lunedì 21 dicembre 2020

CANCELLA E SCRIVI... (n.51) (Coi pugni chiusi a trattenere piccole e grandi cose)


Qualche altro giorno, e ci siamo. Il primo Natale che dovremo essere presenti non "in presenza".
Più difficile, addirittura impossibile?
Dipende dall'intensità di Mente e Cuore, considerato che alla fisicità si è rinunciato già da un po'.
Si fa di necessità virtù, così scopriremo quanto poveri fa sentire la "mancanza", e al contrario quanto vale una "presenza" costante, anche se momentaneamente disabilitata.
Si danno sempre per scontate certe cose, poi basta un virus, un'esperienza estrema e comprendi che rischi di perdere tutto ciò di cui hai assolutamente bisogno.
Affetto, tenerezza, calore per abbandonarti quando non ce la fai.
Scopriremo almeno quest'anno il senso del Natale? O ci sentiremo solo impoveriti di consuetudini in fin dei conti non del tutto comprensibili?
Il senso del memoriale della Natività, per me è in quella contentezza del poco tra le mani.
Devo ammettere che un tempo non era così, e forse per questo ogni anno ero sempre più inquieta, irritabile, non vedevo l'ora che passasse tutto e facesse pure in fretta. Ho cominciato a capire quando sentii la serenità a disposizione scivolar via come sabbia tra le dita.
Allora non pensai più ad alcun regalo, ma ad un "surplus" di affetto e presenze. Ciò che in fondo serve davvero per sentirsi appagati, basti pensare che un sorriso può cambiare il corso di una giornata, e un abbraccio addirittura il metabolismo.
Col passare degli anni poi, questo bisogno di "vicinanza" aumenta, e la "presenza" diventa alla fine linfa vitale per l'età avanzata. Di tale esigenza io sento già le avvisaglie, e cerco presenze, e mi faccio presenza in ogni modo, in una reciprocità che rassicura.
L'immagine può contenere: pianta, fiore e spazio all'aperto

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