Non so se è solo un mio pensiero, ma da quando fu Covid 19 tutto è situazione estrema, o si vive tale, come fosse prossima la fine del mondo.
Le zanzare diventano cavallette, un virus... sempre quello, il "su citato" pare arrivato ad annientare l'umanità, una pioggia battente infine è il diluvio universale, solo che oggi manca un uomo degno pari a Noè e ognuno deve arrangiarsi da sé, con ansia da precarietà e timori per il futuro.
Il battito cardiaco accelera di fronte a temporali che non sono più gli stessi, si creano vortici ingestibili di pensiero, e pure se il fenomeno si ripresenta, è sempre come fosse la prima volta.
Personalmente cerco di mantenere l'equilibrio, anche se negli ultimi tempi faccio fatica. Credo sia imputabile a quei tre mesi di isolamento difficili da archiviare, e comunque tengo duro e non perdo le speranze.
Sarà ché io adoro le metafore, stasera infatti in alcuni messaggi condivisi, foto e parole, ho letto un bel messaggio positivo.
Nuvole cupe ma all'orizzonte una rosea schiarita. Tornerà il sereno, dai colori caldi e rassicuranti dell'autunno ormai prossimo, come già anticipa una pioggia tranquilla, rilassante e di buona compagnia.
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