lunedì 19 aprile 2021

DAL MIO "DIARIO DELLA GRATITUDINE... E DELLA FRAGILITÀ" (n.95) (Mi rileggo...)


Un po' metafora ma pure realtà, perché rileggendo quel che ho scritto, vado alla ricerca delle mie contraddizioni, conferme, mi chiarisco le idee.
Perché come Tutti sono stanca, confusa, sfiduciata, e sento il bisogno di qualcosa che vada oltre ciò che viene promesso.
Lo sapete, dei giorni di "questa pandemia che pare duri un secolo" ho fatto un diario. Così sono andata al 18 Aprile 2020, e rileggendo la pagina ho visto che ero lo stesso confusa ma non stanca e sfiduciata, e neppure terrorizzata, come terrorizzata non sono tuttora. Quindi forte, e in un certo senso coerente.
Forte un anno fa e non terrorizzata a tal punto da pensare come strategia, "raccontarsi favole".
Roba da bambini, o peggio... da "rimbambita"?
Ma raccontarsi favole non vuol dire mentire a se stessi o illudersi, non avrebbe senso. Significa invece vestire di sogno e speranza la realtà, quando questa pare negare speranza e sogni.
Ritagliarsi uno spazio interiore in cui rifugiarsi quando le pressioni prevaricano, la volontà difetta, il sogno notturno diventa troppo simile alla realtà.
Pensavo ad esempio... in questo preciso momento storico come non mai, quanto sia benefico "raccontarci favole".
Ne abbiamo necessità per condurre il gioco delle giornate e addormentarci sereni, per sperare, per scrivere un "lieto fine" comunque, allontanate tensione e pressioni.
Perché nessuno conosce il futuro, ed è nel presente la scoperta di "note rosa" tra colori stonati tanto per dire, tanto per fare.
Abbiamo bisogno di raccontarci favole ora, semplicemente per "vivere felici e contenti per sempre".
“È sbagliato raccontare le favole ai bambini per ingannarli, bisogna raccontarle ai grandi per consolarli.”
- Marcello Marchesi -
André Rieu - Somewhere Over The Rainbow
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