martedì 21 agosto 2018

L'AFFETTO... DICO... LO SAI COM'E'?


Stasera parlerò di affetti, cercando tra le parole e nei gesti l'armonia di un sentimento. Amore o affetto, che differenza c'è? Intesi in senso universale, nessuna perché imprescindibili l'uno dall'altro.
E Madre Teresa scrive...
"Spargi amore dappertutto:
Prima di tutto nella tua casa.
Dona amore ai tuoi figli,
a tua moglie o a tuo marito,
al vicino di casa..."
Quindi il sentimento d'affetto è atteggiamento costante dell'animo, non è necessariamente accompagnato da passione che conosce alti e bassi, si trasforma ed evolve, rende migliori.
In quanto atteggiamento dovrà produrre risposte emotive, sentimentali, comportamentali, dovrà mostrarsi sincero e dimostrare intensità. Indispensabili perciò parole e gesti.
Credo poco all'espressione... sono fatto così e ti voglio bene a modo mio. Oppure... contano i fatti.
E quali sarebbero, eliminati i gesti anche piccoli, le parole affettuose, le opportune carezze?
E poi gli abbracci che allentano ogni tensione e addolciscono l'amarezza più intensa.
Sono talmente forti e stretti che non possono non essere sentiti, compiono una sorta di "piccolo miracolo", fanno star bene, come sostengono psicologi e coach.
Dal canto mio ricambio gli abbracci con sincerità, in un mutuo scambio che è supporto e dimostrazione d'affetto. E come sempre non ho reticenza di alcun tipo, perché "graziosamente spudorata". Senza forzate limitazioni perché grata.
Non conservo più quel pudore dei sentimenti puri, che impediva al mio Cuore di esprimersi liberamente, e faceva abortire le manifestazioni più belle. Il sorriso per gentilezza, l'abbraccio d'affetto, la carezza di comprensione.
Mi rendo conto di aver perso i 3/4 della mia vita, e per quest'ultimo che resta? Ce la metto ancora tutta per recuperare. E per ogni passo avanti, per amor di confronto, ne faccio un paio a ritroso nel tempo, alle "origini" della gratificante nuova scoperta di me stessa, e nello stesso tempo mi avvolgo nel tepore delle dimostrazioni d'affetto.
Spudorata ma con grazia, sono facile agli abbracci e ai baci "rumorosi" che si sentono, agli slanci di gioia che mostrano i "sentimenti". E tutto alla fine sortisce l'effetto pari a quello di una terapia per il benessere.
Perché il contatto tra due corpi nell'abbraccio rafforza l'organismo di entrambi, generando la produzione di emoglobina che porta l'ossigeno ai tessuti.
L'abbraccio favorisce la produzione di ossitocina , l'ormone della felicità che allontana stress e favorisce la memoria. Insomma bisognerebbe non farsi mai mancare questa sorta di "elisir".
Se fosse per prescrizione medica, quanti abbracci servirebbero al giorno?
Secondo la psicoterapeuta Virginia Satir, queste sarebbero le dosi consigliate. Per sopravvivere ci servono 4 abbracci al giorno. Ci servono 8 abbracci al giorno per mantenerci in salute. Per crescere ci servono 12 abbracci al giorno.
Gli scienziati hanno provato che favorisce l'autostima di chi lo riceve e allontana il rischio di deprimersi.
A Londra hanno persino aperto una scuola di abbracci . Lì vengono tenute lezioni di una giornata in cui si impara ad abbracciare nel migliore modo possibile, a scegliere l'abbraccio adatto a ogni persona.
In conclusione l'abbraccio potrebbe definirsi un "fondamentale" nell'apprendimento del relazionarsi, perché annulla le distanze, completa e migliora il metabolismo.
Si è del tutto se stessi e l'Altro lo avverte.
Io però non escluderei neanche i "complementari". La carezza grata e gratificante, lo sguardo sorridente di ammirazione o lucido di gioia. Il bacio sulla fronte per saluto, un arrivederci senza tempo o una buona notte prima di un altro giorno insieme.

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