sabato 11 aprile 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.34) ("Incontrarsi" un Giovedì Santo)


Pensavo, pur in un periodo travagliato e doloroso come questo, in quarantena che pare infinita, distanziamento sociale, e futuro incerto, non possiamo ritenerci soli con Noi stessi.
La tecnologia è un supporto di incredibile efficacia, tramite alcune piattaforme permette di vedersi, confrontarsi anche da lontano, come "contenimento contagio" impone.
Oggi, quinto incontro GAMA on line, che in prossimità della Santa Pasqua diventa un momento di riflessione sulla personale quaresima, quest'anno quanto mai sentita.
Ci sarà per Noi volontari e soprattutto quando, il ritorno al "servizio" in reparto?
Tutti speriamo nel ripristino generale della normalità, ma le previsioni al momento possono essere solo approssimative, ed è giusto così perché i sacrifici non siano vanificati. Una pandemia è evento epocale, responsabilità certe non sono attribuibili ad alcuno, perché evoluzione e portata non possono essere previste. Per questo c'è da mettersi l'animo in pace, e continuare a "stare a casa". Intanto si può pensare a come "organizzare la nuova normalità", cautamente, con ottimismo e fede autentica.
Partecipare agli incontri GAMA on line ha un effetto particolarmente terapeutico. Si esternano le emozioni, che poi sono le stesse quasi per tutti, senza timore di essere giudicati. Così come dovrebbe essere sempre. Ognuno può dire come la pensa, e può essere che il "vero" sia da più parti. Nello specifico cerchiamo di essere pazienti a 360°. Pazienti nell'aspettare l'alba del nuovo giorno, pazienti ad ascoltare e accettare l'Altro.
Stasera Papa Francesco ha celebrato la Messa del Giovedì Santo in una basilica vuota, astenendosi dalla "lavanda dei piedi", ma ne ha enfatizzato il senso nell'omelia.
Gesù, il Maestro si fa umile nel "servire" e riprende Pietro che stupito quasi vorrebbe ritrarsi. Cristo si fa servo per insegnarci ad essere servi. Oggi vediamo tanti "servi" in prima linea accanto ai malati, medici, infermieri ed anche sacerdoti, di questi addirittura 60 sono morti in Italia a causa del covid-19. Sono i "santi della porta accanto", quelle persone che offrono la propria vita nel "servire" gli Altri. Ecco, pensiamo a Loro e tra alti e bassi pur comprensibili, andiamo avanti. Essere vivi e volersi bene, sono già più di qualcosa. "Passerà anche questo", ossia... ce la faremo. Promesso.

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