venerdì 14 agosto 2020

ACCORCIAMO LE DISTANZE

 


Come ti chiami?

È la domanda di rito, praticamente spontanea, segue il semplice buongiorno pronunciato a mezza voce, perché non sai, non puoi andare oltre un certo tono.

La risposta arriva quasi sempre allo stesso modo, prima il cognome e poi il nome di battesimo, come a scuola o al servizio di leva, quelli di una volta ovviamente...

No no, solo il nome... rispondo allora, così quando c'incontriamo qui o altrove possiamo salutarci come vecchi amici, se ti va. 

Certo, mi fa piacere...

In questo modo accorcio le distanze o almeno ci provo, visto che siamo Tutti nella stessa barca e sotto lo stesso cielo, ed è incoraggiante poi scoprire il più delle volte che si rema nella medesima direzione, guidati dalla medesima stella.

Qualcuno però c'è, sia pur raramente che fa intendere con un dito sulle labbra o fingendo di dormire oppure dicendolo chiaro e tondo, di voler stare per proprio conto, una sorta di distanza di sicurezza assolutamente da rispettare. Dispiace un po', ma si evita di arrecare disturbo perché le presenze non s'impongono nemmeno a fin di bene.

Cercare di accorciare le distanze sin dal primo incontro, pur nel massimo rispetto della volontà altrui, serve a stabilire una certa sintonia, per cui la "differenza di livello" è solo quella che si vede, uno è seduto o sdraiato e l'altro in piedi, ma grazie all'ascolto empatico, altro dislivello non c'è.

Ed ancora, si prova tenerezza già a quella risposta cognome-nome, perché si percepisce il rispetto per quel camice che aiuta a portare il peso.

Tenerezza... forse è l'unico sentimento che fa sorridere e stringere il Cuore contemporaneamente.

Pacata compagna, sorride e si commuove poi con occhi lucidi.

Accorcia le distanze col sorriso, abbraccia con l'accenno di una lacrima.

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