mercoledì 6 gennaio 2021

CANCELLA E SCRIVI... (n.67) (La neve)


Se a volte non riusciamo ad andare oltre le difficoltà del momento, è perché abbiamo smarrito, scordato il "gusto della meraviglia" per ciò che è impossibile non vedere.
La risonanza della meraviglia risiede nei ricordi.
Nel pomeriggio, dopo aver letto un articolo di Alessandro D'Avenia, mi è tornata in mente una cosa che vidi un paio di anni fa, un foglio che pendeva da un albero in una "corte antica", come un originale decoro natalizio.
Portava scritti dei "versi" che imparai a memoria per non dimenticare, promemoria dei beni autentici, eredità unica per ogni essere umano.
"Ho avuto la fortuna di vedere
le nuvole
e la montagna lucente di neve..."
Certe volte pure avrò visto le nuvole e non le ho apprezzate perché minacciavano pioggia senza capire che non si può arrivare al "sereno" se prima non si passa per il "cielo nero" del "momento buio".
Ed altre ancora, vedendo di lontano una cima innevata, non ho sostato più di tanto ritenendo la "neve" cosa scontata, così anche la sua "luce".
Gli opposti dati da Cielo e Terra per ritrovare pace nell'unità.
La neve...
non è cosa di tutti gli anni la neve, qui dalle nostre parti, eppure nitidi sono i ricordi che la vedono protagonista.
Perché la meraviglia, lo stupore che l'accompagnano hanno lo stesso suo candore, e gli occhi contenti che la guardano sono quelli di un bambino a qualsiasi età.
La luce grigio perla e il rumore umido di gomme d'auto che si muovono lentamente anticipano la sorpresa, prima che sensazioni ovattate portano a guardare fuori il già noto di nuovo vestito.
E ancora, la memoria va all'infanzia...
Tempo felice quando una nevicata voleva dire... tepore, cioccolata calda al mattino... "semola battuta" al ragù di salsiccia a pranzo perché così ci si riscaldava e soprattutto, vacanza a scuola.
Era bello appena alzati, stare con il naso appiccicato ai vetri e guardare le "farfalline bianche" volteggiare nell'aria e poi posarsi sugli oleandri nel cortile. Con la bocca aperta per la meraviglia alitavamo su quei vetri e con il dito disegnavamo cuori e stelline.
La poesia, la scrittura, la musica, l'arte in generale sono gli strumenti per fissare le emozioni, e riprodurle poi e condividerle, in uno scambio che arricchisce gli animi. Un vero e proprio miracolo.
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