lunedì 10 agosto 2020

SENTIMENTI O RAZIONALITÀ?


TU dai troppa importanza ai sentimenti!

Mai avrei pensato che mi si potesse dire una cosa così, come fosse una colpa. È vero, per me i sentimenti sono al primo posto, contano molto, quindi al massimo sono portata ad enfatizzarli, ma questo è perché ho vissuto l'esperienza della malattia che lascia traccia profonda, non perdo certo la lucidità, altrimenti non potrei resistere, essere resiliente e prestare ascolto.

Una mezza giornata a riflettere su me stessa, a rimettermi in discussione per l'ennesima volta. Perché poi mi sono chiesta... ma davvero dall'esterno, e non mi riferisco solo agli estranei... mi si vede come un'illusa a colorare di rosa le nuvole grigie sulla propria testa? In più con la pretesa di mettere pennello e vernice in mano ad altri. Non è così. E a forza di pensarci ho trascorso una giornata che non sto a raccontare ma si può immaginare, ora però sono qui come ogni sera, sono più tranquilla e apprezzo l'altra metà del bicchiere, perché sarà pure quel che ho detto, però sono certa che dare importanza ai sentimenti può essere anche una componente dell'empatia che di sicuro non esclude la razionalità.

Non tutto va bene per Tutti. Parlare o tacere? Come far sentire la propria vicinanza a Chi vive un brutto momento?

Davvero difficile perché basta una parola inappropriata o di troppo e si sfora nell'invadenza, e al contrario se ci si avvale del silenzio come forma di rispetto, c'è il rischio di passare per indifferenti. Come comportarsi allora? Far sentire la "presenza" nei tempi e nella modalità che il caso richiede.

Non tutti riescono ad essere empatici, e molti sono al contrario inopportuni e arrivano a ferire. Parole inutili, modalità e tempo sbagliati. Si pensa a volte di dover dire qualcosa per forza, quando basterebbe stringere semplicemente la mano, regalare un abbraccio o riempire lo spazio del silenzio con lo sguardo. Anche una telefonata affettuosa ma non necessariamente indagatrice, un messaggio sereno e rassicurante potranno essere modi giusti per "esserci", sempre vagliando il caso.

Riflettiamo su questo breve racconto...

C'era una volta una bambina che aveva perso il suo compagno di giochi. Un giorno disse alla sua famiglia di essere andata a consolare la triste madre del bambino morto.

Che le hai detto?... le domandò il padre.

Niente... rispose la bambina.

Mi sono solo seduta sul suo grembo ed ho pianto con Lei.

Ecco, per me pure a volte basterebbe una cosa così.

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