giovedì 22 aprile 2021

MI RILEGGO... (n.2) (Mi rivedo... mi ricordo)

 


Una situazione che perdura e mortifica, alla lunga quasi annulla anni di pacata normalità.
Normali giornate, normali preoccupazioni.
Niente di esaltante ma anche nulla per cui temere il futuro.
Ora si ha bisogno di qualcosa che riporti alla propria identità, che faccia riconoscere la persona nelle fasi naturali di evoluzione.
Utili allo scopo vecchi scritti e lettere d'amore, foto e ricordi, ed emozioni in sequenza.
Dirò la mia, anzi mi ripeterò a proposito di "vecchie foto cura anima".
Percorrere a ritroso una strada già fatta, a volte a passo spedito altre arrancando, non è mai piacevole perchè sulle spalle ne grava ancora il peso, nelle gambe la fatica.
Così pensare a tutto quello che è stato, immaginare solo di riviverlo porta il rimpianto dei momenti belli e un che di sgomento per le occasioni di dolore.
Per questo stesso motivo non amo molto rivedere fotografie datate.
Mi rivedo come ero e non sarò più,
e mi riportano a ciò che poi sarebbe stato.
Però stavolta mi lascio coinvolgere e cercando tra tanti "scatti" mi ritrovo pure con l'imbarazzo della scelta.
Ne condivido tre.
La prima è il ricordo del battesimo della mia prima figlia, ma anche il battesimo di un nuovo ruolo, quello di mamma con una grande responsabilità. Era il 29 giugno 1981. Ventinove anni dopo quella stessa data sarebbe stata da ricordare per altro motivo.
La seconda, in bianco e nero, vede mio marito e me ad un matrimonio, fotografati di spalle. Una coppia "diversamente giovane" guarda l'altra che si avvia alla vita insieme. Flashback e sfida, per continuare.
L'ultima infine è a Roma, durante le giornate della FAVO, dedicate al Malato Oncologico. Tre "turiste" non per caso ma per amore.
"In essa rivivo schegge di istanti passati,
sensazioni che rischio di dimenticare,
attimi che non tornano più
e mi ricordano chi sono,
è la fotografia".
- Stefania Parolin -

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