giovedì 7 maggio 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.60) (Senso di appartenenza "a distanza")




In questo mese se tutto fosse rimasto normale, del GAMA sarebbero stati gli ultimi incontri dell'anno, quelli che ci vedevano interagire in presenza, fare a volte confusione, animarci per delle divergenze. Tutto molto vivace. Ora il GAMA è on line, non è assolutamente un ripiego ma è cosa diversa. Manca il contatto, guardarsi negli occhi, però sicuramente è possibile ugualmente percepire il senso di appartenenza.
Qualche anno fa ad ognuno fu posta la stessa domanda.
Che senso di appartenenza ha per Te questo gruppo?
L’adesione al piccolo gruppo è una delle forme di socialità più comuni per l’essere umano. Il piccolo gruppo è numericamente ridotto, ma è costituito da persone che sono legate da un qualche vincolo di appartenenza. Il senso del Noi caratterizza il passaggio da "un insieme di individui" al "gruppo" ed è linguisticamente marcato dall’uso della prima persona plurale da parte dei membri. Questo passaggio è dato dal costituirsi di una forma di interdipendenza psicologica, in cui il tutto è qualcosa di più della semplice somma delle parti e fa del gruppo un’entità compiuta. Ci sono due vie per raggiungere questo obiettivo. Un progetto da realizzare e il destino comune, in questo caso sono le vicende personali e le relazioni interpersonali ad essere talmente significative da cementare il gruppo. Per quanto riguarda il Nostro GAMA l'interdipendenza del compito e quella del destino comune si unificano nella "reciprocità". Persone che condividendo un percorso comune, si prefiggono il medesimo traguardo pur con ruolo diverso (paziente, caregiver, volontario),
sentendosi in pratica "uno del Tutto".
Perché ci si affeziona, si diventa anche non volendo punto di riferimento l'uno dell'altro, e una parola in più o in meno o sbagliata, come pure un sorriso mancato o negligenza sia pure non voluta, a volte possono addirittura arrecare senso di vuoto e solitudine.
La pandemia all'improvviso ha così impedito le abituali attività e le frequentazioni amichevoli, "ci manchiamo" insomma.
Ovvio quindi che non vediamo l'ora di ritrovarci insieme per condividere "in concreto", divertendoci, rendendo indimenticabile anche una sola giornata.
A tal proposito mi torna in mente, era proprio di questi giorni lo scorso anno che organizzavamo l'uscita a Matera (25 Maggio). Che bella giornata fu quella...
Va be', quest'anno è andata così, distanziamento personale prima e isolamento poi, fanno apparire tutto così remoto nel passato e tanto lontano a divenire ancora, ma è solo un'illusione temporale, una forzatura contingente.
Tutto passerà, e torneremo "cautamente vicini". Perché alla fine ciò che ci tiene uniti è appunto il senso di appartenenza, la forte motivazione di un "obiettivo", e poi
ci vogliamo bene, e in questo "essere Insieme" troviamo sempre strategie e risorse oltre la "sopravvivenza".

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