Silenzio prima e dopo. Causa covid, ciò che da sempre caratterizzava la festa di mezza estate, stavolta non c'è stato. Alcuna sagra, nessuna bancarella neppure sparuta, cielo buio a mezzanotte.
Silenzio fuori e dentro, e forse non è un male. Si medita su quel che si dava per scontato e usuale, la cui mancanza è ora evidenziata dall'essenziale.
L'uso delle tradizioni è cognizione acquisita che si tramanda di generazione in generazione, ed è legato ad un fattore culturale, ambientale e pure religioso. Seguire le tradizioni è in un certo senso sentire l'appartenenza e dimostrarlo.
Sono riti e rituali, abitudini conviviali, qualcosa che accomuna insomma, ma forse allontana dall'essenziale, percepito da ognuno in modo diverso.
Arriva, è vero, il tempo della consapevolezza, la maturità o autunno della vita, e si sfronda il superfluo, ma è altrettanto vero che a causa di esperienze estreme, questo può essere anticipato.
Si pota per una "nuova stagione" e intanto si gode della gioia dell'attesa.
Quindi quest'anno Ferragosto dimesso, più tempo e spazio per sé, per accogliere e pensare, proiettati verso l'autunno, ché l'estate è ormai alle spalle.
Ancora una metafora, stavolta involontaria, ove l'estate rappresenta l'abitudine senza pensarci, l'autunno al contrario i colori rassicuranti della consapevolezza.
Più si va avanti negli anni maggiormente si è facili alla commozione, al batticuore... a guardare la Natura e le sue creature e a sentirle proprie. Tutt'uno con l'universo emotivo.
Responsabile è l'età che avanza col suo bagaglio di esperienze,
si getta poi la zavorra e resta l' Essenziale.
L' Uomo che sente e della Vita coglie il meglio.
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