lunedì 31 dicembre 2018

IL CALENDARIO


Ho una particolare predilezione per quei calendari coi foglietti, che staccati uno dopo l'altro danno l'illusione quasi di gestire il Tempo. La Mente ha bisogno di strategie per darsi forza, e questa può essere una bella "tosta", valida ed efficace. Almeno lo è per me che di strategie mi faccio ricca a tal punto di vantarmi poterne regalare.
Ma presunzione a parte, un tempo compravo un calendario così già ad ottobre, e lo guardavo ogni giorno con la trepidazione dell'attesa. Ora è diverso, Chi sa me lo regala solo tre giorni prima del 31, quando io sono certa dell'anno che verrà. La Vita insegna sempre, ed ho imparato che la fretta non paga, anzi sminuisce il poco ma sicuro che è ben stretto in un pugno, ogni giorno, pure in questo momento.
Quanto mancherà alla fine di quest'anno? Meno di sei ore, è un finale in corsa ma non voglio mettermi fretta. Perché già lo fa il Tempo e corrono pure i pensieri.
Una volta scrivevo...
"A me non piacerebbe arrivare alla "conclusione", ovvero conoscere come va a finire la "storia". Preferisco soffermarmi sui "capitoli", anzi pure contarne i "capoversi", e per finire fare anche una bella "analisi del testo".
Vuoi vedere che possa sfuggirmi qualcosa?"
Oggi vorrei la "storia", la mia come di Tutti, fosse una raccolta di "racconti brevi"... ognuno con un inizio ed una conclusione.
Per tenere viva la speranza di ricominciare, e per continuità non finire mai.
AUGURI A TUTTI E A DOMANI, NUOVO CAPOVERSO

CHIUNQUE ENTRI NELLA MIA VITA...


... non esce più. Pensiero improvviso, estemporaneo di questa mattina, col ricordo alle tante persone che ho conosciuto fino ad ora e che restano nel Cuore, frequenti nei pensieri sempre e per sempre, senza che nemmeno la morte possa fare qualcosa. Dimenticare...? Impossibile, perché ognuno mi ha donato qualcosa, oltre il possibile, credibile e umano pensiero.
Chissà perché tale slancio proprio quando è alle porte un altro nuovo anno. Forse per una sorta di bilancio, tanta ricchezza nel tempo, voce all'attivo che guarda si, la perdita ma non la riconosce perché non è cosa che possa riguardare Chi è oltre.
Non c'è stata perdita per cui io non abbia mai rucevuto un "ritorno", un segno, una nuvola, un sorriso inaspettato. E pur nel dolore è stato motivo per continuare. Ed io continuo, concludo un altro anno, tra lucidità e nostalgia.
E' normale tutto questo quando vicina è la solita fine.
Si chiamano a raccolta nella memoria i fatti del recente passato, si seleziona ciò che si vuol conservare con cura, magari l'evento più bello che potrà tornare utile nei momenti grigi, e tutto il resto si accantona, perché possa coprirlo il tulle del Tempo.
E non si getta via... no, perchè della Vita non si può rinnegare nulla, tutto concorre nel bene e nel male per la crescita interiore, il raggiungimento della consapevolezza, la considerazione e il ricordo di Chi ha chiesto una mano che stringesse la Sua.
E ormai ci siamo.
Solo uno spiraglio per quest'ultimissimo scorcio d'anno, prima di spalancare uscio e finestre a quello che verrà e a tutto il nuovo che sarà, conoscenze ed emozioni comprese.
Buonanotte a Tutti perciò, e a domani, ultimo dì del 2018...

domenica 30 dicembre 2018

DA LÌ A QUI... IN CONTINUO E PRECARIO EQUILIBRIO



Rifacevo il letto e lo sguardo ribelle ed ostinato andava all'ampio davanzale. Una piantina finta presa dai cinesi perché mi piaceva, la testina solita vestita a festa e il gruppo di pietre raccolte a Mattinata in uno di quei Nostri Mercoledì, pietre bianche e levigate poste le une sulle altre, sempre in precario equilibrio, proprio come me.
Mancano poche ore alla fine dell'anno e ne sento il peso, come ogni anno.
Vivere nel momento presente è come camminare in equilibrio su una corda tesa.
Più a lungo riuscirai a rimanere in equilibrio sulla corda tesa, più la vita migliorerà.
Gli ultimi giorni dell'anno sono come percorsi su un'asse d'equilibrio.
Vuoi accelerare il passo per arrivare al termine, però il non noto rappresenta la paura di cadere. Poi ti concentri e vai, dopo tutto non può che andar bene, credici... andrà come deve e sarà uguale, perché non c'avrai pensato che poteva andar diversamente bene.
È aggirare l'ostacolo, vedere tutto da altro punto di vista.
Mancano solo due passi, e poi salta!
Salto di qualità e mai salto nel buio... ritornando in equilibrio e liberi.
Poi magari qualcosa succede o forse no.
L'animo è sempre simile allo yoyo, giù ma cercando di non superare il limite e poi si torna indietro, su... frenandone la corsa, e poi di nuovo... cercando di non perdere mai il "prezioso equilibrio".
A volte basta un soffio e il mucchietto di pietre si sconvolge e rovinosamente i ciottoli prendono altra via. Pazientemente si rimettono insieme, perché è così, da soli non si può... non si va da nessuna parte,
da soli si resta fermi, imprigionati da se stessi o divisi senza identità.
Allora sempre Insieme... perché qualcosa succeda a mantenere l'equilibrio.

NELLO SGUARDO


Metti una giornata dopo le feste... in un posto dove, prima delle feste, qualcuno non vedeva l'ora che arrivassero quelle feste per non pensarci. Ci sarà riuscito o meno, potrà raccontare, però non è affatto necessario, gli occhi conserveranno ogni emozione, parola per parola.
E per me sarà ricominciare.
Incontrare "volti", sconosciuti e noti... fissare lo sguardo, non necessariamente per molto, in quegli occhi che raccontano "storie".
Occhi "smarriti"... che hanno perso la strada di sempre, "spaventati" perché sono al buio e intravvedono qualcosa che non vorrebbero immaginare, a volte "disperati" senza vedere l'uscita.
Mi chiedo allora... come farò a fissarli senza tradirmi e non svelare ciò che provo?
È difficile nascondere e soprattutto facile non è trasformare il "dispiacere" immediato del momento in "risorsa" di speranza.
Così faccio appello al mio "vissuto", a quando tutto cominciò ed era nebbia, pioggia e a tratti sole tra le nuvole, e infine mi ricarico da altri sguardi.
Occhi "stupiti"... che hanno ritrovato ciò che credevano aver perso, "gioiosi" perché vedono una luce anche fioca ma concreta... "pieni di speranza", consapevoli della bontà del vivere al presente.
Dal "passato", sfrondato del dolore, si ricava il meglio, ciò di cui si è fatto tesoro per vivere il momento "presente". E mentre lo si vive, giorno dopo giorno... si costruisce quello che sarà, comunque.
Ed è già il "futuro" che volevi.
OCCHI che raccontano una storia più di mille pagine scritte.
OCCHI stracciati dal Dolore.
OCCHI che vogliono una risposta.
OCCHI che si chiudono per non parlare.
OCCHI che desiderano un sorriso, chiedono certezze, cercano la Speranza.
Occhi che non si dimenticano.

sabato 29 dicembre 2018

CON LETIZIA


Alcuni incontri sembrano provvidenziali, al punto che dal fondo risali senza accorgertene.
Così ritrovi il sorriso, riprendi la serenità dell'ascolto e procedi come sempre se non più di sempre
E a proposito di ogni rammarico... ma si, dopo tutto non è successo niente perché nulla è poi tanto serio, perciò prendiamola "con letizia", o sarebbe meglio dire "come Letizia", una simpatica anziana Amica che ho rivisto in reparto dopo tanto tempo. Lei è ironica, simpatica, ottimista e sorride sempre. La scorsa primavera preparò una favolosa ciambella all'arancia con le uova donatele da un volontario, e la condivise in quadratini di bontà e dolcezza, e parevano mai terminare. Eh già, perché Lei vive per gli Altri, sei figli, molti nipoti ed anche per Chi si prende cura della Sua persona.
Stamattina le è capitato un fiocchetto di Natale che le stava a pennello...
" Rasenta la perfezione non Chi pensa a sé, ma si adopra per il bene altrui".
Quindi Letizia, nella Persona e come virtù è... perfezione.

venerdì 28 dicembre 2018

MARY TORNA INDIETRO...


... si guarda intorno e va avanti. Quanti stimoli per riflettere da un film che è il seguito di un altro visto da bambina.
Una realtà che cambia secondo il punto di vista, la fiducia che non va mai persa, come non si perde mai Chi ci appartiene perché continua ad essere in Noi, in un sorriso, nel portamento, nello sguardo.
Già, ma per tutto questo occorre essere dei buoni osservatori, soprattutto di se stessi.
"Non sono perfetta, cado, piango e mi perdo in questo casino che è la vita. Ma sono una persona vera, che lotta, che asciuga le proprie lacrime e che si rialza dalle proprie cadute... Che spera, che ama e che gioisce delle cose più piccole che la vita le dona. Io che sono complicata, testarda e impulsiva, ma che dono tutto il mio Cuore alle persone che amo".
Ho trovato tra le mie cose questo link. Stasera mi metto in discussione, è stata una giornata un po' così, bilanci e delusioni archiviate e voglia di ricominciare. Insomma, riguardo a questo scritto sopra... parola per parola, tutto vero. Ma non sono affatto impulsiva, anzi!
Rifletto, considero, giustifico, ed è per questo poi che arrivo a prendermela tanto, con un quintale di amarezza e una briciola di risentimento, volata via con un sospiro.
Va be', comunque scivolato pure questo giorno di festa, concluso con quel famoso su citato film al cinema. Il ritorno di Mary Poppins... e coi ricordi volata indietro a 54 anni fa.

giovedì 27 dicembre 2018

TU SCENDI DALLE STELLE



Col tradizionale canto si è conclusa la celebrazione della Santa Messa serale.
Tu scendi dalle stelle...
Che dice Gesù? 
Ho fatto bene a nascere di nuovo? Vale ancora la pena?
Il Mondo invecchia e per alcuni aspetti della saggezza propria degli anni nulla rispetta.
Eppure il memoriale si ripete anche per quell'unico e solo che, quale perla rara, ne fa tesoro.
Chissà se posso... io oserei, ma si... oso.
La festa appena trascorsa mi riporta alla gioia di esperienze passate.
Mettere al mondo i miei figli. Donare di nuovo a me stessa la vita dopo aver temuto di perderla.
Travaglio e parto... fatica e sofferenza... ma alla fine, solo il trionfo della Vita stessa.
Ché poi il Natale è niente altro che questo, la festa della Vita, il venire di nuovo alla luce dopo il buio della coscienza.
L' Attesa è stata la "gestazione" vissuta con trepidante gioia, tra preparativi ed aspettative. Buoni propositi da mettere in atto.
Oggi poi finalmente, il "lieto evento".
Il Bambino è nato ed è stravolta l'esistenza.
Cambia la vita, tutto ha più senso ma c'è pure Chi ne sente il peso, e per questo fa finta di niente e si trascina senza convinzione e solo per convenzione.
Per me, ogni anno che passa il peso è non aver compreso mai abbastanza. Sarà per questo che voglio e spero metterne insieme ancora abbastanza. Pretenzioso...? Non saprei, visto che Natale è come fosse il primo giorno di vita...

mercoledì 26 dicembre 2018

UN "PACCHETTO" TUTTO INCLUSO


Beh, il giorno di Natale è proprio vicino. Non si torna indietro, né si può scappare. È solo da afferrare a piene mani, perché è così... un'occasione unica che capita una sola volta in un anno. Io sono proprio fortunata, la Vita me ne ha offerte davvero tante... 65, e le ultime 8 sono state favolose, tutte fruibili e da sfruttare al massimo. Spero di aver fatto il mio meglio.
E' il periodo delle feste tanto simile ad un gomitolo di lana, tanti giri intorno, ché si possa "confezionare" della serenità.
Una sciarpa che protegga dal freddo della solitudine, un maglioncino caldo, avvolgente che riscaldi come un abbraccio, anche solo una toppa che copra la miseria di certi sentimenti. Se poi si è bravi, ma è cosa rara, persino una coperta da rimboccare fino agli occhi per non vedere e nemmeno sentire, e pure non capire quanto dolore si prova e altrettanto male si sta.
Non per Tutti i giorni di festa sono però felici. Serpeggia in genere sempre una sottile malinconia, ma per Chi sta male è ancora peggio. Contrasta lo stato d'animo con l'esterno, si desidera dormire o isolarsi aspettando che il periodo passi. Per non vedere e non pensare. Tornerà alla fine la normalità che riporta in parte l'equilibrio, il "piatto" pende da una parte sempre ma di poco.
Va be', ma almeno oggi non pensiamo a casi estremi, è vero... ci sono, ma è Natale e la speranza c'è che tutto possa cambiare. Nulla è impossibile.
Intanto è quasi ora di andare, un po' prima stasera, con gli occhi ben aperti perché finalmente finita è l'Attesa.
Auguri a Tutti, siamo e saremo Insieme.
Natale è anche questo, continuità e speranza.
È volersi bene.

GODERSI IL SILENZIO DEL NATALE


Soave doveva essere la voce di Maria se andando a far visita alla cugina Elisabetta, questa sentì sussultare il bambino che portava in grembo.
Maria aveva camminato a lungo e in salita, probabilmente aveva un filo di voce, eppure ci si accorse di Lei perché assoluto era il silenzio.
Le cose belle e grandi succedono sempre nel silenzio. Basterebbe questo per convincersi e quindi evitare tutto ciò che fa Natale, ma in realtà Natale non è.
Così anche l'antivigilia, quest'anno coincidente con la quarta domenica di attesa, è trascorsa. Per me un altro anniversario che avrei preferito vivere appunto nel silenzio più assoluto, e invece... ma è Natale, e pare, si dice bisogna essere lieti, di certo concordo però... lieti vuol dire affannarsi vociando, correre e stancarsi, e soprattutto imporsi l'obbligo del regalo più bello, più grosso, meglio confezionato, infiocchettato, e tanto altro ancora che forse manco bene fa?
Dovremmo aggiungere altro tipo di luci al Nostro Albero perché sia molto più luminoso.
Perché abbiamo perso l'"abitudine di chiedere", magari proprio a Natale con una letterina carica di ingenua poesia, soppiantata dalla "pretesa" o dalle "lamentele". Così non si spera... ci si dispera. Ed è tutto inutile... polvere al vento.
A Natale e non solo... perché il memoriale di una nascita, una rinascita si rinnova e va vissuta ogni giorno. Con fatica ma pure ottimismo, a volte con dolore però anche fiducia e voglia di ricominciare.
E intanto godersi il silenzio del Natale.

domenica 23 dicembre 2018

DEDICATO AI FIGLI (in generale)... AI MIEI (in particolare)... A ME (figlia particolare)

DEDICATO AI FIGLI (in generale)... AI MIEI (in particolare)... A ME (figlia particolare)
E comincio da me, per anzianità e perché mia madre ripeteva che le avevo sconvolto l'esistenza, come del resto fanno tutti primogeniti, che siano stati desiderati o meno.
Sono una figlia particolare perché mi sono trovata a vivere i momenti difficili della famiglia e poi a ricordarli per sempre. Ho riso poco e invece pianto abbastanza per non far soffrire. Chissà se bene ho fatto visto che nessuno ha poi capito il "perché".
Al contrario cerco di capire i miei figli , ora adulti, con discrezione e da lontano, ma con costanza come fossero bambini. Sono complessi i bambini, perché in continua evoluzione e i Nostri figli pure perché appartengono a quell'epoca che li rinnega come tali. E vagano e sono inquieti e cercano altri motivi... che diventano alibi... per vagare ed essere inquieti.
Ma ora è Natale, rientrano a casa e per un paio di settimane si torna indietro, per recuperare la speranza di un tempo.
Dicevamo... Natale, e la memoria corre lontano in un susseguirsi di flashback. Noi, piccoli piccolissimi, bambini del secolo scorso. I Nostri figli, bambini a cavallo di due millenni, e poi per i più fortunati ci sono già i nipoti, bambini in avanti che nascono con gli occhi aperti per non perdersi l'attimo in cui vedono la luce.
Dedicata ai bimbi di ogni epoca, una ninna nanna che non conosce età, che sa di pappa... di mamma... di nanna...
 NINNA NANNA...
Mio tesoro,
quanti anni sono ormai
che la giostrina terminò quel motivo
di dolce ninna che ti faceva addormentare?
Nanna, mamma... e papà cullava.
Ninna nanna, e mamma continuava.
Le apine sulla culla di bambù non girano,
solo dondolano al primo alito di vento.
Le ali sono cadute, le staccasti Tu.
E mamma, ninna nanna... non le trova più.
M.R.
Sogni d'oro... 💫💫💫💫💫

CHE COSA MANCA...?


Mancano solo quattro giorni a Natale, e forse a più di uno manca un "Cuore leggero".
Sembra quasi una "prova da sforzo", ma in questo periodo cadono le tegole più grosse e non per la neve... diventano gravi i fardelli già in partenza pesanti.
Così si smorza l'allegria, ché all'improvviso pare inadeguata anche a Natale. Poi ci si guarda intorno e dall'osservazione attenta di ogni singolo volto comprendi che non puoi tirarti indietro.
A volte la Vita si diverte, altre volte ama tirare le orecchie costringendo a pensare.
Stamane secondo giorno di distribuzione doni e "parentesi godereccia" a base di pane e frittata di asparagi selvatici, una gioia per gli occhi e il palato, mentre si apre la ventunesima finestrella del Calendario dell'Avvento, e scopre un cappello da Babbo Natale perché fioriscano sorrisi e un racconto in versi che faccia pensare.
I miracoli esistono anche se paiono solo favole belle.
 UN TOCCO D'ARGENTO
Scese una stella sul Cuore che si credeva deluso e inaridito.
Lo illuminò prima in un punto dal profondo, poi lentamente... tutto.
E il giorno fu, e si sentì diverso e guardò il mondo pure con occhi diversi.
Così, la Novena del Natale in Primavera per trattenere il tempo che fuggiva,
e il Bimbo nella cesta sempre su quel tavolo.
Per dargli un bacio, ché la notte non facesse più paura.
E il giorno fu, e di quel piedino una piccola scheggia, finita chissà dove...
aveva lasciato il segno.
Un bacio su quel Cuore deluso, ma non più inaridito.
M.R.

sabato 22 dicembre 2018

SCAMBIO DI DONI


Come tradizione vuole, consueta distribuzione in reparto di piccoli doni, simboli del Natale ormai veramente alle porte.
Dietro la ventesima finestrella del Calendario dell'Avvento c'era un cesto antico, tornato a nuova vita e pitturato d'oro, colmo di rametti beneauguranti, segnalibri per pagine di storie e penne per scrivere la propria. Storia che prende vita ogni volta che ci si accinge a raccontarla, e farlo giusto a Natale è la cosa più bella, perché è il momento in cui non si può che rinascere.
Bella mattinata davvero quella odierna. C'è stata ulteriore vita in un luogo dove vita si respira e tutte le vacue miserie restano fuori.
Un po' di confusione ma pure tanti sorrisi. Alcuni pazienti si sono raccontati un po' di più, hanno ricordato, si sono commossi. A Natale succede, saranno i profumi, le luci e i colori. Eravamo "a casa" a scambiarci doni, cosa che del resto accade sempre e non solo perché si fa.
Alcune volte un dono consiste nel permettere all’altro di farci un dono, nello scambio sincero che nasce dalla relazione, nel potersi concedere all’altro per ciò che siamo.
Così stasera, nonostante qualcosa che esula da quel contesto, mi sento sempre fortemente motivata, fortemente emozionata o con un'unica semplice espressione... emotivamente determinata a continuare un percorso che terminato lì dove era iniziato avrebbe lasciato dei ricordi neanche troppo belli, e un freddo senso di vuoto.
È bello ora invece sentire di voler bene a Tutti senza condizioni.

venerdì 21 dicembre 2018

ALLENARSI ALLA SALUTE (parte terza)


Il "percorso alla salute" ha come finalità aiutare il paziente a sentirsi protagonista e responsabile del proprio stato di salute e imparare a contribuire al proprio benessere con esercizi di consapevolezza, visualizzazioni, meditazioni ed altre tecniche.
L'esercizio deve essere quotidiano e costante. Si comincia con la respirazione (inspiro ed espiro), si continua col sorridere per primi a se stessi, poi con l'osservarsi e prendere nota di ogni minimo segnale del proprio corpo, pensando subito ad un'eventuale strategia per stare meglio.
Importante è cambiare prospettiva, lottare a favore della salute piuttosto che contro la malattia.
Il percorso ha la durata di sei mesi, con due incontri mensili per gruppo (6/8 persone) e un test iniziale e finale per valutare l'efficacia del percorso.
Il primo incontro sarà di introduzione al metodo e conoscenza dei partecipanti, gli altri saranno mirati alle varie tematiche e seguiti da un incontro di follow up.
L'Health Coaching è una metodologia di attivazione, allenamento e sviluppo delle risorse umane mirata a stimolare i partecipanti ad una maggiore consapevolezza di sé, da un punto di vista emotivo, psicologico e corporeo, che si traduce in maggiore cura di sé. A valorizzare le proprie potenzialità, gestire le emozioni, a migliorare la comunicazione. A diventare più responsabili del proprio stato di salute e cooperare in maniera attiva con l'ambiente sanitario e famigliare.
Utili saranno altri strumenti come la musicoterapia, l'arte terapia, la danza.

giovedì 20 dicembre 2018

ALLENARSI ALLA SALUTE ( parte seconda)


Nel "Group coaching" (allenamento di gruppo) si presta attenzione costante ai bisogni del gruppo e alla soddisfazione delle esigenze individuali, in un clima aperto, sereno e supportivo.
Health Coaching e Group Coaching insieme portano alla consapevolezza e alla responsabilità. Ovvero... "Patient Engagement" + "Patient Empowerment". L'Engagement garantisce la consapevolezza e la motivazione nel giocare un ruolo attivo durante la cura. L'Empowerment è l'acquisizione di controllo e potere da parte della persona in relazione al suo stato di salute/malattia e ai trattamenti connessi.
Si parlava di controllo del pensiero, ne consegue una netta distinzione tra pensiero sano e pensiero positivo. Il primo non perde di vista la realtà, è alimentato dalla fiducia in se stessi e dalle risorse interiori (posso guarire - ho una forte volontà - amo me stesso - faccio del mio meglio - vivo "qui e ora"). Il secondo invece si basa fondamentalmente su "errori cognitivi", assolutismi che in realtà andrebbero evitati per non creare false illusioni o cadute senza ripresa (guarirò - devo guarire; voglio a tutti i costi guarire; tutto ciò che faccio non serve a nulla; ho fallito).
(continua)

mercoledì 19 dicembre 2018

ALLENARSI ALLA SALUTE (parte prima)


Al GAMA ultimo incontro prima delle festività, qualche volto nuovo, un'assemblea più numerosa del solito. Giusti presupposti per la presentazione di un progetto, già rinviata dalle volte scorse. Si tratta di un percorso di Health Coaching (allenamento alla salute) per pazienti oncologicì e loro caregiver o famigliari, sulla base del "metodo Simonton".
L'obiettivo principale è raggiungere una buona qualità della vita, trascorrendo più tempo possibile provando grande gioia in uno stato di pace interiore, cosa non certo facile ma possibile con il controllo del pensiero, e comunque questo potenzia il sistema immunitario e l'efficacia dei trattamenti.
Altro obiettivo è aiutare il paziente e/o caregiver a sentirsi pro-attivo e rsponsabile del proprio stato di salute, imparare ad avere cura di sé e contribuire attivamente al proprio benessere con esercizi di consapevolezza, visualizzazioni, meditazioni ed altre tecniche.
Altre sono le finalità...
- Cambiare convinzioni, aspettative e prospettive sulla salute e sulla malattia;
- Alimentare fiducia, speranza e sana accettazione di ogni evento e conseguente situazione;
- Stimolare l'ascolto e l'espressione dei propri bisogni e delle proprie emozioni;
- Migliorare la comunicazione con il caregiver, i famigliari, i sanitari;
- Aderire meglio alle cure (compliance)
Nella "Health Coaching" è della persona l'ascolto empatico, non del malato. E il rapporto è di vicinanza e comprensione. Vengono rivolte domande che sviluppano la consapevolezza delle proprie risorse e del proprio sistema di credenze legate alla salute-malattia. Vengono definiti obiettivi adeguati allo stato di salute.
(continua)

martedì 18 dicembre 2018

NATALE SOTTOSOPRA


Giornata fredda, freddissima quella odierna comunque intesa ad essere vissuta con "gioia", così come vuole la liturgia della Terza Domenica dell'Avvento.
Che cosa dobbiamo fare?... chiedevano quelli che andavano dal Battista a farsi battezzare.
Condividi ciò che hai e non prevaricare. Rispetta e sarai rispettato.
Cose semplici e assai concrete, ma difficili da realizzare per l'uomo che trascura la Sua autentica origine.
Freddo, freddissimo all'uscita dall'abbazia e voglia di tornare, trovare rifugio e riposare.
Poi lo sguardo al mare, al gruppo di anatre accorse al vociare, un caffè al volo. Dopo tutto basta poco per campare, e invece...
Non è che sia sempre facile assentarsi dal contesto. Lamentele, sfoghi, insoddisfazioni... da ogni parte spesso anche contemporaneamente.
Le situazioni non cambiano con le semplici parole, urlate o sussurrate, bisogna cambiare testa, in silenzio, con il massimo ottimismo.
A volte mi viene voglia d'estraniarmi da una certa realtà che pure amo tanto.
Troppe chiacchiere inutili, tanto lamentarsi per nulla.
Ma non riesco, e sempre per quella forza travolgente dell'Amore.
Anche se per quel che è stato, pare che io guardi la realtà con delle lenti speciali.
A fuoco solo l'immagine centrale e ciò che è intorno, tutto sbiadito, tutto senza forma.

lunedì 17 dicembre 2018

TENERSI PER MANO


Che cosa viene subito in mente? La mano di una mamma o comunque di un adulto che tiene forte quella di un bambino. E poi ancora di innamorati che tenendosi per mano, passeggiano e idealmente procedono sulla strada della vita, fino alla fine... tenendosi per mano.
Non si tratta solo di immagini poetiche, in questo c'è pure una fondata validità scientifica. Secondo uno studio della Univesity of Colorado il contatto tattile riduce la sensazione di dolore trasmettendo un forte senso di empatia, autentica cura che si propaga tramite onde cerebrali.
Quando ci sentiamo soli e tristi è naturale aver bisogno di “una mano”. Al di là delle metafore, però, la sensazione di protezione che si prova quando una persona ci trasmette affetto prendendoci per mano, dona un grande sollievo. Non è solo una sensazione, a quanto pare. Lo studio di un’università americana, pubblicata sulla rivista scientifica Pnas e riportata dal Times di Londra rivela che l’effetto di questa “medicina naturale” riuscirebbe persino a contrastare il bruciore provocato da un pezzo di metallo caldo direttamente nel braccio. La cosa sarebbe valida per entrambi i sessi, ma in particolare per le donne. Per una coppia consolidata poi queste onde viaggiano all’unisono e permettono di alleviare stress e dolore. In base alla ricerca americana, il sollievo dal dolore è più forte per i soggetti maggiormente “connessi” a livello cerebrale. Gli scienziati, capitanati dal professor Pavel Goldstein, hanno così decretato che tenersi per mano consentirebbe il rilascio nel corpo di agenti chimici in grado di attutire il livello di dolore.
E tra poesia e scienza si colloca l' "esperienza vissuta", quando per impulso viene di prendere la mano di Chi ti guarda quasi cercasse risposte che a parole non puoi dare, ma il calore comunque trasmesso donerà conforto al senso di solitudine, e fiducia nel domani. E se ancora dubbio dovesse persistere, una carezza o un abbraccio, pur non proprio per poteri miracolosi, renderanno tutto molto più leggero.

sabato 15 dicembre 2018

LUCE


E non si fa in tempo a trovarla che è già di nuovo persa. Luce, ché senza non vai da nessuna parte né puoi restare in piedi. Così mi ritrovo all'improvviso nel raro momento in cui mancano le parole, con la sensazione di girare a vuoto e gli occhi bendati. E il cuore in gola.
Non c'è niente da fare, non mi abituerò mai come è vero che non dovrei affezionarmi più. Eppure continuerò ad intrecciare le relazioni più belle e vere, e a sentire il vuoto tra le mani un "certo giorno". Funziona così, e non è che non lo sapessi che a volte avrei potuto sentirmi come mi sento, col cuore stretto, ed è allora però che assumono significato i particolari e i ricordi saranno parte di me.
"Particolari ricordi" come i famosi miei biscotti all'amarena che arrivavano al momento giusto come le caramelle trasparenti di zucchero o il giocattolo da bancarella, inaspettati quando da bambini avevamo la febbre.
L'estate scorsa costituirono un gran ritorno, li portai in reparto per festeggiare il mio compleanno, e al solito furono assai graditi, soprattutto da una persona...
Allora, quando ci rivedremo?
Tra due settimane. Mi raccomando... mi rispose... torna coi biscotti.
Contaci, perciò non mancare all'appuntamento. Gli appuntamenti si rispettano proprio come le promesse.
Ma dai, stavo scherzando!
Io no, non scherzavo. Così alla scadenza delle due settimane, ritornammo entrambi per tener fede al patto. Io con i biscotti... e Lui col Suo sorriso incredulo dagli occhi azzurri immensi, profondi come il mare.

E FU UN RACCONTO CON IL CUORE...


Da me narrato, guidata dall'Amore. Quello che non s'impone ma scivola piano tra le pieghe dell'animo, si ferma e si fissa e non lascia più. Ogni tanto, quando serve fa sentire che c'è, e risolleva per poter continuare ad andare.
Io e quel vago, impercettibile senso di tenera dolcezza, essere grata per ciò che non vedo né tocco ma sicuramente possiedo. Gratificazione che viene dallo stesso agire per accompagnare, per un sorriso ed un volto che riprende colore.
E così quando sento che sto per cedere, quasi con un colpo di reni mi drizzo, e.. si, continuo ad andare.
Oggi per me, una giornata particolarissima. Un susseguirsi di emozioni che hanno dato risposta a tanti miei "perché". Alla stanchezza e alla volontà di tenere gli occhi aperti a tutti costi. Al pianto improvviso e alla risata per celarlo. Al chiedermi di continuo... perché a me così? E poi... sarà sempre così?
Mi piace dare un titolo ad ogni mia giornata, quello dell'odierna sarebbe,
"Guidata dall'Amore".
Alla fine è come un racconto di Natale, un vero e proprio dono che si rinnova ad ogni Natale e dura tutto l'anno. Quando mi sarà chiesto che cosa ho da riportare della recente esperienza in reparto, racconterò di questa giornata, conclusa al centro commerciale con un abbraccio da parte di un ragazzo rispetto a me alto il doppio.
Grazie... mi ha detto... delle caramelle e di tutto il resto. Mi siete stata di grande aiuto, tre anni fa.
E a quel punto, col Cuore sazio ho dimenticato perché ero lì. Probabile fosse poco importante, comunque nulla che non potesse essere rimandato a domani.

venerdì 14 dicembre 2018

GIOCHI DI NUVOLE E SPRUZZI DI NEVE


Ci sono luoghi che ti restano nel Cuore, che ricordi distintamente e che prima o poi scegli di rivedere. Oggi per Noi, ZUNGOLI (AV)... due anni dopo, nulla è cambiato se non una scritta su un murales, scolarita dal tempo e dalle intemperie. Al solito poche anime, molti gatti e la Chiesa Madre sempre chiusa perché il parroco, condiviso da due comuni, non si fida di lasciar l'uscio aperto...
Ehh... con tutta 'sta gente che va in giro...
Mah! Chissà se il Buon Dio pensa lo stesso, considerando poi che già Noi abbiamo contato anime sulla punta delle dita. Questioni di vedute diverse, peccato però, perché così il paese è penalizzato nel suo particolare pregio, l'ingenuità.
Si conclude comunque il Nostro mercoledì, trascorso tra giochi di nuvole e primi spruzzi di neve, in questo angolo di vita, denominato "paese delle fate", ché c'è tutto quel che serve perché lo sia. Un castello, un lungo ponte, i comignoli fumanti che fanno fiaba...
Un paesello così piccolo da poter essere visto, compreso quasi con un'occhiata, tipo quelli che trovi in una palla di vetro con la neve, ma sconosciuti e non c'è nemmeno una scritta scolorita sotto. E poi "fantasticamente" semi deserta e silenziosa.
Nella campagna circostante non toccata da impronta umana, i primi spruzzi di neve sotto un cielo terso e lo sguardo divertito di nuvole giocose.
Una giornata per rilassarsi e ritornare più carichi per la famiglia e le attività. Sembra poca cosa, ma cercare e trovare una dimensione più umana consolida motivazioni e conferma certezza e valore del tempo presente.

giovedì 13 dicembre 2018

TENEREZZA A RICARICA CONTINUA ED IMMEDIATA


E' di Papa Francesco... "Non abbiate paura della tenerezza"... e perché poi si dovrebbe aver paura?
Forse perché qualcuno non avvezzo potrebbe scambiarla per debolezza, restarne irritato o addirittura non prenderla sul serio. O viverla con diffidenza, potrebbe succedere, eppure nella vita la tenerezza come la dolcezza sono indispensabili ad ogni età e situazione perché è come essere accolti da un grande abbraccio, sentirsi protetti ed anche più forti.
Dicevamo... in ogni situazione, aggiungo pure... in qualsiasi luogo.
Oggi ad esempio tenerezza e dolcezza dispensate con gioia, per cui i miei "fiocchi" sono andati a ruba e le famose capanne di cioccolata, portate in reparto vendute tutte.
Volti noti, altri nuovi... Chi dice e Chi ascolta, Chi sorride o ride e Chi non osa mostrarsi. In un day hospital oncologico non c'è staticità, tutto è in divenire e niente è scontato. Comprese azioni e reazioni.
Ciò che non cambia invece è l'atteggiamento dei Volontari GAMA, che seguono il Cuore.
Un pensiero di Madre Teresa potrebbe essere il Nostro "vademecum"...
"Parla loro con tenerezza. Lascia che ci sia gentilezza sul tuo volto, nei tuoi occhi, nel tuo sorriso, nel calore del nostro saluto. Abbi sempre un sorriso allegro. Non dare solo le tue cure, ma dai anche il tuo cuore".
- Madre Teresa di Calcutta -
Non perdiamo l'abitudine alla tenerezza, è una delle poche cose il cui abuso non dà assuefazione e porta l'umore alle stelle.
Concludo con un mio pensiero, inezia in confronto al precedente, ma credo possa far nascere un sorriso, proprio quello che serve per una notte serena...
"Diagnosi senza tema di errore.
Contagio positivo da tenerezza virale.
Cura... abbracci, sorrisi e carezze q.b."
Buonanotte.

mercoledì 12 dicembre 2018

E IL PRESEPE FINALMENTE E' PRONTO


E anche il presepe è stato completato. Ogni volta diverso, piccolo, grande o giusto a misura, chè non sia eccessivo e lo sguardo così si perda, ed invece racchiuda tutto il significato di una Nascita che si rinnova. Una "rinascita".
Quest'anno il Nostro occupa un angolo solo, e abbiamo cercato di farlo non tanto "naif", rispettando le grandezze, la prospettiva e limitando gli abbinamenti improbabili, tipo... palma ed abete affiancati, tanto per intenderci. E poi le luci, tante e colorate ché esprimano la vita così com'è, soprattutto quando un bimbo viene alla luce.
Si conclude così, con la soddisfazione di aver completato qualcosa e aver fatto il meglio, una giornata per metà senza energia elettrica, causa lavori di manutenzione alla rete, alla fine senza aver preso male la cosa più di tanto perché il pensiero è andato per tutto il giorno a mia madre. Non so come mi sono ritrovata a parlare di Lei con più di una persona. O forse lo so, da 14 anni dicembre è il "Suo mese", e certe cose vuoi o non vuoi, restano dentro per sempre. E poi c'era il famoso pesepe da terminare, e Lei volò via che non se ne erano ancora spente le luci. E se, come si dice in genere, la vita continua ed è giusto sia così, continuare a ricordare tanto amore ricevuto è senza dubbio il modo più giusto.

TISANA A FINE SERA



Prima di andare un ultimo sguardo alle foto scattate ieri, giorno speciale. Un sorso di tisana, tè bianco dolce e profumato e gli occhi che si riempiono dell' azzurro di quella luce che circonda la renna di Natale.
Per tutto il giorno mi ha preso un mal di testa bestiale, in più avevo molto lavoro da recuperare oltre quello usuale. Mi sono data un gran da fare, ma nel primo pomeriggio sono crollata sul divano, e al risveglio avevo ancora da rigovernare, ritirare il bucato, terminare ciò che avevo lasciato in sospeso nella mattinata.Va be', alla fine è andata e ringrazio Dio.
E ora...?
Come ogni sera qui... alla fine di un altro giorno speciale.
Perché sono così da "allora" tutti i miei giorni. Eppure diversi, tanto impegnativi con quella stanchezza fisica che alla sera mi fa addormentare senza pensieri, o quasi. Perché sono contenta, senza quasi, ma a volte anch'io ho disagio e sono fiacca.
Certo, non sono cose serie ma acciacchi, probabilmente "roba d'età", però non nascondo che faccio fatica a non mostrare con tacite parole quello "stare giù" che altro non è un disagio.
Ma poi penso che non posso tradire la consegna perché c'è un impegno preso con me stessa, per tutte le volte che mi si dice... sei una roccia... hai visto però, sono pure passati gli anni... ma come stai bella...
Vai avanti così, TU non puoi star male.
Già, male non posso stare.
Sono una roccia perché non ho alternative per non finire in frantumi.
Assolutamente andrò avanti così, perché ce la metto tutta per non ammalarmi più.
La "batosta" la presi e basta, e poi a forza di cerotti e fasciature sono andata avanti, e alla fine un piccolo contributo voglio ancora darlo per far capire che si può fare... non è così tremendo come pare.
Ah, dimenticavo un particolare importante. Ce l'ho fatta anche a preparare l'alberello di Natale e per metà pure il Presepe, perché non importa come, vincersi è doveroso quando si può tutto sommato.

lunedì 10 dicembre 2018

NON RUBATECI I SOGNI


Titolo insolito, pare quasi capriccio da bambini, è che oggi il pensiero è andato più volte ai miei figli. Ai miei figli quando erano bambini.
Il tempo ogni tanto dovrebbe fermarsi e fare un flashback così, tanto per ricaricarsi come un orologio a corda, e far ricaricare Noi genitori quando siamo giù di corda, e ci prendono i ricordi che cominciano a cozzare con la realtà.
I figli diventano grandi e dimenticano, ai genitori é sufficiente qualche cenno, un segno, un ritornello e ricordano come tutto fosse in quel momento. Basta il Natale.
Oggi siamo stati a Candela (FG), alla Casa di Babbo Natale, tre piani di un antico palazzo arredati per l'occasione.
Un po' museo del giocattolo, tante luci e colori, alberi ed elfi, renne e neve sparata nel vento.
E tanto calore, quello avvolgente simile al tepore di un abbraccio materno.
Non mancava il bianco dei paesi del Nord, la fiamma nel camino e la buca delle lettere per Babbo Natale. Un mondo incantato dove ritrovare un momento di gioia, una pausa dalle preoccupazioni, e consentire al Tempo di fare mille passi indietro e dare spazio ai sogni, quelli di un tempo diventati ricordi, e i presenti come tenaci speranze.

domenica 9 dicembre 2018

E' TEMPO DI SEMINA


Ci vuole una vita intera per seminare al fine di un buon raccolto. Metafora di un'esistenza condotta non solo per se stessi. E non si intenda di santi né pie donne, perché Tutti siamo fatti per la serenità a prescindere, ovvero "piccola felicità" passo dopo passo, che solo l'onestà e la pace interiore consentono di raggiungere.
Ed è così che pur dopo un grande dolore e nel vuoto immenso della perdita si trova la forza di continuare.
Stamane la risposta al mio abituale messaggio del mattino...
E' tempo di semina, Maria. Spero solo di aver imparato abbastanza...
Un padre che amava tanto la terra, la coltivava da sentirne il profumo e ascoltarne la voce e trarne insegnamento. E una figlia, unica e sola... onore ed oneri solo per Lei. Tanto è l'impegno ma pure non le pesa, si dà animo e corpo per amor suo.
Osservava il Suo papà lavorare sin da bambina, e quando per Lui giunse il momento di lavorare sempre ma "da lontano", lo sostenne, gli fece coraggio e gli donò sorrisi.
Sotto certi aspetti, è meglio essere figlio unico, non c'è disputa, né prevaricazione di sorta. L'impegno è unico e scontato, e il raccolto pure, buono e assicurato come fu la "semina" fatta con tanto amore.
Ora però continuerà da sola, saranno lacrime e sorrisi, ma nell'esito del buon raccolto pure l'antica serenità.
La "continuità" di ogni relazione è "seme buono" che non smette mai di germogliare.

TRA PENSIERI SERI... una filastrocca


Tra capanne di cioccolata da infiocchettare, stanca per una giornata intensa, mi sono concessa "parole per giocare", una filastrocca... protagonista, Babbo Natale. Ogni tanto ci sta un'altra via, se non cambi, non puoi notare la differenza, ricaricarti e tornare divertita ad essere seria e profonda. Nella vita serve tutto ciò che la Vita stessa presenta, la strada piana come la tortuosa. Ed io, anzi Noi, perché di un "tutto" mi sento, conosciamo bene entrambe.
Però per fortuna non ci sto sempre a pensare, vivo quel che mi capita come logico e normale, come fosse sonno e respiro. Altre volte però mi faccio prendere dagli eventi, e se qualcosa non va per il giusto verso, ne soffro. E all'improvviso getterei alle ortiche ogni mio operato, avvilita per sconforto, a malapena in piedi per me stessa.
In quel momento è la parte fragile che prevale, un tornare indietro che non piace.
Mi scuoto, ancora una volta mi ribello... deve pur esserci un motivo se ad un certo punto della mia vita tutto si è capovolto.
Ed allora ci penso...
La Malattia, un percorso formativo a più livelli. Mi son trovata dentro senza averne fatta esplicita richiesta, probabilmente implicita attraverso un'inquietudine manifesta.
Il primo livello... il più difficile in cui viene posta l'impronta di ciò che sarà in seguito. A quell'epoca pensavo molto... studiavo molto per aver meno paura... facevo "continui esercizi di sorriso", erano la parte pratica... aiutavano me e non solo.
Il secondo livello...muoversi "dopo" quasi in punta di piedi... imparare tanto, perché negli occhi di gente che si aggrappa disperata ad ogni appiglio di speranza ci puoi leggere tutto lo scibile che serve.
Il terzo livello... ci sono arrivata bruscamente, quasi di nascosto... saltuariamente. Non potevo di più ma c'ho messo il Cuore come sempre.
Eh, si capisce!... oggi qualcuno mi ha detto. Davvero dici, si capisce?... ho replicato. Sicuramente, perché Tu qui sei a casa, ti senti a casa tua.
Potrei mai negare questa cosa? Senza averlo detto mai, è stato come sentir parlare il Cuore. Tra persone che si comprendono con gli occhi, sono i Cuori a dirsi l'essenziale. Siamo sotto lo stesso cielo, nella medesima barca ma forse sarà perché abbiamo note dentro in sintonia accordate.

venerdì 7 dicembre 2018

ELEVARSI CON LA FANTASIA (a Limatola, un anno dopo)


Questo Nostro mercoledì prenatalizio l'abbiamo trascorso al Castello di Limatola, scrigno della magia del Natale. C'eravamo già stati lo scorso anno e oggi ci tornavamo carichi di entusiasmo, affascinati ancora dal ricordo. Poi si è rivelato non proprio la stessa cosa, perché mancava la curiosità e relativo stupore di ogni prima volta, ed io manco ero troppo in forma emotivamente, per cui anche il fisico ne risentiva. Comunque abbiamo proseguito di corte in corte, di sala in sala tra profumi speziati e odore di cuoio conciato. Presepi da tavolo e a muro, grandi da perdersi con lo sguardo e piccoli da stare in un ditale, alberi di ogni tipo e specie, addobbati in modo classico o curioso. Uno addirittura portava al posto delle sfere, fruste per sbattere le uova, cosa divertente assai. Tra l'altro siamo capitati in una sala dove era un albero i cui rami portavano stelle coi nomi delle più belle virtù. Pazienza, temperanza, sinergia... amore, e ai piedi un cartello con la scritta, "Armonia".
Armonia che nasce da conflitti e contrasti comunque superabili ove non c'è ingiustizia e al contrario presente è la buona volontà. Nella disarmonia, tra prevaricazione e indifferenza nulla si crea o niente è duraturo.
Intanto é trascorsa la mattinata, poi pranzo all'osteria del Cervo Bianco. Il pomeriggio è andato decisamente meglio, io mi sono ripresa, le luci si sono accese e ai Nostri occhi è apparso uno scenario nuovo di cose già viste ma trasfigurate dall'umore migliore. E con lo sguardo stupito, e presa da colori e profumi, la fantasia ha spiccato il volo. Come da bambina, quando la realtà non mi piaceva, scrollavo le spalle e sognavo. Così la Vita con la normalità del quotidiano un'altra volta mi è venuta incontro, facendomi scoprire con piacere di poter sognare ancora, e pure ad occhi aperti.
E a Limatola, un anno dopo, ogni particolare l'ha trattenuto la fantasia, per farne dolce nota della realtà

giovedì 6 dicembre 2018

OPPOSTI


Oggi...molti pensieri per la testa. Tanti davvero in certi momenti. Pensare... mettere in ordine... fissare.
Vecchi ricordi, nuove situazioni... atteggiamenti stantii. Questo "benedetto Dicembre" dalle giornate brevi e lunghe quanto una vita intera. E' incredibile come di ogni dì si possano ricordare persino i particolari, sarà per quello che fu dopo, per l'inquietudine che non sapevo interpretare, così che inconsapevolmente fu come prendere nota per vincere e superare. Va be', è acqua passata però per le nuove situazioni che vivo di riflesso, non posso non ricordare come fosse stato appena ieri, e non otto anni fa.
E torno a raccontare della sfida e della rivalsa, la mia e il desiderio di continuare. Chi mi ascolta e Chi mi ripete... e stai sempre a pensare là. Come fosse un luogo, ché se non ci vai, lo eviti e piano piano ti scordi pure la strada. Sono stati d'animo e come tali restano, nell'animo.
Ma che si può fare, Chi non ascolta o ascolta senza capire ha quell'atteggiamento fuori luogo che a lungo andare sa di chiuso. Come un abito conservato e mai più indossato che manterrà l'odore di naftalina, diventerà naftalina stessa per tutto ciò che è lì o nei pressi. Ma io ormai sono venuta fuori dalle abitudini imposte e omologate, non mi basta quel che appena sufficiente un tempo, pareva regalo grande e quasi immeritato. Ora provo soddisfazione nel vedere dai miei sforzi benefici ad Altri, qualche sorriso in più, e persino, cosa capitata proprio oggi, un "elogio scritto" al Volontariato con annessi auguri per le prossime feste. Quanta semplicità in quei termini apparentemente limitati nella scelta e invece frutto di un'osservazione attenta. Quanta semplicità e tanta infinita tenerezza.

mercoledì 5 dicembre 2018

DALLA TUA PARTE


Sesto incontro del GAMA, il secondo in cui si esprime pienamente il gruppo di auto mutuo aiuto. Non è facile rappresentarne lo svolgimento con parole scritte, ché dovranno essere ponderate e accuratamente scelte, è difficile comunque narrare di stati d'animo, esito di sofferenza. Da una parte Chi ascolta, di fronte la Persona che, indebolita dalla prova e dai pensieri, con riluttanza cerca di raccontare la "Sua verità". La volta scorsa ascoltammo il fratello, osservammo attenti i volti della moglie e della cognata, Suoi caregiver. Erano preoccupati perché indecisi, confusi, e forse stremati non riuscivano ad aiutarlo a risollevarsi. Stasera Lui ha affermato di essere consapevole che avrebbe dovuto farlo, ma la debolezza fisica gli impediva di fare la benché minima azione, calato di peso e con valori ematici non proprio soddisfacenti, era chiara per Lui l'impossibilità a riprendersi. In realtà la causa non è solo questa, il pensiero ricorrente ad un tempo speso "senza essere riuscito a costruire", ad aver rimandato la "cura di se stesso" nonostante alcuni sintomi, e il timore di non poter tornare a "sentirsi il leone di un tempo", tutto questo lo fiaccano fortemente e fanno vacillare anche alcune relazioni.
Piange mentre si racconta, e poco prima di cominciare con voce flebile, afferma... "devo capire dove mi trovo". E' un dubbio giusto, è "diffidenza sana", non ci si può aprire con chiunque, non tutti possono comprendere, se non si è sicuri di poterlo fare, sarebbe come urlare il proprio dolore in piazza e al vento. Persino da coloro che hanno vissuto o vivono la stessa problematica potrebbero arrivare interventi non appropriati per tempi e modalità. Ognuno, unico e speciale, ha reazioni che sono altrettanto senza tener conto della vulnerabilità lasciata da cicatrici nel corpo e nell'animo.
Sono state due ore di racconto intenso tra "ragione e sentimento", lucidità ed emozione. Hanno replicato con la propria testimonianza le Persone che hanno potuto perché sentivano di farlo. Oggi bisognava ascoltare, non sempre si può parlare, si rischiano parole scontate e poi bisogna dar voce a Chi per paura e dolore già zittisce se stesso.
E' necessario riflettere, ché siano giuste parole ma solo al momento giusto.

lunedì 3 dicembre 2018

Tornano le Storie di Natale... L'OCCHIO DEL FALEGNAME




Ne ho già parlato, qualche tempo fa era prossimo il Natale, mi feci un dono. Un libro che pareva antico perché parlava di valori riscoperti e buoni sentimenti, "Storie di Natale". Così ogni anno mi piace riprenderlo, aprirlo a caso e leggere un racconto. E poi continuare, attualizzandolo con riflessioni delle mie.
Oggi ad esempio ho partecipato ad un evento per beneficenza, un torneo di burraco, io non so giocare ma ho voluto esserci ugualmente, perché le presenze sono importanti, qualsiasi presenza anche quella che all'apparenza può sembrare insignificante, inutile o persino scomoda...
"C'era una volta, tanto tempo fa, in un piccolo villaggio, la bottega di un falegname. Un giorno, durante l'assenza del padrone, tutti i suoi arnesi da lavoro tennero un gran consiglio.
La seduta fu lunga e animata, talvolta anche veemente. Si trattava di escludere dalla onorata comunità degli utensili un certo numero di membri.
Uno prese la parola: "Dobbiamo espellere nostra sorella Sega, perché morde e fa scricchiolare i denti. Ha il carattere più mordace della terra".
Un altro intervenne: "Non possiamo tenere fra noi nostra sorella Pialla: ha un carattere tagliente e pignolo, da spelacchiare tutto quello che tocca".
"Fratel Martello - protestò un altro - ha un caratteraccio pesante e violento. Lo definirei un picchiatore. E' urtante il suo modo di ribattere continuamente e dà sui nervi a tutti. Escludiamolo!".
"E i Chiodi? Si può vivere con gente così pungente? Che se ne vadano! E anche Lima e Raspa. A vivere con loro è un attrito continuo. E cacciamo anche Cartavetro, la cui unica ragion d'essere sembra quella di graffiare il prossimo!".
Così discutevano, sempre più animosamente, gli attrezzi del falegname. Parlavano tutti insieme. Il martello voleva espellere la lima e la pialla, questi volevano a loro volta l'espulsione di chiodi e martello, e così via. Alla fine della seduta tutti avevano espulso tutti.
La riunione fu bruscamente interrotta dall'arrivo del falegname. Tutti gli utensili tacquero quando lo videro avvicinarsi al bancone di lavoro. L'uomo prese un asse e lo segò con la Sega mordace. Lo piallò con la Pialla che spela tutto quello che tocca. Sorella Ascia che ferisce crudelmente, sorella Raspa dalla lingua scabra, sorella Cartavetro che raschia e graffia, entrarono in azione subito dopo.
Il falegname prese poi i fratelli Chiodi dal carattere pungente e il Martello che picchia e batte.
Si servì di tutti i suoi attrezzi di brutto carattere per fabbricare una culla. Una bellissima culla per accogliere un bambino che stava per nascere.
Per accogliere la Vita".
Questa storia ci permette di comprendere come la ricchezza del dono di ciascuno è soprattutto data dall'insieme dei doni di tutti. Caratteri e temperamenti diversi con pregi e difetti. Ancora non sappiamo riconoscere l'altro in quanto altro, perché guardiamo troppo a Noi stessi e abbiamo paura dell'altro, anziché vederlo per il dono che è. Ciascuno ha un talento prezioso da offrire e da ricevere, e in fondo non pretende nulla, desidera solo essere accolto.

domenica 2 dicembre 2018

CARILLON E CALENDARI DELL'AVVENTO


Stamani un po' di tempo mi è avanzato e ho messo qua e là qualche segno di Natale, giusto qualcosa tanto per incominciare. Su una mensola nell'armadio, da un angolo nascosto ho tirato fuori un vecchio carillon dalle note natalizie. Ballerine piroettanti, candidi puttini, i carillon mi sono sempre piaciuti fino alle lacrime, perché ascoltando mi commuovevo e mi commuovo ancora, segno di fragilità residua e resistente, quella che serve.
Le melodie sono sempre le stesse, anche se note e tonalità sono diverse. Perché la modalità dell'ascolto ogni volta è uguale.
Astratta dal contesto, semplicemente incantata. Affascinata. Emotivamente sospesa a mezz'aria, in un'atmosfera che sa di magica infanzia, ritrovo una sorta di primitiva autenticità che tra le altre cose è pure garbata sincerità.
Una luna scheggiata che gira e suona, e tanta nostalgia.
Stasera quel motivo era già "tormentone" natalizio, di questo Natale, come non lo avessi mai sentito prima. Così sorseggiavo la prima delle tisane dell'Avvento, confezionate in bustine colorate dentro una scatola a finestrelle, e il pensiero è andato al calendarietto ogni anno attaccato alla parete della cameretta dei miei figli quando erano bambini. Ora sono grandi e il calendario dell'Avvento non lo compero più, un po' mi manca anche se c'è sempre motivo di trepida ansia d'attesa. Diversa solo qualche aspettativa nella solita magica aria di festa.

CORAGGIO "A TUTTO TONDO" E AL FEMMINILE



Ci vuole coraggio, quello di mettersi in gioco e spesso in discussione con se stesse, ma alla fine il coraggio delle Donne è sereno, anche quando non si è parte in causa e al contrario serve supportare o difendere cause dall'esito incerto o portare avanti i diritti dei più deboli. E coraggio occorre pure per salvaguardare l'arte e la cultura, che sono beni eterni, eredità inestimabili.
Oggi un incontro molto costruttivo organizzato dalla LILT e realizzato con il sostegno del CSV Foggia, inteso a porre le basi per la costruzione di una Rete al femminile e creare un gruppo di lavoro stabile.
Hanno partecipato i rappresentanti di molte associazioni (ABC, ADMO, Agata, AIL, AISM, ANDOS, ANT, AVO, AVO "Don Uva", Fratelli della Stazione, GAMA, Utopikamente), che hanno presentato le attività e poi interagito tra loro cercando di scoprire lati in comune ed affinità. Perché prima delle associazioni e affinché queste funzionino, ci sono le Persone che devono conoscersi bene e a fondo per poter mettere a disposizione tempo e competenze pur mantenendo l' individualità dell'ambito specifico in cui operano.
Partendo da una mappatura della presenza delle donne nelle associazioni e delle varie mission si è inteso giungere ad una collaborazione stretta che possa arricchire lo scambio di esperienze.
A gruppi di quattro si è quindi steso un "modello" di gruppo di lavoro, in cui si specificano modalità e tempi di creazione, regole e strumenti di comunicazione interna ed esterna che dovrà essere condivisa e partecipata, per individuare la forma migliore da utilizzare per il Terzo Settore, da proporre alle nuove generazioni di volontari.
Quello di cui si parlava allora è il coraggio che fa sentire nella stessa barca, coinvolgente e mai demolitore, che naviga lo stesso mare, verso un unico porto.

sabato 1 dicembre 2018

I PUNTINI SU 3 "I"


Lo sguardo fisso al pentolino sul fornello e il pensiero agli "step" del giorno. A sera la minestrina sta al primo vero freddo di stagione come percorrere idealmente ai diversi momenti della giornata che scivola via.
Sarà il cambio di stagione, ma pur allertandomi prima della sveglia al mattino stento ad alzarmi. Un po' di doloretti qua e là, alla fine comunque mi decido, andatura da zombie che avverte il miracolo, ed ecco che mi ritrovo davanti allo specchio. Non sempre mi guardo perché resto in dormiveglia, se poi realizzo il da fare che c'è, faccio un atto di coraggio e spalanco gli occhi. Inevitabilmente do il buongiorno all'immagine riflessa che pare non voler ricambiare. Eppure non ricordavo fosse così, dove finisce il sorriso non stereotipato ma costi quel che costi, prendi tre al prezzo di due? Era questo l'atteggiamento "durante e dopo" per un certo tempo... ed ora? Non vorrai mica tornare a quel che eri "prima"?... mi dico quasi sgomenta... Tu non puoi essere ciò che sembra, sei molto di più.
E allora penso al meglio che posso fare. Questo impegno mi tiene viva, resistente ai cedimenti soprattutto in questo periodo che mi riporta alla comparsa del tumore, e che quest'anno coincide all'approssimarsi del primo controllo dopo dodici mesi. Un turbinio di pensieri. Ma quelle mattine di malumore restano lo stesso senza un vero motivo, per cui reagisco in fretta come un cancellino sulla lavagna e mi rimetto in riga pensando a quel che è stato, considerando quel che sono e soprattutto... che ci sono, e la serenità ritorna come squarcio di luce tra le nuvole. E' qualcosa che viene dal profondo, trasforma la situazione e modifica radicalmente lo stato d'animo. Sarò lunatica? Macché, non voglio affogare in un mare d'angoscia inutile, né precipitare in un abisso inesistente, tutto qua. Ma come potrei con tanta ricchezza gratuita che ricevo dalle persone che incontro?
Da Chi mi dice ogni volta... promesso, oggi fumo l'ultima sigaretta perché se smetto muoio... e poi scoppia a ridere. E da quella nuova Amica, appena conosciuta, che mi racconta tutta la Sua vita per filo e per segno, a partire dalla storia del Suo nome, originalissimo e assai musicale...
Cercami, la prossima volta ti porto le foto dei mie nipoti...
Come no?! Il nome però devo segnarmelo, lo faccio... nome e cognome... sono 3 "I", e non dimentico i puntini.