lunedì 30 luglio 2018

MORBIDO... MALLEABILE... FLESSIBILE


Avendo come scopo la sopravvivenza, e proprio tanto facile non è.
Tre aggettivi, qualità di solito attribuite a materie prime atte alla trasformazione, stasera prese in prestito per un carattere tipo che può essere di suo già "morbido... malleabile... flessibile", o diventarlo temprato dagli eventi.
Mi viene in mente la plastilina per bambini, morbida si accomoda tra le manine, si trasforma, diventa pallina o bastoncino che di giusta lunghezza è pure flessibile. Semplice materia che cambia forma ma non sostanza, per e con leggerezza.
E dalla metafora alla realtà, quella semplificata per aggiustarsi l'esistenza.
Serve leggerezza nella vita, e non vuol dire essere superficiali e non significa che, al tempo stesso, non si possa essere anche profondi, se serve.
La Leggerezza è una specifica condizione che si raggiunge quando si è in grado di vedere un problema per le soluzioni che offre e non per il peso che ha, restando connessi costantemente con il proprio sentire, le emozioni e sensazioni.
Questo dà modo di sapere esattamente quali sono i bisogni propri ed altrui e come possono essere soddisfatti. Perché è da ricordare che non siamo soli, importanti sono le relazioni, e che ognuno ha un ruolo specifico nell'economia dell'universo da vivere come un gioco ma seriamente. Non prendendosi troppo sul serio e disposti a modifiche per il "benessere" generale.
E Leggerezza è saper sorridere anche in situazioni e per condotte che stridono col proprio pensiero.
Ho trovato una frase che mi ha colpito...
“Permettiti di essere Profonda con Leggerezza e Seria con Passione”.
Essere leggeri è una predisposizione d’animo. Non è detto che questa sia una nostra tendenza ma di sicuro può essere coltivata, costruita, nutrita e sperimentata.
E per farlo, prima di tutto, occorre volerlo.
Quando ci capita di vivere situazioni pesanti o anche problemi inconsistenti che comunque al momento creano un disagio, ci dimentichiamo completamente di quel senso di leggerezza che è dentro di noi e che abbiamo sperimentato in occasioni di gioia e di personale soddisfazione.
Come si potrà fare allora per rinverdire la memoria?
Chiediamo aiuto al Nostro Passato, e sicuramente troveremo un momento vissuto con la leggerezza e la sensazione di aver avuto per un po' le ali. E questo è sufficiente per credere che possiamo sperimentarlo nuovamente poiché ci sono i presupposti per poterlo fare.

domenica 29 luglio 2018

IL NUMERO RICORRENTE


Mi piace ancora pensare che sia sempre lo stesso, quel numero da me eletto come alleato importante, forse fortunato che ha segnato le tappe del percorso definito non più di malattia bensì di crescita interiore.
E' certo che me lo ritrovo ogni volta o quasi. Il "mio numero 6".
Faccio velocemente giusto un riepilogo, per Chi non mi legge dall'inizio o anche per Chi ricorda più o meno e non certo i particolari. E' un numero legato nello specifico alle date, a momenti difficili e non, comunque tutti ugualmente necessari, poiché non c'è giorno senza la notte, né gioia apprezzabile e pienamente vissuta senza aver conosciuto anche una fugace, temporanea tristezza.
Oggi, per me giorno di mammografia di controllo, l'ennesima vissuta come le altre, con quel palpito che riporta indietro nel tempo, a quel 6 marzo di otto anni fa, sabato pure, in modo da non perdere la benché minima emozione.
Per le recenti normative che regolano la privacy, cambia la modalità e viene assegnato ad ognuna un numero, e guarda caso a me tocca il 6. Sorrido senza volere, la signora che siede accanto a me, fa altrettanto e poi aggiunge...
Meno male che ce la prendiamo a ridere.
Eh già...
E intanto penso... ma stavo ridendo?! Devo controllarmi, mi sa. Va be', qual è il problema? Dopo tutto meglio veder ridere che piangere, soprattutto in posti come questo.
E ancora, sempre pensando... certo, di nuovo il numero 6. Spero che oggi mi porti ancora la serenità degli ultimi tempi, una relativa certezza, che aiuti comunque per un altro anno almeno, rinnovabile come un qualsiasi documento di identità. Soggetto che avanza in età e speranza.
Età e Speranza vanno a braccetto, me ne resi conto in pieno anche il 6 febbraio di sette anni fa, quando prendendo coraggio, smisi la parrucca e decisi di non tingermi più. E presi ad amare i miei capelli che allora vidi solo bianchi, ed oggi apprezzo dolcemente brizzolati.
Bei momenti quelli, ma non rigetto al fondo della memoria neppure quel 6 aprile, data di inizio della chemio. Paura per ciò che non sapevo, ma anche inizio di nuova consapevolezza che mi ha portato ad essere ciò che sono.
Alla resa dei conti, visto che di numeri si parla, nella vita nulla va scartato. Positivi e negativi fanno parte della stessa scala, valori che segnano e che si annullano passato il momento.

sabato 28 luglio 2018

TANTO DI VECCHIO E UN PO' DI NUOVO... ma solo perché finita non è



<3 nbsp="" span="">

INTRODUZIONE
E' stata una giornata strana, densa di emozioni contrastanti nate da conferme e delusioni, gioia e da un dispiacere improvviso, persino da un moto di stizza. Non sempre si può esternare ciò che si prova, pochi capirebbero e molti sarebbero i fraintendimenti, così mi limito al solito a cercare un senso per quello che in apparenza un senso non ha. E parto da lontano, da quando per superare il "momento" decisi che avrei scritto ogni giorno.
PROLOGO
Fu concepita l'idea, poi coltivata diventò pensiero... e un giorno... ad un mese dall'intervento e mentre si ricominciava con la chemioterapia... nacque "CONTINUARE A...", il blog che ama la vita.
Era il 27 luglio 2010...
"Come aprire un blog in poche semplici mosse..." Stavo sfogliando distrattamente "Donna Moderna" quel giorno, che poi è una data precisa, il 27 luglio di otto anni fa, quando spalancai gli occhi nel leggere il titolo del dossier, inserto di quella settimana. Ma quale tipo di indagine era stata condotta per arrivare a sapere che quella era la mia fissa da qualche tempo?
Avevo letto infatti di persone che nel blog avevano trovato il modo di superare problemi di varia natura, e poi nello specifico di "CANCER BLOGGER" che addirittura per numero cospicuo avevano costituito una vera e propria comunità on line di persone colpite dal cancro, venute fuori allo scoperto dopo aver vanificato il fantasma della solitudine causata dalla malattia. Il desiderio di alleggerire il cuore di qualche fardello, ma soprattutto di condividere una delle peggiori esperienze vissute sulla propria pelle, porta ad aprirsi, a considerare che nonostante tutto si può andare avanti, anzi si deve, e diventa quindi automatico voler "donare" ad altri questa convinzione conquistata con fatica. La doni con tutto il cuore a chi, magari non è fortunato come te.
E così, per tornare in argomento... lo so, mi sto perdendo un po', ma l'emozione è grande per un altro compleanno di questa mia creatura, che vedo crescere con me, attraverso i ricordi, le emozioni e con la speranza mai venuta meno.
Allora... ripeto, e prometto di non "sviare" più, per tornare in argomento... leggendo il titolo di quell'inserto mi sentii all'improvviso non autosufficiente ma di più... capace di tutto! Le mie nozioni riguardo al web fino a quel momento erano state davvero molto esigue, cercavo continuamente aiuto ai miei figli che, puntualmente e all'unisono mi dicevano, "Va be', mamma ... finché te lo spieghiamo... quando c'è tempo vediamo che cosa possiamo fare". Ed io mi sentivo sempre più impedita. E' anche vero che prima di ammalarmi, mantenevo le distanze da tutto ciò che fosse tecnologia... computer, internet, facebook... dicevo, non sono cose per me, il mio cervello rifiuta queste diavolerie, poi quel giorno, all'improvviso la folgorazione... AVREI FATTO TUTTO DA SOLA! Tanto bastavano solo poche semplici mosse...
Così, piano piano cominciai, seguendo le istruzioni e guardando sul monitor la mia creatura prendere forma, piano, un passo alla volta. Alla fine, che emozione! Ecco la grafica che avrebbe fatto da sfondo ai post... quando il mio blog vide la luce si adagiava su un riposante color beige con l'immagine di uccelli in volo. Che bello, pensai, descrive graficamente proprio ciò che io provo, il desiderio di aria, ampio respiro, di vita... librarmi in alto e guardare giù, dove tutto è passato, e poi CONTINUARE A...
Nacque così il titolo del mio blog, che porta in sé, in un verbo e in una preposizione, un chiaro programma, deve AVERE UNA LUNGA VITA, almeno quanto la mia perché, ne sono convinta... lo voglio con tutta me stessa...
Chiudo per un attimo gli occhi... mi rivedo... oggi 27 luglio 2010... "Sto per scrivere di qualcosa che all'improvviso ha cambiato il corso dei miei giorni e il significato della mia vita..."
CONCLUSIONE
E finisce qui, e come si evince, finisce per continuare. Scriverò di Chi incontro, rifletterò per non lasciarmi andare. Imparerò cos'è la Dignità nel dolore, la gioia di vivere e a non arrendersi mai.

L'ABITO DA SPOSA E IL PIANOFORTE


C'è un motivo fondamentale per cui continuo e continuerò sempre. Quando sono lì, a me non penso più e l'attenzione tutta è rivolta a Chi ho di fronte. E non vedo letti né poltrone, non bado all'eventuale confusione, non guardo neanche l'orologio mentre il tempo va sempre troppo in fretta.
Devo essere credibile, affidabile e a me non penso. Poi colgo il momento, ascolto e ritengo, e non vorrei andarmene via, e tornerei il giorno dopo e tanti altri ancora, per dare forza e a me motivazione.
Sono storie bellissime quelle che ci appartengono, perché alla fine saranno di Chi racconta e pure di Chi ascolta, dense di speranza a viva forza e colorate da dolci pensieri.
Una signora seduta alla poltrona con la stessa disinvoltura come fosse dal parrucchiere, dice che ora succeda pure qualsiasi cosa perché giorni prima ha fatto il matrimonio del figlio. Ed ora si sente soddisfatta e appagata, è gioia intensa per un abito da sposa che non si può dimenticare, confezionato da Lei per la nuora con tanto amore. Nonostante pensieri pressanti, la pesantezza delle cure e l'incertezza del domani. Porta quindi a termine la Sua opera, e quel vestito Lei manco sa quanto vale. E' affermazione, autodeterminazione, e speranza in un futuro senza scale o erta salita... tutto in piano perché sa che ce la può fare.
Da un'altra stanza mi prende la melodia di un pianoforte. Un paziente fa l'infusione su una barella di ambulanza, e accanto a Lui una donna, l'autista che l'ha accompagnato, gli fa ascoltare dal cellulare alcuni brani...
Mozart, Beethoven, Bach... un tempo li suonavo anch'io.
Dice così, e solo una lacrima gli riga la guancia...
Una volta suonai senza fermarmi per 19 ore... è passato qualche anno, forse molti... chissà.
Cambia a questo punto la musica, e nella stanza si diffondono le note di una colonna sonora, "Nuovo cinema Paradiso". La tensione si distende, cambiano gli argomenti e il profumo di una caramella all'anice riporta la dolcezza di una normalità che sfugge ma poi riprende.
In emozioni, un giorno... su, l'altro giù. Così va la Vita, per quelli come Noi ancor di più. E' un semplice ma non sempre comprensibile "paradigma".

venerdì 27 luglio 2018

LA PIAZZA E IL VIALE...



... e poi tornano indietro, giusto per far vedere che hanno l'automobile.
La simpatica signora seduta all'uscio di casa, con queste parole voleva manifestare tutta la Sua solidarietà a Noi che per poco non le entravamo in casa quasi di prepotenza. Auto in successione, quasi in fila indiana infatti c'impedivano di procedere. San Fele, un comune della Basilicata con 3.000 abitanti, una piazza e un viale stretto percorso di continuo in lungo e non in largo... perché largo non è... da veicoli di ogni tipo, eppure è così bello e suggestivo "viverlo" in ogni angolo, ammirarlo da ogni belvedere.
Già da lontano prende per la sua particolarità, un paese in due pezzi che pare da un lato inteso a sdraiarsi, poi si arriva nei pressi dell'altura da cui domina la valle, e gli occhi si levano in alto a guardarne le case tanto simili a quelle di cartone del presepio.
Un lungo tratto a piedi, erto e solitario, per raggiungere la piazza e poi qui esplosione di vita e il già citato carosello di automobili. Fatto curioso è che tutto pare concentrarsi nella piazza con un prolungamento lungo quell'unico viale. La gente sembra che si muova in circolo, trova quel che serve, fa ciò che deve fare e poi scende in riga sempre "traffico" permettendo.
Comunque un bel posto, questo piccolo paese, verande fiorite e cani paciosi a prendere il fresco nei vicoli a scale. Qualche antica fontana, tanto verde e aria fresca e pulita.
Distante 10 Km, la frazione di Pierno con il santuario di "Santa Maria di Pierno", abbazia del XII secolo. Una chiesa semplice, sempre aperta che accoglie fedeli e visitatori con canti gregoriani che ben si accordano con le melodie degli animi che cercano pace e silenzio, espressione di un luogo di preghiera, modalità di amicizia della natura con l'uomo.

giovedì 26 luglio 2018

NOTE DIVERSE PER UNA STESSA SINFONIA

Solo in apparenza stonate tra loro, a tratti pure fuorvianti ma intense e ricche le storie in una giornata di "straordinaria" normalità.
Su e giù, entro le poche righe di un immaginario pentagramma sempre uguale, sempre quello , si compongono le più impetuose "sinfonie umane".
Giunge la prima nota da lontano, un "la". Non occorre io sia già sul posto, o abbia indossato il camice che non fa la differenza, Lei mi ferma... io l'abbraccio...
Come va?
Non tanto bene. Devo ricominciare.
E in quel momento ricordo dovrebbe essere per la terza volta, e nel frattempo ha perso il marito che l'accompagnava ma non il sorriso. Anche se stavolta appare tirato e stanco.
Tranquilla... le dico... andrà bene ancora. Hai tutte le ragioni del mondo, ma devi continuare a crederci. Motivarti.
Neanche venti passi, ed ecco la seconda, forse un "do"...
Nooo, io do di matto, sono piena di acciacchi, il medico mi ha detto che ormai è tutto a posto, potrei persino cominciare ad eliminare qualche farmaco, ma io non mi fido. E se poi torna...?
E' un pensiero frequente questo dal quinto anno in poi, sembra impossibile cavarsela con "così poco". E vieni a sapere di quell'amica che aveva il tumore più piccolo del Tuo, eppure...
E ancora, chissà quel signore che non vedi da tanto come se la passa... ma poi, quale sarà il motivo per cui non l'hai più incontrato?
E a questo punto c'è il picco alto della tonalità di un animo nel dubbio.
Mentre scrivo mi chiedo, convinta che pure Chi legge queste mie note notturne, incuriosito si faccia la stessa domanda... ma perché continuo su questo "motivo", a raccontare, raccontare e non voler mettere un punto fermo?
Chi può comprendere, se non l'ha provato, lo sconvolgimento e gli alti e bassi di un qualcosa che lascia il segno?
E non è finita... perché le note sono infinite.

mercoledì 25 luglio 2018

TEMPISTICA


E stamattina abbiamo sistemato ciò che era in sospeso, perché per la prima volta in otto anni dopo l'ultimo follow up, non mi ero catapultata agli sportelli del CUP per le varie prenotazioni, e ho lasciato trascorrere ben sei mesi. Responsabili, i benedetti e tanto discussi codici di esenzione. Scaduto lo 048, in provvisoria ibernazione E01, ero in attesa del compimento dei miei "preziosi" anni, e così...
Beh, devo ammettere che inizialmente mi ero sentita in colpa, incosciente, eppure le parole dell'oncologo erano state rassicuranti...
A questo punto, direi sia il caso di allungare i tempi, possiamo farlo.
E in quel "possiamo" c'era la serenità che serviva nell'attesa. Poi all'improvviso, come uno scossone in pieno sonno, mi chiedevo... e la tempistica? Riuscirò quando sarà il momento ad essere tempestiva e quindi ad ottenere tempestivamente ed entro i termini le prenotazioni necessarie? E della "corsia preferenziale" l'accesso sarà sempre disponibile? Ché sempre di controllo indispensabile si tratta.
In definitiva mi sentivo derubata dell'unico "privilegio" concesso dall'inizio. Alcuna pensione né accompagno... solo quello, con la raccomandazione ovviamente di rispettare la tempistica.
Ricordo che al primo follow up a sei mesi, sballai i tempi perché pensavo aver tempo e lasciai passare 30 giorni che di 180 sono una bella "porzione". Andai dall'oncologo a capo chino con la richiesta di una proroga, mi sentivo negligente come Chi pur sapendo di dover essere interrogato, non studia e si giustifica. Per quella volta lasciò correre, giusto perché era la prima, ma...
Guarda che questi errori non te li puoi permettere, devi entrare nel complesso meccanismo della "tempistica", è importante, nello specifico... vitale.
E da quel giorno in poi, e ne sento ancora il peso... fu come avere in tasca, sul tavolo e al collo una piccola clessidra con granelli sempre troppo veloci.

martedì 24 luglio 2018

SE PER CASO UNA FARFALLA...

Mi era capitato già prima, qualche anno fa con un passerotto che mi passò davanti zampettando, dopo ancora con una nuvola mutata d'aspetto all'improvviso, ed ora... nel giorno del mio compleanno con una farfalla. Insistente e per niente timorosa, capitata in auto a finestrini chiusi.
Sono persona cui non sfugge nulla da sempre, adesso faccio di più, prendo nota e rifletto, cerco una spiegazione e se non la trovo, me la creo. Anche con la fantasia, non è tutto sbagliato e resta valido come stimolo a non fermarsi alle apparenze.
Il passerotto... la nuvola... e la farfalla, scritto così in sequenza pare il titolo di una storia da cui trarre una morale. Considerati singolarmente e posti a confronto, pare subito evidente ciò che li accomuna. Il cielo e la possibilità di lasciarne traccia sulla terra...
Ah, la mia fantasia... quando ingrana la marcia non la frena neanche la più spietata realtà, ma ripeto... meglio così. In alcuni momenti è la spinta giusta per risalire a galla, non sentirmi sola e crederci che niente finisce del tutto.
Il passerotto... giusto un mese dopo. La nuvola... quel pomeriggio stesso. La farfalla... pensa un po', al mio compleanno, proprio otto giorni dopo. Me la sono ritrovata su un dito della mano destra mentre mi davo aria col ventaglio, e per nulla scossa né spaventata, ha continuato a restare lì, sbattendo le ali e seguendo l'evento in cui era casualmente capitata. Ho lasciato il ventaglio, e con delicatezza ho fatto sì che calasse sul polso, poi ha preso a zampettare lungo il braccio. Pensavo sarebbe stata felice di prendere il volo lontano se avessi aperto il finestrino, e invece... niente, è rimasta lì sul gomito quasi aggrappata e con le ali al vento...
Un'anima non è mai libera totalmente di tornare al Cielo se resta ancorata o trattenuta sulla terra.
Allora... perché era giusto fosse così, dal gomito destro all'indice sinistro, posto fuori e in alto, ho fatto volare via la farfalla insistente e incredula. Dopo un po', naturalmente l'avevo persa di vista, ma se ne parlo ancora, di certo non la dimentico.

domenica 22 luglio 2018

LA VITA. UN GIOCO DA PRENDERE SUL SERIO.

Considera la vita al pari di un sogno, da cui ti svegli ma che poi riprendi ogni volta, tante volte quanti sono i Tuoi giorni, fino a quando non si realizza.
Vivi la vita come un gioco preso sul serio, purché non sia d'azzardo ma con il coraggio che serve. Perché il coraggio è necessario per non stancarsi troppo presto, per non curarsi di Chi guarda e giudica. Già, perché c'è pure questo rischio... che mente e Cuore passino al setaccio o ai raggi X di quelle persone "ingessate", rigide sostenitrici degli schemi fissi. Se soffri devi piangere, se stai male devi darlo a vedere, sennò tanto grave non è. Va be', che lo diciamo a fare se da tempo immemore esiste gente che non ha niente di meglio da fare?
Per quanto mi concerne, trovo sia salutare oltre che divertente, vivere la vita come "gioco serio", ove gioco non è menefreghismo né superficialità, e la serietà si limita alla costante perseveranza di intenderla sempre allo stesso modo.
Non si può piangere sulla propria condizione dalla mattina alla sera, come non si può pensare sempre e solo a se stessi anche in situazione ottimale. In entrambi i casi la noia e l'insoddisfazione sono assicurate. C'è bisogno di stimoli e sfide, di entusiasmo e continua gratitudine. E poi di ridere, cercandone le occasioni, ridere perciò quando è il caso, con garbo e convinzione, perché fa bene ed essendo contagioso, non fa bene solo a Te ma anche a Chi guarda, pure se non comprende. Ché alla fine il dubbio gli viene e qualche domanda se la farà...
Vuoi vedere che questo tanto stupido non è, o se lo è... almeno camperà cent'anni?
C'è stato un tempo... e qualcuno di recente me lo ha ricordato... che fui "ragazza troppo seria", intrappolata ridevo poco e male, parlavo solo se interrogata e per giunta sbagliavo le risposte. Ero triste, e ho perso il bello della vita, la parte migliore del "gioco", quella che vuole vincente Chi ci crede.

sabato 21 luglio 2018

UNA NUOVA "MAGGIORE ETA'"


Ho aspettato a lungo questo momento, contato persino i giorni, e oggi finalmente sono entrata spavalda nello studio del medico di famiglia...
Dottore, sono diventata maggiorenne!
... mentre pensavo soddisfatta, manco fosse frutto di chissà quale impresa, una vera conquista... l'età me l'ha concesso e guai a Chi me lo toglie. E in realtà nessuno e per alcun motivo potrà farlo, perché da "maggiorenne" non è che si può tornare indietro e non esserlo più, si va solo avanti negli anni, e nello specifico per quel che mi riguarda è una grande e totale soddisfazione.
Per otto mesi mi è proprio mancato quel numerino in alto a sinistra di ogni impegnativa medica, un codice che mi identificava, classificava inizialmente contro la mia volontà, poi mi ci ero abituata perché avevo pur con gran fatica accettato la situazione, e mi stava bene che continuasse a vita.
A vita...? Ma non si può restare malati a vita, anche nell'eventualità di una cronicizzazione, e allora... via il detestabile, amato 048 e i controlli te li paghi da te. E si raccomanda caldamente di farli, e se non puoi, sono affari tuoi.
Ho controllato la rabbia per la nuova condizione solo covando dentro una silenziosa vendetta, a luglio avrei compiuto gli anni... i miei 65, e allora col nuovo codice di esenzione per "anzianità", avrei fatto "marameo" a chi idealmente mi voleva in buona salute a mie spese anche "dopo" un cancro.
E' chiaro, questo intende essere un piccolo sfogo, anzi considerazione semi seria di una problematica su cui ci sarebbe tanto da discutere, a parte tutto mi resta la gioia di aver raggiunto questa età, e mai avrei pensato di poter essere così contenta del trascorrere degli anni.
Che dire...? Mi sento assai fortunata, ma davvero tanto.

BASTEREBBE COSI'...


E potrei metterci un punto, e avrebbe tutto un senso, gli anni prima, questi ultimi otto ed anche la conclusione della "mia storia". Ma tranquilli, sono certa perché mi impegno, non finisce qui. L'affetto per niente scontato ricevuto oggi, è stato tanto e tale da motivarmi ancora. Significa che... magari non tutto... qualcosa di buono riesco a fare, e allora perché non continuare?
Sono consapevole che molti mi vogliono bene, ma sentirlo ripetere, essere accolta da sorrisi, e poi notare che più d'uno ha avuto un pensiero per me, tutto questo è stato il più bel regalo che potessi ricevere. Persino aprendo la casella di posta elettronica, ho trovato da parte di "virgilio.it", buon compleanno ed accanto un pacchetto virtuale, dove mi piace credere ci fossero migliaia di auguri, stipati ed indistinti, ma tutti solo per me. L'esclusiva per un giorno.
Le illusorie certezze perse all'improvviso un giorno, sono state soppiantate da un'altra grande che si conferma col tempo, mi dà vita e sorriso e forza "a dosaggio variabile". Quel che basta nel quotidiano per me, molto di più quando mi trovo a stringere una mano o nell'abbraccio Chi crede di non farcela.
A volte mi sento presuntuosa, e idealmente mi pongo in un angolo a cercare la giusta dimensione per non esagerare, non strafare. Confesso persino di perdermi tra decine di pensieri contrastanti, e getterei la spugna, ma poi...
Ma poi succede che in un giorno, e non è neanche quello del mio compleanno, mi venga fatto un dono. La "M", iniziale del mio nome, con una frase pronunciata a voce... per Te, perché cosituisci una certezza.
Ecco... tutto si spiega, l'Amore che doni torna sempre indietro, per chiunque sei certezza tanta in più ne trovi.
Domani e sempre perciò non conterò più i giorni, non ce ne sarà bisogno. Tanto affetto al momento è una grande certezza, come essere sicura di aver conquistato un "frammento" di eternità. E col futuro e la sua precarietà, pace fatta.

giovedì 19 luglio 2018

STAND BY... PER UN ANNO IN PIU'


Stasera impongo a me stessa di non pensare a niente, azzerare il conta-giorni, e tornare al momento in cui, riaperti gli occhi, sentii voci confuse ed una sola distinta...
Abbiamo finito. Non c'è più.
Di nuovo mi lasciai andare al sonno, però questo era diverso, voluto e ristoratore, per riacquistare le energie.
E intanto ero rinata. E' bello ricordarlo oggi, perché si susseguono gli anni che non credevo.
Si può "non pensare"? No, perché voglio dire, davvero io ora non sto pensando a niente, ché se ora pensassi, non saprei dove andare a nascondermi per sfuggire al Tempo che inesorabile priva di giorni utili alla rinascita. Perché una rinascita è cosa graduale e lenta, che deve fare i conti col Passato che non torna, e darsi una spinta verso il futuro che non conosce.
Quindi me ne sto tranquilla, e non penso a niente. Reset per cominciare ancora una volta, come ogni anno... anno dopo anno. Trattengo il fiato, pare l'attimo prima di saltare un fosso, non so quanto profondo sia, non so se ce la farò. Chiudo gli occhi per sentirmi leggera, e senza pensieri lo divento davvero. Questa sensazione mi è gradita come l'aria notturna che respiro, ora che poco manca alla mezzanotte del nuovo giorno, quando finito il conto alla rovescia, riprenderò coi miei pensieri dedicati alla rinascita che non ha mai fine.
Ormai ci siamo, torno a pensare... è il mio compleanno. Un altro anno alle spalle, un altro in più da vivere.

mercoledì 18 luglio 2018

SI TRATTA SOLO DI COMINCIARE


Due occhi con la profondità e il colore del mare, la mano destra quasi sotto il mento in posa indispettita, seduta al centro del letto...
E' solo l'inizio.
Allora dobbiamo cominciare proprio a monte.
E ho posato il mio cestino sul davanzale della finestra, non perdendo di vista "i colori" della speranza e facendo appello a tutto il mio coraggio, perché ce ne vuole quando ci si appresta all'ascolto di Chi affronta ciò che non conosce e teme. Sapevo che quel momento era senza tempo, e l'ho fissato perché non si può essere frettolosi e sbrigativi con Chi deve abituarsi all'idea, accettare una situzaione difficile, quando ostinatamente s'impunta e non vuole andare avanti...
Non ce la farò mai. E' una cosa troppo grande per me.
E mi sono venuti i brividi. Le mie stesse parole di un tempo. E' quasi incredibile. Quasi. Perché pure se non esistono due casi uguali al mondo, le emozioni non cambiano né il modo di esprimerle.
Si tratta di cominciare, un passo alla volta. Piantare bene il chiodo in ogni spuntone di roccia, e salire. Capiterà di dover fermarsi, ma sarà solo occasione per raccogliere le forze e fare il pieno di energia. Gradini sempre più profondi, fino alla cima. E lì, finalmente vedrai il sole da vicino.
Speriamo, ma ci credo poco. E tutto sommato nemmeno mi interessa. Non mi nteressa niente di me, non ho nessuno. Anzi inizialmente non volevo fare nulla, la mia sarebbe stata una scelta serena.
Forse in principio... ma poi?
Scelta serena, già... semplicemente un alibi per la paura, perché qualcosa si sa... ed è angoscia... però totalmente non si conosce... ed è panico. Allora la scelta serena toglie di mezzo angoscia e panico, ma dà largo spazio al terrore, e come il cane che si morde la coda, si entra in un circolo vizioso che guasta la mente, la priva della lucidità e... non si vive più.
Fidati...
Cercavo di opporre ad ogni Sua tesi un'ipotesi, non è cosa mia solita, ma oggi non potevo star zitta di fronte alla rinuncia per partito preso, giustificata dalla scarsa stima di sé, da un certo disamore, da tante delusioni.
Maledetto distress che dà il colpo di grazia, e completa l'operato di una fragilità di ampio raggio.
Oggi per Te è così, perché è la prima volta, ma vedrai... tornerai a sorridere perché qui si ride come in qualsiasi altro posto, a volte pure di più.
Si si, è vero. Qua si diventa una grande famiglia, e alla fine tanto male manco si sta.
La voce quasi fuori campo di un'altra paziente entrata in quel momento nella stanza, spezzava la tensione di "una prima volta". E di sicuro il sorriso tornerà, perché si tratta solo di cominciare.

martedì 17 luglio 2018

ISTANTANEE DI VITA




Come scatti fotografici apprezzati in tempo reale, validi ed efficaci per ricaricarsi. Istantanee vitali, annullano il passato fino a quel momento, diventano valore aggiunto ad un presente non proprio facile.
Stasera dalla solita Amica, una serata in giardino nonostante il vento caldo e qualche goccia di pioggia. Avremmo voluto guardare le stelle, erano nascoste dietro una coltre di nubi, e per questo le abbiamo solo immaginate. Ci è bastato. Dopo tutto è sempre solo questione di testa, ancor di più se certezza è di alcuni punti fermi, come gli astri, il sole e la luna.
Potrebbe essere una "risorsa universale", rivolgere lo sguardo alla volta celeste e poi sentirsi ricaricati. Energia pulita che non va dispersa.
L'introduzione ad una meravigliosa serata tra "pizze cento gusti", karaoke, quattro salti effettivi e un mondo di risate. Il resto andrebbe rivissuto come un film, scena dopo scena fino alla comparsa della parola, "FINE". Conclusione semplice e semi seria perché non definitiva, ma solo di un momento dell'incredibile realtà quale è la Nostra... un gruppo di auto mutuo aiuto mai stanco di ritrovarsi e gioire insieme di piccole festose opportunità.
Dicevamo allora... scena dopo scena, brevi dialoghi e conversazioni allargate, che rendere a parole in modo descrittivo sarebbe ridurle ad un elenco noioso, forse anche un po' scontato, quando nello specifico di ovvio non c'è nulla. Probabile pure non si arrivi fino in fondo a leggere. Assolveranno meglio il compito i numerosi scatti ad illustrare una serata "sotto le stelle".
Un bellissimo giardino, una lunga tavolata... pizza e musica fino al cielo. E poi tanta allegria, quella giusta che serve a scacciare qualche pensiero di troppo, l'ansia che prende all'improvviso, e a ridimensionare certi ricordi che arrivano da lontano e gravano sul capo. Proprio come le nuvole che per tutto il pomeriggio minacciavano di rovinare la serata, c'hanno pure provato, e poi così non è stato.
Giusto spazio alle stelle dietro le nubi, spettatrici tra le quinte, sempre e comunque generose di plauso e sottile compiacimento.
E risate... tante e gioiose e voci serene. Melodie di Speranza che non muore.

lunedì 16 luglio 2018

FUORI DALLA "TRAPPOLA"


Penso spesso a come sarebbe stata ora la mia vita se mi fossi fermata a otto anni fa. E' vero, c'era stato già un bel progresso, però... caspita che scoperta sono per me stessa oggi, ancora e giorno dopo giorno. E proprio perché sono andata avanti, e non mi fermo. Ho scovato una breccia, o forse sarebbe meglio dire che presi a scavare quella piccola presentata dalla Vita, e i muri pur morbidi della "trappola" in cui ero da sempre, hanno presentato un cedimento.
C'è una spiegazione per tutto, e alla fine si arriva a capire il perché del senso di inadeguatezza, del disagio, della convinzione di non riuscire mai a portare a termine qualcosa, nemmeno una presina all'uncinetto, un cruciverba... un libro? No, salvo almeno questo... ho sempre letto fino all'ultima pagina, persino quel prolungamento della copertina che fa da segnalibro. Non significa niente però, probabilmente è un "indizio" di trappola anche questo, in parte a mio vantaggio ma a discapito del modo di relazionarmi, considerando me stessa sempre un passo indietro, inadeguata, temendo di essere banale, scontata, poco originale. Siocchezze allo stato puro, perché ognuno è unico, speciale se fuori da qualsiasi condizionamento, appunto... libero da trappole.
Sto leggendo con vivo interesse il testo suggerito dal Nostro psiconcologo, "Reinventa la tua vita". Si basa su un concetto intuibile ma di non facile ed immediata definizione, un neologismo... "lifetraps" (trappole per la vita), e all'improvviso la breccia diventa "varco", ed è tutto chiaro.
Con questo termine Jeffrey Young intende rimarcare che la vitalità di uomini e donne apparentemente normali può essere bloccata all'interno di modi di pensare, di sentire e di agire che si sono formati in momenti cruciali dello sviluppo, si sono rinforzati nel corso del tempo fino a consolidarsi tanto da diventare delle vere e proprie trappole. Convincersi insomma che l'unica vita possibile è all'interno di una prigione, tra le cui sbarre puoi sbirciare altro fuori che ti piacerebbe ma non è per Te. Orribile davvero. Poi succede qualcosa, un terremoto interiore che ti costringe a fuggire per vivere. Se vuoi vivere davvero.
E scopri che la timidezza alla fine è una virtù discreta, una potenzialità nascosta che ha permesso la massima concentrazione per la rincorsa e il riscatto. Non sei mai stata quello che credevi, ora sai che puoi molto ma molto di più. E la capacità di rinnovarti lo dimostra.

domenica 15 luglio 2018

LA SPERANZA CONCRETA DEI SOPRAVVIVENTI - sesta parte (Prevenzione Nutrizionale)


I risultati dello studio, su pazienti e soggetti sani di controllo, aprono le porte alla possibilità di cure mirate e all'identificazione precoce dei pazienti con cirrosi epatica da fegato grasso a maggior rischio
di sviluppare epatocarcinoma.
I fattori di rischio per il peggioramento della salute del fegato, in assenza di danno da alcol o da virus o da autoimmunità, sono:
- iperalimentazione
- eccesso di fruttosio industriale
- vita sedentaria
- diabete
- sovrappeso
- obesità
- alcuni fattori genetici
Ciò comporta lo sviluppo di steatosi epatica e steatoepatite (fegato grasso), con accumulo patologico di lipidi a livello epatico e con successiva infiammazione e danno del tessuto sano.
Una delle conseguenze più subdole e pericolose del fegato grasso è la formazione di fibrosi epatica, ovvero di un tessuto cicatriziale nell'organo, che compromette la sua funzionalità, fino allo sviluppo della cirrosi, in assenza di adeguate misure terapeutiche. E purtroppo il fegato grasso può essere pure causa di tumore al fegato.
L'alta prevalenza del fegato grasso nella popolazione generale (20-30% delle persone ha fegato grasso) e la stretta associazione con il diabete e con l'obesità (il 70% degli obesi, oltre l'80% dei diabetici hanno il fegato grasso) fanno sì che la steatosi epatica rappresenti attualmente la prima causa di malattia cronica del fegato.
(continua...)

IL TEMPO DEDICATO E LE PAROLE GIUSTE


Ci vuole passione in ciò che si è scelto di fare, ma pure quando capita per caso, una volta che ci sei non puoi improvvisare o andare per inerzia. Ce la devi mettere tutta, motivandoti e poi ricavando il meglio possibile, che manco resterà solo per Te, bensì per continuare. Una sorta di investimento, insomma... la "puntata massima" della propria vita.
Credo di averlo detto altre volte, e prendendo in prestito un'espressione lo ripeterò. Ciò che non mi ha ucciso mi ha reso più forte, e non solo, mi ha fatto scoprire la passione per l'essere umano in ogni situazione. E' un sentimento particolare, a tratti strano perché comporta complessità di pensieri ed emozioni, ma tant'è mi ha preso e non mi abbandona. Essere lì per il tempo concesso è ormai "urgenza", non posso far finta di nulla. Ed è "tempo dedicato", esercizio di "parole giuste", una ricerca inconscia di "carezze" invisibili che durano anche dopo, quando non si è più insieme.
Sono per un "volontariato di qualità", non "toccata e fuga" e poi stentare a ricordare. Sono relazioni, in questo caso pure delicate, si toccano gli animi, si raccolgono confidenze, timori e spesso anche lacrime, come si potrebbe troncare la conversazione su tali note, per l'ansia e la fretta di andare avanti, sbrigarsi...? Qualcuno fa conto su di Te, devi ricordare almeno il nome, quel nome deve richiamare pure un volto che si fisserà nella memoria solo dopo averlo guardato a lungo e ripetutamente, e gli occhi avranno rivelato anche ciò che non ti è stato detto.
Imparerai a trovare le parole giuste, solo esercitandoti al silenzio. Con l'ascolto e la dovuta riflessione, e il sorriso che non dovrà mai mancare. Così, forse dopo tanto, potrà capitare di sentire rivolte a Te, parole altrettanto giuste perché motivanti a continuare, di cui non sarai grata mai abbastanza...
Grazie, sei stata cara, molto... quando si vivono esperienze tanto devastanti c'è bisogno di incontrare le persone giuste, non tutte lo sono o possono esserlo. Oggi sono stata fortunata ad incontrarne una.

venerdì 13 luglio 2018

AMORE PER SEMPRE


La statura morale di una persona si rivela pienamente quando questa viene a mancare. Soprattutto nell'immediato, alle prime reazioni, al succedersi dei ricordi che prendono a scorrere dai più recenti, e poi a ritroso nel tempo.
Non si misura dalle lacrime, dalle frasi fatte ricorrenti in tali occasioni, e neppure dalla gente "accorsa" per l'estremo saluto. Si percepisce nell'aria, si nota negli sguardi lucidi. Dipende da quanto Amore si è donato.
Dall'omelia di rito, oggi ho tratto due pensieri assolutamente condivisibili. L'Amore che si elargisce durante la vita è un bene inestimabile che non finisce mai, diventa "eredità di gioia" nel tempo. Chi va via, non si allontana per sempre, si pone discreto "nella stanza accanto", basterà evocarlo col pensiero e tornerà a fianco.
Chi crede, sa bene che la morte non è la fine di tutto, ma l'inizio di qualcosa che durerà per sempre, uno stato, una condizione di assoluta pace, grande benessere, somma accoglienza. Le sensazioni che regala un caldo abbraccio, scaturito da un impulso di Cuore, da quel tipo di Amore che va... oltre, oltre la fisicità, e non richiede nulla in cambio.
Un sorriso costante per rassicurare, parole per incoraggiare Chi è vicino nonostante la propria grande sofferenza, combattere contro l'evidenza... e poi sperare, perché alla fine tutto può succedere, e se non accadrà? Allora sarà necessario pensare al domani in Sua assenza, perché pure per Chi resta non sia più ansia e tribolazione.
Oggi " il fiore più bello", che si è nutrito d'Amore e amore ha seminato tutto intorno, è stato colto per rendere meraviglioso il giardino del Signore. Non se ne perderanno nel tempo i colori né il profumo, vivranno nella memoria di Chi l'ha curato e protetto perché delicatezza e garbo restassero intatti per il Cielo.

AL VARCO DEI SOGNI


La scritta di un cartello sulla spiaggia nota...
Al varco del tempio dei sogni non può esserci che il mare. Stasera, al termine di uno dei Nostri Mercoledì, solito ma diverso, speciale perché comunque con una marcia in più, mi si consentirà la sostituzione di qualche parola...
Al varco dei sogni non può esserci che l'eternità. L'immensità del Tempo che non ha fine. E dovrà essere così per forza, altrimenti non avrebbe senso una lotta estenuante, una tenacia senza paragoni, la voglia di vivere espressa nei minimi particolari e con la gioia per le piccole cose.
Prima di cominciare a scrivere i pensieri di ogni sera, ho indugiato, stentato, mi sembrava una forzatura per la mente e ancor più per il Cuore. Come avrei potuto dire di spiagge assolate, campi dorati, descrivere l'emozione dei ricordi per il profumo del mare, e la tenerezza al richiamo di un'anatra per i suoi piccoli? Tutto bello, per carità, buoni sentimenti, serenità e tant'altro che non è mancato, ma solo fino ad un certo punto perché sulla via che mi riportava a casa, un messaggio mi ha messo sotto gli occhi l'altra faccia della realtà che volutamente faccio mia, e la sento tutta, ogni volta che succede.
Allora, pur consapevole, ho lasciato andare al vento l'ennesimo "velo" che conforta e protegge quando penso che prima o poi potrebbe accadere. E giuro, non è a me che penso, perché io procedo cauta e guardinga, come sulle uova non evitandole, ché se ne rompessi qualcuna, troverei l'energia per sgomentarmi poco e andare avanti comunque. Penso ad altri, ai tanti che sono e purtroppo saranno, e prego che nessuno, compresa me, abbia cedimenti di spirito.
Mi si perdoni, se questo mercoledì non si conclude come gli altri. Era iniziato come al solito, con la gioia di andare, poi imprevedibilmente o quasi, qualcosa è successo, ed è stato procedere per inerzia. Un po' come fa la Vita di tanto in tanto, si blocca e poi riprende, prima arranca e poi va lentamente, aspetta il domani, con il sole che sorgerà di nuovo anche se con un raggio in meno.

PROFUMI D'ESTATE. RICORDI E...


Quando nella stagione calda cambiano all'improvviso le correnti, allora si percepisce ben distinto ogni profumo. Così che ci si possa inebriare, e per un momento vivere solo di questo, come se non servisse altro.
Sono emozioni che scaturiscono da prospettive nuove che soppiantano le precedenti, e con altre diverse priorità bastano a se stesse.
Stamattina ero per le scale di casa e mi ha colpito un profumo deciso, una porta socchiusa al primo piano e mi si è aperta la finestra sui ricordi. Un piatto povero che la mia mamma preparava ogni fine mese, quando i soldi scarseggiavano, anzi erano proprio finiti. Un piatto che col pane raffermo diventava un "primo", restando un buon "secondo" per la presenza delle uova. Il profumo veniva dal pomodoro cotto con la cipolla, i cui anelli poi si distinguevano fino alla fine, quando mai soddisfatti e sazi, ancora con del pane ripassavamo il piatto ormai vuoto. Quel profumo me ne ha riportato il sapore, ed è stato recuperare un "pezzo di vita", all'improvviso diventato una "parentesi del presente".
E oggi evidentemente doveva andare così, se pure nel pomeriggio una fragranza di erba tagliata di fresco, esaltata dall'umidità della sera che era prossima, mi ha preso totalmente e trasportato indietro negli anni, ad un mese prima delle mie nozze.
Due giovani che tenendosi per mano sognavano il proprio futuro. Un campo dorato e rossi papaveri, un forte odore d'erba... Lui, tra le mani il guinzaglio del Suo cane che correva per un legnetto. Lei, con quattro o cinque di quei papaveri, da portare nella loro casa ancora vuota di mobilio ma piena di sogni.

mercoledì 11 luglio 2018

LA SPERANZA CONCRETA DEI SOPRAVVIVENTI (Prevenzione Nutrizionale) - quinta parte


Ultimo pilastro della prevenzione nel paziente oncologico. E' preferibile evitare i cibi ad elevato contenuto di poliamine, perché la putrescina, la spermina e la spermidina, sostanze in essi presenti sono indispensabili per la proliferazione delle cellule, quindi anche di quelle neoplastiche.
Alimenti ricchi di poliamine sono:
- Agrumi (succhi di arance)
- Pomodori
- Melanzane
- Peperoni
- Kiwi
- Frutti tropicali
E se soprattutto la frutta su citata è utile nella prevenzione dei tumori, non lo è altrettanto per la prevenzione nei pazienti oncologici. Infatti la prognosi è peggiore per coloro che hanno valori elevati di concentrazione di poliamine plasmatiche ed urinarie. Dieta ricca di poliamine, alto rischio di recidive. Per i malati di cancro alla prostata in stadio avanzato che non rispondono a trattamento ormonale, è maggiore la sopravvivenza con una dieta povera di poliamine, associata all'assunzione di Neomicina, antibiotico che abolisce la produzione di poliamine da parte della flora batterica intestinale. E ancora, una dieta senza poliamine fa diminuire crescita e diffusione metastatica dei tumori indotti sperimentalmente negli animali da laboratorio, e potenzia l'efficacia della chemioterapia.
Ma davvero è colpa degli alimenti contenenti poliamine? Magari ed è così, la responsabilità è del microbiota intestinale (Il microbiota umano è l'insieme di microrganismi che si trovano nel tubo digerente dell'uomo e costituisce l’ecosistema più concentrato a tutt’oggi noto). Ad esempio nel tumore al fegato sarà appunto il microbiota a predire chi si ammalerà tra le persone a rischio.
(continua...)

lunedì 9 luglio 2018

NOI INSIEME... in vacanza


Un po' perché la Mente mai posa, anzi sempre entusiata cerca di tenersi occupata... e pure perché sollecitata a ripetere la bella esperienza dell'estate scorsa, questa domenica di luglio ha riportato col vento una vecchia idea, un bel progetto... una proposta creativa.
Ricordate il Concorso Fotografico con tema... Le Vacanze degli Amici del Gama? Fu accolto bene, parteciparono in tanti, si concluse con festa e premiazione.
Bene, quest'anno si replica, ma si amplia il "raggio d'azione". Non solo mare e monti ma anche selfie e piatti sani estivi. E poiché squadra vincente non cambia, ugualmente l'invito a partecipare è rivolto ai soci e amici del GAMA... MA non solo! Anche Voi, iscritti, simpatizzanti, collaboratori di "CONTINUARE A... parlarne con speranza" sarete graditi ospiti di questa vivace, allegra e spero pure spiritosa "kermesse", perché sarà si, una gara ma pure una sorta di parata festosa che vedrà due gruppi uniti, in pratica fusi insieme a celebrare la speranza realizzata e futura di poter continuare.
Nel presentare questo evento-progetto ho ritenuto importante fare una premessa perché l'invito fosse accolto e vissuto nel senso giusto.
La parte ludica di ognuno non andrà mai persa. Lo spirito giocoso, il bambino che esiste e tale resta nell'animo, sono vita e alimentano tutti i Nostri giorni, anche quelli non proprio sereni. Per questo ogni cosa va affrontata con leggerezza, che non è superficialità, e le proposte accolte con l'intento di divertire se stessi e gli Altri.
Il significato del termine, divertire è chiaro a Tutti, l'intento è serio... distrarsi-distrarre, svagare-svagarsi, insomma per un po' allontanarsi dai soliti pensieri, che per quanto ci riguarda, a volte prendono una "certa piega".
Allora, che fate... ci state? E' ovvio che conto su una risposta affermativa e un'adesione rilevante.
Una volta che avrete deciso, cominciate coi Vostri "scatti" favolosi, e postateli QUI... sul gruppo, io li metterò insieme, classificherò anche in base al numero dei like e poi... voglio restare sommersa da tutte le foto che arriveranno.
Forza, non fateci aspettare perché dalla risposta dipenderà un altro Nostro/Vostro successo.
Avete l'intera estate per non annoiarvi ed aiutare la Speranza a farsi strada.
Il tema del Concorso è:
LE NOSTRE VACANZE. MARI E MONTI, SELFIE E PIATTI SANI D'ESTATE.

DA QUEL GIORNO AD OGGI


Quanta strada...
Se provo a voltarmi indietro, mi viene quasi il capogiro.
La strada vale una metafora, gli anni trascorsi sono una realtà concreta, 39 per essere precisi.
Già, il 7 Luglio 1979 cominciava una lunga storia che continua ancora, un matrimonio, un'unione fatta di Amore in continua evoluzione, comprensione ad ogni litigio e sempre, rispetto e libertà.
Quel giorno era il primo senza pioggia dopo tanto, e molto si sporcò di fango il mio abito bianco. Ma non fu la sola nota stonata per quella marcia nuziale. L'auto per gli sposi non arrivò, e fu quella di un vicino, che fece poi anche da autista, a condurmi in chiesa alle 5 del pomeriggio. La chiesa era chiusa nonostante l'importante appuntamento, l'auto fece per tre volte il giro intorno ed io passai alla storia come la prima sposa puntuale arrivata prima del sacerdote.
Quando si dice... Chi ben comincia...
Stando a tutto questo ed anche ad altro accaduto prima, avremmo dovuto dirci mio marito ed io... grazie tante, abbiamo giocato e amici come prima. Ma Noi siamo da sempre straordinariamente resistenti, cocciuti e resilienti, a tal punto che facemmo finta di niente allora, scavalcammo ogni ostacolo in seguito, ci adattammo alle situazioni senza accampare pretese, convinti al 100% del progetto di "Vita Insieme", che detto così pare la promozione di un evento e in effetti lo fu, rinnovato ogni giorno, mese e anno di questi 39 che sono volati via.
E della "noticina", quella che fa tremare i polsi tutte le volte a sentirla, ne vogliamo parlare?
In salute e in malattia... pare tanto scontata la prima e così lontana la seconda, e invece godi della prima e non ti accorgi né ringrazi, arriva la seconda e sembra troppo presto, ingiusta e sempre catastrofica. Nel Nostro caso posso "autoincensarmi", perché me lo merito anche se non è niente di eccezionale. Ho semplicemente protetto Chi amavo, mi sono data la forza necessaria, ho imparato a sorridere per non veder piangere, è andata bene. Un'esperienza forte ed estrema che ci ha fatto crescere, ha saldato l'unione e allargato gli "spazi" di entrambi. Condividiamo quel che serve, non tutto e solo per il piacere di farlo, ché nessuno dei due si senta costretto, oppresso, annoiato.
Insomma... quanta strada... e non è finita. Chiuso questo ennesimo anniversario, celebrato con la solita e semplice gioia di essere ancora in due, da domani in volo verso il 40°. E non è cosa da poco.
"Ti amerò qualunque cosa succeda.
Ti vorrò bene sia quello che sia,
anche se inciamperai,
anche se ti comporterai come qualsiasi essere umano,
comunque, ti amerò".

sabato 7 luglio 2018

LACRIME GENTILI


Sarà l'età o chissà per quale motivo, mi ritrovo sempre più spesso con lacrime inconsapevoli che rigano il viso. Non sono di dolore, perché quello mi lascia senza parole, ammutolita e quasi senza respiro. E' commozione e tenerezza, ecco queste sorprendono, mi colgono alla sprovvista soprattutto quando scaturiscono da gesti inaspettati, gentilezza gratuita. Proprio così, perché ciò che si fa col Cuore, senza alcun interesse se non quello di donare un momento di gioia, non vuole nulla in cambio, forse neppure un semplice "grazie".
Per questo oggi, al rientro a casa, aprendo quel pacchetto imbustato e legato con doppio nodo, mi sono commossa fino alle lacrime. Un piccolo vassoio con dei pasticcini secchi e due angioletti con i confetti color celeste. Segni di una festa recente, ricordo di un battesimo.
Ma perché...? Non dovevate.
Avevo replicato stamattina a quel gesto...
Lass' perd', questo è per Te.
Sarebbe stato scortese rifiutare, e perciò l'ho accettato. Era stato un gesto gentile per ringraziarmi... ma di che? Io non avevo fatto nulla, proprio niente. Qualche settimana prima, un marito mi aveva chiesto dove poter acquistare una parrucca a buon prezzo per la moglie...
Sai, c'è il battesimo di nostro nipote, e lei non ci vuole andare... così.
In effetti io l'avevo vista sempre col Suo turbante nero, che in verità sarebbe stato triste per l'occasione, però le parrucche costano... poi Lei tanto convinta non era... avrebbe fatto uno strappo si e no, così tagliando la testa al toro le avevo proposto una delle parrucche che vengono donate all'associazione con lo scopo di consegnarle per il tempo che serve a Chi ne faccia richiesta...
E quanto costa l' "affitto"?
Niente. Non costa un centesimo. Quando non ti servirà più, dovrai solo restituirla.
Veramente?? Grazie assai...
E quel giorno a Lei erano venute le lacrime agli occhi, ecco perché le stesse oggi sono scese sul mio viso.

TUTTO IL TESORO DEL MONDO


Oggi una mia collega ha condiviso con me questo pensiero.
Mi sono resa conto che non Tutti sono capaci di ascoltare. Ma com'è che Noi ascoltiamo sempre e quando ci tocca nessuno è così generoso, anzi quasi ci impediscono di parlare, chiedere, comunicare?
L'hai detto prima... ho replicato... non sanno né intendono imparare. E' scomodo, impegnativo, impone di pensare e così mettersi in ombra. E non comprendono che cosa perdono. Tutto il tesoro del mondo, perché il mondo se non l'intero universo è in ogni persona con cui ci relazioniamo.
Assolutamente è così.
Poi sono entrata in una stanza e ho rivisto dopo tanto tempo un'antica conoscenza, una coppia affiatata e piuttosto provata dalla durata della terapia, ma comunque sempre ricca di speranza.
Quando mi ha visto, "Lei" mi ha accolto con un sorriso...
Signora, quanto tempo... pensavo vi foste "ritirata". Non vi abbiamo più incontrato.
(Ritirata... io? E poi perché? Ci vorrebbe un bel coraggio...). Sarà stata giornata diversa dal solito.
Per un bel po' siamo venuti di mercoledì.
(Ah... di mercoledì, proprio il giorno in cui non può capitare affatto). Mi dispiace, ma il mercoledì è davvero la giornata in cui non vengo mai.
E intanto tra Noi non c'eravamo dimenticati, per un periodo forse solo un po' persi, ma ritrovati ora completamente nell'arco di dieci minuti. Storia compresa.
Una storia di fede cieca e abbandono fiducioso, di accettazione e pensieri alterni. La ricordavo non per sommi capi, ho citato qualcosa facendo riferimenti...
Vi ricordate, allora?!
Certo, non dimentico niente di ciò che mi viene raccontato, non scordo i volti coi segni del dolore né quelli che portano i tratti di una gioia ritrovata. E' grande ricchezza per me, dell'Umanità innamorata. Per questo non mi ritirerò né andrò via, continuerò finché Dio vorrà perché mi ha dato i mezzi. Tutto perché non scordi.

venerdì 6 luglio 2018

UN DIAMANTE DIETRO LE SPALLE



Monte Sant'Angelo, paese più volte visitato, oggi ancora una volta rivisto assai volentieri, guardato da un'altra prospettiva.
Sulla via dell'Angelo assolata ed erta, alla ricerca di quello stacco breve che pur fa vacanza. Noi ce le viviamo così le Nostre ferie, per libera scelta e con soddisfazione, dei "mordi e fuggi" appaganti con souvenir che non ingombrano, emozioni e pensieri da condividere.
Stamane prima sosta ad uno dei panifici più importanti del paese, infatti non si può andar via da Monte senza aver acquistato almeno una pagnottina del famoso pane, cosa che naturalmente abbiamo fatto e non solo, e taralli e bruschettine si sono associate a quella delizia che una volta raffermo, diventerà gustoso "pancotto alla pugliese".
E dopo lo shopping godereccio, a piedi per salite e scalini diseguali verso la grotta dell'Arcangelo. Ben protetti dal sole cocente, ogni tanto qualche istantanea d'effetto, un particolare cui dare significato, e sostare davanti alle "botteghe" del superfluo che incanta, in apparenza cianfrusaglie tra cui trovi sempre la cosa che ti manca o potrebbe servire.
Passeggiata al sole salutare per il pieno di Vitamina D, e divertente per gli occhi. Poi alla grotta, atmosfera sempre suggestiva di suo e in più per l'ennesimo matrimonio di turno. E dicono che non ci si sposa più!? Beh, qui al sud ancora c'è qualcuno che lo fa, ed anche nel modo tradizionale, sono consuetudini legate ad una cultura antica della famiglia e di certi valori da essa imprescindibili.
La mia terra... quanto le sono legata! Vorrei solo fosse valorizzata nel modo giusto, e dovremmo cominciare a farlo Noi tutti per primi, gente del sud. Una turista genovese a giusta ragione oggi lamentava una certa disorganizzazione, aveva chiesto come poter andare a Santa Maria di Pulsano, distante da Monte Sant'Angelo solo 8 Km, le avevano proposto un taxi per 40 euro. Neanche per sogno... ha replicato... per giunta sono genovese! Ma dico, una navetta... no? Il turismo va favorito, così si incrementa il lavoro, si valorizzano l'ambiente e le bellezze artistiche. Questa gente ha un diamante dietro le spalle e non lo vede.
Già...come dare torto alla simpatica signora, che tra l'altro ha aggiunto...
Qui è casa mia come a Genova, e voglio starci bene come a casa mia.

giovedì 5 luglio 2018

LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO


Parafrasando il titolo di un noto film, viene spontaneo questo mio ai pensieri prima di andare.
La prima cosa letta al mattino, una forte emozione e poi pensarci tutto il giorno, ed è inevitabile che così si concluda. Le parole che non ti ho detto, oppure sussurrate a mezza voce perché siano a malapena sentite, perché un uomo non può sbilanciarsi più di tanto e poi è cosa scontata, un amore da anni, nato praticamente sui banchi di scuola.
Eppure arriva il momento che quelle parole mozzate dal respiro, pesano come un macigno, sono rimaste sul Cuore, salite dal profondo e trattenute per pudore o dagli eventi o ancora per mancanza di tempo. Ma è mai possibile non sia mai il momento? O è una scusa che la ragione tira in ballo perché non prevarichi il sentimento? O piuttosto si teme di non essere presi sul serio, quasi derisi e allora meglio lasciare spazio all'abitudine di un'unione collaudata.
Va più o meno così, tutto procede tra alti e bassi nella normalità più assoluta, passano gli anni senza neanche contarli come non fossero propri, eternità acquisita. Ma all'improvviso qualcosa si spezza, le difficoltà, la malattia e si comprende di non essere più sicuri di niente. Si va al recupero, le parole dal Cuore ritornano ma non è il momento, c'è altro da fare per sopravvivere, e ancora una volta restano ferme, però non vogliono morire.
Perché un giorno vivranno per dare vita a speranza che non muore, per Chi continuerà cercando di colmare spazi vuoti e solitudine. Usciranno allora di getto come zampillo di sorgente, insieme saranno espressione di amore e gratitudine, conforto e nostalgia. Continuità nella memoria.

martedì 3 luglio 2018

LA SPERANZA CONCRETA DEI SOPRAVVIVENTI (Prevenzione Nutrizionale) - quarta parte



Consumando una porzione piccola di legumi tutti i giorni si abbassano i valori di glicemia, insulina, IGF-1, e cala anche l'incidenza e la dimensione del carcinoma mammario. Addirittura l'eventualità di essere colpiti dal cancro della mammella diminuisce del 25% se le porzioni sono normali e vengono consumate 2 a settimana.
La Metionina è un amminoacido essenziale che però non deve raggiungere quantità eccessive perché fa aumentare di pari passo il valore dell'omocisteina e stimola la sintesi di IGF-1.
Gli alimenti vegetali contengono poca metionina rispetto a quelli animali, ed inoltre in chemioterapia la dieta parenterale (endovenosa) a basso contenuto di metionina rallenta la crescita tumorale.
Gli alimenti vegetali che contengono metionina e che per questo richiedono un uso moderato, sono:
- Noci brasiliane
- Sesamo
- Semi di girasole
- Soia
TENERE BASSA L'INFIAMMAZIONE
Quando il valore della PCR, pur all'interno della normalità, resta elevato si considera uno stato infiammatorio cronico. Questo comporta una cattiva prognosi per molte patologie neoplastiche (esofago, stomaco, intestistino, pancreas, mammella, prostata).
Alti livelli di Neutrofili e alto rapporto Neutrofili/Linfociti danno una prognosi peggiore per cancro al Colon, Fegato, Polmone, Rene, Vescica, Ovaio.
(continua...)

lunedì 2 luglio 2018

DALLA NUOVA PAGINA DEL CALENDARIO...


E abbiamo girato pagina anche al calendario. Siamo a Luglio, e oggi si è sentita tutta questa estate dopo un mese di Giugno atipico e bizzarro.
Provo sempre grande soddisfazione nel constatare il tempo che passa, pure se ciò vuol dire che la giovinezza avanza e la strada s'accorcia. Son cose inevitabili, fanno parte del "pacchetto" e alla fine va bene tutto se si vive ogni momento come "frammento" di eternità. Come si dice... nel poco l'Universo intero, e quindi non mi soffermo troppo a pensare a quel che sarà.
Ogni pagina del mio calendario, stile "vintage", ingiallito ad arte e con le foto d'epoca ambrate, porta aforismi, detti popolari e un'unica "pillola di saggezza", in alto e a sinistra perché non si possa fare a meno di leggerla. La pillola di questo mese però conteneva un refuso, un "se" che avrebbe dovuto essere un "sé" dato il contesto, mi ha colpito per questo, e l'ho pure corretto a penna. Deformazione mentale di una professione mancata... tant'è comunque che poi ho letto la pillola per esteso, e c'ho riflettuto, come sempre mi succede, poiché per me ogni lasciata è persa.
E' di Jorge Luis Borges...
"Ogni persona che passa nella nostra vita è unica. Sempre lascia un po' di sé e si porta via un po' di noi. Ci sarà chi si è portato via molto, ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla. Questa è la più grande responsabilità della nostra vita e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso".
E mi è venuto da pensare alle tante persone conosciute, davvero ognuna è capitata giusta al momento opportuno, perché io imparassi qualcosa che necessitava in quel periodo storico della vita, e nello stesso tempo ricambiassi col conforto della presenza, in un mutuo scambio inizialmente di inconsapevole amore gratuito che in modo graduale si è poi determinato. Tutto questo per una sorta di "benessere universale". Meraviglioso.
Aiutati perché Dio ti aiuti, ed intanto i "mezzi" te li ha dati.