lunedì 31 agosto 2020

ESTATE



Il gran caldo di oggi mi ha riportato alle varie stagioni estive della mia vita, a quelle della mia infanzia quando erano altri a dover pensare a me, e poi alla villeggiatura al mare coi miei bambini, da sola perché il loro papà restava in città a lavorare. Non mi piaceva molto questo tipo di vacanza, e la scelta di stare da una parte in modo riservato veniva forzatamente intesa come tristezza.

Vedova o separata... ? Né l'una né l'altra cosa, solo scocciata, soprattutto perché più di qualcuno non pensava ai fatti propri.

Comunque passarono tante estati così, fino a quando i figli furono abbastanza grandi per scegliere come trascorrere le proprie vacanze.

Oggi il sudore scendeva a rivoli, e per corrispondenza al contrario sono tornata a quell'estate coi drenaggi e la parrucca, quando nonostante tutto non me ne veniva giù manco una goccia.

Già... certe esperienze insegnano, di esse si fa tesoro, comunque non si dimenticano.

E per addolcirne il ricordo, pure solo per me stessa, anche in questo caso ricorro alla metafora. Funziona.

Così mentre mi riprendo da una giornata tra le più calde di questo torrido agosto, penso a quante conseguenze portano le bufere ma pure le "tempeste in un bicchiere"... sembra che passino e passano davvero ma quel che resta del passaggio lascia i segni, pure se è bonaccia, anche con la quiete.

Come conchiglie vuote sulla sabbia bagnata. Sono vuote perché ci hanno rimesso la vita, ma nell'approdo alla riva sperano in una nuova con quello che resta.

Nello specifico io mi accontenterei di molte estati ancora, comunque sia.


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