venerdì 13 luglio 2018

PROFUMI D'ESTATE. RICORDI E...


Quando nella stagione calda cambiano all'improvviso le correnti, allora si percepisce ben distinto ogni profumo. Così che ci si possa inebriare, e per un momento vivere solo di questo, come se non servisse altro.
Sono emozioni che scaturiscono da prospettive nuove che soppiantano le precedenti, e con altre diverse priorità bastano a se stesse.
Stamattina ero per le scale di casa e mi ha colpito un profumo deciso, una porta socchiusa al primo piano e mi si è aperta la finestra sui ricordi. Un piatto povero che la mia mamma preparava ogni fine mese, quando i soldi scarseggiavano, anzi erano proprio finiti. Un piatto che col pane raffermo diventava un "primo", restando un buon "secondo" per la presenza delle uova. Il profumo veniva dal pomodoro cotto con la cipolla, i cui anelli poi si distinguevano fino alla fine, quando mai soddisfatti e sazi, ancora con del pane ripassavamo il piatto ormai vuoto. Quel profumo me ne ha riportato il sapore, ed è stato recuperare un "pezzo di vita", all'improvviso diventato una "parentesi del presente".
E oggi evidentemente doveva andare così, se pure nel pomeriggio una fragranza di erba tagliata di fresco, esaltata dall'umidità della sera che era prossima, mi ha preso totalmente e trasportato indietro negli anni, ad un mese prima delle mie nozze.
Due giovani che tenendosi per mano sognavano il proprio futuro. Un campo dorato e rossi papaveri, un forte odore d'erba... Lui, tra le mani il guinzaglio del Suo cane che correva per un legnetto. Lei, con quattro o cinque di quei papaveri, da portare nella loro casa ancora vuota di mobilio ma piena di sogni.

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