domenica 31 luglio 2016

VIVI LA VITA ORA...


In due giorni di seguito sono scomparse due persone note. Molto note ma per caratteristiche differenti. Non ho detto, qualità nel senso di virtù, perché potrebbero non esserlo oggettivamente, per ulteriore precisione chiamiamole peculiarità.
Eppure erano conosciute, tutti possiedono caratteristiche uniche e speciali, e comunque dopo non vengono ricordate. Perché?
E' probabile che la vita non sia stata vissuta pienamente, solo toccata e fuga ogni tanto, accenni di entusiasmo subito spento. Stasera, manco a farlo apposta l'ha detto anche il sacerdote durante l'omelia...
Che aspetti a vivere veramente?
Si accumulano giorni che non potranno essere spesi in seguito. Il Passato non torna e solo il Bene torna indietro, anche quando fisicamente non saremo più.
Essere contenti e reinventarsi la vita... anche quando va storta. Non puoi raddrizzarla... perché non è Tua facoltà, asseconda l'evento che la guasta, raddrizzando Te, o meglio il modo di viverlo.
Del resto tutto cambia, ed è inutile restare attaccati all' "identità" di sempre che è strettamente intrecciata a "certezze" create nel corso degli anni. La paura nasce quando all'improvviso le vediamo minacciate, perché le consideriamo parte di Noi stessi, mentre in realtà sono del tutto arbitrarie e mutevoli.
Converrà lasciar andare qualsiasi attaccamento ricordando che siamo un "gradino " più su di qualunque idea di certezza.
La Vita ci pone di fronte a continue sfide, viviamole come cambiamento adeguandoci, e sarà "vita piena" e non solo ferma al "primo quarto".

sabato 30 luglio 2016

CANTANDO SOTTO LE STELLE... (sintesi)


"Potrebbe essere una "risorsa universale", rivolgere lo sguardo alla volta celeste e poi sentirsi ricaricati.
Energia pulita che non va dispersa".
L'introduzione ad una meravigliosa serata tra "pizze cento gusti", canti e trenini senza meta, enunciava così. Il resto andrebbe rivissuto come un film, scena dopo scena fino alla comparsa della parola, "FINE". Conclusione semplice e semi seria perché non definitiva, ma solo di un momento dell'incredibile realtà quale è la Nostra... un gruppo di auto mutuo aiuto mai stanco di ritrovarsi e gioire insieme di piccole festose opportunità.
Dicevamo allora... scena dopo scena, e renderle a parole in modo descrittivo sarebbe ridurle ad un elenco noioso, forse anche un po' retorico. Probabile pure non si arrivi fino in fondo a leggere. Assolveranno meglio il compito i numerosi scatti ad illustrare una serata "sotto le stelle".
Un bellissimo giardino, una lunga tavolata... pizza e canti fino al cielo. E poi tanta allegria, quella giusta che serve a scacciare qualche pensiero di troppo, l'ansia che prende all'improvviso, e a ridimensionare certi ricordi che arrivano da lontano e gravano sul capo. Proprio come le nuvole che per tutto il pomeriggio minacciavano di rovinare la serata, e poi così non è stato.
Un cielo sgombro di nubi ha dato il giusto spazio alle stelle, spettatrici generose di plauso e sottile compiacimento.
E risate gioiose e note stonate, voci serene. Melodie di Speranza che non muore.

venerdì 29 luglio 2016

TRA LIMITI O VERSO SPAZI AMPI... VITA !



Nei limiti di una stanza qualunque o nell'ampio spazio aperto a gioire di luna e stelle, comunque è Vita. Luce anche senza sole e col buio della notte.
Efficace pure come metafora dell'esistenza intera che finalmente trova strada e senso. Prima limitata e chiusa al mondo, poi entusiasta e attiva con molto meno.
Un po' come è successo a me e Teresa. Stamattina entrambe in reparto ma in parti opposte della barricata. Stasera quindi... per me, una festa tra Amici, per Lei... un concerto all'aperto.
Perché la vita mica finisce in un giorno qualsiasi, per una frase fredda su un foglio prestampato, un intervento che per qualche giorno manda in tilt, e nemmeno per tanti mesi di terapie che impongono un fermo obbligato... o quasi. Si... certo ed è ovvio, dipende da Noi.
Si apre una strada che affianca la nota, non si sceglie e all'inizio si arranca, poi si procede. Un passo dopo l'altro, un po' di qua e qualche volta di troppo di là, ma condizionati né succubi mai.
E' Vita sempre, e quando si può, pure gioiosa festa.
Perché si sa o si deve sapere... è tutta quanta questione di "testa".
E a fine serata ritorno qui, a rammentare con sottile compiacimento che...
Si cresce grazie alle lacrime e si matura tornando a ridere.
Dolce Notte a Tutti.

giovedì 28 luglio 2016

IL CASTELLO... UNA PREGHIERA... UNA FAVOLA BELLA



Tre elementi per mettere su la storia di un giorno solo, uno dei "Nostri Mercoledì" per ricaricarci e tornare a camminare Insieme. Siamo così diversi Noi Due. Non ci accomuna niente, se non il legame che ci tiene uniti da più di 40 anni. Diciamo però, che negli ultimi tempi cerchiamo entrambi le occasioni per trovare uno o più punti d'incontro. Lui qualche passo avanti a me, io mi tengo indietro giusto per non esagerare e far valere, a torto o a ragione, quel "privilegio" a tratti arrogante acquistato con la malattia. Lui finalmente capisce, tace e non avvizzisce perché si congratula con se stesso per essere dei due il più paziente e comprensivo. Io glielo faccio credere... e va bene così.
E ogni mercoledì che è il mio giorno libero da impegni, rinuncio al mio riposo e Insieme si va per mari e monti a cercare di ritrovare la strada e non restare indietro. Io trovo la "fonte" dei miei nuovi pensieri, Lui comincia a riflettere su ciò che vede e notare quanto sia bello e ricco andare oltre.
Stamattina... appunto, mercoledì... siamo stati in quel paese del Nostro Gargano che porta il nome dell'Arcangelo Michele. In visita ad un castello dal fascino misterioso e coinvolgente, nella Chiesa dal profondo raccoglimento, e infine spettatori di un matrimonio che tutto aveva di una favola bella. Giù nella cappella dedicata al Santo, dopo tante scale e accompagnati da voci angeliche, ci siamo trovati alle spalle di due sposi sicuramente belli. Non li abbiamo visti in volto, ma due giovani che si amano e promettono fedeltà e amore reciproco per tutta la vita non possono essere che belli, perché è la felicità che li fa così. Lui, in divisa... Lei, in bianco e quelle voci... e poi la "grotta" che fa da cappella e l'Arcangelo a guardia, custode del più alto sentimento.
Quanta emozione in un giorno solo... e che messaggio d'Amore invia Chi tutto può a Chi sa intendere, o almeno ci prova. Io tento, mi impegno ogni volta... se riesco sempre non so.
Sono certa però di dover ringraziare per quello che ho, dopo aver temuto di perderlo. Una preghiera con la semplicità di pensiero e una gioia autentica e profonda. Quella dalle parole non espresse.

mercoledì 27 luglio 2016

NOTA A MARGINE... MA


Così importante!
Oggi sono stata presa dal solito "Nostro Mercoledì", e quasi lo dimenticavo.
Vero è che il tempo della "sopravvivenza" è alle spalle da 12 mesi... 1 anno ormai, però oggi è pure il compleanno del blog, "CONTINUARE A..."
La mia rinascita e il Blog hanno la stessa età... 6 ANNI!
Fu concepita l'idea, poi coltivata diventò pensiero,
e un giorno... ad un mese dall'intervento
e mentre si ricominciava con la chemioterapia,
nacque "CONTINUARE A...", il blog che ama la vita.
Era il 27 luglio 2010...

NON SOLO CENERI

Ho imparato da quei giorni in poi a non sprecarne un attimo, a trarre spunti di riflessione e insegnamento da ogni incontro occasionale o meno, a cogliere parole, farle mie ed elaborarle ancora per poi donarle in forma di pensiero.
Sempre... il momento giusto. Ovunque... la sede adatta.
Così... ieri.
Siamo stati, mio marito ed io e la Nostra cagnolina, dal veterinario per la vaccinazione annuale. Nonostante l'ora prossima a quella del pranzo, sei visite prima di Noi. Nella sala d'attesa di un ambulatorio veterinario non c'è modo di annoiarsi mai. Pazienti teneri e vivaci, in cerca di coccole e attenzioni, sfacciati e curiosi tutti. Con questi presupposti è inevitabile che i loro "accompagnatori" socializzino e interagiscano, e alla fine c'è la possibilità di ritrovarsi col cucciolo di un altro sulle ginocchia o la mano che accarezza un "maremmano" mentre ci si dimentica del proprio "chihuaha".
Beh, magari scordarselo proprio no, ma propensi ad accettare l'eventualità di stazza diversa. Perché spesso si comincia così, da una semplice carezza.
Ero seduta lì, mentre mio marito cercava di tenere calma Biù fuori dall'ambulatorio. Impresa titanica nonostante la piccola taglia del Nostro animale che, per fortuna non abituato a visite frequenti, non smetteva un attimo di piangere, guaire, mostrare serie intenzioni a scapparsene via.
Io, tranquilla continuavo a stare seduta e... ascoltare.
E non ho potuto fare a meno tra le altre conversazioni, di prestare attenzione ad un discorso, quasi un monologo, tra due signore.
Un cane anziano ma ancora vispo sulle ginocchia della sua padrona che raccontava di lui... due tumori, due interventi... più cicli di chemio. Breve pausa, ed ora multiple metastasi. Nuovo intervento...? A questo punto, Lei aveva deciso non fosse più il caso e di aspettare serenamente l' "evento". Tanto sarebbe ugualmente "tornato a casa".
E come, signora?
Ho deciso, perché mi sto preparando... lo farò cremare, e le ceneri troveranno posto sul mio comodino, accanto a me sempre.
Mado'... signo'... non so come fate a pensare 'na cosa così.
No no... è una mia fissazione. Sarà così. E dopo di lui, nessun cane più.
Possibile mai?... sono allora intervenuta io... pur nel pieno rispetto della Vostra idea, perché solo soffrire per la presenza di qualcosa che riporta ad un ricordo estremo? Chi è stato capace di amare tanto sia pure un animale, perché deve negarsi la gioia di poter amare ancora?
Non solo sulle ceneri può posare la memoria, ma dalle ceneri si può rinascere ancora.
Un sorriso...un timido, sussurrato "forse", la risposta.

martedì 26 luglio 2016

UN GIORNO RIDE... UN ALTRO SORRIDE E POI PIANGE

Ah, questa Vita come va strana. Mai in via piana. A volte su due sentieri diversi, paralleli e controversi.
E bisognerà adeguarsi, e se un giorno si è riso a crepapelle, quello dopo occorrerà stare all'erta. Forse si sorriderà solo, perché conviene, o addirittura si piangerà perché è dovuto. Alti e bassi come su un'altalena, su e giù per dure scale come solo l'Esistenza può presentare.
E mentre una nuova vita forse si affaccia, un'altra, che il caso ti ha fatto conoscere appena, vola via.
Non è una novità, ma coglie sempre di sorpresa, e sgomenta e fa riflettere.
Non c'è tempo giusto o età "adatta" per subire o anche essere semplici spettatori di una perdita. Si soffre sempre, e quello che si prova nell'immediato è disorientamento e la "quasi certezza" d'aver perso tempo ed occasioni giuste.
E pensi a Te... su di Te... al Tuo vissuto.
Vorresti poter tornare indietro e recuperare tutto quanto. Le carezze e i baci da bambino, i rimbrotti e le raccomandazioni di quando eri più grande, l'ansia negli occhi di Chi hai amato tanto.
Poi senti un vuoto dentro... un vuoto fisico e tutto intorno il buio.
Ti appigli allora ai ricordi, quelli belli.
Gli ultimi istanti di una Vita che si spegne sono poi quelli che restano impressi a fuoco. Il pallore, il sudore sempre più gelido, un respiro forzato, l'espressione della non coscienza. L'ultimo scintillio della candela.
Quando Tutto è finito resta il dolore, un disagio latente. Il mondo avrebbe dovuto fermarsi almeno un momento.
Eppure è una cosa importante che merita rispetto.
Ma non è così, o meglio è cosi che si rispetta una Vita che non c'è più.
Continuando a Vivere per la Vita stessa.
Siamo tutti in cammino verso una meta.
Lungo il cammino qualcuno si ferma, è stanco.
Andiamo avanti, voltandoci indietro ogni tanto finché con la vista si perde.
Sereni. Perché dopo il riposo riprenderà il cammino verso la stessa, comune meta.

lunedì 25 luglio 2016

LE FORMICHE


Che cosa c'entra parlare di formiche a questa tarda ora della notte? Le formiche c'entrano, ed anche per più motivi.
Primo... questa è la loro stagione, frenetica per attività continua e disperata. Secondo... sono un esempio di organizzazione perfetta e solidale. Terzo... ho perso il conto di quante volte ne ho parlato perché da sempre mi hanno incuriosito ed affascinato. Ed anche portato alle riflessioni più profonde.
Siamo Tutti come formiche sulla strada, e nel procedere insieme è la vera forza. Una sola sulla strada larga e lunga nessuno la vede, e la schiaccia. Ma se tante vanno in fila indiana o affiancate, si noterà una micro miriade scura che avanza. Ugualmente finiranno calpestate? Può darsi, però... avranno cercato di salvarsi, difendere l'impresa. Solidali per il bene comune e responsabili per sé stesse.
Incredibili creature...
Incredibili davvero, ogni anno si superano.
L'altra sera, un sera come questa... mi ero appena seduta al pc...
Mamma, nella scatola dei biscotti ci sono le formiche.
Le formiche...? E come hanno fatto ad arrivare su in alto nella credenza, entrare in una scatola di latta con coperchio... quante sono?
Non le ho mica contate. Diciamo... parecchie.
Lì per lì la cosa mi ha dato un certo fastidio, avrei voluto alzarmi ed andare, ma poi... stanchezza o pigrizia... ho desistito, dopo tutto al momento o al mattino dopo che differenza c'era? Avrei ugualmente buttato i biscotti, quindi che facessero pure un'ultima buona provvista. Meno spreco e gesto di gratitudine da parte mia. Per quante volte si sono prestate ai miei "pensieri", silenziose e prodighe di insegnamenti.
Il giorno dopo, nella scatola c'era più di qualche biscotto, senza pietà finito nella pattumiera. Mi era rimasto anche un dubbio, però. Ma le formiche ora, vista la crisi che porta a non trovare nulla terra terra, si saranno fornite di ali?
Bella idea per un'ultima riflessione nella notte...
Ali per ogni formica... e l'ala che manca per tutte le farfalle come me.

domenica 24 luglio 2016

FIDUCIOSA CURIOSITA'


Riprendo da ieri. Dal confidare nella grazia di Dio che mai abbandona, da uno sguardo smarrito che ritrova la via in un pianto sommesso, da un amore mai espresso.
Situazioni complicate e controverse, eppure si continua. Qual è la forza che le alimenta anche tra alti e bassi, incredulità e certezze?
Se faccio riferimento a quel che fu ed è per me, la definirei "fiduciosa curiosità", uno degli aspetti della speranza.
Un percorso di vita che procede senza ostacoli o buche improvvise. Sempre in piano, alcun avvallamento o salita. All'improvviso il cielo si oscura, un forte fortissimo temporale per una notte intera. E al nuovo giorno lo scenario apparirà diverso. Completamente. "The day after"... e si dovrà riprendere.
La gioia di avere tutto alle spalle riempie di novello entusiasmo e grande energia, ma diffidenza e sospetto che prima non erano, ora accompagnano i singoli passi per continuare.
Si procederà così cauti, guardinghi per non essere colti di sorpresa, e nello stesso tempo fieri e contenti per aver superato qualsiasi ed eventuale fermata d'obbligo.
Dalla saggia accettazione nasce l'atteggiamento fondamentalmente sereno di quell'Amica che si fa bastare la grazia di Dio, e non solo e poi "inneggia" alla chemio a vita purché si viva.
E il pianto sommesso di un'Altra ancora serve a questa stessa per ritrovarsi, vederci meglio, come le lacrime fossero piccole lenti a rendere più chiaro il percorso e le scelte.
Quell'Amore poi mai espresso troverà finalmente coraggio e parole. Un'occasione non può ripetersi infinite volte nella vita, ma quel temporale è stata la pausa giusta per trovare dopo aver cercato ciò che si era smarrito.
La Curiosità muove e la Fiducia sostiene.

sabato 23 luglio 2016

LA SUA GRAZIA MI BASTA

Sarà un po' ormai che ho sentito questa che non è una semplice frase, è molto di più. E' espressione decisa di un animo che si fida, si abbandona. Non si rassegna ed è infinitamente vivace.
Vivacità che traspare da uno sguardo che pare contenere tutte le stelle del firmamento.
La Sua grazia mi basta... perché voglio vivere.
Come dire, inizialmente me la faccio bastare, però col tempo mi sono accorta che non posso farne a meno.
Che strana cosa è la sofferenza... fa cadere ogni pudore. Per disperazione fa spogliare di tutte le convinzioni che alla fine risultano "false credenze". Cambia radicalmente quelli che erano presupposti incrollabili. Mette in luce sentimenti scontati, si... ma sempre comunque da coltivare e rivitalizzare.
Il dottore gli ha detto di non fumare, le Sue condizioni non lo permettono...
Quando ti viene voglia di fumare, sbaciucchiati tua moglie, no?!
Ehhh, non lo abbiamo fatto in tempo di pace, voglio farlo adesso?
E forse il problema sta proprio in questo... non aver colto un'opportunità per migliorare il tempo che si vive, arricchirlo di quei gesti minimi e pure grandi nella spontaneità. Ma si potrà comunque recuperare da un "difetto" che appartiene al passato, fiducia e gratificazione per il futuro.
Perché disperare?
E non perderà la speranza neppure quella giovane mamma dalla tenerezza bambina. Nessuno può essere certo di niente, alcuna sentenza può essere decretata, si sa. Allora perché guardare troppo lontano e perdere così la "piccola felicità" del giorno dopo giorno?
Tutto può cambiare, nel bene e nel male. Ma l'uomo per Sua grazia è sempre orientato al Bene, per questo la Sua grazia nel tempo che è, e poi sarà... può bastare.

venerdì 22 luglio 2016

CONSAPEVOLEZZA DI CIO' CHE SI E'...


... senza magnificare nulla di sé. Roba da santi, oserei dire, e invece siamo esseri umani e spesso il proposito non coincide con l'esito in divenire.
Lo chiamano "amor di giustizia", in realtà è un "insano senso di competizione" pure fuori luogo.
Così ci si trova a scontrarsi anche tramite silenzi, a sentire un profondo disagio nell'aria.
E' estate, si aspetta che certe situazioni decantino. Ma Chi aspetta chi...? Se ognuno pensa di aver ragione, essere stato vittima di prevaricazioni, ridotto ormai al ruolo forzato di spettatore di brevi atti unici "a ruota libera".
Ah, quanto manca l'Umiltà! E quanti danni fanno coloro che si dichiarano umili, accomodanti e invece passano "preziosi momenti" della loro esistenza lanciando sassi e nascondendo poi la mano.
Più mi addentro nella realtà cui sento di appartenere, maggiormente me ne rendo conto. E se prima mi sorprendevo ai "colpi bassi", ora non solo non mi meravigliano ma ho imparato a difendermi con la sola "forza del pensiero". C'è posto per Tutti, quando Tutti sanno come stare.
La crescita interiore di una persona non finisce mai.
E questo lo sapevo... ma che ogni tappa a volte fosse dura ed anche dolorosa non immaginavo, almeno non ad un certo livello.
Purtroppo Cuore e Umiltà non sempre vanno insieme, anzi... agire seguendo il primo e poi portarlo come scusante per eventuali errori commessi, manifesta un'Umiltà piuttosto latente.
Non avrei mai pensato... esserne venuta a conoscenza e dopo attenta riflessione dover ammettere che è verità inconfutabile... fu già un "trauma", più volte ripetuto.
Comunque gli ultimi fatti di positivo hanno avuto l'esito di portare ad analizzarmi con scrupolo ed obiettività e a riflettere sulle infinite sfumature dell'umiltà.
Non può essere definita né la si può spiegare con raffinato uso della ragione, è solo intuibile o raffigurabile con simboli.
Un fiore a capo chino, una voce fuori campo, un raggio di sole tra i rami di un albero.
Ognuno troverà quelli che meglio la rappresentano su cui meditare per realmente intuire il senso dell'umile granello.
Ed è vero... ogni definizione guasterebbe l'autentico significato dell'umiltà.

giovedì 21 luglio 2016

BANDIERINE COLORATE


Festeggiare il compleanno due volte è un'occasione che non capita tutti gli anni.
L'avevo appena detto che dopo ieri potrà esserci solo e sempre oggi, nel senso di dar massima valenza al tempo presente, ecco che per me capita un'altra festa di compleanno in questa giornata.
Non si può dire sempre di no, bisogna rinunciare a qualcosa, anche ad un momento di "sana pigrizia" ed accontentare un padre anziano che ogni estate ti invita al mare e non ottiene altro che un... non so, cercherò, forse, chissà.
Stavolta stranamente... ho detto, si. E poi mi sono stupita di me stessa, davvero l'ottica di vita mi è cambiata. Processo lento, cominciato da quel dì, ora praticamente concluso. Ma si... cogli l'attimo in tutti i sensi, e trova il buono anche dove e quando è ben nascosto. Pazienza ti sia compagna, ironia per scudo e senso di humour per smussare i lati spigolosi di un carattere che ormai per gli anni ha poca possibilità di cambiare.
Va be', così ci sono stata oggi da mio padre per festeggiare i miei 63, parte seconda. Un buon pranzo e qualche risata, grazie ad una mezza rimpatriata con mio fratello, simpatico sempre discolo ultracinquantenne.
Nel pomeriggio poi sono salita in paese. Botti d'artificio e campane a festa hanno accolto il mio arrivo. Bene... anche a questo ho dato un senso, meglio... un riconoscimento. Sono fuori ora davvero da quella visione rigida, stantia del "dovere a tutti i costi", metodo pedante contrario all'Allegria, quella che dà luce all'esistenza, è sempre presente e solo un animo miope non vede.
Finalmente ora ho le lenti giuste, attenuano o esaltano a seconda dei momenti, così che oggi ho persino visto, notato e gioito come una bambina per una lunga fila di bandierine colorate in piazza.
Festoso "gran pavese" per un altro compleanno.

mercoledì 20 luglio 2016

CHE ALTRO DIRE...?


Penso proprio mi resti solo la "buonanotte".
E' stata una giornata intensa, trascorsa proprio come volevo io. Con le persone che ho sempre amato e tra la gente che amo e a cui mi sento vicina.
Ho lavorato, scritto, mangiato. Ho sorriso e pianto. Di pura commozione. Davvero non mi aspettavo di meritare tanto. 
Ora è finita, ma si tratta di una sola giornata. La mia vita va avanti, potrà essere a lungo, più o meno... chissà. Sarà solo il giorno che vivo quello che conterà.
Così, prima di andare vi dedico l'ultimo pensiero, scritto in lucidità...
Con la più affettuosa, calorosa e dolce... buonanotte.

QUANDO TUTTO E' FINITO...
E poi all'improvviso riprende,
la notte che segue a quel giorno d'estate,
illuminata pare da infinite stelle.
A ricordare che Qualcuno c'è sempre che ama e lascia sognare,
e che da ieri in poi il giorno a seguire sarà sempre e solo un "oggi".
Mai un "domani".

Ah... dimenticavo. Colpa dell'età che avanza.
Ancora grazie... infinitamente GRAZIE!

PENSANDO A DOMANI...

Solo per quello che è necessario, e intanto riflettere su ciò che è stato oggi, già passato.
Certo è che non fai in tempo ad alzarti al mattino che con una falcata stile "gulliver" sei ormai a sera.
Ho detto un'ovvietà? Pare proprio di si, però la definirei in altro modo. Banale verità. Che è come dire, sfaccettatura di Verità assoluta. Tempus fugit... e non si può fare nulla.
Per questo non bisognerebbe sprecarlo, questo tempo benedetto. E metterlo sempre a frutto.
Al contrario ci lasciamo coinvolgere dalle contrarietà, i piccoli contrattempi, l'arroganza altrui. nel momento preciso, è vero e non lo nego, sembrano ostacoli troppo grandi per non essere visti e superati, ma sarebbe sufficiente chiudere gli occhi solo per dieci secondi, abbandonarsi ed ogni cosa sarebbe alle spalle. Alla contrarietà si opporrebbe la soluzione, l'ostacolo si aggirerebbe... l'arroganza sarebbe una "barzelletta" per cui ridere.
E questa è la mia riflessione sulla giornata appena trascorsa. Mattinata a sedare l'animo infuriato di un figlio alle prese coi capricci di un pc, tentativi di preparare un pranzo decente per oggi e pure domani, visto che sono in ospedale e sarà pure il mio compleanno. Poi... dulcis in fundo... ripensare ad un commento letto stamattina, di una tizia che si crede investita di saggezza ed è al contrario un modello esclusivo di antipatia. Alla fine c'ho riso su, ho capito che è un soggetto che ama correre davanti agli altri, prendere il treno in corsa, non importa se è quello sbagliato.
Pomeriggio e serata finalmente... tranquilli o quasi. In volata ho preparato qualche "fiocco" per domani. Lo stretto necessario, il sufficiente... l'essenziale. L'Essenziale è quello che conta. Parte sempre dall'Adesso, si sviluppa nel Presente, non importa se domani sarà Passato. L'Essenziale resta e sarà sempre lo stesso.

martedì 19 luglio 2016

SE UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA...

... qualche giorno di pioggia in estate non riporterà l'inverno.
Ad un modo di dire, quasi una frase fatta si replica in modo altrettanto scontato.
Questi ultimi giorni sono stati per niente scontati, anomali in tutto. Esagerati, estremi. Temperature e manifestazioni agli antipodi. Sovvertimento totale.
Una settimana di lutti in crescendo. E ti accorgi che periodi così devastano dentro come quando muore il vicino, l'amico e pure il conoscente. Tanti morti e la sensazione che sfugga tutto dalle mani, si perda il controllo dell'esistenza. Già... perché abbiamo la pretesa di controllarla. E non solo. Anche di giudicare, condannare, sollevare "polveroni" incredibili dal niente e per niente. Giusto per far qualcosa, parlare per attirare l'attenzione. Sarebbe assai più semplice troncare, e dopo averlo fatto... amen. Come nulla fosse stato.
Ma è proprio quando gli eventi incalzano e la stagione avanza e stride con la realtà sofferente, che la Mente va in tilt e si lascia contagiare negativamente. E non se ne rende conto, anzi crede di riprendere in mano il "gioco" in modo deciso. Si innesca così una reazione a catena che termina solo quando si esaurisce la "carica negativa". La Paura. O subentra la stanchezza. Come Chi per non annegare annaspa, si agita e poi si abbandona. Non consapevole se sarà salvato o meno.
Questo il senso percepito degli ultimi giorni.
Domani comincia una nuova settimana e si spera in meglio, anche se di quel che è stato si parlerà ancora a lungo, e ci porteremo addosso i segni. Tutti.
Ma la Mente, dopo tanta agitazione, cercherà di chetarsi per sopravvivere. E viene spontanea un'altra frase fatta, impossibile un'alternativa ad essa.
E la vita continua...
Che stupida frase... come del resto tutte le frasi fatte, giuste per riempire un vuoto.
O aprire bocca per farle prendere aria.
E la vita continua... che poi è cosa talmente scontata da irritare in certi momenti in cui un solidale silenzio sarebbe più che sufficiente.
Però dopo giorni così particolari e dolorosi, la detestata frase, pur ripetuta meccanicamente, suona con un senso diverso.
Dobbiamo continuare il cammino. Tutti.
Noi soprattutto, provati nella piccola realtà che ci appartiene. Noi che procediamo col timore di inciampare ogni tanto.

domenica 17 luglio 2016

NON E' UN'ABITUDINE PER ME...


... ma una carezza sul Cuore sapere che ci sei.
E' il testo di un sms inviatomi qualche tempo fa, e anche se l' "autore" era persona a me nota, mi fece venire il batticuore. Come fosse compagno di un mazzo di rose rosse da un ammiratore.
E' ché si nomina il Cuore, e nel Cuore risiede ogni sentimento...
Affetto, Amicizia, Simpatia o quant'altro sono tutte forme nobili d'Amore.
Poi mi chiedo se merito tanto, se tanto non sono. E c'è Chi risponde... evidentemente tanto sei. Così sono contenta, perché lo sono e non lo penso... quindi sono me stessa. Poca cosa, semplice ma ciò che basta per una carezza.
La stessa carezza spontanea, delicata e lieve che ho donato ad un'anziana paziente ieri, quando l'ho vista con un occhio nero e un vistoso ematoma di lato al viso.
Ma cosa hai fatto, sei caduta?
Si. Non so com'è successo, forse un capogiro e mi sono ritrovata sul pavimento.
Potevi rompere la testa, perdere l'occhio... dovresti fare più attenzione.
Lo so, ma questo non è un buon periodo per me. Ieri ho fatto il funerale a mio marito.
Istintivamente le ho accarezzato il volto, prendendolo tra le mani. Ricordavo tutte le volte che del marito mi aveva parlato... 17 anni di differenza, una quasi cecità, una sensibilità da bambino.
Prego il Signore che chiami a sé prima lui. Non riesco a pensarlo da solo, senza di me. Che fine farebbe? Ha quasi 100 anni...
E non si dica che il buon Dio non ascolti le preghiere, perché a sé l'ha chiamato giusto un mese prima che compisse 100 anni. Ma Lei ora lo piangeva lo stesso...
Mi bastava vederlo lì, seduto alla Sua poltrona. Tornavo dall'ospedale ed ero contenta perché c'era, comunque stava bene, e mi era di conforto. Anche se non era mai stato amabile, io l'amavo lo stesso perché sapevo che era fatto così.
Ricordi...? Mi dicevi sempre che avresti voluto "prepararlo" con le Tue mani, non sopportavi l'idea di poter lasciarlo da solo... questo è comunque motivo di conforto.
Già. Hai ragione. Tu sai tutto, ed è stato un bene ritrovarti proprio oggi. Mi hai accarezzato il Cuore.
Perché per nessuno è facile e per qualcuno è anche più difficoltoso vivere ogni momento.
E poi trovare il modo di metter "toppe" anche quando le toppe stesse scarseggiano.
Perché si dovranno allora scovare nei "cassetti" più nascosti dell'anima.

sabato 16 luglio 2016

VERSO LA LUCE

Soffia forte il vento stasera. Una brusca virata dopo il caldo dell'altro giorno.
Niente è scontato, nulla è prevedibile.
Fa quasi paura l'ululato fuori, sembra che gli elementi pure si ribellino. La Natura che va contro se stessa.
Meravigliarsi... perché? Ogni giorno ne capita una nuova, e il mondo civile non fa in tempo a realizzare l'ultima tegola tra capo e collo che si ritrova investito da un tir impazzito.
Ricordo un film che m'impressionò parecchio per l'assurdità della trama. In realtà trama non c'era, solo un camion senza alcuno a bordo che seminava panico. Si fermava ed avviava all'improvviso, fece una lunga e folle corsa... si schiantò.
Più volte c'ho pensato, cercando un significato allegorico, la metafora nascosta. Inutilmente.
Conclusi fosse assurdo "parto" di una fantasia che voleva stupire.
Ma quello che è successo solo ieri non è stata una replica per far sensazionalismo. Un atto criminale ed assassino che non si spiega nemmeno con l'eccesso di immaginazione. Perché è andato davvero oltre. Ha seminato morte, disperazione, sgomento. Ha portato via tante "vite bambine", spazzate e spezzate.
Non c'è spiegazione, volessimo pure avvalerci di certe logiche contorte. Nessun dio esige morte innocente, alcun ideale pretende sacrifici di tale portata.
Chi lotta per la vita ogni giorno si chiede perché si insiste ancora su punti di cattiveria e prevaricazione. Non sarebbe meglio un unico vero ideale per Tutti?
Vivere ognuno la propria pace, orientandosi verso un'unica Luce.

E SE TUTTO CONTINUA...


E' giusto che ne restano i segni. Vivi, tangibili e che rasserenino.
Ammetto che non sempre è facile, perché mentre lotti contro il Tuo "piccolo dolore" ti trovi a dover fronteggiare quello di tipo globale. Una sciagura, un disastro ambientale, un attentato non possono lasciare indifferenti, così che alla fine si ridimensiona il Tuo, ma resta e persiste una certa inquietudine. Per sedarla in qualche modo, ritorni al Tuo "successo personale". Aver elaborato e metabolizzato, e poi come "nuova risorsa" messo in atto.
La Continuità. Che bella parola... solo a pronunciarla viene serenità. Perché vuol dire che non finisce mai niente se non lo vuoi, e anche quelle persone che non sono più continueranno a vivere nei Nostri Cuori. Magari supportati dalla memoria, oppure lasciando un po' di sé in eredità d'amore.
Così da una relazione possono nascerne due che poi in realtà sono sempre tre, perché quell'altra non è finita, resta solo al centro o affiancata per alimentare quei rapporti nuovi che sono in essere.
E' un bel pensiero questo... sa di immortalità e di continuo sprone ad andare avanti. Anche quando qualcosa o qualcuno rema contro a quel che fai, a come fai, a quel che sei.
Ma si... che importa? Se in Te, prescelto custode, restano intatti pensieri e sentimenti, parole e azioni buone che fecero di una Persona esempio di coraggio e beltà interiore.

venerdì 15 luglio 2016

E TUTTO CONTINUA...


Ed è anche giusto sia così. Pur con dolore, amare riflessioni, bisognerà trovare la forza per crederci ancora e ricominciare.
Non tutte le ciambelle riescono col buco... mi fu detto un giorno, per farmi fare un passo indietro e non sentire male. E risposi... è vero, ma non per questo ciambelle non si fanno più.
Cura, attenzione e magari anche una certa passione, e sempre meno delusioni saranno riservate.
Quanti commenti poi, contrastanti, addolorati sull'ultima sciagura per errore umano. Sono stati tanti e tali che hanno fatto perdere l'orientamento al buon senso. E' che troppi hanno immaginato potesse esserci su quei treni un loro figlio, padre o sorella, e si è stretto il cuore. Ma si può morire così su un "trenino" che porta da casa propria quasi a quella del vicino?
Evidentemente, si... perché tutto può succedere, e di rimando tutto deve essere motivazione per ricominciare. Per quelli stessi che non ci sono più, e solo al mattino pensavano a come avrebbero trascorso la serata.
Si volta pagina sempre, però nel modo giusto. Così pure ritornerà tra quei corridoi e stanze di ospedale Chi è stato accanto al compagno o compagna combattente. Con dolore grande e la fierezza che ha imparato per dire a Chi lotta ancora... devi farcela per Te, me, per coloro che ci hanno lasciato.
Io ci credo che deve essere così, che indietro non si torna mai. Siamo nati tutti "piccoli leoni", abbiamo attraversato il buio per venire alla luce, ci siamo riusciti sennò non staremmo qui a parlarne. Eravamo creature incoscienti, è vero ma ritrovare sempre un pizzico di incoscienza non guasterebbe. Osare con e per la Speranza conviene, e poi è quasi scelta obbligata.
Che ne sarebbe altrimenti del mondo, dei treni e delle ciambelle?

mercoledì 13 luglio 2016

PERCHE'...?

E' l'ennesimo perché di una morte ingiusta, che arriva all'improvviso e coglie di sorpresa. Anzi nessuno se ne rende conto, perché soprattutto non si sa a Chi chiederne conto.
Di un incidente, un disastro che in breve si traduce in tragedia, responsabile è di certo la fatalità, ma anche Chi la mette in moto dandole l'avvio.
Errore umano, si dice... e ad un errore si può porre rimedio, ma a ciò che è successo stamani, qui nella mia bella terra di Puglia, non si potrà perché quelle vite resteranno spezzate per sempre.
Sogni e speranze, gioiosa e a volte uggiosa quotidianità saranno archiviati per il tempo a venire.
La Morte cerca l'occasione... si usa dire, e si generalizza per specificare che si può morire per tante ragioni, e che è inutile affannarsi per tante cose, preoccuparsi ad ogni piccolo sintomo come ipocondriaci alla ricerca di un'improbabile eternità terrena.
Chissà quante di quelle persone che non sono più saranno uscite di casa con una bolletta in tasca da pagare, imprecando contro il "governo ladro" e pensando che si dovrebbe cambiare magari con uno "pluristellato", poi in un attimo... tutto inesorabilmente finito. Uno scontro tra due treni di cui uno non doveva essere lì in quel momento, su quel percorso unico. Eppure è stato così, e negli affanni e nella semplicità di vite che troppo spesso non tengono conto della precarietà, oggi non c'è stata pace tra gli ulivi.
Domani sarà un altro giorno e se ne parlerà ancora. Si cercherà il responsabile e poi si scopriranno i responsabili. E alla fine poiché saranno molti più di uno, colpevole sarà nessuno. Tutti innocenti quindi, non solo quelli che la vita non hanno più.
Per un "domani" che inequivocabile si ripete.

martedì 12 luglio 2016

CON OCCHI DISINCANTATI


C'ho pensato solo poco prima di cominciare a scrivere questi miei soliti pensieri.
Una data, sempre la stessa ma tanti anni fa. Uno non ci fa caso, il tempo sembra uguale, quasi immobile, come facesse esercizi di riscaldamento si muove, si... ma non procede.
Magari fosse così, saremmo eterni. Ma poi ci piacerebbe davvero esserlo? Forse non vivremmo in pieno l'evolversi di una "storia", non ci sentiremmo veri "protagonisti" della Nostra vita. Nel bene come nel male.
Stamattina siamo stati, l'Amore della mia Vita ed io, a San Giovanni Rotondo.
Vado da Padre Pio!... ho scritto ad un'Amica, e ci sono andata convinta. Lo dovevo a quell'Amica. Lo dovevo a Padre Pio. Certi segni non puoi trascurarli, non ci puoi passare oltre... ti sentiresti quasi "perseguitato" dagli stessi che ti vengono dietro per rimproverarti di superficialità. Non credo in un loro valore assoluto, ma li considero "stimoli" per la riflessione, "promemoria" della coscienza.
Così, oggi ci sono stata in quel luogo di raccoglimento ed ho pregato, pregato tanto. Cercavo un angolo di Cuore, libero e sereno per trovare la serenità che riporta forza. Come dopo tanto cammino sotto la calura, stanco e ansimante cerchi ombra e ristoro sotto un ulivo, foriero di pace o una larga quercia, simbolo di forza.
Alla fine ho trovato quel cantuccio, e la speranza per ricominciare.
Stasera, tra le mie cose... scritti e foto... mi è capitata una piccolissima cornice di gesso colorata. Un castello e all'interno una foto con Noi Due, minuscola anche questa. Esito di un ritaglio di foto Polaroid, come si usava allora... 37 anni fa. Un ricordo immediato... guarda caso, e lo ricordo bene, uno scatto dello stesso giorno che è stato oggi... 11 luglio 1979. Eravamo in Luna di Miele, Reggia di Capodimonte. Allora non si andava troppo lontani, molto più modesti c'accontentavamo con poco. E avevamo tante speranze.
A guardare quell'antica istantanea un po' mi sono commossa, iniziava una "storia". Protagonisti in erba, allora sognavamo per Noi. Oggi, protagonisti ancora... ma con occhi disincantati e non solo per Noi.

lunedì 11 luglio 2016

ARRANGIARE PER SE' UNA NUOVA MELODIA

Sono pensieri nuovi anche se ripetuti in altro modo varie volte. Nascono stasera per un accadimento recente, osservando un viso sereno per una gioia profonda.
La Vita di continuo prospetta e non solo, cambiamenti non sempre piacevoli, "arrangiarsi una nuova melodia" diventa così una necessità se si vuole arrivare fino alla fine.
The show must go, quindi... come potremmo, sennò continuare pur tra alti e bassi, con gli eventuali capricci bislacchi di questa "folle" malattia?
Al di là del saper sorridere alla vita nonostante tutto, e già questa è cosa non facile, importante è mantenere e potenziare la capacità di adeguarsi ai cambiamenti, anzi saperne trarre addirittura "opportunità".
Ripropongo un racconto che il Nostro facilitatore presentò come "dono". Coraggio e strategia... tenacia e Amor di sé...
IL VIOLINO A TRE CORDE
Il 18 novembre del 1995 il violinista Itzhatk Perlman si presentava sul palcoscenico del Lincoln Center di New York per dare un concerto.
Per Perlman raggiungere il palcoscenico non era un'impresa facile. Colpito da polio quand'era ancora bambino, era bloccato da protesi su entrambe le gambe e camminava con l'aiuto di stampelle. Il vederlo camminare, lentamente e faticosamente per raggiungere il suo posto nell'orchestra, era una scena impressionante.
Una volta seduto, dopo aver adagiato le stampelle per terra, sbloccava le protesi dalle gambe, poi ritirava una gamba ed estendeva l'altra in avanti. Infine, si abbassava per prendere il violino e, una volta sistematolo sotto il mento, accennava al direttore che si poteva procedere a suonare.
Il pubblico era abituato al ripetersi di questo rituale e lo seguiva in silenzio.
Un giorno, però, accadeva un grosso imprevisto.
Proprio mentre stava per concludersi la prima parte dello spartito, gli si rompeva una corda del violino. Agli occhi dei presenti non c'era dubbio sul da farsi. Perlman avrebbe dovuto alzarsi in piedi, sbloccare le protesi, prendere le stampelle e lasciare il palcoscenico per trovare un altro violino o un'altra corda.
Ma non accadde niente di tutto ciò...
Ci fu un attimo di silenzio. Perlman chiuse gli occhi e dopo un po' fece cenno al direttore di riprendere dal punto in cui l'orchestra si era fermata. Iniziò a suonare con tanta passione, con tanta forza e con tanta maestria che nessuno l'aveva mai sentito esibirsi con tanta perfezione.
Sappiamo tutti che è impossibile suonare un' opera sinfonica con tre corde, eppure Perlman modulava e ricomponeva il brano con una maestria impressionante.
Quando terminò, ci fu un attimo di silenzio, poi il pubblico si alzò in piedi e ci fu un'esplosione di applausi e di grida di acclamazione. L'intero auditorio esprimeva a gran voce l'enorme apprezzamento per la sua esibizione.
Lui sorrise, si asciugò il sudore dal volto, poi alzò il violino per invitare il pubblico al silenzio e, in tono tranquillo e riverente, disse: "Voi sapete che, a volte, il compito dell'artista è di esplorare quanta musica si può produrre con quello che resta."
Che lezione di vita! In realtà, forse questa è la migliore definizione della vita, non solo per gli artisti, ma per tutti.
Perlman si era preparato per produrre musica con un violino di quattro corde e si era ritrovato nel mezzo di un concerto con solo tre corde. Decise di suonare con solo tre corde e la musica che ne scaturì risultò più bella e indimenticabile di qualsiasi brano che avesse interpretato con quattro corde.
La sfida nella vita è di produrre musica con ciò che si ha e, quando questo non è più possibile, con ciò che resta.
Si vuole che tu metta in atto la forza che ti è stata data per realizzare il fine della tua vita.
Così, invece di pensare a quello che non hai, incomincia a usare ciò che hai.
La Vita non è altro che una meravigliosa "opera sinfonica", va portata a termine in completezza ed armonia, anche se questo vorrà dire ricorrere ad "arrangiamenti".
Tutto sommato, spesso sono proprio questi a produrre una musica tutta nuova.
Chiunque si sia trovato a fronteggiare un "cambiamento radicale" che mette in crisi l'identità dignitosa sa che cosa intendo. E' assai dura abituarsi ad una nuova condizione, e allora inevitabilmente deve chiedersi se ne è valsa la pena. E mentre cerca la risposta che può essere solo una, trova le note giuste per completare la sinfonia di una vita.

domenica 10 luglio 2016

FARSI CAPIRE

Il mio "oggi" è di emozioni. Tante e tali da costituire una selva, in cui mi aggiro sempre più spesso senza essere per gli Altri comprensibile. E' che non sempre si può essere espliciti. Perché se vero è che l'emozione mi appartiene, lo è altrettanto in quanto da Altri viene, per loro vicende liete o tristi, comunque personalissime. E ciò che personale è non può essere "urlato in piazza" da Chi è all'esterno e osserva, anche se per quello vive una forte emozione e sarebbe tutto a fin di bene.
L'ho imparato col tempo, col posarsi dei miei granelli sul fondo.
Non sempre si può essere espliciti, anche se una volta lo sono stata perché pensavo fosse una qualità essere chiari nell'esprimere ciò che si prova.
Ero ancora in terapia ma la gioia per l'essermi liberata di un peso... e che peso, era così grande che venni presa da una sorta di frenesia, voglia di condividere, forse per liberarmi ancora di "qualcosa". Cominciai così a raccontare di me.
Per mia natura non ho mai amato essere protagonista, in quell'occasione mi trovavo ad esserlo mio malgrado e se nella vita non potevo rifiutare quel "ruolo", nella "scrittura" almeno avrei voluto ridimensionarlo. Di quella "storia" così decisi di non essere l'unico personaggio principale, e Tutti quelli che la vivevano con me sarebbero diventati coprotagonisti.
Io non ero anonima, e neanche le mie emozioni. Anche attraverso un "quasi nome" mi si identificava benissimo ed io volevo questo, essere attendibile.
Seguendo un'idea, pur nel rispetto della privacy mi comportai allo stesso modo quando parlavo dei coprotagonisti. Fui fedele in tutto, i nomi erano solo quelli di battesimo, ma i dialoghi, perfino qualche voce dialettale, le lacrime, la rabbia... le parole di conforto, incoraggiamento da parte di medici e infermiere... TUTTO... c'era proprio Tutto. Quando rileggevo ciò che avevo scritto mi emozionavo ancora di più, restavo quasi senza respiro.
Poi alcune situazioni m'impedirono di andare oltre e cambiai così se non argomenti, stile.
I "nomi di battesimo" diventarono "giri poetici", e il "descrivere emozioni"... formulare "pensieri divaganti che si fissano nella realtà".
Risultato... sono diventata più "ermetica", comprende in pieno ciò che scrivo solo Chi conosce me ed il contesto. Chi sa riconoscersi in quella sofferenza.
Ammetto che un po' mi dispiace sentirmi dire che sono prolissa, divagante a tratti incomprensibile però si trattava di fare una scelta. Chiudere "questa" baracca e relativi burattini, aprirne un'altra solo per divagarmi con la scrittura, oppure con qualche accorgimento, "continuare a...".
Ho preferito quest'ultima e non me ne pento... nonostante tutto.

INCOMPRENSIBILE


Non riuscirò mai a farmene una ragione. Com'è che di fronte alla Sofferenza, quella vera, uno possa pensare a fare la "ruota da pavone", a competere, disquisire, finendo poi col perdere di vista l'obiettivo.
Questa cosa, ripeto, io non me la spiego però esiste, e certi giorni che belli non sono pesa di più perché evidenzia contrasti e contraddizioni.
E ci si vanta di sapere e capire tutto, e si parla a vanvera. Ci si premura di avvertire e raccomandare quasi ad essere depositari della verità assoluta, senza sapere che tutto può succedere nel bene come nel male, e nessuno può prevedere. Neppure le persone competenti. E non si ascolta e non si dona un abbraccio, non si stringe una mano. Non si asciuga una lacrima.
Ma dico... perché vi piccate di fare, essere quelli che non siete? La "maschera" di persone affabili, sensibili, generose e solidali non vi sta. E' troppo grande o piccola, per questo va sempre "sbilenca", ma pure calzasse alla perfezione, sempre maschera sarebbe, a rischio di usurarsi e cambiare colore.
Certe "virtù", alcuni speciali "carismi" sono nel DNA e si portano nell'animo e poi si dipingono sul volto, che è quello di sempre ma con qualcosa in più.
Non per questo però si primeggia, si aspira a lodi e complimenti, si spera di "fare carriera". Ché se poi era quello che desideravate, allora giusta sarebbe stata una lista di collocamento con allegati ed aggiornatissimi "curricula".
Però... a pensarci bene... le "voci", le credenziali sarebbero pure aumentate, ma mancherebbero sempre le più importanti. L'Umiltà e l'Empatia... la Serenità che non conosce crisi e l'Amore senza condizionamenti.
Ricordate... non è "prescrizione medica". Dedicatevi ad altro, vi riesce meglio.

venerdì 8 luglio 2016

OGGI QUASI L'HO DIMENTICATO...



... che era il Nostro anniversario. Quasi e non del tutto, perché la Mente è presa.
Che periodo strano e controverso. Un giorno si fa festa e per altri sei viene il mal di testa. Curiosa anche questa rima, che nel suono stona fortemente ma nel senso dell'insieme rappresenta la Vita stessa. Gioie per felici accadimenti, problemi per numerosi accidenti.
Chissà perché stasera mi vengono fuori pensieri in rime. Sarà forse strategia anche questa, la Mente vorrà ricaricarsi e il Cuore proteggersi. Non è stata una buona giornata, eppure era il mio... Nostro 37° Anniversario di Matrimonio, solo che era uno degli altri sei giorni, quelli da mal di testa e la festa è passata in sordina, anzi l'occasione ha sottolineato un "contrastante momento altrui".
Caspita, e non è sempre facile mandare indietro le lacrime perché... 
"... nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia... finché morte non ci separi"... sono parole queste che "balzano" all'improvviso, quasi a voler prendere a schiaffi la "schifosa e ingiusta" malattia.
E se un giorno parevano tanto per dire e qualcuno magari nel pronunciarle non c'avrà nemmeno posto il pensiero, oggi si sono riempite di denso significato.
Perché non è solo "formula", per Chi ci crede davvero... ma "premurosa attesa insieme" che tutto passi, o passi almeno "il peggio".
Ma non per tutti è così, non tutti hanno questa fortuna. Chi viene lasciato subito, Chi "in corsa"... Chi c'è ed è come non ci fosse.
Con emozioni a dir poco "estreme", con i ricordi personali che tornano ad affollare la memoria, con tutto questo e nonostante ciò... sono tornata a casa, alla mia "normalità", e a continuare a sorridere per mostrarmi serena.
Me lo merito?... io dico, SI. Ma soprattutto ce lo meritiamo, per quei 37 anni anni trascorsi Insieme.

PAESAGGIO MEDITERRANEO


Una vigilia di Anniversario passeggiando sotto il sole cocente di luglio. Qualche sosta, seduti su gradini di pietra, all'ombra di alberi anonimi e oleandri rosa.
Un'unica nuvola in cielo, una sola... e per due amici avanti negli anni è chiaro, nel pomeriggio ci sarà il temporale.
Già, succede spesso anche nella vita. Passa una nuvola, all'apparenza innocua cui dai poca importanza, e poi... scoppia quello che non ti saresti aspettato. Proprio quando tutto è sereno e le giornate si avvicendano tranquille. Solo col tempo impari a tener d'occhio quell'unica nuvola che sembra di passaggio. Almeno per non essere colto di sorpresa.
Che silenzio a mezzodì lungo le vie di un paese sulla costa. Solo qualche anziano a godersi il frinire delle cicale, e alcune donne di ritorno dalla spesa.
Di lontano scorgo il mare, a tratti diverso per colore. Ove il cielo è coperto, appare grigio ed increspato, sembra covare la ribellione. L'osservo e mi torna in mente quella signora che abitava su un'isola, amava nuotare e che non incontro più.
Lei, coi turbanti abbinati ai caffettani... Lei che non usava chiamare nessuno per nome, e tutti... tesoro. Chissà dove sarà ora.
Era felice quel giorno che la salutai, stringeva tra le mani la piccola scatola di latta con cinque rotolini di cartoncino rosa, legati con un nastrino d'argento che le avevo regalato.
Non posso desiderare di più. Mi hai donato tenerezza.
La rividi cinque mesi dopo. Cercò di sorridere, sussurrò balbettando... passerà.

mercoledì 6 luglio 2016

SE UN GIORNO...


...proprio di quelli che sin dal mattino non sai che pesci prendere, ti capitasse non affatto a caso di lanciare uno sguardo all'interminabile fila dei cassetti del comò, che cosa succederebbe o faresti?
Per conto mio, ne aprirei uno qualsiasi, intenzionata a mettere ordine ma prima ad eliminare quello che non serve. Ciò che non indosso, uso da molto tempo... quello che mi riporta all'ultimo ricordo di quel tempo.
E' inutile dire che per l'ennesima volta gli accadimenti mi hanno lasciato un fardello da alleggerire di peso. Ed è una sensazione strana, perché so che devo farlo ma nello stesso tempo temo di perdere qualcosa. Potrei scartare troppo, escludere gli insegnamenti e quindi restare quasi in un "punto morto", ferma e abulica, forse propensa a tornare indietro.
Oggi... primo pomeriggio, un caldo opprimente e grandissima voglia di fare niente. Resto seduta davanti alla tavola ancora apparecchiata.
Ma perché ogni sapore è stato così scialbo... e soprattutto non ho fatto niente per migliorarlo o addirittura preparare qualcos'altro?
Penso, poi cerco di rassettare ma mi torna difficile. E' il sudore, dico... fa bruciare gli occhi e toglie le forze. In realtà è un alibi per me stessa, perché credo invece che tutto questo sia inutile di fronte a un "grande evento". Eppure è così che va, se fosse diversamente sorgerebbero altri problemi. Un'attesa fatta di angoscia pensando al "grande evento".
Una volta qualcuno disse... se ti occupi, non ti preoccupi. Perciò meglio darsi da fare. Un cassetto da sistemare, e Mente e Cuore da fare più leggeri.
In superficie le sciarpette di nota fama, quelle che a lungo coprirono il disagio, poi le polo da educanda che poco mostravano la causa del disagio. Sotto ancora come in un doppio fondo quei particolari che credevo rimossi, gettati per sempre come la parte morta prima di me. Non fu così. E oggi, in un caldo pomeriggio di luglio, lacrime si sono mescolate a sudore, perché non si resta vivi come non si muore del tutto. E' in questa consapevolezza il delicato equilibrio.

martedì 5 luglio 2016

LETTERA D'AMORE

Non è di sicuro quello che si può intendere... Lettera d'Amore, non di sentimento esclusivo si tratta, eppure speciale. Che lascia uniti anche quando il destino separa.
Stasera scriverò una Lettera d'Amore indirizzata non ad un'unica persona, ma a tutte quelle che sono andate via e hanno lasciato solchi profondi nell'animo.
Al funerale di quell'Amica, Suo marito alla fine ha letto una lettera a Lei indirizzata, non si è capito molto a causa della voce rotta dall'emozione, solo poco prima di terminare ho carpito qualche frase...
Mi hai sempre rimproverato di non averti dichiarato Amore tutti i giorni. Bene, lo faccio adesso qui davanti a Tutti... Ti amo, Amore mio, ti ho sempre amato e a Te sono grato per quello che mi hai donato e il tempo trascorso insieme a fare progetti e realizzarli. Ne abbiamo passate tante insieme... ora vai, precedimi ed intercedi, ché ci sia per me ancora il posto accanto a Te...
Ecco, la "mia Lettera" comincerà da qui, dai doni ricevuti che non possono essere dimenticati tanto hanno assunto valore per efficacia ed emozione.
A quanti la indirizzerò? A molti... a Tutti coloro che sono volati via, facendo "tabula rasa" nell'animo sia pure per qualche momento...
Non mi dimenticherò di Voi che non siete più. E sempre qualcosa mi riporterà alla presenza di un tempo, e sarà l'occasione per dedicarvi un pensiero, una canzone... un'emozione.
Ricorderò una frase ricorrente, un sorriso disarmante... la voglia di vivere "urlata" da due mani con le unghie curate, smaltate sempre di rosso differente.
Continuerò ad essere per Voi e con Voi, accanto a Chi vi è stato vicino. Con una telefonata, un messaggio... una briciola di tempo dedicata.
Non si muore mai finché si resta vivi nel ricordo di Chi ci ha voluto bene. Sta a Noi decidere Chi si è meritato questo dono di immortalità. E Voi per ciò che è stato, tutto il tempo ed ora... meritate l'eternità del Cuore.
Non siete mai partiti, solo restate appartati a contemplare le grandi meraviglie.

lunedì 4 luglio 2016

... PER ANGELI SPECIALI


Chissà perché è ancor più doloroso quando un'Anima va via in un giorno di festa. La percepisci come una forte stonatura, scuote e fa rabbrividire. Dispiace pensarci, addolora parlarne, ma si sa la Vita non conosce giorni di riposo. E si tenta di ridimensionare l'impatto, e si affronta quello che è comunque un evento naturale ed inevitabile senza perdere la speranza.
Non è facile davvero, lo è ancora meno se a non esserci più è una persona giovane.
Stamane di buonora, quando la domenica si presentava già calda ed assolata, due notizie... qualcuno ci lasciava. Un'Amica delle mie e una compagna di liceo di mio figlio, giovane giovanissima dopo lunga e grande sofferenza. Io l'avevo ritrovata in reparto dopo anni.
Mamma, credo che Laura non stia bene. Su fb leggo dei particolari strani che la riguardano. Mah... spero di sbagliarmi.
Così mi aveva parlato mio figlio qualche tempo prima, poi sull'argomento non eravamo più tornati.
Passa qualche settimana, e un giorno la incontro mentre è in terapia. Non la riconosco immediatamente. Le chiedo come si chiama... Laura, la guardo meglio... è tutta occhi, quegli occhi che hanno mantenuto la stessa luce ridente dei tempi spensierati.
Sono la mamma di Francesco... le dico... Ah si, di Franci... risponde Lei e sorride. Poi si racconta, solo qualcosa e si mostra sprezzante e a tratti con atteggiamento di sfida.
Continuerò a mangiare quello che mi piace. Mi farà male? Non m'importa, tanto...
Non ho mai capito il senso di quel..."tanto". Consapevolezza, rassegnazione o incoscienza?
Da un anno e mezzo non la incontravo, non faceva più la terapia, almeno non in quel reparto... forse altrove. Negli ultimi tempi amici comuni di mio figlio lo tenevano al corrente dell'evoluzione purtroppo negativa degli eventi. Fino a stamattina, mentre anch'io ricevevo la notizia dell'altra perdita, prevedibile, ahimè quasi attesa, ma non per questo meno dolorosa.
E non so come, forse perché l'emozione forte del momento nel modo giusto trovasse la "via", mi si è raffigurata un'immagine di grande conforto. Due sagome bianche che tenendosi per mano prendevano lo stesso sentiero, sicuramente quello destinato loro fin dall'inizio, che porta alla meta degli "Angeli speciali" o meglio... specializzati a seconda del vissuto terreno.
Un bel periodo di prova per testare qualità e carismi, e quanto più breve è stato tanto più alti saranno pregi e valore.
Un pensiero che allevia la tristezza del momento, mentre un pezzo di Cuore comunque vola via.