giovedì 3 ottobre 2019

L' ATTESA È VITA


Qualche fagiolo e una coltre d'ovatta appena appena umida. E poi aspettare.
Si comincia sin da piccoli con l'esercizio dell'attesa, che altro non è che speranza di qualcosa di nuovo e diverso.
L' ho fatto appunto per rivivere un ricordo della mia pubertà. Un esperimento di scienze alla scuola media. Fu un momento forte di autostima. I miei semi germogliarono più tardi degli altri, quando ormai mi ero convinta di non essere capace nemmeno per una cosa tanto semplice e naturale. Ma l'evento all'improvviso smentì la mia "piccola credenza", e sospese l'attesa.
Questo è un ricordo che fa bene. Incanala per una "convinzione" cui si può dare credito con fiducia.
E arrivo ad oggi.
Pensavo. Pensavo a questo Nostro nuovo inizio, pieno di buoni propositi, speranze e aspettative. Pensavo agli altri inizi, tutti uguali. La Vita nel particolare e in generale, una continua "attesa" che a secondo di Chi la vive è semplice o complicata. Dipende dai soggetti ma pure dal momento e dalle situazioni.
Mi guardo intorno, osservo la gente e ne colgo le particolarità, mi "assemblo" all'ambiente così da sentirlo familiare. Bello spirito d'adattamento, eh!? Magari solo coraggioso tentativo di sopravvivenza. Comunque ci riesco sempre.
Ma quando i mesi e i giorni si allineano, e poi si accavallano, e per giunta non sei da solo ad aspettare, che succede?
Succede che non respiri più normale, così affannato a stare dietro, a cercare di far comprendere che spesso così vanno le cose, i tempi sono assai dilatati, per un'attesa che non finisce mai ma comunque è indice di vita.
I "semplici" continuano ad aspettare sereni.
I "complicati" non possono fare altrimenti, però sono sempre inquieti e insoddisfatti.
E poi ci sono gli "stupidi" di recente acquisizione, complicati che vogliono apparire semplici, e questi non li capiremo mai.
Siamo Tutti acciaccati e strani, ma vivi, e le attese sono solo per i vivi. Ché se tutto passa, anche quelle... brevi o lunghe... passeranno.

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