lunedì 25 giugno 2018

GLI ANNI "MATURI"


Lo so, qualcuno già dal titolo penserà che sto facendo paranoie perché il compleanno si avvicina. Oppure che voglia ostentare indifferenza a questa "terza età" che avanza. Non è così. Valuto a sufficienza l'importanza dell'evento, ne vedo i vantaggi dopo aver passato in rassegna le "tappe" delle due precedenti.
Riflessioni sul trascorrere del Tempo, maestro di vita e medico per ogni male. Nascono questi pensieri al termine della festa di compleanno di mio padre, 87enne che come me, contemporaneamente visse l'esperienza del tumore. Io ho imparato molto e continuo, Lui assai meno ma è comprensibile data l'età. Ha da cogliere il meglio per stare bene, e non si cura se questo è bene pure per altri. Io invece ho da essere "doppia", non falsa e ipocrita, ma obbligata ad un duplice atteggiamento per "Amore". Incoraggiare, infondere speranza, dare il buon esempio. Quest'ultima cosa soprattutto me la porto dietro dall'infanzia, con l'obbligo da primogenitura, ovvero subire le punizioni destinate ai più piccoli.
Mite e accomodante, mi sono sempre protetta con le lacrime, per non offendere e non far soffrire. Tutto questo fino a quando comparsa non è la malattia, poi è scattato un meccanismo di difesa che non saprei descrivere, definire, come fosse... ora o mai più. E sono diventata "custode a spada tratta" del mio amor proprio, cultrice senza limiti della mia autostima. Così mi dicono che sono forte e grande ma con una punta di aggressività, e non è vero, perché le mie sono "risposte" e mai "proposte", e poi non sono immensa, infinita, inossidabile. Ancora se la misura è colma trovo sfogo nel pianto, ma solo quando resto sola a pareggiare quella del Cuore che ha traboccato lacrime. Tutto sommato oggi piango molto meno, perché ho prestato attenzione alla Vita, a ciò che voleva dirmi, e poiché per tutto il tempo da quando sono al mondo me ne ha dette tante, gli anni sono abbastanza da giustificare la cosa.

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