domenica 17 maggio 2020

I GIORNI PER L'ARCOBALENO (n.70) (Sono giorni strani...)


Mancava poco, e finita la quarantena ce l'avrebbe fatta a mettersi al sole e ad abbracciare un albero, come sperava. Poi se n'è andato così, lasciando un vuoto senza note, un tempo sospeso in aria come la mano del pianista al termine di un'esecuzione sofferta.
Abbiamo perso un "grande", Ezio Bosso non è più. Ha lasciato ricca eredità a Chi avrà compreso e imparato da ogni Sua parola, mai detta a caso sia pur semplice e vissuta nella comune quotidianità.
"Sono giorni strani...", così aveva definito questi della pandemia, non li viveva in modo poi tanto diverso dai Suoi soliti dal 2011 in poi, quando fu colpito da una malattia neurodegenerativa...
"La malattia mi ha allenato a soste forzate ben peggiori. Stavolta però non è il mio corpo a trattenermi ma qualcosa di esterno, collettivo, misterioso. Sono giorni strani, il tempo e lo spazio si sono fatti elastici, a volte le ore sono eterne, a volte volano. A volte ti senti in prigione..."
Parole quanto mai vere per esprimere uno stato d'animo comune persistente per tutto il tempo di quarantena. Il proprio "problema" diventa un'opportunità, quasi un privilegio mentre ciò che accade intorno, alla collettività, è misterioso. Il maestro Bosso però non è spaventato, ha la musica che fa da terapia, è arte e poesia insieme, ed è vita perché necessaria come il respiro.
Stasera ho rivisto la Sua esibizione a Sanremo 2016, "Following a bird"...
Seguendo un uccellino si era perso, ma in compenso aveva imparato a seguire.
Bisogna riflettere sul significato dei termini, "perdere" non è negativo.
Perdere i pregiudizi, le paure, il dolore, avvicina e unisce. Ed è armonia... musica.
E la Musica non si può fare che in un solo modo, come la Vita. Insieme.

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