domenica 5 aprile 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.29) (Hello?!)


Comincia sempre così una Sua telefonata... hello, un saluto da buona italiana trapiantata all'estero, poi tornata in patria e che viaggia ancora, pure se cammina a fatica con il girello ed ogni tanto si riposa sulla sedia a rotelle.
Ieri mi ha chiamato...
Che fai?
Io...? Sono a casa. E Tu...?
Che domanda. Pure io, rispetto le regole da prima che fossero stabilite. Io resto a casa.
Ma quanto ironica sei, pure adesso.
Eh, bella mia... se non fossi stata così, sai bene dove mi sarei trovata ora.
Certo con quante ne ha passate in dodici anni...
Quando la conobbi ero al mio secondo ciclo di chemio ed ebbi subito la sensazione che fosse molto molto arrabbiata o, come Lei ama sostenere... "fortemente inc....ta". La guardavo mentre si muoveva a scatti, ed io intimidita, cercavo di abbozzare ogni tanto un mezzo sorriso e Lei, per tutta risposta, sempre "fortemente inc....ta" alla fine mi disse solo... siete all'inizio? Beh... good luck, buona fortuna!
E dopo tanti anni, quando la penso o la sento, la prima cosa che mi torna in mente è quella Sua esclamazione, più che un augurio, pareva un moto di stizza, come dire tra parentesi, pensando... e questa è un'altra, porca miseria.
Sicuramente molto emotiva, quel giorno col Suo muoversi a scatti manifestava un malcelato nervosismo, non riusciva neanche a sistemarsi sulla poltrona, pur essendo una veterana, quasi fosse la prima volta. Non le andava di parlare, ma poi, forse le avevo fatto tenerezza, intuendo che per me la strada fosse ancora lunga e cominciò...
Parlò di sè, del Suo "seno ballerino" a causa di un tumore strano che le aveva dato febbre e tanto dolore, la sofferenza dell'intervento e della terapia ed altro ancora. Ogni tanto azzardava anche dello spirito, delle battute, lasciando però intendere sempre un po' d'amarezza. Poi alla fine quel saluto, good luck, e negli anni a seguire una semplice ed autentica amicizia.
Oggi vive fuori città, Suo marito sano come un pesce è morto prima di Lei, abita perciò da sola perché i figli sono entrambi a Londra. Però a Suo dire, almeno ci sono io, distante però vicina quando ha bisogno di parlare, piangere ed anche ridere. Perché piangere si può da soli, ma ridere no, non c'è gusto.
Sai, il ciclamino che mi hai regalato a Natale sta mettendo i fiori, è sul balcone però, all'interno soffriva.
Già... il ciclamino... tre giorni dopo la mia visita, disperata mi aveva mandato un messaggio...
Stamattina era tutto moscio, ho perso tre ore per rianimarlo.
Come...?
La foto parlava chiaro... l'aveva messo su con gli spiedini di legno.
Ma Lei è così, ironica e semplice, fragile e forte nello stesso tempo. Una roccia scalfita in più punti, ma sempre là, ferma perché vuole esserci.

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