venerdì 25 dicembre 2020

CANCELLA E SCRIVI... (n.55) (Un albero essenziale)


Brutti scherzi fa la stanchezza, al termine della giornata funziona da specchio deformante, di qua o di là oppure al centro, non riflette mai quello che è.
Allora con quello straccio di lucidità ci passo sopra, quasi a voler cancellare del tutto, mentre resta solo l'alone di un ricordo... 23 dicembre 2009 e più in basso un albero di Natale, il mio.
Da un po' di anni si è ridimensionato, inversamente proporzionale all'età dei miei figli e al mio amore per loro.
Ne ho caricato i rami pensando all'essenziale, sfrondando del superfluo, inutile e dannoso, facendo ordine tra le tante cose confuse.
Ed è diventato un dono "meritato" per me che l'ho voluto, "inaspettato" per Chi lo guarderà con gli occhi dello stupore.
L'albero di Natale è un dono dell'attesa. Il mio, senza pretese. Piccolo, essenziale ma con tutto ciò che serve per essere sereni.
Una casa vivibile e già visibilmente vissuta, stelle come spiragli di luce nei momenti bui, Angeli che diano sostegno e custodiscano forza, risorse e umore buono.
E poi due piccole figurine non per caso. Volute con entusiasmo, come fu tanti anni fa per Amore. Sono la cosa più bella che ho desiderato.
E c'è pure un Cuore grande, una cagnolina, e tanto rosso e oro. Rosso come la vita che scorre nelle vene, sempre più veloce quando si vuole bene, e Oro per la felicità che ne viene.
Guardo da lontano il mio albero, e lo trovo bellissimo. Perché è luminoso anche senza pretese.
È la Luce ritrovata dopo tanti alberi di Natale, trascorsi come meteore e non comete.
L'immagine può contenere: albero di Natale e spazio al chiuso

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