giovedì 8 aprile 2021

DAL MIO "DIARIO DELLA GRATITUDINE... E DELLA FRAGILITÀ" (n.83) (Ricordo di un coniglietto di peluche)


Quando il buio grava sugli animi ormai da troppo tempo certe immagini riescono ad aprire una finestra sul futuro.
Una foto al momento giusto e si torna a sorridere.
Il 6 Aprile di undici anni fa, un martedì dopo Pasqua, proprio come è stato oggi, cominciavo la chemioterapia.
Un anno dopo volli festeggiare il primo compleanno della mia piena consapevolezza, perché da allora in poi fu tutta un'altra storia.
Festeggiai là dove ero stata curata, reparto che non avevo più lasciato, in mezzo alla gente che sentivo appartenermi, i medici, le infermiere, gli altri pazienti.
Con tutti loro condivisi pizza e pasticcini, e non solo perchè di solito si fa così, un po' salato e un po' dolce.
Avevo dato anche a questo un valore simbolico, il "salato" rappresentava la fatica per riconquistarmi la vita, e il "dolce" tutto il sostegno e l'affetto ricevuto.
In cambio avrei voluto centuplicare quell'affetto e trasformarlo in Amore, quel sentimento contagioso che abbraccia sempre più e fa sentire tutt'uno con chi si avvicina, si siede al fianco, timidamente approccia, e poi racconta la sua storia perchè non può più tenersela dentro, e va come un fiume in piena perché sa che può fidarsi.
"Mary, questo è per te.
Auguri
!"
E poi mi fu dato in dono da un'infermiera un sacchetto con un coniglietto di peluche e un fiore che sorride...
"il fiore è quello che porti tu qui ogni giorno."
Quella volta fu un "grazie" commosso, oggi guardo il coniglietto in foto, ed è ricordo, sorriso ad occhi lucidi, e speranza.
Il fiore non ha perso né mai perderà alcun petalo.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante giocattolo

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