Tra il verde e la preghiera anche Noi abbiamo ripreso i "Nostri giorni", pure se oggi mercoledì non era.
Abbiamo scelto di non spostarci molto, perché è stato come risvegliarsi da un lungo sonno e il primo passo richiedeva il "piede giusto".
Così ci siamo fermati a Troia, in più chiese e a lungo nella Cattedrale, sempre bella, e ora ai Nostri occhi anche di più. È stato desiderio di entrambi, di mio marito e mio. Io sono più fervente, Lui è un "buon cristiano inconsapevole", ma è evidente... la spiritualità è di Tutti e può essere manifesta, praticata o meno, ma tendere a qualcosa che è oltre, al di sopra è fatto naturale da cui non si può prescindere.
L'ultima volta che siamo stati in questa cittadina era una domenica d'Epifania, il clima e l'atmosfera erano tutt'altra cosa, e non solo perché stagione diversa.

Io detesto le mascherine, di ogni tipo, da quelle con le sigle impossibili, alle chirurgiche, alle colorate, a quelle destinate ai bambini coi personaggi Disney o coi supereroi. Sono orrende. E credo che dopo l'esperienza del coronavirus, di maschere e mascherine non vorrò sentir parlare neppure a carnevale. Insomma, tutto questo per dire che stamane pareva essere in un videogioco senza inizio e di conseguenza neppure conclusione.
Mi faceva strano soprattutto perché è stata la prima volta che ho lasciato il mio quartiere, davvero "io resto a casa" per me è stata consegna da mantenere per tutto il tempo.
E poi ancora panchine off limits per garantire il non assembramento, e quei posti a sedere contrassegnati in chiesa, e i preparativi per la prima celebrazione domenicale dopo il lockdown. Tentativi innaturali di un ritorno alla normalità, privata nella sua essenza di ogni gesto spontaneo e azione volontaria.
Di questo "punto e a capo - Cap. I" rassicuranti restano il verde che rispetta i tempi e i profumi per le vie... il bucato, il pollo arrosto e il caffè.
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