai e sei vivo e buon per Te, oppure non ce la fai, e nessuno ti pensa più. Caso clinico, ad andar bene, altrimenti cartella clinica chiusa, da archiviare...
E invece in mezzo, tra quelle che sembrano due opzioni "secche" , c'è la Vita piena che si conquista cadendo e rialzandosi di continuo, e si piange ma pure si ride, fino alle lacrime, con convinzione, ingoiando a vuoto o mandando giù bocconi amari. Però è bello lo stesso, perché continui e reggi, ed anche se leggi o senti di Te, metastatico... non sembra poi così grave. C'è "lui", il "bastardo" ma ci sei anche Tu, a tenerlo a bada, e questo fa una grande, grandissima differenza.


ASTERISCO
Giusto una breve parentesi, una piccola aggiunta a ciò che ho scritto nel pomeriggio, dopo le numerose note su alimentazione e salute, sulle emozioni, informazioni utili che so ben accette da molti, mi impegnano parecchio ma limitano il mio sentire.
Io sto dalla parte di Chi soffre e non capisce perché, vuole andare avanti e non sa come, o può anche conoscere il modo ma non ce la fa. Non ce la facevo neanch'io, e fu solo per un cambio di vento all'improvviso che tutto mutò. Ed ora la bonaccia continua, e spero sia così fino a quando dovrò andare via, per altro destino ma comunque sempre via, perché tale è il percorso di ogni essere vivente.
Ogni perdita è un graffio a sangue sulla pelle, brucia, duole, lascia il segno. Passerà ancora qualche giorno e non si noterà più, non è ferita profonda e altra parte viva rimarginerà la violata. Ma quando mi ritroverò di nuovo a scorgere la causa dei tanti graffi il cui rischio ho accettato, sarà sentire di nuovo lo stesso dolore.
Ho trovato tra i miei numerosi fogli cartacei, i primi di otto anni fa, una piccola nota, una citazione simile ad un presagio, la motivazione costante di ciò che ora è per me...
"Sarò vicino a te quando sarai solo, quando sarai triste. Sarò vicino a te quando penserai di non farcela. Sarò lì quando cadrai e con un briciolo di forza ma tanto coraggio ti rialzerai...
Io sono lì".