venerdì 26 gennaio 2024

QUANDO A DECIDERE È LA VITA (n.2) (Esperienze di malattia)

Domani al corso ne parlerò, così stasera ci pensavo. E mentre ad occhi chiusi cerco di concentrarmi, penso alle persone incontrate, conosciute in questi anni. Le guardo sfilare tutte, quelle che ogni tanto vedo tuttora, e le altre che comunque ricordo sempre. Dai volti percepisco l'età di ogni storia. Quanta umanità, ferita, martoriata nel corpo e nell'animo, privata di legittime aspirazioni e naturali progetti di vita... non si può immaginare, o forse si... immaginare si può, ma credere no... se non ci si è passati. E penso che è vita sempre, degna di rispetto dei tempi e pause di silenzio. Cambiano i bisogni e mute sono le esigenze, lievi carezze e voci modulate su note di infinita tenerezza. Per empatia sento tutto questo, così mi tocca e non posso tirarmi indietro, anche se non so di esserne capace o meno. Ma il Cuore io ce lo metto tutto, e bugia non è. È che mi prende sentimento ed immedesimazione, è come polline di un fiore quando lo sfiori, resta attaccato alle dita. Empatia, si chiama così, e se empatico sei non puoi non esserlo, anche se lo volessi per soffrire meno. Quando mi dicono, ormai sei dall'altra parte, mi chiedo, ma di che?... della barricata?...della frontiera? Forse solo oltre gli ostacoli di un percorso che credo aver portato a termine, perché, è chiaro... il "traguardo" è sempre lo stesso ma le modalità d'arrivo, quelle no, potranno essere diverse.

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