giovedì 23 aprile 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.46) ("Diluvio" di parole ed altro)




Mi levo al mattino e già mi sento affogare. Ascolti, leggi le ultime notizie e prende lo sconforto.
Sorseggi il caffè e lo trovi sempre più amaro, tra sensi di colpa e minacce incombenti.
Allora decidi che è ora per i messaggi di speranza, e se pure hai fatto tardi, non è mai troppo tardi e così cominci.
Ma deve esserci qualche "applicazione" che non so, perché non appena inizio, arriva un diluvio di guai tradotti in parole. Così se il giorno prima si era chiuso con un piccolo spiraglio, Il mattino dopo è grigio, e si torna indietro.
Premesso che sono una che di sbagli ne fa e pure tanti, mi apprezzo comunque perché per molti versi lontana anni luce da quella che ero un tempo. Oggi entusiasta e pronta a difendere le mie opinioni, non cambierei mai.
In questo momento nel marasma di informazioni, indicazioni, fake news, Task Force, positivi e negativi, fase 2 che forse è ancora fase 1, io ho scelto la linea che segue il mio pensiero. Sono stata educata all'ubbidienza ragionata, e così farò anche stavolta. Sono rimasta a casa veramente, tanto da esaurirmi, per questo a volte per buona creanza sono costretta a reprimermi per non passare da mezza esaurita o ancor peggio essere accusata di violenza verbale. Ma è davvero una gran fatica reggere a tanto straparlare... e poi contraddirsi con l'agire.
Quello che stiamo vivendo ormai da due mesi appare come un "reset" in piena regola, cancellare e voler ricominciare. Noi siamo come conchiglie sull'arenile dopo una mareggiata, in attesa di essere raccolte da mano pietosa.
Mi è venuto prima spontaneo un termine, forse inconsciamente perché questa pandemia davvero pare come il diluvio universale di biblica memoria. Pochi esemplari salvi per ricostruire il futuro della terra.
Ecco, forse servirebbe un'arca per restare a galla, non aver paura, credere con fiducia che si può ricominciare. Su acque diverse, senza decreti né sputar sentenze, solo con le proprie forze e l'amore in dote.

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