martedì 7 agosto 2018

UN'ABITUDINE SEMPRE PIU' STRETTA


Eh già, ed ora anche nel vero senso della parola. Sarà per quel paio di chili messi su di recente, arrivo al terzo bottone e gli altri restano liberi ed indipendenti.
Compera uno nuovo... consiglia mio marito. Figurarsi, non mi andava l'idea all'inizio, adesso ancor più mi va stretta, e poi tutto sommato a quel camice resto legata, diciamo come a reliquia, e così vorrei conservarlo, in un cassetto, guardarlo ogni tanto e riviverne i ricordi. Si, perché il tempo passa e sempre più sono convinta che il vero camice lo indosso dentro, nell'animo a velare il Cuore, simile a tulle leggero. Trasparenza assoluta, alcun peso e indistruttibile.
E intanto pure se l'abito non fa il monaco e ciò che fa la vera differenza è la disponibilità a dispensare sorrisi, molti e giuste parole, poche, quella "divisa" di stoffa che si restringe e usura serve, e perciò è necessario averne cura, come del resto ho sempre fatto...
"Lo infilo in busta quasi tutto spiegazzato prima di andare via, arrivo a casa e la busta è sul divano, in attesa fino al pomeriggio. Poi finalmente arriva il momento di sistemarlo e riporlo, ed è qui che io do il meglio di me stessa. Lo adagio sul letto, lo accarezzo e lo spiano con le mani, lo ripiego con movimenti precisi... a pensarci bene, non sono mai stata così brava nemmeno con le camicie di mio marito, alla fine è tutto fatto... fino alla volta seguente. Quando, indossato il camice potrò di nuovo circolare per il corridoio, entrare nelle stanze senza sentirmi in assoluto fuori luogo o fuori tempo.
Non avrei mai pensato di dovergli dare un giorno tanta "importanza", perché detta così la cosa sembrerebbe il "dettaglio" che fa la differenza. Francamente non lo era e non lo è, piuttosto lo considero come un lasciapassare... le "circostanze" me lo imposero, all'inizio mi sentivo "mascherata", oggi mi fa sentire un tantino in disagio ma credo sia più che altro per il caldo, per il resto mi è completamente indifferente.
Decisamente per me il camice non è importante. Ho rifiutato anche di indossarlo durante gli incontri del gruppo di mutuo- aiuto, in quei momenti sono una paziente come gli altri ed allora si, che farebbe differenza portarlo, sarebbe come stabilire delle distanze, sottolineare una condizione di privilegio.
Distanze... privilegio, superiorità assurda.
Detto questo... non è un camice ciò che fa la differenza, ma la capacità di caricarsi ogni volta di un peso che un tempo fu già Tuo, alleggerirne qualcun'altro mentre con Lui procedi, cercando di far apparire normalità ciò che normale non è.
E la cosa straordinaria è che alla fine di quelle due ore riesci a crederci e non solo Tu".
Così scrivevo tempo fa. Considerazioni simili alle odierne, per la mente e il Cuore un "particolare" del tutto indifferente.

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