giovedì 30 agosto 2018

POLVERE ACHERUNTINA




L'Immenso nel ritorno alla Nostra pausa settimanale, cielo sereno e temperatura gradevole. E fin qui tutto bene.
Poca connessione e strada dissestata, molte curve e in salita. Parte "tosta", perché si sa che non si può avere tutto. Raggiungere alcuni comuni della Basilicata è una vera impresa, anche con un suv, non c'è buca o fosso evitabile. Ma alla fine, pur con lo stomaco in gola, si arriva alla meta e si dimentica ogni disagio perché ne vale davvero la pena.
Non abbiamo molto tempo, vedremo solo la Cattedrale... ha concluso mio marito, irritato dalla lunga coda di camion che trasportavano pomodori. Già, non era sufficiente il disagio delle curve, buche e tutto il resto, anche il procedere lento. Comunque si era deciso per Acerenza e così doveva essere, e dopo tutto era il Duomo da vedere, famoso in tutto il mondo per la maestosità e il carico di misteri.
La Cattedrale di Acerenza (PZ), è il simbolo del paese, attorno al quale si sviluppano tutte le case e le stradine.
E' dedicata all’Assunta e a S. Canio, in stile romanico-normanno, così imponente che il paese viene spesso definito “Città Cattedrale”. Infatti ciò che impressiona maggiormente è la proporzionalità inversa tra Duomo e borgo. Il piccolo borgo medievale è arroccato su una collina, conserva ancora il fascino di un tempo, tanto da essere considerato uno dei “borghi più belli d’Italia”. La Cattedrale è datata intorno al 1000 d.C. e sostituisce un’antica chiesa paleocristiana. La facciata in pietra è lineare e maestosa e presenta un portale con due colonnine complete di capitello. Sulla parte superiore la luce filtra all’interno attraverso i vetri dipinti del rosone. La chiesa presenta una pianta a croce latina con tre navate, l’interno è semplice e uniforme, quasi a testimoniare l’umiltà d’animo e il raccoglimento spirituale. E in effetti quando se ne viene fuori, è come abbandonare con violenza quella dimensione e ritrovarsi delusi nel vacuo e inutile.
Tuttavia, oltre alla sua bellezza e alle sue opere preziose, la Cattedrale di Acerenza custodisce molti misteri che rimandano al principe slavo Vlad III, conosciuto come conte Dracula.
Un altro mistero è legato alla figlia del conte Dracula che pare sia stata sepolta nella suggestiva cripta della Cattedrale di Acerenza.
Pare infatti che Maria Balsa, moglie del Conte Ferrillo di Acerenza, fosse, secondo le cronache del tempo, figlia di un despota di una zona tra la Serbia e la Romania.
Sulla facciata, ristrutturata proprio a fine ‘500, è presente uno stemma con un drago, che apparteneva in quel periodo proprio alla casata del principe Vlad III.
Giù nella cripta che porta sul fondo il sarcofago della defunta, domina una luce soffusa cinerina, e il soffitto decorato con affreschi ben conservati pare essere velato di polvere leggera, impalpabile e alla vista riposante. Polvere acheruntina a custodire fascino e mistero.

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