mercoledì 15 aprile 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.38) (Aspettando l'alba)


Quel che appare non è sempre facile da rendere, quando non è una maschera, è spesso l'esito di un duro lavoro su se stessi. Per dirla in tutta franchezza, è "il mio lavoro" in questa quarantena.
Stare a casa prima non mi pesava, anzi... ma ora che mi è quasi imposto, nel senso che non ho la possibilità di scegliere, sento quasi un peso addosso.
Per il senso di responsabilità o il dovere? Mah... può darsi entrambi, comunque se non fossi dotata di un buon equilibrio, a volte andrei sul balcone ad urlare in una sorta di flashmob rivisitato. Per fortuna la testa... i capelli no, ma la testa è a posto, perciò questo periodo surreale me lo faccio andare, e aspetto l'alba, come i giovani di un tempo in servizio militare.
E Pasqua è andata totalmente presa in una nuova, più intima religiosità, sfrondata ma non rattoppata, forse adorna di ricami inaspettati. Di sicuro non la scorderemo.
E con la giornata odierna anche la Pasquetta è trascorsa, in casa ma alla luce di ciò che ho detto, con un po' di fantasia e pensando al giorno in cui finalmente non più costretti dall'"evento" ci sentiremo liberi, non è pesato più di tanto.
Passerà anche questo... quante volte ce lo ripetiamo!?
Il Tempo è un grande medico, non guarisce le ferite ché comunque le cicatrici resteranno, ma porta via con sé cause ed effetti. E spiana la strada, perché ciò che è buono e santo non può finire in una "cunetta" per un colpo di vento se pure diventa tempesta, e non essere recuperato.
Dipenderà però poi da ognuno il recupero di quel che si è smarrito per un momento.
Sarà un bel lavoro anche questo, è innegabile, ma vuoi mettere... che gusto avrà quell'ennesima conquista!?

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