sabato 4 agosto 2018

UN BISCOTTO ALL'AMARENA


Uno dei tanti, della serie... a volte ritornano, quasi ricorso storico di vicende umane che hanno di base un punto in comune e altri volutamente cercati.
Sembra una favola, forse lo è, di certo fu un tentativo felice di portare dolcezza in momenti di spiccata vulnerabilità, per non far pensare e al contrario convincere di averci pensato. Senza alcun interesse, solo per affetto.
Non ricordo nemmeno quanti biscotti all'amarena portai in passato nel reparto dove fui in cura. Davvero tanti. Confezionati in vassoi, offerti da un cestino, tutti i giorni purché non fosse festa, perché dovevano essere motivo di festa. Un invito a tornare almeno per un momento alla normalità nel suo aspetto più dolce, una carezza, una coccola speciale che non si aspetta. Ché se tutto questo lo fa un familiare, molto spesso non viene apprezzato per quanto vale, è cosa scontata, ma da un'estraneo... beh, è decisamente diverso.
Così diventarono famosi "i miei biscotti all'amarena", arrivavano al momento giusto come le caramelle trasparenti di zucchero o il giocattolo da bancarella, inaspettati quando da bambini avevamo la febbre.
Ultimamente li ho portati in reparto per festeggiare stavolta il mio compleanno, e al solito sono stati assai graditi, soprattutto da una persona...
Allora, quando ci rivedremo?
Tra due settimane. Mi raccomando... mi rispose... torna coi biscotti.
Contaci, perciò non mancare all'appuntamento. Gli appuntamenti si rispettano proprio come le promesse.
Ma dai, stavo scherzando!
Io no, non scherzavo. Così ieri, alla scadenza delle due settimane, siamo tornati entrambi per tener fede al patto. Io con i biscotti... e Lui col Suo sorriso incredulo dagli occhi azzurri.

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