lunedì 11 luglio 2016

ARRANGIARE PER SE' UNA NUOVA MELODIA

Sono pensieri nuovi anche se ripetuti in altro modo varie volte. Nascono stasera per un accadimento recente, osservando un viso sereno per una gioia profonda.
La Vita di continuo prospetta e non solo, cambiamenti non sempre piacevoli, "arrangiarsi una nuova melodia" diventa così una necessità se si vuole arrivare fino alla fine.
The show must go, quindi... come potremmo, sennò continuare pur tra alti e bassi, con gli eventuali capricci bislacchi di questa "folle" malattia?
Al di là del saper sorridere alla vita nonostante tutto, e già questa è cosa non facile, importante è mantenere e potenziare la capacità di adeguarsi ai cambiamenti, anzi saperne trarre addirittura "opportunità".
Ripropongo un racconto che il Nostro facilitatore presentò come "dono". Coraggio e strategia... tenacia e Amor di sé...
IL VIOLINO A TRE CORDE
Il 18 novembre del 1995 il violinista Itzhatk Perlman si presentava sul palcoscenico del Lincoln Center di New York per dare un concerto.
Per Perlman raggiungere il palcoscenico non era un'impresa facile. Colpito da polio quand'era ancora bambino, era bloccato da protesi su entrambe le gambe e camminava con l'aiuto di stampelle. Il vederlo camminare, lentamente e faticosamente per raggiungere il suo posto nell'orchestra, era una scena impressionante.
Una volta seduto, dopo aver adagiato le stampelle per terra, sbloccava le protesi dalle gambe, poi ritirava una gamba ed estendeva l'altra in avanti. Infine, si abbassava per prendere il violino e, una volta sistematolo sotto il mento, accennava al direttore che si poteva procedere a suonare.
Il pubblico era abituato al ripetersi di questo rituale e lo seguiva in silenzio.
Un giorno, però, accadeva un grosso imprevisto.
Proprio mentre stava per concludersi la prima parte dello spartito, gli si rompeva una corda del violino. Agli occhi dei presenti non c'era dubbio sul da farsi. Perlman avrebbe dovuto alzarsi in piedi, sbloccare le protesi, prendere le stampelle e lasciare il palcoscenico per trovare un altro violino o un'altra corda.
Ma non accadde niente di tutto ciò...
Ci fu un attimo di silenzio. Perlman chiuse gli occhi e dopo un po' fece cenno al direttore di riprendere dal punto in cui l'orchestra si era fermata. Iniziò a suonare con tanta passione, con tanta forza e con tanta maestria che nessuno l'aveva mai sentito esibirsi con tanta perfezione.
Sappiamo tutti che è impossibile suonare un' opera sinfonica con tre corde, eppure Perlman modulava e ricomponeva il brano con una maestria impressionante.
Quando terminò, ci fu un attimo di silenzio, poi il pubblico si alzò in piedi e ci fu un'esplosione di applausi e di grida di acclamazione. L'intero auditorio esprimeva a gran voce l'enorme apprezzamento per la sua esibizione.
Lui sorrise, si asciugò il sudore dal volto, poi alzò il violino per invitare il pubblico al silenzio e, in tono tranquillo e riverente, disse: "Voi sapete che, a volte, il compito dell'artista è di esplorare quanta musica si può produrre con quello che resta."
Che lezione di vita! In realtà, forse questa è la migliore definizione della vita, non solo per gli artisti, ma per tutti.
Perlman si era preparato per produrre musica con un violino di quattro corde e si era ritrovato nel mezzo di un concerto con solo tre corde. Decise di suonare con solo tre corde e la musica che ne scaturì risultò più bella e indimenticabile di qualsiasi brano che avesse interpretato con quattro corde.
La sfida nella vita è di produrre musica con ciò che si ha e, quando questo non è più possibile, con ciò che resta.
Si vuole che tu metta in atto la forza che ti è stata data per realizzare il fine della tua vita.
Così, invece di pensare a quello che non hai, incomincia a usare ciò che hai.
La Vita non è altro che una meravigliosa "opera sinfonica", va portata a termine in completezza ed armonia, anche se questo vorrà dire ricorrere ad "arrangiamenti".
Tutto sommato, spesso sono proprio questi a produrre una musica tutta nuova.
Chiunque si sia trovato a fronteggiare un "cambiamento radicale" che mette in crisi l'identità dignitosa sa che cosa intendo. E' assai dura abituarsi ad una nuova condizione, e allora inevitabilmente deve chiedersi se ne è valsa la pena. E mentre cerca la risposta che può essere solo una, trova le note giuste per completare la sinfonia di una vita.

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