giovedì 29 febbraio 2024

❤ QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.36) (La mia storia con Te)

Oggi avresti compiuto gli anni. A Te sono molto legata, ancora e sempre, lo sai. Non userò per questo mai il passato remoto, perché l'amore va oltre la morte. Sorridente hai sempre accettato quel che ti toccava. Comunque vada sarà per il bene... dicevi. E il bene che cos'è se non amore? Mamma cara... se persona c'è stata a saper interpretare in modo perfetto, quasi sublime l'atto unico che è la Vita, quella sei Tu. A Chi dice che io Ti somiglio, rispondo... forse, ma in realtà di Te sento essere solo la brutta copia, inevitabile ereditarietà, null'altro. La mia storia con Te comincia una caldissima domenica di luglio, quando mi desti alla luce, rischiando di morire, ed io con Te, perché non ti avrei mai lasciato andar via da sola. Tu, ed io sempre attaccata a Te, così bella e gioiosa e rassicurante. Sono cresciuta ascoltando i racconti che mai ti mancavano, la risata come carezza e la tua voce. Unica per generosità, abnegazione... spirito di sacrificio e sopportazione, fino all'ultimo... vivendo la sofferenza fisica senza farla mai pesare ad alcuno, anche quando avresti dovuto perché era un tuo diritto. Da quando non ci sei più sono successe tante cose... Tu le sai già... e quante volte ho pensato che forse la Morte a tal proposito non è stata proprio matrigna... Ti ha risparmiato tanto dolore. Nella condizione in cui sei tutto certamente appare diverso, perchè motivato e visto nell'ottica della Luce. Perchè ne sono certa, Tu sei nella Luce, non può non essere, altrimenti non mi saresti accanto quando e dove altri non possono, non saresti artefice della mia pacatezza in risposta a mille provocazioni, della tranquillità all'ansia che sopraggiunge improvvisa. Mamma... mamma, dall'inizio alla fine ed oltre... una lunga storia.

mercoledì 28 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.35) (L'Accettazione)

Dio dacci la forza di accettare con serenità le cose che non possono essere cambiate, il coraggio di cambiare le cose che vanno cambiate e la saggezza di distinguere le une dalle altre. (Preghiera della serenità K. P.Reinhold Niebuhr) Ha iniziato così il secondo incontro di "(Ri)conoscersi" la dott.ssa Nadia Genzano, con la Preghiera della serenità, e niente sarebbe stato più appropriato. Sopportare... portare addosso un peso e farci l'abitudine, piuttosto che cercare di evitarlo mentre sta sempre lì davanti agli occhi. Devi portare pazienza... si dice di solito, e d'impulso sarebbe da replicare... ancora!?! Che cos'altro dovrei che già non (sop)porto? È cosa tosta accettare la malattia, dalla diagnosi in poi, e possono gli altri darsi anche un gran da fare a rassicurare, incoraggiare, se non si ha la pazienza di accettare e di conseguenza adattarsi ai cambiamenti, sarà un continuo patire. L'Accettazione di quel che è, qui e ora. Ovvero uscire dalla Mente ed entrare nella propria vita. Accettare non significa essere rassegnati, passivi né tollerare o sopportare, bensì abbandonare tutti i tentativi di soluzione inutile e accogliere ciò che la vita comporta se riconosciamo che stiamo andando nella direzione di ciò che vogliamo dalla nostra esistenza. Nonostante quel che succede, perchè non dipende da Noi, ed è inevitabile perché al di fuori di Noi. Per la piena realizzazione di una vita appagante, quindi occorre Iniziare - Entrare in contatto - Muoversi verso i propri valori. Allora che cosa non è l'Accettazione? Non è Sopportazione - Rassegnazione - Perdita di speranza, sentirsi senza alternative - Passività. Invece l'Accettazione è... un 'Azione un Comportamento - un Muoversi verso. È far cadere una barriera e creare un'apertura - un Atteggiamento non giudicante - Fare spazio anche a sentimenti dolorosi, sensazioni ed emozioni mantenendoli come tali. È imparare a fare un passo indietro, distaccarci da pensieri, convinzioni o "credenze", ricordi e autocritiche distruttivi. Invece di rimanere impigliati in questi pensieri, di farci dominare da loro o di lottarci contro, impariamo a lasciarli andare e venire. In questo modo avranno un minor impatto sulla nostra vita e perderanno il loro potere di spaventarci, preoccuparci, stressarci. Facciamo pure spazio a emozioni e sensazioni dolorose. Smettendo di lottare contro di loro e lasciando che siano ciò che sono senza farci catturare o schiacciare, scopriamo che ci danno meno fastidio e fluiscono molto più rapidamente invece di fermarsi e angosciarci. Restiamo connessi con qualsiasi cosa ci stia accadendo qui e in questo momento, anche se avremmo voluto il contrario. Concentrarci e impegnarci in ciò che stiamo facendo, vivere senza indugiare sul passato o preoccuparci del futuro ci aiuteranno a superare le difficoltà. Ciò che è importante per noi, sono i Nostri Valori. I Valori sono la Nostra bussola, tracciano la direzione della nostra vita e ci motivano a realizzare cambiamenti importanti. Quando mettiamo tutte queste cose insieme, sviluppiamo flessibilità psicologica. La capacità di stare nel momento presente, con consapevolezza e apertura, di agire guidati dai nostri valori. Così saremo presenti, aperti e capaci di fare ciò che conta per noi, migliore sarà la qualità della nostra vita e maggiore sarà il nostro senso di vitalità, benessere e soddisfazione.

martedì 27 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.34) (Mai soli)

Non si cancellano i ricordi, sentinelle perenni della nostra memoria, mescolano il dolce e amaro della vita. (cit.) Anche se per certi "fatti" della vita non occorre nemmeno che la memoria sia di ferro. Il 25 febbraio di molti anni fa nasceva una delle mie sorelle, che visse nel breve arco di otto anni una vita intera. Aveva tre anni meno di me ma nel ricordo mi appare come fosse di tutte l'età. A otto anni morì per una meningo-polio-encefalite. Questo evento segnò un po' tutta la famiglia... fece maturare in fretta i piccoli di casa, lasciò una ferita profonda nel Cuore dei genitori, è inutile dire che non fu mai dimenticata anzi divenne per Tutti Noi l'Angelo Custode certo perché eletto da Dio. Restò tale per sempre... Una sera ero per strada da sola, non c'erano molte luci tanto da sembrare più buio del solito. Non avevo borsa con me, solo una rivista piegata sotto il braccio per avere le mani impegnate, nient'altro. Ad un certo punto mi venne in mente il Suo ricordo, così vivo da sentirmi chiamare per nome... nello stesso tempo dei passi affrettati ed incalzanti dietro di me. Provai un brivido freddo lungo la schiena, poi fu tutt'uno... un ragazzo mi aggredì alle spalle, ebbi paura ma la sorpresa non fu eccessiva, come se qualcuno mi avesse avvisato. Mi difesi non so come, anzi lo so... con quella rivista, non era un granché d'arma ma funzionò. La rabbia, l'istinto di conservazione e l'aiuto provvidenziale trasformarono quell'insieme cartaceo in un manganello improvvisato ma efficace. Il teppistello se la diede a gambe... ed io la scampai bella. Mi convinsi che fosse stata mia sorella a venirmi in aiuto... poi in altre occasioni, soprattutto quelle riguardanti il mio noto vissuto, la convinzione si fece più forte ed ora, pur in tempo di bonaccia non mi abbandona.

lunedì 26 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.33) (A questo mondo assurdo)

Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l'altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l'altra. Peccato tu non possa sedere su una nuvola. - K. Gibran - Già, sarebbe toccare il cielo con un dito. Mi chiedo se l'uomo, l'uomo di oggi intendo, possa rendersi conto verso cosa stia andando incontro, o... contro. Le guerre, le ultime tristi vicende, polizia che va a manganellate su manifestanti, evidenziano quanto alla Vita si dia poco valore. E la "persona umana" a volte è trattata come non fosse degna di rispetto. Che esista o meno poco importa, può essere cancellata se "disturba". Così non conta l'uso della parola, la libera opinione, si preferisce ricorrere o assistere alla violenza e poi scappare dalle proprie responsabilità, tornando alla propria vita come fosse avulsa da quella altrui. L'indifferenza poi... È sconvolgente ancora di più se si considera invece... ... Chi alla Vita dà un valore immenso e si impegna, e con gli occhi vivi ascolta la persona che spera, per dar prova che è ben attento... che ci crede... che sì, vivrà perché lo vuole.

domenica 25 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.32) (Accettazione. Prima strategia.)

Accettazione, tornano alla mente alcuni incontri, quando ad un certo punto ho sentito dire, anzi ripetere più volte... sono stanco. Così allora il ragionevole dubbio... e se a me non fosse andata come fino ad ora, sarei stata stanca anch'io, avrei avuto sempre la forza di sorridere? O più verosimilmente arrabbiata, delusa, al massimo avrei sfidato ogni giorno la vita e pure Chi mi si presentava davanti? Chi lo sa... forse posso solo immaginarlo, per un momento e poi allontanarlo, perché certi pensieri meglio non farli sostare troppo a lungo. Di certo non sono stata mai arrabbiata, e neppure rassegnata. Cercai di pensare a ciò che succedeva come riguardasse la persona a me più cara, cui dedicare affetto, cure e premura. Con equilibrato distacco. Mantenersi lucidi può essere un primo passo verso l'accettazione? Tempo fa una paziente mi stupì. In modo del tutto estemporaneo, e quasi raggiante esclamò... - Siamo nati per il Cielo. E Dio ci ama così tanto da donare anche l'esperienza della terra, un passaggio rapido ma sufficiente. Non si può desiderare di più. E un altro signore anziano in terapia... - Ma si... l'importante è che la morte ci trovi vivi. Tra ironia e acciacchi, lacrime e ironia... e ironia e basta. Con questa sana filosofia si aggira la più cruda realtà. O in verità la si accetta...?

venerdì 23 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.31) (Rapido va un ricordo del passato)

Quando si vorrebbe definitivamente archiviare. Chi non ha ricordi? Ne abbiamo Tutti, tanti, belli e gioiosi e con un pizzico di nostalgia Ma c'è pure quello difficile, della conferma che non si vorrebbe mai ricevere, dell'accettazione forzata di un incubo ad occhi aperti, sbarrati per la paura. Bisogna dimenticare? Non si può né si vuole dimenticare, perché sofferenza a parte, nel dolore c'è, a saper vedere, un'opportunità, trasformare lo stesso in vita, e poi esser grati per il resto della vita. - Qual è il vostro ruolo qui, signora? - Sono una volontaria . - E allora siete una bella persona, perché preferite perdere tempo con noi, invece che fare i fatti vostri. E vorrei rispondere che "i fatti miei" sono anche fatti loro e viceversa, ma forse non saprei spiegarlo in modo degno, e così me la cavo con uno sbrigativo... in un modo dovevo pur mostrare gratitudine - ... e può mai essere grata una persona egoista? Già non può esserlo soprattutto perché non scorda. Istantanee, fotogrammi, perché il ricordo di un dolore è così, può essere descritto a tratti per non morire dentro un'altra volta, anche se ce l'hai fatta, ce la farai, e il tempo trascorso lo conferma. Intanto oggi ho perso il cappello che indossavo ogni inverno da quell'inverno. Doveva andare cosi, ha fatto il suo tempo e in un modo andava archiviato. Definitivamente. .

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.30) (La Regolazione emotiva - parte terza)

LA TRISTEZZA È una delle emozioni più difficili da gestire. È l'emozione della Perdita. La morte di una persona cara e non solo. Il fallimento, una separazione, la mancata realizzazione di sé sono ugualmente una perdita. La morte che tocca da vicino sgomenta e sempre tanto, perché per alcuni cui nel tempo ci siamo affezionati, nel nostro immaginario quel tempo stesso si è fermato. Realizzare ciò che per fatto naturale succede è dura. Anche perché ogni volta si prende ulteriore consapevolezza. Non saremo mai pronti al "grande cambiamento". LA COLPA Altro non è che il giudizio morale dato a Noi stessi in quel contesto. A Chi non è mai capitato di sentirsi in colpa? Talvolta a ragione, altre volte senza motivo, senza aver fatto nulla di male. Comunque il senso di colpa non sempre è ritenuto negativo, è un sentimento che porta necessariamente a pensare e aiuta implicitamente a mantenere le relazioni umane. È stato chiesto allora Chi avesse mai provato il disagio per una colpa. Ovviamente le risposte sono state quasi tutte relative alla "malattia". La colpa di "dare fastidio" ai figli da parte soprattutto delle mamme, che più dei padri sentono l'onere e l'onore di essere "accudenti" a vita. La sensazione di una figlia e anche di un marito, convinti di non aver fatto abbastanza per i propri cari, probabilmente non considerando i limiti comuni ad ogni essere umano. Quando invece di certo hanno operato giorno per giorno, volta per volta secondo "il meglio del momento", e che altro non potevano fare, visto che tutto va come deve e ad un certo punto davvero non può essere diversamente. La soluzione per risollevarsi dal senso di colpa, elaborare ed uscire dal cerchio vizioso venuto a crearsi, è pensare che sicuramente ha fatto tutto quello che poteva, che altro non avrebbe potuto perché condizionato dal legame affettivo, dalla paura, ansia e timore di sbagliare.

mercoledì 21 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.29) (La Regolazione emotiva - parte seconda)

L'ANSIA L’ansia sana è una normale reazione di adattamento a un’importante situazione della vita o ad un eventuale cambiamento. Quando l’ansia è più forte o cronica diventa una vera e propria patologia, in questo caso diventa una vaga sensazione di malessere, che si traduce in uno stato d’apprensione, di sconforto più o meno intenso, difficoltà a respirare, palpitazioni, sudorazione eccessiva. L’angoscia è una forma esasperata di ansia. L'ansia è alla base di alcuni gravi disturbi, come il "bisogno di controllo" e il "disturbo ossessivo-compulsivo" Il bisogno di controllo è tipico di coloro che hanno la paura costante che qualcosa possa andare storto. Non permette di rilassarsi né di lasciarsi andare e arriva a manipolare anche la vita dei propri cari. Il disturbo ossessivo-compulsivo è un disturbo diffuso e cronico, caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni, che interferiscono con la vita quotidiana, causando un disagio significativo. Entrambi i disturbi sono da considerare vere e proprie patologie, e se non c'è l'assoluta volontà collaborativa del soggetto durano anni e si può anche non guarire mai. LA RABBIA Emozione da imparare a gestire, incanalare in modo da ricavarne una risorsa. Una modalità è sospenderla mediante l'autocontrollo. Se la rabbia è verso una persona cercare di giustificarla o perdonarla. Se riguarda da vicino la malattia, soprattutto nel suo immediato, al momento della diagnosi segue la domanda... Perché proprio a me? In questa fase iniziano a manifestarsi emozioni forti che esplodono in ogni direzione, a partire dall'ambito familiare e poi intorno, a vasto raggio. Tutto il mondo contro. È che non ci si capacita che fino a poco prima la vita possa essere stata sotto controllo e facilmente gestita, come non dovesse finire mai, poi un giorno qualunque tanto simile ad altri, avviene un "terremoto" che cambia ordine alle cose, priorità, ottica, ed è un totale sconvolgimento prima che l'istinto di sopravvivenza ripristini la lucidità, indispensabile all'adattamento. Vista così, la rabbia appare come emozione negativa, mentre non lo è necessariamente, tenendo conto che è presente fin dalla nascita. Ha la funzione di attivare risposte protettive, difensive e di sopravvivenza, ed appartiene all'uomo come all'animale. D'altro canto però, e possiamo constatarlo dalle varie esperienze ascoltate, è fonte di molte difficoltà e di problemi soprattutto nella sfera relazionale. (continua...)

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.28) (La Regolazione emotiva - parte prima)

Primo incontro di "(Ri)conoscersi", percorso a sostegno dei pazienti oncologici e dei caregiver. Se l'aspetto "fisico" del tumore viene fronteggiato dall'intervento chirurgico, da radio, chemio, terapie farmacologiche e follow up, in parallelo c'è un universo emotivo altrettanto bisognoso di attenzione e cure da non trascurare. La psicologa Nadia Genzano presenta la "Regolazione emotiva". Una rapida scorsa sulle principali emozioni negative che spesso rischiano di condizionare in modo significativo l'esistenza, e la capacità di gestire, controllare ed esprimere in modo appropriato le emozioni. La Paura, l'Ansia, la Rabbia, la Tristezza, la Colpa... La regolazione emotiva non implica la soppressione di queste emozioni, ma piuttosto la capacità di comprendere, accettare e gestire i propri sentimenti in modo sano ed equilibrato. La Vita è un continuo divenire, vale la pena andarle dietro passo passo, senza farsene cruccio o subire condizionamento alcuno. Saggio sarebbe saper gestire ogni evento con lucido distacco... gioia misurata, dolore quanto basta, rabbia ancora meno... Come fare...? Facile non è, ma come sempre alla base consapevolezza e autocontrollo portano ad un buon equilibrio. LA PAURA Chi non ha mai avuto paura? Anche la persona più coraggiosa non potrà dire, io non l'ho provata mai. Come emozione di un attimo o sentimento, la paura appartiene all'essere vivente. Parlare delle proprie paure, del senso di impotenza e precarietà è soddisfare il bisogno di dar voce a sentimenti ed emozioni. Soprattutto quest'ultime non possono restare dentro, vanno esternate, ognuno poi troverà il modo giusto, ma va fatto. Ne trae giovamento Chi parla e altrettanto Chi ascolta, perché in parte si ritroverà e se è il caso si sentirà meno solo nel Suo sentire. Comunque la Paura va affrontata prima che ingigantendosi possa bloccare. È la cosa più difficile che ci tocca. Alleniamoci al Coraggio invece, tanto tutto passa, e la Paura farà da coach. (continua)

martedì 20 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.27) (La giusta distanza)

Per quell'empatia che mi attribuiscono, mi rendo conto, e ci lavoro pure, fin dove si può o si deve arrivare, e poi... fermarsi, per non farsi male e non far del male. "Nella conversazione ci si astenga da osservazioni intese a correggere, per quanto a fin di bene: poiché offendere la gente è facile, migliorarla è difficile, se non impossibile". - Arthur Schopenhauer - Impossibile migliorare le persone, ancor più le situazioni che non dipendono esclusivamente da Noi. Secondo me, affannarsi è inutile. Sintonia è anche prendere le distanze quando è necessario... I PORCOSPINI In una fredda giornata d’inverno un gruppo di porcospini si rifugia in una grotta e per proteggersi dal freddo si stringono vicini. Ben presto però sentono le spine reciproche e il dolore li costringe ad allontanarsi l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li porta di nuovo ad avvicinarsi si pungono di nuovo. Ripetono più volte questi tentativi, sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non trovano quella moderata distanza reciproca che rappresenta la migliore posizione, quella giusta distanza che consente loro di scaldarsi e nello stesso tempo di non farsi del male reciprocamente. - Arthur Schopenhauer - Concludendo. Qual è l'insegnamento o morale di questa storia? Approcciare a tutto, ascoltare tutti, e ritirarsi quando andare oltre sarebbe impossibile o vano.

lunedì 19 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.26) (Secondi se non addirittura ultimi a prescindere)

Sono quelli che si fanno scrupolo di tutto, si sentono responsabili di ogni cosa, non sono mai contenti di sé. E vorrebbero fare sempre e donare ancora e ancora, e poi essere solo ricordati in silenzio e nel proprio Cuore. Eppure non sono sempre capiti e nemmeno cercati. Un vero peccato. Ma il riscatto a volte può esserci anche restando uguali, perché se si è strutturati in un modo non è che si possa cambiare, allora sarà l'umiltà, soprattutto questa ad aprire un varco. Non è che voler restare invisibili sia presupposto per estinguersi. Si preferisce essere tra le quinte aspettando di essere citati solo alla fine. "Vorrei dirti che io non so correre come te io non sono così bravo a superare le cose, le supero sempre ma a volte ci metto davvero un sacco, non ho mai tagliato un traguardo senza il fiatone spesso ci sbatto contro e cado spesso cado più e più volte sullo stesso punto, mi faccio male un male bestia e non sempre mi è facile rialzarmi, mi rialzo sempre ma volte ho bisogno di una mano di un sorriso, a me servono ancora gli incoraggiamenti perché da solo non sono sempre così forte. Vorrei dirti che io non sono forte come te a me le bufere i venti le burrasche e le tempeste fanno ancora male e mi lasciano il segno negli occhi a volte per settimane a volte più. Vorrei dirti che io non so volare come te ma se ti va di passarmi a prendere, io un giro nel tuo cielo ci verrei a farlo volentieri, oggi ad esempio sono libero". - Gio Evan -

domenica 18 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.25) (Caramelle da una sconosciuta)

Si può far cambiare opinione nel giro di un quarto d'ora? Confesso che io per prima pensavo fosse impossibile in tempi tanto brevi. Eppure ieri ho avuto prova contraria, senza che forzassi in alcun modo, solo ascoltando e mostrando meraviglia. - Una caramella? Come risposta uno sguardo dubbioso e con la testa un cenno di rifiuto. Allora mi sono rivolta all'altro paziente... - Se c'è al caffè, grazie. Contenta, ho svuotato il sacchetto e la caramella al caffè è emersa da tanta dolcezza. Intanto il paziente dubbioso di prima... - Una volta le caramelle le portava l'uomo nero. - L'uomo nero...? E dubbiosa a questo punto sono diventata io perché non avevo capito il riferimento antico. - Non accettare caramelle da nessuno, perché può essere l'uomo nero che vuole rapirti. Ci dicevano così. Roba da far tremare i polsi, ma che dire...? Metodi educativi... e non aggiungo altro. Avendo risolto la cosa con un sorriso, il paziente dubbioso ha preso a parlare di sé. A cominciare dal Suo nome, calzante a pennello, del lavoro che l'appassionava, della famiglia, degli effetti collaterali, tutti quelli contemplati, vissuti dopo la prima chemio. Lo ascoltavo, e mi piaceva il Suo discorrere tra l'ironico, lo speranzoso... qualche domanda generica a me, una risposta generica a Lui. Così è trascorso il tempo. Stavo quindi per andar via... - Senti, me la dai una caramella? - Ora la vuoi? - Si, perché adesso non sei più una sconosciuta. Sono uscita dalla stanza col Cuore gonfio di gioia. A Tutti, l'augurio di provare emozioni così belle.

sabato 17 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.24) (Capellini al parmigiano)

E se la scorsa settimana un semplice tramezzino fu qualcosa di straordinario, oggi capellini al parmigiano parevano proposti e poi preparati da uno chef stellato. Piatto semplice e veloce come la serenità che aspetti e pure arriva come una sorpresa. Quando l'animo si alleggerisce e la mente consolida la lucidità, succede anche questo, riuscire ad apprezzare ogni momento per gratitudine. Tutto cambia, e da qui in poi è come se i giorni da vivere fossero per un tempo indeterminato. Persino il respiro si fa più profondo perché l'aria diventa oltremodo leggera. Dona una bellissima sensazione la serenità all'improvviso, la conferma che puoi continuare. Bene... in poche parole, perché davvero si è fatto tardi, un altro anno di proroga assicurata. Poichè un motivo ci sarà... Contenta - Gioiosa - Speranzosa continuerò a cercarlo. ❤❤❤... per tutti, e per me un cuore ancora una volta proteso all'infinito.

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.23) (Amore è pura poesia)

Premesso che io intendo l'Amore in senso lato, sentimento bello e incondizionato, credo che se ce ne fosse molto di più il mondo sarebbe salvo, senza precarietà e dominante la Bellezza. Se poi si parla dell'amore che lega due persone, quello vero nasce dal sentimento e non ha bisogno di tante cose. Basta che il Cuore faccia il suo, batta forte quasi per due, e poi impari ad andare incontro alla Mente e a leggerne i pensieri. E l'Amore eterno pensate sia impossibile? L'Amore eterno è quello che matura nel tempo, durante le stagioni della vita. Nasce col primo fiore, si trasforma come natura vuole, posa e pare dorma tenendoti per mano... "Amore eterno" Sono più dolci i frutti dell'Autunno. Nati dalle turgide gemme in Primavera, maturati al sole appassionato dell'Estate. Non si temerà il gelo dell'inverno, pure se tutto sarà coperto dalla coltre bianca, aspettando la nuova Primavera. M. R. E dopo aver osato pure qualche verso (l'argomento sempre ispira), ne condivido di Chi meglio di me intese discorrere d'amore... "Core analfabbeta" Stu core analfabbeta tu ll'he purtato a scola e s'è mparato a scrivere, e s'è mparato a lleggere soltanto na parola "Ammore" e niente cchiù - Totò - Un sentimento ben gestito nelle sensazioni diventa ben presto adulto, e dopo un po' o anche dopo un bel po' le farfalle ritornano là, da dove sono partite e tutto si trasforma in cristallo, trasparente, dai mille bagliori ma tanto tanto fragile. Dovrà allora essere maneggiato con cura, protetto con delicatezza perché non si frantumi, e a lungo se non per sempre continui a farsi attraversare dall'antica luce.. "Amore irripetibile" Sull'ultima corda del tuo violino avevo già appeso il mio amore, pieno di robe vecchie. Però in cima aveva una stella alpina ti giuro, ho valicato mille montagne: le stelle alpine Dio le pianta così in alto. Ma è così bello il rischio... - Alda Merini -

giovedì 15 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.22) (Io al centro del mio universo)

È un'affermazione che nasce estemporanea da quella frase che ho sentito subito mia. "Oggi rivendico il mio potere. Parlo chiaramente e chiedo ciò di cui ho bisogno" Finalmente, mi ripeto... era ora. E subito mi sento diversa. Potere delle parole. È che c'ho messo così tanto che non ci credevo più. Però mai venne meno la voglia di esserci. Ero inquieta, a tratti insoddisfatta, pareva sempre fossi in attesa di qualcosa che non arrivava mai. Ma tant'è, ripeto... volevo esserci, e così un mese ero giù e una settimana al top. Mi guardavo intorno e tutti, secondo me, avevano realizzato ciò che volevano. Mi guardavo dentro e... avrei voluto fuggire. Mi guardavo indietro e c'erano solo rimpianti. Però volevo esserci, e capii che dovevo cominciare a comprendermi, perdonarmi...amarmi. E insieme esserci. Ci arrivai passando per la malattia, in realtà bisognerebbe farsi furbi o solo prendersi i tempi giusti per non ammalarsi. Dedicarsi a qualcosa di diverso? Perché no, qualcosa di creativo in cui ritrovarsi... E insieme esserci. Perché finalmente "siamo a casa", dopo aver ritrovato Noi stessi, e ci sentiamo bene.

martedì 13 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.21) (Scoprire e valorizzare le proprie risorse interiori)

"Le vie dell'anima" è il titolo del libro e delle carte di Lucia Giovannini, al centro dell'incontro odierno del GAMA. Come scoprire ed attivare le proprie risorse perché non colgano di sorpresa le difficoltà? Questa, una delle richieste per il percorso di supporto ai pazienti e ai caregiver, che prenderà inizio il 19 Febbraio. Tema sempre vivo quello di attivarsi per affrontare, strategicamente assecondare gli eventi della vita. Durante questo ottavo incontro, tramite sentite e a tratti consapevoli condivisioni, ci siamo alleggeriti non poco e abbiamo scoperto le nostre risorse. Le abbiamo scoperte per caso, scegliendo la "carta giusta", e in realtà poi è così che le ritroviamo dentro di Noi nei momenti difficili o nelle situazioni estreme. Alle risorse interiori in un certo senso ricorriamo per sopravvivere. Gratitudine, Volontà, Empatia, Amore, Umiltà, Servizio, Armonia, Coraggio, Motivazione... i nomi delle carte che simulavano le risorse. Una frase e un aforisma su ognuna da far propri per continuare. Un'osservazione prima di andar via. Dalla condivisione delle varie esperienze ci siamo scoperti simili e complementari, come del resto sono le risorse, lente ad emergere ma alla fine tutte insieme efficaci.

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.20) (Una domenica un po' così)

Oggi, giornata un po' così, come del resto le ultime di questo periodo, per fortuna giovedì è dietro l'angolo, e spero nella certezza di un altro anno di proroga. Quindi... avrei voluto "camminare" e invece sono stata in casa a cucinare, lavare e accudire i miei animali. Un amorevole impegno, ché se le cose non le fai con amore... Tant'è comunque, non mi sentivo in gran forma, e ne ho approfittato pure per pensare e fare il punto su di me. Faccio mente locale, da quando cominciai a farmi domande e crearmi problemi. Le mie potenzialità? La buona memoria, l'intuito, il senso del dovere... magari quest'ultimo un po' esagerato, quasi un limite. I miei limiti? La timidezza e il bisogno continuo di conferme. Dare priorità ai limiti annullò la stima di me stessa, quando invece sarebbe stato sufficiente essere com'ero senza ostinatamente cercare termini di paragone. Ora sono semplicemente me stessa e non è più un problema. Piccoli e grandi inconvenienti, inevitabili evoluzioni dell'età spesso ostacolano progetti, contrastano desideri. È inutile prendersela, conviene fermarsi qualche minuto, fare "inversione di marcia" e poi ripartire, in altro modo. I limiti sono segno di fragilità, ma riconoscerli sarà già superarli in parte.

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.19) (Passato è il tempo)

E si ricordano di me, anzi di Noi che il tempo facciamo scorrere veloce per Chi conta i minuti e addirittura i giorni. Intimidita per quello a me concesso, strapuntino di vita quasi furtivo, dispenso sorrisi e pensieri. E conto gli anni, sono tali che non avrei pensato. Sono le occasioni che mi fanno sentire di avere avuto tanto di più della persona che in quel momento ho davanti. Ne asciugo le lacrime per un ricordo all'improvviso, condivido anche la risata per una battuta all'improvviso, e così mi pare aver donato pure un po' di questo mio tempo, aver fatto posto sullo strapuntino. Conflitto di strane emozioni. Segue un insolito silenzio dentro. Un silenzio che preoccupa e fa sentire in bilico. Soprattutto ora, quasi tutto stesse per finire. È la Mente che vive il suo travaglio prima di rinascere, ogni volta per tante volte. E poi si riprende a guardare avanti, a girare pagina, perdonandosi e giustificando non solo se stessi. Non cercai ciò che vissi, non fu premio né condanna, mi resta tempo e non è giusto sentirsi in colpa. Perché una rinascita non è solo una "seconda volta", ma un'autentica opportunità di cui mai sentire il peso.

domenica 11 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.18) (Certe storie in certi giorni. Promemoria ed insegnamento)

Ci sono storie speciali di persone normali che si raccontano per caso. Ci sono storie che hanno del miracolo, e tutte evidenziano come presupposto un "Cuore disponibile" e uno stato d'animo speciale. Così sarà una fattispecie di realtà normale all'apparenza, capitata e mai voluta, comunque sperata. Si resta come in attesa e poi... succede. Ne sento raccontare di storie, osservo e porgo ascolto, e pure se mi sforzo di restare lucida, vengo coinvolta quasi totalmente. Forse perché io so quanto importante possa essere appigliarsi a qualcosa di incredibile per altri. È la replica a quegli sguardi sfiduciati, non rassegnati, diciamo pure ormai indifferenti. Ci sono storie che a sentirle cambiano il corso alla giornata e lasciano il segno nella vita. E vado via con gli occhi lucidi, e ripenso ad ogni parola, con l'intento di custodirla. Ieri ho ascoltato alcune storie, tutte forti, ma una lo era di più. Assai dolorosa, raccontata con falso tono ironico ma percepita come sfida sprezzante. Mi sono chiesta allora, perché proprio adesso, in una giornata più o meno uguale a tante altre? Forse ne avevo bisogno, più di altri giorni. Perché ricordassi la motivazione e rafforzassi la gioia delle piccole cose.

sabato 10 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.17) (Lo straordinario)

Oggi ho avuto un turno "straordinario" in ospedale, l'ha detto anche la caposala. Sono rimasta fino alle 15, perché avevo l'ecoaddome alle 15,30 e mi sono trattenuta volentieri, ma questo lo sapevo già. La frequentazione costante è diventata un'abitudine, ma dell'abitudine non ha preso la monotonia. Sarà perché ci torno sempre con animo sereno, lasciando fuori dalla grande porta le ansie, i pensieri tristi e le preoccupazioni. Mi sento tutto sommato una "privilegiata". Ho ascoltato e ascolto tante storie, ed ogni volta mi rendo conto di quanto io sia da sempre fortunata, e anche passare attraverso la malattia è stato per me come attraversare un cerchio di fuoco ed uscirne leggermente scottata. Tutto straordinario, oggi e nel tempo. Nel pomeriggio, terminato l'esame, passando davanti alla chiesa levare lo sguardo al crocifisso e sussurrare "grazie" con la forza e l'impeto di un grido. Fermarsi al bar deserto, e mangiare un tramezzino, gustarlo persino e trovarlo alla fine, straordinario. Nel tempo poi... Sentire che si ricorda il mio nome, si nota la mia presenza, mi si ringrazia quando secondo me non ho fatto nulla di straordinario, dà importanza al mio "esserci", alla vita stessa.

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.16) (Il privilegio di una seconda possibilità)

Guardo le dita di Giovanni Allevi percorrere leggere e pur decise i tasti del piano, mentre le mie restano ferme su una copertina trasparente. Posizioni diverse, uno stato d'animo che ha il suo perché. Impegnativa e foglio di prenotazione, referto dell'ultimo eco-addome. Tutto pronto per l'ennesimo esame di controllo. Scartabellando tra le "antiche carte" mi rendo conto di quanti gruppi e sottogruppi, capitoli e paragrafi può essere una storia di quattordici anni. Ovviamente la cosa fa un immenso piacere, significa che il tempo è trascorso, e all'epoca chi l'avrebbe mai assicurato o almeno azzardato? È andata così fino a questo momento, ed io non posso che essere felice. Guardo i vecchi referti, le ingombranti lastre ormai in disuso, gli esiti delle analisi cliniche... forse liberarsi di queste zavorre renderebbe più leggera ogni "notte prima dell'esame"... o no? Si e No. E "Qui" e "Ora" che cosa resta? I ricordi si rincorrono, una preghiera a fior di labbra, un profondo respiro che chiama a raccolta tutte le risorse. E la Speranza, soprattutto quella, ancora e sempre. Quando non c'è più certezza del futuro, bisogna vivere più intensamente il presente. È come se avessi strappato alla mia fine una manciata di anni e voglio viverli più intensamente possibile. - Giovanni Allevi - "Una manciata di anni" e il mio strapuntino di vita... e poi c'è ancora Chi non ha il privilegio di una seconda possibilità, come Carlotta Dessì, giornalista di 35 anni, volata via proprio oggi. Il Suo presente, breve come la vita di una farfalla.

giovedì 8 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.15) (Riflessioni sulle emozioni e l'elaborazione del lutto)

È il dolore cosa assai strana, qualunque sia la sua natura, diversa è la percezione per ognuno ed anche il modo di reagire ad esso. Anche i tempi non sono uguali per tutti. È una "variabile costante" della vita, esiste e conviene farsene una ragione, affrontarlo elaborarlo superarlo, per poter continuare, e poi essere sempre pronti a ritrovarlo davanti. Altrimenti come si fa? Così un lutto, una perdita diventa esercizio di fede. Se credi devi accettare la cosa come fosse attesa da tempo. Dalla nascita più o meno, comunque dal raggiungimento della consapevolezza. Appare altresì come passaggio inevitabile, e allora perché disperare? Offri quel momento di dolore, e speranza lenirà la sofferenza. Si può sempre piangere, è vero. E dopo? Se siamo sempre pronti a parlare della gioia e ad accettarla, perchè non essere, non dico predisposti, ma pronti ad accogliere qualcosa di altrettanto naturale come il dolore? Tanto poi passa, come passano la gioia e la tristezza, persino la paura, emozioni di momenti della vita... che poi, passa anch'essa, fossero cento gli anni o anche solo novanta. E che passi pure, senza fretta nè inganni, con la piena consapevolezza e la forza che da essa viene, passi pure. La cosa più importante alla fine è che non sia l'uomo su questa terra a passare come meteora impazzita o silenziosa, senza lasciare il segno. E ricordi si rincorreranno senza sosta, uno dopo l'altro.

mercoledì 7 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.14) (Per altri anni ancora)

Oggi, 5 febbraio, festa di Sant'Agata che patì il martirio della mutilazione delle mammelle, e per questo è simbolo e protettrice delle donne con patologia al seno. Molte di Noi che hanno vissuto o vivono la malattia sentono fortemente questa giornata che le vede in un certo senso protagoniste, ed elevano pure in silenzio una preghiera alla santa. Una preghiera comunitaria, perché se ognuna avrà messo la propria intenzione speciale, tutte insieme le intenzioni sono salite al Cielo. E verrebbe di aggiungere altro, ma poi penso possa bastare, sono coinvolta per esperienza pregressa per cui la parola mi sembra sbagliata o superflua. Di certo restano i ricordi, un'immagine riflessa e l'esito di un periodo. Personalmente sono trascorsi gli anni che non pensavo, mi considero solo per questo una privilegiata. Mi riservo quindi di raccontare quando tornerò al tocco leggero ma non superficiale a me consueto.

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.13) (La forza della Mente e la luce negli occhi)

Quello che vediamo, o meglio notiamo nella realtà intorno è un riflesso di ciò che siamo. Tutto ciò che siamo è un riflesso di quello che abbiamo pensato. La Mente è tutto. Quello che pensiamo diventiamo. Dobbiamo solo aver cura di coltivare ottimismo e positività, e di tutti e tutto vedremo solo il lato migliore, e di rimando si evidenzierà anche il nostro. Pensiero tortuoso? Forse. Sarà per l'ora tarda, il periodo da follow up, è che cerco un'ulteriore verifica di quel che sono, ora e di ciò che posso ancora fare, qui. Una malattia come il cancro non trasforma, non cambia il carattere del soggetto ma ne potenzia le peculiarità, positive o negative che esse siano. Quando ero in terapia me lo ripetevano spesso. Stai vivendo questa situazione in modo positivo perché lo sei già di tuo, anche se non te ne sei mai resa conto. Cominciai a convincermene e poi ho continuato a crederci, incredibilmente fino a quel momento. Mi sentivo diversa ma ero sempre la stessa. Oggi è come rivedere una vecchia fotografia e riconoscersi a mala pena... qualche ruga in meno, forse anche qualche chilo e la giovinezza che non c'è più. Ma sono proprio io? Il dubbio svanisce completamente quando si arriva agli occhi, quelli non cambiano mai se non che diventano più belli con la luce dell'età. Che cosa non fa la Forza della Mente... È con la mente che sfrondiamo il superfluo che disturba, diamo spazio alle nuove priorità, ci sentiamo contenti e soddisfatti. E ci perdoniamo e facciamo pace con Noi stessi. E stiamo bene, bene davvero.

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.12) (Alzo il volume e ballo da sola)

Se dicessi che va sempre tutto bene, ditemi... sarei credibile? Sicuramente no, infatti stasera mi fa male un po' tutto. Ti sarai stancata... mi si dice. Ma no, chissà che cosa ti passa per la testa. Sicuramente starai somatizzando. Conclude quella parte di me che mette in dubbio ogni cosa. Ma la "razionale" sa che il vero è nel mezzo, che voglio stancarmi per non pensare, perché ogni anno in questo periodo insistere su certi pensieri porta a somatizzare, e poi alla fine sento che mi manca qualcuno o qualcosa. La musica può essere supporto, terapia, persino conforto. Sappiamo che è così, sperimentarlo ne dà certezza assoluta. Ascoltare musica, produrla... che beneficio! Ma anche cantare un motivo e contemporaneamente ballare. Spesso io alzo il volume e ballo da sola. Ballare da soli per casa in abito da sera o in pigiama. Dirigere un'orchestra immaginaria che suona... Viva la Vida, dopo aver chiuso gli occhi e lasciato a briglie sciolte la fantasia. Ondeggiare flessibili in grazia ed armonia... che meraviglia, e poi sentirsi bene a tal punto da trovare soluzione ad un problema o non vederlo proprio come tale. Seguire qualche volta la corporeità, fare qualcosa solo per gusto, perché piace, senza pensare se ? Vi assicuro, funziona. Provare, perché secondo me tutti lo possono fare.

domenica 4 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.11) (Sassi leggeri)

Rifletto con seria leggerezza anche quando sono in piena attività. Sfaccendo e penso, raccolgo le idee, metto insieme le emozioni degli ultimi giorni. Poi giungo alle conclusioni del momento. Se siamo qui è per "esserci", percorrere un tratto di strada insieme, sostenendoci secondo il bisogno. Parole... forse sembrano solo parole vuote, non lo sono. Ciascuno mette le Sue risorse, la propria esperienza, vissuta in modo unico da cui comunque si può apprendere. Ho appreso ad esempio che una maglia può far la differenza. Proprio così. Una paziente l'altro giorno indossava una maglia assai particolare... - Si chiama "sassi". Si, questa maglia si chiama sassi. Vedi il punto di lavorazione? Sembrano ciottoli l'uno accanto all'altro. E poi è tanto comoda quando si fa la terapia. In effetti... Una manica larga, corta al gomito, e il resto del braccio coperto dal "prolungamento" della stessa, amovibile. Pratica, sembrava una maglia sull'altra, e invece era perfetta per alleggerire il momento. La leggerezza. Niente di più concreto. Compresi pensieri, preghiere, speranze, tutto con... leggerezza. "Leggerezza non è superficialità. È cogliere il buono della propria vita, assecondando i cambiamenti della Vita". ... e a questo punto mi sento di aggiungere... "Condividendone la consapevolezza".

sabato 3 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.10) (Porta a termine il tuo piano fa diventare realtà i tuoi sogni...)

E potrei fermarmi qui, poi la buonanotte, e via, ma quelle due righe passano per la mente di continuo, da quando stamattina il marito di una paziente ne ha scandito le sillabe quasi per trattenere il senso. Porta a termine il Tuo piano... E quale piano migliore e sensato più di quello di vita per la Vita? Occorre prestare ascolto alla Vita, sempre anche quando supera l'immaginabile. E poi raccontarla, crederci e continuare, dopo aver trovato una spiegazione e motivarsi di speranza. Così dopo la diagnosi si sopporta di tutto. Tra incredulità e paura si ascolta e pur con scarsa convinzione si accetta, ché altra soluzione non c'è. È l'unica maniera per continuare, riprendere fiducia, una lucidatina ai sogni, un vestitino bello, e poi non ci si pensa più. Fa diventare realtà i tuoi sogni. E che ci vuole? Lasciarli in bella vista tutto il tempo, ché a tenerli chiusi in un cassetto rischiano di perdersi sul fondo o svanire dimenticati. E ordine finalmente... e nuovi pensieri. Almeno per il momento.

venerdì 2 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.9) (Io sono qui per Te)

E ti ascolto e il mio sarà ascolto attento. Abbi fiducia. Empatia, quella capacità di immedesimarsi in un'altra persona fino a coglierne i pensieri e gli stati d'animo, di vedere le cose dal Suo punto di vista e avere una totale attenzione verso i Suoi sentimenti. Empatia... "sentire in", ma anche essere capaci di uscirne, lucidamente distaccarsi per portare valido aiuto. Guardare negli occhi, ascoltare con tutti i sensi. Sospendere il giudizio. Tutto questo fa l'ascolto empatico. E l'amorevolezza. Se solo considerassimo la diversità dei punti di vista, fossimo umili a tal punto da "scendere" dall'alto della nostra posizione per metterci in sintonia con l'altro, quanti equivoci, conflitti in meno... Pensiamoci, riflettiamo... e cerchiamo di comunicare guardando negli occhi, cogliendo le sfumature. Non bastano le parole così come sono. Ritmo, tono, timbro, voce e intensità incidono non poco nella comunicazione. (comunicazione paraverbale). Come pure non è da sottovalutare la comunicazione non verbale, fatta di gesti, sguardi, atteggiamenti. Qualsiasi opinione è valida in sé. Va considerata per ciò che è, con qualcosa di buono magari da cercare, estrapolare... e il resto da archiviare. Per divergenze di opinioni e malintesi poi conviene confrontarsi sempre in modo "intelligente", quindi che ognuno scelga e prenda il meglio per sé, lasciando all'Altro la stessa possibilità. Non dovremmo fermarci alla prima impressione, andare più in profondità e ricordare che ognuno è una storia a sé e come tale va ascoltata se concesso, compresa e pure accettata. Non è che dobbiamo per forza farne la "Nostra storia" ma alla Nostra affiancarla come esperienza in più di arricchimento. Sarà così concedere una "seconda possibilità", perché no... pure a Noi stessi. Impareremo a metterci in discussione. Scopriremo alla fine che fino ad allora un'infinità di pregiudizi c'avevano ingabbiato, lasciandoci inconsapevoli. Non possiamo farci maestri, semplicemente perché ci manca la base per esserlo. Non esiste testo né manuale per relazionarsi, si tratta di simpatia, sintonia... empatia. Facciamocene una ragione, critici solo con Noi stessi, e così sia.

giovedì 1 febbraio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.8) (Stasera parlerò di me)

Avrei dovuto scrivere di comunicazione ed empatia, temi trattati in maniera diffusa dallo psicologo e dalla Nostra Health coach Tiziana al corso per volontari oncologici. Ma, perdonatemi... stasera parlerò di me, ché c'entra pure per certi versi con l'empatia. E dirò di una giovane dottoressa mai vista prima, che invitandomi a sedere mi ha chiamato per nome... Si accomodi Maria... Ed è stata subito sintonia, quindi meno disagio e maggiore confidenza. Sa bene quanto valga tutto questo Chi ha difficoltà ad approcciare ad ogni visita medica. Ed ancora di una paziente che ha percepito la mia stanchezza, e mi ha donato affetto con un semplice messaggio. Non le era dovuto, ma mi ha pensato a distanza di tempo e luogo. Ed io mi sento grata. E d'una giovanissima alla Sua prima chemio, a Lei ho dato uno dei miei fiocchetti... Voglio collezionarli tutti. Maria, si può? Certo che si... e altro non ci siamo dette. Perché l'empatia è così, si pensa a volte di dover dire qualcosa per forza, quando basterebbe stringere semplicemente la mano, regalare un abbraccio o riempire lo spazio del silenzio con lo sguardo. Empatia è... Io sono con Te, e in questo mio momento, "leggermente" diverso dal Tuo, ti difendo, ti accarezzo, ti cullo. Sono Presenza.