domenica 17 maggio 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.71) (L'apparente impossibile)



Pareva impossibile la fine della quarantena, eppure tra avvisi e smentite, fake news e notizie certe, senza contare i numerosi "bollettini di guerra", ci siamo arrivati all'ultimo prima dell'alba. Non è ancora tutto chiaro, la foschia offusca la luce rosata del giorno tanto atteso, ma la notte non può durare per sempre.

Perché tutto passa, anche l'apparente impossibile.

Occorre affidarsi al Tempo, che chiede solo di dargli il "giusto tempo" e la docilità nell'attesa. E docili Noi siamo stati.

"Io resto a casa", finché "andrà tutto bene" e "passerà anche questo". E intanto abbiamo distrutto ciabatte, consumato chili di farina, ci siamo immersi nel da fare sempre e ad ogni costo, pur di non pensare che gli slogan potessero rimanere tali e tutto andasse al contrario di quanto auspicato.

Ora potrei uscire un po', ma ho perso l'abitudine e poi a forza di sentire "solo se necessario", lo vedo un azzardo perché continui ad andare bene... diciamo, andare meglio, giusto per scaramanzia.

C'è che disorientati per tutto il tempo, si rischia la timidezza di fronte alla ripresa, come per un nuovo sentimento dopo una delusione.

Passerà anche questo, ma non sarà facile sradicare la gramigna venuta fuori sia pur con l'erba tenera e novella.

Pensavo e mettevo ordine sul balcone, nella speranza di svestirmi di tristezza.

Alla vigilia di una nuova stagione ho cercato di staccare delicatamente le foglie ingiallite da piante di un inverno mai arrivato e di una strana primavera. C'erano pure dei rami completamente secchi, estirparli significava portar via le radici, li ho tagliati per quanto possibile. Il resto è lì a ricordarmi l'inverno mai arrivato e questa strana primavera non vissuta.

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