domenica 4 aprile 2021

DAL MIO "DIARIO DELLA GRATITUDINE... E DELLA FRAGILITÀ" (n.80) ( Il "si" che accetta senza condizioni)

 Tra poche ore sarà del tutto manifesto il memoriale che il tempo è compiuto, e una nuova epoca è per l'umanità.

Il buio che precederà l'alba sarà impenetrabile, se non all'unica luce del Cristo risorto.
È stato sabato oggi, giorno del silenzio, dell'adorazione della Croce con il Cuore contrito. La fine del travaglio prima della rinascita.
Il sole coperto da un velo sottile, pensieri immobili nell'aria rarefatta.
Contemplare la Croce è sentirsi piccoli di fronte a tale grandezza e tanto Amore.
"Il pomeriggio del Sabato Santo capito casualmente nella piccola chiesa... L'aria è mite; il portone è spalancato e dall'interno semibuio esce un dolce profumo d'incenso. Respiro questo profumo e mi sento invitato a varcare la soglia. Entro e vedo davanti all'altare una croce di legno... Mi siedo e osservo il Cristo inchiodato: un corpo sofferente, cascante per il peso della morte. Il Dio che si è fatto uomo.
Non è un bello spettacolo il Cristo crocifisso..."
(Francesco Delicati - "e venne il cancro")
Bisognerà "sporcarsi le mani" per sentirsi vicini davvero al Cristo in croce. Sacrificarsi e nello stesso tempo tentare di togliere qualche spina dall'indegna corona, mettendosi in gioco e rischiando.
Come fu per l'uccellino di quella leggenda che lo perpetua nella specie benedetto da una goccia del sangue di Gesù. Il pettirosso.
Avere quasi la percezione di dolore fisico, e capire che la sofferenza, viverla sulla propria pelle come esserne spettatori è passaggio ed esercizio necessario per comprendere l'Altro, fare spazio dentro di sé ed accoglierlo.
Sarà ancora Pasqua, e impegnarsi sarà meno difficile in nome della Croce.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante muro di mattoni, attività all'aperto e albero

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