venerdì 10 aprile 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.33) ( Vestirsi di sole)


Ogni mattino di questa quarantena la prima cosa che faccio è aprire la finestra, e stare lì affacciata per dieci minuti buoni.
Ad occhi chiusi respiro profondamente e ascolto gli esercizi canori degli uccelli. Quando poi lo sguardo si perde oltre il campetto fino alla strada deserta, mi beo della brezza che sfiora il volto. Al momento non si può pretendere di più, e sembrerebbe poco se non mi rendessi conto che già qualcosa è cambiato. Non si tratta solo di giornate trascorse in maniera diversa, ma anche di nuova prospettiva e percezione attenta, cogliere dal particolare un senso di pienezza. Sentirmi ricca di niente, facendomi bastare anche mezz'ora al sole, mentre aspetto che l'ultima cliente termini la Sua spesa. Non ho fretta, non si può averne coi tempi dilatati, e poi è una buona scusa per stare fuori casa un po' di più quando veramente tutto il giorno da tanti giorni "io resto a casa".
Non mi lamento, oggi mi è andata decisamente meglio, sono riuscita in parte a tenere il ritmo. Probabilmente comincio ad abituarmi, e poi consolido la consapevolezza che "dopo" niente sarà uguale, e visto con gli occhi giusti, magari migliore.
Al momento l'importante è riuscire nella gestione dei sentimenti.
Immagino la "strategia" per vivere limitando al minimo le "flessioni" per l'animo, la vedo come una coperta fatta di tanti quadrati colorati cuciti insieme. Quasi tutti vivaci, solo qualcuno di colore blu come la notte ma illuminata di stelle. La giusta coltre per un Cuore esposto alla variabilità dei venti, soprattutto quelli freddi e sferzanti. Improvvisi e forti da sembrare senza fine.
Spero ed auguro sinceramente sia così per Tutti, ché possa l'ultimo tratto passare leggero.

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