mercoledì 29 aprile 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.52) (Come rispondo a...)




Come potrei rispondere alla "nota" dell'ultimo dpcm fase 2, quella che sospende ancora ogni celebrazione religiosa ma consente un "funerale con pochi intimi", anzi "a numero chiuso"? Non più di 15. Inconcepibile, non perché non sia giusta la restrizione, ma come si fa se i "congiunti", intesi come parenti stretti, superano il numero richiesto?
Va be', vediamo la cosa comunque un "allentamento", meglio questo che niente, però scusate, mi pare un'ulteriore mortificazione della Vita, di cui la Morte è naturale conclusione.
Allora, tornando indietro, come risponderei a tutto questo?
Giusto stamani un messaggio doloroso, e un ricordo che va da sé darà la risposta.
L'anno scorso, più o meno nei giorni corrispondenti a quelli attuali del corona virus, in reparto ci fu una novità dall'intento serio e nello stesso tempo giocoso, perché come qualcuno azzardò... la vita è un gioco da prendere sul serio.
Una paziente per contrastare un Suo momento di particolare difficoltà realizzò un disegno, rappresentante l'Albero della Vita. Il giorno che fu fissato alla parete si mostrava in tutta la sua bellezza. Illuminato dai lunghi raggi del sole portava luce e calore di riflesso nella sala d'attesa. L'accoglienza da parte degli utenti fu calorosa. Illustrai l'iniziativa, come avesse avuto origine e quale fosse lo scopo. Si trattava di rinverdire di speranza l'albero della vita stile Klimt. Da una frase il racconto di sé, l'alleggerirsi di un fardello, il condividere per sentirsi meno soli nella difficoltà di un momento. Così, piano piano, i primi bigliettini colorati spuntarono, come tenere foglie all'approssimarsi della bella stagione. Pensieri brevi ma sentiti.
Penso si sia compreso, ora quell'albero ha smesso di mettere foglie, foglie però mai caduche, che restano nel Cuore di Chi le ha volute lì, nel ricordo di Chi ne ha tratto linfa vitale, ma soprattutto alla radice, forte di speranza che in Altri si perpetua.
Ricordando Chi siamo e perché, foglie sempreverdi di speranza.

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