venerdì 24 agosto 2018

EMOZIONE CRONICA


Il tempo davvero trascorre in fretta, lo dicono le giornate sempre più corte, la partenza dei figli che non sono più in casa ed hanno terminato le vacanze. Tutto questo mette un po' di malinconia, si entra in quello stato d'animo di latente disagio per cui non si sta del tutto bene con se stessi e non si sa perché. Oppure alla fine si comprende ma non potendo farci niente, lo si accetta sperando che passi insieme con il trascorrere del tempo. Si dovrebbe fare l'abitudine, insomma... però il problema è che l'abitudine non si fa mai. C'è l'assuefazione alla mancanza, ma non appena la situazione pare come fu una volta, ci si ritrova a quell'epoca, e dopo sarà dura tornare alla condizione attuale.
Oggi mia figlia è partita, la rivedrò a Natale, e stavolta il distacco mi è pesato di più. Il Nostro rapporto è... diciamo così... piuttosto vivace, so che mi vuol bene e anche tanto ma il Suo carattere le pone dei paletti e di conseguenza li pone anche a me. Siamo molto simili, più di quanto entrambe vogliamo ammettere, e quindi sembriamo distanti perdendo reciprocamente il meglio di Noi stesse.
Tant'è... la situazione è questa, per cui quando arriva mi destabilizza, altrettanto quando va via.
Paradossalmente vorrei quasi non tornasse per non affrontare il momento della partenza, che è come fosse la prima volta, quando il solo pensiero di vederla tre volte all'anno mi faceva versare fiumi di lacrime. Poi col tempo imparai a controllarmi, anche perché non era proprio il caso, ma il senso di essere "orfana" di mia figlia, quello è rimasto ogni volta che viene e poi se ne va. Ora poi che c'è una cagnolina che le fa compagnia, vederle insieme partire mi fa pure tenerezza e nostalgia insieme.
Va be', insomma... se così deve andare, sia così.
Chi parte e Chi torna. Chi resta con la propria realtà e se l'accomoda. Necessariamente dovrà farlo, e lo farò anch'io. Domani volto pagina, per scriverne... spero... molte altre nuove.

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